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Mostra il contenuto con la massima reputazione di 21/04/2024 in tutte le aree

  1. Si è riunita a Roma l'assemblea delle rivista che compongono la giuria del TIPA World Awards. " Fondata nel 1991, la Technical Image Press Association, TIPA, è composta da numerose pubblicazioni associate nel campo delle foto e delle immagini pubblicate su carta stampata e online. Queste pubblicazioni coprono l'intera gamma del settore, compresa la fotografia e l'imaging consumer, professionale, business-to-business e artistica. Le riviste dei membri e la loro presenza online hanno un'ampia portata e un pubblico di lettori in molte lingue e coprono i mercati di tutto il mondo in Europa, Asia, Australia e Nord e Sud America. I redattori e il loro staff costituiscono un gruppo globale di esperti competenti che si sono guadagnati una reputazione per la valutazione onesta e affidabile dei prodotti fotografici e di imaging. Le loro riviste e siti web hanno costruito un seguito fedele tra i loro lettori. Ogni pubblicazione membro è impegnata nella selezione e nel voto finale nel processo TIPA WORLD AWARDS per nominare i migliori prodotti fotografici e di imaging dell'anno. L'Associazione TIPA non può essere caratterizzata solo come un'organizzazione che conferisce i TIPA WORLD AWARDS ai migliori prodotti, ma anche come un'associazione attiva e impegnata che svolge un ruolo importante nel settore. Le visite agli stabilimenti e gli incontri con i leader delle grandi aziende hanno fatto sì che TIPA sia un interlocutore riconosciuto e ascoltato dall'industria. " La scelta delle redazioni (riviste tradizionali e online) è, come al solito, la più democratica possibile, per non scontentare nessuno. L'elenco è consultabile qui Se interessati, per la prima volta, è possibile partecipare alla votazione come "giuria popolare", scegliendo i prodotti preferiti. ----> QUI <---- In generale noi trascuriamo queste premiazioni e queste classifiche, perché noi siamo ... nikonisti e perché ci sembrano sempre un pò troppo trasversali. Peraltro crediamo che nessuno, onestamente, possa esprimere giudizi tipo "l'auto dell'anno" con un test che per forza di cose non può che essere superficiale. Noi che pure abbiamo oggetti Nikon da mesi o da anni, ancora non abbiamo espresso un giudizio conclusivo. Eppure siamo esperti nikonisti, non giornalisti generalisti che utilizzano strumenti molto diversi (e non principalmente per fotografare). Ma l'occasione è particolare perché ci da la possibilità di individuare tendenze che qualche anno fa non avremmo preso in considerazione. Fotocamere : tra le fotocamere ci sono le due Nikon presentate nel 2023, ovvero le vincenti Nikon Zf e Z8. Avevamo pochi dubbi. Degli altri marchi fotografici abbiamo poco da evidenziare (del resto, se Canon non ha presentato nessuna vera novità importante, come avrebbe potuto vincere ? Facilmente verrà premiata quest'altranno). Ma nella lista ci sono tre marchi che spiccano. Innanzitutto la "nostra" RED V-RAPTOR 8K VV a testimonianza dell'aspetto strategico di Nikon nell'acquisizione appena perfezionata del noto marchio californiano che ha una presenza importante sul mercato video professionale. Ma poi ci sono anche la "rediviva" cinese Polaroid che toglie la palma nelle fotocamere istantenee alla solita Fujifilm. E non c'è l'ennesimo Apple iPhone o il solito Samsung, c'è uno Xiaomi, come smartphone fotografico. Andando agli obiettivi : è scontato per Nikon che ci siano il Nikkor Z 135/1.8 S (ci mancherebbe !) e il Nikkor Z 180-600/5.6-6.3 anche se noi al posto del Sigma 500/5.6 avremmo certamente premiato l'eccezionale Nikkor Z 600/6.3 S PF. Ma quello che vogliamo indicare come una conferma ad una presenza che diventa sempre più prepotente da parte dei marchi cinesi, è l'ottimo Viltrox ProLine AF 27/1.2 (disponibile anche per Nikon Z) e il recente, estremo Laowa 10mm f/2.8 FF (disponibile anche esso, in versione AF, per Nikon Z). Noi non li abbiamo mai provati e ci dobbiamo fidare del giudizio della giuria. Ma comunque ne sottolineiamo la scelta. Ma anche per gli "accessori" : ovvia la "solita" stampante Epson, vista la poca vivacità del settore negli ultimi tempi. Harman è una società inglese (nulla a che vedere con il colosso dell'audio di proprietà Samsung), Ma per le luci abbiamo Godox, con il V1Pro e il pannello "pieghevole" a LED P600Bi. Quanto teniamo in considerazione Godox, chi legge le nostre pagine lo sa e sa anche perchè ... di prodotti Godox nel 2023 ne ha presentati a decine. Questa scelta è simbolica ma la cosa fragorosa è che ci siano due luci Godox tra 12 "accessori" che vanno dalle pellicole ai libri fotografici ! E la memoria fotografica, la nuova pellicola per noi digitali, rappresentata qui dalla CFExpress Diamond Lexar che aderisce alle specifiche CF 4.0 Che ha la particolarità che è stata presentata al CES e al CP+ ma nessuno ancora l'ha vista effettivamente sul mercato Lexar ha ancora sede a San Jose in California ma è un marchio della cinese Longsys. Ed è un nome emergente del mercato delle memorie di massa ancora di più della precedente Lexar tutta Made in USA. Tanto che produce anche ottimi SSD di tipo NVMe e altri supporti di memoria ad altre prestazioni. Ecco, al di là delle scelte e delle premiazioni di una manifestazione che, a nostro modesto parere, ha fatto il suo tempo già da qualche lustro, pensiamo di aver offerto ai nostri di lettori, qualche spunto di riflessione di attualità e sulle tendenze del prossimo futuro.
    9 punti
  2. 17 Bene, benissimo, benino!!! Mattinata di sole farlocco circa 14 gradi e onde...
    6 punti
  3. 6 - Jump 7 - dove vai? 8 - e allora? 20 aprile 204 - Cadore
    6 punti
  4. 9 Relax 10 Stretching (nota: Fistione Turco Femmina, a memoria credo sia la prima volta che la vedo, era con un maschio, che invece si vede con una certa frequenza, e si nota subito per l'outfit punk ) 11.1 11.2 Azione
    5 punti
  5. I miei due esemplari, preziosa aggiunta alla mia già enorme collezione di automodelli in scala 1/18 stacking di n/mila scatti, Nikon Zfc + Nikkor Z 50/2.8 MC ad f/16, quattro flash.
    4 punti
  6. 16 "Le due gemelle" Nikon Zfc "Red Head" con Nikkor Z 50/2.8 MC, stacking e non. Quattro flash da studio da 600 W/s con softbox semicircolari. Appena scattate, senza uscire di casa.
