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La processione dei Misteri di Trapani
I Misteri di Trapani sono da 400 anni la celebrazione del Venerdì e del Sabato Santo che ripercorre gli eventi della Passione e Morte di Gesù Cristo.
Le origini spagnole del rito, simillime a quelle andaluse, portano alla rappresentazione delle fasi della Via Crucis attraverso una processione cui partecipano le Confraternite religiose della città, ognuna legata a un ceto mercantile o artigianale, con 20 raffigurazioni scultoree (i Misteri) delle fasi della Passione, comprese alcune neppure citate nei Vangeli, come la Separazione dalla Madre, messa in scena dal ceto degli Orefici, che a Trapani ha tradizioni antichissime di potenza economica.
I gruppi scultorei vengono portati in processione, uscendo il Venerdì Santo alle 14 dalla Chiesa delle Anime del Purgatorio, situata tra il porto ed il centro storico, e vi rientreranno il Sabato Santo dopo un giorno intero di processione attraverso la città, con le Maestranze delle Corporazioni di un tempo (abolite dai Borboni perchè all'origine dei Moti di indipendenza del 1820-21), oggi rinominate ceti.
La caratteristica andatura ondivaga della processione (annacata) è accompagnata dalle marce funebri suonate da altrettanti gruppi musicali, alcuni davvero enormi, che accompagnano ognuna delle venti "vare" sulle quali svettano le raffigurazioni delle fasi della Passione di Cristo.
Il capo dei portatori dà il tempo delle manovre attraverso uno strumento legato al polso, la "ciaccula" molto simile alle nacchere andaluse, per sollevare, abbassare la vara ed anche nelle manovre di girata più ardue, attraverso i vicoli del centro storico trapanese, molto simili ad un dedalo arabo.
La partecipazione alla processione è ambitissima e coinvolge tantissimi bambini, oltre ai portatori che fanno parte delle singole Maestranze, di provenienza delle più varie, dai commercianti più fiorenti agli operai dei cantieri del porto ed ai lavoratori "a giornata". Oltre all'enorme numero di musicisti partecipanti ai gruppi musicali che accompagnano le vare: la loro musica è protagonista della trance mistica che in una celebrazione così lunga, pervade tutti i partecipanti e fedeli.
L'impegno è solenne e durissimo, a causa delle condizioni atmosferiche pasquali delle più varie (ieri ed oggi soffiava scirocco a trenta nodi e 27 gradi) e per la durata immensa della processione che finisce più di 24 ore dopo il suo esordio.
I visitatori vengono da tutto il mondo ed i fotografi sono tantissimi. Negli anni si sono alternati nomi notissimi della fotografia di reportage italiana e straniera, tra i più noti, Josif Koudelka, Franco Zecchin e Letizia Battaglia, Ferdinando Scianna e molti altri.
Questa volta sono intervenuto per fotografare con i due 20mm per Nikon Z in mio possesso, il mio Nikkor ed il Viltrox di Mauro, accompagnati dal Nikkor Z 70-200/2,8 per i dettagli sui soggetti.
Non sono rimasto per tutta la notte, ma sono ritornato al mattino presto, prima che le vare rientrassero in chiesa.
E sono andato a fotografare alcuni tra i gruppi più venerati, tra i quali quello dell' Addolorata, che chiude sempre la processione, con la sua funebre veste addosso alla statua che, come molte delle altre, risale al 1700.
Durissimo monito all' Umanità intera.
Buona Pasqua a tutti ...!
Max Aquila photo (C) per Nikonland 2024
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Un bel pomeriggio
Nella mia zona, le copiose piogge di quest’inverno e il clima mite stanno favorendo delle straordinarie fioriture, come non se ne vedevano da parecchi anni. Oltre alle orchidee, immancabile soggetto di fine inverno è il dente di cane, Erythronium dens-canis, elegante fiore di bosco.
Li trovo sul Baldo in un castagneto abbandonato a 800 metri sul livello del mare. Quest’anno ce n’erano migliaia ed erano sommersi dalle primule, assieme a tantissime epatiche e violette. Sono tutti scatti singoli, perché un’aria dispettosa non mi ha permesso di fare focus stacking. Alcune foto le ho fatte in MF perché l’AF con l’aria non riusciva ad agganciare il pistillo centrale.
Ho passato un pomeriggio felice, come un bambino a Gardaland. Spero vi piacciano.
Nikon Z7 e 2.8/105 MC S, F. 3,3, 1/800 sec., ISO 64
Nikon Z7 e 2.8/105 MC S, F. 3,5, 1/640 sec., ISO 64
Nikon Z7 e 2.8/105 MC S, F. 5,6, 1/160 sec., ISO 64
Nikon Z7 e 2.8/105 MC S, F. 4,5, 1/160 sec., ISO 64
Nikon Z7 e 2.8/105 MC S, F. 9, 1/125 sec., ISO 250
Nikon Z7 e 2.8/105 MC S, F. 3, 1/640 sec., ISO 64
Nikon Z7 e 2.8/105 MC S, F. 3,2, 1/125 sec., ISO 64
Nikon Z7 e 2.8/105 MC S, F. 3,2, 1/320 sec., ISO 64
Nikon Z7 e 2.8/105 MC S, F. 3,2, 1/2000 sec., ISO 64
Spuntato dentro un tronco. Nikon Z7 e 2.8/105 MC S, F. 3, 1/200 sec., ISO 64
Nikon Z7 e 2.8/105 MC S, F. 3,5, 1/500 sec., ISO 64
Nikon Z7 e 2.8/105 MC S, F. 3,2, 1/250 sec., ISO 64
Nikon Z7 e 2.8/105 MC S, F. 3,2, 1/200 sec., ISO 64
Nikon Z7 e 2.8/105 MC S, F. 3,2, 1/500 sec., ISO 64
DA EST Nikon Z7 e 2.8/105 MC S, F. 3,5, 1/640 sec., ISO 64
DA OVEST Nikon Z7 e 2.8/105 MC S, F. 3,2, 1/500 sec., ISO 64
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A Castelsardo un rito diverso, generato dalla pietà popolare e che affonda le sue radici negli anni della dominazione aragonese.
La processione del Lunissanti è la prima della Settimana Santa, si svolge il lunedì successivo alla Domenica delle Palme e dura un giorno intero. La pietà popolare esalta il carattere della manifestazione attingendo dalle proprie tradizioni e dalla propria cultura della fede evitando i dettami della liturgia e persino la presenza di un prete che la guidi.
La Confraternita della Santa Croce custodisce i Misteri della passione di Cristo, gli strumenti del suo dolore: il calice, il guanto, la catena, la colonna, i flagelli, la corona di spine, la croce, la scala, il martello e la tenaglia, la lancia e la spugna, il teschio, il busto dell’ecce homo e il Cristo crocefisso.
È trascorsa da poco l’alba quando nella concattedrale di Sant’Antonio Abate a Castelsardo viene celebrata la messa alla presenza dei confratelli di Santa Croce che termina con la benedizione degli strumenti del dolore di Cristo. È questo il momento per gli apostuli (ognuno dei quali porta con sé uno dei Misteri accompagnati ognuno da un gruppo di cantori che intonano il Miserere, lo Stabat Mater, il Jesus) di incamminarsi alla volta di Tergu, un piccolo centro dell’Anglona, diretti alla chiesa di Nostra Signora di Tergu. Arrivo verso le 11,30.
L'ingresso sul selciato che conduce a Nostra Signora di Tergu e l'attesa degli Apostuli prima dell'ingresso in chiesa
Ancora una messa e una nuova benedizione dei Misteri e poi ripartenza verso Castelsardo, sempre a piedi.
I Cantori davanti all'ingresso di Nostra Signora di Tergu
A Castelsardo l’ultima funzione alle 19 e alle 20 l’ultimo tratto, sempre in assenza delle autorità ecclesiastiche. La processione attraverserà il paese, totalmente al buio, con la sola illuminazione delle fiaccole.
Non vado oltre con la storia perché è veramente difficile documentarmi su questa particolare manifestazione ma quello che sono riuscito a sapere lo avete appena letto.
Per quanto riguarda invece l’aspetto fotografico ho dovuto necessariamente tenermi “leggero” perché la spalla destra è ancora dolorante e so che il recupero sarà particolarmente lungo. Per cui ho preferito usare la Zfc con una sola lente. La mattina ho scelto il 16-50 per via della maggiore duttilità e nonostante la giornata piovosa in luce non mi ha creato problemi. La scelta del bianco/nero, visti i colori inesistenti, l’ho ritenuta appropriata.Definire coinvolgente e quasi ipnotico il rito serale è riduttivo, bisogna assistere per capirlo. Una folla composta da fedeli e turisti provenienti da tutta Europa solo per assistere a questo evento. Un silenzio surreale, tanto che ho dovuto silenziare la Zfc, persino quel rumore finto dello scatto era fuori luogo. Documentarla è una sfida. Non si tratta di fotografare al buio, si tratta di fotografare il buio. Difficile stare sotto i 10000 ISO. In quelle condizioni il meglio di cui disponevo era il 24mm 1,7 che ancora una volta si è dimostrato lente di razza, sorprendente.
Molti doppioni e anche molte immagini scartate perché sbagliate o magari per micromosso o perché semplicemente non mi piacevano. Le poche che propongo differenziate per momento e per scelta (b/n al mattino e colore alla sera) spero che rendano al meglio l’idea di una manifestazione che non si snoda lungo un tracciato segnato o immaginario ma scorre attorno alle persone, le circonda e le sfiora in un silenzio denso, rotto solo dalle litanie dei cantori, illuminato dalle fiaccole affidate alle consorelle (tutte bambine) precedentemente vestite di bianco dalle mamme all’interno del battistero e che hanno il compito di far luce con le torce sui passi degli apostuli.
Ultime immagini per i Cantori
Pezzo consigliato: Jubilee Street (Nick Cave)
Copyright Enrico Floris 2024 per Nikonland
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Il 3 e 4 febbraio siamo stati in camper a Santulussurgiu, attirati dalla manifestazione Cantigos in Carrela, che si svolgeva la sera del sabato 3 febbraio, e dalle prove di Sa Carrela 'e Nanti, una storica corsa a pariglie di cavalieri che si svolge da moltissimi anni lungo una stretta strada del paese, molto caratteristico.
