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  1. Realizzata tra il 1955 e il 1957 ad opera dell’architetto Luigi Moretti Si accede da un piccolo ingresso, chiamato dallo stesso architetto “ le fauci ” ed appare chiusa verso l’esterno, ma appena si percorre l’ingresso si apre completamente al rapporto con il mare che irrompe nel salone, o nelle camere da letto salendo per le scale o passando per il grottino affacciato sull’acqua tornando su e passando per la pensilina che richiama l’alberatura di una barca fino ad una terrazza Con le parole dello stesso architetto “una casa gelosa,saracena, degli affetti,dei pensieri e delle belle donne,per gli uomini scontenti ed irrequieti.Una casa come desiderio di altra vita.Con carattere ora chiuso ora introverso,ora aperto ad abbracciare l’intero mondo”
  2. Ieri, vista la bella giornata, ne ho approfittato per fare un po’ di prove con la Z8 e lo zoom nikkor 70-200 f2.8 VR S appena comprato. L’ autunno e’ la stagione ideale per cogliere i colori della Natura che si sta preparando per affrontare il prossimo inverno. Ho fatto una gita fuoriporta in provincia di Pavia scegliendo una meta che non fosse troppo distante da Milano. Mi sono portato la Z8 con il 70-200 e per qualche foto di piu’ ampio respiro e focale ho messo nello zaino anche la Zfc con il nikkor Z 24mm f1.7 che non ho ancora provato a dovere. La meta scelta e' stata l’Eremo di Sant’Alberto di Butrio. Circa una settantina di Km da Milano. Sant’Alberto di Butrio si trova sui primi rilievi dell’Appennino ligure, nella valle Staffora dell’Oltrepò Pavese in provincia di Pavia, frazione Abbadia Sant’Alberto comune di Ponte Nizza a 687 metri di altezza s.l.m. La costruzione fu iniziata nel 1030. E’ immerso in boschi di querce, abeti, castagni, faggi e numerosi arbusti tipici dell’appennino ligure, nelle vicinanze ci sono anche verdi pascoli (non in questa stagione, ovviamente). La stada per arrivarci e’ un po’ stretta e a curve senza particolari protezioni ma assolutamente percorribile. Si puo’ raggiungere venendo da Pavia oppure da Voghera o dal passo del Penice. Si trova sulle colline tra Salice Terme e Varzi (dove fanno il famoso salame omonimo). Sotto un po’ di fotografie senza particolari pretese.
  3. Silvio Renesto

    Cornacchia al Bar

    Intanto che "lavoravo" ad un progetto fotografico che si sta sviluppando nella mia mente mai quieta, ho assistito a una scenetta e ne ho voluto fare un micro-reportage senza pretese, uno "street animale" come esempio gradevole (si spera) e documentativo di quanto certi animali si siano ampiamente "urbanizzati" integrandosi benissimo, qualche volta anche troppo. Insomma, in questo luogo che qualcuno conoscerà bene, ho incontrato una Cornacchia priva di qualsiasi timore, che come molti umani si è fatta una sosta al bar. La scelta del grandangolo utile per esprimere il concetto di interazione/integrazione, un ritrattone non avrebbe avuto significato alcuno, naturalmente. Anche questa per me, ma non sono solo, è fotografia naturalistica. La sezione ambienti urbani è diventata una componente costante nei concorsi di wildlife photography , perchè la componente umana e quella degli altri animali sono ormai così compenetrate che non ha senso ignorare le interazioni che avvengono, anzi è importante capirle al meglio. Commenti, critiche, osservazioni, sulle foto ma anche sul tema in generale, sempre bene accette, i miei blog non sono solo degli show off, ma degli inviti al dialogo (civile ) . Per gli interessati: comodissimo, come sempre il 24-200mm Z specialmente accoppiato alla Z8. Foto di Gianni Ragno.
