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Mostra il contenuto con la massima reputazione di 09/01/2024 in tutte le aree

  1. Ieri Nikon ha registrato una nuova fotocamera, codice interno N2214. Il codice parrebbe indicare che l'avvio del progetto data aprile 2022, a testimonianza che nulla si improvvisa in pochi giorni. I codici precedenti sono : ZF N2137 : luglio 2021 Z8 N2120 : ottobre 2021 Zfc N2016 : giugno 2020 Z9 N2014 : aprile 2020 apparentemente qui abbiamo una futura macchina di una generazione completamente nuova. la registrazione avviene circa 2-3 mesi prima della commercializzazione e copre le caratteristiche degli apparati di trasmissione (BT e wi-fi). Intanto la Z6 II viene venduta nuova, in UK con uno sconto di 860 sterline.
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  2. Numero di visualizzazioni delle recensioni dei Nikkor Z in ordine discendente : recensori :
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  3. Cambiamo genere, più che foto di strada, foto alla piazza, nel senso di chi la occupa. Mi piace molto fotografare le manifestazioni, scioperi, concerti, eventi, trovo che la gente che vi partecipa abbia una predisposizione verso l'obiettivo ben diversa rispetto alla vita comune, una voglia di protagonismo più marcata. Le dinamiche collettive "di piazza" portano a comportamenti, e forse autenticità, distanti da quelle più compassate dei singoli di tutti i giorni. Torino, 24 novembre, sciopero generale, alcune immagini raccolte in un'oretta in mezzo al corteo. Non dimenticatevi che questo blog si chiama COMMENTI&CRITICHE.... A buon intenditor...
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  4. La mia idea del report di una manifestazione è...la manifestazione: ossia corteo, folla, cartelli (intellegibili) bandiere.... e soltanto dopo...ritratti, soggettive, espressività dei partecipanti. Perché sfruttare un assembramento per acchiappare con lo zoom le occasioni di interesse come le vignette con persone pittoresche o carine, o con espressioni forti, connaturate (come nel caso del drummer) è un po' come il cameraman della partita di calcio, che nei momenti di stanca, inquadra le ragazze tra il pubblico. Oppure...i bambini. "Mi piace molto fotografare le manifestazioni, scioperi, concerti, eventi, trovo che la gente che vi partecipa abbia una predisposizione verso l'obiettivo ben diversa rispetto alla vita comune, una voglia di protagonismo più marcata" Eh certo: ma loro manifestano per delle motivazioni, non è che sono li per farsi fotografare... Diciamo che chi scende in piazza per scattare foto così dovrebbe se non condividere, almeno sapere, per poter sviluppare con quei soggetti vera empatia...se no si resta sul versante che amate in tanti dello street assolutamente autogeno... Belle immagini le tue, ma stento a definirlo un report
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  5. Nel lontano settembre del 2013, un folto gruppo di Nikonlander si ritrovarono a Bassano del Grappa, io non c'ero.. e con il senno del poi un pochino mi spiace ma, non mi era possibile muovermi, ero in attesa d'entrare in ospedale per un'intervento serio, sta di fatto che avevo saputo della partecipazione straordinaria di un fotografo con qualche anno, spero di non sbagliare.. ma, facciamo un passo ancor più indietro.. dovevano essere gl'anni 60-70 e due intrepidi misero a punto un'avventura che destò all'epoca molto scalpore, il Giro del Mondo in Camion, in onore di un' altro Italiano chiamarono il loro veicolo: Antonio Pigafetta, al rientro venne prodotto un libro su quest'avventura, bene.. ne avevo una copia da tempo immemorabile, lo affidai ad un Nikonlander, per me è stato Valerio, lo portarono al congresso e mi venne autografato. Avevo anche dato altre due cose, la prima con la Scritta Nikonland su tessuto di grandi dimensioni, e allo stampatore del momento, Spinoza di Slow Print avevo mandato un file di una tigre siberiana mio. Passò del tempo.. non molto per la verità e mi ritrovai tra le mani la stampa della tigre su un passe partout bianco di PVC e lungo il bordo le firme delle persone che avevano partecipato, fu una splendida sorpresa.. per sdebitarmi, ne feci una copia e la mandai a mio cognato disegnatore perchè creasse una caricatura.. e la stampa l'appesi alle pareti... era la fine del 2013... Sono passati Dieci Anni.. ed ecco quanto rimane.. La fotografia nel 2013 La fotografia nel 2023.. dieci anni.. la stampa è perfetta ma le firme sono sparite... Il fotografo del Pigafetta Tutti i partecipanti E la caricatura fatta da mio cognato. Alla fine la domanda che vorrei porre è: tra i partecipanti uno o più anno fatto uno scatto della fotografia con le firme, sarebbe possibile riuscire ad averne una? Grazie...
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  6. A seguito degli sciami di scosse telluriche, sono state sospese "temporaneamente " le attività produttive delle fabbriche di memorie di tipo NAND nel nord del Giappone. Sebbene queste non siano tra i maggiori produttori del settore, è possibile che si innescherà una catena di carenze di prodotti che facilmente porterà a rincari e/o ritardi in tutto il settore. Possibile che nei prossimi mesi si assista a rincari sui prezzi di SSD e schede di memoria di tutti i generi, specie nelle fasce più alte. Suggeriamo di procedere ad eventuali acquisti in sospeso sui prezzi migliori di oggi.