Cantigos in Carrela consiste nell'esibizione di vari gruppi di cantori, tipicamente sardi ma anche ospiti, quest'anno era presente un gruppo dei Paesi Baschi.
link a una pagina descrittiva e al programma
Confesso che quando mi è stato proposto temevo potesse essere una cosa noiosa...niente di più sbagliato ! la manifestazione è molto sentita, vi erano molti spettatori, e i canti vengono eseguiti in vari punti del paese, alcuni molto stretti e raccolti dove inevitabilmente si finisce per essere tutti ammassati, ma così si finisce per essere ancora più coinvolti, e alla fine, in una piazzetta più ampia, si è finito per coinvolgere molti spettatori a ballare...metto un link ad un filmato che rende l'idea, tra l'altro si nota un fotografo attaccato ai cantori, indovinate chi è... video
Le condizioni di illuminazione non erano ideali, c'erano dei faretti puntati troppo forti che illuminavano in maniera irregolare, e in questa prima postazione non ho utilizzato il flash temendo di rovinare l'atmosfera
Nonostante le difficoltà sono riuscito, spero, a tirar fuori qualcosa di decente, almeno che restituisca l'atmosfera dell'evento..la Z8 si conferma eccellente, anche in una situazione come questa dove gli ISO sono a volte saliti parecchio
nella piazza, un asinello carico di due piccole botti per la distribuzione (gratuita...) del vino. Quello che si doveva acquistare era il bicchiere, in vetro e con una scritta a ricordo della manifestazione, piccolino come quelli da liquore...
Anche gli spettatori si lasciano coinvolgere...
Con la Z8, ho utilizzato lo Z 20mm f1,8 S e lo Z 40mm f2 e poi lo zoom Z 24-70 f4 che anche a tutta apertura si difende, nonostante tutto...
Il pomeriggio di domenica 4 febbraio abbiamo invece assistito a una parte delle prove di Sa Carrela 'e Nanti, corsa a cavallo lungo una stretta via del paese, in leggera discesa, dove i cavalieri scendono affiancati tenendosi abbracciati finchè ci riescono e sviluppano una bella velocità...in passato scendevano affiancati anche in tre e persino quattro, e capitava che qualcuno si facesse male, da qualche anno scendono in due. La strada, lastricata in pietra, viene coperta da uno strato di sabbia.
aprite le foto e guardate i dettagli...
in questa sequenza scendono affiancati padre e figlio, una passione che si tramanda...
nemmeno una zampa a terra...
in questa situazione l'autofocus della Z8 unita allo zoom Z 70-200 f2,8 S mi è parso straordinariamente efficace...
Spero di non avervi annoiato, scrivete cosa ne pensate, critiche comprese...
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Nikon z600 f6,3 tc 1,4 e il Gheppio
Mi piace molto il Nikon z600 f6,3
E’ leggero, si brandeggia benissimo a mano libera, nitido, autofocus veloce, non è male secondo me anche lo sfocato
L’unico limite è la luminosità, quel 6,3 che diventa buio facilmente , soprattutto quando duplicato con un tc 1,4 diventa f9
Bisogna aspettare la giornata giusta, ma quando c’è luce e’ di grande soddisfazione
Un paio di giornate di dicembre luminose, e via a fotografare il Gheppio
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Nikon Zf e microsd
Ciao,
oggi prima uscita, dopo l'influenza, per provare la Zf arrivata nei giorni scorsi ma non ancora provata.
Uscita leggera con il solo 26 2,8.
In macchina, una SD Lexar 2000X da 64Gb e una Microsd SanDisk Extreme Pro da 256 GB, appena comprata per la Zf.
Primi 10 scatti niente da dire (scatto singoli), poi imposto in macchina lo scatto multiplo.
Prima avvisaglia: si blocca la macchina, niente da fare, non si spegne nemmeno.
Quindi tolgo la batteria, la rimetto e sembra tutto a posto.
Poi errore scheda, mi segnala di togliere la scheda e anche adesso la macchina non si spegne.
Tolgo batteria, micro sd, che ritengo la responsabile, verifico la SD e le foto ci sono tutte.
Per prova, rimetto la microsd, la formatto, sembra tutto a posto ma dopo una decina di scatti siamo daccapo.
Conclusione, la microsd la metterò.... nel cestino e continuerò con la sola SD.
Per il resto, la Zf mi piace, adesso guarderò meglio le foto fatte, ma la prima impressione positiva. - 7
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Cornacchia al Bar
Intanto che "lavoravo" ad un progetto fotografico che si sta sviluppando nella mia mente mai quieta, ho assistito a una scenetta e ne ho voluto fare un micro-reportage senza pretese, uno "street animale" come esempio gradevole (si spera) e documentativo di quanto certi animali si siano ampiamente "urbanizzati" integrandosi benissimo, qualche volta anche troppo.
Insomma, in questo luogo che qualcuno conoscerà bene, ho incontrato una Cornacchia priva di qualsiasi timore, che come molti umani si è fatta una sosta al bar.
La scelta del grandangolo utile per esprimere il concetto di interazione/integrazione, un ritrattone non avrebbe avuto significato alcuno, naturalmente.
Anche questa per me, ma non sono solo, è fotografia naturalistica. La sezione ambienti urbani è diventata una componente costante nei concorsi di wildlife photography , perchè la componente umana e quella degli altri animali sono ormai così compenetrate che non ha senso ignorare le interazioni che avvengono, anzi è importante capirle al meglio.
Commenti, critiche, osservazioni, sulle foto ma anche sul tema in generale, sempre bene accette, i miei blog non sono solo degli show off, ma degli inviti al dialogo (civile ) .
Per gli interessati: comodissimo, come sempre il 24-200mm Z specialmente accoppiato alla Z8. Foto di Gianni Ragno.
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Foliage & Co
Sabato 28 ottobre u.s. approfitto di quello che sarà secondo le previsioni meteo, l'ultimo pomeriggio di tempo soleggiato di questo mese
Giusto un paio d'ore, prima del tramonto in un laghetto riserva naturale nei dintorni di Milano
Nello zaino la Nikon Z8 ed il mio tele zoom Sigma con la speranza di riuscire a fotografare i colori dell'autunno, qualche uccelletto e rilassarmi un poco
Arrivato sul posto l'autunno si percepisce, i colori del fogliame hanno iniziato a virare verso il giallo ma manca ancora la tonalità rosso-marrone
@150 mm T:1/640 f:7.1 ISO 500Per dare un'idea della condizione trovata, questa che segue è l'immagine ripresa un centinaio di metri più in la sulla stessa sponda, con la stessa luce
@150 mm T:1/400 f:7.1 ISO 500Ma sono qui per rilassarmi e va bene anche così
Uccelli in acqua pochi, le solite folaghe e germani e niente che volteggia, poi in un'ansa del laghetto vedo riemergere questa piccola anatra che non riesco a riconoscere
Mi piace ciò che ho davanti e la seguo, o meglio l'autofocus della Z8 la segue e aggancia l'occhietto, ditemi voi se riconoscete questa anatide
@400 mm T:1/1000 f:7.1 ISO 1100Evito di fare il ritrattone allargando un poco e devo dire che quello che ottengo mi piace
Proseguo, sento gli uccelletti in movimento tra il fogliame degli alberi, compiono movimenti rapidissimi e si posano per poco tempo, riesco appena ad inquadrarli che ripartono
Comincia ad imbrunire e noto che pian piano stanno scendendo sui rami un po' più bassi e sembrano meno rapidi
Riconosco dei piccoli pettirosso che cantano e mi cerco un punto favorevole alla ripresa in un controluce accettabile
Imposto l'esposimetro su media ponderata e la Z8 attraverso il tele zoom riconosce e centra l'occhio delle piccole creature permettendomi di portare a casa queste immagini
Questa prima, insolita, pulita e secondo me bilanciata, con il soggetto riconoscibilissimo in alto con lo sguardo verso il sole
@550 mm T:1/1000 f:7.1 ISO 500e questa seconda, in posa per me in mezzo ad un intreccio di rami, comunque ben visibile
@550 mm T:1/1000 f:7.1 ISO 500Sembra volermi dire ora o mai più.
E' tutto, ora a voi nei commenti
Grazie
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Fuochi per il Santo Patrono
Per partecipare anch'io e non essere soltanto un parassita ... tuttavia comodo, da casa, con la Z9 sul trespolo , il 24-120Z ho scattato un po' di immagini ai Fuochi d'Artificio che chiudono i festeggiamenti per San Giovanni ad Oneglia (IM).
Purtroppo non sono riuscito a togliere di mezzo il Pino marittimo la cui sagoma scura mi compare inquietante a sinistra e spostare in avanti il terrazzo non è stato possibile..... Ho inserito davanti alla lente un filtro Natural Night NiSi per limitare in ripresa il giallo delle luci artificiali dove dominante.
A parte una, dove ho leggermente ridotto la temperatura colore le foto sono JPG direttamente da RAW senza post produzione
Come si può vedere, e quella sotto in particolare, le folate di vento hanno dato un tocco "movimentato" all'insieme già mosso. Tre secondi di esposizione per quasi tutti gli scatti
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La fotografia vista con l’aiuto della intelligenza artificiale.
Ho provato a sviluppare alcuni pensieri, considerazioni, argomenti che molti “fotografi” hanno in testa e che spesso discutono.Non mi rivolgo ai professionisti, quelli che lavorano in questo campo, magari non soli ma in aziende strutturate di pubblicità o marketing e che hanno logiche aziendali e usano anche la fotografia nel produrre risultati, campagne condizionate dalla clientela, dal pubblico e da quelli che li commissiona e li paga, per loro le equazioni e le variabili sono diverse, ciò non toglie che alcuni talenti si sviluppano anche e spesso per necessità di risultati in ambiti come questi, (la AI forse in questi ambiti sarà molto utile , vedi campagna di promozione Italia ! Sig!… ).
