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Mostra il contenuto con la massima reputazione di 05/02/2024 in tutte le aree

  1. Una settimana fa vi ho parlato del traguardo del milione di scatti superato dalla mia Z9 : e vi ho anticipato che l'avrei mandata in assistenza per controllare un paio di cosette "strane" che ho notato ultimamente, insieme ad un controllo generale approfondito. Ho aperto il ticket elettronico lunedì scorso ed ho scelto di utilizzare la procedura di ritiro di LTR tramite corriere espresso DHL. Detto fatto, martedì è passato il furgone e il gentile autista mi ha firmato la ricevuta di ritiro. Il mercoledì la macchina é arrivata in LTR. Avevo chiesto che mi facessero un colpo di telefono per spiegarmi quali lavorazioni avrebbero intrapreso, anticipando che quanto da me compreso sarebbe entrato in questo articolo. E così giovedì mi ha chiamato il gentile Massimiliano per spiegarmi che queste macchine prevedono interventi standard previsti da Nikon tramite tools appositi. In particolare dopo aver verificato che il file-log della macchina non presentava errori o segnalazione di anomalie, l'intervento principale prevede la registrazione dello stabilizzatore integrato nel sensore - che oramai è l'unica parte meccanica soggetta ad usura di queste Z - insieme alla verifica dell'allineamento del sensore stesso con il piano focale. Evidentemente il movimento indotto dallo stabilizzatore potrebbe andare a modificare l'assetto. Rispetto al passato la baionetta non è più soggetta a disallineamenti, probabilmente per il maggior diametro del bocchettone che riduce in qualche maniera lo sforzo di trazione. Mi è stato confidato che raramente arrivano baionette che necessitano la sostituzione. La mia, anche se segnata, è risultata del tutto normale. Come è nei normali parametri di funzionamento la fotocamera. Che peraltro è in ottima compagnia perché sono svariate le Z9 che hanno superato i milioni di scatti, invariabilmente di fotografi impegnati nel motorsport dove sono normali i 100-200.000 scatti a weekend di gare. Il resto della lavorazione ha riguardato la manutenzione, pulizia, lubrificazione. E così già il venerdì, lo stesso omino di DHL mi ha recapitato di ritorno il pacchetto con la mia Z9 fresca di manutenzione. riporto qui la fattura (euro 60 + IVA, pari ad un'ora di manodopera con lo sconto previsto per il materiale con garanzia valida Nital) con l'elenco delle lavorazioni. Compreso l'olio nel pulsante di accensione che era leggermente indurito. le foto che ho fatto non rendono giustizia alla macchina che, nemmeno ad un esame ravvicinato con la lente di ingrandimento, dopo questa accurata pulizia, potrebbe far sospettare un uso così massiccio. Almeno per gli standard di un "normale" fotoamatore come me. Segno che già la prima generazione di Z è composta da prodotti affidabili, longevi, solidi. Oltre che estremamente performanti. Insomma, unmilionesettemilacentosettantanove scatti e ... non sentirli ! Nel ringraziare Nikon (produttrice di fotocamere così solide seppur sofisticate), Nital (titolare oltre che della distribuzione anche della garanzia) ed LTR (servizio impeccabile sotto tutti gli aspetti, anche di comunicazione), vi prego di ... non affrettarvi tutti ad inviare la vostra Z9 a fare un checkup. Se non riscontrate problemi (nel qual caso, vi saranno valutati in garanzia) e se la vostra macchina è "tenuta maniacalmente", con pochi scatti e senza un segno, non credo sia necessario inviarla a fare un tagliando. Fatevi almeno un milione di miglia come me, prima
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  2. Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC a 560mm, mano libera Qualche anno fa biasimavo con vigore l'abitudine ormai consolidata di utilizzare qualsiasi mezzo per scattare immagini ai selvatici; complice un'occasione di gruppo, con gli amici Massimo, Marco e Andrea mi sono ritrovato proprio nel luogo che 5 anni fa mi produsse brutti pensieri ed amare constatazioni (per i chi vuole approfondire, QUI i miei ragionamenti di allora). Questa volta ho bellamente ceduto alla lusinga fotografica, lasciandomi andare ad gioco che, in tutta onestà, è piuttosto divertente, ma che rimane un gioco (appunto). La questione si è articolata così: un'uscita fotografica flash in quel di Pont in Valsavarenche con l'intenzione di inquadrare il gipeto che qui è segnalato ed avvistato con una certa regolarità. Massimo, abituè della zona, mi ha convinto con poco sforzo, così ho infilato nello zaino il mio nuovissimo Nikon Z 400/2.8 S TC per la sua prima uscita montanara. Eccoci quindi di buon mattino al parcheggio di Pont pronti alla salita verso una fantomatica "paretina" un muro di granito su cui scivolano le correnti ascensionali. I veleggiatori come il gipeto sfruttano combinazioni di questo genere per attraversare le valli, battendo con poco sforzo centinaia di chilometri al giorno alla ricerca di qualche carcassa da "disossare". I miei soci sono preparatissimi, conosco Massimo da un diversi anni e so che non lascia nulla al caso. E' attentissimo ad ogni minimo particolare, dalla calza ai piedi al cappello in testa passando per tutto ciò che è utile per ottimizzare una ripresa fotografica. Io, con il mio corredo Decathlon in offerta fine serie, a paragone sono decisamente un "cazzone". In comune abbiamo le scarpe, su quelle non ho mai lesinato. La salita è abbastanza breve da non stancare troppo, ma lunga a sufficienza per sudare un po', anche perché, appena usciti dall'ombra delle montagne, il sole è bello caldo. E' tutto un togli e metti di strati di vestiti, salvo i ramponi che terrò ai piedi fino al ritorno a Pont; sono utili mi danno grip e sicurezza, ho fatto bene a comperarli la sera prima, alla Decathlon ovviamente. A mezza mattina raggiungiamo il punto di osservazione dove troviamo altri fotografi in attesa, Uno di questi si chiama Andrè ed è amico di Marco, l'appuntamento era programmato. Restiamo sulla balconata ad aspettare per diverse ore, sotto di noi la valle con la pista di fondo che pian piano si popola. Del gipeto avremo solo una breve apparizione, lontanissimo più in basso; ci sorprende invece un'aquila in volo radente di cui salvo qualche scatto solo dopo aver ripreso il controllo dell'autofocus della Nikon Z9. Gli stambecchi sono lontani, le montagne sono bellissime ed i camosci ci vengono a vedere. Le ore volano ed è già tempo di rientrare. Nikon Z9 ob. Nikon Z 24-70/4 S , mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 24-70/4 S , mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 24-70/4 S , mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC a 560mm, mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC a 560mm, mano libera Il massiccio dell'Herbetet. Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC, mano libera Cima della Tresenda. Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC a 560mm, mano libera Versanti del col del Nivolet. Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC a 560mm, mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 24-70/4 S , mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC, mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC a 560mm, mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC a 560mm, mano libera Nikon Z9 in DX ob. Nikon Z 400/2.8 S TC, mano libera Ridiscesi al parcheggio, mentre carichiamo gli zaini in auto, percepiamo del trambusto intorno al rifugio di Pont. I miei compagni sanno di che si tratta, io intuisco che, come 5 anni fa, un visitatore sta attirando l'attenzione dei fotografi: la volpe di Pont è scesa al ristorante. E così è infatti, dietro al locale tra i bidoni della spazzatura, un discreto gruppo di fotografi sta puntando i tele verso uno splendido piccolo cane rosso. Con la scusa di aver con me il nuovo Nikon 400/2.8 Z, CEDO ALLA DEBOLEZZA, mi unisco alla banda e mi concedo al gioco. Effettivamente è fantastico disporre di un selvatico così docile all'obiettivo, ma non nascondo nulla delle modalità di ripresa che sono descritte nelle immagini finali. Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC, mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC, mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC, mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC, mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC, mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC a 560mm, mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC a 560mm, mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC, mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 24-70/4 S , mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 24-70/4 S , mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 24-70/4 S , mano libera Va bene, è stato divertente, ma c'è di più, ed il di più, come al solito, lo fanno gli incontri e le persone. Così è avvenuto che ho conosciuto Andrè, amico di Marco.; sapevo di questi due giovani fotografi valdostani, di una loro pubblicazione, ma non avevo messo in cantiere l'ipotesi di tornare a casa con un libro nuovo, ed invece... Nuovi Equilibri, storia di incontri con il Lupo Un libro deve raccontare una storia, se questa è avvincente e sorprendente allora resterà a lungo nella memoria diventando cultura propria dell'individuo. Se il libro è fotografico allora quella storia si leggerà velocemente, ma poi si espanderà "nell'immaginario" del lettore che tornerà più e più volte a cercare quelle fotografie. Il "Nuovi Equilibri" di André Roveyaz e Francesco Guffanti è un volume che aprirò molto spesso, le immagini che i due fotografi hanno raccolto sono spettacolari, il lupo è ripreso nell'ambiente montano, in ogni stagione e con ogni meteo, così come gli altri piccoli e grandi animali che popolano le nostra Alpi a cui Andrè e Francesco hanno dedicato doverosa attenzione. Nella scelta degli scatti di questa raccolta si percepisce un forte il desiderio di mostrare il lupo in connessione con la montagna su cui è tornato ad abitare. E questa montagna è il massiccio del Bianco e le valli della profonda Val D'Aosta in cui mezza Italia si inerpica solo per raggiungere le piste da sci. Al chiaro di luna, nel bagliore giallo delle luci degli abitati zeppi di turisti, il lupo porta Equilibri che, più che "Nuovi", sono "Ristabiliti". Le immagini testimoniano incontri vis a vis tra fotografo e lupo, segno concreto di una popolazione in crescita ed in salute, stabilmente arroccata sulle Alpi italiane, ma anche di una relazione con l'uomo priva di conflitto. I lupi ci osservano invisibili ed incontrarne uno è un evento molto speciale: Francesco ed Andrè questo privilegio lo hanno vissuto molte volte, li invidio apertamente. Il volume "Nuovi Equilibri" non è in vendita in nessuna libreria, l'editore non lo può distribuire quindi il lavoro di diffusione e smercio è a carico dei due fotografi Andrè e Francesco. In una società iperconnessa e ipertecnologica per distribuire un libro siamo regrediti al tempo dei pizzicagnoli di quartiere. Ottimo. Ciò detto, da fotografo A fotografi, ve lo consiglio, perchè è un lavoro ben fatto da cui possono scaturire grandi ispirazioni e soprattutto dona la vertigine di un'avventura del fuori porta come mai se ne potevano vivere (nemmeno ai tempi del Pilone centrale di Walter Bonatti). Per qualsiasi informazione di dettaglio non esitate a contattarmi via MP, vi metterò in contatto diretto con i due fotografi (Nikonisti pure loro) Attendo vostre
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  3. Rivanazzano Hills Race Wide Open : 24-25-26 maggio 2024 e 13-14-15 settembre
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  4. Come ogni anno, è arrivato il Carnevale ed io andrò a fotografare Venezia e le maschere all'alba o forse vado a ricaricarmi, a rigenerarmi per affrontare il nuovo anno con entusiasmo perché per me la bellezza di Venezia all'alba mi rilassa, mi fa stare bene. La sindrome di Stendhal mi ha contagiato. Io sarò in riva degli Schiavoni, davanti palazzo Ducale, ogni mattina dalle 6 alle 8 dal 3 al 10 febbraio. Se qualche Nikonlander è nei dintorni e ha voglia di raggiungermi è il benvenuto. Sabato e domenica verrà con me anche @Alessandro Pisano e domenica si aggiungerà anche @Giuseppe Paglia e rimarremo più a lungo. Non serve informarmi con largo anticipo, è sufficiente la sera precedente. Vi aspetto.
    2 punti
  5. Salvo imprevisti, conto di venire mercoledì e vorrei essere al palazzo ducale per le 6. Voglio assolutamente fotografare qualche maschera senza la folla dello scorso anno (era di domenica e neanche mattina presto ... in sostanza un "carnaio" ) Grazie mille Riccardo per tutte le info ... Se ci siete anche voi, vi saluto molto volentieri
    2 punti
  6. Z9 con Z 24-70 F2.8 @70 mm 1/80 ISO 800, ho utilizzato il Flash con diffusore a cupola Godox (vedere articolo di Max a tal proposito)
    2 punti
  7. Z9 con Z 24-70 F2.8 @70 mm 1/60 ISO 500 No Flash sempre a T.A, Scattata in verticale io che non adoro molto questa posizione. Sabato mattina la luce era incredibile, nessun intervento in P.P. se non un zic.
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  8. Z9 con Z 24-70 F2.8 @45 mm 1/80 ISO 500, Flash in Manuale sempre a T.A. Isola di San Giorgio in lontananza. A me le foto piacciono sottoesposte, quasi al limite, sarò il mio modo di vedere , ma capisco i pareri contrari.
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  9. Oggi Z9 100-400 @100 3.200iso no flash
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  10. Veramente due bellissimi giorni, ed oggi abbiamo avuto il piacere di avere Giuseppe e sua Moglie con noi. Nei prossimi giorni aggiungerò qualche foto. Ieri ho prosciugato la batteria del TT685 a metà mattinata 😁, troppa potenza 😂 Ieri ho utilizzato il 24-70 f.2.8 e l' 85 mm f.1.8 Oggi invece il 20 mm f.1.8 e il 70-200 f.2.8 A presto!
    2 punti
  11. Oggi bellissima giornata con @Alessandro Pisano e @Giuseppe Paglia a Venezia dall'alba a quasi al tramonto. Situazioni interessanti e tanta gente in piazza San Marco ma fuori di essa assolutamente vivibile con calli anche deserte. Z9 40f2
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  12. Ciao Max, Ci credi? Quel 400 lo tiro fuori la sera quando torno a casa, impreco e lo ripongo al mattino quando parto per l'ufficio. Peraltro non so da quanti anni non abbiamo nebbioni invernali ... come quest'anno e come si sa la nebbia è il peggior compagno di giochi del teleobiettivo. Sembra che la sfiga mi stia osservando Stavo per acquistare l'attrezzatura da sci alpinismo, mi sono fermato in tempo. Comunque ... domani sveglia prima dell'alba, lo zaino è già pronto, pre alpi biellesi sto arrivando...pioverà
    2 punti
  13. Si comincia. Oggi le maschere sono arrivate con calma ma per l'alba era tutte in posa e i fotografi pronti a scattare. Compreso il nostro @Alessandro Pisano qui in posa plastica. Z9 40f2
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  14. MiMo 2024 dal 28 al 30 giugno 2024 informazioni : MiMo 2024
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  15. Carissimi Buon pomeriggio, ci eravamo lasciati di ri incontrarci tutti insieme a Marzo per mangiare qualcosina come fatto splendidamente a Novembre, e passare una giornata in allegria. Avevamo ipotizzato di farlo a Marzo, e di farlo nella provincia Veronese, cosi per chi viene dal lontano può arrivarci senza spendere una giornata in macchina o in treno. Le date potrebbero essere : Domenica 10 Marzo Domenica 17 Marzo Domenica 24 Marzo Domenica 31 Marzo Ricordo che nel passato avete già fatto un pranzo nel Veronese in un posto in cui vi siete trovati bene, volete che ritorniamo li ? Se si, per favore, mi date il nome del ristorante che lo contatto ? Il menù sara a base di carne. Se invece volete venire nei Colli Padovani o Trevigiani allora non serve nulla. Io sarei per Domenica 17-24 Marzo se siete d'accordo, cosi tutti possono organizzarsi, ma aspetto vostre indicazioni Per i lontanissimi che potrebbero arrivare in Aereo fino a Venezia, Alessandro è disponibile al prelievo da VCE a destinazione A presto !
