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Silvio Renesto

Nikonlander Veterano
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Everything posted by Silvio Renesto

  1. Io pure, da dicembre che cerco roost di Gufi "possibili" in Lombardia, quest'anno mi è andata buca.
  2. Da frequentatore del Monumentale (per questioni "feline" ), conosco bene il luogo e trovo particolarmente riuscite le tue immagini. Sono ottimamente inquadrate ed originali.
  3. Come per Gianni, il 150-500 sulla mia Z8 non ha nessun gioco nell'innesto e funziona senza problemi.
  4. Grazie a te per l'apprezzamento. Mi fa sempre piacere quando qualcuno trova utile quello che scrivo.
  5. Sono io stesso un fotografo prevalentemente km 0, pienamente convinto che si possano fare foto belle ed interessanti ovunque, compreso vicino a casa. Per me è una cosa assodata, ma forse non lo è per tutti, quindi fai/fate molto bene a rimarcarlo, invitando tutti i nikonlander a condividere le loro foto.
  6. E' vero, raramente si può usare il grandangolo perchè, piccioni a parte, il resto non è ancora così indifferente come questa cornacchia, ma quando succede il risultato è appagante, per questo che ho proposto la foto. Non è il progetto che ho in mente, quello della convivenza tra opportunisti (in senso scientifico loro e noi) , ma è comunque un progetto molto interessante che potrei aver voglia di approfondire .
  7. Intanto che "lavoravo" ad un progetto fotografico che si sta sviluppando nella mia mente mai quieta, ho assistito a una scenetta e ne ho voluto fare un micro-reportage senza pretese, uno "street animale" come esempio gradevole (si spera) e documentativo di quanto certi animali si siano ampiamente "urbanizzati" integrandosi benissimo, qualche volta anche troppo. Insomma, in questo luogo che qualcuno conoscerà bene, ho incontrato una Cornacchia priva di qualsiasi timore, che come molti umani si è fatta una sosta al bar. La scelta del grandangolo utile per esprimere il concetto di interazione/integrazione, un ritrattone non avrebbe avuto significato alcuno, naturalmente. Anche questa per me, ma non sono solo, è fotografia naturalistica. La sezione ambienti urbani è diventata una componente costante nei concorsi di wildlife photography , perchè la componente umana e quella degli altri animali sono ormai così compenetrate che non ha senso ignorare le interazioni che avvengono, anzi è importante capirle al meglio. Commenti, critiche, osservazioni, sulle foto ma anche sul tema in generale, sempre bene accette, i miei blog non sono solo degli show off, ma degli inviti al dialogo (civile ) . Per gli interessati: comodissimo, come sempre il 24-200mm Z specialmente accoppiato alla Z8. Foto di Gianni Ragno.
  8. Scusate l'OT , ma... lo sguardo della tua gatta è fantastico!
  9. Blog aggiornato con nuove foto.
  10. Ottimo reportage, si legge volentieri ed è corredato di foto interessanti, mi piace la passeggiata dei quattro ibis e sono molto suggestive quelle delle sagome in volo. Grazie per la condivisione.
  11. Mi sembra che il 135 sia quello con cui le foto sono riuscite meglio, segue a ruota l'85, mentre, ad esempio, nella seconda foto dall'alto, quella con il 50, mi sembra che la faccia sia prospetticamente "troppo ingrandita".
