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Mostra il contenuto con la massima reputazione di 11/03/2024 in tutte le aree

  1. Allora, qualcuno chieda all' Area 51 di Nikon, quella che da poco il responsabile Mitsuteru Hino, intervistato da una rivista francese, ha definito così: ...perchè i cinesi imperversano e si fanno talmente tanto concorrenza tra di loro, che sfornano di giorno in giorno prodotti che i giapponesi di Nikon da troppo tempo hanno lasciato agli alieni, nella loro Area51 appunto. Neewer sta velocemente crescendo come marchio leader nella fabbricazione di quelle sorgenti di luce artificiale che negli ultimi anni hanno fatto la fortuna di un marchio in particolare: Godox di Shenzen. Il flash in unboxing oggi è riuscito perfino a creare un'assimilazione diretta alle mirrorless Nikon, come neppure Godox aveva immaginato, inserendo una "Z" nella sigla che lo contraddistingue Così adesso, come lo si monta su di una Nikon Z, non lascia adito a dubbi sul messaggio: Si tratta di un flash a testa rotonda che sembra (ma non è) il clone del Godox V1, il quale a sua volta al momento della presentazione, sembrava (ma non era) il clone di un Profoto costosissimo, frazionando in maniera eclatante la somma necessaria ad impadronirsene. Stessa cosa oggi il Neewer Z1, venduto ad una significativa differenza di prezzo rispetto al Godox V1, che è stato da poco evoluto nella versione Pro, ma anche il Neewer ha da poco presentato la sua versione Z2, ancora più evoluta del Godox V1pro, avendolo dotato anche di un display touch. Torniamo al nostro Z1-N, acquistato su Amazon ad un prezzo speciale, cui era davvero difficile rinunciare già sulla scatola troviamo esposte le caratteristiche salienti di questo flash a slitta, dedicato prevalentemente alla fotografia di ritratto, grazie a questa sua parabola tonda e dotata di un ring magnetico, per potervi applicare gli accessori modificatori presenti in due kit optional, (identici a quelli corrispondenti al V1 Godox) mentre un dome diffusore è già incluso nella confezione, che una volta aperta si presenta così e poi, sconfezionando il tutto dai sacchetti di politene, si mostra in questo modo un flash a slitta da 555 grammi (inclusa la batteria al litio da 2600mAh) capace di funzionare con ogni fotocamera Nikon (la slitta flash delle mirrorless è infatti identica a quella delle reflex) sia in TTL flash, sia in Manual (con riduzione fino ad 1/256 della potenza massima da 76W), sia in strobo. Ovviamente, per non perdere colpi rispetto i flash Godox, anche questo può funzionare in wireless radio sia da Master sia da Slave, asservito ad altri flash analoghi Neewer, oppure ai trigger della casa. Una delle differenze infatti è l'impossibilità di utilizzare trigger o flash Godox perchè la frequenza di trasmissione è proprietaria, pur essendo sempre sulla banda dei 2,4GHz. L'altre differenza da Godox è la batteria, che pur essendo di capacità e dimensioni simillime alla VB26 Godox, non è compatibile con essa, come potete vedere Mentre gli accessori modificatori Godox per teste tonde (calamitati) sono quasi tutti compatibili I tasti funzione posteriori sono anch'essi mutuati dalla logica di funzionamento che abbiamo per anni imparato ad utilizzare sui Godox e si compongono di un multiselettore centrale, dotato di un cursore circolare concentrico, con funzione di pulsante nelle quattro posizioni indicate dalle rispettive funzioni, ma anche da regolatore senza fine delle varie funzioni attivate dai singoli tasti. Anche i menù che appaiono sul display sono copia conforme di quelli che conosciamo già dai Godox, così come le varie schermate funzione: come anche il riconoscimento automatico della focale dell'obiettivo in uso, se non si voglia invece regolare manualmente l'angolo di campo dell'emissione di luce dalla parabola Mentre il colore cambia nel passaggio in wireless radio flash, da Master (con i consueti quattro gruppi flash e 32 canali di trasmissione/ricezione) ... a Slave Dispone anche di una Modeling Led light, regolabile in 10 livelli di potenza un flash compatto e polifunzionale, inserito in un sistema in progress, che ci ripromettiamo di esplorare (se ne avremo la possibilità e la pazienza) per nulla dissimile dall'ormai sperimentato sistema Godox. Le prime foto mi parlano di una luce molto ben contrastata, quindi addomesticabile con i tanti modificatori disponibili... anche un pò vignettante ai bordi, tanto quanto basta a poter essere corretta, oppure addirittura accentuata in qusta sua tendenza, per andare a incorniciare il soggetto col quale comporremo le nostre immagini. Dopo tanti anni trascorsi a testare sorgenti luminose artificiali di tutti i generi, mi ero incuriosito di questo nuovo emergente: ed integrerò questo articolo delle foto che scatterò con esso. Che non si dica che Nikonland non ne sappia parlare... Max Aquila photo © per Nikonland 2024
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  2. Alla stessa domanda rivolta ai progettisti Nikon ("potevate mettere il tasto ON/OFF per il VR sull'obiettivo ?") hanno sempre risposto : "c'è l'opzione nel menù della fotocamera, noi consigliamo di tenerlo sempre attivo, salvo quando sia indispensabile disattivarlo." Riguardo alla cooperazione con lo stabilizzatore del corpo macchina, con le macchine di prima generazione (come Z6/Z7/Z5), quello del sensore si disattiva automaticamente, delegando tutto il lavoro a quello incorporato dell'obiettivo. E' solo con Z9 e Z8 che i due sistemi lavorano insieme cooperando su 5 direzioni (non ho indagato circa la Zf, propenderei per il si anche per lei ma non lo so per certo). Senza voler essere asseverante, il mio VR è sempre attivo e sempre in posizione SPORT. In ogni caso mettendo - se non c'è già - la voce nel menù i, è un attimo intervenire per impostare la condizione a seconda dei casi.
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  3. A questa rispondo io. Z8 è Z9 non hanno otturatore meccanico, e non hanno neanche un oscuramento dell’immagine al momento dello scatto perché hanno due sensori differenti per mirino e foto, questo comporta uno scostamento dell’immagine nel momento in cui si scatta con lo stabilizzatore su normal. Scostamento fastidioso e che non consente di essere precisi nell’ inquadratura. Perché la posizione normal è molto più aggressiva della sport, permette quindi di avere più stabilità ma meno precisione. Se si usa una Z7 questo problema non esiste che si scatti in otturatore meccanico o no.