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  16. Due anni fa, di questi tempi, mi veniva consegnata la mia Nikon Z9. Abbiamo parlato molto di questa macchina, tantissimi articoli la ritraggono con questo o quell'altro obiettivo. L'ho anche prestata per una gitarella tra le nevi norvegesi ad un redattore di Nikonland. E dimostrata in svariate occasione. Ma non è per questo che ne parlo ancora. Casualmente, in questi giorni la Nikon Z9 matricola 5042 ha superato il milione di scatti. per la precisione, pochi minuti fa, Mauro Maratta ha premuto per l'ennesima volta il pulsante di scatto della Z9 e il contascatti della macchina ha registrato che è stato salvato il file n. 1.007.179 Non credo che sia un record. In fondo sono solamente circa 10.000 scatti a settimana. Un professionista che segue un paio di discipline agonistiche ne fa di più. L'amico Fornasetti a suo tempo superava i 500.000 con D3 e D4 prima di far cambiare l'otturatore, fotografando rugby, football e hockey. Ma forse per un fotoamatore che gioca solamente con la sua fotocamera è un bel traguardo. Ho avuto in passato molte ammiraglie Nikon, dalla F5 alla D5. Tolta la prima D3 che è arrivata a 190.000 scatti, le altre non hanno superato gli 80/90.000 Eppure ho sempre fotografato sport a raffica. Persino con la D3x ! Questa Z9 ha visto polvere del motocross, l'asfalto rovente e gradoni infuocati in autodromo dove si anche inzuppata come me e il 100-400. Ha scattato ad ogni tipo di raffica, con ogni formato di file. Ha registrato sulle mie schede CFexpress molti terabyte di informazioni. Eppure se la guardiamo, eccola qui, non l'ho nemmeno spolverata : le "gomme" sono in ordine, senza cedimenti, allentamenti, scollature i pulsanti sono tutti in ordine. Forse quello di accensione mostra un minimo di indurimento nella rotazione lo sportellino del vano memorie - era il mio timore - è ancora al suo posto. Forse si è allentato un pochino, rendendo così più agevole la sua apertura ... il sensore è stato sempre protetto dalla "saracinesca" che vedete in bella vista nella foto qui sopra, che è in condizioni apparentemente intonse certo la baionetta qualche segno ce l'ha ma si sono susseguiti obiettivi su obiettivi ma soprattutto, la batteria originale EN-EL18d, a parte la richiesta automatica di 3-4 cicli di calibrazione, nonostante sia stata ricaricata ennesime volte, mostra ancora 0 usura. per il resto, una pulitina approfondita e nessuno potrebbe dire che ha due anni e un milione di scatti all'attivo. Non ha un segno. Potere delle potenzialità del suo autofocus che si adatta perfettamente al mio stile attuale. Con la D850 e la D5 ho raggiunto il limite che erano le fotocamere a non assecondarmi, tanto che la D850 la usavo spessissimo in live-view su treppiedi con parecchio scorno. Ma con l'autofocus della Z9 la mia confidenza è tale che scatto senza timore che le foto non siano a fuoco. Così mi concentro su tutto il resto, principalmente ... sul fotografare. Che è quello che mi piace fare con questa macchina. Il suo mix di caratteristiche mi è congeniale. La risoluzione è elevata ma non esagerata. Il formato file, compresso con i nuovi algoritmi TicoRAW - ha un peso ridotto tale che tutti questi scatti non mi costringono a comprare un hard-disk nuovo al mese (ma uno l'anno si ... io faccio fatica a selezionare e a cancellare foto. Perché sono quasi tutte ottime !). L'ergonomia è la migliore tra tutte le ammiraglie Nikon che ho avuto. Sta in mano come un guanto, non stanca. Non pesa. Il vantaggio di un corpo più leggero della classica reflex D5/D6 e obiettivi altrettanto più leggeri è impagabile. L'assenza di parti meccaniche soggette ad usura elevata, come l'otturatore (per tacere di specchio e sistema di autofocus separato), fa si che non debba pensare troppo allo scatto in più. Cosa che faccio invece con la Zf quando sono "costretto" a scattare con l'otturatore meccanico. Anzi, devo ammettere che sempre più spesso finisco per non sopportare più il rumore dello scatto anche se è solo simulato. E lo tolgo. Sempre quando fotografo sul campo, e spesso in studio con il consenso delle modelle. Anche loro sempre più abituate a posare come se si girasse un video, anziché imbalsamarsi tra una posa e un'altra. io ricarico sempre la Z9 via porta USB-C e quella protezione di gomma è molto sollecitata. Mostra qualche minimo segno di usura ma non più di tanto. Per il resto, la vedete anche voi, brilla e luccica. E non l'ho nemmeno spolverata. Nella foto di apertura la sua sorellina Z8 con il battery-grip le copre le spalle. E' quello che farà nei prossimi giorni perchè la Z9 domani parte per Moncalieri verso LTR. Dove farà - se lo merita - un checkup il più approfondito possibile per verificare che quello che si può usurare sia in ordine (baionetta, tiraggio, planeità del bocchettone, del sensore, dello stabilizzatore; lo stabilizzatore stesso) e per le verifiche e "tarature" di rito, oltre ad una pulizia professionale che io non saprei fare. Ma in questa occasione ci tenevo a fare un punto nave sulle impressioni d'uso e sullo stato dell'arte della Z9, che da quando l'ho ricevuta, è passata dal firmware 1.0 al 4.1 (e qualcuno vocifera che non passeranno anni prima di vedere una versione ulteriormente perfezionata). Dell'autofocus dicevo prima. Al di là del riconoscimento degli oggetti e dei loro occhi (o ruote o eliche, se ne hanno), c'è la capacità di tracciarli anche al di là di ostruzioni. Come faccio io con le auto che escono dalla corsia box e sono inevitabilmente dietro ad una spessa rete. La macchina le aggancia in automatico e poi le segue. E non è raro avere una sequenza, magari in panning a 1/30'' di 40-50 scatti tutti utilizzabili. Con le modelle è un gioco da ragazzi. Per sbagliare una foto bisogna puntare la macchina verso il pavimento ! Ci sono aspetti che, appunto via firmware, potranno essere ancora affinati. Ma ho come l'impressione che siamo arrivati al culmine delle capacità del processore Expeed 7 che, dopo il sensore stacked e l'assenza dell'otturatore meccanico, è il vero responsabile delle prestazioni meravigliose della Z9. Tra la versione 1.0 e la 4.1, non posso documentarlo, ma io ho riscontrato un aumento del consumo. Che ovviamente si estrinseca in maggiore dissipazione di calore. Fenomeno che la ferramenta del corpo della Z9 e tutta la sua superficie radiante permette tranquillamente di smaltire senza un cedimento durante l'uso. Non è raro per me arrivare a superare i 50.000 scatti in una sessione sola in autodromo, e anche sotto al sole, non ho mai avuto inceppamenti. Se c'è un punto che vorrei fosse migliorato, se possibile, è ancora la fase di aggancio. Che, in automatico, sulle prima mostra qualche tentennamento. Una volta preso poi non si perde più, ma all'inizio è facile che non ci azzecchi. Su sfondi impegnativi le cose sono molto migliorate ma forse anche qui si potrebbe fare qualche cosa per affinare il processo in tempo reale. Per il resto non ho lamentele da fare. Anzi, se non è questa la macchina perfetta per me, in questo momento, non saprei che altro considerare. Lo prova il