    4 punti
  7. 14: O festival do Canolao ! (questo è il manifesto) e poi mi gioco anche la terza foto: 15: per chi fosse curioso, Nikon Z30 con Nikkor MC50/2,8 e TTartisan 7,5/2.0dx
    4 punti
  8. 13 - Tieni duro..che tanto poi passo io Stamane mentre tagliavo legna, ho trovato questo curioso pezzo di legno da li l'idea
    4 punti
  9. Impossibilitato ad uscire per ragioni di salute vi raggiungo idealmente, in fine serata, con immagini del mio volume di studio nel weekend (FIAF collana Grandi Autori) 21.1 Copertina 21.2 Presentazione
    3 punti
  10. 34 minuti? Non gli ho concesso 34 secondi. Però è incredibile come pur di ascoltare la propria voce si riesca a produrre un monologo di 34 minuti sui Maneskin. Io 34 minuti del mio tempo li posso spendere parlando di un sacco di argomenti interessanti, spaziando dai papassini ai Rolling Stones passando per Charlize Theron e la 499P ma cazzo 34 minuti a parlare dei Maneskin... vuol dire che non stai proprio bene per la miseria
    3 punti
  11. Tutti insieme ... "a donare ..." Foto 1 e 1.1 Z9 con 24-120/4 f.6.3
    3 punti
  12. Acquistato al Nikonstore.it, appena arrivato in laboratorio, apriamo insieme la scatola. che si presenta come tutte le altre scatole Nikon Z, nero integrale con sfumature gialle. ci accoglie il paraluce avvolto in bugnato di plastica doppia protezione in polistirolo espanso l'obiettivo è rivestito in cellophane la dotazione completa, i manualetti/garanzia. dettaglio del paraluce di forma abbastanza inusuale, quasi più orientato al video che conferma il passo filtri da 77mm, quasi esagerato per un obiettivo di questa classe ma almeno standard, per chi utilizza filtri ND o polarizzatori. eccolo qui, in primo piano, davanti all'obiettivo. dettaglio dell'iscrizione attorno alla parte frontale dell'obiettivo produzione, ovviamente, cinese, non ci saremmo aspettati diversamente vista la classe di appartenenza particolare dell'anello di zoomata e della ghiera programmabile. E' evidenziato dalla feritoia colorata in arancione il blocco (lock) che impedisce che l'obiettivo si allunghi se preso in mano mentre è a riposo (cosa che si verifica se è montato su un corpo macchina e viene sollevato verso l'alto, tenendolo per la parte superiore). pur essendo quasi integralmente in policarbonato si presenta bene, sia sul piano estetico che costruttivo. E' analogo - ad esempio - agli obiettivi Nikkor Z di derivazione Tamron che presumibilmente escono dalla stessa fabbrica cinese. naturalmente, rispetto alla posizione minima di 28mm, in posizione 400mm l'obiettivo si allunga. Sono due i cilindri concentrici che fuoriescono dal barilotto esterno. Ma questo è un caso assolutamente comune per gli zoom di questa fascia. Come vediamo in un confronto con altri Nikkor Z a sinistra il 24-200/4-6.3 di cui questo nuovo 28-400/4-8 risulta già a prima vista consanguineo, a destra il più pregiato Nikkor Z 100-400/4.5-5.6 che con il nuovo super-zoom è accomunato esclusivamente dalla focale massima di 400mm. Notare i paraluce completamente differenti tra loro. qui i tre zoom estesi alla focale massima. Impressiona la compattezza del 28-400 rispetto al più corto 24-200 in entrambe le posizioni. Qui lo abbiamo montato sulla Nikon Zf che potrebbe tranquillamente essere la sua destinazione a 28mm a 400mm e ancora a 28mm E qui, per finire, alcune immagini di repertorio, più dettagliate (focus stacking della Zf su treppiedi Manfrotto) *** Complessivamente le prime impressioni sono positive. A condizione che le aspettative siano allineate a quelle rivolte ad un superzoom - che sia questo o il pariclasse 24-200 - ovverosia un obiettivo di compromesso con una eccezionale escursione focale, una luminosità massima relativa (molto) contenuta e prestazioni ottiche indotte da queste considerazioni. Insomma non lo prenderemmo in considerazione come alternativa al più prestante Nikkor Z 24-120/4 che, giustamente, è di classe S, più qualificato per fotografia di elevato livello. Ma per tutte le situazioni in cui - in pieno sole o con il flash - si debba o si voglia fotografare qualsiasi cosa senza mai cambiare ottica. Immaginiamoci ad un rally, oppure ai bordi di una pista di motocross dove si deve passare dal primissimo piano alla panoramica, senza poter cambiare mai obiettivo anche per proteggere la fotocamera da polvere, terra sollevata dai veicoli, schizzi e fango. Avendo peraltro un obiettivo "a perdere" molto meno costoso di un 100-400 o di una coppia 70-200+400mm da usare necessariamente con due corpi macchina (e costi/ingombri/pesi inerenti). O per i reporter di vacanze, viaggi ed escursioni, che con un obiettivo relativamente compatto, magari semplicemente accoppiato con un fisso luminoso (tipo 20 o 35mm f/1.8) possano affrontare qualsiasi situazione, anche ad un safari o in cima al mondo (sia Artico o Antartide che voi vogliate). Non è chiaramente un obiettivo progettato per resistere a condizioni climatiche estreme, ma finora non abbiamo riscontrato problemi con nessun Nikkor anche con pioggia o umidità o vicino a specchi d'acqua, anche nel recente passato. Il proprietario di questo obiettivo, comunque, saprà regolarsi per il meglio. Di fatto l'obiettivo ha anelli di tenuta per polvere e umidità, come di consueto per Nikon il progetto nasce da uno schema piuttosto complesso con sfoggio di lenti speciali e sfruttando tutte le possibilità dell'ampio attacco Nikkor Z. Già dalle prime immagini, abbiamo la conferma di quanto questi nuovi Nikkor Z, anche in queste configurazioni estreme che sulle reflex avremmo guardato con sospetto, si discostino dai superzoom precedenti. Nitidezza, colori, assenza di difetti ottici evidenti, capacità di adattarsi allo stile fotografico di ognuno, sono di tutta soddisfazione. La piccola differenza tra gli MTF a 28 e a 400mm del resto parla da sola il resto lo fanno, certamente, le correzioni automatiche delle Nikon Z. Naturalmente sin da subito ci si dovrà confrontare con la scarsa luminosità del progetto, obbligatoria per contenere pesi e dimensioni. Qui abbiamo uno scatto in ombra, in una giornata di sole, che pur a soli 1/400'' di tempo di scatto, ha richiesto di salire a 6400 ISO nessun problema per la Nikon Zf che a queste sensibilità esibisce poco rumore. Ma il fotografo ne tenga conto, perché già a 125mm l'obiettivo apre a solo f/6.7 In particolare, ecco le luminosità alle focali principali : 28mm : f/4 35mm : f/4.2 50mm : f/5.6 70mm : f/6 105mm : f/6.3 200-400mm: f/8 perdendo quindi a 200mm 2/3 di stop rispetto al più luminoso 24-200mm. Ma tolto questo aspetto, importante ma già evidenziato dal progetto e cui ci si dovrà confrontare prima dell'oculato acquisto, vogliamo sottolineare ancora le qualità di elevata flessibilità di questo oggetto che sostituisce, da solo, un intero corredo. quasi macro per le distanze minime in gioco molto ridotte (qui a 360mm e circa un metro e mezzo di distanza) paesaggistiche alla focale minima (qui a 28mm, f/8 su Nikon Z8, profilo colore specifico della fotocamera) da "caccia fotografica" senza muoversi dal punto di ripresa, semplicemente cambiando visuale e portando lo zoom a 400mm (f/8, 1/1600'', ISO 500 in formato DX della Nikon Z8 per 20.2 megapixel, riconoscimento automatico dell'occhio degli uccelli) Insomma, abbiamo uno zoom 14.2x, che pesa solo 725grammi, è appena più grande del già compatto 24-200 (e quindi grande circa quanto il 24-120/4) essendo lungo a riposo solo 14cm. Ben stabilizzato (anche se a mirino si vede spesso ballare l'immagine : ma ci sta). Che mette a fuoco a distanze minime tra 20cm e 120cm (50cm a 50mm) che si permette un diaframma a 9 lamelle (e lo sfuocato in fondo non è male). Ha uno schema ottico complesso 21 elementi in 15 gruppi (inclusi 4 elementi ED e 3 elementi asferici) ed è costruito in linea con le aspettative. Nel video è eccellente, forse più che in foto (e anche in questo caso, la modalità DX della ripresa, permette di avere filmati -da 2K a 8K a seconda della fotocamera usata - con una escursione focale che certi cineasti si sognano) anche a mano libera, non perde il fuoco e segue i soggetti con agilità. L'autofocus non è da primato ma adeguato alle necessità. Meglio tenere tempi più veloci del necessario per soggetti molto rapidi. Da verificare la variazione focale al variare della messa a fuoco, sia in video che in foto, ma questo sarà oggetto di ulteriori approfondimenti di cui vi renderemo conto prossimamente. Per ora abbiamo messo qualche foto in galleria, pregando come sempre, i fortunati acquirenti di questo obiettivo, di non farci mancare i loro scatti e le loro impressioni su questa nuova proposta Nikon di cui noi ci sentiamo già ragionevolmente soddisfatti.
