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Sommario

Informazioni su questo Club

Musica classica ed ascolti di qualità.
  1. Novità in questo club
  2. Anche Yessong, (il triplo Live) è un Bel disco...
  3. Io sono meno eretico, Drama non mi ha mai conquistato. Oltre a quelli indicati qui sopra ci aggiungerei Going for The One, disco sottovalutato
  4. Ovviamente, tornando all'ortodossia Yes, la mia discografia ideale include invece questi tre titoli : Relayer, 1974 (l'assolo di Steve Howe di Sound Chaser vale l'intera discografia del suo strumento) Close to the Edge, 1972 Fragile, 1971
  5. La Deluxe Edition in formato 44/16 porta brani aggiuntivi con una durata di 78 minuti (circa il limite di un CD) il suono, rispetto alla rimasterizzazione in alta risoluzione del 2022 è più secco, più fedele all'originale (che su vinile suonava di mer*a).
  6. Copertina completa, fronte e retro. Le pantere nere in primo piano diedero origine ai nuovi fans degli Yes, appellati come panthers In perpetua crisi mistico-artistica, gli Yes, nati nel 1969 hanno avuto continui forfait, scissioni, cambi di formazione, rinascite. Oggi due dei fondatori non ci sono più (White e Squire) gli altri pare che stiano lavorando ad un nuovo disco, secondo un recente annuncio del loro agente. Io sono legato a loro fini dall'infanzia. Me li fecero conoscere i miei cugini intorno al 1972-73, insieme soprattutto ai Led Zeppelin. Questi ultimi restano per me l'olimpo del rock classico. Trovavo strani gli Yes, non capivo nulla di quanto cantavano e trovavo un pò ridicole certe atmosfere psichedelico-fantascientifiche, con Anderson che cantava a piedi nudi battendo sul tamburello. Poi per me sono arrivati i Genesis, i Van Den Graaf Generator, i Traffic, soprattutto gli U2, più vicini alla mia generazione. Non ho mai gradito né i Rolling Stone né gli Who. I Beatles erano più un vecchio fenomeno e la svolta hippie di Lennon era ed è agli antipodi di ciò che sono. Ma tornando agli Yes, la rinascita con 90125 è certamente un fenomeno non trascurabile, unico e vero campione di vendite e di classifiche del gruppo, spesso trascurato sia in patria che negli States, superato come sonorità e contenuti. E sempre troppo variabile. A 90125 io ho preferito nella realtà il contemporaneo 1984 dei Van Halen (casualmente prodotto da Trevor Horn che intanto si era dedicato esclusivamente al ruolo di produttore) ma il suo ascolto mi ha fatto ripescare Relayer e Drama. Con Relayer io ho provato in negozio i miei primi diffusori commerciali (Kef 104) ma Drama l'ho rivalutato più avanti. Album molto controverso, detestato dai fans delle sonorità originali degli Yes, amato da quelli che nel 69-70 erano, come me, troppo piccoli per sorbirsi quei pipponi crepuscolari e quelle ballate ingenue. Per questo album, gli ex Buggles Geoffrey Downes e Trevor Horn furono chiamati per sostituire Jon Anderson e Rick Wakeman. Sembra impossibile pensare agli Yes senza la voce particolare di Jon ma in fondo Trevor Horn non lo fece rimpiangere molto (almeno in disco a quanto si racconta) anche se fu per questo solo album La musica di Drama è tosta, secca, diretta e anticipa il futuro. Chris Squire articola ritmi aggressivi insieme ad Alan White, e Steve Howe ha un approccio più metal del solito, optando per un suono puramente elettrico. Il disco inizia con una mini-suite di circa 10 minuti, Machine Messiah ma poi prosegue con un intermezzo veloce che introduce a song più lunghe ma ritmate e molto frizzanti per concludersi con il filosofico Tempus Fugit dove i nuovi ritmi e le sonorità dei "nuovi" Yes sono sublimati. I am a Camera (io ero agli inizi con Nikon) di Into the lens, è il mio preferito. la formazione completa Yes : DRAMA 17 agosto 1980 Rhino Atlantics, versione rimasterizzata del 2022 in 192/24 *** Bene, quale è il problema ? In studio, tutto bene, la fusione tra le sonorità tradizionali e il nuovo stile funziona. Trevor Horn prova con successo ad imitare Jon Anderson, Howe e Squire lo sostengono. Ma sul palco semplicemente manca l'alchimia e la chimica che ha cementato le precedenti formazioni. E quindi anche se fa il tutto esaurito negli States, il pubblico inglese arriva a detestarli. A conclusione del tour, comunque estremamente ricco economicamente, Howe riunisce la band e nel pomeriggio decidono di sciogliersi ed andare ognuno per la sua strada. Esperimento fallito ? No, già l'anno dopo gli Yes si riformeranno per l'ennesima volta (dopo un fallito tentativo di ibridazione tra EX con i miei Led Zeppelin) e proseguiranno tra scioglimenti e reunion fino ad oggi. Ma a me Drama piace. Lo so, sono un eretico.