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  4. Ne abbiamo accennato ieri pensando fosse tutto sommato una notizia marginale per noi fotografi di Nikonland.it. RED è un nome importante in campo video cinematografico ma le ricadute verso il nostro mondo sono o saranno non particolarmente importanti. Non dopo che la causa legale intentata da RED nel 2022 è stata archiviata lo scorso aprile 2023. Invece ne riparliamo perché il web e in particolare Youtube - dove sembra che ogni videoamatore si senta abbastanza cineasta da avere una RED Komodo sul tavolo - è letteralmente impazzito, almeno quando si sono levate le luci dell'alba negli Stati Uniti. Ma andiamo con ordine. la delegazione giapponese sale sul ponte della USS Missouri per firmare i termini della resa incondizionata delle forze militari. Buona parte delle navi imperiali armate con apparecchi ottici Nikon è stata affondata anche grazie all'utilizzo del radar, invenzione americana Nikon è una società giapponese nata nel 1917 che fino al 1945 ha prodotto per lo più per la Marina Imperiale Giapponese cose progettate per ammazzare marinai e aviatori americani. Persa la guerra, durante l'occupazione americana del Giappone, Nikon si è reinventata società civile producendo binocoli e fotocamere 35mm con obiettivi dedicati che sin da subito ha venduto ai marinai, aviatori e soldati USA che tornavano a casa mostrando quei prodotti. Un famoso corrispondente di guerra americano, Dave Duncan ha fatto conoscere ai suoi colleghi la qualità degli obiettivi fotografici per Contax prodotti da Nikon, tanto che Nikon è diventato il marchio d'elezione dei reporter. Il successo commerciale negli USA è stato tale che Nikon ha aperto la sua prima - e ancora oggi più importante - filiale sulla costa EST, esportando nel continente americano, non le bombe e la bandiera del sol levante come sognava Tojo ma la tecnologia ottica di primordine che erano riusciti a sviluppare con le loro telemetro e poi con le reflex ma soprattutto con gli obiettivi Nikkor. Con lo sviluppo dell'industria dei microchip, Nikon è poi tornata alla sua primaria attività di produzione industriale sviluppando i migliori macchinari per la stampa microlitografica per la produzione di chip e display a cristalli liquidi. Solo a causa di un embargo politico deciso dal Congresso per impedire la possibilità che segreti industriali finissero in mani cinesi, Nikon è stata esclusa dal gioco della microlitografia ad oltre ultracorte, che oggi è di esclusiva pertinenza dell'alleato olandese Philips. Ma questo non toglie che Nikon sia in grado di progettare e produrre tutto ciò che crede e pensa di poter vendere. Cosa che dimostra ogni giorno, producendo fotocamere, obiettivi, sistemi di misura e controllo, macchine per la produzione 3D multimateriale in metallo, sistemi laser, sistemi medicali, robot. Finanche i sistemi di ripresa fotografica per Nasa, ESA e per la futura missione lunare Artemis III. Nikon oggi ha oltre 20.000 dipendenti che lavorano nel Sud-Est asiatico e filiali in Europa, Asia e Stati Uniti. Nikon USA continua ad essere la sua branch principale. Il bilancio è in piena salute. La cassa è piena di contanti. Tre anni fa ha emesso certificati obbligazionari speciali, coperti da Mitsubishi Bank il giorno stesso dell'emissione, per finanziare specificatamente una campagna di acquisizione di società tecnologiche strategiche. Con questa liquidità ha acquisito società in Europa e negli Stati Uniti, in campo oftalmico e robotico. prima la Z9 e adesso la Z8 hanno aperto a Nikon il mercato della produzione video di fascia bassa Con lo sviluppo del sistema Nikon Z e in particolare con il primo team di progettazione della Nikon Z9, Nikon ha stabilito di espandersi anche in campo video e poi cinema. Mentre nel video Nikon ha grande esperienza, avendo proposto sin dal primo sviluppo delle reflex digitali, fotocamere bivalenti (e dopo una breve esperienza di produzione di cinecamere negli anni d'oro della pellicola), il cinema è un ambiente più chiuso e ostile. Dove comunque il prodotto ottico Nikon è ben quotato. Basti pensare alla seconda giovinezza del mitico 300mm f/2, oramai operativo solo con attacco ARRI su videocamere da ripresa a superaltarisoluzione ad Hollywood. Si tratta di un campo ristretto, dove si conoscono tutti e se non sei californiano, non conti nulla. La stessa Canon che ha provato ad espandersi in quel campo e con la sua esperienza nella produzione di videocamere sia consumer che professionale, non ha avuto un grandissimo successo (linea specifica di videocamere serie C con attacco RF). Sony ha più vantaggio per il suo bagaglio broadcasting consolidato ma soprattutto perché possiede svariate società cinematografiche di Hollywood acquistate nei tempo d'oro (la Sony Pictures Entertainment non è altro che la Columbia, ovvero la major che aveva a contratto Cary Grant, Carol Lombard, James Stewart, Clark Gable, Frank Capra, etc. etc. etc. ...) e serve personaggi come Tom Cruise e le sue produzioni. Nikon avrebbe anche potuto avventurarsi in questo settore direttamente ma con il rischio concreto di perdere del tempo ed essere derisa. Per cui ha deciso di cercare sul mercato un candidato ideale per acquistarlo ed utilizzarlo per penetrare il mercato. Insomma, l'invasione giapponese degli USA, pacifica certo, ma non per questo meno ostile, favorita dalla atavica abitudine degli imprenditori americani a dedicarsi ad altro dopo aver lanciato un prodotto di successo. La prima valutazione nel 2021 si è concentrata su tre soggetti Blackmagic Design - quella di Da Vinci Resolve - Red Digital e la giapponese ed appannata mitica JVC, gruppo Kenwood. In Giappone le cose non si muovono se le rispettive mamme non si accordano, e si vede che Mitsubishi e Kenwood non si parlano tra loro. Gli australiani di Blackmagic sono in gran voga, grazie soprattutto al software per cui la selezione si è ristretta ai californiani di RED. Come capita in questi casi, di fronte ad una possibile acquisizione si muovono i legali. E il contatto tra Nikon e RED è avvenuto davanti al Tribunale di Los Angeles. RED è una creatura di Jim Jannard, fondata nel 1999 per diversificare l'attività. Jannard è diventato ricco fondando la Oakley, letteralmente nel suo garage nel 1975, mentre certi altri a Los Altos trafficavano con certe mele rosicchiate da microchip e vecchie tastiere riciclate dell'IBM. Il marchio Oakley è diventato famoso in campo soprattutto sportivo, appannando Rayban. E il buon Jim, dopo averne sfruttato la rete di vendita si trovò in collisione con Luxottica. Con cui dopo varie azioni legali trovò l'accordo per la cessione integrale. Alla modica cifra di 2.1 miliardi di dollari, del 2006. Red Digital Cinema Camera, società nata in un capannone della Oakley e che occupa circa 200 dipendenti, diventò così il suo giocattolo e svago. Ma l'età avanza - Jim ha 75 primavere - e la salute latita. Quindi l'intenzione di raccogliere gli ultimi soldi, intentando causa legale contro Apple, contro Sony e infine contro Nikon per infrazione di brevetti sul formato compresso del video. Con Canon si trovò l'accordo per lo scambio di licenze in cambio dell'attacco RF e delle batterie per le video camere RED. nikonizzazione pittorica di una Komodo-X di RED DIGITAL Tutto questo per puntualizzare bene la storia di entrambe le società. Red Digital Cinema Camera ha una fama consolidata in produzione cinematografiche di livello e televisive, specie nell'orbita Netflix. Produce videocamere di fascia media per quel settore (4-10.000$). Viene da un tentativo un pò scellerato di fare uno smartphone dedicato alla ripresa video che deve essere costato un sacco di soldi e non è mai entrato veramente in produzione. Lo scontro con Nikon i cui legali americani sono dei veri squali, chiusosi con l'archiviazione, dopo che Nikon ha dimostrato che la pretesa di RED è simile a quella di chi pretenderebbe di avere dei diritti sull'acqua potabile estratta con metodi industriali diversi dalla raccolta di acqua piovana, si è trasformato in un incontro formale per l'acquisizione integrale della società. Non essendo quotata non abbiamo idea di quale sia la cifra pattuita e nel comunicato stampa ovviamente non se ne parla. Ma radio-Hollywood parla di un corrispettivo non trascurabile per Jannard e il suo vice Land, oltre all'assicurazione - classica - che la società e i dipendenti non verranno toccati dopo l'acquisizione. RED KOMODO 6K ... con davanti un 15mm ZEISS Ed ecco quindi il comunicato stampa, alla fine delle trattative formalizzate nei giorni scorsi. Nikon acquisirà il produttore statunitense di fotocamere cinematografiche RED.com, LLC Accelerazione dell’espansione nel mercato delle telecamere cinematografiche digitali professionali 7 marzo 2024 TOKYO – Nikon Corporation (Nikon) annuncia con la presente la stipula di un accordo per l'acquisizione del 100% degli interessi associativi in circolazione di RED.com, LLC (RED) in base al quale RED diventerà una consociata interamente controllata da Nikon, in seguito ad un acquisto di quote di partecipazione Accordo con il Sig. James Jannard, il suo fondatore, e il Sig. Jarred Land, il suo attuale presidente, soggetto al soddisfacimento di alcune condizioni finali ai sensi dello stesso. Fin dalla sua fondazione nel 2005, RED è stata in prima linea nelle telecamere cinematografiche digitali, introducendo prodotti che definiscono il settore come l'originale RED ONE 4K fino all'innovativo V-RAPTOR [X] con la sua tecnologia di compressione RAW proprietaria. Il contributo di RED all'industria cinematografica non solo le è valso un Academy Award, ma l'ha anche resa la telecamera preferita da numerose produzioni hollywoodiane, celebrata da registi e direttori della fotografia di tutto il mondo per il suo impegno nell'innovazione e nella qualità dell'immagine ottimizzata per i più alti livelli di produzione cinematografica e produzione video. Questo accordo è stato raggiunto come risultato del desiderio reciproco di Nikon e RED di soddisfare le esigenze dei clienti e offrire esperienze utente eccezionali che superino le aspettative, unendo i punti di forza di entrambe le società. L'esperienza di Nikon nello sviluppo dei prodotti, l'eccezionale affidabilità e il know-how nell'elaborazione delle immagini, nonché nella tecnologia ottica e nell'interfaccia utente, insieme alla conoscenza di RED nelle telecamere cinematografiche, inclusa l'esclusiva tecnologia di compressione delle immagini e la scienza del colore, consentiranno lo sviluppo di prodotti distintivi in il mercato delle fotocamere cinematografiche digitali professionali. Nikon sfrutterà questa acquisizione per espandere il mercato in rapida crescita delle fotocamere cinematografiche digitali professionali, basandosi sulle basi commerciali e sulle reti di entrambe le società, promettendo un futuro entusiasmante di sviluppo di prodotti che continuerà ad ampliare i confini di ciò che è possibile nella produzione di film e video. *** Conseguenze reali ? Soffermiamoci sull'ultimo capo del comunicato stampa : "Nikon sfrutterà questa acquisizione per espandere il mercato in rapida crescita delle fotocamere cinematografiche digitali professionali, basandosi sulle basi commerciali e sulle reti di entrambe le società, promettendo un futuro entusiasmante di sviluppo di prodotti che continuerà ad ampliare i confini di ciò che è possibile nella produzione di film e video." E' la risposta alla volontà Nikon di entrare in un mercato chiuso e protetto, dominato da pochissimi. Lo fa avendo già un piede dentro ed avendo dietro la sua filiale più potente, ovvero Nikon USA. E' evidente che, pur mantenendo RED una società separata, questa sarà colonizzata da uomini di Nikon USA e che ogni occasione di business nel continente sarà sfruttata congiuntamente. Portando prodotti RED e Nikon insieme, costruendo una offerta piuttosto irresistibile anche se non al livello altissimo possibile solo per Sony con le sue videocamere Venice (quelle usate per Top Gun II e l'ultimo Mission Impossible). Per tutti i budget. La prova sta nel chiasso che ogni youtuber si sta sentendo in dovere di fare sul proprio canale praticamente da ieri sera. Tutti con toni abbastanza entusiastici, nel vero. Nikon acquisisce anche tutti i brevetti di RED, sia in campo di codec/compressione che di utilizzo e sviluppo della tecnologia dei sensori. Che sono si dei global shutter ma di taglio cinema (Super35 25x19mm) e pensati per formati ad alta risoluzione in movimento e non per le foto. Le videocamere RED hanno attacco Canon e batterie Canon. Qualche cosa che dovrà essere sanata al più presto da Nikon, pur mantenendo l'assistenza e la garanzia sul parco installato. Tenendo conto che la gran parte delle camere in circolazione sono di proprietà di società che le noleggiano ai cineasti meno robusti, a giornata o a week-end. Ma naturalmente di qui si potrà sviluppare sul mercato un business che Nikon negli anni ha trascurato, lasciandolo in mano ad altri attori. Nikon non è fatta solo da giovani ingegneri, è controllata da manager maturi i cui genitori hanno fatto la guerra e i cui nonni sono cresciuti nel culto della tecnologia tedesca. Pensare che ad Hollywood si fa il cinema con videocamere Sony ma con davanti obiettivi Zeiss o Leica deve essere come sventolare un drappo rosso davanti agli occhi per loro. una tentazione irresistibile quella di immaginare soluzioni di quel livello, sostenute dai mezzi economici e tecnici di Nikon, di videocamere RED Digital con davanti ottiche cine Nikon. Ottiche CINE Nikon che, con attacco Z, potremmo tendenzialmente utilizzare anche noi su Z8, Z9 e Z6 III. Vi immaginate un Noct 58/0.95 in formato CINE in mano ad un novello Kubrik ? E un rinnovato 300mm f/2 o 200mm f/2 CINE con attacco Z, sia in versione manual che auto focus ? Ecco gli scenari aperti. Più i tanti che possiamo solo, per il momento, immaginare ...