    2 punti
  13. Si sa che io non sono un grandissimo appassionato della musica del primo romanticismo e che Chopin e Liszt, in linea di massima, mi sono antipatici. Questione di gusto musicale, preferisco la musica precedente e quella seguente e di retaggio differente. Ai miei tempi sembrava che esistesse solo Chopin, quello più sdolcinato, iper-romantico, crepuscolare. Che a me è andato subito a noia, preferendogli Bach o Brahms, oltre al più eroico Beethoven. Però naturalmente se non proprio tutto, ho ascoltato a lungo la musica di Chopin, ho riso come un matto - anche in concerto - alle trovate banali dei due concerti per pianoforte. Mi sono soffermato sull'interpretazione di studi e preludi. "Quasi" quanto per le migliori pagine di Rachmaninoff o Scriabin che invece apprezzo (specialmente il primo, e, dell'ultimo, le prime composizioni). Con questo articolo voglio approfittare dell'uscita dell'eccellente disco Decca con gli Etudes proposti dal nuovo enfant prodige Yunchan Lim per parlarne e fare ammenda. Cercando anche confronto con le altre proposte precedenti, almeno quelle per me più significative. Due parole sulle due raccolte. In parte pagine giovanili - i primi Etudes dell'Op. 10 - in parte più tarde, sono composizioni-manifesto in quanto si elevano dalla dimensione di musica scolastica destinata allo "studio" alla Czerny o alla Clementi. Perché in definitiva descrivono l'architettura della rivoluzione pianistica apportata da Chopin e poi ripresa dai tardi russi alla fine del secolo. Da cui di fatto non si è più tornati indietro. Entrambe le composizioni sono state dedicate all'amico Liszt che, almeno per l'Op. 10 le ha portate orgogliosamente in concerto. I "sottotitoli" o "nomignoli" sono stati aggiunti successivamente dagli editori o da altri pianisti, cavalcando la grande popolarità di queste pagine, tra le più eseguite e celebri di Chopin. Probabilmente più dei Preludes, Nocturnes, Ballades e C. Sono composizioni slegate tra loro che presentano vari livelli di difficoltà. Non trascendenti ma abbastanza da essere considerati impegnativi da portare per intero in concerto, almeno fino agli inizi del secolo scorso. Poi abbiamo avuto pianisti eccezionali come Cortot che l'hanno fatto, dando l'apertura agli interpreti di tempi più vicini a noi. Generalmente le due raccolte vengono registrate insieme in disco mentre una terza raccolta ancora più slegata, viene eseguita più raramente. Gli esempi a nostra disposizione sono tanti, di pianisti di livello ed autorevolezza diversi. Cavallo di battaglia per alcuni, alla ricerca di notorietà per altri. Coronamento di maturità per altri ancora. Ci sarebbe modo di parlare di ognuno in dettaglio ma io non ho abbastanza nozioni per farlo. Non è il mio pane e quindi non casco nel tranello. Vado invece a presentare i miei "campioni" per parlare delle loro interpretazioni, pregando gli interessati, già a conoscenza - i più forse - di queste proposte, di aggiungere la loro. Gli altri, di approfondire se lo gradiranno. L'ascolto è piacevole ma comunque impegnativo, in disco le due raccolte occupano 24 tracce, per circa un'ora, almeno nell'ultima lettura. Non sono i due volumi del Clavicembalo ben Temperato che richiedono ben altra tenuta. Nè i preludi e fuga di Shostakovich o il Ludus Tonalis di Hindemith. E' musica complessa sul piano esecutivo ma orecchiabile per tutti. Motivo per cui è forse l'ultima delle mie scelte quando ascolto musica per puro piacere e svago ... (?). Sono cresciuto con questo disco, comprato in LP da Ricordi a Milano quando ero ancora alle superiori. E' il Pollini impegnato politicamente, quello eroico degli anni '70. Mi dicono che la sua interpretazione del 1960 sia superiore. Ma non l'ho mai ascoltata e Pollini non l'ha autorizzata finché ha potuto. Esiste, mi pare, in una sorta di bootleg ma non so dire di che qualità sia sul piano della ripresa (parliamo dei tempi della vittoria al premio Chopin di Varsavia). Il suono è quello secco - formato CD - della casa gialla di quel periodo. Ma meno peggio di altre (microfoni vicini alle corde e riverberi a gogo). La durata complessiva è di 55 minuti (1972) dello stesso periodo é la lettura impetuosa di Vladimir Ashkenazy quando era tra i maggiori pianisti della sua generazione al mondo, eclissando sul piano discografico colossi come Richter, Horowitz e Gilels. La durata è di un'ora e 2 minuti. Il suono è un pò più caldo ed avvolgente di quello DG, non è il massimo della Decca ma si può ascoltare bene in questa rimasterizzazione in 192/24. Murray Perahia ne ha dato lettura già con la CBS, oggi Sony Classical. Il suono - qui in formato CD - è più pianistico delle due versioni Decca/DG, più avvolgente e caldo e asseconda la maestosa lettura, in uno dei tanti gloriosi momenti di uno dei miei pianisti preferiti di tutti i tempi che ho - stranamente - scoperto solo dopo averlo sentito dal vivo al Conservatorio di Milano, una trentina di anni fa. La durata di un'ora e 16 minuti ci informa di cosa siano per Perahia queste pagine. Tutt'altro che banali veicoli di fama. (2002) andando a tempi più moderni abbiamo l'edizione per Erato del giovane, allora, Nikolai Lugansky che dopo aver proposto un Rachmaninoff abbagliante, verso i ventisette anni, affrontava nel solco della tradizione di Neuhas/Gilels/Richter/Nikolayeva gli Etudes di Chopin. Siamo ancora in formato CD, il suono è pulito e terso. Lui è spettacolare nel gettare "il cuore oltre l'ostacolo" è nel suo periodo migliore, secondo me, e anche quando mette l'atletica oltre il sentimento è splendido. Siamo a un'ora e 5 minuti in tempi più recenti, il fenomeno Youtube Valentina Lisitsa viene invitata da Decca - oggi è ostracizzata perché considerata, pur cittadina americana, filoputiniana - a registrare i suoi cavalli di battaglia. E oltre al "solito" Rachmaninov lei riunisce in questo album gli studi di Chopin e di Schumann. L'unione del colto poeta tedesco con il rivoluzionario esule polacco è accettabile sul piano storico, meno, secondo me, sul piano stilistico. Chopin è un precursore di un mondo nuovo, Schumann è un figlio ribelle di Beethoven che trova nella follia un senso alla morte del padre. Comunque sembrerà eretico metterla con gli altri ma in fondo la sua lettura non è male, se non per intero ci sono momenti elevati. Il suono è secco ma ci aiuta la ripresa digitale e il master in 96/24 arriviamo al fenomeno Yunchan Lim, ancora con Decca, qui in un sontuoso 192/24 molto ravvicinato ma non doloroso - un altro mondo rispetto al disco della Lisitsa, là abbiamo un pianoforte sul palco, qui siamo tra i trefoli delle corde ! - la sua