  12. Effetti della PP. Ho pensato che volendo dare l'idea di un gatto "fatato" ci potesse stare bene.
  13. Un po' per contrastare la recente tendenza a mostrare solo il lato "cute", "coccoloso" del gatto, che non è nemmeno metà del suo fascino, e poi pensando al prossimo Samahin-Halloween, ecco un piccolissimo portfolio di ispirazione (ma guarda) felina, dark gothic come piace a me. Nel folklore irlandese e scozzese c'è una creatura dalla forma di gatto gigantesco, delle dimensioni di un cane pastore, tutto nero tranne per una macchia bianca sul petto. Gira di notte per le Highlands e incontrarlo di solito non è bene. E' il Cat Sith o Cait Sith (gatto fatato). Su di lui esistono due leggende. Per una è un ladro d'anime, che porta via l'anima del defunto nel tempo tra la morte e la sepoltura; per questo anticamente si tenevano delle veglie funebri apposite, se il Cat Sith si fosse presentato lo avrebbero distratto (coi gatti è facile) con musica, danze ed altro. Secondo un'altra tradizione il Cat Sith sarebbe una strega. Le streghe potevano trasformarsi in gatto e riprendere forma umana per otto volte, la nona volta erano condannate a restare gatti. E Halloween cosa c'entra? Il malevolo Cat Sith a Samahin/Halloween cambiava carattere e diventava una creatura anche benevola; in cambio di un piattino di latte fuori dalla porta avrebbe lasciato qualche piccolo dono, ma attenzione, se non gli si lasciava nulla avrebbe potuto prendersela a male e lanciare una maledizione sugli abitanti della casa. Quando, un po' di tempo fa, ho incontrato questo Gatto mi è subito venuto in mente il Cat Sith, così gli ho scattato un paio di foto prima che si dileguasse, elaborandole successivamente in modo da rendere un'atmosfera gotico-notturna. Rovistando poi nel mio archivio felino, mi sono accorto che avevo già una sua foto pubblicata (a colori) ed ho pensato di elaborare e riproporla. Le foto sopra sono quindi inedite mentre questa sotto è una rivisitazione. Alla radice del mito del Cat Sith forse c'è un gatto vero, molto grosso e molto raro, il Gatto di Kellas. Vivrebbe in Scozia ma se ne conoscono solo tre o quattro esemplari, trovati morti oppure uccisi da chi li ha avvistati. Sono identici al Cat sith tranne che per le dimensioni, che sono grandi sì, ma non come il gatto delle leggende, il più grosso era lungo un metro e sei centimetri coda compresa. Secondo alcuni esperti sarebbero ibridi fra gatti domestici ed il Gatto Selvatico scozzese. Il "Gatto di Kellas" imbalsamato al Museo Zoologico dell'Università di Aberdeen, Scozia Oh, se qualcuno di voi amasse la letteratura gotica, "il Gatto Nero" dell'omonimo racconto di Edgar Allan Poe ha molto del Cat Sith.
  14. Probabilmente, anzi sicuramente siamo un po' OT, ma giusto per chiudere il discorso, la tua critica sopra sarebbe stata gradita (e lo è adesso), mi avrebbe costretto a riconsiderare quel che avevo fatto o almeno a pensarci sopra. Se l'ho pubblicata è sì perchè la ritenevo guardabile, ma non escludo mai che mi possa essere sfuggito qualcosa, specialmente nei generi a me poco congeniali come il paesaggio.
  15. Per buona parte hai senza dubbio ragione, sono propenso a credere che ce ne siano di quelli che affollano le discussioni su minuzie riguardanti strumenti vari ai quali delle foto altrui interessi assai poco, non ne mettano di loro o lo facciano raramente obtorto collo o al contrario con noncuranza. D'altro canto anche per me, che trovo essenziali le foto, le gallerie mi sfuggono più che le foto nei vari club (modelle, fotogafia generale, wildlife) dove tendenzialmente preferisco anch'io pubblicare. Ma magari è un problema mio e non va preso come una critica al sistema.
  16. Non è che lo faccia sempre, mi pare, ma in ogni caso potrebbe essere una base per una discussione, oppure potrei anche avere fatto o scritto cose non condivisibili o potrebbe essermi sfuggito qualcosa Vedi ad esempio commenti diu Dario Fava al mio paesaggio lecchese in bianco e nero. Proseguo con una considerazione generale, proprio perchè è meno facile che mettere cuoricini o scrivere "bellissimo", interagire dovrebbe essere un elemento di distinzione rispetto a molti altri siti, un valore aggiunto, anche se impegnativo.
  17. I commenti sono fertilizzanti per la condivisione altrimenti è come scrive Mauro, non si ha partecipazione. Io pubblico, condivido e contribuisco ai commenti, o perlomeno "reagisco" (sarebbero i cuoricini ecc), quindi non posso che apprezzare l'intervento. E' vero che qui c'è tanta gente che è brava e ne sa molto, ma a parte lodevoli eccezioni, è gente che pubblica poco (e commenta poco) . Però vedo anche foto che ...non vorrei proprio vedere. Ultimamente provo un certo ritegno a criticare queste foto perchè solitamente sono "quasi" il solo a farlo (---) e spesso quando lo faccio, col massimo tatto, ho avuto reazioni aggressive/difensive come se avessi offeso la persona, anzichè discussioni sensate (la cosa non mi fa paura, ma mi fa pensare che ho perso tempo inutilmente) oppure il fatto stesso di vedere foto completamente diciamo casuali, mi fa pensare che manchino le basi per capire. Però è utile per chi legge da fuori e quindi val la pena di insistere. Naturalmente il discorso è a doppio senso, se quel che propngo io ricevesse osservazioni critiche giustificate, sarebbe stimolante e proverei gratitudine verso chi mi aiuta a correggermi. Insomma ho dilatato l'osservazione di Mauro: Se un po' di "quelli che sanno" ma che non intervengono, almeno si unissero ai pochi(ssimi) che commentano costruttivamente, sarebbe meglio e si capirebbe che qui si può discutere e crescere.