  4. Con un mese o quasi di ritardo, ma sarà colpa del riscaldamento globale , ecco che arriva (da non so dove) la Hierodula tenuipunctata, ovvero la Mantide Gigante asiatica che, come ho già scritto, da un po' di anni si sta diffondendo in Italia settentrionale. Stessa modella quindi, ma questa volta "affrontata" con un kit differente. Che secondo me ha fatto una certa... differenza (gioco di parole intenzionale). Gli anni scorsi l'ho fotografata soprattutto con con il 24-200 Z ed un tubo, oppure con il 300mm, per timore di fuga, per lo sfuocato ecc. Questa volta ho sfidato le distanze ed ho usato esclusivamente il 105 macro MC. Complice una luce più favorevole, ho potuto sfruttare appieno le doti sia della Z8 che del 105mm. Ho inquadrato in modo da avere uno sfuocato vivo ma non invadente ed ho sfruttato il bokh... la sfuocatura progressiva del 105 per un frontale: Un tre quarti: Un'inquadratura laterale "tutto a fuoco": Tutte le foto sopra sono a f11, mentre quella di sotto è a f4, che a queste distanze è vicino alla tutta apertura (f3.3): Infine passaggio da Fx a Dx (originale da 21 megapixel...) CLICCARE PER APRIRE
  5. Un piccolissimo reportage in cui condivido più sensazioni che cose. Ho già scritto due blog sul Giardino dell'Isola del Pepe Verde, c'era bisogno di un terzo? Sì, almeno per me. Qui non descrivo il giardino, ma il mio vedere il giardino (e la gatta che ne è custode e signora). Intendiamoci, credo che le foto stesse abbiano una qualche qualità (la maggior parte almeno) che le farebbe "stare in piedi" anche per conto loro. Se no non le pubblicherei. Il Giardino. Di fronte a giardini ben curati, quelli belli ordinati, con aiuole ad erba rasata e bei, grossi mazzi o siepi di fiori multicolori, magari fiori grandi, radunati secondo schemi classici.. io provo un vago senso di disagio, di costrizione, di ordine imposto in nome di un'estetica forzosa. Più il giardino sembra casuale, "libero" al limite dell'incolto, più mi sento a mio agio. L'isola del Pepe Verde mi attrae anche per questo. Se aggiungiamo il divieto di fumo e di tormento "sonoro", sono ancora più a mio agio. L'incontro. Questa foto di una statuetta un po' consunta del Buddha per me non è una foto banale per due motivi, uno personale emotivo, che non è detto sia condivisibile, e uno più strettamente fotografico su cui penso si potrebbe tranquillamente discutere. Personale è stato l'incontro, inaspettato, passeggiando in un angolo del giardino, mi ha mosso al sorriso e infuso serenità; adesso quando vengo in questo giardino torno a rivederla. La bellezza non è nella statua ma nel contesto, che anche fotograficamente non mi sembra insignificante. Fotograficamente, la statuetta emerge dall'edera che la circonda,come una cornice, sullo sfondo brutte reti metalliche e legni ricordano che c'è il mondo di fuori che continua ad agitarsi. Inquadrandola come ho fatto, ho così cercato di non fare fare un'illustrazione qualsiasi di statua del Buddha (che probabilmente vendono a milioni nei negozi di giardinaggio, arredamento d'esterni ecc.) ma mostrare che da dovunque arrivi, qui questa statua ha trovato il posto giusto, a modo suo è in armonia (molto più che un nanetto ) con ciò che la circonda e ha anche un significato*, e rafforza la sensazione di benefica tranquillità che tutto il giardino mi ispira. Pepina. L'unica cosa che non amo di lei è il nome, ma si sa, I Gatti non si curano dei nomi che gli danno gli uomini perchè hanno i loro, che non sapremo mai (lo dice Elliott). Attempata signora, sempre elegante, ultima di una colonia scomparsa da tempo, ha eletto da anni il giardino a suo regno e dimora. Quando arrivi ti viene incontro e ti valuta, ti giudica. Se ti trova interessante (e se hai crocchette) può decidere di stare un po' con te, farsi accarezzare e concedere qualche posa per poi tornare ad occuparsi del suo regno e svanire così come è comparsa. La maggior parte delle mie foto di Gatti è in bianco e nero ma Pepina è grigia con occhi intensi, e il contesto è molto vario per cui preferisco ritrarla a colori. Non prendiamoci troppa confidenza ... Ma no, mi fido, poserò per te: Possiamo capire perchè gli Egiziani consideravano sacri i gatti? Un'ultima inquadratura, ti ho concesso del tempo ma adesso è ora di separarci. Tornerò ancora all'Isola del Pepe Verde, ma non ne scriverò più, promesso. Oggi vi ho messo a parte del mio sentire, quindi non occorre tornarci sopra (Non prometto di non mettere più foto di Pepina però ). Se avete qualche commento da fare fotografico e non, mi farà piacere. *NOTA Solo per gli interessati alla spiritualità orientale: La posizione delle mani del Buddha non è mai casuale, qui mi pare sia quella associata al primo discorso dopo il Risveglio, quando l'insegnamento Buddhista prende vita (sto semplificando al massimo il concetto de "l'avvio della Ruota del Dharma") per cui la posizione delle mani è detta Dharmachakra mudra. Quindi inaspettato incontro con il Buddha che da' l'insegnamento! Se tra voi c'è qualche Buddhista, può confermarmi o smentirmi sul mudra? Grazie!