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  7. Lexar presenterà le sue CFexpress CF 4.0 al CES di Las Vegas la prossima settimana. I prodotti includono schede CFexpress all'avanguardia, SSD ad alte prestazioni di prossima generazione, moduli di memoria ultraveloci e altro ancora Scheda professionale CFexpress™ 4.0 tipo B serie DIAMOND Scheda professionale CFexpress™ 4.0 tipo A serie GOLD Scheda professionale GOLD microSD™ UHS-II SSD portatile ARMOR 700 SSD professionale NM1090 M.2 PCIe Gen 5 NVMe™ con dissipatore di calore SSD professionale NM800 PRO M.2 2280 NVMe™ con e senza dissipatore di calore GIOCA SSD M.2 2230 PCIe 4.0 ARES RGB DDR5 8400MT/s San Jose, CA, USA, 4 gennaio 2024—Lexar, marchio leader a livello mondiale di soluzioni di memoria flash, è entusiasta di rivelare la sua linea di prodotti che sarà presentata al CES di quest'anno a Las Vegas, Nevada. Con prodotti che spaziano dal suo collaudato portfolio di fotografia e videografia professionale alla sua solida linea di giochi, sarà in mostra l'ampiezza dei prodotti Lexar. Lexar presenterà la sua serie DIAMOND di schede professionali CFexpress 4.0 di tipo B all'avanguardia che sfrutta l'ultimo PCIe Gen 4 per le prestazioni potenti e le efficienze di post-produzione accelerate che i professionisti richiedono: un massimo velocissimo. velocità di lettura di 3600 MB/s e max. scrittura di 3300MB/s. 1 Per gli utenti di apparecchiature di tipo A, Lexar mostrerà la scheda Professional CFexpress 4.0 di tipo A serie GOLD. Utilizza inoltre la tecnologia PCIe Gen 4 ed è la scheda CFexpress di tipo A più veloce al mondo con max. velocità di lettura di 1800 MB/s e max. velocità di scrittura di 1650 MB/s. 1 Verrà visualizzata anche la scheda Professional GOLD microSD UHS-II. Consigliato da GoPro per l'uso con le loro action cam, offre max. velocità di lettura di 280 MB/s e max. velocità di scrittura di 180 MB/s 1 ed è disponibile con capacità fino a 256 GB. Un altro punto forte per il pubblico professionale sarà l'SSD portatile ARMOR 700. Costruito in modo robusto, è pronto per l'uso anche negli ambienti più difficili e offre prestazioni incessanti e affidabilità superiore con max. velocità di lettura e scrittura di 2000 MB/s. 1 Dal punto di vista dei giochi, Lexar rivelerà l'SSD professionale NM1090 M.2 PCIe Gen 5 NVMe con dissipatore di calore. Dotato di prestazioni PCIe Gen 5 con max. velocità di lettura di 12.000 MB/s e max. velocità di scrittura di 11.000 MB/s, 1 è quasi due volte più veloce di PCIe Gen 4. 2 Lexar presenterà anche il pluripremiato SSD NM800 PRO M.2 2280 NVMe e la sua ultima versione dell'NM800 PRO che include un dissipatore di calore integrato , con capacità fino a 8 TB. L'SSD PLAY M.2 2230 PCIe 4.0 racchiude grandi prestazioni in un formato ridotto, perfetto per console di gioco portatili e laptop compatibili con M.2 2230. Fornisce il massimo velocità di lettura di 5200 MB/s e max. velocità di scrittura di 4700 MB/s, 1 e sfrutta la cache dinamica SLC per mantenere rapidi i tempi di caricamento e download. Lexar mostrerà anche la sua velocissima DRAM da gioco, ARES RGB DDR5, che arriva a 8400 MT/s e con timing fino a CL40.
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  8. Data di lancio : novembre 2021 Motore di messa a fuoco : STM Stabilizzatore Integrato : NO Passo filtri : 77mm Distanza minima di messa a fuoco : 35cm 16 elementi in 13 gruppi (inclusi 3 vetri ED, 1 vetro ED asferico, 3 lenti asferiche, elementi con rivestimento Nano Crystal e rivestimento ARNEO e un elemento lente anteriore con rivestimento al fluoro) Diaframma a 9 lamelle 84x118mm (a riposo), 630 grammi Per tutti gli altri esiste il 24-105, obiettivo concepito per il cerimonialista in quanto riesce a coprire sia le foto di gruppi che i primi piani e i dettagli durante i servizi fotografici. Per Nikon il 24-120 è un obiettivo più eclettico, fin dalla prima (pessima) versione del 1996 ad apertura variabile per arrivare all'ultimo 24-120/4 stabilizzato del 2010. Nella roadmap Z in un primo momento, forse per depistare i concorrenti, era stato inserito un 24-105 che poi, sorpresa, alla presentazione del 2021 è diventato questo splendido 24-120/4 S. Un obiettivo che per la stabilizzazione si appoggia al sensore della fotocamera, per cui è meno indicato (ammesso che qualcuno abbia voglia di sprecarlo) su macchine in formato DX. E che fa un ulteriore, notevole passo avanti nelle caratteristiche principali, tanto da renderlo, per molti, di un valore superiore sul piano puramente pratico e fotografico, al più pregiato 24-70/2.8 S. Questo zoom è il più nitido di tutto l'arsenale Nikkor Z (almeno limitandoci ai 28/24-XXX), anche del citato 24-70/2.8 S. E soverchia in tutto il precedente 24-120/4 che da 70mm in su era proprio cedente. Il 24-120/4 S invece ha una nitidezza praticamente costante su tutte le focali. Non solo, il picco è ad f/4. Per cui non c'è ragione pratica (se non di luce esagerata) per chiudere il diaframma. Se paga pegno è in termini di distorsione, perché Nikon ha deciso di correggere questo difetto - il più semplice - via software. Per cui le due distorsioni evidenti, a 24 e a 120mm scompaiono nelle foto, sacrificando