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  5. La redazione di Nikonland ha ricevuto questa specifica domanda che riteniamo sarà nella mente di molti - in possesso di vecchie reflex oppure di Z6/Z7 - che ancora non hanno acquistato una Z8 o una Z9. la Nikon Z8 con il suo compagno d'elezione Nikkor Z 24-120/4 S è la professionale che prosegue i fasti di F100, D700 e D800-850 La Nikon Z8 è sul mercato da fine maggio 2023 ed è un successone, oramai con il firmware 2.0 nel pieno delle maturità ed in grado di fare il 90% di quanto può fare l'ammiraglia Z9, oggi relegata a compiti senza compromessi. Anche noi, dopo qualche perplessità iniziale, utilizziamo la Z8 con la stessa confidenza e sicurezza della Z9, tolta la minore durata della batteria e una maggiore scomodità con ottiche importanti in riprese verticali. Della Z6 III non ci sono invece notizie ufficiali. Ma la stessa Nikon non ne fa mistero, rispondendo (non più tardi di ieri alla fiera del matrimonio negli USA) che porteranno la piattaforma Expeed 7 e la tecnologia del firmware vista su Z9/Z8 e Zf anche sulle altre macchine della gamma. La stessa Zf che non è un segnaposto della Z6 III ma un prodotto a se stante come dice il nome stesso, conferma la tendenza. Noi non ne sappiamo niente ma siamo convinti che al momento la Z6 III sia già in produzione di massa in Thailandia e che verrà consegnata nel corso del II trimestre 2024, con il nuovo anno fiscale Nikon che comincia il 1° aprile. Più o meno nello stesso periodo del lancio della Z8 l'anno scorso. Delle altre fotocamere Nikon Z è facile che in produzione resti - ma a bassa tiratura - la sola Z8. Le altre sono vendute da magazzino (e il magazzino Nikon a fine 2023 era importante, cosa che giustifica le tante campagne di scontistica succedutesi da novembre ad oggi). Le sue caratteristiche sono ancora imprecisate. Ma noi ci aspettiamo, appunto, che la nuova macchina sia basata sull'Expeed 7, sul suo software oramai ampiamente collaudato, sulla batteria EN-EL15c ricaricabile via USB-C e su un corpo non troppo discosto da quello di Z6/Z7 ma abbastanza da giustificare un nuovo battery-grip (già depositato il nome MB-N14) in grado di raddoppiarne l'autonomia. Per il resto sarà ampiamente superiore alle prestazioni della oramai vetusta Z6 II, grazie ad un nuovo sensore più veloce, in grado di estrarre video 4K60p a formato pieno (la Z6 II e la Zf che condividono il vecchio sensore, obbligano al crop 1.5x cosa che non fa felice chi necessita di riprese grandangolari in video) ed avrà raffiche veloci, possibilmente con un buffer adeguato. Costerà presumibilmente 1500 euro meno della Z8, 2000 nella migliore delle ipotesi. Giusto per lasciare il posto tra le due ad una eventuale - e per ora mai menzionata - futura Z7 III. Noi crediamo che il mercato delle macchine ad alta risoluzione sia ampiamente in ritirata. Ma non è argomento di questo articolo. nostra elaborazione pittorica del marchietto della Z6 III fatta nel 2022. Ma è possibile che anche la Z6 III riprenda gli stilemi di Z9 e Z8 e sposti sulla plancia superiore il numerino Puntualizzato questo, andiamo alla domanda iniziale. Oggi, è il caso di comprare la Z8, oppure meglio attendere la Z6 III ? Se siamo fotografi abituati a corpi macchina tipo F100-D700-D8x0 e il "denaro" non è un ostacolo, allora la risposta è semplice : la Nikon Z8 è l'erede di quei corpi macchina. A prescindere che ci servano o meno le sue caratteristiche (prime tra tutte la lunghissima durata per l'assenza di otturatore meccanico, la raffica, il video 8K, ammesso che quest'ultimo interessi a qualcuno nel mondo occidentale). Ma se siamo fotografi a proprio agio con D600/D750/Z6 non vediamo perché fare il salto. Salvo che, appunto, la nostra frequenza di scatto non preveda 10.000 o più scatti alla settimana, la Z6 III ci servirà altrettanto bene della Z8. Con caratteristiche inferiori delle quali molto probabilmente non usufruiremo mai e con una presunta durata teorica così lunga da rendere la Z8 comunque obsoleta per l'uscita nel tempo di nuove tecnologie. E' la risposta che abbiamo dato a quel quesito da cui è partito lo spunto per questo articolo. La Z6 III deve ancora uscire, non sappiamo il prezzo ma lo abbiamo ipotizzato. Mentre la Z8 è già scontata e lo sarà di più nel prossimo futuro. Ragione per cui la differenza di prezzo è a tendere inferiore a quella che i due segmenti di mercato dovrebbero far pensare. Ma razionalmente comprare la migliore (la Z8 sarà certamente meglio della Z6 III, ma anche la Z9 è meglio della Z8 che però fa il 90% di quello che fa la Z9, così come la Z6 III probabilmente farà l'80% di quello che fa la Z8 e facilmente più del 100% di quello che serve al potenziale acquirente .... scusate il gioco di frasi sovrapposte !) potrebbe non essere la migliore scelta se le caratteristiche della Z6 III fanno al caso nostro. Potremmo aver bisogno per professione di due Z6 III e il risparmio verrebbe a nostro vantaggio. Oppure potremmo usare la differenza di denaro per un obiettivo in più. Immaginando che comunque la Z8 pretenda di meglio di quanto già abbiamo in termini di ottiche (la risoluzione della Z6 III sarà certamente inferiore a quella della Z8). Insomma e in sintesi, se percepiamo come un valore i vantaggi della Z8 sulla Z6 III, allora è concreta l'opportunità di acquistare una Z8, specie oggi che si trova a meno di quanto veniva chiesto un anno fa. Ma se questi vantaggi per noi nella pratica non sono un valore, la Z6 III resterà la scelta più razionale. Non solo adesso che la Z6 III ancora non c'è ma anche dopo, considerando che Nikon è sempre più ben disposta a coccolare l'ultima novità rispetto a quanto è già in catalogo. Ma naturalmente ogni fotografo fa caso a se e siamo sicuri che qui online c'è chi vorrà esprimersi al riguardo. Non c'è migliore occasione di farlo che qui nei commenti. Certo che è bello avere di questi dubbi, visto oramai il livello di qualità e capacità raggiunte dal sistema Nikon Z a neanche sei anni dal suo primo lancio.