  6. Di solito se si parla di "Tigre di Cremona" , si parla di lei: Così è come la ricordiamo... Io invece mi riferisco, indovina un po', a delle tigri in miniatura, che vivono non troppo lontano da questa cosa qui: La Colonia Padana, ai margini di Cremona, struttura immersa nel verde di un parco e circondata da club nautici. Architettura di chiara epoca fascista (oggi è un bar) , dove ai tempi si mandavano i bambini a prendere aria sulle rive del Po anzichè del mare. Poco distante c'è una grossa Colonia Felina, che non avrà lo charme d'ambiente del Castello Sforzesco o del Cimitero Monumentale di Milano, ma i gatti e le loro casette hanno il loro perchè. Vista la location ed il colore dei soggetti, ho deciso di evitare il bianco e nero. Spero che gli appassionati gattofili (il nome giusto sarebbe ailurofili, ma non divaghiamo...) gradiranno e che gli altri mi sopportino. Nikon Z8 e 24-200Z oppure 300mm f4pf e TC14 per non disturbare troppo i soggetti un tantino sospettosi, un po' diffidenti. NOTA: Credo sia stata una delle rarissime giornate cremonesi di sole forte e cielo terso con ombre durissime.
  7. Un GPS per le nostre Nikon Z Fino a poco tempo fa non avrei creduto che mi potesse interessare ed usare un GPS per la mia macchina, tant’è che non è mai stato sicuramente una delle prime caratteristiche tecniche che ricercavo quando mi sono interessato a nuovi modelli delle nostre Nikon. Ultimamente, per modifiche sulla catalogazione e ordinamento delle foto nelle cartelle e\o cataloghi, e il modo in cui possono essere automatizzate dai software, ho pensato alla funzionalità di posizionamento, ricerca e ordine attraverso le coordinate GPS. Sfortunatamente la Z8 non è dotata di questa funziona, come ad es. lo è la Z9, quindi mi son immerso nel web per cercare delle soluzioni adatte. Esistono diverse alternative, anche a basso costo, ma quello che ha attirato di più la mia attenzione è stato il di-GPS Eco Professional 2, dedicato alla serie Z e alle reflex Nikon. Tra le caratteristiche peculiari di questo GPS troviamo: posizione in tempo reale di longitudine, latitudine e altitudine; Informazioni sull’orario; basso consumo energetico. Collegandosi al sito del produttore è possibile acquistare direttamente da loro, ma bisogna tener presente che trattandosi di un produttore inglese, si dovranno pagare anche i dazi doganali all’arrivo (nel mio caso 38,21 euro). Ho provato a cercare anche da rivenditori UE, ma alla fine mi sarebbe costato di più che prenderlo direttamente da loro, quindi così ho deciso di fare l’acquisto diretto. La spedizione è stata abbastanza rapida con consegna finale e tracking gestibile dal sito di poste italiane. Nonostante il costo un po elevato, all’arrivo si presenta con una scatola abbastanza spartana, all’interno della quale c’è la scatola dell ricevitore, anch’essa abbastanza essenziale, insomma, se siete abituati all’unboxing di un prodotto Apple o simili ecco…..scordatevelo :-) Sorprendentemente aprendolo si trova una bella custodia semi rigida con cerniera, all’interno della quale è riposto il ricevitore. Come si può vedere ha un collegamento classico a 10 pin posteriore per collegarlo alla macchina e davanti ne ha un altro per collegare eventualmente un comando remoto (MC-36, MC-30 o cloni vari di terze parti), una bella comodità per chi ne fa uso. Il collegamento è abbastanza semplice, basta inserirlo, avvitarlo e premere il pulsante di accensione. Non bisogna effettuare alcuna operazione nel menù della macchina, una volta acceso trasmette subito i dati alla macchina; il segnale in esterni viene ricevuto in breve tempo, il manuale parla di uno o pochi minuti, io ho riscontrato un periodo anche più breve. L’alimentazione avviene tramite la batteria della macchina. La funzioni attivabili sono due: Auto mode, premendo una volta si accende la spia verde