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Etica fotografia naturalistica (ex foto ai nidi ma non solo)


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  • Nikonlander Veterano

Il National Geographic Italia perde punti nella mia stima. ..  . :( 

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  • Nikonlander

Nell'ultimo concorso del BBC wildlife hanno squalificato Marcio Cabral già vincitore in passato perché ha utilizzato un formichiere gigante imbalsamato 

https://www.huffingtonpost.it/2018/04/28/lanimale-della-foto-era-imbalsamato-il-wildlife-photographer-of-the-year-ritira-il-premio-a-marcio-cabral_a_23422553/

 

E per chi mastica l'inglese

https://qz.com/969811/game-farm-photography-love-wildlife-photos-theres-a-good-chance-they-werent-shot-in-the-wild/

 

Il problema è molto più vasto e complesso di quanto la nostra filosofia possa comprendere.

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  • Nikonlander
Inviato (modificato)

Inoltre in relazione a Alberto Ghizzi Panizza

In data 10 maggio 2017, l'organizzazione del concorso Oasis Photocontest ha assunto la decisione di ritirare il premio “Italian Oasis Photographer”, quale miglior autore italiano, precedentemente assegnato dalla Giuria. 

Questo in seguito ad alcune segnalazioni giunte alla Segreteria del concorso, che evidenziavano un'incongruenza tra la specie ritratta, una mantide violino originaria dello Sri Lanka, e l'ambiente circostante, riferibile invece ad un bosco appenninico. A seguito di ciò ci siamo mossi in due direzioni, nominando una commissione di autorevoli entomologi incaricati di formulare un giudizio sull'immagine e chiedendo chiarimenti all'autore. Prima ancora che pervenisse il responso della Commissione, l'autore ha inviato alla nostra Segreteria un memoriale che pubblichiamo sul sito. In queste note, l'autore conferma che la foto ritrae una mantide esotica di allevamento fotografata in un ambiente estraneo alla specie. Questa procedura, ha prodotto una bella immagine, ammissibile dal punto di vista tecnico, che sicuramente avrebbe potuto vincere in un concorso di fotografia generico. Essendo tuttavia l'Oasis Photocontest un concorso di fotografia naturalistica, il nostro regolamento prevede che gli animali debbano essere ritratti nel loro ambiente naturale. Da qui la decisione di ritirare il premio conferito dalla Giuria

 

E per completezza la sua risposta

“Buongiorno a tutti. 

Un chiarimento definitivo sull'accaduto. Non ho risposto prima per problemi di natura familiare e per il recentissimo furto di parte della mia attrezzatura fotografica. 

La fotografia in questione è stata scattata utilizzando una mantide di allevamento di un amico che da più di 30 anni si dedica alla macrofotografia. Non sono un entomologo, ma trovo grottesco ricevere tali critiche dato che anch'io da più di 20 anni giro per il mondo cercando di diffondere la bellezza del nostro pianeta in un modo artistico anziché scientifico e nel totale rispetto della natura, proprio per farla conoscere anche ai meno esperti e farla apprezzate da tutti. Io stesso ho imparato a rispettare maggiormente gli insetti proprio fotografandoli. Quando ho scattato l'immagine in questione, ho pensato prima di tutto di mostrare l'incredibile bellezza di questa specie e farla apprezzare anche a quelli che quando vedono un qualsiasi insetto lo uccidono per fastidio o paura. 

Ritengo anche totalmente ingiustificate le accuse alla giuria che in tutta buona fede ha colto l'aspetto poetico dell'immagine. 

La foto che avevo già pubblicato in novembre non era mai stata sottoposta ad accuse fino al momento della vittoria. Nessun esperto del settore era mai intervenuto. Questo perché moltissime fotografie del genere vengono fatte in questo modo sia da appassionati di macro che da professionisti. Quindi se la foto dell'animale dovesse essere stata scattata nel luogo originario classico ammetto che non è così, ma lo scatto è stato effettuato nel più totale rispetto della mantide. La stessa infatti è stata fotografata in più momenti ed in perfetta salute. 

Ripeto quindi ambiente originale no, ma totale rispetto dell'animale ed in natura sì. 