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  6. Dall'album: Nikkor Z DX 16-50/3,5-6,3 VR

    Rivivere la poesia di Faber sulle note della PFM
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  7. Richard Wagner, trascrizioni per pianoforte dall'Oro del Reno, La Valchiria, La Caduta degli Dei, Parsifal, Tristano Di Louis Brassin, Felix Mottl, Franz Liszt, Zoltan Kocsis e Nikolai Lugansky Harmonia Mundi, 8 marzo 2024, formato 96/24, via Qobuz *** Che Nikolai Lugansky sia uno dei più straordinari pianisti del nostro tempo, non lo dico solo io. Con il tempo ha perso un pò dell'ardore giovanile ma ha guadagnato enormemente in profondità. L'ho capito con il disco dedicato a Cesar Frank del 2020 e mi scuso di averlo fatto in ritardo. Qui abbiamo una prova che però va oltre, perché qui il pianista si appropria personalmente di pagine complicate già in originale, difficilissime da rendere al pianoforte. Perché tolto Liszt, che era innamorato del genero Richard e che lo faceva apparire quasi una sorta di semidio della scena musicale del suo tempo - con grande scorno del vecchio Brahms che detestava tutta questa sceneggiata - gli altri trascrittori di Wagner hanno più che altro popolarizzato le partiture per renderle potabili ad amatori e pianisti accompagnatori di cantanti in cerca di un futuro wagneriano quando le audizioni con l'orchestra erano rare. Ma qui abbiamo ben altro, queste sono prove d'amore che accentuano ancora di più la curiosità che - almeno in questa vita - non potrò soddisfare, di sentire l'altro appassionato interprete di Wagner che però ha lasciato quasi nulla di registrato (mentre sappiamo che passava notti intere alle prese con Tanhauser e Siegfried), ovvero l'ineffabile Glenn Gould. La selezione qui è facile, dal prologo dell'oro/anello del Reno si arriva dritti alla morte di Sigfrido e la cadute degli dei. L'amore dell'algida Brunilde per l'unico eroe capace di suscitarle vera passione, l'amore di Isotta per il suo traghettatore Tristano. L'amore ascetico dell'eroe puro Parsifal, scevro da ogni carnalità. Il pianismo di Lugansky trascende ogni considerazione tecnica, permea l'anima, scolpisce la forma sonora e la offre, dono supremo, a chi è capace di ascoltarlo. Non è musica per tutti, già nella sua forma originale, dove il suono puro e viscerale di Wagner è preludio al canto rivelatore della trama. Qui siamo oltre, è comunicazione non verbale. Lo scopo ultimo della musica. Lugansky non ci arriva, va ben oltre. L'unico rammarico è che abbia usato l'arrangiamento di Liszt per l'idillio dei due amanti maledetti di Cornovaglia. Sono sicuro che lui é capace di fare altrettanto. Ma certo, dalle lacrime che mi bagnano entrambi gli occhi, posso confermare che si tratta di un trio inarrivabile : Richard, Ferenc e Nikolai. Ma prima di indugiare oltre nel meloframmatico, facciamo parlare l'amico Nikolai Levic (lo considero praticamente un cugino moscovita, nato, qualche anno e solo qualche giorno dopo di me e Prokofiev) [traduzione automatica] "Alcune persone potrebbero essere sorprese nel vedermi dedicare un album a Wagner. Ma mi ha affascinato per lungo termine. Ricordo ancora il primo grande impatto che Wagner ebbe su di me: avevo appena compiuto diciotto anni o più diciannove ed erano gli albori dei compact disc. Con i pochi soldi che avevo mi comprai un CD di estratti The Ring con la Cleveland Orchestra diretta da George Szell in uno dei miei primi viaggi all'estero. È stata una rivelazione, e da allora Wagner non ha mai smesso di affascinarmi. Anche la sua personalità è sorprendente: non ne conosco nessun altro artista della storia che aveva una tale forza creativa, un'energia così sconfinata. Al punto da non permettere mai alcuna critica – e chissà quanto di ciò ha ricevuto da lui durante la sua vita – rimane senza risposta, punto per punto. È come se tutto ogni ostacolo, ogni tragedia personale, gli dava una forza ancora maggiore. Come artista – e come uomo – era così sicuro di sé, dell'importanza di ciò che aveva da offrire al mondo! Ho tre opinioni diverse sulla sua musica, a seconda di quando l'ha composta. C'è stato il primo periodo, quando scriveva la sua Sinfonia in do maggiore e numerose opere per pianoforte; e se ci limitiamo a guardare oltre questi pezzi, non vedo come c'era qualcosa di promettente in loro. Poi sono arrivati Rienzi, Der fliegende Holländer, Tannhäuser: ecco la musica oscilla tra il buono e l'ispirato. Infine, tutto ciò che ha scritto da Lohengrin in poi è puro genio. Questo è molto insolito per un compositore: nella maggior parte dei casi si possono individuare i semi del genio nelle primissime opere di lui. Lo so è in questo periodo finale della sua produzione, e in particolare nelle scene del ciclo monumentale Der Ring des Nibelungen, che mi hanno scelto di presentare qui. Mi è difficile riassumere in poche righe tutto ciò che accade nelle quattro opere che compongono l'Anello. Dobbiamo ricordare che, con lui, le cose sono spesso molto binarie: hai l'energia nera da un lato e l'energia bianca dall'altra. È così che funzionano i miti: ci sono eroi e personaggi oscuri; buono e cattivo. Per me, la nozione chiave di l'Anello è l'antagonismo tra il potere associato alla ricchezza da un lato, e l'amore dall'altro. L'anello può esercitare il suo immenso potere solo se la persona che lo possiede ha rinunciato all'amore. Questo è molto profondo idea, valida oggi come lo era nel Medioevo! Per Wagner non c'è differenza tra ideale, amore platonico e carnale. Das Rheingold inizia con Alberich che rinuncia all'amore per mettere le mani sull'oro. Il primo brano che suono, "Entry of the Gods into Valhalla", costituisce la sezione conclusiva di Das Rheingold. È una scena del trionfo: Wotan, il sovrano degli dei, prende possesso del palazzo che si è fatto costruire dai giganti Fasolt e Fafner, due fratelli che si uccideranno a vicenda per ottenere l'anello d'oro, che Wotan dona loro dopo aver rubato ad Alberich. Ma Alberich ha lanciato una maledizione sull'anello. Per questo passaggio ho combinato quello di Louis Brassin trascrizione con la mia versione delle ultime grida delle Figlie del Reno, che lamentano la perdita del loro oro. Il secondo il pezzo, questa volta interamente di mano di Brassin, è la 'Magic Fire Music', che chiude Die Walküre. Qui Wotan punisce la sua amata figlia Brünnhilde per avergli disobbedito. La addormenta e la circonda di un fuoco invalicabile: solo chi oserà penetrare in questo cerchio magico potrà risvegliarla. Questo è ciò che dice il giovane Siegfried, l'impavido eroe, andrà bene. (Per inciso, vale la pena notare che l'anello sembra aver perso il suo potere quando Siegfried ne prende possesso di esso. Naturalmente è vero che Siegfried e Brünnhilde sono appassionatamente innamorati – il loro amore sembra aver trionfato sulla maledizione.) Poi passo direttamente alla fine dell'Anello, con quattro estratti dal Götterdämmerung. La prima scena è tratta da il Prologo dell'opera: 'Alba'. Siegfried e Brünnhilde si risvegliano dopo una notte d'amore. Questo è un numero splendido, luminoso e pieno di energia. Corrisponde alla forza vitale dell'eroe, che sente il bisogno di cercare il suo destino altrove – gli eroi sono viaggiatori, hanno bisogno di esplorare il mondo. Il che ci porta al secondo brano che interpreto: "Il Reno di Siegfried". Viaggio'. Dopo questo interludio incredibilmente brillante arriva la “Marcia funebre di Siegfried”, un pezzo grandioso. Il mondo ha perde l'eroe più radioso della storia, viene assassinato vigliaccamente, e sua moglie Brünnhilde chiede vendetta. IL la scena finale dell'opera la mostra mentre si uccide su una pira, trascinando con sé il vecchio mondo contaminato. E l'anello potrà finalmente ritornare al suo posto in fondo al Reno. . . Questa scena illustra una meravigliosa redenzione attraverso l’amore. Spesso vengono tracciati parallelismi con la vita di Wagner, e sappiamo che egli attribuiva grande importanza al successo sociale, il denaro e il potere che il denaro fornisce. Ma l'essenziale per lui era l'amore: amore umano, amore per la musica, amore per arte. Questi numeri mi perseguitano da tempo: ho concepito queste trascrizioni più di venti anni fa, e le ho messe gli ultimi ritocchi solo pochi