Mi rivolgo all’altra metà del cielo: dilettanti, amatori, evoluti o non, “Artisti”che hanno scelto un passatempo, hobby, o espressione d’arte che ha come scopo la produzione di immagini.
Volevo parlare di: materiali, tecnica, arte, talento, definizioni e rapporto fra questi argomenti. mi sono aiutato anzi mi sono rivolto a ChatCPT per fare uscire questo “pippone”.
A volte sono io che dico, altre io e ChatGPT e altre volte è Chat che parla. (a volte è dichiarato che parla Lei …ci prova anche con arrampicate teoriche).
Qualità: necessaria come in tutte le cose per farle bene e con attenzione, fosse una torta, un gelato, un quadro, o una foto o un lavoro in generale.
Tecnica: necessaria per l’uso del mezzo di produzione, spesso aiuta la qualità.
Arte: emozionare, sollecitare un sentimento… o avere un sentimento per….
Talento, avere e mostrare talento. Per produrre arte certamente il talento è necessario, almeno in una buona misura.
(Chat GPT)
Qualità, Tecnica, emozione, talento se miscelati danno risultati, più o meno buoni, esprimibili in modi diversi ma non proporzionali alle quantità e qualità del mix purtroppo.
Umano il tentativo di aumentare il valore delle variabili più facili da controllare per cercare di supplire la parte di talento che non tutti hanno o non hanno ancora sviluppato, alla ricerca e non trovato lo Steve che é in loro.
Il talento è una qualità o una abilità innata o sviluppata che consente a una persona di eccellere in un determinato campo o attività. È una predisposizione naturale per svolgere una determinata attività con facilità o competenza superiore rispetto alla media. Il talento può manifestarsi in vari campi, come la musica, l'arte, lo sport, la scrittura, la matematica e molti altri.
Il talento può essere evidente fin dalla nascita, come nel caso dei bambini prodigio, ma può anche essere scoperto e sviluppato nel corso del tempo attraverso l'apprendimento, l'esperienza e la pratica. Mentre alcune persone possono avere un talento eccezionale in una specifica area, altre possono avere talenti multipli o versatilità in diverse discipline.
Il talento è spesso considerato come una risorsa preziosa e può essere coltivato e affinato per raggiungere un livello di eccellenza. Tuttavia, è importante notare che il talento da solo potrebbe non essere sufficiente per raggiungere il successo. È necessario combinare il talento con l'impegno, la dedizione, l'apprendimento continuo e l'opportunità di mettere in pratica le proprie abilità per ottenere risultati significativi., badando anche alla tecnica per esprimerl .
Quando una foto diventa arte? (Chat)
Il principio che emerge dalle decisioni è chiarissimo: una foto è “opera” quando l'autore non si limita, tramite lo strumento meccanico, a riprodurre la realtà, ma riesce a carpire dal dato reale ciò che corrisponde al suo personale modo di vederlo, sentirlo e interpretarlo.
La fotografia, ottava arte, è una tecnica di produzione d'immagini. Sin dalla sua invenzione, il mezzo fotografico ha dovuto ritagliarsi uno spazio all'interno del sistema artistico.
Dunque sin dalle origini la fotografia si è prestata sia a documentare la realtà (dal punto di vista del singolo fotografo, ovvero una versione soggettiva della realtà) sia a costruire sofisticate e teatrali messinscene.
(ChatGPT)
Definiamo “arte fotografica”
L'arte fotografica si riferisce alla pratica di creare opere d'arte utilizzando la fotografia come mezzo espressivo. È una forma d'arte visiva che coinvolge la cattura di immagini attraverso la luce e l'utilizzo di tecniche fotograficheper trasmettere un messaggio o suscitare una risposta emotiva nello spettatore.
La fotografia artistica va oltre la semplice documentazione della realtà visibile e si concentra sulla creatività, sull'estetica e sulla visione personale del fotografo. Gli artisti fotografici utilizzano una varietà di tecniche, come l'uso della luce, della composizione, del colore, della prospettiva e della post-produzione, per creare immagini che siano visivamente stimolanti e che abbiano un significato più profondo.
L'arte fotografica può assumere molte forme, tra cui ritratti, paesaggi, nature morte, fotografia concettuale, fotografia di strada e molte altre. Gli artisti fotografici possono esplorare una vasta gamma di temi e concetti, cercando di comunicare idee, emozioni o narrazioni attraverso le loro immagini.L'obiettivo dell'arte fotografica non è solo quello di rappresentare la realtà, ma di interpretarla e trasmetterla attraverso una visione personale dell'artista. Le fotografie artistiche possono essere esposte in mostre, gallerie d'arte o pubblicate in libri, riviste o online, consentendo così agli artisti di condividere il loro lavoro con il pubblico e di stimolare una riflessione o una reazione emotiva.
La tecnica fotografica si riferisce all'insieme di principi, metodi e strumenti utilizzati nella pratica della fotografia per ottenere immagini di alta qualità e comunicare un messaggio visivo. Include una vasta gamma di elementi, tra cui la composizione, l'esposizione, la messa a fuoco, l'uso dell'illuminazione, la scelta degli obiettivi e la gestione della profondità di campo.
La tecnica fotografica comprende anche la conoscenza e l'utilizzo delle impostazioni della fotocamera, come il diaframma, il tempo di esposizione, la sensibilità ISO e il bilanciamento del bianco, che consentono al fotografo di controllare l'aspetto tecnico e creativo dell'immagine.
Inoltre, la tecnica fotografica può includere l'uso di accessori e attrezzature ausiliarie come filtri, treppiedi, flash e software di post-produzione per migliorare ulteriormente le immagini.
La conoscenza e la padronanza delle varie tecniche fotografiche consentono ai fotografi di esprimere la propria visione artistica, catturare momenti significativi e creare immagini che trasmettono emozioni, narrano storie o documentano la realtà in modi unici.
La qualità fotografica si riferisce alla misura in cui un'immagine fotografica rispecchia fedelmente il soggetto o la scena che viene fotografata. La qualità può essere valutata in base a diversi fattori, tra cui la nitidezza, il livello di dettaglio, la resa dei colori, il contrasto, la luminosità, la corretta esposizione e la riduzione del rumore. Una buona qualità fotografica implica che l'immagine sia chiara, definita e rappresenti accuratamente i dettagli desiderati, senza distorsioni o artefatti indesiderati. La qualità fotografica può variare in base alla fotocamera utilizzata, alle impostazioni di scatto, all'illuminazione ambientale e ad altri fattori tecnici.
L'arte può essere considerata un'espressione emotiva che coinvolge la creatività e la comunicazione attraverso forme visive, sonore o performative. Mentre l'arte può ispirare e suscitare emozioni nei suoi spettatori o fruitori, non può essere definita esclusivamente come un'emozione in sé. L'arte abbraccia una vasta gamma di forme, stili e intenti, e può evocare una varietà di reazioni e sentimenti, come gioia, tristezza, stupore, meraviglia o contemplazione.
L'arte può essere utilizzata per comunicare idee, trasmettere messaggi sociali o politici, esplorare concetti filosofici o spirituali, o semplicemente per esprimere la bellezza e l'estetica. Gli artisti utilizzano i loro strumenti, sia che siano pennelli e colori, note musicali, parole o movimento corporeo, per creare opere che possono ispirare, provocare riflessioni o stimolare una connessione emotiva con il pubblico.I
in definitiva, l'arte può evocare emozioni e connessioni emotive profonde, ma è anche un'attività creativa che va oltre la singola emozione, offrendo un'ampia gamma di esperienze e significati che variano da persona a persona.
La qualità fotografica dipende da diversi fattori, tra cui la capacità del fotografo, l'illuminazione, la composizione e, naturalmente, la macchina fotografica stessa. La macchina fotografica gioca un ruolo importante nel determinare la qualità delle immagini, ma non è l'unico fattore determinante.
Esistono diversi tipi di macchine fotografiche sul mercato, ognuna con le sue caratteristiche e capacità. Le macchine fotografiche professionali e di fascia alta tendono ad offrire una qualità superiore rispetto alle macchine fotografiche entry-level o alle fotocamere integrate negli smartphone. Le macchine fotografiche più avanzate offrono una maggiore risoluzione, una gamma dinamica più ampia, una migliore gestione del rumore, opzioni di scatto avanzate e una maggiore flessibilità nel post-processing delle immagini.
Tuttavia, è importante sottolineare che anche una macchina fotografica di alta qualità non garantisce di per sé scatti eccezionali. La conoscenza delle tecniche di fotografia, la capacità di sfruttare al meglio le funzionalità della macchina fotografica e la creatività del fotografo sono elementi fondamentali per ottenere risultati di qualità.
Quindi, mentre una macchina fotografica di buona qualità può offrire un vantaggio tecnico, la qualità delle immagini dipenderà sempre dalla combinazione di fattori che ho menzionato.
(ChatGPT)
La qualità fotografica e la tecnica di ripresa sono aspetti fondamentali per ottenere immagini di alta qualità e comunicare efficacemente attraverso la fotografia. La qualità fotografica si riferisce alla nitidezza, alla fedeltà dei colori, alla gestione del rumore e ad altri fattori che contribuiscono all'aspetto visivo dell'immagine. La tecnica di ripresa, d'altra parte, riguarda l'uso appropriato delle impostazioni della fotocamera, la composizione, l'illuminazione e altri aspetti tecnici per creare immagini ben equilibrate e interessanti.
La qualità fotografica dipende in gran parte dal tipo di fotocamera utilizzata e dalle sue specifiche tecniche. Fotocamere con sensori di alta qualità, obiettivi di buona fattura e capacità di gestire adeguatamente la luce produrranno immagini più nitide, con un'accurata riproduzione dei colori e una riduzione del rumore.
La tecnica di ripresa è altrettanto importante. Una buona tecnica comprende la comprensione delle impostazioni della fotocamera, come il tempo di esposizione, l'apertura del diaframma e l'ISO, per ottenere il giusto bilanciamento tra luminosità, profondità di campo e rumore. La composizione gioca un ruolo essenziale nell'organizzare gli elementi all'interno dell'immagine in modo armonioso e interessante. Inoltre, una corretta gestione dell'illuminazione, sia naturale che artificiale, può fare la differenza tra un'immagine piatta e una che cattura l'attenzione.
