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Mostra il contenuto con la massima reputazione di 04/01/2022 in tutte le aree

  1. #25 Il paradiso dei fotografi 11/11/2021 Nikon Z6 con Nikkor Z 24-200mm f/4-6.3 VR
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  3. Massimo la mia storia è simile a quella di moltri altri,ma cercherò qui in queste brevi note di raccontarla un po'. Sino all'età di 10 anni ho vissuto in Svizzera in una cittadina vicino l'aeroporto di Zurigo/Kloten dove mio padre spesso mi portava a vedere i velivoli dal terrazzo panoramico e da li è nata una passione per gli aerei che si mantiene immutata a tutt'oggi.All'età di dieci anni mi regalarono la mia prima macchina fotografica,una Bencini Comet col caricatore C126,le foto uscivano in formato quadrato e l'esposizione era a coppie fisse di tempo/diaframma che si impostavano seguendo le indicazioni presenti all'interno del cartoncino della pellicola.Ovviamente i velivoli venivano molto piccoli,ma tant'è.......durante le estati,andavo in USA da giugno a settembre,all'epoca la scuola iniziava ad ottobre,li tra Forida,Georgia e California abbiamo diversi parenti e alcuni dei miei cugini erano nelle forze armate USA, 2 di loro in particolare erano nel reparto fotografico USAF ed US NAVY,altri erano specialisti e almeno due imbarcati su navi.Passavo molto tempo a Jacksonville e da li era facile visitare la NAS Jacksonville così come le vicine NAS Cecil Field e NAS Key West alle Florida Keys. Nel 1976 ebbi la mia prima reflex in comodato d'uso,era la Nikormat EL di mio papà col 50 e il 135mm,usavo le pellicole Kodachrome che si trovavano comunemente negli store e i laboratori di sviluppo erano in tutte le città,più raramente Ektachrome e Anscochrome.Potendo entrare accompagnato nelle basi potevo fare foto e questo sino agli anni '80,poi i periodi in USA per impegni vari si limitavano ad un paio di settimane ,in compenso girovagavo con alcuni amici in europa,Germania e UK in primis.All'epoca per noi appassionati la Germania era il bengodi data la varietà di velivoli e di basi presenti.Nei primi anni '80,col crollo del muro di Berlino,c'è stato un inviluppo in campo aviatorio e le possibilità di far foto si limitarono sia come tipologie di velivoli sia come occasioni di visite a basi,al più conveniva fare qualche giro in UK e partecipare a grossi airshow come il Tattoo. Qui in Italia ho bazzicato poco,sia per la mentalità delle autorità militari nei confronti degli appassionati,sia per la mentalità ristretta degli appassionati stessi,che per la maggiore, tutt'ora prediligono la mentalità del " io lo scatto ce l'ho e tu no " rispetto alla condivisione delle informazioni come avviene ad esempio in UK. Dal punto di vista fotografico,come apparecchi,ho sempre usato Nikon,la prima,come detto fu una Nikormat EL,poi coi risparmi acquistai una FE,poi una FA,una F4s una D70,una D200,una D300,la D3s e la D3x,in futuro potrebbe starci un paio di corpi Z. Per quel che riguarda le ottiche,all'inizio non c'eran poi grosse esigenze,a terra bastava il 50mm e in volo il 135 erano inizialmente adeguati,poi acquistai un 200mm f4 della Nikon,col crescere delle quote nelle esibizioni in volo,fu giocoforza acquistare un 300mm,per comodità d'uso il 300mmf4 era ideale,però usando il K64 mancava sempre quel diaframma in più e il 300mm f2.8 era il must.Acquistai invece un 400mm f5.6 e in seguito lo zoom 35-200 macro che uso tutt'ora.All'avvento dell'autofocus acquistai la f4 e il 300mmf4 AF,lento e sferragliante come un carro armato,lo sostituii poi col 300 AFS mentre per un breve periodo usai il Sigma 500mmf7.2 che poi era un f8,che andava bene nei deserti del sud.ovest USA ma qui da noi era un peso morto.All'apparire del digitale acquistai la filiera da D70 alle attuali D3s eD3x,i prossimi saranno acquisti in campo Z,non ho fretta e pertanto aspetto che il sistema sia maturo.Negli anni quindi,sia con scatti miei,sia con scambi con altri appassionati,hoi raccolto un piccolo archivio che ho il piacere di condividere con voi se avrete la pazienza di leggermi.....