Sapendo che queste mantidi vengono allevate anche nel loro paese d'origine come animali da compagnia, ho fatto l'errore di non specificare il luogo in cui era stata realizzata la foto. 

Se la giuria deciderà quindi di eliminare questa immagine, accetto senza problemi la squalifica. Non ammetto però che venga affermato che la foto sia frutto di fotomontaggio, che la giuria non chieda i RAW originali o peggio ancora che la creatura non sia stata rispettata. 

Molto spesso, come non ho mai nascosto, ricostruisco piccoli set in natura come moltissimi altri fotografi e chi mi conosce sa benissimo che questo viene fatto sempre nel totale rispetto del soggetto, possa essere un minuscolo insetto o un selvaggio leone. 

Per chi inoltre mi rinnova l'accusa in merito alla alla mia esclusione dalla vittoria in un altro noto concorso italiano, ricordo che non sono stato eliminato per fotomontaggio o per chissà quale manipolazione, ma per aver utilizzato una tecnica all'epoca poco conosciuta che al giorno d'oggi viene sempre più spesso accettata anche nello stesso concorso di Oasis: parlo del focus stacking, di cui sono stato uno dei pionieri e che oggi viene largamente utilizzato nel mondo della fotografia. 

Con la speranza di aver chiarito questo equivoco confido che in un prossimo futuro vengano a cessare questi volgari insulti che nuocciono a tutto il settore” 

Alberto Ghizzi Panizza

Modificato da Vento
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  • Amministratori
31 minuti fa, Silvio Renesto dice:

Questione di esperienza "di campo" ;) 

Quando parlo di macrofotografia per me,  "rivoltante";  ad esempio:

https://www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=2450085

Leggetevi i commenti sotto... che tristezza.

In trent'anni e passa che seguo e studio gli Odonati,  MAI ho visto tre damigelle (ma nemmeno due) fianco a fianco addirittura toccandosi, e guardare dal buco (ritagliato?) di una foglia.

1) Gli Odonati non sopportano la vicinanza di altri conspecifici se non per l'accoppiamento. Si scacciano ferocemente a vicenda.

2) Gli Odonati non guardano davanti a dispetto della macchia che sembra una pupilla, vedono a 360°  per cui non si ficcherebbero in un buco per guardare davanti.

Ergo:

Questa foto, tecnicamente perfetta, è tutto tranne una foto naturalistica. Domanda: Come si fa a"convincere" tre damigelle a mettersi in posa insieme? La risposta potrebbe essere (assai) spiacevole.

Se scorrete il sito, è ricco di questi ... capolavori. 

è solo parlandone che chi non abbia la tua/vostra esperienza può capire certe pratiche mistificatorie.

Quindi non concordo con chi sostenga che con questa discussione non sia possibile portare alla luce dei concetti di base, comuni e utili per chi legge.

E poi...alla luce della tua critica, rileggere alcuni dei commenti , fa pensare che non tutti fossero proprio dei complimenti...

 

Ergo: nessuno si offenda, descrivere e parlare delle proprie abitudini di ripresa non può che fare del bene rispetto cose che non tutti conosciamo.

Sono dodici anni che invito i fotonaturalisti che si avvicendano su Nikonland (pochi, pochissimi proprio per le mie esortazioni, a quanto pare) a scrivere, oltre che pubblicare foto.

Per riuscire a distinguere non solo le specie fotografate ma anche il modo e le cautele.

Poi se anche questo sia generalizzare, mi levo subito di torno.

  • Sono d'accordo 1
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  • Nikonlander

Ma no Max! 

Io penso che il problema sia serio e molto vasto, e non sia assolutamente un problema di Nikonland, che anzi è un'oasi felice da questo punto di vista.
A scanso di equivoci, ho riportato notizie di cronaca, senza commenti volutamente, ognuno si farà la sua idea e ne parlerà qui se vorrà.
Io continuo a ritenere che una maggiore cultura naturalistica in questo campo sia necessaria, chi si propone come guida/tutor ecc. deve avere una formazione di un certo tipo, insomma ci vuole una regolamentazione del settore, che se fatta bene può portare a grandi benefici: per la conservazione, per gli animali e anche per i fotografi.