È importante notare che la qualità fotografica e la tecnica di ripresa non sono gli unici fattori che determinano il valore di una fotografia. La creatività, la capacità di catturare emozioni e la capacità di comunicare un messaggio attraverso l'immagine sono altrettanto importanti.
In conclusione, la qualità fotografica e la tecnica di ripresa sono elementi cruciali per ottenere immagini di alta qualità, ma non sono gli unici fattori da considerare. La fotografia è un'arte che richiede una combinazione di competenza tecnica, creatività e capacità di comunicazione per creare immagini che siano
Gli hobby fotografici e la fotografia amatoriale sono argomenti affascinanti! La fotografia è un'arte che consente di catturare momenti speciali e raccontare storie attraverso le immagini. Ecco alcune informazioni e consigli per i fotografi amatori:
1. Scelta della fotocamera: Puoi iniziare con una fotocamera DSLR o una fotocamera mirrorless. Entrambe offrono diverse funzionalità e opzioni per l'apprendimento della fotografia. È importante capire le caratteristiche della fotocamera che intendi utilizzare e imparare ad utilizzarla al meglio.
2. Composizione: La composizione è fondamentale per ottenere immagini interessanti. Sperimenta con diverse angolazioni, prospettive e regole come la regola dei terzi. Gioca con gli elementi presenti nella scena per creare una composizione equilibrata ed esteticamente piacevole.
3. Controllo dell'esposizione e fuoco: Impara a controllare l'esposizione della tua fotocamera. La corretta esposizione determina la luminosità dell'immagine. Comprende l'apertura del diaframma, il tempo di esposizione e la sensibilità ISO. Sperimenta con queste impostazioni per ottenere l'effetto desiderato, metti a fuoco controlla lo sfocato con il diaframma .
4. Sfrutta la luce: La luce è un elemento fondamentale nella fotografia. Sia che tu stia fotografando all'aperto o in interni, osserva come la luce incide sulla scena. Esplora la luce naturale, la luce del sole, la luce dorata del tramonto e sperimenta con la fotografia notturna.
5. Soggetti e stili: Esplora diversi soggetti fotografici, come paesaggi, ritratti, street,natura morta, fotografia di viaggio e molto altro. Ogni soggetto richiede un approccio unico. Sperimenta stili diversi per scoprire quello che ti piace di più.
6. Post-produzione: La post-produzione è un'importante fase di editing delle immagini. Puoi utilizzare software come Adobe Lightroom o Photoshop, Nx, per regolare i colori, il contrasto, la nitidezza e altri aspetti dell'immagine. Ricorda che la post-produzione può migliorare le tue foto, ma cerca di mantenere un aspetto naturale.
7. Condividi e impara dagli altri: Unisciti a comunità online o gruppi locali di fotografia per condividere le tue foto e ricevere feedback dagli altri fotografi. Partecipa a workshop o corsi per ampliare le tue conoscenze e migliorare le tue capacità.
Ricorda che la fotografia è un processo creativo e personale. Sperimenta, divertiti e sviluppa il tuo stile unico. Non aver paura di commettere errori, perché sono parte del percorso di apprendimento. Buona fotografia!
Ricapitolando:
Sono poche le conoscenze e le regole e da seguire da mettere insieme, miscelare, frullare e scattare… ecco le mie 5 regole, mi sono convinto anzi mi ha convinto GPT.
1) Compriamo la migliore macchina possibile... con le lenti e attrezzature migliori possibili…
2) Conoscenza delle tecniche fotografiche possibili… (inquadrature, regola compositiva, luci, trucchi, filtri …. ecc
3)organizziamo i luoghi: studi e luci, viaggi, guerre, catastrofi, montaggi occasioni per fotografare, (ricordiamo molte delle foto famose che hanno fatto la storia (e non) sono con scene costruite, non le cito ma basta cercarle e studiarle, magari non false ma costruite).Studiamo (storia della fotografia, i grandi fotografi, la pittura e storia dell’arte facciamo workshop con quelli bravi, corsi on line ecc… (mica poco).
https://www.keblog.it/foto-false-famose/
https://www.ilpost.it/2016/05/04/foto-iwo-jima/
4)Useremo BKT, focus stacking, iper focali…ecc, tutte le tecniche lecite o meno dello sviluppo in Post-produzione, dei SW sia tradizionali che AI di ultima generazione che avremo imparato su YouTube o altro…
5)Mettiamoci del “talento” (che aiuta produrre arte) per la scelta del soggetto, del momento dello scatto, dell’inquadratura
Di Talento compriamone a sufficienza che non venga a mancare per taccagneria 😂😘 oppure ordiniamolo a Bezos a novembre nel Black Friday.
Banale
Claudio La Montagna + ChatGPT
P.S adesso dopo avere letto questo semiserio articolo che tenta di illustrare i pensieri e le considerazioni che dovrebbero attraversare la mente di un fotografo (artista) prima di fare uno scatto
prendete un programma di AI per produrre fotografie e digitate:
"Moskenesøya, Lofoten, Reine, Norvegia, Northligh "
Avrete scatti bellissimi migliori di quelli fatte da me a Marzo23, dove l’aurora la abbiamo vista tenue solo la prima notte… in viaggio, non molto spettacolare... e poco preparati
Se comprate dei crediti 15$ nella versione prof. potete scaricarle in alta risoluzione… magari con i lupi o la cascata
Vorrei qualche riscontro e commento, presa di coscienza se possibile sull’argomento ….
come certificheremo la autenticità delle n/s foto?
Opinioni ?'
N.B La foto della casetta rossa è autentica (Alberto Ghizzi Panizza) lui si è alzato alle 4 di notte io no !! il Paese di Moskenesøya, Lofoten è mia e fatta di giorno .. le altre sono AI
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Dpreview chiude
Ne danno il triste annuncio i redattori, Amazon e gli iscritti tutti.
il funerale si svolgerà il 10 aprile.
https://m.dpreview.com/news/5901145460/dpreview-com-to-close
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Da una discussione con il buon Max Vignoli, è nata l'idea di una piccola guida per usufruire di questo utile servizio di Amazon.
Contrariamente a quanto faccia Google, che pure offre un servizio di backup di immagini e file, Amazon assegna ai suoi utenti Prime spazio illimitato per caricare le proprie immagini, compresi i file RAW.
Andiamo con ordine.Il primo passo, tanto necessario quanto ovvio, è quello di sottoscrivere un abbonamento Amazon Prime che, per la miseria di circa 50€ l'anno, offre:
- spese di consegna gratuite sulla quasi totalità dei suoi articoli in vendita
- l'accesso al canale di streaming Prime TV che ha ottimi contenuti
- l'accesso ad Amazon Music (mai provato quindi non so cosa dirvi)
- l'accesso ad Amazon Drive ed Amazon Photos, che è quello che ci interessa.
Qui c'è da fare una precisazione.
Amazon Drive è strutturato come un disco fisso, con alcune cartelle predefinite tipo Documents, Videos e Pictures. Amazon Photos è invece un altro servizio simile a Google Photos: lì non troverete le vostre immagini divise per cartelle, ma vedrete le anteprime di tutte raggruppate per data. Il metodo per cartelle è certamente migliore ed ordinato, ma Amazon dal 31 Dicembre 2023 eliminerà del tutto Amazon Drive per dedicarsi a Photos al 100%. Ma non temete, le foto caricate nella cartella Pictures di Drive, le ritroverete su Amazon Photos.
Sembra complicato? Lo è molto meno di quel che pensiate.Schermata generale di Amazon Drive
Schermata della cartella Pictures
Shermata di Amazon Photos:
Ora, come forse avrete notato, ho un avviso in cui Amazon mi dice che ho esaurito lo spazio disponibile. Non preoccupatevi, per i tutti i formati di file immagine compresi i .NEF, lo spazio è illimitato. Per .mov .avi o anche .xmp, lo spazio è limitato a 5 GB. Quindi se meditate di fare il backup di video, o dei cataloghi di LightRoom, è meglio cercare un altro servizio.
Quindi, in soldoni, come si fa?
Una volta sottoscritto l'abbonamenti Prime, andate su www.amazon.com/clouddrive ed eseguite il login. Dopodiché aprite la cartella Pictures e, semplicemente, trascinate lì le vostre cartelle di foto. Il tempo di backup dipenderà dalla vostra banda di upload. Personalmente faccio in modo di non caricare più di 2000 file alla volta, poiché se la procedura si interrompe è un po' complicato andare a capire dove è successo. In questo caso, suggerisco di ricaricare completamente l'ultima cartella caricata su Amazon Pictures e dare il comando "skip" per gli elementi duplicati.
In sintesi
PRO:
- economico
- di semplice utilizzo
- spazio illimitato
CONTRO:
- lo spazio per file diversi dai formati immagine è limitato a 5 GB
- dopo il 21/12/2023 si perde la struttura ordinata per cartelle
- il backup potrebbe essere molto lento
- non ha funzione di mirror
Ah, come ultima cosa sconsiglio il programma desktop per il backup rilasciato da Amazon. Non so se ho sbagliato qualcosa io, ma l'ho beccato a farmi una copia dell'archivio sullo stesso HD di origine, anziché online.
La configurazione non è immediata, probabilmente ho sbagliato io, ma tutto sommato a mio parere non serve. - 17
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Tra la Colza ed il pioppeto
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Wildlife
Sull'onda del bellissimo articolo di Silvio e il suo Cherry Picking, presento anche io qualche immagine di fotografia wildlife.
Le foto sono tra quelle a cui, per un motivo o per un altro, sono più affezionato.
Tutte riprese in natura e tutte con macchine fotografiche e obbiettivi rigorosamente e orgogliosamente Nikon.Per incominciare qualche ungulato:
Qualche animale di più piccole dimensioni:
Il B-52 delle nostre alpi, il gipeto:
Sua maestà l'aquila reale:
Il gallo forcello per cui ho dovuto attendere un paio di notti, dall'una di notte alle 5 di mattina circa, in una buca di neve, scavata da me e coperta con un lenzuolo...