giorni prima delle sessioni di registrazione. Successivamente ascolto due trascrizioni del Parsifal. La "Musica della trasformazione" del primo atto, che mostra i cavalieri preparandosi a svelare il Graal, la coppa da cui Gesù Cristo bevve il vino e lo condivise con i suoi discepoli nell'Ultima Cena. Ogni volta che i cavalieri desiderano celebrare questa cerimonia, il loro condottiero Amfortas soffre un dolore atroce come il suo la ferita si riapre. La ferita gli ricorda anche il suo peccato: fu colpito perché desiderava il bello Kundry! Segue qui il finale dell’opera: Parsifal è divenuto un valoroso cavaliere, e un saggio, sant’uomo, ora capace di curare Amfortas dalla sua ferita e il mondo dai suoi peccati. Qui ho utilizzato la meravigliosa trascrizione del grande pianista ungherese Zoltán Kocsis. Per la “Transformation Music”, invece, ho basato la mia performance su una partitura del direttore d'orchestra Felix Mottl, caro amico del compositore che partecipò alla realizzazione del primo Ring completo a Bayreuth nel 1876. Quando si parla della musica di Wagner, viene spontaneo pensare alla sua ispirata gestione dei timbri orchestrali. Ma è fantastico le opere vanno ben oltre questo singolo aspetto, per raggiungere l'universalità. Ecco perché l'idea di presentarne alcuni dei suoi più momenti affascinanti al pianoforte, farli miei, per così dire, mi sembra del tutto legittimo. È vero esistono almeno due concezioni di trascrizione: o si rimane fedeli all'originale con lo scopo di farne a conosciuto il proprio lavoro e diffondendolo al più vasto pubblico possibile, come avveniva quando non esistevano registrazioni o trasmissioni radiofoniche; oppure c’è un modo più libero e più aperto di lasciare che il pianoforte prenda il sopravvento su questi straordinari narrativa con le proprie risorse. Idealmente, per me, una trascrizione per pianoforte dovrebbe essere un'opera a sé stante. . . Nel caso di Wagner, quindi, l'ideale non è mantenere assolutamente tutte le voci orchestrali presenti nella partitura originale, ma per fare delle scelte e trovare un equilibrio che preservi la forza emotiva della musica. Liszt ne è un perfetto esempio ambivalenza: la maggior parte delle sue trascrizioni avevano essenzialmente lo scopo di promuovere i compositori che ammirava. Ma alcuni di essi si tratta di veri e propri capolavori pianistici, come Isoldens Liebestod, che è un vertice assoluto! È la fine di uno delle più grandi opere della storia, e probabilmente uno dei pezzi più belli mai scritti sull'amore e la passione. L'amore è presentato come ciò che conta di più, un’emozione che si eleva al di sopra di ogni moralità, “al di là del bene e del male”. L'amore che lega i nostri due protagonisti, simboleggiati dal filtro d'amore che bevono all'inizio dell'opera, li superano. Anche dopo la morte di Tristano, quell’amore non si spegne. Isotta non ha altra scelta che seguirlo, in una sorta di sacrificio d'amore. . . " NIKOLAI LUGANSKY *** Non ho molto altro da aggiungere. Immodestamente sono anche io caduto nelle maglie di Wagner più o meno all'età di Nikolai (ma una decina di anni prima), già in vinile e grazie a Von Karajan, prima con Rienzi e Tanhauser, poi con l'Anello. E infine con Parsifal che però resta lontano dalla mia indole (come i Maestri Cantori e Lohengrin). Per Tristano, la colpa é di Kleiber ! Nonostante quello che dice Johannes, credo non sia disputabile la potenza della sua musica e il livello della passione umana che c'è dentro. Questo disco è su quel piano, anche in quello puramente tecnico. E' un monumento che Lugansky ha eretto per se stesso e per noi.
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  8. Ammesso che uno ne abbia e poi … li metta a frutto !
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  9. Domani lo ascolto pensandoti al mio fianco 😉 in macchina
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  10. Giusto per fare capire a chi non sappia di VR normal e sport. Specie con i sistemi attuali, a cinque assi di stabilizzazione, la differenza è basilare tra chi voglia "ammortizzare" ogni sussulto del fotografo (normal) e chi, specie nello sport, ma non soltanto, debba seguire il movimento del soggetto, prima di stabilire quando scattare e mantenere il senso della traslazione durante il panning, soprattutto utilizzando tempi sufficientemente lunghi da rendere il dinamismo del movimento del soggetto. Quindi anche nel ritratto di persone conviene l'intervento meno aggressivo della posizione vr sport
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  11. Il problema principale è il budget, a meno di usato come nuovo o offerte imperdibili i 350 euro sono davvero pochi. Un iPad Pro dovrebbe fare al caso suo ma andiamo verso i 1500 euro come niente. Ed anche una Samsung Galaxy tab S recente viaggia intorno ai 500/600 euro. E vanno sempre aggiunti accessori in quanto, quasi sempre, i tablet non hanno le porte per scaricare i dati, generalmente viaggia tutto tramite una porta USB-C alla quale connettere il mondo esterno. Ma per editing audio/video cosa intende? Perchè qualcosa si fa anche con gli smartphone ma non certo roba seria su file pesanti.
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  12. Scusami tu, Rino, ma un sensore Fx da 60 Mpx diventerebbe all'incirca 25,6 Mpix se utilizzato in formato Dx, esattamente come i 45,4 Mpix della Z9/Z8 diventano 19,4 Mpix in Dx, mentre io ho parlato di un sensore nativo Dx "da almeno 30Mpix" , cosa che richiederebbe un sensore Fx da almeno 70,2 Mpix. quindi non stiamo parlando esattamente della stessa cosa. La differenza di resa fotografica tra due sensori di risoluzione diversa, si attenua progressivamente man mano che aumenta la risoluzione della macchina. Detto in altri termini, 8 Mpix in piu' su un sensore da 20-25 Mpix non sono la stessa cosa di 8 Mpix in piu' su un sensore da 45 Mpix a parita' di condizioni di contorno. Il punto e' che il costo di produzione di un sensore Fx e' molto superiore a quello di un sensore Dx, e quindi fare una macchina Fx da 70 Mpix costerebbe molto piu' che farne una Dx da 30 Mpix. Inoltre, e sempre nell'ottica del contenimento dei costi, anche una macchina con una sola scheda (CFX o SD), con una raffica autolimitata (e Mauro ha dimostrato ampiamente nei suoi test, prove alla mano, che anche la microSD montata nella ZF riesce a sostenere un discreto transfer rate) e con un corpo stile Zfc, potrebbe avere senso in molti generi fotografici. Se proprio dobbiamo, allora, forse e' piu' utile una Z9x con un sensore dal readout ancora piu' veloce, che una Z9 da 60 Mpix. P.S. Fortunatamente non tutti gli esseri umani hanno le stesse idee e la pensano allo stesso modo. Ad esempio, oramai e' noto a tutti che io non sono d'accordo con chi sostiene il concetto che il prezzo non conta, e si compra solamente quello che serve realmente, non quello che e' raggiungibile dal punto di vista economico. Questo e' sicuramente verissimo per chi non ha problemi economici, ma chi deve fare tre volte i conti per vedere di arrivare alla fine del mese, e cio' nonostante, ad esempio, vorrebbe una focale da 600mm, magari e' contento lo stesso di acquistare con sacrificio un 180-200 F6,3 da 2000 Eu da utilizzare a 600mm, piuttosto che un (probabilmente piu' idoneo ??) 600mm F6,3 da 5750 Eu, e magari aggiungerci poi anche un TcZ 1,4x per arrivare ogni tanto ad 840mm, invece di acquistare anche un 800mm F6,3 da 6750 Eu, esattamente come potrebbe farsi bastare una Dx "economica..." da 33 Mpixel, piuttosto che una Fx "professionale" da oltre 70 Mpix. Allo stesso modo, io preferisco ancora utilizzare tutti i pixel che ho a disposizione in una macchina, magari utilizzando una macchina di formato Dx ma con maggiore risoluzione, piuttosto che affidarmi ad una AI per ingrandire una foto facendole inventare informazioni che non sono presenti nella foto. Forse, piu' in là, chissà.... ma probabilmente a quel punto le foto non si scatteranno neppure piu', ma ci limiteremo pronuncare: "Alexa, stampami la foto di una bambina vietnamese nuda che corre piangendo verso di me, immersa in uno scenario di guerra..." Come direbbero Plutarco o Giulio Cesare, "De gustibus non est disputandum" nel massimo rispetto delle reciproche convinzioni.