 

 

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  • Nikonlander

Caro Max, ho avuto la fortuna/sfiga di nascere e vivere fino all'adolescenza in campagna.  Allora la campagna non era quella delle monoculture intensive, assomigliava vagamente a quello che ci fa vedere oggi la pubblicità televisiva.  La vita in campagna allora, a parte le poche ore di scuola, era completamente vissuta nella natura e a contatto con gli animali selvatici, veramente tanti allora.  Dalle mie parti si faceva ancora la fame ma si aveva un profondo rispetto di tutto ciò non fosse indispensabile per il sostentamento. Questa immersione nella natura, ci faceva apprendere in modo del tutto automatico i comportamenti di ogni specie.  Non conoscevo il nome scientifico, ma di ogni specie si sapeva il giorno che arrivavano con la migrazione, dove stazionavano, dove e come nidificavano, cosa mangiavano, come cantavano.  Non c'era la televisione!!!  Quello era il solo nostro mondo.    Sono passati molti anni, ma non di certo dimenticato quanto appreso allora.

Ai nostri giorni, molte specie hanno modificato le loro abitudini e i luoghi di nidificazione per avvicinarsi alle abitazioni, probabilmente sentendosi più protette dalla vicinanza dell'uomo  piuttosto che gli spazi abituali, ora molto frequentati da gazze e da cornacchie grigie.  Il che facilita molto la foto ai nidi,  sempre senza recare loro disturbo.

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  • Nikonlander Veterano

Ho letto l'articolo sull'esclusione di Panizza dal concorso di NatGeo, nell'intervista spiega che andando in giro di mattina gli insetti sono molto lenti e che quella foto sia naturale e non montata. Io non me ne intendo ne di macro ne soprattutto di insetti (che proprio non mi piacciono), ma voi che ne sapete di più, è una spiegazione che regge? Dice palle per salvare la faccia?

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  • Nikonlander Veterano

E' vero che la mattina presto gli insetti sono "freddi" e lenti, per cui si possono fotografare più facilmente.  Il discorso è che quei soggetti sono rimossi e manipolati, costruendo immagini di fantasia, magari danneggiando il soggetto, perchè gli muovi le zampe irrigidite o altro.

Sempre che non siano refrigerate, cose che ahimè alcuni fanno.

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  • Nikonlander Veterano
1 ora fa, Max Aquila dice:

 

Sono dodici anni che invito i fotonaturalisti che si avvicendano su Nikonland (pochi, pochissimi proprio per le mie esortazioni, a quanto pare) a scrivere, oltre che pubblicare foto.

Per riuscire a distinguere non solo le specie fotografate ma anche il modo e le cautele.

Su questo sono pienamente d'accordo,  e l'ho scritto più volte che essendo Nikonland un sito di fotografia e non di  natura e basta, ci si confronta con una maggioranza che ha un background differente (magari più umanistico, tecnico) e quindi  può non recepire quello che per un naturalista è scontato, Il che però non vuol dire che sia scontato per gli altri.

Per cui non è per le tue esortazioni che lo vedi poco, ma forse per un'abitudine intrinseca, che si dovrebbe almeno un po' modificare. E' il mio mestiere  (e mi piace molto)  spiegare le cose, per cui mi viene spontaneo, ma con un piccolo sforzo anche  gli altri possono farlo, ed ho già visto alcuni che lo fanno davvero bene. 

:) 

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  • Nikonlander Veterano
Inviato (modificato)
58 minuti fa, Silvio Renesto dice:

E' vero che la mattina presto gli insetti sono "freddi" e lenti, per cui si possono fotografare più facilmente.  Il discorso è che quei soggetti sono rimossi e manipolati, costruendo immagini di fantasia, magari danneggiando il soggetto, perchè gli muovi le zampe irrigidite o altro.