Infine un gran colpo di fortuna, un gufo di palude avvistato durante il periodo di migrazione, si ferma tra le montagne delle alpi solo per riposarsi:
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Domenica mattina, 13/12 ( non metto l'anno...), primo giorno di zona gialla per la Lombardia, tornano i tavolini.
Z50, 35mm f 0.95 1/4000 iso 100
Andando al lavoro piccola sosta in zona Garibaldi/Aulenti e prova della "lentina", appena riesco ne
sistemopropino altre. - 3
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Un'estate atipica
L'estate, si sà, è sinonimo di vacanze è sinonimo di vacanze, per la maggior parte degli italiani di vacanze al mare.
Ma io ho sempre preferito le vacanze in montagna, trascinando con me anche la mia metà.
Nonostante da quando ci sono i bambini abbiamo cercato di suddividere le vacanze tra amre e monti, non abbiamo mai rinunciato a trascorrere almeno una settimana in montagna, alternando le mete Trentine o Altoaesine a quelle Valdostane.
Quest'anno, complice il famigerato virus, avevamo deciso di rinunciare alle vacanze, ma non potevamo rinunciare alla montagna e abbiamo provato a compensare dedicando qualche giorno ad alcune escursioni rimanendo in zona in modo da raggiungere il luogo in giornata.Tramonto al Bolettone
Ed ecco che, appena iniziata la "fase 2", cercando di evitare il più possibile la ressa, optiamo per una passeggiata vicino casa e ad un orario "insolito".E' un po' strano guardare dallì'alto quella pianura che ci ha tenuti prigionieri per così tanto tempo
Partiamo volutamente nel tardo pomeriggio di una delle giornate più lunghe dell'anno per goderci il tramonto dalla cima del monte Bolettone.
Scendiamo mentre calano le tenebre e torniamo all'auto col buio aiutandoci con le torce.
Da Moggio ad Artavaggio
Ormai l'estate è arrivata e in compagnia di alcuni amici ci dirigiamo verso i piani di Artavaggio
affidandoci solo alle nostre forze pur di evitare la coda alla funivia.
Ma la flora e il paesaggio ripagano per la fatica.
I più piccoli si fermano al primo rifugio approfittando dei prati per giocare o riposarsi
... mentre con un gruppetto decidiamo di proseguire un'altra mezz'ora fino al rifugio Nicola
La vista verso Le grigne e il Resegone sono davvero spettacolari e valgono la fatica in più
La gente non manca... ma c'è spazio per tutti per potersi rilassare sui prati.
Notturna a San Tomaso
Altro sabato sera e altra passeggiata serale
La meta questa volta è la piana di San Tomaso, sopra Valnadrera, nel Lecchese
da cui si gode una bella vista sui laghi della Brianza...
e su Lecco.
Anche questa volta aspettiamo l'imbrunire in compagnia di qualche altro gruppo
fino a che spunta la luna da dietro il Monte Barro
e la città comincia ad illuminarsi.
Alpe Devero
Questa volta scegliamo di sconfinare in Piemonte per raggiungere l'Alpe Devero
nonostante sia sabato quando arriviamo i parcheggi sono quasi pieni e bisogna percorrere a piedi l'ultimo tratto per raggiungere la piana.
questa volta con noi ci sono nonni zii e cuginetta
e complice anche una partenza un po' in ritardo arriviamo solo fino al lago del Devero
SI tratta di un bellissimo lago artificiale circondato da alte montagne rocciose e stupendi boschi di conifere.
Ne approfitto per cercare qualche scorcio interessante
Si rientra ripassando per Crampiolo fino a tornare alla piana (questa volta per la carrereccia).
Alpe Premaniga
E' il 1° agosto e optiamo per uan meta relativamente vicina.
L'alpe Premaniga è un alpeggio sulle montagne sopra Premana, in Val Sassina, uno dei cosi deti "Mont".
Si raggiunge a piedi atraverso boschi e prati
fino a raggiungere in agglomerato di case.
L'alpeggio è uno dei pochi della valle ancora abitato durante la bella stagione.
Rientriamo scampando per poco la pioggia in un clima caldo e afoso nonostante, a giudicare dal "foliage", sembri autunno.
Selvaggia Val Bodengo
La val Bodengo è una valle laterale della val Chiavenna, sopra Gordona.
Si tratta di una valle poco battuta dal turismo e abitata solo nella parte iniziale.
Lasciato l'omonimo paese (Bodengo appunto) raggiungibile in auto grazie ad una strada a pagamento, si giunge a Corte Terza dove termina la strada (che nell'ultimo tratto è sterrata).
Da qui si può proseguire a piedi raggiungendo gli altri alpeggi, sempre più abbandonati...
Corte Seconda...
... Corte Prima
Proseguendo è possibile arrivare fino ad un bivacco e volendo sconfinare in Svizzera o nella vicina val Darengo.
Noi però ci siamo accontentati di sfuggire un po' alla pianura e rilassarci rinfrescandoci nei torrenti lungo il percorso
Rifugio Gherardi
Rimaniamo anche questa volta in Lombardia; siamo in val Taleggio, in provicia di BG ma al confine con la Val Sassina.
il tempo non sembra promettere bene,
ma dopo qualche goccia di pioggia sembra migliorare un po' permettendoci di proseguire
in reltà giungiamo in vista del rifugio con un cielo piuttosto grigio.
Si dovrebbero vedere i piani di Artavaggio (meta di qualche settimana prima) ma le nubi nascondono tutto
una volta rifocillati non resta che riprendere la via del ritorno
... per il panorama se ne parlerà un'altra volta.
Val di Mello
Nonostante fossimo un po' stanchi dalla gita del giorno prima non potevamo dire di no alla Val di Mello
a cui è sempre difficile rendere giustizia in foto
ma che attira sempre un gran numero di vacanzieri
Ma anche di rocciatori esperti che capita spesso di vedere sulle pareti granitiche della valle (no, questa vola non ne ho visto nessuno )
Qui è sempre bello rilassarsi in un prato o rinfrescarsi nei pressi di una cascata
Albi, è ora di tornare a casa...
La prossima volta veniamo attrezzati di costume per fare anche noi un tuffo nel "Bidet della Contessa"
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Vi scrivo qua un piccolo racconto di un viaggio fatto a Lituania anni fa in occasione di un invito del matrimonio di una coppia di amici italo/lituani e mio amico ha fatto il cicerone facendomi vedere la bella Vilnius e vi parlerò questo museo di genocidio ai danni del popolo lituano da parte del famigerato KGB, le foto sono state fatte dalla coolpix 995 ed era unica macchina fotografica digitale e dal museo era proibito di fare le foto e ho dovuto farlo di nascosto e alla svelta, mi scuso della qualità fotografica.
Il museo si trova nell'ex quartier generale del KGB di fronte alla piazza Lukiškės ; pertanto, viene chiamato in modo informale come il Museo del KGB e vi racconterò una piccola storia del palazzo.
il museo originariamente ospitava il governatorato di Vilna e durante gli anni della prima guerra mondiale ospitò uffici militari tedeschi e dopo la guerra viene usata come il centro di coscrizione per esercito lituano e come quartier generale del comandante. durantr le guerre di indipendenza lituane ospitava commissariati e tribunale rivoluzionario e dal 1920 ospito le corti di giustizia per il voivodato di Wilno.
Nel 1940 Lituania viene invasa dall'unione sovietica e il sotterraneo del palazzo viene usato per la prigione dei deportati e arresti di massa da parte dei russi e nel 1941 Germania nazista invase la Lituania e l'edificio fu occupato dalla gestapo.
nel 1944 i sovietici ripresero la Lituania e da allora fino al ristabilimento dell'indipendenza della Lituania nel 1991 l'edificio fu usato dal KGB come uffici abitativi, una prigione e centro interrogatorio, oltre 1000 prigionieri furono giustiziati nel seminterrato tra il 199 e inizio degli anni 60. Oltre ad ospitare il museo, l'edificio funge ora da tribunale e da deposito degli archivi speciali lituani.
Oggi sono visibili soltanto 19 delle 23 celle utilizzate (in realtà erano 50 celle e una parte viene riconvertito come archivio kgb), la stanza delle guardie, stanza della schedatura nonché la stanza delle torture e la stanza delle esecuzioni.
comincio le foto:
Monumento alle vittime del Genocidio
la facciata del museo
la targa del museo
il corridoio del seminterrato che conduce alle celle di detenzioni e di tortura
il particolare della cella d'isolamento
sala delle torture e di interrogatorio e qui venivano legati con quel abito nero e la cella è completamente insonorizzata e non si potevano sentire le urle dei prigionieri sottoposti alle torture
un'altra stanza delle torture e il pavimento era profondo di circa un metro e mezzo e dove lo facevano riempire acqua gelata e il detenuto lo facevano mettere nella parete in fondo con un minimo appiglio ai piedi e lo facevano stare in piedi per ore e ore e fino quando non c'e la facevano più a stare in piedi e cadevano nell'acqua fredda
un particolare della stanza dove si sono scritti i documenti della prigionia e delle morti accertate
sala documentazione
sotto il pavimento vetrato ci sono alcuni oggetti appartenuti ai prigionieri giustiziati
un'altro particolare dei reperti e notate lo sfondo della parete protetto con il vetro e indicano le esecuzioni fatte in questa stanza e sono crivellate dai colpi
sala delle esecuzioni e dove gli agenti del Kgb davano le esecuzioni mortali ai detenuti e sullo sfondo di quella foto che una volta c'era il rubinetto per lavare il sangue nel pavimento ed è stato rimosso dal Kgb.
Qui finisce il mio racconto fotografico, durante la visita in quel museo e nei sotterranei sentivo un disagio e oppressione e mi sembrava di sentire le urle dei prigionieri torturati e uccisi.
grazie per essere soffermati.
Claudio
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Un borgo nel Lazio: Monterano Antica
Come tanti siti sparsi nel territorio italiano, questo luogo deve la sua suggestione al sovrapporsi di periodi storici, con fasi di alterna fortuna, che è possibile rilevare nelle stratificazioni architettoniche o nelle tracce di trasformazione del territorio.