qualche mm di focale che, probabilmente, come per altri obiettivi Nikkor Z, è lasciata abbondante rispetto alle specifiche. Vignettatura e aberrazioni (anche esse corrette via software) sono nella norma per uno zoom. Quello che resta, dopo questi ragionamenti, è un obiettivo di straordinaria elasticità e veramente - non il solito modo di dire - adatto a tutto. Dal paesaggio al reportage, passando per la cerimonia e il ritratto. Insostituibile quando si deve avere un unico obiettivo senza poterlo cambiare. Il suo valore è stato confermato dal mercato. Per quasi due anni è stato in "lista d'attesa" e in Giappone è ancora tra gli obiettivi più venduti in assoluto (tra tutti i marchi). Insomma, se non fate soltanto fotografia specialistica, questo obiettivo non può mancare nella vostra borsa. Il suo prezzo è allineato al suo valore, difficile trovarlo molto scontato. Ma in kit con la Z8 (la sua compagna ideale) diventa più conveniente. con la Z9 offre più elasticità del più voluminoso 24-70/2.8 S comparativa dimensionale tra tutti i Nikkor Z 24-XXX : a ciascuno il suo Il 24-120/4 di fatto è appena più grande del 24-200 VR : il quale gli dà del filo da torcere su molti aspetti alle focali comuni. lo schema ottico complesso e che sfrutta tutte le caratteristiche del modello Nikkor Z La quantità di nostri articoli inerenti questo obiettivo dovrebbe far capire quanto lo riteniamo azzeccato : Nikkor Z 24-120mm f/4S : LO Zeta Zoom medio Nikkor Z 24-120mm f/4 e le donne (articolo NSFW) Con il Nikkor Z 24-120/4 S alla Rivanazzano Dragway Nikkor Z 24-120/4S: buono per tutto! Z zoom: 24-120/4S oppure 24-200/4-6,3 Nikkor Z 24-120mm f4 Street & Urban photography! mentre in questa galleria potete vedere alcuni esempi di fotografie scattate con questo obiettivo, oppure inserire le vostre. *** Come gestire un set con due modelle, in luce mista ? Ma naturalmente con il 24-120/4 S ! ritratto figura intera due modelle in luce naturale *** Chiariamoci bene. Non stiamo urlando al miracolo. Onestamente questo obiettivo è oggetto di compromesso. Ma rispetto all'ancora più esteso e flessibile 24-200, si tratta di un compromesso al rialzo, verso caratteristiche che complessivamente pendono decisamente sulla parte alta. Difficilmente un fotografo comune potrà essere deluso da questo obiettivo. Mentre il fotografo esigente, avrà in arsenale ANCHE obiettivi a focale fissa che possano intervenire per compiti ancora più impegnativi, lasciando al 24-120/4 la flessibilità d'uso senza troppi rimpianti.
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  9. Ma uno qualsiasi di questi charger da 10,99€ su Amazon...non va bene?
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  10. Mi trovo piu' o meno alla stessa situazione di Andy68 facendo foto naturalistica. Utilizzo Z9 con una batteria in piu' e Z8 con due batterie di scorta. Fino adesso raramente mi e' servita la seconda EN-EL18d per la Z9 anche facendo lunghe sessioni in capanno. Al contrario con la Z8 in una giornata piena consumo sicuramente due batterie. Porto sempre con me un power bank Baseus da 65w che con una carica puo' ricaricare 5 volte una batteria della Z9 tramite la base Nikon MH-33. Questo accorgimento e' molto piu' utile con la batteria della Z8, la EN-EL15c. La Nikon insieme con l' uscita della Zf ha messo in commercio anche una nuova base per questo tipo di batteria. Il modello di questa nuova base si chiama MH-34 e carica una EN-EL15c tramite una porta usb-c che puo' essere collegata con un qualsiasi charger con uscita usb-c o un power bank con PD. L'unico diffeto della base Nikon che costa troppo. La trovate su Nikonstore.it al prezzo di 60€ che vi assicuro e' il prezzo piu' basso in tutta Europa.
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  11. Andy il tuo caso è uno dei (pochi dal mio punto di vista) in cui può avere senso il BG. Domanda: ma un powerbank tipo quello descritto da Mauro, non potrebbe essere utilizzato per caricare nello zaino una batteria? Mai provato, ma dato che il MH33 della Z9 ha l'ingresso dell'alimentazione in USB-C penso si possa utilizzare anche con un PB. In qual caso, la Z8 non ha un equivalente per la EN-EL15?
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  12. Mai usata, molto spinta su Amazon; non mi sembra da cestinare ma ritorno al discorso sul prodotto più economico per tastare il terreno. Con i prezzi delle Nilox non prendi nemmeno le batterie per Gopro e DJI.
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  13. Un ottimo lavoro. Lo apprezzo tanto perché da giovane ho documentato molte manifestazioni e so cosa vuol dire stare lì in mezzo. Parli con le persone, ascolti i loro discorsi e ogni scatto racconta qualcosa che si riesce a leggere solo osservandole: rabbia, rassegnazione, speranza... ogni volto uno stato d'animo diverso. Riguardandole fra trent'anni rivedrai un pezzo della nostra storia. E' una bella sensazione, credimi. Gran bel lavoro, raccontare la cronaca non è facile ma quando capita la soddisfazione è tanta. Un'unica critica: in questo caso o è b/n o è colore, non entrambi. Ma per me b/n tutta la vita perchè è più ruvido, tagliente. Come gli sguardi di quelle persone.