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  4. Questa è la mia esperienza con il 15mm F.4 Venus Laowa. L’avevo preso nel 2017 per poter, quando ce ne fosse stata la possibilità, ambientare le orchidee spontanee che abitualmente fotografo in macro. Avevo visto le foto fantasmagoriche di Alberto Ghizzi Panizza e ho pensato che potesse essere utile anche a me. Le foto di questo obiettivo che si trovano sul web sono veramente molto affascinanti. Per ottenere risultati di quel tipo c’è bisogno di una preparazione del sito molto accurata ed una illuminazione adeguata. In altri casi si vanta una lavorazione dei file che io non sarei all’altezza di fare e sicuramente non avrei la pazienza per farla. (Per insegnare questa lavorazione ci sono proposte di corsi on line a pagamento). Premetto che non amo creare set o situazioni predisposte per fare delle foto di effetto. Non me ne frega niente di fare foto sbalorditive, poiché poi le adopero stampate ad uso didattico in mostre fotografiche o proiettate a supporto di incontri divulgativi. Già dopo alcune foto di prova ho capito che avevo sbagliato l’acquisto. Per il tipo di foto che mi servono e per come intendo fotografare io, non arriva ad quel livello di nitidezza che mi aspettavo né in primo piano, né dello sfondo. Per chiarire fotografo orchidee e fiori in natura nei prati e nei boschi e non voglio portarmi dietro un intero studio fotografico per fare qualche foto. Ogni tanto riprovo ad usarlo, ma non riesco ad essere in sintonia con lui. Di seguito posto l’esempio di cosa mi serviva a fare: Nikon D810 4/15 Venus Laowa F.32, 1/250 sec., ISO 80, mano libera Nikon D810 4/15 Venus Laowa F.32, 1/160 sec., ISO 5000, mano libera Ecco altri scatti, dove è evidente la scarsa nitidezza dello sfondo. D810 4/15 Venus Laowa F.16, 1/160 sec., ISO 500, mano libera Qui invece è discretamente nitido lo sfondo, ma il primo piano è schifoso. D810 4/15 Venus Laowa F.32, 1/160 sec., ISO 110, mano libera Qui la luce era proprio poca, ma la nitidezza generale è veramente scarsa. D810 4/15 Venus Laowa F.32, 1/80 sec., ISO 12800, mano libera Qui un altro esempio dove il primo piano da l'impressione (errata) di essere nitido. D4 4/15 Venus Laowa F.32, 1/00 sec., ISO 2200, mano libera Se le foto sono proiettate o viste a monitor possono passare, ma non da stampare in formato superiore a A4.
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  5. senza aprire un'ulteriore post,mi ricollego a questo continuando con altre immagini scattate sempre a RAF Lakenheath durante la normale attività di volo,in genere ci son dalle 50 alle 70 sortite giornaliere se il wing è al completo.Però se ci sono dei rischieramenti in altri teatri operativi,allora il numero si riduce a 40 o poco più,che per gli standard di LN son poche ma che son infinitamente di più di quanto si vede giornalmente in una qualunque base AM.Se c'è la TAC-EVAL, allora le missioni superano il centinaio considerando che volano pre la notte.... le foto son fatte dall'esterno,li è possibile e c'è pure il baracchino degli Hot-Dog per rifocillare gli astanti........ qui uno Strike Eagle esce dall'area di parcheggio e si dirige presso la last chance area.In questo caso,come indicato dalle scritte in coda,si tratta del velivolo del comandante dello squadron 494FS. Qui lo stesso velivolo al rientro dalla missione. Solitamente le sortite vengono fatte con soli pod utilizzando il carburante interno se si tratta di sortite a breve raggio. qui prossimo all'atterraggio il velivolo del comandante il 494 FS. Qui in rullaggio abbiamo due esemplari della versione C da superiorità aerea,riconoscibili per la diversa colorazione e per la fusoliera monoposto. una vista posteriore con in evidenza i due grossi turboreattori P&W. Qui lo Streak Eagle ripreso mentre riattacca dopo l'avvicinamento alla base.
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  6. Per non sporcare il tuo post, ne ho aperto uno nuovo sul Laowa 15mm f/4
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  7. 2 punti
  8. #20 Svassi maggiori in combattimento, 3.05.2021 Nikon D5 5.6/500 PFED VR F. 5,6, 1/1600 sec., ISO 800, mano libera
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  9. A complemento dell'articolo di Max, sperando di far cosa gradita, aggiungo questa mia breve esperienza con il 24-120mm f4 S, gentilmente prestatomi dall'amico Alberto. Tutte le foto (tranne quella che riprende me) scattate con Nikon Z6 e 24-120mm f4 S, minima o nessuna postproduzione. Cliccateci sopra per aprirle. Una passeggiata dalle parti di piazza Gae Aulenti a Milano. Poca gente tutta giustamente mascherata, ma proprio per questo poco attraente, per cui mi sono dedicato più che altro all'architettura aggiungendo qualche dettaglio per offrire spunti per valutare questo zoom e alla fine, ma molto brevemente, la mia impressione d'uso. Quindi pochissimo testo ma tutti i dati di scatto, per chi fosse interessato. Cominciamo: La fontana-laghetto di Piazza Gae Aulenti si presta a giocare con i riflessi degli edifici: 69mm f8, 1/80s, 400 ISO +07 sovraesposizione. 69mm f4, 1/250s, 200 ISO, + 0,7 sovraesposizione. Una panoramica un po' più ampia 28mm f8, 1/80s, 400 ISO 24mm 9, 1/320s, 220 ISO Magari vi aspettereste almeno un po di fringing, qualche aberrazione lungo il tetto dell'edificio dove il contrasto è maggiore? Invece no! Guardate questo crop 100%: Ancora qualche scorcio: 24mm f4, 1/1000s, 220 ISO. 63mm f4, 1/250s, 140 ISO Curiosa ex casa di ringhiera con simpatico murales, peccato per la sponsorizzazione ... 