lettura, molto libera nei tempi dura circa 58 minuti. Ed è certamente la più matura di tutte in relazione all'età dell'interprete. Volendo dovrebbe essere la sua, quella vincente, parlo di età, considerando che l'Op. 10 per Chopin è stata pensata e confezionata nei primissimi anni di attività compositiva e concertistica. Ho già messo le mani avanti dicendo che non sono attrezzato sul piano tecnico ed interpretativo per approfondire ogni singolo studio e la sua lettura da parte dei singoli pianisti che ho selezionato. Ma per descriverne complessivamente la lettura - senza critica - si. Trovo Pollini ancora oggi nel suo periodo di grazia di quegli anni, più eroico e "umano" del successivo, specie quello ascetico del post-Abbado. La mia familiarità con il suo disco probabilmente mi trae in inganno ma mi piace ancora oggi la chiarezza del suono, la dizione separata ed udibile dello sviluppo armonico, rispetto all'arpeggio. La dinamica e la ritmica che nel mio immaginario lo avvicina a quello che poteva essere Chopin dal vivo. Il suono è chiaro, con piena assonanza tra il suo pianismo e il sound engineer. Brillante e un pò narcisistico l'Ashkenazy del 1975, tutto compiaciuto del suo di suono. Morbido anche nei momenti "rivoluzionari", pesta come un fabbro senza darlo apparentemente a vedere. Il suono è in primo piano, squillante, rispetto a Pollini le due mani sono più fuse tra loro. Istrionico ma elegante. Più vicino a Schubert e al Beethoven intimistico, anche o soprattutto allo Schumann casalingo, questo Chopin di Perahia. Il suono è bosendorfeggiante, caldo, poetico. Le due mani suonano insieme e i suoni che producono danzano nell'aria. C'è tanta dinamica ma non è fatta per stupire. Sono bellissime le crome che si inseguono nell'aria (in questo momento sto ascoltando il 7/10 e non c'è virtuosismo che tenga in confronto all'eleganza di questo modo di suonare). Il tutto dura ben venti minuti in più dei due precedenti. Sarà un difetto o un pregio ? Il Lungansky del 2000 è elegante, virile - direi proprio maschio - estroverso, nonostante la proverbiale introversione del pianista, le due mani qui si inseguono e si rubano le note una con l'altra. Non c'è un momento in cui pare che l'abbia presa troppo di petto, del resto il tempo complessivo è più vicino a quello di Perahia che a quello di Pollini. La Rivoluzione del 12/10 non sembra ancora scoppiata, oppure è solo il riverbero di qualche cosa di vissuto direttamente e non dall'estero ... Questo disco è stato criticato dagli editori di Gramophone, modestamente io non mi sento di condividere quel pensiero. Tanto è personale questa lettura, pur rimanendo classica. Valentina ce la mette tutta. Non vuole necessariamente esagerare e secondo me è molto brava. Però non è omogenea e quando é necessario trovare spazio in pause che non ci sono nella partitura va un pò in crisi. Appartiene ad un'altra era ma forse è anche il tocco femminile che rende differente la sua palette. Io però non la sottovaluto. Mi piace. Finiamo con il nuovo genio che ci da dentro fini dalle prime ottave. Vladimir (Horowitz) gli fa un baffo, l'1/10 è sorprendente ma il 10/25 va oltre l'umano. C'è però troppo riverbero, troppo pedale di risonanza (una cosa che per me, cembalista/organista andrebbe abolita ... o limitata per regola alla Gould), troppo fragore. Troppo Liszt. La sua è una esibizione sopra le righe. Fantastica e tecnicamente inarrivabile. Ma sinceramente ci sono dei momenti che mi pare che ... non sappia più cosa dire. Per carità, mica fa schifo. Anzi. Però mi piacerebbe esserci per risentirlo quando avrà quarantanni (a differenza di Lugansky che, adesso che ne ha 50, mi piace di più in Wagner e Franck rispetto a Rachmaninov e Chopin). Ecco ho già abusato del vostro tempo abbastanza. Ma tanto dovevo a me stesso, a queste pagine. A mio padre che tanto amava Chopin (quanto io lo detestavo ed insistevo a studiare Bach e Frescobaldi).
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  14. 2 punti
  15. Mi ritrovo in quello che scrivi e aggiungo qualche altro disco, per chi abbia la voglia di approfondire. C’è la pirotecnica versione del lisztiano Georges Cziffra, che però non riesco a capire se sia ancora reperibile. Da citare il grandissimo Samson François con la sua incisione del 1959. Il suo stile è personalissimo, ma sempre molto interessante: E ora il colpo di scena. La poco conosciuta pianista cubana Juana Zayas che nel 1983 registra un capolavoro: Questo disco contiene anche un’incisione successiva del 2005, ma quella del 1983 è imbattibile. Ascoltatelo perché merita. La versione degli Études suonati da Pollini pubblicata dalla Testament non è altro che la registrazione del 1960 della EMI negli studi di Abbey Road. Pollini non volle pubblicarla e ascoltandola oggi si fatica a capirne il motivo…
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  16. 12 - Corale gregoriana per gli 800 anni della costruzione dell'Ospedale di Vercelli
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  17. Contest VII-2024 : 18 maggio - 30 maggio 2024 Regolamento sintetico : sono ammesse fino ad un limite di tre fotografie per fotografo scattate con qualsiasi strumento fotografico ESCLUSI I FOTOCELLULARI serie omogenee di foto (stesso soggetto/stessa situazione) contano come una singola foto e vanno raggruppate nello stesso post le foto di ogni partecipante dovranno essere inserite tutte in uno stesso post qualunque iscritto può partecipare sono ammesse solo fotografie scattate nel mese di maggio 2024 vale qualunque genere fotografico, qualunque soggetto, edito o inedito. Ma le foto dovranno essere tutte in bianco e nero formato jpg, sui 1000-3000 pixel, sRgb il vincitore sarà eletto a votazione a maggioranza nei commenti, a fine contest ci vogliono almeno 10 votanti per classificare il vincitore i partecipanti che non votano, saranno squalificati Le votazioni si svolgeranno, sotto forma di commento, a partire dal 31 maggio, per sette giorni. I like messi alle foto non saranno conteggiati nella votazione. I commenti inseriti prima del 31 maggio saranno cancellati.
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  18. Miglior fotocamera FF per esperti: Nikon Zf Magari per bongustai , gourmet... Esperti....
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  19. pensa che gli americani chiamano, gli early adopter come me (ovvero quelli che comprano sempre un prodotto per primi) "Guinea Pigs" ("porcellini d'India" o cavie)
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  20. 4.1, 4.2 e 4.3 - Difficult, more difficult, increasingly difficult! 5 - Tocca a te, dai, tira 'sti dadi!