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  14. Saint-Saens : sonate per pianoforte e violino 1 e 2, fantasia in la maggiore Op. 124, berceuse in sib per violino e arpa Cecilia Zilliacus, violino Christian Ihle Hadland, pianoforte Stephen Fitzpatrick, arpa Bis, 3 febbraio 2023, formato 96/24 *** Fino all'ultimo quarto del XIX secolo, la Francia non aveva alcuna tradizione di sonata classica, di alcun genere. Si faceva riferimento generico a quella tedesca o a quella italiana. Peraltro era proprio tutta la tradizione strumentale che mancava nella musica francese, tutta concentrata sulla Gran Opera e sulla sinfonia. In un certo modo, l'infausto esito della Guerra Franco-Prussiana e il sentimento anti-tedesco scaturitone, facilitò i musicisti francofoni desiderosi di creare una scuola nazionale antitetica a quella germanica (oltre che ovviamente alla detestata scuola italiana ... ma qui era storia vecchia, risalente ai secoli prima). Saint-Saens lamentava questa situazione e insieme ad altri colleghi - compreso il belga Franck - e più avanti Fauré, Debussy e Ravel, approfittò della nuova tendenza per dedicarsi alla musica strumentale. Non è un caso se, in relativa tarda età, si vedranno quasi tutte le sue composizioni di questo genere, sia cameristiche che concertistiche. Siamo nel 1871 e l'ultimo pezzo in programma in questo disco è del 1907. Camille era del 1833 ed era da tempo un compositore affermato. Il modello della prima sonata, Op. 75, in Re Minore (come la 9a di Beethoven) è un pezzo fortemente virtuosistico, praticamente nella forma in quattro movimenti, ma anche nella durata nel suo complesso, è di fatto una sinfonia a due strumenti. In questo momento, complice il vecchio Brahms, si scriveva sonata per pianoforte e violino, ma il violino è l'assoluto protagonista. In questa sonata ci sono fugati, cambi di ritmo e di tempo. I primi due movimenti sono due adagi, come nella 3a Sinfonia di Saint-Saens. La composizione è brillante come i concerti per violino e per pianoforte. In una parola, bellissima ed orecchiabile al primo ascolto. La seconda sonata, Op. 102 invece è l'opposto. Intima, graziosa, più mozartiana che brahmsiana, senza melodie troppo orecchiabili, sempre in quattro movimenti. Come diceva lo stesso Camille, richiede ... almeno otto ascolti per entrare nell'orecchio. Non è vero, naturalmente. Ma non è così immediata. Le due sonata ebbero successo sin dalla prima. Con l'autore al pianoforte, e due violinisti di gran fama, Martin-Pierre Marsick per la prima, nel 1886, e Pablo Sarasate per la seconda, nel 1896. La seconda sonata venne eseguita la stessa sera della prima del 5° concerto per pianoforte, detto l'Egiziano perché composto durante un soggiorno a Luxos. Come la sonata. Completano il disco due composizioni particolari, una fantasia per violino e arpa che dura la bellezza di quasi 15 minuti e che è veramente difficile da decifrare e una Berceuse del 1871, pensata per pianoforte e violino ma qui trascritta "tale e quale" per violino e arpa. Quest'ultima è di facile ascolto, è una canzoncina ben strutturata. La fantasia è del 1907 ed è stata composta a Bordighera ed è dedicata a due sorelle, entrambe raffinate musiciste, appassionate della musica di Saint-Saens che la eseguirono in pubblico scrivendone all'amico del grande successo ottenuto. Ma in fondo, seppure l'ispirazione sia italiana, si tratta di musica tipicamente francese. L'esecuzione della Zilliacus, è stupefacente, coadiuvata dal suo violino napoletano di Nicolò Gagliano. E' indubbio che sia la protagonista del disco. Sebbene anche i suoi partner (in particolare l'arpista britannico Fitzpatrick) siano all'altezza. Come è all'altezza la registrazione Bis, in linea con la sua splendida tradizione. In breve, un disco che può diventare un riferimento per queste sonata di Saint-Saens, con pochi rivali. Il che per una specialista di compositori nordici (peraltro è da qualche mese professore di violino all'Accademia Sibelius di Helsinki) sembrerebbe strano. Ma poi non così tanto, se consideriamo l'assonanza tra i compositori tardo-romantici come Sibelius/Nielse/Stenhammar e il nostro caro Camille.
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  15. PRO Eccellente da 24 mm a 70 mm, non si notano distorsioni o aberrazioni Luminoso, riproduce dei colori reali senza necessità di grandi ritocchi in P.P. Nessuna indecisione nella messa a fuoco LCD Oled che indica focali/diaframmi Paraluce a scatto CONTRO Un pò pesante, ma questo indica anche che i materiali ottici utilizzati sono di prim'ordine A mio avviso è un medio tele di una buona versatilità, può essere un compagno di viaggio non solo per i panorami ma anche per fotografie sportive o di altro genere, tipo urban e/o street. Il fatto di essere un f.2.8 e con le ML di oggi, si possono fare degli scatti con pochissima luce impensabili solo qualche anno fa senza utilizzare un treppiede. Per me rimane un riferimento nel suo genere.
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  16. La sommatoria delle letture degli oltre 1.000 articoli di Nikonland.it ha appena superato la barriera dei 4.000.000 di visualizzazioni complessive
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  17. ... naturalmente ho delle alternative. Ma ho scelto quella sopra perché la trovo più dinamica (per il movimento del braccio sinistro e la posizione della mano). 1a 1b 1c
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  18. Nikon del 2024 (ipotesi). Nikon Z6 III : terza generazione della macchina full-frame multiuso. Nuovo sensore, nuovo processore, nuovo corpo Nikon Z50 II : seconda generazione della DX di riferimento a oltre 4 anni dalla presentazione del primo modello. La nuova macchina necessita di un nuovo sensore, un nuovo processore, la o le porte USB-C, il display mobile, magari anche lo stabilizzatore, un corpicino meno gracilino Nikon Zh per quest'ultima due parole. Nikon ha scelto di aggiungere alle macchine principali di cui iterare i modelli (Z9-Z8-Z6 etc.) alcuni modelli non allineati con la specifica generazione. Il primo modello di queste "fuori serie" è stata la Zfc, doppiata dalla Zf. In pratica la F fa riferimento al ... Fascino vintage A questo punto potremmo avere due macchine ulteriori, one-off, che prendano posto in attesa di avere la tecnologia matura per il corrispondente modello "regolare" di successiva generazione (come il caso della Zf per la Z6 III, visto che il sensore della Z6 III probabilmente non era pronto nel 2023). Zh, possibile nel 2024. Ammiraglia ad alta velocità e relativamente bassa risoluzione. Non sostituisce la Z9 se non per lavori da alta raffica e alta sensibilità. Sempre sensore stacked, in attesa che il global shutter raggiunga la maturità necessaria ad una ammiraglia Nikon (le prestazioni preliminari del sensore della Sony a9 III sembrano ampiamente migliorabili). H per Nikon sta storicamente per High Speed (alta velocità) Zc, possibile nel 2025. Nuova serie dedicata al video (C for Cinema). Sappiamo che Nikon ha intenzione di lanciare una serie di obiettivi Cine in futuro. Per che corpo ? ovviamente sono nostre considerazioni, realistiche secondo noi, ma ampiamente smentibili dai fatti a seconda della convenienza di Nikon a lanciare effettivamente i nuovi prodotti.