Sempre che non siano refrigerate, cose che ahimè alcuni fanno.

appunto....    purtroppo è una cosa che ho saputo, da un caro amico, purtroppo..  quando ho visto alcuni suoi scatti.. sono rimasto basito e, sentito di persona mi ha confermato che la tecnica da lui usata spesso è.. il frigorifero.. ci sono rimasto male, molto male...

adesso siamo un pochino meno amici e, se mi capita di vedere delle sue opere,  salto alla svelta..

Modificato da Roby C
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  • Nikonlander Veterano
11 ore fa, Gianni dice:

Massimo ci puoi i puoi far conoscere il Fotografo???

È Brad Hill, Qui il suo sito .

 

11 ore fa, Gianni dice:

C'è solo una cosa che non farò sicuramente mai, fotografare che so un Aquila del Bonelli ( in Spagna) da dentro un capanno ma attirandola con un Piccione VIVO, o che so in altre situazioni ed altri Rapaci con topi o quant'altro, questo mi disturba e non riesco proprio a concepirlo, ma che etica c'è????

Questo è un altro punto interessante: fino a che punto è lecito spingersi fornendo cibo ai carnivori. So per certo che tra i più noti fotografi e guide in Finlandia è in corso un dibattito che tende ad escludere l’uso di prede vive, lasciando però liberi di usare prede morte..... peccato però che li sono quasi tutti cacciatori e che il passaggio tra vivo e morto avvenga spesso non per un incidente stradale ma per una fucilata.

Ma per esempio, se ti vengo dietro sul piccione, che ne pensiamo dell’allevamento di pesci usato per far fotografare i falchi pescatori? Personalmente fatico a prendere posizione, troppe variabili.

Purtroppo da noi questo tema, che pure sembra contemporaneamente ovvio - perché uccidere - o cinico - tanto quelle prede mangiano, è ancora ben lontano dall’essere recepibibile... mi ricordo ancora di aver visto attirare ermellini col prosciutto o volpi con i cioccolatini.... e di essere quasi venuto alle mani col un ragazzetto per aver consigliato di evitare di dare cibo non naturale ai selvatici, peraltro in un parco naturale dove per legge è vietato alimentarli con qualsiasi cosa.

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  • Nikonlander Veterano

Massimo, no non ci sono troppe variabili.

La fotografia di un rapace che preda ripresa in condizione di controllo è la ripresa di una scena orchestrata, la stessa ripresa fatta senza slcun intervento ma solo con l'osservazione è una testimonianza documentale. 

E' evidente che la seconda è quasi impossibile (quasi) ma il significato, il peso del contenuto di questa ha una valenza ENORME. Il nostro operare, come praticanti, diventa un contributo di conoscenza ben superiore al "mostrare le bellezze della natura" del Panizza. Qui sta la chiave di tutto ed qui sta il parametro che trasforma i concorsi in tragiche buffonate. Di Oasis non parlo perché non mi pare ci sia altro da dire. Ho avuto modo di ascoltare i principi che stanno alla base di quel concorso, descritti dal loro organizzatore, durante una bella serata al fotoclub di novara e con questi non mi ci trovo (e non ci si troverebbe nemmeno uno qualunque dei grandi vecchi della fotografia, che so, i fondatori di MAGNUM per esempio). Anche il BBC ha il suo bel daffare a tenere alta la bandiera, salvo poi fare degli scivoloni importanti che solo chi pratica può valutare, rimane comunque una istituzione seria ed il formichiere impagliato e ' costato la radiazione perpetua dell'autore dal concorso britannico, può rifarsi con Oasis, salvo cambiare tassidermista.

Pensaci su Massimo, ma sappi che i tuoi gipeti del Leviona valgono 30000 viaggi in Canada. 

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  • Nikonlander Veterano

Aggiungo, in relazione all’uso di prede vive, un’altro esempio, una provocazione alla fine. Ma è per questo che dicevo in premessa al mio primo intervento che è difficile trattare questo argomento senza spingerlo abbastanza in profondità. Perché non tutto è come sembra e spesso ci sono diversi livelli di interpretazione o di comprensione. Un po’ off topic rispetto alla fotografia al nido ma ci siamo arrivati seguendo Il filo dell’etica In generale.