mio contascatti e il fatto che solo con questa macchina io mi sia sentito di avventurarmi a fare cose che non avevo mai fatto. Prima tra tutte scattare sistematicamente sempre a tutta apertura con "lame" come gli obiettivi f/1.2 o il meraviglioso 135/1.8 Plena che è un oggetto impegnativo sul piano della precisione di fuoco. Per non parlare del video. O del prendere al volo cose che volano in modo casuale. Ma non ci sono limiti alla fantasia. E se abbiamo adesso macchine meravigliose che fanno milioni di scatti senza usura (mi aspetto che la mia Z9 nei prossimi anni arrivi a duplicare o addirittura a quadruplicare il suo contascatti) sono oramai da considerare dei veri e propri elaboratori elettronici. Se sul piano ergonomico e meccanico, in una nuova versione non cambierei tantissimo (mi piacerebbe che la torretta di sinistra fosse ribassata come quella della Z8 e che dalla Z8 fosse ereditato anche lo sportellino del vano memorie, mi piace di più), forse solo il display posteriore che è robusto certo ma quello della Zf mi consente di fare tante cose di più. Invece sul piano elettronico e sul sensore vorrei delle vere novità. Che passerebbero per un processore più veloce, molto più veloce ma anche in un sensore più veloce. Con un tempo sincro almeno dimezzato (l'ideale sarebbe da 1/1000''). E con una sensibilità raddoppiata. Mi perdoneranno quelli che usano la Z9 per fare paesaggio, macro o still-life. Ovviamente si possono fare ma per me è come mettere una portaerei in un laghetto di montagna e sperare che possa manovrare ... Per questo se la risoluzione è il massimo che vorrei (ma potrei anche contentarmi di meno in cambio di altri vantaggi), la sensibilità mi piacerebbe che fosse superiore. I 64 ISO sono per i miei usi totalmente inutili. Se il Base stesse a 125 ISO e il Dual Gain stesse a 1000 ISO sarebbe di gran lunga meglio. Ovviamente con lo stesso rumore attuale (a 64 e 500 ISO rispettivamente) e la stessa dinamica. Non scambierei mai la mia Z9 con D5 e D6. Non più ... per quanto abbia apprezzato ed amato quelle macchine, il loro sensore per me era il loro limite, tanto che le usavo veramente pochissimo al di fuori dello sport. Questo mi convincerebbe ad accoppiare la mia Z9 con quella macchina. Che si possa chiamare Z9 II o Zh poco importa. Sul quando anche in questo caso, poco importa. Ma speriamo non troppo più in la negli anni. Altrimenti, anche senza usura, la mia Z9 vedrà milioni di scatti. POVERINA ! Post Scrittum per negozianti e fotografi vecchia scuola. La mia Z9 ha un milione di scatti ma la sua batteria è ancora integra con zero usura. Ma davvero la valutereste per il numero di scatti se io volessi - non sarà mai - cedervela ? Oppure da cosa ricavereste un prezzo corrente per l'usato ?
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  17. Riconoscente, si la Z9 in modalità eyeAF/uccelli in AF Auto a tutto fotogramma: molto riconoscente.... L'obiettivo è il Nikkor Z 600/6,3 a tutta apertura, la sequenza dura 106 fotogrammi (ve ne risparmio la maggior parte, tutti ugualmente perfetti nella messa a fuoco) Riconoscente la Z9 e riconoscente io a lei. E voi...? Usate questo modo AF ? E se non... perchè ? E cosa, al suo posto ?
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  18. Vedrai che Riccardo ti svelerà tutti i segreti di Venezia Buona luce
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  19. Ciao Giuliano, ci sarò sicuramente alle 6. Mi farà molto piacere rivederti.
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  20. Dunque. Le maschere arrivano verso le 6 in riva degli Schiavoni, davanti a Palazzo Ducale, e i fotografi pure. Stamattina, per fare un esempio, alle 6 c'erano più di venti fotografi e 3/4 persone in maschera e nel giro di un quarto d'ora si sono moltiplicate arrivando ad una quarantina di maschere e un centinaio di fotografi. Malcontati... Cosa ci vanno a fare? Le persone in maschera sono tutte straniere, francesi e di lingua tedesca, che AMANO travestirsi a carnevale. E qual'è la città più bella per farlo? Venezia? io penso di si e credo di non essere l'unico a pensarlo. Quasi tutte le maschere hanno un bigliettino da visita che danno ai fotografi con la loro foto in maschera e una mail per inviare le foto. I fotografi, anche loro per lo più stranieri, vengono per immortalare l'alba a Venezia ( i colori in inverno sono più carichi ) e alcuni sono al seguito delle maschere. Usiamo il flash più o meno "grandi" e taluni portano un assistente con tanto di diffusore anche di 1,2m di diametro. E nell'oretta successiva al sorgere del sole la luce è "calda", perfetta, affascinante. Alcune mattine più altre meno. Freddo? Meno che un'escursione in montagna e in questi giorni siamo tranquillamente sopra zero. Ieri e oggi si sono visti una decina di gradi sopra zero. Dall'alba al tramonto? Nessun problema. Non si rimane fermi davanti al Palazzo Ducale sempre ma solo fino alla tarda mattinata perché nel frattempo avviene un "cambio" delle maschere. Quelle mattutine vanno a riposare un po e arrivano altre, anche italiane, ma sempre con vestiti "importanti". E se giri nelle calli secondarie non è raro incontrarle con tanto di fotografi al seguito. Dopo pranzo molte di esse si ritrovano in campo San Zaccaria perché la chiesa ha la parete di marmi rosa che guarda a ovest, verso il tramonto. L'unico problema, semmai, è la resistenza fisica. Ieri ho fatto una quindicina di chilometri... Confusione. Si, in Piazza San Marco c'è il finimondo dalla tarda mattinata e nel pomeriggio e tutte le strade dirette a essa sono intasate ma basta spostarsi di poco e passare per l'ospedale e le fondamenta nuove che la bolgia sparisce. Dimenticavo: molte maschere, quelle più "belle" vengono invitate a feste nei palazzi veneziani sia private che organizzate dal comitato che gestisce il Carnevale. E' una passione, come la fotografia. questa foto l'ho scattata alle 7.18 di sabato mattina è un quinto della riva occupata da maschere e fotografi. E manca il colonnato di Palazzo Ducale... Come puoi vedere non siamo così pochi. Come ha scritto Alessandro invitando Cris7, il prossimo anno ti aspettiamo.
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  21. Intriganti le maschere allì'alba. Certo viste molte volte ma fanno sempre presa e ammiro sempre con piacere le immagini. Mi piacerebbe farci un salto, forse capiterà un giorno. Comunque sono certo che vi siate divertiti e le immagini postate lo dimostrano. La sveglia anticipata è il prezzo da pagare.
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  22. Con la mia presa a settembre 2022 ho fatto 91000 .... sono lontanissimo
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  23. Al di là della facile ironia di Max, devo dire che sono degli scatti (per me) bellissimi, e credo che in molti di noi avrebbero voluto essere lì con voi. Come dice giustamente qualcuno, o lo usi come fermaporta o lo usi x scattare.......vedi tu.
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  24. Che bello ragazzi, una volta piacerebbe anche a me.... purtroppo però vale la formula carnevale->turisti->lavoro!!!