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  19. Commercializzazione: Gennaio 2022 Peso:565 grammi Diaframma: 9 lamelle Passo filtri: 67mm Messa a fuoco minima: 19cm Dimensioni : 121x75mm (lunghezza e diametro) Schema ottico: 15 lenti in 12 gruppi di cui 1 SuperED, 1 ED e 3 asferiche, dotato di O-ring anti umidità Stabilizzazione: non presente wide tele A Gennaio del 2022, in un batter d'occhio rispetto i primi rumors, subito dopo la presentazione, viene commercializzato uno zoom standard, fuori dalle roadmap Nikon e affine se non identico all'analogo modello Tamron, azienda con la quale Nikon stringe un rapporto di collaborazione per la realizzazione di un determinato numero di progetti. E' uno zoom trans standard, luminoso, senza stabilizzazione, ben costruito, con uno schema ottico che comprende anche una lente Super ED, abbastanza più leggero del modello Z della stessa luminosità (neppure quello stabilizzato), decisamente più economico di quello, tanto da andare a costituire con un paio di altri zoom, come i successivi 17-28/2,8 (2022) ed il 70-180/2,8 (2023) anch'essi promananti da progetti di origine Tamron, una terna di lenti alternative alle altre Z, caratterizzate da questi comuni parametri. Idealmente affine per fascia di prezzo anche al jolly Z 14-30/4 insieme al quale lo abbiamo utilizzato in giro per Palermo, per delinearne un profilo. Certamente una ottima soluzione un pò in sovrapposizione all'ottimo Z 24-70/4 che per i primi anni è stato lo zoom di equipaggiamento delle prime Nikon Z e con esse si è fatto apprezzare anche in generi insospettabili come la fotografia a distanza ravvicinata, dove anche questo... Nikron non disdegna di mostrare le sue indiscutibili qualità Bella resa in luce ed in controluce, sicuramente effetto del pregiato schema ottico (per uno zoom di questa fascia di prezzo). Uno sfuocato non particolarmente pastoso, ma ciononostante, molto interessante e piacevole. Maneggevolezza aumentata dalla luminosità elevata a tutte le focali, nonostante l'assenza della stabilizzazione a cinque assi, ma assistita solamente da quella del sensore sui corpi FX (ovviamente nessuna stabilizzazione sui corpi DX, che ne sono privi). Insieme agli altri zoom indicati sopra, può costituire un ottimo corredo fotografico dal costo più che accessibile, con i corpi Z come le 5, 6 e 7, sia in prospettiva, in attesa dell'arrivo della prossima Z6 iii Ecco gli articoli e la galleria immagini pubblicate su Nikonland: Nikkor Z 28-75/2.8: luminoso, compatto, Z anteprima (e confronto con Z 24-70/2,/8) su Z5, insieme allo Z 14-30/4
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  20. Dovrebbero cominciare la prossima settimana le vendite della versione con attacco Nikon Z e Sony E, del nuovo superwide ZERO-D di Venus Laowa da 10mm, f/2.8, full-frame, AUTOFOCUS. Il prezzo non è ancora stato determinato. Caratteristiche Ottiche Focale 10 mm Angolo di campo 130.3° Formato FF Diaframma Max. f/2.8 Lamelle diaframma 5 Lenti/Gruppi 15 elementi in 9 gruppi Min. distanza fuoco 0.12 metri Funzionalità Stabilizzazione No Messa a fuoco STM Messa a fuoco interna Si Costruzione e note Diametro filtri 77 mm Paraluce Incorporato Tropicalizzazione No Peso 420 g Dimensioni 82 x 71 mm di questo obiettivo pare che ci sarà anche una versione per Canon RF e Leica L ma solo manual focus.