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  13. Il 135/1.8 e il 600 "piccolo e leggiero" sono arrivati. La Z9 più potente della mia no, che intanto è arrivata a superare il milione di scatti e prosegue con 10.000 scatti a settimana come ha fatto sinora. Del 200/2 non sento proprio più assolutamente la necessità e quindi lo passerei a chi ne abbia bisogno perché temo che costerebbe cifre che non sono più disposto a spendere. Mentre un 105/1.4 Plena avrebbe tutto il mio amore ancora prima di poterlo toccare. sto considerando anche il 35/1.2 S e penso che mi passerò il capriccio anche se temo non per il mio compleanno
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  14. Molto bello, la prima traccia fantastica, è proprio vero sembra registrato ora, grazie
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  15. Piuttosto, non è vietato inserire foto in galleria (qui) se vi fa piacere
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  16. Grazie ma no, la PAN e i suoi jet, possono stare in un contesto più generale (manifestazioni e spettacoli ... tipo Festival di Sanremo). Questo Club lo vedo più una cosa tipo : "mi piace l'odore del napalm al mattino presto"cit. ... Non piacerà a tutti ma é così che piace a me
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  17. Secondo me il bello della Fuji è invece la possibilità di usare il mirino ottico OPPURE quello elettronico. Non l'ho mai usata, solo vista in negozio, però mi è sembrato interessante. Diversamente mi farebbe l'effetto delle finte prese d'aria sulle automobili, una roba posticcia e inutile
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  18. Ipotesi pittorica di Nikon Z SP il mirino sarebbe puramente elettronico, la cornice anteriore solamente estetica. La macchina dovrebbe avere solo modalità manuale e prevedere obiettivi con controllo del diaframma integrato (nessuna ghiera anteriore e posteriore sul corpo macchina). Sensore stabilizzato da 24 o da 45 megapixel BSI, Expeed 7, autofocus e caratteristiche generali come la Zf.
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  19. Dall'album: Nikkor Z DX 16-50/3,5-6,3 VR

    16-50 DX su Z30: abbinata ideale !

    © Max Aquila photo ©

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  20. Si narra che da qualche parte sul pianeta terra, una Nikon FM3a, nuova come il giorno in cui è stata costruita, stanca di attendere in vetrina che qualcuno l’acquistasse, sia fuggita dal negozio con l'aiuto di un ingegnere visionario che l'ha portata nel suo laboratorio. Potendo accedere alle tecnologie Nikon più aggiornate, l'ingegnere le ha spiegato che con una serie di interventi radicali, lei sarebbe potuta diventare la pioniera di una nuova generazione di Nikon. Non più un cimelio trascurato, retaggio di un passato glorioso ma lontano, ma un riferimento ipertecnologico per i giorni a venire, senza nemmeno dover rinunciare a tutto ciò che faceva di lei una vera Nikon. Coraggiosa e audace, come sempre una Nikon è stata, lei ha gettato il cuore oltre ogni ostacolo e ogni impedimento ed ha risposto convintamente “si, voglio farlo, fosse l'ultima cosa che farò”. Ci sono voluti lunghi mesi di esperimenti, tentativi e messe a punto meticolose ma alla fine il risultato è andato al di là di ogni aspettativa. E il travaso di tecnologia é completamente riuscito. Tanto che ha deciso persino di cambiare nome. Adesso lei è la Nikon Zf, ed è già una leggenda. *** E adesso usciamo dalla narrazione per andare alla cronaca di questi giorni Abbiamo avuto l'onore, la fortuna e il privilegio di avere a disposizione un campione di preproduzione della nuova Nikon Zf. Sapete, uno di quei modelli con la pecetta sul marchio per impedire che qualcuno per strada vi veda e la riconosca. No, quando sono uscito con la Zf devono avermi scambiato per un vecchio fotografo che crede ancora nella poesia della pellicola ... quanto si saranno sbagliati. Perché questa macchina, nasconde nel suo aspetto classico ma in fondo senza tempo, ogni tecnologia disponibile nei laboratori Nikon, o almeno, tutta quella che è già trasferibile in un modello di produzione. Tanto da potersi permettere più di una specifica che persino Z8 e Z9 non possono vantare. Che abbiamo potuto testare fotografando in condizioni reali. Che cos'è ? E' una fotocamera moderna, attuale nelle prestazioni generali, capace di scattare a raffica fino a 30 fotogrammi al secondo e di registrare video fino al formato 4K60p. Ha un sensore da circa 24 megapixel, simile a quello di Z6/Z6 II, messo a punto per questa macchina. La batteria standard per le macchine semi-professionali Nikon, quella EN-EL15 adesso arrivata alla versione c, più potente e ricaricabile via porta USB-C. Il motore di elaborazione Expeed 7 ereditato da Nikon Z9 e Nikon Z8. Un sistema di autofocus con tracking 3D automatico e riconoscimento del soggetto analogo a quello di Z9 e Z8. Un vano memorie con due schede diverse, capaci di operare in sincrono o in serie. Il tutto dentro un corpo che sta alla Nikon FM2/FM3 come l'attuale Totem GT sta a quello della originaria Alfa Romeo GT. la Totem GT del 2023 si rifà alla Alfa Romeo Giulia GT originale del 1963 ma di fatto è una supercar con prestazioni più simili a quelle dell'attuale Alfa Romeo Giulia GTAm di quelle della Giulia di un tempo. Ha carreggiate allargate, passo allungato, sospensioni moderne, meccanica alleggerita con un biturbo V6 da 540 CV e albero di trasmissione in fibra di carbonio. Anche la scocca è in fibra di carbonio. Ne esiste anche una versione tutta elettrica da 620 CV con una batteria alleggerita che supera a stento il peso di un serbatoio di benzina da 80 litri (e che fa lo 0-100 Km/h in 2.7''). E' nata per pochi (30 esemplari a circa 500.000 euro) ma vuole dare all'appassionato le sensazioni di un tempo, aggiornate alle aspettative ed esigenze di un moderno gentleman driver. La stessa cosa che può aspettarsi il nikonista appassionato, innamorato della sua Nikon di quaranta anni fa ma intanto viziato dalle capacità delle Nikon attuali. A prezzi più abbordabili perché la Zf è prodotta in grande serie e si potrà presto tranquillamente comperare nel negozio di fiducia ... Cosa non è ? Non è una replica di una fotocamera degli anni '80 del secolo scorso. Non è una fotocamera pensata necessariamente per adattare obiettivi del secolo scorso via adattatori più o meno intelligenti. Al contrario, può impiegare ogni obiettivo Nikkor Z e ogni obiettivo Nikkor F delle ultime generazioni in pieno automatismo, autofocus e stabilizzazione d'immagine. Non è un esperimento di estetica. Non è una mera replica della Nikon Zfc in formato full-frame. Per niente ! la Zf è più larga, più alta, più profonda, in una parola più grande della Zfc del 2021. E' anche più grande della mia Nikon FA del 1983. Ed è molto più comoda da usare e da impugnare di entrambe. Si permette anche di essere più robusta, costruita con materiali migliori. Destinata probabilmente a durare in eterno o almeno, quanto può essere la vita utile di una fotocamera digitale di oggi. Perché offre prestazioni attuali, anzi, più avanzate di quanto si possa immaginare guardandola. Che difficilmente, restando nella filosofia di questo apparecchio, potranno diventare obsolete nel medio periodo. Specialmente se Nikon continuerà ad affinare il suo firmware come ha fatto sinora con la Nikon Z9, la prima ad adottare l'Expeed 7. Come una GT, non è una macchina per compiti professionali o di routine, è una macchina pensata per il divertimento. Che unisce la bellezza - senza tempo, come la GT originale disegnata da Giugiaro per Bertone - tipica delle Nikon del finire dell'era manual focus, alle capacità tecnologiche delle attuali mirrorless digitali più avanzate. In questo surclassa la Zfc, pensata più come operazione nostalgia all'insegna del "piccolo è bello" (e colorato), strizzando l'occhio anche a chi, con pochi soldi, vuole apparire diverso. Che naturalmente la affiancherà nel catalogo Nikon ma senza nemmeno per un momento, pensare di impensierirla. Perché cito sempre la Nikon FA al posto della FM2/FM3a ? Perché tutte le Nikon moderne si rifanno alla FA per l'impostazione generale, mentre le FM erano macchine principalmente meccaniche e pensate per una impostazione manuale. La FA ha introdotto in Nikon la priorità dei tempi e il Program. Zfc e Zf mantengono il selettore della modalità di funzionamento - PASM - eredità diretta della FA. La FA aveva già una cellula esposimetrica a matrice, un processore digitale e i display a cristalli liquidi. Le FM erano molto più spartane. Si, naturalmente, una Zf può essere usata esattamente come una FM/FM2, regolando ogni impostazione a mano e a occhio se uno vuole. Ma può anche funzionare in totale automatismo, avvalendosi di sistemi automatici che quasi dispongono di intelligenza propria. Come è fatta ? il pulsante morbido di rilascio è un'aggiunta vezzosa personale (in commercio ce ne sono di tutti i tipi e colori), per avere un punto di rosso su tutto