  7. Ecco, io non conosco da vicino le tue S3V (che sono un tradizionale modello verticale da sala da ascolto : -> QUI <- la recensione) ma credo che con queste A77 Adam Audio stia offrendo una alternativa molto più abbordabile (non a caso è sempre tra i primi modelli per vendite) con la stessa impostazione di fondo.
  8. Non smetterò mai di ringraziarti per avermi fatto prendere questa strada già qualche anno fa con le S3V. Sono apparecchi professionali con un rapporto qualità prezzo molto elevato. Bisogna solo dedicare un po' di tempo alla calibrazione e al posizionamento, poi ci si può godere la musica. L'impostazione del suono è radiografica, come è normale che sia per dei monitor, questo è importante tenerlo presente quando ci si avvicina a questo tipo di diffusori.
  9. E va bene, dai, nonostante il casino del mio tavolo ... voglio testimoniare che sono qui davanti a me e in questo momento stanno suonando Chet Baker il canale di sinistra, verso l'angolo della stanza. E' tra due monitor video, da 27 e 32 pollici. Su quello di destra ho invece messo tre modelli di panzer in scala 1/35 in costruzione, per dare un'idea delle dimensioni la spia verde è l'unico segno che sono accesi. Gli altri comandi, compresa l'accensione (cosa scomodizzima) sono dietro. in primo piano a destra, ci sono le AKG K371, oggetto della prossima recensione su questo stesso sito sono montate sul sistema Ears miniDSP:
  10. Qualche tempo fa mi sono imbattuto in un video youtube dove l'oratore, in un lungo monologo, cerca di convincerci con dovizia di argomenti, che i monitor professionali non possano suonare in altro modo che mediocre. Se la premessa è questi monitor siano della classe dei mitici Yamaha NS, quelli bianchi messi sul banco del mixer, pensati all'epoca in cui la destinazione del missaggio era la compressione di dinamica e picchi in modo da non far saltare le cupole dei tweeter e le membrane dei woofer dei poveri impiantini di casa, incapaci di reggere livelli adeguati, allora si. L'idea è riprodurre un suono medio, più che mediocre, in linea con quello che poi ascolterà l'utente medio. Siamo ancora all'epoca del vinile stampato in malo modo e riprodotto finché il master non si rovina e poi ascoltato sui mitici 15 watt e con le casse Heco o Indiana Line. Con il lancio del CD, peggio mi sento, la dinamica ha avuto un picco ma gli impianti sono rimasti quelli. E quindi il missaggio ne doveva tenere conto. Ma oggi è un altro paio di tasche. Abbiamo avuto una profonda selezione degli ascoltatori. Una buona parte - il grosso - è scomparso. Quelli che avevano il compattone o hanno le casse con i coni da ribordare oramai ascoltano la musica in auto o con le cuffiette. Quelli che la musica la amano come noi, invece, hanno impianti in grado di rendere "quasi" tutta la dinamica che si vuole, almeno restando a volumi inferiori alla soglia del dolore alle orecchie ... ... quindi la pretesa è che il materiale sonoro sia reso disponibile al meglio, su supporto ... smaterializzato e semplici lettori software si permettono di fare lo scan della dinamica al volo dei brani ascoltati in streaming mostrando curve che si approssimano al limite teorico dei bit a disposizione. Tolto quel limite, e adeguati gli impianti di riproduzione, il mix deve essere fatto con monitor buoni. Quindi sia i near-field (quelli posti sul banco) che quelli mid-field (quelli messi dietro al banco) sono di un livello superiore, mediamente. Sono attivi, sono potenti. Sono fedeli. E intanto sono arrivati produttori nuovi che hanno proposto linee di monitor attivi multivia, con tanti watt a disposizione, driver di qualità, processori interni, flessibilità di pilotaggio. Non mi riferisco solo o esclusivamente a quelli di riferimento (sono in genere messi a parete negli