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  21. E' ormai parecchio tempo che la mia Z 50 non esce di casa, purtroppo i tempi sono quelli che sono.. ma ieri mi è successa una cosa che non ho potuto che prendere l'occasione al volo, il sabato non dobbiamo fare in teoria i nonni, ma ieri serviva di dover curare l'infante, visto il tempo per non portarla con carrozzina ed il resto, siamo andati noi a csa sua, tra l'atro sono forse 300 metri.. o giù di lì Posteggio, e vedo una ragnatela con la brina.. ho fatto salire mia moglie , sono tornato a casa e quanto vedrete è +/- un sunto.. ovvio che non sono capolavori.. ma i miei 20 minuti di libertà sono saltati fuori.. Quanto ho visto che mi ha fatto scattare la molla.. Sul padiglione il mozzicone dell'antenna radio ma... sorpresa.. un'abitante.. gioco delle sfere d'acqua.. si vede capovolta la casa.. nel giardino condominiale le rose.. beh.. sono infreddolite altro gioco di fili.. stop.. sempre il macro 40.. su Z 50+ FTZ
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  22. PRO ottime prestazioni robusto e ben costruito (caduto da circa un metro di altezza, solo un graffio alla vernice) molto più compatto del precedente 24-70/2.8G VR : un pachiderma imbarazzante ! CONTRO escursione focale limitata lato tele obiettivo da reporter, per l'amatore ci sono soluzioni più interessanti il 24-120/4 S ha tolto molto interesse a questo obiettivo acquistato subito ma usato sempre troppo poco. In pratica c'era sempre un obiettivo a focale fisso che me lo faceva preferire. Mentre per il reportage l'ho sempre considerato "troppo". Troppo importante, troppo costoso, troppo ... corto. Tanto da preferirgli spessissimo il meno pregiato 24-200. All'arrivo del 24-120/4 S non me la sono sentita di continuare a tenerlo e l'ho rivenduto (bene : la tenuta del valore è eccellente) e l'ho sostituito col più flessibile e meno costoso nuovo zoom che ha il vantaggio di arrivare quasi a 135mm. Personalmente credo che questo genere di zoom abbia fatto il suo tempo e non capisco perché molti fotoamatori se lo comprino per fare la sacra "trimurti" quando nella realtà non ne hanno bisogno. Detto questo, le prestazioni sono eccellenti, i difetti intrinseci al di là del concetto di 24-70, pochi, le foto sono ottime. Nulla da dire sulla qualità. Ma ... ho fatto fatica a trovare qualche foto da presentare in questa recensione. Ne avrò, ma non di memorabili. Queste sono tutte del 2019. su Z6 in luce ambiente (interno) ancora su Z6, 41mm 26mm
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  23. Ma dai.. non ci credo... il Gange dillo a Laura e una cultura di batteri ed altro.. comunque sia, dietro al tuo lavoro Laura è presente anche se in modo latente... e ( anche a ) grazie a Lei che riesci a fare i tuoi bellissimi lavori.. io almeno la vedo così. tanti auguri di Buon Anno ragazzi..
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  24. Va che lei in 30 anni che ci frequentiamo (ma siamo sposati da meno) sara' scesa con me max 2 volte. E tutte e due le volte NON erano IN ESTATE. In estate mi ha sempre detto "ma tu sei matto, le paludi del gange sono meno malsane di quel posto li!!" Eccessivo
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  25. Un segno dei tempi sta agli occhi di tutti nell' indice articoli: La differenza in termini quantitativi tra il periodo antecedente a mirrorless e quello attuale (solo 5 anni su 17) caratterizzato da una mole di test di presentazione e prova di fotocamere ed obiettivi doppio rispetto al comparto reflex, che non abbiamo mai abbandonato come testimoniano gli articoli recenti sulla D780. Ma che certamente è caduto in secondo piano parallelamente all' analogo interesse manifestato dalla Casa stessa. Inoltre, incidentalmente, guardate la ripartizione passata nei test obiettivi, tra Nikon e resto del mondo e quella attuale su Z-bay... Tutto ciò anche grazie al supporto ricevuto in questi anni da Nital con le visioni di materiale che non avremmo potuto comprare tutto, anche desiderando di poterlo fare. Contribuendo con la promozione del Nikonstore, un luogo dove le differenze di offerta si annullano ed è più facile ottenere prezzi che un tempo venivano passati nei negozi come trattamenti ad personam...
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  26. Tutte le immagini qui presentate sono state selezionate ai soli fini divulgativi senza alcun intento di ledere copyright. Ogni diritto resta riservato ai singoli proprietari. Scopo di questo articolo è solamente rendere un tributo alla figura e al lavoro del Grande Ercole Colombo. Credo sia l'unico fotografo che ha lo stessa Ferrari sul pentaprisma della sua reflex. E forse anche l'unico che quando viene fotografato, anzichè avere una espressione seria e un pò sofferta, è felice di essere li e di fare questa professione. E' Ercole Colombo, sinonimo di fotografia dell'automobilismo all'italiana, fatta si di mezzi meccanici ma al cui centro c'è sempre l'uomo Ferrarista fin da prima ancora di cominciare a fotografare, nato a due passi dall'Autodromo di Monza dove fin da bambino andava a vedere i suoi eroi. Potendo poi trasformare questa sua passione in un lavoro avvicente che lo ha portato in centinaia e centinaia (a sfiorare oramai i mille) gran premi di Formula 1 seguiti direttamente. Grandissimo tifoso della Ferrari, appunto e di grandi campioni, umaani e appassionati come lui. la sua firma si riconosce ben prima di leggere il copyright per il taglio molto dinamico che dà ad auto che già hanno dalla loro una poderosa spinta. Ma ancora prima per l'accento sul pilota, su quella mano che ruota il volante, quello sguardo rubato dallo specchietto o sotto alla visiera alzata del casco. Per quella espressione fuorionda che solo una grande sensibilità, unita alla familiarità da anni di frequentazioni, di cene, di cerimonie, di traguardi raggiunti insieme, può consentire. Ercole Colombo ha cominciato la sua carriera con reflex a pellicola di altri marchi ma poi in era digitale è diventato un convinto e soddisfatto fotografo Nikonista, diciamo dall'arrivo della D3 e dei suoi supertele. Un binomio (Nikon e Ferrari), insieme alla passione per le auto sportive e per i piloti che le conducono che mi accomuna con lui, senza il timore di sembrare altro che quello che siamo. Un fotografo può restare un cronista per immagini perfettamente neutrale eppure avere un cuore che palpita se l'auto che sta davanti è rossa ed ha il cavallino rampate sulla fiancata. Così ci sta benissimo quel cavallino sul pentaprisma di D3, D4, D5, fide compagne di centinaia e centinaia di fotocronache di corse sotto tutti i cieli del mondo, che piova o ci sia il sole.