Quelle che mostro sono foto scattate nel corso di circa un decennio, con la mia D300, che mi ha seguito in questi anni. Qualche nuova foto la posterò in seguito, con mezzi più attuali, appena sarà possibile.
Città etrusca, di cui restano poche tracce, fu acquisita dai Romani, che edificarono strade e l’acquedotto, ma alla caduta dell’impero, le invasioni barbariche impoverirono il borgo.
Dopo alterne vicende, nel periodo medioevale fu eretto il castello e dopo una fase di declino,
il periodo rinascimentale culminò con l’esecuzione di costruzioni, tra cui quelle realizzate dal Bernini, come la chiesa ed il convento di S. Bonaventura, con la fontana ottagonale prospicente e la facciata del Palazzo Baronale con fontana rocciosa. Verso la fine del ‘700 prima la malaria, poi distruzioni e incendi da parte delle truppe francesi provocarono la rovina definitiva. Da gli anni ’50 il borgo è una location per molti film e fiction, tra i più noti, Ben Hur,
Il Vangelo secondo Matteo, Brancaleone alle Crociate, Il Marchese Del Grillo.
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Pubblicai questo mio lavoro nel vecchio sito Nikonland, ci sono molto affezionato per cui lo ripropongo anche su questo portale sperando di fare cosa gradita.
"Il luogo di confine tra terra e mare"
Reportage sulla "vita" del porto di Katsuura - GiapponePremessa
Il luogo di confine tra terra e mare.
E’ così che vedo il porto. E’ un luogo che mi ha affascinato fin da piccolo, quando andavo con il babbo a girellare tra le barche ed i pescatori alla scoperta del pescato del giorno.
Mi chiedevo “chissà se il mare sarà stato un pacifico amico o un feroce nemico in quest’ultima notte? Chissà cosa avrà donato loro in cambio di tanta forza e determinazione?”.
Così lo stridio dei gabbiani, la brezza salmastra e gli schiamazzi dei pescatori mi sono sempre rimasti dentro, ammantati da quell’aura di magia che solo un bambino può percepire.Vorrei accompagnarvi in questo mio viaggio in Giappone, farvi vedere l’approssimarsi dell’alba, il chiarore del nuovo giorno che si intensifica sempre più per poi lasciare spazio nuovamente alla dorata luce del tramonto, anticamera di una nuova notte. Farvi ascoltare il rumore delle macchine che si mescola al garrito dei gabbiani, farvi sentire il vento che fa entrare nelle narici l’odore del mare, del pesce, del sale. Vorrei farvi compagnia mostrandovi ciò che ho potuto imparare nel tempo che ho passato in compagnia dei tanti lavoratori che questo luogo, che io chiamo “Il luogo di confine tra terra e mare”, lo chiamano “Casa”.
Buon viaggio.
(Click sulle anteprime grazie)
Ore 03,00 am
Lascio il tepore della casa e vengo accolto dall'aria fresca della notte. Scruto il cielo per sapere se pioverà e penso che, nello stesso momento, di fronte ad altre case, ci sono persone che stanno facendo la stessa cosa, come ogni mattina.
Intorno a me le strade sono silenziose, buie le finestre delle case. M’incammino invisibile per strade cieche.
Arrivo al porto e non sono certo il primo, le barche per il Kimmè sono appena uscite in mare e la banchina è quasi deserta. Quest'atmosfera mi dà un senso di calma e tranquillità, il silenzio mi circonda ed è interrotto solo ritmicamente dalle piccole, discrete onde che s’infrangono sulla rada. Siedo su una bitta arrugginita e gusto un caffè caldo mentre, sommessamente, arrivano i primi uomini e donne, lavoratori e lavoratrici che chiacchierano tra loro in attesa del ritorno della prima barca. Preparo l'attrezzatura fotografica con calma, so che le barche sono ancora lontane, perse nel mare. Poi si ode un rumore e, come fanno tutti gli altri, mi volto verso il mare aperto sapendo che vedrò una piccola luce bianca avvicinarsi rapidamente.La lunga giornata del “Porto” sta per avere inizio.
I primi ad arrivare sono i pescatori di aragoste che hanno appena ritirato le reti. Il loro arrivo è rapido, come rapida è la loro ripartenza, giusto il tempo per scaricare a terra un intrico di reti gialle e rosse che sono già scomparsi, inghiottiti dal nero della notte. Le baracche di lamiera che prima attendevano silenziose nella penombra, s’illuminano e si animano di operai che, con gesti rapidi ed esperti, iniziano a districare e ripulire quell'ammasso fatto di reti, alghe, pesci e conchiglie. Le aragoste finiscono nell'acqua di secchi colorati, i pesci in altri contenitori, le conchiglie e le alghe vengono scartate e le reti appese ordinatamente sui loro supporti. Bisogna lavorare rapidamente, altre barche hanno già salpato il loro carico e stanno correndo verso di noi, quando il vento gira sento già il loro motore. Ma questa gente non ha bisogno di guardare l’ora per sapere quanto tempo gli resta, finiscono di dare l'ultima spazzata alle alghe che hanno accumulato proprio mentre una barca entra nel porto.
E si ripete lo stesso copione, un'altra volta ancora, e non sarà l'ultima stamani.
Il tempo passa, l'alba sta arrivando, il cielo cambia colore e sono l'unico che ha il tempo e la voglia per accorgersene. Scatto un'altra foto, magari un giorno avrò l'occasione per far vedere a queste persone di che colore è il cielo della mattina su di loro. Mentre penso queste cose inizio ad allontanarmi, ne avranno ancora per un bel po', ma io so che dall'altro lato della banchina, tanto lontane da non sentirne le voci, ci sono altre persone che stanno arrivando. Sotto l'enorme tetto in cemento iniziano i preparativi per lo sbarco dei tonni.
Le navi gonfie di pesce hanno aspettato tutta la notte ed ora, così come i loro occupanti, si stanno agitando.
Insieme ad una giovane operaia guardo la lavagna verde, non comprendo la lingua ma so che ci sono scritti i nomi delle navi, gli orari, le quantità ed i tipi di pesci che saranno scaricati di lì a poco. Per me non sono molto di più che graffi di gesso bianco, vergati ordinatamente sull'ardesia, per lei e per gli altri invece significano tanto lavoro e fatica.
Vedo arrivare due grosse gru e, alle mie spalle, un giovane cosparge buona parte del pavimento di ghiaccio tritato, preludio allo sbarco di grossi tonni e pesci spada. Di lì a poco tutto si anima. Dal ventre scuro delle bianche navi salgono enormi pesci argentati che vengono deposti con cura a terra. Le operazioni da fare sono molteplici ed ognuno sa qual è il suo compito, lavare, pesare, trascinare, smistare, tagliare, scrivere ed annotare, tutti fanno la loro parte.
Il lavoro è duro, l'acqua fredda che lava i tonni schizza ovunque, il ghiaccio rende scivoloso il pavimento, muletti elettrici vanno e vengono dalla fabbrica del ghiaccio, c'è chi trascina un pesce spada lungo metri mentre qualcun altro pesa un enorme tonno. Il rumore dei motori delle gru si mescola con il cicalino della retromarcia del muletto elettrico, devo stare attento, non posso permettermi di essere sbadato o di pensare solo a scattare, devo fare in modo di non essere d'intralcio per loro, non possono lavorare e pensare anche alla mia sicurezza. Ma comunque sono tranquillo, li vedo scherzare, scambiarsi battute e risate mentre corrono e faticano e questo mi rasserena. Sono un intruso ma non sono un impaccio.
Mentre le operazioni di scarico volgono al termine, vedo arrivare alcune auto lussuose dalle quali scendono distinti signori accompagnati da lavoratori in stivali di gomma. Nonostante l'apparenza, si avviano sicuri tra tonni ed operai, sono di casa qua, sono esperti compratori. Osservo la disposizione dei pesci, noto che sono stati suddivisi per file e per peso ed è quasi tutto pronto per l'avvio dell'asta di vendita, si aspetta solo che vengano tagliate e pulite le ultime code dei pregiati tonni. Dall'aspetto del grasso e delle carni della coda tagliata capiranno la qualità di ogni singolo pesce e faranno la loro offerta…che vinca il più bravo ed astuto.Mentre intorno a me i lavoratori sono indaffarati con tonni e ghiaccio, ci sono alcuni di loro che stanno svolgendo pacatamente altre singolari mansioni. Il cuoco di bordo siede tranquillo a poppa e sfiletta un piccolo tonnetto per il pranzo dei suoi amici marinai mentre uno di loro, armato di una piccola spazzola, si adopera per lavare la bianca fiancata della grande nave.
Poco più in là è arrivato il Kimmè. Ceste blu sono piene di pesci di un rosso acceso e dagli occhi dorati, che gli valgono il nome “Occhi d'oro”. Seguiranno la stessa sorte dei tonni, saranno suddivisi per peso e venduti al miglior offerente.
Il piccolo peschereccio ha finito di scaricare e molla gli ormeggi, al suo posto è arrivata una possente nave che lascia immaginare un carico di ben altre proporzioni. Con una grossa rete viene svuotata lentamente la stiva e le innumerevoli casse, riempite di argentei Sanma, vengono allineate in lunghe file per essere pesate e vendute. Di contorno ci sono le ceste, quasi snobbate, dei pesci comuni, quelli di minor pregio e richiesta, quelli che vorresti scambiare con un Kimmè, quelli che finiscono nelle zuppe, mescolati tra loro, senza neppure la dignità per un nome vero, altisonante o romantico. Pesci di poco conto per piccoli mercati e tavole discrete.