Vi ho parlato di Brad Hill, ora vi parlerò di un mio carissimo amico che, oltre ad essere un fotografo molto bravo, ha fin da ragazzo l’hobby di allevare serpenti. Serpenti che, ovviamente, si nutrono di carne, spesso solo di prede vive - topolini che lui acquista allo scopo, più o meno come chi ha il cane o il gatto compra la carne o la scatoletta. Ovviamente, ad un certo punto della nostra amicizia, la domanda sul come vivesse questo fatto - ti comporti come Dio scegliendo chi vive e chi muore - gliela ho fatta. La risposta è stata, che non era proprio così ma che tra lui che faceva uccidere un topino da chi per vivere topini deve mangiare o chi si nutre di carne morta - tra cui noi umani che non abbiamo fatto la scelta di essere vegetariani - la sola vera differenza sta nel avere o non avere appaltato il compito del macellaio. 

L’ho detto all’inizio, questa è una provocazione. Ma siamo veramente sicuri di saper inequivocabilmente dividere il bene dal male con poche frasi? O vogliamo fare gerarchie tra animali nobili, per alimentare i quali è lecito uccidere altri animali, o animali meno nobili per i quali riteniamo non lo sia? O la differenza la vogliamo fare in base alla modalità con la quale si da la morte? E a come quegli animali sono allevati non vogliamo pensare?

 

 

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  • Nikonlander Veterano

I "famosi" video dei pulcini smistati sul nastro trasportatore sono una delle cose più raccapriccianti mai viste, e sono quelli che finiscono nel nostro girarrosto o sfilettati al supermercato...

Ineffetti sul discorso esca viva potrei anche non essere così contrario, ma solo se fatto da una qualche guida o guardiacaccia/forestale che sa quello che fa, mettendo animali già presenti in quell'habitat. Nel peggiore del caso si è aumentato di 1 il numero di prede, ma già presenti e quindi trascurabile, penso... Ovviamente è indispensabile il fatto che sia presente una qualche autorità che sappia lo stato attuale di quella popolazione animale. Un po' come avviene per la caccia programmata per mantenere sotto controllo il numero di cinghiali, si sa quant'è la popolazione e si sa in quanti predatori e prede avere... Il discorso è ben complesso, mille sfaccettature, ma non penso sia così grave, se fatto nelle condizioni di tutela, rispetto all'inciviltà di distruggere un nido per noncuranza o ingordigia, o anche solo di inquinare quell'habitat con mozziconi di sigaretta.

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  • Amministratori

Conversazione interessante che vi invito a proseguire a prescindere.

Ma una domanda mi sorge spontanea (!), vista la partecipazione : siete tutti orientati agli estremi in questo genere fotografico ?
Cioè, senza raggiungere questi limiti di etica non vi sentite appagati come fotografi ?

Chi si contenta di fotografare una creatura nel suo ambito naturale senza interventi border-line potrebbe sentirsi per questo un fotografo limitato ?

Mi piacerebbe inoltre, ma senza andare O/T, si può derivare una nuova discussione, sapere le vostre motivazioni sul perchè fotografate certe cose e in quali circostanze, rispetto ad altre.
Ma non vorrei aggiungere troppa carne al fuoco (letteralmente) :marameo:

 

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  • Amministratori

Intervengo unicamente per ricordarvi che a monte di questo tema importante della pasturazione, state tralasciando quello originario e che precede di gran lunga questo della pasturazione, sull opportunità o meno dell avvicinamento di certe specie in certi periodi ed in luoghi diversi da quelli ammessi allo scopo.

Credo sia fondamentale

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  • Amministratori
5 minuti fa, Mauro Maratta dice:

Conversazione interessante che vi invito a proseguire a prescindere.

Ma una domanda mi sorge spontanea (!), vista la partecipazione : siete tutti orientati agli estremi in questo genere fotografico ?
Cioè, senza raggiungere questi limiti di etica non vi sentite appagati come fotografi ?

Chi si contenta di fotografare una creatura nel suo ambito naturale senza interventi border-line potrebbe sentirsi per questo un fotografo limitato ?