studi di registrazione e servono più che altro per impressionare i clienti, perché hanno prestazioni da palco) ma a tutti gli altri. Dando un'occhiata a venditori di livello come Thomann si ha un esempio della gamma proposta, anche da marchi famosi come Dynaudio. E di produttori specializzati come Neumann, Focal, Genelec, Adam Audio. I marchi citati si contendono la scena, insieme ad altri meno famosi, nell'attrezzare gli studi di tutto il mondo, con monitor di tutte le fasce economiche. Ci sono sistemi a 2 e a 3 vie, con 2-3-4 driver per canale. Sono sistemi amplificati, che accettano segnali per lo più analogici (ma alcuni anche digitali). Che si possono controllare via software con connessione ethernet. E vari livelli di sofisticazione. E che possono costare svariate migliaia di euro l'uno (perché i monitor attivi professionali si comprano per singolo pezzo). Adam Audio, europea società berlinese che si permette ancora di fare alcune lavorazioni in patria, si è guadagnata un nome con una gamma completa e su svariati livelli che può accontentare sia l'hobbysta che il grande studio. Qui abbiamo già visto la prova di un modello a tre vie della serie S, io ho in casa dallo scorso dicembre una coppia di due vie serie T e questa coppia di tre vie serie A di cui vi parlo in questo articolo. Sono monitor a tre vie, 4 altoparlanti, tre amplificatori, cross-over interno a DSP, controllo del suono via DSP, ingresso ethernet per il controllo dei parametri e l'immissione della curva di correzione. *** Ma perché ne parliamo su queste pagine ? Perché questi sistemi, concepiti per il professionale possono essere benissimo adattati anche per l'ascolto in casa. Purché, purché, purchè ... Tornando al video di cui parlavo all'inizio, il monitor professionali non sono pensati per un uso "pronto e cuoci". Hanno una risposta che pur regolabile dal pannello posteriore, è pensata per dare solo la base al professionista. Che sa benissimo che in base al posizionamento in studio e al tipo di suono che cerca per il suo lavoro, non potrà accontentarsi del suono così come esce dai diffusori. Solo dopo la calibrazione i monitor saranno pronti per l'uso a cui sono destinati. Altrimenti, è vero, suoneranno in modo se non mediocre, almeno ordinario. qui abbiamo i miei due monitor, posizionati sul tavolo di lavoro, a circa 35° di orientamento verso di me, il medio e all'altezza delle mie orecchie, a 110 cm di distanza per la precisione. Con 60 cm di spazio dietro verso la parete, ad angolo per il monitori di destra, la finestra, per il monitor di destra. Sono monitor piuttosto grandi, 531 x 350 x 236 mm, Peso: 17,1 kg. Stanno su un piedistallo in metallo regolabile a 20 cm dal piano. la pagina con le specifiche di Thomann. Sono sempre in cima alla classifica delle vendite. In pronta consegna. A me sono arrivati con UPS in due giorni. i dati di amplificatori e altoparlanti Dicevo che la risposta sarà influenzata da tanti fattori. Le due misure che ho pubblicato più in alto sono differenziate per l'altezza dal piano. Ma presentano entrambe rinforzi e cancellazioni sul basso per interferenze costruttive e distruttive dovute all'emissione posteriore che arriva in fase o in controfase rispetto a quella anteriore dei due woofer da 7'' e delle aperture reflex. Il medio presente anche esso un paio di avvallamenti ma poi tutto sommato prosegue abbastanza linearmente verso l'alto, con una risposta quasi piana. Naturalmente sono compromessi dovuti al posizionamento e all'assenza totale di assorbenti o trattamenti acustici in questa stanza che certo non è uno studio di registrazione. Ma è una stanza comune come quella di tutti gli altri. Ovviamente l'ascolto così sarà pesantemente influenzato da queste anomalie. Per non parlare della presenza di oggetti nel