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  21. 2 punti
  22. Qualcuno che è presente in questi giorni avrà notato dei lavori in corso sul sito. Riguardano il tanto rimandato sistema di Recensione degli obiettivi Nikkor Z (accessibile da menù premendo -> qui) l'Amministrazione di Nikonland nei prossimi giorni impianterà le schede di riferimento di tutti gli obiettivi esistenti e si occuperà di aggiungere in futuro quelle degli altri obiettivi che Nikon presenterà. Le schede contengono una recensione sintetica, alcuni giudizi - soggettivi - il rimando agli articoli già presenti su Nikonland e l'accesso alla o alle gallerie contenenti fotografie scattate con quel preciso obiettivo. un estratto del giudizio PRO e CONTRO di una recensione : in coda alla scheda/recensione, è aperto lo spazio per Nikonlander e Nikonlander Veterani per inserire le proprie recensioni. Che dovranno essere possibilmente redatte secondo lo schema imposto : le recensioni sono libere ma dovranno essere preventivamente approvate dall'Admin prima della effettiva pubblicazione. Vorremmo evitare che fossero prese per COMMENTI liberi, in quel caso non sarebbero utili e che invece fossero omogenee nella struttura, anche se opposte nelle valutazioni, a quelle già pubblicate. In parallelo, ricordiamo che è fondamentale, nell'ottica di avere una varietà di giudizi complessiva, che siano inserite nelle gallerie, fotografie da VOI scattate con gli obiettivi che possedete. Fotografie rappresentative delle qualità di quello strumento fotografiche, corredate di note, osservazioni ed, ovviamente, dati EXIF. Gli album aperti sono -> QUI e sono già accessibili a tutti voi. *** Crediamo di aver fatto cosa utile, strutturando questa nuova area di Nikonland, più volte rimandata (la licenza del plugin che stiamo utilizzando è stata acquistata addirittura nel 2019) ma parimenti ci permettiamo di sottolineare anche se già fatto, che si tratterà di un lavoro superfluo, sostanzialmente un doppione dei nostri articoli redazionali se, alle nostre recensioni, NON SEGUIRANNO MASSICCIAMENTE LE VOSTRE. Con le vostre fotografie negli album specifici. Tranquilli, non ci saranno altri appelli al riguardo oltre a questo. Ci aspettiamo la buona volontà e il naturale piacere di condividere con iscritti e visitatori quella che è la vostra esperienza con gli obiettivi che usate quando fotografate. Se non troverete il tempo di farlo, ci dispiaceremo per voi ma senza che questo influenzi il nostro operato per Nikonland, se non ci sarà abbastanza ricchezza e varietà, non sarà dipeso da noi. L'Admin
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  23. Ieri solito giro a orchidee selvatiche. Ne metto qualcuna: 25 Ophrys insectifera Nikon Z7 e 2.8/105 MC S, F. 4, 1/50 sec., ISO 64, stacking 26 Orchis purpurea Nikon Z7 e 2.8/105 MC S, F. 3, 1/13 sec., ISO 64, stacking 27 Anacamptis morio con emittero Nikon Z7 e 2.8/105 MC S, F. 3,2, 1/640 sec., ISO 64, stacking
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  25. ho fatto un percorso non simile (non studiavo nulla, né Frescobaldi, né Bach, né tantomeno Chopin), ma analogo. Mio padre mi ha avvicinato alla classica con Mozart e Beethoven. Chopin l'ho ripudiato da subito, con il manicheismo tipico dei teenagers, senza averlo praticamente mai sentito, a parte i pezzi "prezzemolo" arcinoti (il notturno nr 2, un paio di valzer, l'improptus fantasia op 66, i concerti, che non mi sono mai piaciuti nemmeno più tardi, la Polacca op 53...insomma, roba che mi era già uscita dalle orecchie prima ancora di aver mai conosciuto il loro compositore). Era sdolcinato, salottiero, io ascoltavo roba impegnata, mica musica per donnicciuole... Poi all'università un'amica mi invita a concerto al conservatorio. Non ricordo chi avesse dato buca, per cui si erano resi disponibili dei biglietti e il pianista era il poco noto Mikhail Rudy, sovietico naturalizzato francese, che si presentò, forse per attirare qualche ascoltatore in più, con nientepopodimeno che le 4 Ballate e la Sonata in Si minore di Listz, un programmino niente male...avevo 19 anni e non conoscevo nessuno di quei pezzi (si lo so, non dite niente...). Alla pausa, dopo le 4 ballate, dovettero raccogliere la mia mandibola da terra, perchè là era rimasta. Non avevo mai sentito nulla di così drammatico, tragico, doloroso, devastante, scritto per pianoforte con quella forza ed energia, con quella disperazione che esiste, così, quasi solo in Chopin. Iniziò allora un amore che non è mai scemato. Continuo a non sopportare i suoi 2 concerti (a parte le belle melodie per pianoforte, ma insomma, un concerto dovrebbe prevedere anche un'orchestra che suona, non che accompagni - che diamine), alcuni pezzi salottieri, le polacche, col loro piglio militaresco, mi vanno giù a malapena (a parte la Polacca Fantasia op 61), ma in generale, pensando allo Chopin dei suoi ultimi anni, che spingeva verso nuovi orizzonti le sue esplorazioni armoniche, mi chiedo cosa ci avrebbe potuto regalare con altri 10-20 anni di vita...ci avrebbe portati probabilmente alle porte del 900 del pianoforte. Ciò detto, ammesso interessi a qualcuno - lo scrivo un po' per me e un po' per rispetto al tempo che Mauro ha impiegato a scrivere il suo bel pezzo, sempre molto completo ed argomentato - non ho ascoltato tutte le versioni summenzionate degli studi. Alcune andrò certamente ad ascoltarle. Personalmente resto affezionato alla versione di Pollini, sarà che è la prima che ho scoperto, ma in realtà perchè credo che il Pollini dei primi anni 70 fosse meno cerebrale di quello degli anni successivi e ci trovo molta passione (mi vengono in mente anche la Fantasia op 17 e la Sonata nr 1 op 11 di Schumann di quel periodo, che per me sono altri capolavori). Ancora oggi faccio fatica ad ascoltare altri preludi op 28 che non siano i suoi del 74 e pure questi studi, nonostante la secchezza della registrazione e i bassi così in secondo piano da essere percepiti a malapena, come giustamente già stigmatizzato da Mauro, trovo trasmettano la giusta dose di pathos, solo raramente cedendo al virtuosismo e ad una eccessiva "velocità". L'integrale di Chopin di Ashkenazy, che ha registrato proprio tutto, pure l'Albumblatt o Wiosna, troneggia ancora nella mia CDteca oramai in disuso. La comprai di corsa appena uscì, volevo ascoltare tutto di quell'uomo (Frederick, non Vladimir). Gli studi li apprezzai, ma tornavo sempre ad ascoltare Pollini. Non ho mai sentito la versione di Perahia, cosa cui rimedierò, perchè apprezzo molto l'interprete, come non conosco quella di Lugansky. Ho sentito Lisitsa che, come sempre quando la ascolto, non solo in Chopin, mi genera reazioni contrastanti: mi pare parta benissimo, poi indugia eccessivamente su un rubato, o accelera dove, almeno secondo il mio poco educato orecchio, non starebbe bene accelerare, o "tira via" con frettolosità, insomma, mi fa storcere le orecchie e la riascolto con poco gusto. Ho sentito recentemente anche Lim, che non mi è parso affatto male, anche se non mi piace il suo nr9 op 10 (uno dei miei preferiti): non ne ha colto il pathos, o lo tira via troppo rapido, o usa dinamiche eccessivamente differenziate. Tutto sommato per un interprete così giovane, un'ottima prova. Un grazie a Mauro per il bell'articolo
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  26. No, non parlo del gruppo rock americano guidato da quel visionario sconvolto di David Byrne, parlo di quegli Youtuber che si mettono li, davanti alla videocamera, con il loro bel microfonone d'effetto e poi ... ... parlano, parlano, parlano, parlano per mezz'ora ininterrottamente raccontandovi le loro verità incontrovertibili senza mostrare nulla di quanto stanno parlando. E' una moda, un vezzo, uno stile ... ma io lo detesto ! Apprezzerei un pò di sintesi. E, se l'argomento è interessante, uno scritto, articolato ma leggibile in qualche minuto, senza la necessità di sorbirsi un lungo video monotono, sperando che alla fine ti resti in testa qualcosa. E voi ? Metto un caso scelto a caso. 34 minuti di monologo ma ne avrei potuti trovare altri 100.000, in tutte le lingue, dal tedesco al pashtun. [non ho niente contro il discografico del video che conosco ed ho incontrato più volte di persona].
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  27. Direi che non è andata male: miglior fotocamera professionale, miglior obiettivo da ritratto professionale, miglior fotocamera FF per esperti buongustai (cit. Max Aquila), che in defintiva è quello che siamo; infine miglior telezoom, che questo 180-600 è veramente forte. Magari se gli elementi con la dicitura "professionale" fossero stati posizionati in cima alla lista anzichè mimetizzati nel mucchio questa classifica sarebbe risultata maggiormente attendibile. Critica da gourmet nikonista.
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  28. La cosa più simpatica, si fa per dire, è che gli sconti o i cashback arrivano sempre dopo che ho fatto un acquisto importante. Dovrebbero , invece, premiare anche i clienti affezionati o "fessi "....