Mi piacerebbe inoltre, ma senza andare O/T, si può derivare una nuova discussione, sapere le vostre motivazioni sul perchè fotografate certe cose e in quali circostanze, rispetto ad altre.
Ma non vorrei aggiungere troppa carne al fuoco (letteralmente) :marameo:

 

Ci siamo sovrapposti sullo stesso tema 😃

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  • Nikonlander Veterano
1 ora fa, Mauro Maratta dice:

Chi si contenta di fotografare una creatura nel suo ambito naturale senza interventi border-line potrebbe sentirsi per questo un fotografo limitato ?

Il problema è che nella fotografia naturalistica si può molto facilmente arrivare al disturbo ai soggetti o a fare cose che sono eticamente discutibili - vedi il tema dell'attirare gli animali con cibo/richiami. E per trovarsi in quello stato non è necessario arrivare agli estremi che abbiamo esemplificato all'inizio parlando di foto ai nidi.

Ti faccio un esempio ulteriore. Domenica scorsa sono andato in montagna, volevo fotografare i piccoli di camoscio che sono nati da poco. Quindi, escursione con tutto quanto serviva a me - acqua, cibo, indumenti, binocolo - oltre a 500/4+TC+D5+monopiede. Tutto in uno zaino parecchio pesante. Dopo 800 metri di dislivello e 3 ore abbondanti, di cui più di una a binocolare in giro, li trovo su un costone abbastanza lontano. Allora muovo in quella direzione ma arrivato a circa 3-400 metri (molto lontano per la loro distanza di fuga abituale) mi vedono e scappano a gambe levate. Scappano proprio, non si spostano un pochetto! E corrono avanti per quasi un km.

Risultato? Mi sono seduto su una roccia e me li sono guardati col binocolo per un'altra oretta, belli tranquilli a pascolare. Senza provare ad avvicinarmi più.

Perché? perché anche se ero razionalmente sicuro di riuscire ad avvicinarmi per fotografarli - cosa che ho fatto centinaia di volte - e anche se di sicuro non sono specie a rischio, avevo il fondato timore che fossero scappati da me. E che quindi li avrei spaventati ancora.

Ecco, per me questa è fotografia naturalistica. Non si inseguono i soggetti, si entra nella loro vita in punta di piedi..... e se non si riesce si rinuncia e li si guarda soltanto!

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  • Nikonlander Veterano
1 ora fa, Massimo Vignoli dice:

Il problema è che nella fotografia naturalistica si può molto facilmente arrivare al disturbo ai soggetti o a fare cose che sono eticamente discutibili - vedi il tema dell'attirare gli animali con cibo/richiami. E per trovarsi in quello stato non è necessario arrivare agli estremi che abbiamo esemplificato all'inizio parlando di foto ai nidi.

Ti faccio un esempio ulteriore. Domenica scorsa sono andato in montagna, volevo fotografare i piccoli di camoscio che sono nati da poco. Quindi, escursione con tutto quanto serviva a me - acqua, cibo, indumenti, binocolo - oltre a 500/4+TC+D5+monopiede. Tutto in uno zaino parecchio pesante. Dopo 800 metri di dislivello e 3 ore abbondanti, di cui più di una a binocolare in giro, li trovo su un costone abbastanza lontano. Allora muovo in quella direzione ma arrivato a circa 3-400 metri (molto lontano per la loro distanza di fuga abituale) mi vedono e scappano a gambe levate. Scappano proprio, non si spostano un pochetto! E corrono avanti per quasi un km.

Risultato? Mi sono seduto su una roccia e me li sono guardati col binocolo per un'altra oretta, belli tranquilli a pascolare. Senza provare ad avvicinarmi più.

Perché? perché anche se ero razionalmente sicuro di riuscire ad avvicinarmi per fotografarli - cosa che ho fatto centinaia di volte - e anche se di sicuro non sono specie a rischio, avevo il fondato timore che fossero scappati da me. E che quindi li avrei spaventati ancora.

Ecco, per me questa è fotografia naturalistica. Non si inseguono i soggetti, si entra nella loro vita in punta di piedi..... e se non si riesce si rinuncia e li si guarda soltanto!

Comportamento.. estremamente intelligente, ma quanti lo fanno?... 