campo acustico. Per risolvere il problema senza ribaltare la stanza o spendere N volte il valore dei monitor per il trattamento della stanza (mai abbastanza efficace in una casa normale, quale che sia la spesa fatta), oggi si interviene per via elettronica. Misurando la risposta da diversi punti vicini a quello dove si troverà l'ascoltatore, per avere poi un modello capace di generare una serie di filtri che modifichino digitalmente - a monte del sistema di riproduzione - la risposta misurata. Non solo in asse sul piano della potenza in arrivo ma soprattutto intervenendo sulla fase dei due canali e sui ritardi alle singole frequenze. Adam Audio propone per questa serie l'uso di Sonarworks, che si interfaccia con il DSP integrato per inserire la correzione direttamente dentro ai diffusori. Io non dispongo di questo software che non conosco se non per le recensioni lette. Soprattutto non possiedo un microfono XLR e non ho interfacce con alimentazione a 48 V. Per cui ho preferito usare il mio Dirac Live che conosco e che utilizza il mio microfono usb Umik di minidsp. Partendo dalla risposta numero due di cui sopra, ho fatto la calibrazione poco fa, dopo aver cambiato i piedistalli dei due monitor. ho usato la simulazione di uno studio, non quella tipica di una sala di ascolto. Il sistema dopo le 9 misurazioni standard ha proposto questo genere di correzione che mi convince perfettamente, perché segue un profilo di tipo Harman con un rinforzo sempre gradito sotto ai 100 Hz, ponendo un limite intorno ai 30 Hz ma con una risposta piena a 32 Hz. Considerando che i due 7'' in parallelo equivalgono ad un 10 pollici circa, non è male. Come detto il midrange in composito da 3.5 pollici è all'altezza delle mie orecchie mentre il tweeter X-ART (air-motion) fatto a mano da artigiane berlinesi è poco più sopra. Impiegando il Dirac Processor come terminale di Audirvana, il mio sistema non è influenzato da queste elaborazioni. perché lui "impersona" la porta USB Amanero della mia Audio-gd DI24HE che a sua volta alimenta il DAC R-1 NOS e il preamplificatore Audio-gd Master 9 Mk III. *** Una installazione tipica per questi monitor non vi mostro la mia perché è molto più disordinata e soprattutto non ha alcun Mac ma un più modesto mini PC cinese a controllare il tutto. Io non ci produco musica, mi limito ad ascoltarla, scrivere le modeste recensioni che vedete su queste pagine, provare apparecchi. questi monitor, pur compatti per lo standard di settore, sono imponenti, essendo larghi poco meno del mio monitor da 32 pollici. E pesano un botto, difficili da spostare una volta posizionati. A conferma della solidità tutta teutonica. Il materiale delle membrane è tutto tecnico, la corsa dei due woofer è lunga. La distorsione anche a livelli da ... studio di registrazione, è inesistente ed è più probabile che vibrino i vetri. Complici le due porte reflex anteriori l'emissione è solida e concreta. Il suono - una volta calibrato - è concreto, lineare, cristallino, senza enfasi. Coerente e solido. Con una immagine stereofonica granitica. L'impostazione resta di tipo teutonico ed è tale da non perdonare nulla alle registrazioni. Ma è questa la loro prerogativa, ciò che ne giustifica l'esistenza. Roberta Invernizzi nel disco Fineline "O dolcezze amarissime" non è in alcun modo edulcorata ed è resa senza indulgenza (la voce è sempre bellissima ma il microfono è troppo vicino secondo me ...). Se la registrazione è pulita, viene voglia di alzare il volume fino oltre la metà (del logaritmico controllo di volume analogico del mio Audio-gd) come è il caso della straordinaria registrazione di Ysaye di Hypérion. Come quella Vraft Recordings di Art Pepper + Eleven del 1959. Naturalmente potrei giocare con i livelli del Dirac per modulare la risposta