quel nero. E' anche più comodo per chi come me è solito scattare tanto e tanto di seguito. Ma il pulsante di scatto della Zf è il più classico di quelli con filettatura per il comando di scatto flessibile ... L'architettura è quella che ben conosciamo, con i quadranti di controllo distribuiti sulla calotta (in metallo, a differenza di quella in plastica della mia FA). Sono al tatto più solidi e sostanziosi di quelli delle mie Zfc. Però non aspettiamoci la solidità di acciaio e ottone della Nikon F. Le torrette ben dimensionate, il tutto è sovradimensionato rispetto alla Zfc per una migliore comodità operativa. Restano i blocchi sia per il quadrante dei tempi che per quello della sensibilità. Sensibilità che guadagna i 64.000 ISO in campo lineare. E se non vi bastano quelli ... il vano batteria resta sul fondello ma la batteria è orientata ortogonalmente rispetto alle altre Nikon Z che dispongono della EN-EL15. Ciò ha permesso di limitare la profondità dell'impugnatura che ha solo un piccolo grip sulla parte anteriore del corpo. Con la Zf sarà commercializzato un grip opzionale che consente una presa ancora più ergonomica (da SmallRig). sul lato opposto all'impugnatura, le classiche prese. La USB-C permette la ricarica della batteria. il fondello, bello e ben fatto ma apparentemente in plastica. Peculiarità C'è il selettore per il bianco e nero sulla stessa ghiera del selettore FOT/VIDEO è stata aggiunta la posizione B&W che permette di commutare rapidamente dalla ripresa a colori a quella in bianco e nero. Rispetto al solito, al normale profilo di Picture Control Monocromatico sono stati aggiunti due ulteriori profili dedicati, uno denominato Monocromatico uniforme e uno Monocromatico toni profondi. E' una novità molto ben accetta che elimina la necessità di passare per il menù per passare in bianco e nero. L'intenzione è quella di consentire al fotografo di cambiare idealmente pellicola continuando a scattare magari con il display posteriore chiuso a portafogli con il monitor nascosto e il dorso in similpelle a vista. Ma attenzione che a livello elettronico ci sono diverse altre peculiarità che nelle altre Z (ancora) non ci sono ! Che però si possono scoprire solo trafficando con i menù. A confronto con Z8 e Zfc Zf é più grande, più larga, più alta, più spessa, più pesante e con comandi più comodi di quelli della Zfc. L'impostazione è identica ma è più facile da usare. E anche da impugnare per lungo tempo. A prima vista sembra una lacuna importante la mancanza del joistick. Ma l'impostazione è tale che non se ne sente la mancanza. Per chi è capace di sfruttarla, c'è una modalità di utilizzo del touchscreen che consente di avere funzioni aggiuntive a sfioramento da usare mantenendo l'occhio al mirino. Rispetto alla Z8 invece si mantiene più compatta e meno "importante" ma in termini di consistenza e di peso, somiglia più a questa che alla piccola Zfc. E' anche meglio di Z6 e Z7. Quindi una completa reingegnerizzazione del corpo che non è un semplice ingrandimento di quello della Zfc. Basti pensare alla necessità di alloggiare un sensore più grande, dotato di stabilizzatore evoluto, una scheda madre più potente e un alloggiamento per due anziché una sola scheda di memoria. Il coprioculare é praticamente identico a quello di Z8, completamente diverso - salvo la forma tonda - di quello un pò giocattolo della Zfc. Si può staccare con un pulsantino, per montare un diverso modello, magari a conchiglia. Quello della mia Nikon FA, al confronto, sembra una versione economica. Anzi, nel complesso la FA sembra una macchina economica rispetto alla Zf (eppure a suo tempo, la FA mi costò uno stipendio ...). Come va alla prova dei fatti ? Va sorprendentemente bene. Per chi proviene da Z6/Z7 o da Z50/Zfc sarà una sorpresa. Mentre per chi già conosce Z8 e Z9 si troverà a casa, ritrovando tutte le modalità evolute di autofocus introdotte dalla Z9 ed adottate dalla Z8. In mano sta benissimo e anche senza grip opzionale non ci si stanca. Ho fotografato per un giorno intero, con due batterie, la sola microSD interna senza accusare la stanchezza (e il dolore alla mano destra) che le Zfc mi procurano dopo una manciata di minuti di utilizzo impegnativo. Le prestazioni sono elevate, combinando per la parte AF quelle della Z9 con la pastosità conosciuta del sensore della Z6/Z6 II, sia in foto che in video. Il DUAL GAIN interviene a 800 ISO, quindi le due modalità consigliate sono 100/200 e 800 ISO (e oltre). Per chi adora usare ottiche manuali, segnalo che è la prima Nikon Z (ma forse la prima mirrorless in generale) che è in grado di mantenere tutte le funzionalità autofocus (riconoscimento dei soggetti, volto, occhi, torso, etc.) anche mentre si focheggia a mano. In pratica la macchina riconosce il punto da focheggiare e piazza la il cursore, aiutando nella messa a fuoco il fotografo. L'unica condizione è che l'obiettivo abbia la cpu e i contatti elettrici (quindi sono escluse le ottiche manuali tradizionali che non comunicano con la fotocamera ma sono inclusi tutti gli AF/AFD, gli Zeiss ZF, i Voigtlander, i Viltrox). Nella pratica è divertente ma nulla che possa somigliare alla capacità di mettere a fuoco in automatico che rende l'esperienza fotografica non tanto lontana da quella con una Z8. Ecco, idealmente la Zf può diventare un bel secondo corpo per la Z8, con cui non si troverà a disagio, potendo sostituirla per tutte le volte i cui la professionale è eccessiva. Dando al fotografo quelle capacità di scomparire che le fotocamere moderne, tutte muscoli e curve, ci hanno levato. Con obiettivi compatti, tipo 28/2.8 e 40/2, tutti i fissi f/1.8, il 24-120/4 e il 26/2.8 si trova perfettamente a suo agio, salvo, naturalmente l'estetica non troppo ben assortita. Ma a questo non c'è rimedio finché Nikon non capirà che deve fare una linea di obiettivi dedicati a questa bella fotocamera che nasce già al di fuori del suo tempo, un instant classic come dicono gli anglosassoni. In poche parole : una leggenda. Infine, sembra una trovata del marketing, ma il selettore del B&W a portata di occhio così come tutte le altre regolazioni sulla calottina, veramente porta ad una esperienza di scatto quasi completamente senza entrare nei menù. Mentre il display posteriore completamente articolato, non sarà robusto come quello di Z8 e Z9, pensate per operare in ambiente ostile, ma è tanto, tanto più comodo (tranne in esterni dove si vede veramente poco). Quindi, c'è la batteria, c'è la potenza del processore, c'è l'autofocus, c'è la raffica, c'è il video. C'è l'estetica e c'è l'impostazione d'uso tradizionale che abbiamo imparato ad usare in gioventù. Sinceramente io fatico a trovarle difetti. Come potete leggere nella lunga lista di punti di forza a confronto con quella più ridotta - indulgente, direte voi, dei punti di debolezza. Sport motoristici con una macchina pensata per sembrare vintage ? Con la potenza dell'Expeed 7 si può e più facilmente di quanto non si direbbe. Nikon Zf e Nikkor 24-200 VR, jpg, 30 scatti al secondo Oltre 12.000 scatti in quattro ore, con il 10% di carica residua. Appena un accenno di riscaldamento con la spia sul giallo (avvisi mantenuti sul valore standard, per cautela). Nikon Zf e Nikkor F 58/1.4G@f/1.4, ISO 800, luce disponibile Nikon Zf e Nikkor Z 85/1.8@f/1.8, ISO 800 Nikon Zf e Nikkor F 58/1.4G@f/1.4, ISO 100, luce disponibile Ma naturalmente, forte del suo NEF malleabile eppure molto leggero (circa 10 megabyte a file con compressione più elevata), e il suo mix di possibilità espressive, si adatta a qualunque genere. Qui ho fotografato due modelle in una location ottocentesca, facendo oltre 7.000 scatti in tre ore restando con il 24% di carica residua nella batteria inserita al mattino. Ma avevo un'altra batteria fresca con cui eventualmente affrontare un altro shooting al pomeriggio. Fresco come una rosa. Punti di forza 1) pur ricordando nella impostazione la Zfc, la Zf è di fatto più vicina ad una ipotetica Z6 III 2) rispetto alla Zfc è stata completamente riprogettata a partire dal corpo che è più solido, sostanzioso, robusto, fatto con materiali più solidi ed ha un aspetto visibilmente più premium. Ghiere, quadranti, il pulsante di scatto, la finitura, tutto è dimensionato adeguatamente e trasmette una sensazione di qualità superiore, sia alla vista che all'uso. L'otturatore promette il doppio degli scatti della Zfc. La batteria è quella affidabile, potente e conosciuta di Z6/Z7/Z8, la EN-EL15c. Alla prova dei fatti si possono fare migliaia di scatti con una batteria carica. Con due batterie si lavora per l'intera giornata. La Zfc al confronto ti lascia a terra senza troppo preavviso. 3) la presa in mano, pur non essendo "perfetta" come quella di Z8 e Z9 è abbastanza naturale da poter essere usata per ore senza stancarsi; anzi, per una intera giornata. 