e spegnendo la macchina non ricerca più il segnale non consumando più batteria; come indica il manuale se lasciato collegato alla macchina l’ultima posizione viene comunque tenuta in memoria fino a tre giorni, quindi al riavvio della macchina, seppur in ricerca di segnale, l’ultima posizione è ancora disponibile; Always on mode, Premendo anche una seconda volta, attivando quindi la luce rossa, il gps cerca la posizione anche a macchina spenta. Ovviamente in questa modalità continua a richiedere energia anche se la nostra macchina è spenta; dai test effettuati ho riscontrato che il consumo è di circa un 1% di batteria all’ora utilizzando una Nikon En-el 15c. Lasciandolo collegato alla macchina ma non in modalità di ricerca continua (solo spia verde accesa) non ho riscontrato alcun consumo di batteria. Il manuale indica anche che durante la ricerca si dovrebbe vedere il simbolo GPS della macchina lampeggiare; io nella Z8 non lo vedo, (credo si riferiscano ad altri modelli dato che funzione anche con le reflex digitali serie D…) ma appare il simbolo del satellite nelle anteprime quando si avvia la visualizzazione a monitor delle foto scattate. Una volta scaricate le foto i dati sono incorporati nel file e vengono letti tranquillamente dal software (nell’esempio Adobe Lightroom classic) Come da descrizione della casa madre oltre alle classiche coordinate troviamo anche l’altitudine. Io l’ho testato dove abito quindi a livello del mare e successivamente in una escursione (e relativo pranzo con i pastori :-) ), in supramonte nel nuorese. Per quanto riguarda l’uso pratico devo dire che a livello operativo è talmente semplice che non crea nessuna difficoltà, mentre, al contrario, data la forma e la posizione da montato, bisogna prestare attenzione a non urtarlo accidentalmente e nello zaino o borsa è meglio scollegarlo per evitare di romperlo o danneggiarlo. Nonostante il costo elevato (stiamo parlando di 210 euro circa compresi dazi doganali) direi che se si ha bisogno di un ricevitore GPS con questo non si sbaglia di sicuro. Personalmente cercherò di trovare il modo per poterlo scollegare il meno possibile in quanto vorrei sempre avere le coordinate nei file, questo alfine sia di ritrovare esattamente il punto dal quale è stata scattata la foto (può tornare utile ad esempio quando si fotografano specie rare e localizzate), che per poter automatizzare con i vari software l’organizzazione dei file, e con l’AI che ormai imperversa mi aspetto che queste vengano sempre più implementate nelle automazioni di ricerca e organizzazione dei file. Link prodotto: qui
  8. Sono quasi fuori da una brutta faringite causata presumo dall' aria condizionata dei treni o degli uffici dove lavoro (ci hanno trovato dei neandertaliani congelati). Uscita da "convalescenti" perciò, ma con risultati più gradevoli del previsto. Dopo una puntata rapida all'isola del Pepe Verde a trovare un'amica dagli occhi nocciola e il pelo di colore grigio piombo (la vedremo prossimamente), mi dirigo verso questa fontana nella Biblioteca Degli Alberi, vicino Piazza Gae Aulenti. Quasi soprendente quante cosine si possono fare qui se ci si porta la Z8 (qualsiasi Zeta, ma anche D, ma anche Canon, Fuji...) ed il 24-200mm anzichè le bricioline. Partiamo dal banale: Andiamo un pochino sul più elegante: Per scoprire cose curiose: Che si prestano ad interpretazioni personali Per finire con del puro divertimento: Coppia al bagno Che diventa triangolo (ma lei la conoscevi?) Dov'è il bagnino qui? Ma avevate prenotato tutti? Un paio d'ore rilassanti (contando il Pepe Verde) ma creative. Un sacco di vita per essere una fontana (c'erano anche delle libellule). Tutte foto scattate con la Nikon Z8 ed il Nikon 24-200mm Z, tranne la prima che è stata scattata con il nikon Z 12-28... Hummm... la Gallinella d'acqua l'ho fotografata col 300mm f4 pf.