  18. Incontro fortunato. Bel racconto che conferma quanto siano sfrontate le Cornacchie. Soggetto il Biancone meritevole, interessanti inquadrature, ma le foto risentono parecchio della qualità dell'aria/distanza. Viste ingrandite si nota.
  19. Questo è vero, ma è quasi universale, cioè non circoscritto a Nikonland (purtroppo). Tornando a noi ed alla tua affermazione veritiera che ho riportato (sto andando OT, ma l'articolo è mio e non mi offendo della mia deviazione ) , ad eccezione di argomenti riguardanti l'attrezzatura, dove a volte ci sono decine di botta e risposta, è molto raro o molto più che raro, che si inneschino discussioni (non ho scoperto nulla lo so).
  20. Mi piaceva l'idea di condividere risultati ed impressioni ricavate da questo confronto diretto con soggetto identico in condizioni reali sul campo con il 105 usato come macro ma , oggettivamente... ...non ti si può dare torto. Io proverò sicuramente ad esplorare altri temi, e produrre altro per quanto mi è possibile; però sarebbe bello anche se un po' utopistico, che la tua osservazione, che non contesto, fosse recepita da altri con altri interessi che si sentano invogliati a contribuire per arricchire la diversità.
  21. Entrambe le versioni del 150 erano molto belle. Tempo fa ho provato la versione OS, funzionava sulla Zfc ma non sulla Z6 , non l'ho comprato ma la cosa mi ha incuriosito abbastanza.
  22. Approfittando di questo inizio di ottobre quasi tropicale ho voluto confrontare vis a vis vantaggi e svantaggi di due modi di fare fotografia ravvicinata: quello con cui sono solito fotografare grossi insetti e simili (ossia il 300mm f4pf+TC14) rispetto al 105mm Z f2.8 MC. Di solito usavo il metodo 300+TC14 su formato Dx (D500 prima, Zfc poi), tuttavia da recente possessore della Z8 l'ho usata nella prova a formato pieno, perchè credo che quello sia il formato preferenziale d'uso di una fotocamera del genere e inoltre potrebbe essere di maggiore interesse per più persone. L'utilizzo del formato pieno rispetto a quello Dx ovviamente da' uno svantaggio con entrambi i metodi: i rapporti di riproduzione ottenibili non sono incrementati dal ritaglio operato dal formato più piccolo. Tutte le foto che seguono sono state scattate a mano libera. Con la Z8, il 300mm + Tc14 da' un rapporto di riproduzione di circa 1:3 a 1,4m. Il soggetto scelto per questa prova, Trithemis annulata, ha una lunghezza media tra 3,2-3,8cm per cui il risultato è questo: 420mm f8 Alla stessa distanza di messa a fuoco con il 105mm logicamente ho un rapporto di riproduzione notevolmente inferiore, pressappoco così: 105mm a 1,4m circa. Certo, si arriva ad 1:3 col 105mm (nella foto che segue forse sono un poco oltre 1:3) Ma ad una distanza leggermente inferiore ai 50cm. 105mm MC, distanza di messa a fuoco intorno ai 45-50cm Operativamente le differenze stanno nella maggiore praticità della lunga distanza non solo per la possibile fuga del soggetto ma anche per una più facile correzione della parallasse, perchè stando più distanti è più comodo posizionarsi in linea con il soggetto (non è idea solo mia, leggete ad esempio John Shaw o andate a vedere le foto di Ronnie Gaubert). Ciò non toglie che, se si è in grado di avvicinarsi nel modo giusto senza spaventare il soggetto e quello ci da' il tempo di posizionarci correttamente come dimostrato dalla foto sopra, si può benissimo fare la stessa foto con il 105mm. NOTA: avvicinarsi nel modo giusto significa tra l'altro non proiettare ombre sul soggetto e non cambiare forma, in pratica vuol dire che se ci si avvicina camminando in piedi e poi ci si accuccia per scattare è molto probabile che la libellula (o quel che state fotografando) percepisca il cambiamento e fugga. Se si vuole scattare all'altezza del soggetto (che di solito è meglio) bisogna avvicinarsi a quell'altezza. Attività utile anche a mantenere il corpo flessibile. A parità di rapporto di riproduzione ed a parità di diaframma, dato il diverso