4) è la prima Z che porta su un sensore tradizionale di tipo BSI, le capacità dell'Expeed 7. L'autofocus è analogo a quello di Z8 e Z9 per funzionalità e quasi sullo stesso piano per prestazioni 5) l'oscuramento a mirino è stato ridotto al minimo rispetto a tutte le Z (tranne Z8 e Z9 che non ne hanno) e non c'è più "l'effetto moviola" nelle raffiche ad alta velocità 6) sono stati implementati i formati NEF compressi con TicoRAW e il formato HEIF mutuati da Z8. Un NEF compresso è più compatto dei JPG di altre macchine. 7) più simile a Z8 nell'architettura generale del firmware e più aggiornata di Z9 su questo piano 9) il VR sul sensore è stato raffinato. Adesso la sua azione viene modulata per avere la massima efficienza sul punto di messa a fuoco. Una funzionalità utile quando si decentra il punto di messa a fuoco rispetto all'inquadratura complessiva (con obiettivi con VR incorporato) 10) usandola si apprezzano capacità di categoria professionale, ben oltre quello che l'aspetto vintage autorizzerebbe ad immaginare 11) chi preferisce agire su leve, quadranti e ghiere apprezzerà la posizione di ripresa B&W aggiunta a quelle di "foto" e "video" che permette di "cambiare pellicola" senza andare nel menù 12) sono stati aggiunti due ulteriori Picture Control ( bianco e nero FLAT e DEEP) oltre al Monocromatico Standard, una sorta di "simulazione pellicola" 13) il touch pad può essere configurato per estendere le funzionalità tipiche dei tasti Funzione 14) il riconoscimento dei soggetti e la modalità di ripresa ad alta velocità a 30 fps sono paragonabili a quella di Z8 e Z9 anche nel motorsport 15) la copertura del Auto Area AF è la maggiore di tutte le Z (superiore anche a Z8 e Z9) e rispetto a Z6 il numero dei punti direttamente indirizzabili passa da 81 a 299 16) è la prima Z ad implementare anche il Pixel Shift oltre al Focus Shift (prima assoluta per Nikon) 17) per chi scatta ritratti in JPG sono state migliorate le novità introdotte con la Z8 (bilanciamento del bianco, trattamento della pelle del viso, riduzione del clipping delle luci sul volto) 18) modalità video complete, da macchina professionale, fino a 120p per riprese slow motion ed estensione della durata massima della ripresa 19) rispetto a Z6 II e Z7 II la registrazione audio PCM avviene in formato 48 KHz/24 bit 20) al momento è l'unica mirrorless full-frame con architettura "vecchia scuola" [vintage] ad avere queste prestazioni, presente sul mercato. Target di mercato allargato anche al bacino di nikonisti migrati a suo tempo su Fujifilm (ottiche permettendo) 21) prezzo. A 2.500 euro viene offerta una macchina "solida" che strizza l'occhio alle professionali Z8/Z9 per prestazioni e stacca nettamente tutto il resto della gamma Z 22) perfetto mix tra risoluzione disponibile e prestazioni agli alti ISO, unite ad ottime capacità di autofocus in "luce disponibile". *** Punti di debolezza 1) la presa USB-C é molto lenta. Ciò rallenta lo scaricamento dei file. Se fosse adeguatamente veloce invece, la scheda microSD potrebbe essere usata come una memoria interna permanente da non rimuovere mai 2) solo due obiettivi in stile con la fotocamera disponibili a catalogo e peraltro, non dotati di ghiera dei diaframmi (cosa che rende monca una modalità d'uso che replichi in tutto la ripresa in stile "iconico" FM", ovvero regolare anche il diaframma senza usare ghiere sul corpo macchina), peraltro tutti in plastica. La Nikon Zf pretende a gran voce una nuova serie di obiettivi importanti, pensati solo per lei (come invece potrebbero essere i Voigtlander dedicati Z se solo fossero autofocus). Al momento solo Viltrox propone obiettivi Z con autofocus e ghiera dei diaframmi funzionante. Quindi pensate che la comprerò anche se ho già ben tre Zfc, oltre a Z9 e Z8 ? Ma certo, che Nikonista innamorato sarei ? A metà ottobre per "San Cristoforo Colombo", sarà certamente mia.
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  21. Aggiornamento: Riccardo55 e' lieto di annunciare il suo nuovo pacchetto apparecchiature. Ora puo' finalmente godere la sua quiescenza tra NIKON Z8, 24-120 f4, 14-30 f4 e 85 1.8S. Contentissimo
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  22. Per fotografare devo avere tempo. Se ho tempo riesco ad uscire, a viaggiare, e le opportunità fotografiche crescono esponenzialmente e certamente avrei bisogno di una lente che non ho nello zaino o di un corpo che mi possa supportare in velocità, in risoluzione. Ecco il secondo punto, la disponibilità economica. Non starò a porvi la mia wish list, l’uomo non si accontenta mai ma ciò non significa che acquisterei tutto. Mi piacerebbe avere un lungo tele (l’ultimo 600 è TOP), un obiettivo da ritratto, uno specifico per macrofotografie e un decentrabile. Perlomeno due Z9 come corpi. Ecco le due questioni principali, le main issues come direbbero quelli che parlano bene inglese.
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  23. Il mio desiderio è dedicare tempo e denaro per imparare a stampare le foto, in modo che non restino "polvere digitale"
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  24. Io vorrei... non vorrei... ma se vuoi... Se parliamo di desideri fotografici, vorrei avere idee.. geniali, diverse... quelle che ti cambiano la vita... come le illuminazioni che raccontava avere Nikola Tesla. Chiedo troppo? ...ma i desideri sono gratis tanto vale desiderare in alto.. ...al giorno d'oggi, in cui si è visto già tutto.
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  25. Ma questo - e lo dico a tutti i manager impegnati h24/7/52 presenti su queste pagine - non può essere un desiderio, deve essere una priorità.
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  26. Ricominciare il prima possibile a fotografare, sono ormai 122 giorni che sono bloccato e non vedo l'ora di uscire e riprendere in mano la macchina fotografica. Comunque anch'io aspetto la Z 8.
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  27. La seconda ormai sta diventando predominante 😂 e non solo per le macchine che verranno. Il tempo è il bene più prezioso che abbiamo e sta diventando sempre più un lusso.
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  28. Una Z8 ed il tempo per usarla al meglio.
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  29. Viaggiare tanto per fotografare (quindi tempo), capanno flottante, Nikkor Z 400/2.8TC, Z8 (forse).
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  30. desidero una Z con le qualità della Z9 in un corpo leggero e compatto, uno Z 70-200 (ma andrebbe bene anche 70-180) con la qualità e la resa del modello attuale ma compatto e leggero....poi magari finirò per comprare l'attuale 70-200 perchè sarà comunque superiore
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  31. Anch’io propendo per una zd850, speriamo. Lato lenti quelle che ho per adesso mi bastano e quelle in roadmap al momento non mi interessano. Se devo sognare allora un 200 micro serie z ed un 600 f.5.6.
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  32. Se sognare non costa...... Una Z D850, Z100-400, Z 15-30, Z 105 micro, ci potrebbe anche stare l'Eizo come il tuo, un Camper per andare a fotografare le albe e i tramonti e poi e poi e poi.... tutto quello che mi manca perfotografare meglio ma che purtroppo non è in vendita
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  33. Io desidero intraprendere un'attività di trasformazione: denaro in attrezzature fotografiche...! Hasta la muerte !
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  34. Bravo a proporre il quesito. Dalle risposte (e dalle non risposte) si potrebbe stilare un profilo di ciascuno. Cercando sul sito, molti risponderanno come l'ultima volta : chiedendo qualcosa che dovrebbero trovare da se ... Mentre chi non risponde o non ha interesse a farlo come per 100 altre cose su questo sito, oppure ... prafrasando Gaber, "non ha più neanche una voglia" (cit. Lo shampoo). Io, finché la salute mi aiuta, avrò sempre tanti desideri. Quanti il mio cuore mi permette di amarne e il borsellino di sostenerne (135/1.8, un 600mm fratello del 400/4.5, una Z9 II potente più del necessario, un 200/2 TC ... perché no ?).
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  35. Vorrei maggiori opportunità di fotografare ciò che non ho ancora avuto l'occasione di fotografare e anche l'opportunità di fotografare ciò che mi piace fotografare (sport, viaggi). Superati i 64 anni il diverimento vale doppio. (Per quanto riguarda l'attrezzature mi piacerebbero molte cose, ma un "aggiustamento" ogni tanto va pure bene)
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  36. Io vorrei tornare a viaggiare come un tempo. Mi piacerebbe il 20 1,8, focale che copro con il 14-30, ma mi è sempre piaciuta.
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  37. Si. Anch'io vorrei più tempo per fotografare. Soprattutto qualcosa che non ho ancora fotografato, non solo come soggetto ma anche come tipologia di foto.
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  38. Allora vorrei solo avere più tempo per fotografare e per inventare soggetti da fotografare!
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