  9. Si è fatto aspettare anni in roadmap (é uno dei motivi per cui probabilmente la roadmap non sarà più aggiornata ...) e poi anche una volta annunciato, chi lo ha ordinato lo sta ricevendo solo adesso, oltre due mesi dopo il lancio. Ed eccolo qua, appena consegnato dal corriere GLS, ordinato dal Nikonstore.it da Mauro Maratta e pagato di tasca sua in anticipo con Paypal. Ne parliamo qui in anteprima, per una prova approfondita ci vorrà un mesetto, noi non siamo soliti scrivere opinioni scolpite nella pietra dopo mezz'ora di utilizzo come certi recensori di Youtube che un attimo dopo sono già passati ad un microfono o ad un gimbal. Anzi, non contenti di provarlo qui dalle nostre parti, poi lo spediremo a dove solo Max Aquila lo potrà da par suo provare a mare, con i suoi amici surfisti. Ne valeva la pena ? La versione breve è si. In due frasi. Se fosse un Nikkor S, nessuno si scandalizzerebbe. E ... si, non vi offendete, ma è un obiettivo che è meglio di quanto il tipico proprietario di zoomone Sigma/Tamron si aspetterebbe di comperare con 2000 euro. Anzi, se costasse 2.559 euro, non sarebbe nemmeno questo uno scandalo. Perché questo è un Nikon. Il vero erede aggiornato del Nikkor F 200-500/5.6. Che una volta ... aggiornato con il nuovo, diventerà rapidamente un lontano ricordo. Senza andare a spaccare troppo il capello in quattro o a fare confronto a livello di pixel, l'immagine fino a 400mm non è troppo dissimile da quella offerta dal 100-400. E oltre, meglio di quella offerta dal 100-400 telemoltiplicato. Supera i due vecchi 200-400/4 e se non arriva - ci mancherebbe ! - al livello dello straordinario 180-400/4 TC, è anche vero che per dimostrare tutto il potenziale, il 180-400/4 dovrà essere impiegato in condizioni ideali. Mentre un obiettivo che spara fino a 600mm per la maggior parte sarà impiegato in condizioni limite, con la qualità dell'aria, i vortici di calore e i bagliori, che faranno veramente la differenza. Il Nikkor Z 600mm f/4 TC è meglio ? Ma certamente, certo. E per fortuna, anche se ancora difficile da avere, permane e permarrà a catalogo anche dopo l'uscita di questo super-zoom-tele. Ma ancora più che per il 180-400/4 che si ferma a 560mm mentre il 600/4 può arrivare a ben 840mm, esprimere tutto il potenziale di questi superteleobiettivi (considerazione valida anche per il pregiatissimo 400/2.8 TC) è ancora più difficile. E richiede superfotografi per superteleobiettivi. Dimenticando per un attimo il fatto che con i soldi che vi costerebbe un 600/4 TC, vi potete comprare due Z9, un 100-400 S e con gli avanzi, questo 180-600, per un corredo tele della massima potenza. Si chiude il mercato per i supertele con l'uscita di questo 180-600 ? No, certo che no. Ma per il fotografo di tutti i giorni, sarà veramente difficile giustificare un investimento 8.5x a fronte di un reale guadagno in termini di immagine in condizioni di scatto da mondo reale nelle foto di tutti i giorni. E questo al di là dell'ovvia differenza di luminosità massima tenendo a mente che a 600mm lo zoom è meglio che sia un filo più chiuso (f/7.1 o f/8, insomma) per avere il massimo della nitidezza. No, proprio in termini di messa a terra di tutta la potenza per quel prezzo da citycar accessoriata. Bene, dette tutte queste ovvietà andiamo ad aprire lo scatolone. Si, perché uno scatolone così mette in soggezione, come dimostra la "piccola" Z8 messa davanti a fare da paragone : e anche coricato, non è da meno ma una volta tolto l'obiettivo, invece, finiscono le ansie, è compatto, se