Poi mi accorgo che, a pochi metri da noi, fervono i preparativi per qualcosa di grosso. Sono fortunato, uno splendido peschereccio sta entrando nel porto. E' bellissimo, diverso da quelli che, ormai vuoti, hanno scaricato i grossi tonni. Slanciato e candido è di ritorno dall'oceano, dove ha catturato il pesce che ha reso famoso questo porto, il Katsuo, tonnetti argentei di 2-4 kg dalle carni prelibate. Vedo un nastro trasportatore già pronto ad accogliere il prezioso carico ed ai suoi lati una fila di bilance ed enormi contenitori con acqua e ghiaccio. La grossa nave sta ancora manovrando con cautela ed a terra gli operai hanno ancora qualche minuto di riposo, ne hanno bisogno, molti di loro sono gli stessi che hanno da poco finito di scaricare e preparare i tonni, gli spada ed i marlin. Anche molte donne si preparano all'arrivo del Katsuo, che sarà smistato nei grossi cassoni blu e gialli. La stiva della nave inizia a riversare i tonnetti sul nastro, un passamano rapido tra i marinai, otto o dieci esperte operaie separano i pesci, individuano rapidamente quelli troppo piccoli o troppo grossi, non c'è tempo da perdere, il nastro scorre inesorabile e dalla nave il pesce sembra non aver mai fine.
Tra loro ed i compratori di tonni che stanno ancora partecipando all'asta, altre persone si sono preparate ad accogliere anche il frutto della pesca delle aragoste. Chi con un piccolo furgoncino, chi in bicicletta trainando un carrello o chi a piedi, ecco per ultimi coloro che per primi erano arrivati al porto. Le ceste di aragostine vengono scaricate sullo scivolo e, una volta ancora, selezionate e vendute.
Guardo l'ora, le 10,30, sono stanco, io che non ho fatto molto stamani se non osservare e fotografare gente che lavora sodo.
La mattinata è stata davvero lunga e dura ma ora è il momento del riposo. Qualcuno ancora è indaffarato nella pulizia delle attrezzature, un gruppo di amiche si lascia andare in chiacchere e risate mentre un thè caldo le ristora. Tra non molto le tante biciclette, scooter ed auto svaniranno ed il silenzio occuperà ogni spazio, almeno per qualche ora.
E' tempo di rientrare a casa, mi devo riposare perché nel pomeriggio voglio tornare qua.
Voglio tornare in questo luogo che con il passare delle ore si trasforma continuamente e non rimane mai inanimato. Ci saranno operai che preparano il pescato per le spedizioni in tutto il paese. Troverò qualcuno a stendere il pesce a seccare al sole. So che troverò i vecchi pescatori in pensione, che mai hanno abbandonato il porto, chiacchierare tra baracche, biciclette e vecchi randagi. So che troverò alcuni di quegli operai, che tanto hanno faticato all'alba, ancora qua a riposarsi e scambiare due parole tra loro seduti su un muletto elettrico, questa volta spento.
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Minitreppiedi da viaggio Neewer
Dopo aver visto l’articolo di Max, , avevo deciso che alla prima occasione avrei acquistato come minicavalletto da viaggio il Marsace Mt-01. . Infatti il Marsace ha tutte le caratteristiche che si addicono a un cavalletto da viaggio: peso, trasportabilità, compattezza e naturalmente la capacità di non far collassare una reflex pesante che viene montata sopra.
Sono queste caratteristiche contrastanti, ma che fanno si che un cavalletto da viaggio, non sia un giocattolo inutile. Il Marsace Mt-01 ha tutte queste caratteristiche e convengo con Max, che è l’unico che non costi una fortuna. No perché volendo ci sono mini cavalletti Rollei, Benro, Girzo, che hanno queste caratteristiche, ma anche prezzi che talvolta superano i 200 euro.
Ok mi son detto appena mi servirà, lo acquisterò.
Dannata sfortuna, però non avevo fatto i conti della non disponibilità del prodotto nei nostri normali circuiti di acquisto, ovvero negozianti in italia o la grande vetrina di Amazon.
La indisponibilità è da oltre da sei mesi. Per cui decido di valutare altre opportunità in seno stesso ad Amazon, maledicendomi per non aver acquistato subito il Marsace, quando Max l’aveva recensito.
Gira scarta e confronta non trovo quello che mi serve, tanto che stavo pensando di portarmi dietro, ob torto collo, il mio manfrotto 190. Certo pero che sono sempre più di 5 kg con la sua testa, mentre il Marsace, mi sembra che non arrivasse neanche a un kg.
Poi ecco aprirsi davanti ai miei occhi un prodotto con ottime valutazioni il mini cavalletto neewer in lega d’alluminio con testa girevole a 360° e sgancio rapido con borsa e trasporto con tre posizioni per le gambe, che richiuso si riduce a 135 mm, ma a cui altezza può raggiungere i 50 cm. Pesa esattamente 816 g….
Sarà valido? Penso che per 35 euro si puo’ anche rischiare. Se poi non dovesse andare glielo restituisco.
Puntuale come un orologio mi arriva ben imballato il cavalletto nella sua scatola di vendita, all’interno di una più grande scatola amazon.
Soppeso il cavalletto e mi sembra pesante al punto giusto.
Apro la scatola, apro la borsa di naylon a corredo e oltre al cavalletto con la sfera montata, il libretto di istruzioni, la garanzia e una chiave esagonale a brugola, per serrare secondo evenienza la durezza delle gambe.
Il cavalletto si presenta molto ben fatto, tutto in lega di alluminio, con nessun elemento in plastica tranne i gommini dei piedi, con le gambe allargabili in 3 posizioni e allungabili di 5 elementi con fermi a scatto ruotando in senso antiorario le punte di gomma.
La colonna è estensibile di qual tanto che serve a non snaturare le dimensioni del cavalletto ed è capovolgibile di 180 gradi in modo di avere la testa e la macchina fotografica in basso invece che in alto.
A corredo vi è come detto una chiave esagonale che serve per smontare o serrare le gambe e altre parti del cavalletto dotato di perni a brugola. E fornita anche una piastra universale per il serraggio di qualsiasi macchina fotografica non dotata di sgancio rapido. Con la mia fuji X-T1 dotata di un add-on per sgancio rapido, ne ho fato quindi a meno, ma in tutte le altre occasioni, basta avvitare detta piastra sotto la macchina fotografica per sganciarla rapidamente.
Ma questo cavalletto supporterà degnamente una macchina fotografica, una reflex? Posso dire che la testa a sfera è dotata anche di bolla per l’allineamento di precisione e non si è spostata di un millimetro, nè con la mia d700 dotata di battery grip, né con a fuji x-t1 con il 55-200, né tantomeno con una 6x6 come l’hasselbald.
Sono quindi molto contento dell’acquisto e credo che non si possa volere di più a questo prezzo. Consigliato, consigliatissimo, a tal punto che ho voluto subito condividere con Max il mio entusiasmo
https://www.amazon.it/dp/B01MSAEZN8/ref=pe_3310731_189395851_TE_dp_1
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Vi ricordo la presenza in questo Club di questa sezione per segnalare le vostre esperienze pratiche di acquisto nei negozi fisici oppure online che riguardino il nostro ambito fotografico.
Essendo questo di Natale il periodo più ...caldo🤣
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La mia prima escursione wildlife: camosci!
Per il mio primo post vi racconto le mie prime esperienze di escursione fotografica wildlife, tra le montagne della Val d'Aosta, a caccia di camosci!
Ho la fortuna di conoscere Massimo Vignoli di persona, che mi ha guidato in questa mia prima volta e da cui ho imparato moltissimo.
Quindi sveglia alle cinque e partenza per la Val d'Aosta! All'arrivo il tempo era insolitamente caldo, per cui si è optato per viaggiare leggeri e lasciare le ciaspole in macchina. La prima salita ha dimostrato la mia forma fisica abbondantemente precaria, tanto che dopo poche centinaia di metri già i polpacci avevano deciso di smettere di collaborare, e il peggio doveva ancora venire! Dopo neanche una mezz'oretta si inizia a vedere neve e dopo pochi altri minuti si vede solo quella... Ovunque, mezza sciolta dal caldo e fino al ginocchio, con ogni passo si sprofondava e con quello successivo cedeva ulteriormente, raddoppiando lo sforzo. Dopo oltre 4 ore riusciamo ad arrivare in cima stremati, ma ce l'avevamo fatta! E lo sforzo ci ha ripagato con qualche splendido esemplare, che evidentemente ha voluto premiare lo sforzo, mostrandosi vicino senza doverlo andare a cercare, anche perché... Non avremmo mai potuto fare un altro passo! Ma ormai il tempo era poco, la neve alta, gli altri camosci ben nascosti, quindi poche foto ed era già ora di prendere la via della discesa, che si è dimostrata sicuramente meno stancante, ma con la neve sciolta non è stata comunque una passeggiata.
Una volta a casa c'è stato un pò di disappunto rivedendo le foto, troppi errori sciocchi, di messa a fuoco, di impostazioni della reflex... La stanchezza e l'aria rarefatta forse hanno giocato un tiro mancino, forse semplicemente l'emozione era troppa. Man mano che la stanchezza passava, aumentava la voglia di tornare nuovamente lassù, per cui alla fine abbiamo organizzato anche per il weekend successivo.
Sveglia nuovamente alle 5 e via pronti a partire nuovamente! Questa volta il tempo era meno aperto, faceva un po' di nevischio, ma durante la settimana aveva fatto relativamente caldo, per cui anche questa volta niente ciaspole. Inoltre abbiamo fatto un percorso leggermente più lungo, ma anche meno ripido, che non ha convinto troppo i miei polpacci, ma complice la neve ben più ghiacciata in circa 2 ore e mezza eravamo già su, pronti per poter abbandonare il sentiero e lanciarci verso la vera "caccia".
Ma la fortuna non era particolarmente dalla nostra, quindi dopo aver avvistato un gruppo di stambecchi, cercando di avvicinarci un nuvolone si piazza proprio intorno a noi. E siccome non c'era vento, il nuvolone ha pensato di tenerci compagnia per qualcosa tipo 4-5 ore, impossibilitandoci non solo di fotografare, ma anche di muoverci, con il freddo che penetrava sempre più attraverso le scarpe, i guanti, i vestiti. Momenti in cui le speranze ci stavano abbandonando.