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  25. per ora si e con le Adam Audio da Desktop, senza interventi di DSP. In futuro pensavo di collegarlo ad un finale in classe A e un paio di diffusori vecchia scuola. Giusto per alternare le "fragranze".
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  26. Valerio... Valerio... ma certo che ti leggiamo e scriviamo.. hai fatto un gran bel lavoro, come i tuo solito.. e per quanto riguarda i tuoi due amici.. ordinato il volume direttamente.. e, se lo consigli Tu, lo prendo a scatola chiusa.. spero di vederti di persona un giorno o l'altro..
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  27. Posto che Venezia all'alba (leggi: senza turisti) è meravigliosa per averla provata, e posto anche che ho i bioritmi di una civetta anziché di un'allodola, ma non riesco comunque a capire: che c****o ci vanno a fare le maschere alle 5 o alle 6 del mattino nella città semi-deserta? La gente per le calli è poca e i fotografi forse sono ancora meno (ed è ancora buio per scattare delle belle foto in cui far risaltare gli sgargianti colori dei vestiti) per avere la soddisfazione di farsi ritrarre da essi, e probabilmente a febbraio è anche freddino per stare in giro dall'alba al tramonto. E' per non pagare il nuovo ticket d'ingresso per la laguna?
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  28. Immagini interessanti (come sempre) e testo a margine intelligente e divertente. Riguardo le modalità di ripresa di questi scatti credo che sia l' "onestà intellettuale" del fotografo a renderle in qualche modo "degne" di essere pubblicate e come tali apprezzate: l'importante è appunto comunicare come sono state raccolte. Ma non tutti i fotonaturalisti hanno questa tua sensibilità, a cominciare da certi documentaristi televisivi che ti fanno dire wow! quando osservi i loro lavori, ma che spesso ti instillano il dubbio che non siano del tutto genuine le loro meravigliose immagini.
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  29. Bellissimo racconto Valerio! E soprattutto bellissime foto Riconosco la zona, ci sono stato anche io qualche tempo fa e anche io a suo tempo ho ceduto alla volpe di zona. Mi hai fatto venire nostalgia! Bravo bravo bravo, la foto di apertura del primo piano degli occhi della volpe è in assoluto la mia preferita!
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  30. Sono uguali. Alla fine dipende dal caldo. Dall'ultima hanno rimontato le tribune, perché prima si doveva stare o in piedi oppure portarsi un seggiolino. Io probabilmente andrò ad entrambe, se non piove.
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  31. sessione mattutina (HE1000 Stealth & Arya V1 sul R27 HE). e un sontuoso Fazioli !
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  32. Si, lo avevo inteso. Sugli americani, da quando stanno tirando fuori di nuovo Trump, comincio a soffrire di allergia
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  33. Si... Considerando nelle modalità Auto oltre quella con tutto il fotogramma impegnato anche Large e Small che servono proprio a delimitare il campo di ricerca. E poi appunto C1 e C2 che da Large e Small di differenziano solo in quanto sono gestibili dall'utente in termini di dimensioni dell' area. Dove non si attiva l' eyeAF è solamente nelle cellule ad area dinamica ed in quella singola.
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  34. Io lo uso, con soddisfazione, quando nella scena c'è un solo animale. Quando sono di più passo alla C1 per poter scegliere quale animale mettere a fuoco. L'ultimo aggiornamento ha migliorato molto l'efficienza della modalità Auto.
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  35. Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC a 560mm, mano libera Qualche anno fa biasimavo con vigore l'abitudine ormai consolidata di utilizzare qualsiasi mezzo per scattare immagini ai selvatici; complice un'occasione di gruppo, con gli amici Massimo, Marco e Andrea mi sono ritrovato proprio nel luogo che 5 anni fa mi produsse brutti pensieri ed amare constatazioni (per i chi vuole approfondire, QUI i miei ragionamenti di allora). Questa volta ho bellamente ceduto alla lusinga fotografica, lasciandomi andare ad gioco che, in tutta onestà, è piuttosto divertente, ma che rimane un gioco (appunto). La questione si è articolata così: un'uscita fotografica flash in quel di Pont in Valsavarenche con l'intenzione di inquadrare il gipeto che qui è segnalato ed avvistato con una certa regolarità. Massimo, abituè della zona, mi ha convinto con poco sforzo, così ho infilato nello zaino il mio nuovissimo Nikon Z 400/2.8 S TC per la sua prima uscita montanara. Eccoci quindi di buon mattino al parcheggio di Pont pronti alla salita verso una fantomatica "paretina" un muro di granito su cui scivolano le correnti ascensionali. I veleggiatori come il gipeto sfruttano combinazioni di questo genere per attraversare le valli, battendo con poco sforzo centinaia di chilometri al giorno alla ricerca di qualche carcassa da "disossare". I miei soci sono preparatissimi, conosco Massimo da un diversi anni e so che non lascia nulla al caso. E' attentissimo ad ogni minimo particolare, dalla calza ai piedi al cappello in testa passando per tutto ciò che è utile per ottimizzare una ripresa fotografica. Io, con il mio corredo Decathlon in offerta fine serie, a paragone sono decisamente un "cazzone". In comune abbiamo le scarpe, su quelle non ho mai lesinato. La salita è abbastanza breve da non stancare troppo, ma lunga a sufficienza per sudare un po', anche perché, appena usciti dall'ombra delle montagne, il sole è bello caldo. E' tutto un togli e metti di strati di vestiti, salvo i ramponi che terrò ai piedi fino al ritorno a Pont; sono utili mi danno grip e sicurezza, ho fatto bene a comperarli la sera prima, alla Decathlon ovviamente. A mezza mattina raggiungiamo il punto di osservazione dove troviamo altri fotografi in attesa, Uno di questi si chiama Andrè ed è amico di Marco, l'appuntamento era programmato. Restiamo sulla balconata ad aspettare per diverse ore, sotto di noi la valle con la pista di fondo che pian piano si popola. Del gipeto avremo solo una breve apparizione, lontanissimo più in basso; ci sorprende invece un'aquila in volo radente di cui salvo qualche scatto solo dopo aver ripreso il controllo dell'autofocus della Nikon Z9. Gli stambecchi sono lontani, le montagne sono bellissime ed i camosci ci vengono a vedere. Le ore volano ed è già tempo di rientrare. Nikon Z9 ob. Nikon Z 24-70/4 S , mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 24-70/4 S , mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 24-70/4 S , mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC a 560mm, mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC a 560mm, mano libera Il massiccio dell'Herbetet. Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC, mano libera Cima della Tresenda. Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC a 560mm, mano libera Versanti del col del Nivolet. Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC a 560mm, mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 24-70/4 S , mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC, mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC a 560mm, mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC a 560mm, mano libera Nikon Z9 in DX ob. Nikon Z 400/2.8 S TC, mano libera Ridiscesi al parcheggio, mentre carichiamo gli zaini in auto, percepiamo del trambusto intorno al rifugio di Pont. I miei compagni sanno di che si tratta, io intuisco che, come 5 anni fa, un visitatore sta attirando l'attenzione dei fotografi: la volpe di Pont è scesa al ristorante. E così è infatti, dietro al locale tra i bidoni della spazzatura, un discreto gruppo di fotografi sta puntando i tele verso uno splendido piccolo cane rosso. Con la scusa di aver con me il nuovo Nikon 400/2.8 Z, CEDO ALLA DEBOLEZZA, mi unisco alla banda e mi concedo al gioco. Effettivamente è fantastico disporre di un selvatico così docile all'obiettivo, ma non nascondo nulla delle modalità di ripresa che sono descritte nelle immagini finali. Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC, mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC, mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC, mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC, mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC, mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC a 560mm, mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC a 560mm, mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC, mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 24-70/4 S , mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 24-70/4 S , mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 24-70/4 S , mano libera Va bene, è stato divertente, ma c'è di più, ed il di più, come al solito, lo fanno gli incontri e le persone. Così è avvenuto che ho conosciuto Andrè, amico di Marco.; sapevo di questi due giovani fotografi valdostani, di una loro pubblicazione, ma non avevo messo in cantiere l'ipotesi di tornare a casa con un libro nuovo, ed invece... Nuovi Equilibri, storia di incontri con il Lupo Un libro deve raccontare una storia, se questa è avvincente e sorprendente allora resterà a lungo nella memoria diventando cultura propria dell'individuo. Se il libro è fotografico allora quella storia si leggerà velocemente, ma poi si espanderà "nell'immaginario" del lettore che tornerà più e più volte a cercare quelle fotografie. Il "Nuovi Equilibri" di André Roveyaz e Francesco Guffanti è un volume che aprirò molto spesso, le immagini che i due fotografi hanno raccolto sono spettacolari, il lupo è ripreso nell'ambiente montano, in ogni stagione e con ogni meteo, così come gli altri piccoli e grandi animali che popolano le nostra Alpi a cui Andrè e Francesco hanno dedicato doverosa attenzione. Nella scelta degli scatti di questa raccolta si percepisce un forte il desiderio di mostrare il lupo in connessione con la montagna su cui è tornato ad abitare. E questa montagna è il massiccio del Bianco e le valli della profonda Val D'Aosta in cui mezza Italia si inerpica solo per raggiungere le piste da sci. Al chiaro di luna, nel bagliore giallo delle luci degli abitati zeppi di turisti, il lupo porta Equilibri che, più che "Nuovi", sono "Ristabiliti". Le immagini testimoniano incontri vis a vis tra fotografo e lupo, segno concreto di una popolazione in crescita ed in salute, stabilmente arroccata sulle Alpi italiane, ma anche di una relazione con l'uomo priva di conflitto. I lupi ci osservano invisibili ed incontrarne uno è un evento molto speciale: Francesco ed Andrè questo privilegio lo hanno vissuto molte volte, li invidio apertamente. Il volume "Nuovi Equilibri" non è in vendita in nessuna libreria, l'editore non lo può distribuire quindi il lavoro di diffusione e smercio è a carico dei due fotografi Andrè e Francesco. In una società iperconnessa e ipertecnologica per distribuire un libro siamo regrediti al tempo dei pizzicagnoli di quartiere. Ottimo. Ciò detto, da fotografo A fotografi, ve lo consiglio, perchè è un lavoro ben fatto da cui possono scaturire grandi ispirazioni e soprattutto dona la vertigine di un'avventura del fuori porta come mai se ne potevano vivere (nemmeno ai tempi del Pilone centrale di Walter Bonatti). Per qualsiasi informazione di dettaglio non esitate a contattarmi via MP, vi metterò in contatto diretto con i due fotografi (Nikonisti pure loro) Attendo vostre
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  36. 27/01/2024 "Delta del Po" Pentax 67 II + Ferrania P30 / Ilford Delta 100
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  37. Ad ogni modo, riepiloghiamo le regole di votazione. si vota da oggi al giorno 5 febbraio si vota una sola foto, indicando il numero e dando una motivazione testuale utile all'autore per capire perché è stata scelta i like sulle foto non vengono conteggiati può votare ogni iscritto, anche se non ha presentato fotografie nel contest la votazione avrà validità solo se ci saranno almeno 10 voti (validi, cioé con una motivazione che vada oltre il generico "mi piace", "mi è piaciuta di più") l'eventuale foto vincitrice sarà squalificata se il suo autore non avrà partecipato alla votazione la foto vincitrice andrà nella galleria con tutte le altre foto premiate nei contest ricordiamo con l'occasione che il prossimo contest settimanale partirà alla fine della votazione di questo ma le foto accettate potranno essere scattate già a partire da oggi e per tutta la durata del contest. Il meccanismo continuerà con queste regole fino a che ci saranno almeno 10 partecipanti (non 10 foto ma 10 fotografi partecipanti). Buon divertimento
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  38. Non è da poco tempo che ci aspettiamo da Nikon anche gli accessori a corredo delle sue mirrorless, tra i più scontati dei quali dovrebbero essere anche gli scatti remoti, adeguati alla classe delle fotocamere proposte. E' per questo che da tempo ci dobbiamo rivolgere ai cataloghi di terze parti più o meno note (ed affidabili), non sempre durevoli sul mercato. Godox tra i suoi accessori, sempre più diversificati, annovera questo sistema di scatto remoto radiocontrollato denominato semplicemente Godox TR, composto da una ricevente collocabile a slitta (non per forza flash: ormai abbondano anche le cages che ne sono dotate) e da una trasmittente dotata di una serie di pulsanti che ne determinano l'inclinazione più verso le funzioni da intervallometro che da semplice scatto remoto. Completa la dotazione il cavetto di collegamento ad una vasta serie di fotocamere dei principali marchi oggi sul mercato. Per quanto riguarda Nikon i cavetti opzionabili sono due: la dieci pin circolare, propria di tutte le fotocamere reflex e mirrorless di livello PRO e prosumer, e la presa di servizio rettangolare, propria delle fotocamere di classe intermedia ed entry level Stranamente Godox nella sua documentazione relativa alla compatibilità dei cavetti, non fa riferimento alle mirrorless, delle quali Z9 e Z8 posseggono la presa multipolare per il cavetto TR-N1, mentre la serie Z 5,6,7 quell'altra connessione, compatibile col TR-N3 Io li ho presi entrambi, acquistando su Amazon questo remote control. Queste le specifiche: Alimentati sia trasmittente sia la ricevente da due elementi stilo, sono ben costruiti e dotati entrambi di una presa per il minijack dorato del cavetto, che costituisce il link per la trasmissione elettrica dello scatto, a seguito dell'impulso radio del sistema della frequenza da 2,4GHz, usuale per Godox. Se mi dovessi lamentare di una carenza è per l'assenza di un'asola sulla trasmittente, a cui poter legare una cordicella per tenere al collo o al polso nei momenti di non utilizzo l'apparecchio. Possedendo anche il trasmettitore la presa per il minijack, ecco che se si voglia trasformare il sistema wireless in uno a filo, l'operazione è diretta e semplicissima: e questo è un pregio che non ho riscontrato su altri simili remote control (Mauro ne ha uno che sembra il clone di questo, ma di marca Pixel) Pigiando sul tasto bordato di giallo del TR-TX si abilita lo scatto sulla fotocamera collegata alla ricevente TR-RX, ovviamente dopo aver stabilito su che canale (dei 32 disponibili, a scanso di interferenze con altri fotografi in zona) operare: il canale si può impostare singolarmente sui due apparecchi, oppure si può richiamare sul ricevitore quello regolato sul trasmettitore, con una combinazione di tasti. Quindi, alla pressione del pulsante, i led verdi di TX ed RX si illuminano per confermare il pairing e la messa a fuoco, poi di