angolo di campo dei due obiettivi, la resa dello sfondo cambierà: 420mm a f11 105mm a f11 Fin qui i confronti. Quello che la soluzione 420mm + TC non può fare (a meno di montare lenti, tubi, pesanti crop e quant'altro e allora si può perdere oltre alla praticità anche qualità di immagine) è superare il rapporto di riproduzione di 1:3 mentre con il 105, è chiaro, si va oltre 105mm a f11, sfuocato splendido, nitidezza eccellente. A f14 lo sfuocato cambia sensibilmente. Col 105mm possiamo andare anche molto oltre, con risultati entusiasmanti: 105mm a f11 Operativamente, come già scritto, ma di più ... arrivare a 20-30cm dal soggetto richiede sapersi muovere, avere pazienza e sopportazione (reciproca del fotografo e del soggetto). Il principale ostacolo (non insuperabile, ma presente) che ho incontrato nello scattare queste foto è che la libellula è posata in mezzo a un cespuglio (leggermente spinoso), questo faceva sì che il minimo movimento di qualsiasi parte del mio corpo per aggiustare la posizione venisse trasmesso e amplificato dall'intreccio dei rami mettendo in allarme la mia modella. Sapendolo ho cercato di muovermi il minimo indispensabile con la massima delicatezza ed ho portato a casa la foto. Conclusioni? Ciascuno farà le sue. Io propongo solo qualche considerazione: La qualità finale dell'immagine con un po' di accortezza pre- e post- scatto secondo me non varia in modo drammatico, si possono ottenere foto soddsfacenti anche con il 300+TC (qualcuno potrebbe pensare diversamente, va bene ci mancherebbe, non occorre insisterci qui). La differenza a mio vedere sta più nei limiti operativi di uno o dell'altro metodo, se voglio passare dalla foto ravvicinata alla vera macro non c'è che il 105mm, ma bisogna imparare a gestire le problematiche date dalla corta distanza di messa a fuoco, non sempre si presentano, ma alcune volte sì. Il 420 (300+Tc14) invece ha dalla sua una maggiore comodità d'uso (sempre, ma soprattutto se si usa un treppiede che da muovere fra i cespugli può diventare un incubo) ma va bene solo per fare del close-up fino a 1:3 (sul formato pieno, a meno di croppare) il che può essere limitante per ottenere immagini particolari. Anzi, ho cambiato idea, una conclusione, ancorchè vetusta e per qualcuno trita, la propongo: Nikon... fammi un 200 micro Z please! Il meglio dei due mondi in un solo obiettivo! Se volete aggiungere considerazioni, commentare, anche in disaccordo purchè in modo pacato, ne sarò felice. Silvio Renesto
  23. Come promesso in una risposta qui eccovi un post autoironico su alcune foto sbagliate di partenza (a mio parere) alla Mantide gigante. Alcuni aspetti si potevano senz'altro modificare in postproduzione con risultati variabili secondo l'abilità e la pazienza a disposizione ma, dato che la modella era "lenta", ho preferito rifare le foto con maggiore attenzione ricavandone maggiore soddisfazione personale. Rispetto all'ambaradan (cit.) preferito ossia il 300 con 1.4x oppure tubo, con il 105 MC le distanze cambiano, cosa che va tenuta ben presente e ad esempio occorre usare di puù la testa, nel caso... toglierla di mezzo , ossia disporsi in modo che la propria ombra cada fuori dall'inquadratura. Il diverso angolo di campo richiede più consapevolezza riguardo cosa c'è dietro. Magari qualcuno obietterà che potevano starci, ma a me non andava. Giusto per fare due chiacchiere e far presente una volta di più che anche con gli animali/in macro non è solo il soggetto a fare la foto. Silvio PS Le foto più riuscite sono nel blog originale, colgo anche l'occasione per precisare che non ero a mano libera ma con un mini treppiede.
  24. Se è solo per giocare con l'MTO o i vari Panagor e simil-vintage risparmi dei soldi rispetto al Nikon. Io le "ciambelle" del fuori fuoco dei catadiottrici non le ho mai sopportate (ho avuto ai tempi della Nikon FM2/FE2, per poco tempo, un MTO 1000, ma fu un errore).
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