Ma proprio quando stavamo per cedere, all'improvviso le nuvole spariscono e lasciano spazio ad un sole bellissimo e diversi camosci intorno a noi! Abbiamo valutato la possibilità di tornare anche con il buio e ci siamo lanciati in altre foto, regalandoci scorci mozzafiato, animali stupendi, paesaggi emozionanti e persino una luna gigante che fa capolino dietro la cima di una montagna. Alla fine, sazi dell'abbuffata siamo tornati giusto in tempo per attraversare il bosco con la sola torcia ad illuminare il cammino, stanchi ma felici.
Queste sono alcune delle foto scattate, e anche se sono il primo a dire che non sono le più belle mai viste, non è importante, perché sono le mie, scattate durante un'esperienza spaziale, che non vedo l'ora di ripetere nuovamente. Inoltre l'esperienza mi ha permesso di imparare con sul campo diverse cose. Per esempio:
- la montagna la devi conoscere, non si può improvvisare. Siamo partiti con il sentiero pulito e ben tracciato, ci siamo ritrovati in un mondo di neve in cui tutto era ricoperto. Se non fosse che Massimo riusciva ad orientarsi e sapeva dove mettere i piedi, saremmo ancora lì dispersi... Inoltre bisogna anche sapere quali attrezzature portarsi, non può bastare la voglia e un paio di sneakers.
- come approcciarsi agli animali: bisogna sapere come fare, mantenendo distanze di sicurezza, facendo capire il disinteresse attraverso il proprio comportamento, tutte cose che magari sulla carta si sanno a menadito, ma quando poi si è lì è tutto un altro paio di maniche da mettere in pratica, tra la foga, la stanchezza, la neve e i saliscendi.
- ma soprattutto: mai mollare. Dopo 4 o 5 ore nella nebbia e nel freddo le speranze iniziavano davvero a vacillare, ma se non fossimo rimasti fino alla fine non avremmo avuto le occasioni che poi si sono presentate. Insomma è proprio vero quanto si dice: se ci sei può andare male, ma se non ci sei diventa una certezza. -
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M&M
La serie di Quattro chiacchiere con... si chiude in bellezza con l'intervista al co-fondatore e anima vivace di Nikonland. Non ha bisogno dia presentazioni è lui: M&M.
Raccontaci qualcosa di te
Ho da un pezzo passato i cinquanta anni ed ho rinunciato ancora da prima a tenere sotto controllo il mio "peso forma".
Il mio lavoro é tra le cose più lontane al mondo dall'espressione fotografica o dall'arte in genere.
Perchè io considero la fotografia come un mezzo di espressione, alla pari con le altre forme di arte e non certamente come una forma di riproduzione meccanica fedele.
Io come fotografo non mi sento affatto un cronista o un "contastorie", ma un pittore o un compositore. Fotografare per me è il sistema più facile per esprimere la mia creatività.
Da giovane studiavo musica e sognavo di diventare organista o direttore d'orchestra. Ma non ne avevo né il talento né lo spirito d'abnegazione necessari.
Sono pigro e trovo sempre più pratiche le scorciatoie. Fotografare è - in apparenza - molto meno impegnativo. Ecco perchè !Quando e come ti è nata la passione per la fotografia?
Confesso che non mi sono mai interessato particolarmente alla fotografia fino ai venti anni di età.
Le mie forme espressive più naturali sono la musica e la pittura.
In casa c'era una Zeiss Contessa deputata alle foto familiari che usava mio padre esponendo aiutandosi con un misterioso foglietto piegato e riposto dentro l'astuccio della fotocamera (di quelle a soffietto, avete presente ?). Da grande ho poi scoperto che l'esposimetro era guasto e nel foglietto c'erano le coppie tipo di diaframma/tempo. Ma all'epoca non mi interessava per nulla.
Tutto il mio interesse si riversava sulle macchinine, sui modelli da costruire, sui dischi di musica classica.
La mia prima esperenza fotografica risale all'epoca del mio primo alano - Lisa - e di un regalo inaspettato, una Polaroid.
Le foto erano pessime ma vedere lo scatto del mio cane che si materializzava in pochi minuti era emozionante.Nikon perchè? Un caso o una scelta? E quando hai iniziato?
Quindi con uno dei miei primi stipendi, nel 1983, finii per acquistare prima il mio primo vero impianto stereo con cui valorizzare i miei dischi e poi, solo poi, la mia prima macchina fotografica.
Non ne sapevo nulla e quindi come mia abitudine mi documentai approfonditamente prima dell'acquisto. Tanto da capire che doveva essere una reflex. Che doveva avere un obiettivo fisso di qualità molto luminoso. Che doveva essere una macchina seria ed affidabile. Quindi uscii dal negozio con uno stipendio in meno e una Nikon FE2 e un Nikkor 50/1.4 AIs in più.Qual'è il tuo genere preferito oggi?
Fotografo le cose vive - anche quelle animate da motori potenti - che mi guardano. Sostanzialmente i miei simili.
Ma mi devono poter guardare negli occhi, come io guardo negli occhi loro.
In fondo considero creature vive anche le automobili sportive. Gli aerei e le locomotive. Hanno anche loro occhi, cuore, braccia e gambe.
E i fiori, che io cerco di fotografare come se fossero persone, quando ci riesco.
Ho sempre fotografato questo e non mi riesce di stancarmi mentre il resto mi annoia.Come ti trovi? Cosa ti manca?
Ho sempre avuto la fortuna di potermi permettere il meglio del mercato. Se c'è qualcosa che mi manca, presto o tardi sarà disponibile.
In generale per me la pellicola_è_una_cosa_fragile_che_puzza che non ho mai apprezzato, sono nato digitale per tutto quanto; i megapixel non sono mai abbastanza così come la focale che sto usando é sempre troppo corta. Già ad 85mm mi sento a disagio, quasi come se avessi un grandangolare in mano ...
Ultimamente, per curiosità, ho usato materiale fotografico di altri marchi per vedere se dall'altro lato della siepe l'erba era altrettanto verde. Ho trovato la stessa risposta di quando ho scelto la mia prima Nikon. E non penso che mi avventurerò più fuori dal confine della Contea.
Ho apparecchi che hanno svariate decine o centinaia di migliaia di scatti all'attivo, eppure sembrano nuovi appena acquistati. Facilità d'uso, ergonomia e tenuta nel tempo.
Che altro chiedere di più ?Oltre alla fotografia hai altre passioni o interessi?
In realtà dovrei rispondere che oltre alle mie passioni, c'è anche la fotografia. La fotografia spesso è semplicemente la scusa per vincere la pigrizia e la ritrosia verso il mio prossimo ed andare là dove posso fotografare, con la scusa di fotografare ciò che mi piace. Proprio non riesco a fotografare qualcosa che non mi appassiona, non mi piace, trovo brutta o non mi parla !
La mia più grande passione è la musica - quella cosiddetta "classica" - e poi la storia, quella militare in particolare. Mi interessano poi molte altre cose che mi appassionano ma che ho accantonato in attesa di riavere tutto il mio tempo per me (e non dovrebbe mancare oramai tantissimo tempo, toccando ferro !).Fotografi i soggetti o gli oggetti di queste altre passioni?
La musica non si può fotografare ma le belle donne e le automobili da sogno che non mi potrò mai permettere nemmeno di provare, quelle si ! Va bene come risposta ?
Qual'è la foto, o il portfolio, il progetto fotografico da te realizzato a cui sei più affezionato?
La realizzazione di una promessa fatta ad una ex-modella tanti anni fa. Essere l'ultimo a fotografarla prima che smettesse di posare.
Il risultato sono più di 9000 foto molto personali che non mi piace condividere con gli altri ma che resteranno per sempre nella mia memoria e con cui mi confronterò per sempre, probabilmente incapace di andare oltre, in termini di coinvolgimento e di tensione emotiva e creativa.E in futuro?
Nell'immediato futuro voglio dedicarmi ancora di più a fotografare ciò che, facilmente, dopo non potrò più avvicinare come posso oggi.
Più avanti non lo so. Come vi sto dicendo, per me la fotografia è tutt'altro che il fine, è un mezzo. E in futuro avrò modo di utilizzare più continuamente anche altri mezzi, con ritmi più tranquilli di oggi.
Nikonland, perchè?
Bella domanda. Ci vorrebbe un libro solo per rispondere a questa. Diciamo che Max ed io ci siamo buttati in questa avventura perchè gli altri siti dell'epoca, non ci sembravano abbastanza nikonisti. O se lo erano, il vero motore non era la nostra stessa passione. Può bastare ?
Cosa ha rappresentato Nikonland e cosa rappresenta oggi?
Grazie a Nikonland ho conosciuto tante persone care, con alcune ho costruito veri rapporti di amicizia duratura. Con molti ho avuto ed ho contatti frequenti. Qualcosa di inestimabile.
Spesso Nikonland è lo sfogo principale della mia necessità di comunicare e di scrivere. La scusa è il test di un apparecchio, il vero scopo e dire agli altri le cose che penso.
Metterlo a fattor comune, insieme alle esperienze di altri amici che condividono la mia stessa inclinazione per Nikon è un moltiplicatore che ha consentito al sito di arrivare fino ad oggi a 12 anni dal lancio.
Oggi forse ci sono online meno contatti, ma è normale, quando pensiamo che per molti oramai uno smartphone è più che sufficiente per fotografare.
Per quelli - sempre meno - per i quali una Nikon resterà invece l'unica risposta all'esigenza di avere una fedele compagna fotografica, Nikonland é parimenti l'unica voce fuori dal coro nella lingua del si.
Averla fatta nascere ed aver contribuito a creare quella sottile rete di relazioni umane che l'ha alimentata, sarà sempre motivo di orgoglio per me.
Ma Nikon, prima che Nikonland, per sempre. Non credete ? - 19
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Gruccioni
Da qualche anno perdevo l'incontro con i gruccioni, bellissimi migratori che dall'Africa arrivano da noi per riprodursi, questa avviene in colonie, deponendo le uova in nidi scavati nel terreno, di solito sui ripidi argini dei fiumi o a volte in cave di sabbia. Quest'anno sono riuscito a rimediare e grazie ad un amico ho potuto passare qualche ora in loro compagnia.