rosso per confermare lo scatto. Lo scatto può essere singolo oppure in sequenza a seconda di che opzione sia settata in macchina. Lo scatto sarà abilitato anche con fotocamera settata in posa B (bulb) o T (Time) ed in entrambi i casi si presserà il pulsante due volte: per iniziare e per ultimare la posa: durante il passare dei secondi il display del TX resta illuminato per agevolare la lettura in situazioni di luce bassa o nulla. La principale funzione del Godox TR è però come detto, quella di intervallometro, la cui impostazione è molto macchinosa ed ho risolto avvalendomi dello schema esemplificativo pubblicato sul manuale bilingue (meno una che è il cinese), che vi allego di seguito Riporta due esemplificazioni di scatto, nella prima delle quali si simula una serie di esposizioni che partono dopo tre secondi dalla pressione del pulsante dedicato (play/stop) nelle quali si è stabilita un'esposizione di 1 secondo ripetuta per 2 scatti, a distanza di 3 secondi l'uno dall'altro, ripetuti due volte con una distanza di due secondi tra essi. Nella seconda invece una più semplice coppia di scatti senza ripetizione, organizzati con le impostazioni indicate. Mi sarei aspettato che le regolazioni di tutti i fattori potessero essere condensate in unica schermata...invece Godox ne ha predisposte (sadicamente) ben sei regolate come negli esempi sono riuscito ad impostare gli intervalli menzionati: ma dubito che in situazione operativa e in mancanza dell'esperienza necessaria, un normale utente possa ricordarsi i sei passaggi da collegare tra loro. Mauro mi dice che anche il suo intervallometro Pixel (analogo per funzionamento) è altrettanto astruso: non dubitiamo che i più smagati fotonaturalisti o paesaggisti, dopo opportuna palestra mentale, possano riuscire a mandare giù questa pappardella: ma insisto, se la schermata fosse unica, sarebbe di certo più semplice operare. Il peso del TX si attesta su 110 grammi batterie stilo incluse (dove altri attrezzi simili usano pastiglie) cosa che gli assicura da specifiche durate in standby ed operative, di tutto rispetto. La portata dichiarata è uguale a 100 metri, io non l'ho ancora portato fuori casa, ma grazie alla spia rossa di conferma di scatto (e al riscontro successivo) ho però scattato in casa sia a una decina di metri di distanza (a vista) sia attraverso la parete della stanza accanto, sia attraverso un labirinto ad angolo retto attraverso due tramezzi di muratura e corridoio interposto, senza il minimo problema, il che è poi l'enorme vantaggio del controllo radio, rispetto ad infrarosso, bluetooth ed anche wifi, talora. La compatibilità con tutti i marchi depone a favore della continuità del sistema: il prezzo pagato di 58 euro col secondo cavetto, mi pare in linea anche con prodotti di case scognite e certamente meno fidelizzanti di Godox, ma continuiamo a sostenere che se Nikon riuscisse a entrare in questo ambito della trasmissione radio (come aveva iniziato in maniera primigenia col flash SB5000, poi mai sviluppato), non sarebbe male per niente, anche per accessorii minimalisti come un semplice scatto remoto, anche senza intervallometro, che interesserà sicuramente qualcuno, ma molti meno di quanti invece sarebbero felici della versione radio del semplicissimo ML-L3 (che invece funzionava ad infrarossi). PRO: il marchio ed il sistema radio molto collaudato a 32 canali la presenza della conferma di scatto a led (con la silenziosità delle mirrorless è indispensabile) la portata del segnale e la sua stabilità il display illuminato durante le pose lunghe la convertibilità in scatto a filo la compatibilità tra fotocamere di marchi diversi CONTRO: assenza di un supporto per una cordicella di sicurezza astrusità della regolazione dell'intervallometro il peso del TX, ma giustificato dall'esigenza delle pile stilo per eventuali pose protratte a lungo Max Aquila photo © per Nikonland 2024
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  39. Eccolo arrivato: atteso dai tanti possessori di una Nikon Z DX, per ottenere in poco spazio un luminoso 36mm-equivalente, ossia il fisso di eccellenza da poter essere considerato IL TUTTOFARE Eccone l'unboxing buono per fotografare da vicino (arriva a 18cm dal soggetto) anche in bassa luce (apre fino a f/1,7) soggetti ed oggetti, singoli o in gruppo, un 24mm DX è quel genere di obiettivo da tenere montato sempre sulla mirrorless, o comunque da portare sempre con sè in borsa... Pesa solo 131 grammi, 147 col paraluce (incluso nel prezzo di 329 euro) ed è costruito con uno schema che occupa tutti i 4cm della sua profondità (come ci hanno ormai abituati gli schemi ottici Z-mount): di 9 elementi in 8 gruppi Paraluce curiosamente ad ogiva, con il richiamo della filettatura da 46mm sulla faccia anteriore, per potere gestire filtri Vario (ND, pola, etc) senza dover rinunciare alla difesa dai riflessi laterali, specie alle maggiori aperture. qui comparato a due zoom DX. Rispetto il pancake 26/2,8 misura solo 1,6cm di profondità di più, ma è più luminoso di 1 stop ed 1/3 !!! Qui col suo paraluce montato: di forma certamente inedita nella produzione Nikon recente... ...ma a chi ha posseduto ed utilizzato anche le Nikon One, ben ricorderà il paraluce del 10/2,8 Z 24/1,7 @ f/1,7 t/50 ISO560 A chi però non interessi montare filtri davanti al paraluce... sappia che il diametro da 46mm è identico a quello dello zoom 16-50 e quindi anche del suo più...regolare paraluce... Resta da constatare (e lo farò) che copertura dia rispetto a quello originale: e che problemi di riflessi possano invece ingenerere filtri come i polarizzatori o gli ND, avvitati fuori dal paraluce: seguite questo articolo, che aggiornerò con i dati in oggetto. made in China e baionetta posteriore in plastica, come tutti i low cost Z profilo...davvero da pin-up.... diaframma a 7 lamelle (come gli zoom, il pancake ed il 28/2.8: solo il 40/2 ne ha 9...) adatto a tutte e tre le DX per maneggevolezza, dimensioni e peso ne valuteremo le prestazioni ...che fin dalle prime prove, mi sembrano molto interessanti, al netto di una certa caduta di luce ai bordi alla massima apertura (immaginabile) e che a mio giudizio fa parte del progetto, proprio per enfatizzare on camera le superfici omogenee intorno ai soggetti posti al centro del fotogramma vedo anche uno sfuocato graduale ed un'incisività insperata per un wide leggero come un 24DX Insomma...lo terrò a lungo perchè è una bella focale, di quelle che prediligo, ed aggiornerò periodicamente questa discussione. ----------------------------------------------------------------------------- La maggior parte delle foto che ho scattato con lo Z 24/1,7DX sono nel range di diaframmi tra TA ed f/2 come ben si conviene dopo l'acquisto di un fisso luminoso: diversamente userei i più comodi zoom DX 16-50 o 12-28 che però possono aprire al massimo, rispettivamente a f/4,2 ed f/5,3 che sono chiaramente su questo formato e focale valori da tutto nitido... Cominciamo quindi da qui: obiettivo luminoso = scattare a mano libera in condizioni borderline, quando non si abbiano treppiedi a disposizione, oppure non si vogliano proprio utilizzare, per passare inosservati, sfruttando i punti di forza dei sistemi mirrorless: la silenziosità allo scatto e le dimensioni contenute di un ensamble come questo: Z dx e obiettivo minimal... La caratteristica della focale risultante di questo 24mm è proprio quella di poter sfruttare un angolo di campo più largo di quello di un obiettivo standard, buono per tante cose, dal reportage al ritratto ambientato. il tutto in luce disponibile... sfruttando al massimo la pdc ridotta data dalla sua massima apertura, anche per realizzare una resa dello sfondo adeguata alle aspettative del caso... ...cosa che in cui riesce anche questo obiettivo, economico, ma nonostante ciò dotato di un diaframma a 7 lamelle, un tempo appannaggio esclusivo