non proprio piccolo, con i suoi 315mm senza paraluce. ecco tutta la dotazione che conta, noi l'abbiamo avvolto nel panno nel metterlo nello zaino, così per conservarlo così bello. Si, perché è bello. Nikon con i suoi Nikkor Z ha imposto uno standard estetico che è coerente al di là delle differenti linee di prodotto. E questo sembra uno Z di classe S per finiture a dettagli, in ogni sua espressione. Bello, ben fatto, notevole ! Comunque, vediamolo uscire dalla scatola : che è tutta in cartone, distanziali compresi l'obiettivo è avvolto in un panno di spugna e poi in un bugnato. Il paraluce è dentro una scatoletta separata. I manualetti sono del tutto trascurabili. La dotazione completa è questa : il collarino per il treppiedi, rimovibile, è incluso ! si toglie svitando quel vitone. E' una operazione agevole. Non ci sono guide a perni come nel 200-500/5.6 ma la logica è la stessa. Il movimento è accettabilmente fluido, meglio di quella del 200-500/5.6 ed infinitamente meglio per esempio, di quello del Sigma 150-600mm Contemporary che qui possiedono in tanti. Toglierlo o tenerlo ? Dipende dall'uso. E' compatto e leggero, sta dentro ad un vecchio zaino Tamrac Expedition 5, sufficiente per superare i controlli degli ingressi del Gran Premio di Formula 1 ma comunque supera i due chilogrammi. Quindi a seconda del tempo che lo si dovrà tenere in mano, meglio avere anche almeno un monopiedi. Servirà a riposare le stanche membra dopo una lunga camminata. Anche per chi fa tanta palestra ed è in formissima. il tappo è da 95mm, analogo a tutti gli altri. Il paraluce é un cilindro semplice. non sta in piedi da solo, si sbilancia verso il davanti. Ma basta montargli dietro una Z8 perché resti in bilico da solo qui lo vediamo col paraluce, con e senza il collarino del treppiedi mentre qui è montato su una testa video tramite slitta aggiuntiva Arca Swiss Non è bellissimo ? Noi ne siamo entusiasti ! Qualche dettaglio costruttivo in più. da dietro, con la scritta 180-600mm analoga a quella che hanno sul piedino gli altri teleobiettivi Nikon moderni. serigrafie e ghiere di controllo altro dettaglio della finitura impeccabile le tacche della lunghezza focale. La corsa della variazione di focale é sorprendentemente breve a vantaggio della velocità operativa. il tasto funzione programmabile dettaglio del lato con la scritta Nikon, il collarino e la ghiera programmabile che funge, servisse mai, da messa a fuoco manuale la parte sotto del piedino per il treppiedi con i due passi di filettatura. E' in lega leggera, quindi è probabile che qualcuno metterà un collarino alternativo opzionale in alluminio, con binario Arca Swiss. made in Cina, come c'era da attendersi. gli unici due selettori. Messa a fuoco Manuale o Automatica e limitatore di messa a fuoco tagliato a 6 metri, piuttosto che piena corsa da minimo a infinito. Aggiungiamo per pronta consultazione, lo schema ottico, complesso, con una bella articolazione delle lenti e largo uso di vetro speciale che permette un MTF interessante nonostante la focale estrema massima ottenuta non con pochi compromessi progettuali per mantenere compatto l'oggetto e il costo così contenuto. ma soprattutto una comparativa dimensionale che permetta di scegliere cosa sia meglio per il singolo fotografo : per super-teleobiettivi, il 180-600 é il terzo, l'ultimo a destra è l'800/6.3 [courtesy Camera Decision] mentre qui abbiamo tutti zoom, compreso il recente e compattissimo 70-180/2.8. Questo 180-600 è appena più lungo del 100-400/4.5-5.6 tutto