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  • Nikonlander

La questione del ‘feeding’ degli animali nella fotografia subacquea è stato vietato in quasi tutto il mondo da anni.

Ripeto che secondo me serve una regolamentazione del settore, chi costruisce capanni, alimenta animali, organizza workshop ecc. dovrebbe avere una formazione con conseguente rilascio di attestato. Nella subacquea è così da anni, perché in mare si è a terra no?

Diverso naturalmente il discorso dei privati ma neanche tanto. Per andare a caccia o a funghi bisogna avere una licenza/patentino che si ottiene dopo un corso di formazione. Per la fotografia naturalistica dovrebbe essere lo stesso.

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  • Nikonlander Veterano
2 ore fa, Mauro Maratta dice:

...sapere le vostre motivazioni sul perchè fotografate certe cose e in quali circostanze, rispetto ad altre.

Perché fotografo gli animali?

Perché mi piacciono, voglio vederli e farli vedere. Perché noi umani con il nostro comportamento dissennato stiamo distruggendo il pianeta e credo che far vedere la bellezza di quello che potrebbe in poco tempo non essere più sia uno dei modi per orientare i comportamenti, nel mio piccolo ovviamente.
Mostrando la bellezza hai modo di parlare del rispetto, poi della tutela e della conservazione e via dicendo.

E poi perché mi piace fotografare, in generale. E quindi è per me molto normale voler fotografare questi soggetti, quasi più normale - nonostante le modalità con cui fotografo che mi rendo conto possono sembrare estreme - rispetto a venire in studio con te a fare ritratto.

 

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  • Nikonlander

Approvo completamente quanto scritto da Massimo. Per me è lo stesso. Quando ho pubblicato le foto con gli squali non l’ho considerata fotografia estrema, sembrerà strano forse, ma faccio molto più fotografia estrema quando faccio foto di paesaggio, per il freddo, la pioggia, il rischio di cadere, ecc.

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  • Amministratori
4 minuti fa, Massimo Vignoli dice:

Perché fotografo gli animali?

Perché mi piacciono, voglio vederli e farli vedere. Perché noi umani con il nostro comportamento dissennato stiamo distruggendo il pianeta e credo che far vedere la bellezza di quello che potrebbe in poco tempo non essere più sia uno dei modi per orientare i comportamenti, nel mio piccolo ovviamente.
Mostrando la bellezza hai modo di parlare del rispetto, poi della tutela e della conservazione e via dicendo.

E poi perché mi piace fotografare, in generale. E quindi è per me molto normale voler fotografare questi soggetti, quasi più normale - nonostante le modalità con cui fotografo che mi rendo conto possono sembrare estreme - rispetto a venire in studio con te a fare ritratto.

 

La mia domanda era pleonastica. Ma voleva mettere il punto.
Quello nodale, da cui dovrebbero discendere tutte le altre scelte.
In fondo è così facile.

Io tratto da principesse le modelle che fotografo. E guardo allo stesso modo negli occhi le tigri, se mi capita di poterle fotografare.
Con lo stesso rispetto e ammirazione.

Anche se alle prime potrei offrire la cena mentre per le seconde potrei essere io la cena :marameo:

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  • Amministratori
7 minuti fa, Vento dice:

Approvo completamente quanto scritto da Massimo. Per me è lo stesso. Quando ho pubblicato le foto con gli squali non l’ho considerata fotografia estrema, sembrerà strano forse, ma faccio molto più fotografia estrema quando faccio foto di paesaggio, per il freddo, la pioggia, il rischio di cadere, ecc.

Per estrema io non intendevo a rischio della vita ma in condizioni in cui si rischia di superare certi limiti, scritti e non scritti. Quindi piuttosto borderline.
Personalmente non sono per i decaloghi da imparare a memoria o per i corsi da frequentare in aula. Spesso basta il buon senso e il rispetto per ambienti dove siamo degli intrusi.

E credo che un ritratto stretto del mio cane valga i tuoi squali. Non solo perchè posso starmene tranquillamente seduto nel mio giardino mentre lui gioca con i suoi amici ;)

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