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  29. la versione della Jansen la conoscevo e, a dire il vero, l'ho riascoltata in questi giorni, gustandomela davvero "come nuova" con i "miei nuovi apparecchi"... sensazionale!
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  30. tra le marche più note di vetro ottico presenti sul mercato, specie in passato, annoveriamo di certo che presenta ancora a catalogo una linea completa di 7 lenti addizionali interessanti, la Pro 1, con diametro da 52 a 77mm, tutte della potenza di 3 diottrie e, così come ci interessa, tutte doppietti acromatici (come Marumi e Nikon) dotati di multicoating, ossia strati multipli di antiriflesso. caratterizzate da ovvie dimensioni importanti a contenimento della doppia lente. Piuttosto difficili da trovare anche su Amazon a causa della difficoltà di distribuzione fotografica del marchio, però forse anche per questo, vendute a prezzi ben più convenienti di quelle della concorrenza, come si può vedere sul sito italiano che purtroppo le dà tutte come non disponibili Ne ho trovata una da 62mm su Amazon a meno di 70 euro, ideale per esempio, per chi possegga un Nikkor Z DX 50-250 che possiede quel diametro filtri. Trovandone una da 67mm la comprerei di gran carriera per utilizzarla sul mio Nikkor Z 24-200mm
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  31. Facendo una ricerca sul web ho iniziato da un marchio che va per la maggiore in molti ambiti degli accessori fotografici: (oltre l'immaginazione) a parte il fatto che per chi ha studiato il latino, nisi è una locuzione che si traduce con "se non" per cui ogni volta mi capita di tradurre questo nome in quel senso nel suo catalogo italiano, presenta anche delle lenti addizionali dal diametro compatibile agli obiettivi macro e telezoom attuali: diametro da 77mm e corredata anche degli anelli step up per poter essere utilizzata su obiettivi di diametro filtro da 72 e 67mm dichiarano essere costruita in vetro ottico con struttura a doppia lente apocromatica, divenendo quindi un doppietto apocromatico (le Nikon e Marumi sono doppietti acromatici, quindi relativi a soli due colori della terna RGB) dotata di trattamento antiriflesso "Multi-Nano Coating" by NISI e di potenza fra 3 e 4 diottrie (non comprendo questa approssimazione non indifferente) ideale per focali tra 70 e 300mm e caratterizzata da una quasi totale assenza di purple fringings (se apocromatica dovrebbe esserne del tutto priva) Prezzo di vendita, sul sito ufficiale, dai rivenditori autorizzati e su Amazon: euro 139 In linea quindi con le Marumi dello stesso diametro. Sono incuriosito: devo chiedere ad Alberto Ghizzi Panizza che la usa, oppure qualcuno di voi nikonlander la adopera?
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  32. Si, lo sappiamo, la platea di Nikonland è "in età". E la maggior parte non frequenta o evita come la peste bubbonica i social network. Ma non vi chiediamo di arrivare a tanto. Solo di ricordarvi, se commentate o anche se non commentate, di premiare con un LIKE un qualche cosa che avete visto o letto su Nikonland e che incontra la vostra approvazione (o disapprovazione). E' un piccolo gesto col mouse o col dito se navigate con un dispositivo portatile che non vi costa assolutamente nulla. Ma può dare un segnale concreto a chi ha fatto quell'intervento. Motivandolo per il futuro, premiandolo oppure facendogli capire che siete in accordo o in dissenso con lui. Ci vuole un attimo. Sotto a qualunque contenuto di Nikonland che non abbiate scritto voi stessi [ ] compare sulla destra un cuoricino in grigio, questo qui. Vi sarete domandati perché alcuni messaggi, foto, contenuti, blog, articoli invece riportano in quella posizione, non il cuoricino grigio ma una o più iconcine con il pollice su o giù, il cuoricino o la coppa ? Perché qualcuno prima di voi ha messo un like. Ecco, quello è il metodo di consenso di Nikonland. Mettere il vostro è materia di un attimo, consumo nemmeno un miliardesimo di watt. Se portate mouse o dito sopra a quel cuoricino, comparirà una barra orizzontale : da cui potete scegliere il vostro responso. Dal semplice cuoricino rosso [mi piace], al pollice retroverso [non sono d'accordo], alla faccina perplessa [sei sicuro ?], al pollice verso [sono d'accordo] e finalmente la coppa, il premio speciale per un contenuto speciale ! A voi costa un microsecondo farlo ma spesso ve ne dimenticate. Ricordatevene quando una cosa vi piace (qualsiasi cosa, da un commento ad un articolo/blog/foto etc.) e vedete se non riteniate di premiare l'autore con il vostro LIKE, anche se ritenete di mettere un commento. Fatelo per Nikonland, quindi per voi stessi, non solo per l'autore, quale esso sia ... Se volete esercitarvi, cominciate con questo articolo. Mettete un bel LIKE al vostro infaticabile Admin ...
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  33. Se non riesco io con la mia passione nikonista, ecco come viene raccontato questo eccezionale wide da Nikon stessa, alla pagina n.1 dei racconti delle Mille ed una Notte Nikkor che vi ho suggerito qui: Eccovelo qui Qui di seguito una traduzione elementare dal testo... leggetelo e capirete qualcosa di più di un progettista giapponese, di ciò che ci si aspetta nel nostro mondo occidentale...
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  34. Il 13 aprile è partita alle 8.30 dal piazzale Michelangelo a Firenze, la terza edizione del Circuito Stradale del Mugello, secondo appuntamento del Campionato Italiano Grandi Eventi 2024, che si snoda fra il capoluogo fiorentino, il Chianti e si conclude il 14 aprile all’Autodromo del Mugello, dopo aver percorso parte del circuito storico. Anche quest’anno ho scelto le strade del Chianti per vedere il passaggio dei sessanta equipaggi che si sono dati battaglia a suon di cronometro per accaparrarsi la vittoria, che ha premiato l’equipaggio Alberto e Federico Riboldi su Fiat 508C del 1937 della Franciacorta Motori (foto seguenti). Quest’anno mi sono appostato fra due curve che tagliano i boschi prima di arrivare al Castello di Albola (splendida fattoria nei pressi di Radda in Chianti), dove iniziano i meravigliosi vigneti del Chianti Classico. L’edizione di quest’anno a mio modesto parere, mi è sembrata un po’ più povera rispetto agli anni scorsi, nonostante la presenza dei migliori regolaristi a livello nazionale. Quello che è mancato è il contorno di auto dei “gentleman driver” che si iscrivono, ma poi fanno solo passerella, tuttavia è stato sempre un passaggio di auto interessante da vedere. Di seguito posto le foto delle vetture più significative, tutte scattate con una Nikon Z 8 ed il 24-120/4. Fiat 514S del 1930 – Fontanella Gian Mario/Covelli Annamaria – 6° classificati Fiat 514S del 1930 – Fontanella Gian Mario/Covelli Annamaria – 6° classificati Fiat 508C del 1938 – Passanante Mario/Molgora Alessandro – 2° classificati Lancia Ardea del 1941 – Moceri Giovanni/Dicembre Valeria - 4° classificati Lancia Ardea del 1941 – Moceri Giovanni/Dicembre Valeria - 4° classificati Lancia Lambda Spider Casaro del 1928 – Beccalossi Carlo/Marchionni Marzia Lancia Lambda Spider Casaro del 1928 – Beccalossi