64mm f5.6, 1/320s, 100 ISO Milano è anche questo (quasi controluce, ritaglio a 16/9): 75mm f9,1/320s, 180 ISO Un tentativo quasi astratto: 24mm f9, 1/250s, 1250 ISO, + 0.7 compensazione esposizione. Un pochino di street, ma poco poco: 77mm f5.6, 1/320s, 360 ISO 120mm f8, 1/250s, 400 ISO, + 0.7 compensazione esposizione. Qualche dettaglio, a tutta apertura, così per dare un'idea dello sfuocato eccetera eccetera . Questi almeno non hanno la maschera... 90mm f4, 1/100s, 220 ISO. 120mm f4, 1/1000s, 110 ISO. Volete un crop? Eccolo! Nitidezza? Basta chiedere: Occhio al passero. 120mm f5.6, 1/100s, 500 ISO Crop 100% (cliccare sopra): A chiudere, le mie impressioni, anzi la mia impressione: Gli entusiasti fanno bene ad essere entusiasti. Anche questo zoom si allinea qualitativamente agli altri obiettivi della serie S, resa impeccabile, ergonomia che crea dipendenza (leggete l'articolo di Max per i dettagli), confesso: non riesco ad essere obiettivo su questi obiettivi ! Bene dovrebbe essere tutto... ah no! Non sarei io se non mettessi un gatto, giusto? Allora eccovi la Mascotte del Giardino di Via Pepe! 120mm f4, 1/250s, 560 ISO, + 0.7 compensazione esposizione. Date queste premesse, non vedo l'ora di avere in mano il 100-400mm f5.6 S CIAOOO! Foto di Alberto Varasi (con la mia Nikon Zfc).
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  10. Per andare incontro a Brustia, cambiamo bestia per i tubi di prolunga: un galletto questa è una dimostrazione di orgoglio del Nikkor Z 24-120/4S a 24mm f/8 t/125 con illuminatore a led Godox RING72 in prima battuta, 24-120/4 + Meike 11mm a tre focali, ossia a 24, a 28 ed a 35mm: distanza minima di maf dal soggetto e diaframmi variabili sullo sfondo, nel quale ho collocato altri giocattolini, a queste distanze: 24mm f/4 f/8 f/16 28mm f/4 f/8 f/16 35mm (in realtà poi erano solo 33,5mm ) f/4 f/8 f/16 Valerio.... o gallo...a figura intiera? 24mm f/4 f/11 Poi, come promesso, uso anche il Nikkor 20/4 Ai con tubo E2 (il più sottile che ho...purtroppo da 14mm) e adattatore Ai-Z f/4 f/16 messe a fuoco a stima col dannato focus peaking che a TA colora in tutte le dimensioni l'area su cui si intenda valutare la corretta maf. Mi pare notevole comunque la resa nel dettaglio di questo portento del RR, tanto più che l'inevitabile curvatura di campo sullo sfondo non appare neppure del tutto spiacevole. Direttamente dal 1977. Meglio con il tubo che con la pur ottima lente addizionale acromatica. Qui mi fermo, per adesso...
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  11. Enrico ha spiegato benissimo, soprattutto il bilanciamento soggetto sfondo. Può anche essere un poco più di un quarto forse, ma a me sembra utile che ci sia una "fuga" nella prospettiva: Io trovo molto bella questa ad esempio (e non perchè c'è una libellula, ma per le proporzioni, l'ambientazione e il punto di vista).
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  12. Dalla Sonos ARC…. Spaziale!!!!
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  13. Alberto, credo che l'ultima foto che hai postato sia quella giusta in termini di distanza di messa a fuoco e proporzioni rispetto alla restante ambientazione. Con questo genere di utilizzo è molto importante rispettare la distanza dal soggetto che deve sempre risultare quella giusta. Tu hai citato Alberto Ghizzi Panizza, ma quando guardi il suo lavoro su questa tipologia di immagini noterai che lavora con diaframmi chiusi (senza temere la diffrazione ed è giusto così) e sta sempre molto attento a fare in modo che il soggetto in primo piano non occupi mai più di un quarto del fotogramma (esattamente come l'ultima immagine che hai postato che infatti è la migliore), oltre a ciò utilizzo del cavalletto obbligatorio. L'argomento focus stacking è da escludere soprattutto in presenza di animali. Sempre Alberto Ghizzi Panizza, Nikon Zfc 16-50 di serie su treppiede. https://www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=4034712
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  14. Nelle foto 3 e 4 il soggetto è a 1 o 2 centimetri dalla lente frontale. Questa foto è stata fatta con la D4, 16 Mpx. Questo può spiegare la qualità rispetto alle altre. L'obiettivo è MF, il focus stacking si può fare con la camera su slitta, ma non puoi avanzare di tanto si andrebbe a urtare la lente dell'obiettivo. Si può fare stacking agendo sulla ghiera di messa a fuoco, ma non é così agevole ed a corsa lunga come è ad esempio lo Zeiss. La teoria è molto distante dalla pratica. Io non mi sono mai sognato di usarlo ad infinito per i paesaggi. Ma c'è chi lo fa proficuamente ed era a questo che mi riferivo per la elaborazione: andate a leggere la descrizione che ne fa l'autore della foto. https://www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=3103321
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  15. Riguardo la votazione espressa da Max, ho tenuto conto dei primi tre giudizi...se non era questa la sua intenzione rifaccio il conto... Complimenti a Pedrito, che ha dimostrato come si possano fare belle foto anche con mezzi tecnici "diversi"...