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  27. Peter Lindbergh, tedesco nato Peter Brodbeck nel novembre 1944 in una cittadina al confine tra Slesia e Polonia , con i russi alle porte e la Germania di Hitler all'ultimo atto.La famiglia si sposta in Germania Ovest, insieme alle centinaia di migliaia di sfollati tedeschi cacciati dall'invasione, per andare a vivere e lavorare in mezzo all'acciaio e al carbone dei Krupp in Renania.Da ragazzo studia arte e pittura spostandosi tra la Svizzera e la Germania, pagandosi gli studi serali facendo il vetrinista.Va anche spesso ad Arles, sulle orme del suo idolo Vincent Van Gogh.E dalla pittura alla fotografia il passo è per lui breve.Il suo primo editoriale viene pubblicato da Vogue Italia nel 1972. Nel 1978 si trasferisce a Parigi (residenza ufficiale attuale) per intraprendere la carriera di fotografo internazionale. Sempre per per Vogue, prima per la versione italiana, poi per quelle francesi, inglesi e americana.Lavora comunque per tutte le riviste più importanti, da Vanity Fair ad Harper Bazaars.La sua carriera si sviluppa e raggiunge il suo massimo contemporaneamente al periodo di massimo splendore delle super-top model (la generazione di Linda Evangelista, Nadja Auderman, Naomi Campbell, Eva Herzigova, Cindy Crawford, Helena Christensen per citare le prime che mi vengono in mente ...) con cui ha la possibilità di lavorare per editoriali e campagne pubblicitarie.Ha all'attivo con loro due edizioni del Calendario Pirelli, tra le più delicate di sempre.Il suo stile è riconoscibile e legato all'ambiente in cui è cresciuto, la Germania industriale del dopoguerra.L'aspetto delle sue opere è caratterizzato da un bianco e nero non troppo deciso, in cui le creature che riprende sono a metà strada tra la terra e il cielo.Lavora in modo abbastanza convulso. Scatta moltissimo ed è capace di portare decine di kilowatt di illuminazione su una spiagga assolata o ventosa per poi scegliere di scattare su un set improvvisato con un telone nero, un tavolato o una sedia.Oppure tra le quinte, in mezzo a stativi ed illuminatori.Le bellezze riprese sono per lo più al naturale, senza troppo orpello, la selezione delle foto sembra voler portare alla luce tra gli scatti, quelli che magari sono sfuggiti durante la ripresa ma che estraggono dal corpo la bellezza interiore, quella che non è a portata di occhio di tutti.Su Youtube si possono trovare filmati con il backstage di alcuni suoi servizi. Quanto di più lontano dal glamour e dalla ricercatezza di altri grandi della fotografia. Il suo occhio, l'obiettivo della sua Nikon, il soggetto, la sua idea. E tanti click-clack.In questa sequenza, un rullino da cui selezionati alcuni fotogrammi dallo stesso autore. riprendono una giovanissima Mini Anden, ancora protagonista oggi di pubblicità patinate, quasi scarnificata, ridotta all'essenziale dove conta l'equilibrio tra volto, braccia, mani. c'è un fondale nero, una sedia di legno appena appena inquadrata, gli occhi, le mani.Il resto del corpo quasi fa da quinta.E' un clichet ripetuto in altre occasioni, con reminiscenze anni '20, qui con Milla Jovovich : o qui con una giovane Naomi Campbell allegra e vivace come una novella Josephine Baker : ma non solo in progetti personali, anche con la libertà del grande fotografo che può seguire il suo estro per una pubblicità di una grande casa, sia questa Yves Saint Laurent o David Yurman.E' il caso del tema dell'angelo, con Amber Valletta in una New York che sembra la Metropolis di Fritz Lang : o con Linda Evangelista, in una New York certamente più vicina a noi : la donna e l'angelo, la donna che si fa angelo.Sono tutti angeli le donne di Lindbergh. Anche quando mostrano un ghigno un pò satanico : anche quando non sono più nel fiore dell'età : anche senza trucco o difficili da ricoscere se tolte dal contesto : Sono innumerevoli le donne riprese da Lindbergh, praticamente tutte le top model e le grandi attrici degli ultimi trent'anni, non solo le più belle : che vengono trasformate dall'obiettivo e dalla stampa di Lindbergh. Le sue muse probabilmente Milla Jovovich ed Helena Christensen. Ma lista è interminabile.Ho citato i due calendari Pirelli, chiudo con l'unica foto a colori di questo articolo (Lindbergh non è solo b&n naturalmente, le esigenze editoriali richiedono anche il colore), e l'unica che ritrae una coppia, felice, un tempo, in una scena che racconta una storia come pretesto per pubblicizzare un prodotto che passa del tutto in secondo piano : cercate le sue foto sulle riviste o su Internet. Le riconoscerete subito e probabilmente esclamerete ... ah, ecco, è di Peter Lindbergh
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  28. Rosita Lipari è testimonial Nikon per la wedding photography ed e’ stata uno dei beta-tester per la Nikon D850, nonche’ uno dei professionisti Nital nella kermesse di presentazione alla stampa ed al pubblico di questa ultima reflex che ha aiutato a sviluppare. Sono andato a trovarla a Linguaglossa, alle falde dell’Etna, nello studio fotografico Primopiano Photografica, che gestisce insieme al marito Michele Lo Giudice fotografo anche lui, non perche’ donna/fotografa/siciliana scelta da Nikon come wed-testimonial, ma per il fatto di aver scorso nel suo sito il portfolio dei suoi lavori ed esser stato fortemente colpito dall’intenso profumo di umanità che traspare dalle foto, dove spesso è il contesto ad essere protagonista, prima ancora degli sposi, in modo tale da consentir loro, sfogliando l’album, di poter rivivere le stesse emozioni provate in quel momento, tanto quanto ad ogni altro osservatore di quelle foto. Allora voglio conoscerla di persona: mi accoglie insieme a Michele e dopo le presentazioni di circostanza, la prima cosa che tiene