Carlo/Marchionni Marzia Lancia Lambda Spider Casaro del 1929 – Sisti Sergio/Gualandi Anna – 8° classificati Lancia Lambda Spider Casaro del 1929 – Sisti Sergio/Gualandi Anna – 8° classificati Bugatti T. 37 del 1929 – Miatto Roberto/Borchia David Bugatti T. 37 del 1929 – Miatto Roberto/Borchia David Fiat 508C del 1937 – Crugnola Roberto/Mentasti Annalisa 3° classificati Fiat 508C del 1937 – Crugnola Roberto/Mentasti Annalisa 3° classificati Fiat Balilla Spider Sport 508S “Coppa d’Oro” del 1933 auto già presente nel 2022 con un equipaggio femminile (Bussolati/Rotundo) e quest’anno, portata in gara da due maschietti di cui non si conoscono le generalità, in quanto non trasmesse negli elenchi forniti dall’organizzazione e neppure presenti fra i classificati. Fiat Balilla Spider Sport 508S “Coppa d’Oro” del 1933 Fiat 1100/103 del 1953 – Lui Luciano/Pizzi Paolo Alfa Romeo Giulietta Spider del 1957 – Soldo Giovanni/Messina Sabrina Morris Cooper S del 1968 – Pighi Giovanni/Cocca Anita Porsche 356 A Speedster del 1956 – Virdis Alessandro/Giordo Silvia Fiat 1300 del 1963 – Tattini Alberto/Sciolti Rossella Porsche 356 C del 1964 – Lambruschini Giorgio/Mancini Alessandro Innocenti Mini Cooper del 1973 – Converso Dario/Ameglio Federica Lancia Aurelia B20 GT del 1954 – Axel P. e Tatjana Assmus Lancia Lambda del 1928 – Massimo e Lapo Ermini – vincitore della Coppa Gentleman Fiat 508C del 1937 – Zanasi Massimo/Corneliani Corrado – 7° classificati BMW 328 del 1939 – John e Julie Herlihy BMW 328 del 1939 – John e Julie Herlihy Alfa Romeo 1900 CSS Touring del 1954 – Rogiers Raf/Reekmans Kurt Ford Anglia del 1962 – Aiello Alessandro/Buccioni Elisa Ferrari 250 Testa Rossa del 1958 – Paul e Olivier Schouwenburg Ferrari 250 Testa Rossa del 1958 – Paul e Olivier Schouwenburg Austin Healey 100/4 BN2 del 1956 – Chiarini Maurizio/Vancini Roberto Fiat 124 Sport Spider del 1972 – Paoli Stefano/Ricci Alessandro Fiat 124 Sport Spider del 1972 – Paoli Stefano/Ricci Alessandro Porsche 356C del 1964 – Ratti Michele/Lastrucci Gianpaolo Porsche 924 Turbo del 1983 – Notaras Polykarpos/Christopoulus Petros Ferrari 308 GTS del 1984 – Paolo e Francesco Prandini Steyr Puch 650 T del 1962 – Giacinti Roberto/Campatelli Serena Ferrari 208 GTS Turbo (1988) – Castello Aldo/Pascal Maria Teresa Di seguito ci sono le vetture nuove o seminuove che partecipano al "Tributo Circuito Stradale del Mugello". Porsche Carrera 4S del 1996 – Vania Parolaro e Ornella Pietropaolo – Vincitrici della Coppa delle Dame Ferrari 488 GTB del 2017 – Vergamini Fabio/Fabrizi Lisa – 2° classificati Ferrari 488 GTB del 2017 – Vergamini Fabio/Fabrizi Lisa – 2° classificati Ferrari 812 Superfast del 2018 – Mozzi Giordano/Giusti Marco – 1° classificati Ferrari 812 Superfast del 2018 – Mozzi Giordano/Giusti Marco – 1° classificati Porsche 911 Dakar del 2023 – Medaer Raf/Jans Anne-Mieke Ferrari F12 del 2013 – Eitel e Lorenzo Monaco – Vincitori della coppa Media del Tributo Ferrari 296 GTB del 2023 – Binder Frank/Van Zeujlen Bastaan – Primi fra gli equipaggi stranieri Ferrari 458 S del 2015 – Mancinelli Graziano/Barbieri Silvia Claudia Porsche 718 Spider del 2021 – Eichhorn Einz Jurgen/Wirth Michael Adesso non resta che attendere la prossima edizione della Mille Miglia Storica prevista per la metà di giugno, dove i partecipanti saranno molto più numerosi e con una notevole varietà di auto interessantissime.
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  35. Concordo, la batteria ok ma l’’impugnatura chi te la chiede? Forse ne hanno troppe e non sanno come farle fuori, ma se io voglio uno sconto lo voglio su quello che mi serve (macchina e obiettivo) o al limite mi devi far scegliere e non impormi due cose delle quali non saprei che farmene. Poi ognuno fa le politiche che vuole, però se in questo momento dovessi prendere una z8 non sarei invogliato da questa offerta. Ovviamente è un’opinione personale, magari altri la troveranno vantaggiosa.
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  36. Buono per chi cerca una Z nuova, anche se lo sconto è meno importante di quanto sembra. Per me è un altro segnale dell'arrivo della Z6III in tempi molto brevi.
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  37. 17 Il momento di lanciarsi 18 Il momento inerpicarsi 19 Il momento di sfiorare
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  38. l'anagrafe parla purtroppo. Ma non dovrebbe essere un alibi. Ci sono "grandi vecchi" della fotografia che ancora fotografano, non vivono solo di ricordi. Come invece sembrano fare molti degli iscritti a questo sito. Abbiamo un migliaio di iscritti ed oltre 200 sono assidui frequentatori (a giudicare dagli accessi accreditati). Moltissimi stanno leggendo l'articolo sul quesito "Compro la Z8 o aspetto la Z6 III". E possiamo capire l'interrogativo. Ma fotografare ? E' ancora qualche cosa all'ordine del giorno ? Perché al contest dell'anno 2023, hanno partecipato una trentina. E alcuni, l'abbiamo intuito, più per moto d'orgoglio che per vero spirito di partecipazione. Siamo sicuri che sarà il loro unico atto fotografico per molti mesi a venire. Lo testimonia la partecipazione con fotografie alle Gallerie Fotografiche libere, a quelle tematiche, a quelle relative agli obiettivi. E non parliamo delle recensioni dei propri obiettivi. Capiamo anche quello. Per recensire un obiettivo posseduto, onestamente bisognerebbe usarlo. O almeno averlo usato. Invece è facile leggere di ricordi. Si, io si, mi ricordo (parafrasando scherzosamente l'ultimo Marcello Mastroianni che, avendo vissuto intensamente, ricordava di averlo fatto di persona, da vecchio). Io mi ricordo di quando fotografavo. Di quando mi appassionava usare la fotocamera. Di quando ne avevo voglia. Ma, comprendendo le ragioni di chi ha impedimenti seri cui auguriamo tutto il bene del mondo, è mai possibile che già si viva di ricordi ? Perché è proprio una cosa brutta da pensare. E certamente da ammettere. Perché un giorno, veramente, si potrà solo ricordare di aver fotografato. Ma facilmente ci saremo scordati che cosa e non avremo i vecchi album di famiglia di una volta da sfogliare con i nipotini - per chi ce li ha. Solo lard dsk oramai illeggibili e di cui non avremo altre copie. Fotografare invece è vita. E' vita vissuta. E' vita adesso. Davvero non ci posso credere. Certamente non è vero che non fotografate. Fate finta. Lo fate perché vi è antipatico l'Admin di Nikonland. Ammettetelo ! E' una ripicca ... Su mostrate un segno del fatto che ieri, oggi, l'altro ieri, avete fotografato. Un commento. Un commento fotografico a questo articoli. E dite qualche cosa di fotografico ... con una vostra riverita fotografia. Giusto qui di seguito. Fateci vedere che non vivete solo di ricordi ma che fotografi, lo siete ancora. Un ricordino primo di perdere anche quello ... oltre alla voglia di usare una Nikon ! Prima che ci prenda tutti la nostalgia di quelle foto mai scattate !
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  39. Credo che il responsabile commerciale Nikon per quanto riguarda questa operazione sia l'ing Nàcagata! Quanto detto da Mauro è esaustivo, ogni altro commento è superfluo.