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  16. oggigiorno e da ormai oltre un trentennio,li consideriamo sagome comuni e familiari nei cieli,però a metà anni '70 erano una novità e dividevano gli appassionati per le loro forme aerodinamiche,distanti dai tradizionali Phantom e Starfighter in primis.Qui allego alcune immagini dei prototipi scattate in alcune occasioni in USA,i nuovi velivoli attiravano sempre una piccola folla di curiosi,militari e non. L'USAF alla fine anni '60,lanciò il programma per un caccia leggero e nei primi anni '70 i due finalisti,l'F-16 della General Dynamics e l'YF-17 Cobra della Northrop giunsero alle fasi di volo e l'USAF scelse il GD F-16. Qui siamo a NAS Cecil Field e abbiamo una vista posteriore dell'YF-17 Cobra. qui una vista laterale dello stesso velivolo sempre a NAS Cecil Field. Dopo aver perso il contratto nella gara per il caccia leggero USAF,la Northrop si associò alla McDonnell Douglas,data la maggior esperienza di quest'ultima in campo navale,e il team modificò profondamente il Cobra trasformandolo nell'F/A-18 Hornet di cui vediamo qui il prototipo in sosta a NAS Patuxtent River. come già detto,il vincitore del programma per il caccia leggero USAF fu l'F-16 di cui vediamo qui il prototipo nella caratteristica livrea in sosta aNAS Cecil Field. stessa occasione della precedente immagine,come si vede attorno al velivolo si è radunata una piccola folla di curiosi. Qui siamo invece sul piazzale della Dobbins AFB e vediamo i nuovi velivoli per l'USAF,in alto l'YF-17 Cobra,al centro l'F-16 e in primo piano il prototipo dell'A-10 Thunderbolt II. stessa occasione della precedente foto con i tre nuovi velivoli.
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  17. Grazie, Alessandro, per il complimento. Siamo fatti cosi.... In questo negozio, se dici di esser stato mandato da Nikonland ti faranno sconto di ciò che ti possa servire https://www.fotoluce.it/flash-studio?order=desc&display=v&aw_campaign_id=11323114472&gclid=Cj0KCQiA_c-OBhDFARIsAIFg3ex7xfzFtQnBsZ10gFvuSlDIz_yrdfj803wENHxBNiMFKP2WPNlt6KkaAn0REALw_wcB Ne approfitto per ricordarlo, negli acquisti da Fotoluce, se online, citate nello spazio delle note : "gruppo Nikonland" Diversamente, facendo ordine telefonico, ricordate di segnalarlo
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  18. Ma fanno bene! Se c'è qualche rincoglionito disposto a dar quei soldi, ma che gli chiedessero il doppio !
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  19. Tanto per fare della letteratura, stamattina ho tirato fuori i vecchi AF Nikon 35/28/24/20 oltre che un anziano Tokina 17/3.5 ATX Pro ed ho fatto delle prove. Purtroppo dispongo del solo set tubi F Kenko ed il più corto è di 12mm, servirebbe l'8mm (lo smilzo della serie PK) xchè 4mm in questo campo sono determinanti. E' vero che con i PK si perde l'AF ma in queste riprese, onestamente, non è questo il problema più significativo. Il soggetto è un babacetto africano di tartaruga, lungo meno di 3 cm, quindi qualcosa di simile ad un funghetto o ad un insettone grande, piuttosto che una raganella. Ho fatto due scatti: uno a f/11 ed il successivo a f/19, li presento in sequenza Nikon 35/2 AF + Kenko 12mm Nikon 28/2.8 AF-D + Kenko 12mm Nikon 24/2.8 AF-D + Kenko 12mm Nikon 20/2.8 AF + Kenko 12mm In termini operativi, come raccomanda Silvio, la distanza di lavoro è fondamentale. Solo il 35 ed il 28 consentono un certo "agio" sia come distanza dal soggetto che come campo di fuoco coperto dall'escursione dell'elicoide e questo secondo aspetto non è da sottovalutare. Su questo fronte, come prevedibile, 20 mm è il più tragico del quartetto Magari si può pensare di usarlo in campo, con un po' di fortuna ... ma io lascerei perdere. Per concludere, con un tubo da 12mm credo che 28mm sia la focale più corta che si possa utilizzare in modo pratico. Se si riesce a disporre di un tubo più sottile allora rientra in gioco sicuramente il 24 e forse anche il 20, sarei curioso Ed appunto, per pura curiosità: Tokina 17/3.5 ATX Pro a f/19 con il suo range di utilizzo Come si dice? <Ma anche NO , grazie>
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  20. E' segnato un 85mm sulla stessa linea del 50/1.2 : quindi tutti noi ipotizziamo che sia il secondo obiettivo f/1.2
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  21. E' già in roadmap. E prevedo che uscirà entro metà di quest'anno. Facile che sia un f/4.5 grande quanto il 70-200/2.8
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  22. Alla base aerea di Meringen nel Canton Berna (ci sono andato) ti portano dentro i soldati. Visite due volte la settimana, a richiesta, oppure in occasione degli airshow.