come la voglio io ma snaturerei la logica di questi monitor. E poi, io ho altri diffusori più strutturati per dare una visione più musicale e meno "in avanti" della musica in questa stanza. Sempre calibrati con Dirac Live ma progettati per essere meno presenti. Del resto, non volevate un suono monitor dettagliato e radiografante ? Eccolo qua ! il pannello posteriore con gli ingressi, l'inusuale presa ethernet, la presa di corrente e i controlli di tono a DSP, oltre al bianciamento. Tutte cose che io ho lasciato rigorosamente in flat. Personalmente sconsiglio di usare monitor di questo tipo con collegamento single-ended, devono essere usati con cavi XLR di buona qualità. vista di tre quarti con gli splendidi driver in primo piano e le porte dei condotti reflex agli angoli. La smussatura ai bordi superiori è puramente estetica. il famoso tweeter X-ART con la guida d'onda. E' possibile girarlo anche in orizzontale per modificare la dispersione. E concludiamo così anche se potremmo parlarne a lungo. Magari se ci saranno commenti ... I monitor attivi professionali suonano in modo mediocre ? Decisamente no, se sono buoni e di ultima generazione e sono calibrati bene a seconda dello scopo che si ha in mente. Possono sostituire amplificatore e diffusori HIFI tradizionali ? Decisamente si, con qualità costruttiva di un ordine di grandezza superiore, risparmiando spazio e denaro rispetto a certe proposte da audio-gonzi che circolano nel mondo hifi di oggi oramai ridotto a "il gatto e la volpe" da un lato e tante pecorelle credulone dall'altra parte. Giudizio complessivo PRO: costruzione inappuntabile. Siamo realmente nel mondo professionale è un apparecchio di fascia media ma le prestazioni sono di alta gamma potente, indistorto, capace di elevati livelli sonori suono ad alta risoluzione, gamma media e alta cristallina i vantaggi delle tre vie, di cui quelle superiori di gran classe disponibilità di controlli sia hardware che software per personalizzare il suono addirittura conveniente (di prezzo) se confrontato con catene della cosiddetta alta fedeltà che questo livello costruttivo e questo suono se lo sognano possibilità di calibrazione interna tramite il software opzionale Sonarworks (con microfono dedicato) CONTRO: pesanti e ingombranti su un tavolo, meglio su piedestalli professionali in solida ghisa il suono "fuori dalla scatola" non basta per convincere l'ascoltatore il suono è monitor, con tutto in primo piano, non c'è nessuna concessione eufonica (qualunque cosa voglia dire d'altro rispetto all'attutire certe frequenze) non perdonano le cattive registrazioni (anche perché questi monitor dovrebbero servire per verificare il mix delle registrazioni audio) non costano poco ma Adam Audio propone altre soluzioni più abbordabili sia nella gamma A che in quella T dove ci sono modelli sorprendenti per capacità sonore rispetto al costo
  11. disco veramente bello con due virtuosi sensazionali e un repertorio che va da Bach a De Falla. Da ieri non so più quante volte l'ho già ascoltato calibrando con Dirac Live le mie A77H.
  12. Metodo chiaramente comodo ma rozzo quello della riduzione digitale dato che per ogni bit che si perde nella riduzione il rapporto segnale rumore cala a sua volta di 6 db. Sempre meglio sfruttare in digitale tutto quello che si ha e poi amplificare o attenuare in analogico. Se qualche fotografo ci legge, questo chiaramente vale pari pari per le foto.
  13. pensa che in campo hifi, queste soluzioni sono comparse - al posto del tradizionale potenziometro ALPS - circa 20 anni fa in apparecchi da >25.000 euro. Per Audio-gd invece è lo standard per tutti i preamplificatori a partire da 1000 euro. Altri produttori cinesi, invece usano comunemente la riduzione di livello digitale, a monte della conversione.