esteso ed è addirittura più sottile. Resta più compatto del 800/6.3 che è appena più pesante, mantenendo il collarino del treppiedi. Mentre il 180-600 è di poco più pesante di 70-200/2.8 e 100-400mm, pur portando tutta quella focale in più. Se aggiungete i cartellini con il prezzo e tenete a mente che oltre i 400mm, molta parte della qualità dell'immagine non sempre dipende più dall'ottica ma dalla giornata, avrete un quadro orientativo più completo. *** Le prime impressioni sono molto positive. Oltre all'aspetto, anche la costruzione e il dettaglio sono premium. L'obiettivo vale ogni euro che costa, anzi, sembra a buon mercato. 2.500-3.000 euro non sarebbero sembrati eccessivi, visto il costo di 100-400 e 70-200/2.8. L'operatività è semplice e l'obiettivo, non variando lunghezza con la variazione della focale, non si sbilancia, rendendo agevole usarlo anche a mano libera. La velocità di messa a fuoco non è quella del 70-200/2.8 o del 400/2.8 ma è accettabile, considerando che non è un obiettivo della stessa classe merceologica. Le qualità ottiche ci sono tutte, sia in termini di nitidezza che di sfuocato e di colori. Ma soprattutto l'impatto (il punch), la matericità dell'immagine, sono ottime. E anche in autodromo, con il caldo e 6-7 megawatt di potenza scaricata da monoposto in accelerazione, le immagini alle distanze elevate obbligate per motivi di sicurezza vengono buone. Ma in termini di prova approfondita ci riserviamo il tempo necessario per farci un'idea più completa, per ora questi sono solo i nostri primi pensieri. In estrema sintesi, concludiamo come abbiamo iniziato. Se fosse un Nikkor Z di classe S non ci stupiremmo in termini costruttivi e di aspetto. Se costasse di più, se ne venderebbero meno ma nessuno avrebbe troppo da recriminare. La sua qualità è superiore a quella che molti fotografi possono sostenere sul piano della loro tecnica fotografica individuale. Meditate, cari fotografi ... meditate ... *** Ricordate di mettere un like se questo articolo vi è stato utile. A voi non costa nulla ma noi teniamo conto del numero dei like per decidere che articoli pubblicare. Mentre i vostri commenti saranno sempre preziosi per chi ci legge.
  10. M&M

    Le prossime due Nikon Z

    ATTENZIONE, QUESTI NON SONO RUMORS, SONO SOLO IPOTESI AUTONOME : SE LEGGETE VOCI O RUMORS SU ALTRI SITI, SAPPIATE CHE A QUESTO STADIO SONO PER LO PIU' INFONDATE. SE VEDREMO NUOVE NIKON NEL 2022 SARA' TRA OLTRE 6 MESI. Con il mercato così "stretto", i venti di guerra, la recrudescenza della pandemia (o sindemia come la definiscono oggi) in estremo oriente è un azzardo avanzare previsioni. Ma è il periodo dell'anno in cui solitamente le faccio, quindi ci provo anche nel 2022. Facile che venga smentito dagli annunci, quando arriveranno, poco male, non ho un ruolo che possa essere influenzato dalla mia credibilità. Ma cercherò di essere credibile .... almeno Antefatto Inizio marzo 2021, Nikon registra due modelname per due nuove fotocamere Nikon, codice interno N2014 e N2016. La seconda si rivelerà essere la fortunata Nikon Zfc, annunciata il 29 giugno 2021. La prima invece sarà la Nikon Z9, preannunciata il 10 marzo 2021 ma effettivamente annunciata solo il 28 ottobre 2021. Sono le uniche e sole due fotocamere annunciate e lanciate nel 2021. Oggi la situazione è diversa, non abbiamo avuto nuovi annunci da ottobre e siamo sul finire dell'anno fiscale (che per Nikon chiuderà il 31 di marzo del 2022). Infine, c'è la lista di attesa più lunga della storia sia per Nikon Z9 che