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  23. Vorrei un 70/200 f4 che fosse veramente compatto, almeno in posizione retratta, un 135 f2,8 e un 180 f2,8 compatti, uno Z 10/20 Dx con caratteristiche simili per dimensioni e peso all'equivalente versione F, e gli attuali tele PF con direttamente l'attacco Z
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  24. Una lente addizionale su un grandangolo ingrandisce molto poco, per ottene qualcosa occorre una lente molto potente (10 diottrie ad esempio) e conseguentemente un decadimento sensibile di qualità. Per non parlare dei bordi... Esempio: Siccome Ingrandimento ottenibile= Lunghezza focale obiettivo in m x diottrie lente addizionale, con una lente da ben 5 diottrie su un 24mm ad infinito hai un ingrandimento pari a 0,024x5= 0,12 ossia circa 1:8, qualcosa guadagni alla minima distanza ma poco. Al contrario, i tubi sui grandangoli ingrandiscono moltissimo: Ingrandimento (a infinito)= lunghezza focale obiettivo/lunghezza tubo, ad esempio con il tubo da 11mm sul 24 tu hai 24:11 quasi 1:2 con la ghiera di messa a fuoco ad infinito e guadagni ancora avvicinandoti. Il problema è la ridottissima distanza di messa a fuoco anche con la ghiera ad infinito, per questo gli zoom come il 24-70 e il 24-120 non sono adatti, siccome sono lunghi, a focale grandangolare rischi di avere la distanza di messa a fuoco inferiore alla lunghezza dell'obiettivo, per cui vai a toccare con la lente frontale. Per questo serve un obiettivo corto. Sulla qualità del 28mm f2.8 Z non posso dire nulla non avendolo provato, ma dal punto di vista delle dimensioni e della praticità d'uso sarebbe perfetto. PS l'obiettivo capovolto se non vado errato non da' l'effetto grandangolo che cerchi.
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  25. Comprata ed in strada verso casa mia, BRT permettendo oggi a pranzo la installo!!!
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  26. Ciao e Buon Anno: ma una tredicesima investita alle Seychelles o dove preferisci? Tua moglie al sole sulla spiaggia e tu a pelo d'acqua, volendo anche guizagliato, che inquadri acque limpide e pesci degni di questo nome? Ci son anche altre cose a pelo d'acqua alle 6scelle....
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  27. Prova anche a vedere nelle risposte a questo blog: Ci sono esempi con diversi grandangoli.
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  28. Come ha scritto Enrico, è una macro molto creativa, la scelta dell'ottica dipende anche dalle dimensioni del soggetto e dall'effetto che vuoi ottenere., comunque il 15mm f4 Laowa permette di fare cose come da tuo esempio anche senza tubi, per soggetti più grandi e ingrandimenti meno spinti ed una macro più "naturale", una focale da 24 o 28mm vanno bene, purchè.. piccoli! immagino che il 28mm con un tubo molto sottile, massimo il meike da 11mm, potrebbe andare, Il vantaggio del 28 è di essere corto, ad esempio il 24-70mm f4 S che si allungava, con il tubo Meike da 11mm finiva per toccare il soggetto con la lente frontale. Se ti va, scrivo qualcosa di più esauriente al più presto, anche in relazione alle diverse tipologie di soggetti.
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  29. un paio di anni fa e per un mese circa,tra le rovine della vecchia fornace,stazionò un giovane esemplare di camoscio ; come ci sia arrivato e come se ne sia andato è un mistero. Poichè appariva saltuariamente,un giorno son riuscito a fare qualche scatto che qui posto a documentazione dell'evento.