a dirmi è che i lavori sono realizzati da entrambi, marito e moglie e gestiti in prima persona fino alla stampa. Portandomi in giro per lo studio è proprio il plotter Epson una delle prime cose che mi fanno vedere e subito dopo, orgogliosamente, le stampe in fine art da loro realizzate. Inoltre, mi dicono, spesso consegnano il lavoro finito proprio sotto forma di stampa per singole foto, opportunamente ed elegantemente inserite su passepartout e contenitore. Una cura elevatissima per la presentazione del proprio lavoro non puo’ che essere indice di grande considerazione per lo stesso e deve passare per la (a volte difficile) accettazione dei committenti, penso tra me: quindi chiedo loro come si comportino nel delicato momento del primo incontro con i clienti per definire le modalità e le particolarità della futura cerimonia. La risposta è netta e chiarissima: Rosita e Michele desiderano interfacciarsi con i loro clienti solo se intuiscono di poter ricreare ogni volta quella situazione di confidenza e reciproca emotività che poi traspare dalle loro foto. Sono e fortemente vogliono esser considerati dei reporter, fotografi che organizzano IL racconto per immagini: per poter riuscire hanno altrettanto bisogno della partecipazione degli sposi, tanto quanto essi hanno necessità della loro attenzione. Il concetto mi viene piu’ volte rimarcato ed infine, sintetizzato in maniera perfetta da Rosita, in questi termini: “la fotografia di matrimonio vive di uno scambio di emozioni, gli sposi ed i loro invitati si offrono al fotografo mettendo a nudo la propria anima, affinche’ il fotografo riesca a manifestarla nelle sue immagini” Ineccepibile. Insieme alle stampe Rosita ha piacere nel mostrami al computer un matrimonio per intero, ed è qui che mi convinco della mia impressione iniziale: non si tratta solamente di colpo d’occhio e capacita’ di fermare attimi speciali, grazie al fatto di scattare insieme ed in luoghi anche ben differenti allo stesso momento, ma la loro capacità comprende anche l’eleganza nell’organizzazione di ogni immagine utile ( e soltanto quelle) alla definizione del racconto che si è dipanato nella loro mente oltre che davanti ai loro occhi, che ha emozionato i fotografi, forse tanto quanto i loro stessi soggetti. Una storia che accompagnerà per sempre la vita delle persone ritratte. Usciamo a prendere un caffè al bar vicino, quasi ogni persona che passa per la via li saluta: segno dell’importanza che un fotografo di cerimonia assume all’interno di una comunità, quanto gli officianti le stesse cerimonie, probabilmente. Rosita mi racconta con grande semplicità come siano loro stessi stupiti per il grande impulso fornito alla loro attività da questa opportunità conferitale da Nikon, per il semplice fatto di esser stata notata (dopo la vittoria in importanti photo contest) da Nikon Singapore che l’ha voluta come testimonial: da quel momento il loro intento va nella direzione esclusiva del wedding e lo confermano i lavori in tal senso loro commissionati in posti diversamente inimmaginabili, come in India e a Singapore stessa. Mi dice: “riceviamo richieste per matrimoni in maniera continua e costante, mi dicono che gli piace il mio stile… ma io non lo so che stile sia il mio, fotografo nel modo in cui intendo e so fotografare e non potrei fare diversamente…” Allora glielo suggerisco io cosa penso piaccia subito delle sue foto: la sensazione offerta da quelle immagini lontane dall’altare, sui parenti e sugli amici, i quali vivono e sentono quel matrimonio, consapevoli del fatto che in quel momento si verifica un passaggio di vita, dopo il quale le cose saranno per sempre differenti; la definizione dell’attimo preciso nel quale questo evento accada, negli occhi degli sposi che si preparano, che si incontrano, che si abbracciano e baciano, manifestando ogni grammo del sentimento che stanno provando, gioia, tristezza, sorriso, lacrime, smarrimento, estasi. La capacita’ di raccontare il tutto con una visione dei fatti filmica: Rosita e Michele riprendono quasi sempre in inquadratura orizzontale ed in luce ambiente e organizzano cosi’ il lavoro di composizione: questo aspetto incide molto sulla capacita’ di ambientazione del soggetto rispetto il contesto circostante, anche se del tutto estraneo alla vicenda, ma da quel momento assolutamente assorbito dal racconto. Gli stessi obiettivi utilizzati, quasi esclusivamente fissi ed extraluminosi, come il 24mm, il 35mm, il 50mm (che Rosita “sente” particolarmente ed usa prevalentemente) e l’85mm tutti f/1,4 consentono proprio questo vantaggio compositivo, unitamente allo zoom 70-200/2,8 che nella loro borsa non deve mancare mai. La sua cifra espressiva? Secondo me la capacita’ di far accettare frequenti fuori fuoco sul primo piano rispetto al soggetto inquadrato, invece che sul secondo piano, come la nostra mente è abituata a considerare con maggiore facilita’ percettiva. Talvolta addirittura gli sposi fuori fuoco ad accentrare attenzione sugli elementi che in quella inquadratura, prepotentemente, richiedono. Ho fatto loro anche una domanda alla Marzullo: “la cosa piu’ facile da fare nel vostro lavoro e quella piu’ difficile” Mi hanno risposto, insieme, “quella più facile è creare il giusto rapporto col cliente…. quella più difficile… far capire la nostra visione” Poi mi hanno detto, sempre all’unisono: “difficile e’ quando mi chiedono di realizzare delle foto in posa: non e’ il nostro modo". Il coraggio delle proprie scelte, concludo io, è la cosa più difficile da mantenere nel lavoro: e Rosita Lipari da Linguaglossa, over the world, mi pare che possa dire di essere soddisfatta di sé. Mi sa che questa storia non si fermerà qui. Max Aquila per Nikonland 2017
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