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  40. e che altro si può pensare se non che Tamron aveva un tot di fusti in esubero e in vista del lancio dei nuovi, li ha venduti "a peso" a Nikon che ci ha ricaricato sopra il 300% di margine ? "Tanto quelli la comprerebbero pure se fossero solo color marrone" (cit. Gianni Agnelli per la Fiat 850) ... e poi gli vendiamo un prodotto più migliore assai in sostituzione !
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  41. Quindi questo fatto fa girare i cogl*oni solo a me ? Io sono furibondo, a dir poco. E delle prestazioni mi interessa zero, di un obiettivo che mi interessa zero. Questo si chiama prendere per il cu*o i clienti ! Pensa se tra tre mesi Tamarron se ne esce pure con il 70-180/2.8 G2 stabilizzato e pinzillaccheroso come saranno contenti e strafelici quelli che hanno comperato "non per fare investimento" quello non stabilizzato e con il motorino Lima marchiato Nikkor ! Ecchecca**o !
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  42. Cara Nikon, non sono sicuro di aver capito ... Premessa a margine di questo commento al lancio del nuovo Tamron. Nikon, come Tamron, Sigma, Sony etc., è ovviamente libera di fare la sua politica commerciale, di alleanze e via discorrendo. Ci mancherebbe, è una società che sta sul mercato per fare profitto e deve seguire le proprie strategie. Ma la comunicazione con la sua base di clientela è una cosa che ci riguarda. E anche in passato ci siamo trovati di fronte a messaggi contrastanti. Mitsubishi - che direttamente o indirettamente ancora controlla Nikon - per il tramite di alcune sue fiduciarie possiede una quota di minoranza di Tamron (credo che Sony sia ancora il socio di maggioranza relativa con circa il 15% delle azioni. Ma Tamron non è una società quotata). E quindi Nikon ha dato in licenza a Tamron l'attacco Z mentre si rifornisce da Tamron di semilavorati per alcuni prodotti. Segnatamente - per quanto ne sappiamo - per i tre obiettivi il cui sviluppo iniziale è chiaramente Tamron, 28-75/2.8, 17-28/2.8 e 70-180/2.8. Quando è uscito la scorsa estate il Nikkor Z 70-170/2.8, Tamron ha sostanzialmente in contemporanea annunciato la versione G2 per Sony. Migliorata in tutto (motore, stabilizzatore, schema ottico, prestazioni). Nikon invece ha in licenza l'equivalente della versione G1. Lo stesso per gli altri due obiettivi. Del 28-75/2.8, Tamron aveva già lanciato nel 2021 la versione G2. Bene. Però, anche se è seccante sapere che Nikon ci vende un prodotto non aggiornato all'ultimo standard, sapere che esiste la versione per Sony non ci cambiava la vita. Adesso è diverso. Noi abbiamo comperato il Nikon Z 28-75/2.8 by Tamron e da questo momento possiamo avere il nuovo Tamron 28-75/2.8 nella versione migliorata in tutto (confermato da tutti i test di tutti i tester dell'universo) anche per Nikon Z. L'effetto è che c'è un obiettivo migliore, della stessa provenienza - non semplicemente di un concorrente - che si sovrappone al nostro. Con conseguente svalutazione immediata del nostro, di prodotto. Dobbiamo aspettarci che presto o tardi uscirà per Z anche la versione G2 degli altri due obiettivi, superando quelli che sono i limiti che abbiamo individuato nelle nostre versioni ? Sarebbe veramente seccante e non mi sentirei di giustificarlo. Specie considerando che la politica commerciale (prezzi) di Tamron sinora è stata più che aggressiva (i tre obiettivi di cui parliamo, in versione Sony, Tamron li vende ad un prezzo decisamente più conveniente di quello che viene chiesto a noi da Nikon). La tendenza è di usare motori lineari Prima Sony, poi Sigma e Tamron, stanno passando ai motori lineari al posto di quelli STM/passo passo. Non è scienza militare, sono motori che esistono da decenni e sono utilizzati persino nel modellismo o nelle stampanti 3D. Sono caratterizzati da coppia elevata, zero usura, velocità estrema ed estrema precisione. Nikon li usa anche lei da decenni. Ma nei suoi obiettivi, anche quelli top, sinora ha usato i più convenzionali motorini passo-passo. Dobbiamo attenderci una versione II dei nostri obiettivi aggiornata in questa componente ? Fosse così, il sovrapprezzo che abbiamo pagato per avere obiettivi di qualità top e di longevità top non sarebbe stato giustificato. La concorrenza è salutare ma adesso mi pare che la fuori ci siano i leoni ... Questo annuncio di Tamron, l'annuncio della roadmap di Viltrox con obiettivi estremamente ambiziosi che vanno in diretta competizione con i TOP CLASS di Nikon mi pare che sia più di uno squillo di tromba. In che parte del guado stia Sigma ancora non l'ho capito ma potrebbero essere solo in attesa di un accordo (Yamaki vuole continuare a portare i pantaloni in casa sua ma sembra che Canon e Nikon non siano d'accordo. Abbiamo il precedente di RED : mai dire mai). Potremmo arrivare anche in Nikon Z al caso che i porcellini d'India (ovvero i primi acquirenti di una nuova generazione di prodotti) siano sacrificabili per un margine del 25% in più. Ovvero quelli che lo prendono in quel posto … Se la tendenza fosse questa e si rivelasse confermata, anche io che sono Nikonista nel DNA potrei decidere di fermarmi a riflettere e aspettare. La mancanza di una prospettiva chiara e la parossistica e spasmodica ricerca del segreto a tutti i costi da parte di Nikon non aiuta certo a fare chiarezza o a capire cosa aspettarci nell'immediato futuro. E la qualità che stiamo riscontrando in alcuni Viltrox ci fa dire che non è solo in casa Nikon che c'è l'Adrian Newey dei progettisti ottici. Mi sa che alcuni si sono accasati ad Hong Kong portandosi dietro progetti e macchinari. Insomma, è pericoloso tirare troppo la corda ... Detto fuori dai denti. Ho avuto il Nikkor Z 24-70/2.8 per qualche anno e l'ho trovato eccellente, l'ho venduto perché il 24-120/4 S è più flessibile per me le volte che mi serve questo tipo di trans-standard. Ma se oggi avessi bisogno di un 2x-7x/2.8 comprerei questo Tamron. Che sembra meglio del 24-70/2.8 S di Nikon e costa come il 24-120/4 S di Nikon ed è indubbiamente meglio del TamNikon 28-75/2.8 !
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  43. Messa in commercio : luglio 2019 12 lenti in 8 gruppi passo filtri 67mm diaframma a 9 lamelle messa a fuoco minima 80cm motore STM stabilizzatore integrato : NO dimensioni 75 millimetri x 99 millimetri, peso 470 g schema ottico con due elementi ED, nessuno asferico MTF sintetico guarnizioni multifocusing per una maggiore precisione, specie alle distanze minime *** E'sostanzialmente il fratello maggiore del 50/1.8 S, e come quello è praticamente irreprensibile. Le prestazioni lo rendono addirittura migliore di tutti gli 85mm Nikon precedenti, in pratica è di una categoria superiore a quella che la luminosità massima farebbe ipotizzare. Se non ci fosse l'85/1.2 S - la cui S é più Special - non ci sarebbe nulla da desiderare. Ragionevolmente compatto, ben costruito, equilibrato in mano, si adatta perfettamente ad una Z6 o ad una Zf. Ma anche su macchine DX va benissimo. Venduto al prezzo giusto, è la scelta "obbligata" per chi fa ritratto. album dedicati : approfondimenti su Nikonland.it : Nikkor Z 85mm f/1.8 S : l'anteprima di Nikonland Nikkor Z 85mm f/1.8 : l'infaticabile (lavoratore) - test completo Io e il Nikkor Z 85mm f/1.8 S : quando tocca ricredersi ...
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