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  30. La luce, e le ombre che questa produce, in fotografia sono gli ingredienti principali. E' una sorta di legge universale, un assunto di una banalità assoluta, ma nonostante questo è frequentemente sottovalutato. In particolare da chi fa fotografia naturalistica sul campo che, anzi, spesso dichiara, di fronte alla difficoltà di imparare a gestire nuovi strumenti, di fotografare tassativamente in luce naturale. Arrivandone quasi a farne un vanto. Qui su Nikonland, invece, siamo piuttosto curiosi e, appena possibile, ci piace sperimentare nuovi giocattoli. Oggi vi racconto di due di loro: - Flash Godox AD100Pro, molto noto e trattato già dalla sua uscita qui su Nikonland (Es. questo articolo di Max Aquila). Io lo comando con l'XPro. - Speedlite Softbox Neewer, che è invece una novità qui da noi (e che ho comprato su Amazon per 32€, in bundle con un'altro diffusore del quale parleremo in futuro). Scopo di questo articolo, quindi, è illustrare le caratteristiche di questo kit che, nelle mie uscite sul campo di queste settimane, ho soprannominato "il mio sole personale". Il Godox AD100Pro l'ho scelto su consiglio dei colleghi di redazione. Il solito ottimo consiglio made in Nikonland! In realtà, nell'uso che illustrerò in questo articolo, altri flash - purché piccoli, leggeri, maneggevoli, potenti, regolabili ed utilizzabili off shoe su un piccolo treppiede - potrebbero sostituirlo. Ma lui funziona veramente bene e quindi, se si decide di comprarlo apposta per questo scopo, lo consiglio vivamente. Relativamente al flash, sottolineo un punto fondamentale: non va montato sul contatto caldo della macchina. Il motivo? È semplicissimo: luce ed ombre. La luce di fronte, quella cioè che colpisce il soggetto come se arrivasse esattamente dalle spalle del fotografo, è la più noiosa che ci sia. Per me, sostanzialmente, non vale la pena di affrontare questo tema senza mettersi subito nella condizione di poter decidere, ad ogni immagine, da dove vogliamo che la luce colpisca il soggetto. L' AD100Pro è perfetto: non può essere montato sul contatto caldo! Questo, invece, il diffusore, con le sue dimensioni. Qui lo vedete montato su un flash cobra, piegato per concentrare la luce realizzando uno snoot o diffonderla, con un'angolo ed una intensità totalmente definibile dal fotografo in quanto, per effetto dei fili di metallo che ha sul dorso, si può piegare a piacere. Come vedete è un oggetto veramente semplice e costruito con un principio piuttosto ingegnoso. Per capire come usarlo, prima di uscire sul campo, ho fatto alcuni scatti di prova sul tavolo della cucina, ad un pupazzetto. Iniziamo con la sola luce naturale. Come vedete, non c'è profondità, mancano ombre e luci che rendano tridimensionale il soggetto. E poi siamo a 5600ISO. Insomma, una schifezza. Ma il sottobosco in dicembre ha sostanzialmente questa stessa luce, qui in Lombardia. In ogni caso, chi ha provato sa che, nel bosco, è comunque sempre meglio una giornata nuvolosa, per evitare sfondi bruciati dalla luce. Z6II su 105/2.8MC 1/60 f4 ISO5600. Ed allora entra l'AD100Pro. Se lo uso da solo (prima immagine) o con il suo piccolo dome (seconda) ottengo questo: Il dome è troppo piccolo per questo uso (mentre credo che fotografando in un appartamento o in un locale ed usando la riflessione su muri o soffitto abbia molto da dire, ma quello è un altro discorso). Comunque, abbiamo risolto il problema degli ISO (ora siamo a 100), ma ne abbiamo introdotto un'altro: la luce è troppo dura. Eccoci al Softbox, che sulle prossime 2 immagini ho messo in bandiera, con due diverse "pieghe" ed orientamenti. Nella prima ho tenuto un allineamento a 90° rispetto all'inquadratura, per generare una luce solo leggermente diffusa, più drammatica, mentre nella seconda l'ho avvicinato e ripiegato in modo che la luce cadesse con un angolo di circa 60° e da sopra. Ora ci siamo, finalmente abbiamo modellazione e tridimensionalità. E, pur essendo il nostro amico fatto in plastica lucida, nessun particolare riflesso. Ma le possibilità sono quasi infinite. Di seguito inizio con uno snoot (che poso sagomare sia per essere rotondo che per fare "lame di luce" verticali o orizzontali) e proseguo con un'ampia gamma di diffusioni. Per vederne meglio una, prendiamo questa: E sul campo? beh, facilissimo! Questi alcuni esempi dei set che ho messo in piedi nel bosco vicino casa: Vedete, la capacità di piegarlo è impagabile perché si dispone di infinite possibilità di regolazione della luce, rendendola perfettamente funzionale all'effetto che si vuole cercare. Quindi, alcune foto da quel set, ovviamente tutte illuminate dal "mio sole"! Le prime due immagini sono ottenute senza nemmeno muovere la macchina, solo variando la diffusione del flash ed il mix di luce artificiale/ambiente. Z6II su 105/2.8MC 1/5s f16 ISO 100 Z6II su 105/2.8MC 1/15s f16 ISO 100 - I puntini sono polvere sulla lente frontale del 105 macro in questa ripresa 100% controluce e senza paraluce. Bello o brutto dipende dai gusti, ma mi hanno fatto venire un'idea..... che esplorerò in futuro. Z6II su 40/2+con tubo di prolunga da 18mm 1/20s f11 ISO200 Z6II su 40/2+con tubo di prolunga da 18mm 1/100s f2 ISO100 Z6II su 105/2.8MC 1/4s f16 ISO100 Z6II su 105/2.8MC 1/10s f16 ISO100 Z6II su 105/2.8MC 1/10s f11 ISO100 Z6II su 105/2.8MC 1/40s f8 ISO400 Quindi credo che sia chiaro che le possibilità aperte da questo kit siano praticamente illimitate. Non vedo l'ora che sia primavera/estate, per disporre di soggetti più interessanti di questi funghetti tardivi. Ma sapete come si dice, prima ti alleni e poi fai la gara! Massimo per Nikonland (C) 2/1/2022
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  31. #23 Felicità condivisa. 24.10.2021 Nikon 850 80-400. Partita Pavia-Spezia. Dopo un gol segnato dal Pavia. Scatto singolo. iso 2000 1/500
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  32. #22 Via lattea 10/7/2021 - Z6II su 14-24/2.8S@14mm 20" f2.8 ISO 3200 (10 scatti incollati con Starry Landscape Stacker per abbattere il rumore).