di pochi mediotele da ritratto Ombre e Luci sembrano proprio il campo d'elezione di questo piccoletto tuttofare... in ogni condizione si renda necessario fotografarli Oppure, all'opposto... anche in presenza di EV elevati, come normale in questo periodo dell'anno, lo si può utilizzare ancora a TA utilizzando un filtro ND, come questo Vario 2-400 (che riesce cioè ad abbattere fino a 9 stop degli EV presenti) qui avvitato alla filettatura anteriore del paraluce di serie, come proposto dal marketing Nikon, non senza qualche mia perplessità, per i motivi che vedremo più avanti. il risultato è molto incoraggiante ed a patto di controllare anche lo sfondo prima di scattare (e poi lamentarsi dello sfuocato), mi pare che anche l'effetto bokeh promesso dal volantino si possa tradurre in uno sfuocato (termine che in giapponese si traduce appunto in bokeh) presente, ma non appuntito: frutto di quel progetto da sette lamelle, di cui scrivevo prima. colori saturi e tendenza cromatica variabile tra blu e ciano, causata dal filtro ND dal prezzo contenuto senza di esso, le cose vanno molto meglio ed oltre alla naturalezza delle cromie, si recupera a mio avviso buona parte della nitidezza che un filtro rotativo a doppio elemento sottrae CERTAMENTE, qualunque sia il prezzo pagato per il suo acquisto (per buona pace dei fedeli di queste filosofie) Molte di queste foto sono state scattate alla minima distanza di messa a fuoco consentita dall'obiettivo, davvero ridotta, di 18cm dal piano focale. Alcune, le più ravvicinate, rinunziando al filtro ND in favore di una lente addizionale acromatica da 5 diottrie Marumi DHG 200, anch'essa montata a monte del paraluce ogivale HN-42, così atipico, dello Z 24/1,7 DX, che concorre ad una resa quasi macro del sistema, complice la grande apertura, con o senza l'ausilio di un piccolo flash di schiarita (che troviamo incorporato solo sulla Z50) ed è grazie a queste prove di angolazione rispetto soggetto e sorgenti di illuminazione, che si evidenzia il difetto che mi aspettavo dovesse apparire prima o poi: il filtro avvitato davanti al paraluce, a determinati angoli di incidenza rispetto la luce del sole (specie se consistente) non può che generare ghosts e flares dei quali usualmente l'obiettivo è privo... giusto per ricordarci che non si sfugge alle normali leggi della fisica: i filtri (se proprio li si debba utilizzare) devono stare dietro il paraluce, siempre ! Volete vederlo in interni a tutta apertura? La Chiesa della Martorana di Palermo, la conoscete già, ma è un banco di prova sempre valido... con i suoi mosaici a tessere d'oro (aprite le immagini, ovviamente) ma anche in ogni altra manifestazione, in qualsiasi condizione di luce e...anche all'occorrenza diaframmando oltre quel lotto di aperture che avete fin qui visto, questo piccolo obiettivo si candida ad entrare nelle borse della maggior parte degli utenti Z DX, se non addirittura, stabilmente montati sulla fotocamera. ...per quanto, all'imbrunire, quando si sciolgono i freni inibitori delle persone... probabilmente consente direalizzare quegli scatti che uno zoomino poco luminoso non permetterebbe se non con elevato tasso di segnale/rumore... Voglio rimarcare l'attenzione che finalmente Nikon sta concedendo al finora trascurato comparto DX della sua nuova baionetta Z , dal versante ottiche.: di tutte quelle fin qui testate, la Redazione di Nikonland è rimasta sempre sorpresa positivamente per l' approccio del tutto analogo rispetto gli obiettivi FX. Anche questo Nikkor Z DX 24mm f/1,7 non fa eccezione e ci lascia un'impressione del tutto positiva e la certezza di un utilizzo tanto semplice quanto proficuo. Tra i pregi di questo 24mm annovero la estrema silenziosità ed efficienza del suo motore Af stepper e la progressività della nitidezza con la chiusura del diaframma: ma già ad f/4 si arriva ad un livello di omogeneità centro/bordi molto soddisfacente. Del resto un obiettivo luminoso lo si compra per utilizzarlo quasi prevalentemente a TA, come già detto, anche a costo di una certa vignettatura fisiologica, non sempre del tutto annullata direttamente via hw, come ormai ci siamo abituati a vedere su realizzazioni più importanti. Il prezzo di commercializzazione è uno dei più bassi del catalogo Z-mount e questo contribuirà a farne un jolly per ogni corredo. Il resto della mia selezione di immagini, lo trovate sull'apposito album... Max Aquila photo © per Nikonland 2023 Se questo articolo vi è sembrato utile mettete un like. A voi non costa nulla ma per noi fa una grande differenza per capire quali siano gli argomenti che i lettori trovano più interessanti. Non abbiate timore ad aggiungere i vostri commenti
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  40. 31/12/2023 Oasi di Boscoforte, Valli di Comacchio Pentax 67 II + Ilford Delta 100
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  41. 31/12/2023 Oasi di Boscoforte, Valli di Comacchio Pentax 67 II + Ferrania P30
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  42. Commercializzazione: Febbraio 2019 Peso:485 grammi Diaframma: 7 lamelle Passo filtri: 82mm Messa a fuoco minima: 28cm Dimensioni : 85x89mm (lunghezza e diametro) Schema ottico: 14 lenti in 12 gruppi di cui 4 ED e 4 asferiche, Nano Crystal coating, dotato di O-ring anti umidità Stabilizzazione: non presente Primo obiettivo widezoom per Nikon Z, presentato a fine 2018 e commercializzato al febbraio successivo è stato fin da subito un cuneo spinto a colpi d'ascia dentro il tronco della tradizione F-mount Nikon: paragonato al 14-24/2.8 AFS si è subito dimostrato vincente su diversi aspetti, legati principalmente alla correzione automatica via software delle caratteristiche complementari (distorsione, aberrazioni cromatiche, vignettatura) sia per le caratteristiche fisiche, tra le quali spicca a prima vista il peso esiguo se rapportato alle realizzazioni per reflex e la lente frontale piatta, se pur di ampio diametro , insieme alla costruzione "folding" che ha suscitato sempre reazioni contrastanti, tra chi apprezza le dimensioni contenute in borsa, nella posizione di riposo, e chi invece lamenta la necessità di sblocco come una perdita di tempo ed una probabile causa di futura infiltrazione di polvere tra le lenti. Sta di fatto che è uno zoom che cade in mano come fosse un entry level per il peso e la forma e consente a chiunque di portare in pochissimo ingombro e ad un prezzo contenuto, un obiettivo da reportage determinante per una rilevante percentuale degli scatti di un viaggiatore: da qui la nostra definizione di Piccolo Genio. La qualità degli scatti, grazie ad un antiriflesso determinante come mai nella storia dei superwide Nikkor e al motore AF stepper, silenzioso, efficiente, infallibile, insieme ad un livello di nitidezza talmente elevato al centro da far passare sotto silenzio l'inevitabile caduta ai bordi (parliamo in wide di un 14mm FX), ne fanno uno zoom consigliabile a tutti coloro che si aspettino un tuttofare di livello elevato a prezzo contenuto. Il diaframma a sole 7 lamelle consente ugualmente uno sfuocato di buon livello anche a tutta apertura: in determinate occasioni al di sopra di realizzazioni di livello superiore. La diatriba sull'attribuzione della qualifica "S" a questo zoom è a mio giudizio mal posta, in funzione del livello qualitativo di questo zoom rispetto i suoi predecessori F-mount e della sua adattabilità ad una buona quantità di generi, tra i quali anche quelli che prediligono il montaggio diretto di filtri sulla lente anteriore di un obiettivo da 114° di angolo di campo. Gli articoli di Nikonland su questo zoom: Il Piccolo Genio pensieri a tutto campo Z 14-30/4 oppure Z 14-24/2.8: quale e perchè Galleria:
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  43. 03/12/2023 Cinque Terre Pentax 67 II + 105 mm. f:2,4
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