  14. I relais, che oggi si vedono poco perché in molte applicazioni sono stati sostuiiti da "relais" elettronici, hanno in questo caso una loro collocazione perché presentano una impedenza non solo molto bassa, veramente vicina a 0, ma anche con piccolissime variazioni fra un componente e l'altro. La rivincita del rame sul silicio. Se devo fare una impedenza di 4 Ohm e l'interruttore sbarella di 2 sono rovinato. Se invece sono 1000 spostarsi di 2 è una frazione insignificante nella maggior parte dei casi.
  15. Non riesco a leggere la sigla, lo Xilinx (o la Xilinx come si dice più spesso) sembra una Spartan di qualche tipo, ce ne sono parecchie diverse, è l'equivalente della Cyclone di Altera, ovvero le famiglie diciamo "low cost" più piccole e semplici dei prodotti di punta. Si tratta comunque di roba raffinata.
  16. ho sentito la Quarta l’altro giorno, sperando di trovare un Brahms registrato e interpretato alla stato dell'arte, ma ho trovato gli strumenti tutti in primo piano (i legni in maniera fastidiosa) e una lettura diseguale e senza personalità. Mi sono ritirato molto deluso
  17. E la settima è una di quelle ascoltabili…😬
  18. qui invece mi fa ca*are il disco. Questo non sa nemmeno dove sta di casa Brahms. Niente ritmo, cambi di velocità casuali, trame sottili quando non serve e spesse quando è troppo. Piatte oltre ogni dire. Tre ore di spreco di bit.
  19. mi perdonerete ma qui invece mi fa ca*are il titolo. Ma la smettiamo ? Mentre la coppia Ulf Wallin + Roland Pontinen è del massimo livello in questo repertorio (diciamo da Brahms a metà '900). Disco in uscita il 2 agosto ma già disponibile in streaming su Qobuz.
  20. Con la premessa/conferma che a me Bruckner fa ca*are, la nuova Settima di Honeck è semplicemente straordinaria. la Pittsburgh è diventata una delle migliori orchestra per il grande sinfonismo romantico. Invece Norman Bates non so chi sia ...
  21. Invece, tornando al R27 HE oggetto di questa prova, io non l'ho smontato per ... sicurezza, ma sotto ai due moduli doppi dei convertitori ci sono, accastellati : il controllo del volume a relais e resistenze di precisione e sotto ancora, lo stadio finale interamente a discreti in classe A con le due uscite, XLR a destra (ACSS di fianco; ACSS è la versione quadripolare Krell del bilanciato, io uso questa per andare al preamplificatore) ed RCA a sinistra sopra
  22. Visto che ti vedo interessato, guarda l'interno del modello "base", l' R1 che sto provando in queste settimane. l'ingresso USB è lo stesso, il processore invece è uno Xilinx. L'isolatore è singolo mentre nell'R27 è doppio (ma il chip mi sembra uguale). Anche se scalato per contenere i prezzi (l'R1 costa 1/4 del R27HE) la logica è la stessa (e il suono è simile).
  23. Si, hai ragione è un Cyclone IV, dispositivo più semplice, del 2009 ma lo scopo è lo stesso : ricostruire il segnale in ingresso con clock coerente per ridurre al minimo il jitter.
  24. In realtà non credo ci sia un Cortex A9 perché è un Cyclone 4. La famiglia con il doppio Cortex A9 direttamente in HW è la Cyclone 5. E giustamente Altera è di proprietà Intel mentre Xilinx, guarda un po', appartiene oggi ad AMD. Il marchio Altera è stato prima ritirato e poi reintrodotto, mentre i prodotti Xilinx sono marchiati AMD. Interessante una nota sulla acquisizione di Xilinx. La AMD ha guadagnato l'impossibile dalla vendita della Playstation basata sui processori AMD, in periodo Covid. A quel punto si è ritrovata un capitale in mano che ha usato per acquisire Xilinx azienda che non era molto più piccola della stessa AMD. Come nel caso Intel/Altera i prodotti sono complementari e si possono creare delle ottime sinergie fra due marchi.
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