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  33. #3 02/01/2022 Sassi di Roccamalatina (MO) Nikon D850 * 70/200 FL f:2,8
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  34. No qui non si 0parla dei motorini da città,ma del Douglas A-4 Skyhawk soprannominato Scooter dai suoi equipaggi.Velivolo rustico e versatile,trovò largo impiego nei reparti della US NAVY e in alcune aviazioni estere tra cui ricordiamo quella israeliana ed Argentina. Il momento di notorietà presso il grande pubblico,lo ebbe verso metà anni '80 con l'uscita del film Top Gun. Qui di seguito alcune immagini che scattai in occasione di alcune trasferte negli USA.buona visione. Qui un esemplare biposto TA-4J con l'ultima livrea grigia,in sosta sulla Dobbins AFB.Il velivolo appartiene al reparto VMA-124 "Checkerboards". Altro TA-4J qui ripreso a NAS Cecil Field. Uno dei due membri dell'equipaggio è già a bordo mentre il pilota completa il giro di controllo pre-volo assieme allo specialista.Il velivolo è in forza al VA-45 "Fish Hawks". Altro esemplare biposto,qui in livrea agressors della Top Gun,il velivolo appartiene al VA-126 "Bandits" ed era basato sulla NAS Miramar. Qui siamo sulla NAS New Orleans con un A-4M del VMA-331 "Bumblebees",questa era l'ultima e più evoluta versione del velivolo della Douglas. questa vista da un'idea della ridotta sezione frontale del velivolo ,il che lo rende un bersaglio difficile da individuare visivamente. qui siamo sulla NAS Jacksonville con un paio di A-4L del VMFA-142R "Flying Gators". pronto al rullaggio questo immacolato TA-4J appartenente al VC-10 "Challengers" ad inizio anni '80 le sgargianti livree vennero soppiantate da una serie di livree a più toni di grigio,qui un A-4M del VMA-124. qui un TA-4J del VC-12 "Fighting Omars".Questi velivoli erano impiegati per l'addestramento dei piloti.
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  35. #14 "Il Risveglio" Marzo 2021 Nikon D3X + 200/500 f:5,6
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  36. # 13. falchi del nord. D3x+400mm f2.8 AF-I. 1/1000 f9. ISO400 Rivolto 18/09/2021 (NdR: manca la data)
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  37. #11 La bellezza 7/04/2021 - 50mm@ f19 - 1/250 - ISO1600 LA FOTO NON E' STATA SCATTATA CON UNA NIKON, quindi NON VOTATELA
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  38. #9 cheese !!! 17/07/2021 Nikon Z50 e Z Nikkor MC50mm f/2,8 t/1000 f/8 ISO450
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  39. #5 Rimarrà questa da qua al 31... con questa strana composizione da graphic novel. 13 novembre 2021 Nikon D500, 200-500. a 300mm - 1/500 f. 14, ISO 500
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  40. #4 after the rain, 4 luglio 2021 Nikon Z6 e Nikkor Z 105/2.8 S ad f/2.8
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  41. #2 Giovane Scoiattolo Europeo, 11/09/2021. Nikon Z6, Sigma 150-600mm f5-6.3 C a 370mm, FTZ, treppiedi, capanno.
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  42. #1 Visione d’autunno 14 novembre 2021 Nikon ZII + Nikkor Z 50mm f1.8 S
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  43. Scopo di questo articolo è stimolare ad uscire dalla propria confort zone, dalle fotografie fatte e rifatte, che delimitano il nostro ambito fotografico preferito. Ma anche, mentre ci si sta impegnando in una sessione fotografica, a spingere, a provare... a migliorare il modo in cui si fotografa il soggetto che si ha davanti. Entrambi, secondo me, sono percorsi validi per crescere come fotografi. Certo, non sono gli unici, ed anzi probabilmente sono i meno praticati perché, ben più comunemente, si cerca di perfezionare quello che si sa già fare mirando a farlo sempre meglio. Ma, ad un certo punto, ci si trova contro un muro, a volte tecnico e a volte creativo, che ci sbarra la strada. Ed allora, che c’è di meglio, almeno per un po’, di prenderne un’altra? Per sviluppare ed illustrare il concetto, racconterò dell’esperienza fatta questa mattina al parco vicino casa, dove sto andando, da qualche settimana, a fotografare i funghi. Perché i funghi? Beh, sono un soggetto facile da trovare, almeno nella stagione giusta, non scappano, non si muovono se c’è vento ma anzi, stanno li e molto pazientemente lasciano giocare il fotografo. Di più, almeno a mio gusto mediamente non sono dei bei soggetti, almeno quelli che trovo di solito. E quindi per fare una “bella foto” occorre metterci del proprio, cercando la migliore situazione, la luce giusta, componendo bene… e via dicendo. Il mio obiettivo è piuttosto ambizioso: imparare a fotografare la macro con i flash. A fare qualche macro ho iniziato “grazie” al lock-down della scorsa primavera, con il 70-200 ed una lente diottrica. Mi sono divertito - apprezzando il fatto che è insieme divertente, creativo e complicato - ed ho deciso di investirci sopra, acquistando alcuni mesi fa il nuovo 105/2.8S MC e, ad inizio settimana, un flash Godox AD100Pro. Quest’ultimo sia perché la luce in dicembre nel sottobosco del parco del Ticino è raramente interessante sia perché la sua gestione è un elemento indispensabile. Ma, e questo è secondo me particolarmente interessane, anche per ibridare fotografia di natura e di studio: ho deciso di provare ad impiegare quello che ho imparato da Mauro e Ross sulla luce flash. Esattamente come cerco di ibridare fotografia di animali e paesaggio con i miei animalscapes! Dopo questa interminabile introduzione, ecco la prima foto. Questo è il fungo che ho trovato nella mia passeggiata. Ho impiegato ben più tempo rispetto all'ultima volta: temo che la stagione dei funghi sia proprio in fondo! Tra l’altro, io speravo di trovare tutto un po’ bianco e ghiacciato per la nevicata di ieri – situazione speciale per i funghi - ma evidentemente nella notte ha piovuto. Z6II su 105/2.8S MC 1.3" F16 ISO100 La foto è piuttosto banale, nonostante il fatto che ho cercato di stare basso, almeno quanto mi ha consentito il treppiede a gambe completamente aperte. Ma visti i dati di scatto c’è poco da fare, il treppiede mi serve. O no? Vedremo… Intanto, guardando bene, vedo che non ho un soggetto ma 2! Si, perché sul gambo del fungo c’è una specie di moschina. Insomma, funghi e mosche… Mi dedico innanzi tutto alla mosca: Così non va: non risalta e, usando il treppiede, non c’è modo di averla parallela al sensore, la macchina è troppo alta. Ok, è il momento di tirar fuori il flash nuovo! E di sporcarsi i pantaloni… Questo il primo tentativo. Z6II su 105/2.8S MC 1/60 F5.6 ISO800 flash Godox AD100Pro Forse va meglio, ma ancora non ci siamo. Però capisco che sto andando nella direzione sbagliata. L’interesse deriva dalle ali e dalle goccioline. Per cui occorre rivedere completamente quello che sto facendo: devo stare parallelo al soggetto, andare al massimo in controluce sulle ali e produrre un bel contrasto tra luce ed ombra per dare dinamica e movimento all’immagine. Insomma, tra il dire ed il fare ci sono voluti più di 50 scatti… Ma questo è il risultato: Z6II su 105/2.8S MC 1/100 F16 ISO800 flash Godox AD100Pro Ed ora il piatto forte: Il fungo. Z6II su 105/2.8S MC 1/30 F11 ISO900 Proseguo da dove ero arrivato, cioè dal controluce. Questa è l’immagine fatta senza flash, di nuovo piuttosto piatta. Ma con il flash si può drasticamente cambiare il rapporto di forza tra la luce sul primo piano e quella sullo sfondo - semplicemente agendo sul tempo di scatto, sugli ISO e sulla potenza flash. Inizio quindi a giocare con queste variabili e, dopo una trentina di scatti sono qui: Z6II su 105/2.8S MC 1/30 F22 ISO800 flash Godox AD100Pro Ed estremizzando il concetto, qui: Z6II su 105/2.8S MC 1/100 F8 ISO200 flash Godox AD100Pro La sintesi? Quando fotografate, non fermatevi al primo scatto ma cercate di “lavorare” il soggetto, di capire come farlo rendere al meglio attraverso la comprensione di cosa non funziona nella fotografia appena fatta. Nel farlo credo proprio vi divertirete e, se avrete raccolto la sfida di fotografare qualcosa di diverso o in un modo diverso, magari aperto una strada nuova alla vostra crescita come fotografi. Tra l’altro, cercare nuovi modi di usare nuovi strumenti è una cosa particolarmente stimolante in questo periodo di transizione! Queste foto? Il loro scopo è unicamente quello di illustrare un pezzo di strada, percorsa cercando di "far rendere il soggetto" ed usare due, per me, nuovi strumenti. Nessuna pretesa di dire che i risultati ottenuti siano particolarmente buoni in senso assoluto, ma sono piuttosto fiducioso che quelli arriveranno con applicazione e metodo! E tu? "lavori" i tuoi soggetti? pensi mai alla tua crescita come fotografo? scrivilo sotto, così ne possiamo parlare!!! Massimo per Nikonland (c) 9/12/2021
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