per Nikkor Z 100-400/4.5-5.6. Mentre per il 400/2.8 TC annunciato anche esso con la Z9, Nikon anticipa tempi di attesa che vanno da sei mesi in su. Credo che sia inutile attendersi lanci immediati con le attuali difficoltà di consegna. La clientela si sentirebbe presa in giro : consegnate prima quello che avete promesso e noi prenotato, poi parliamo di altro. Si è parlato a lungo di un modello Z di base in formato DX. La vedo dura se non durissima, i margini di guadagno sono bassi e l'aspettativa del mercato tutta rivolta sui segmenti superiori. Anche per l'eventuale Zf, modello full-frame della Zfc, se un progetto del genere esiste, è facile che non venga sviluppato sulle precedenti Z ma sulle prossime, altrimenti partirebbe ad handycap. La Zfc per certi versi è una sorta di Z50 II in abito fashion, non è una macchina della generazione precedente. Model Name N2120 ed N2121 Oggi, il sito giapponese Digicame.info ha anticipato una serie di nuovi prodotti che per Nikon sono due modelli di fotocamera e una scheda di memoria CFexpress. Per la seconda camera viene indicato come presente il wi-fi e il blutooth. Ma dubito che oggi una fotocamera possa esserne sprovvista, non avrebbe mercato, quindi è facile che anche l'altra ce l'abbia e che sia una dimenticanza. Detto questo, se il copione sarà simile a quello dello scorso anno, con il finire delle code delle consegne delle Z9 prenotate, Nikon potrebbe disporsi per il lancio di queste due nuove fotocamere. Le aspettative del mercato, come già accennavo, sono alte e abbastanza divise. Chi si attende la "baby" Z9, ovvero una Z8 che condivida il massimo della Z9 in un corpo più compatto (e possibilmente un prezzo ridotto) e chi si attende una Zf, una Zfc in formato full-frame. E' possibile, possibilissimo. E credo che Nikon ci abbia pensato. Ma questi progetti nascono da lontano. Ed io non credo che Nikon si attendesse il successo galattico della Zfc. Peraltro dovuto in larga parte anche al prezzo ridotto di quella fotocamera. Una riedizione in formato full-frame non è una operazione banale, perchè il target di clientela è più esigente e non si accontenterebbe di una replica della Nikon Df. Quindi non me la aspetta prima di altri 18 mesi e non sulla base di Z6 II e Z7 II ma della generazione successiva. Per la Z8 chiaramente il fattore di accettazione ci sarebbe, ma il rischio di avere code di attesa ancora più lunghe di quelle della Z9 sarebbe realistico. Con la replica anche dei mal di pancia in corso da parte di chi - con santa ragione - ancora attende la consegna di Z9 e del suo 100-400mm. Ma Nikon al momento non è debole sulla fascia alta delle sue fotocamere, lo dimostra la Z9 che "tutti la vogliono" ! E lo spazio sulla parte bassa è praticamente Zero. Lo dimostra l'insuccesso della Z5 e mentre tutto sommato l'appeal della Zfc continua a trascinare vendite (che potrebbero migliorare solo con il lancio di qualche altro obiettivo dedicato ... !) sono Z6 II e Z7 II che languono. Un tentativo di rivitalizzarle sarà quello dovuto al lancio dei kit con il 24-120/4, obiettivo oggi introvabile e che sarà disponibile in scatola con quei corpi macchina per risvegliarne le vendite. Ma è inutile nasconderlo - noi lo sappiamo - che tutti gli utenti di Z6 e Z7 guardano alle prestazioni di autofocus della Z9 e del suo processore per un eventuale upgrade. Chi ha comprato la Z6 II o la Z7 II ha già dato il suo contributo alla causa e adesso si aspetta molto, molto di più. Quindi ? Previsioni ? quindi se dovessi azzardare oggi una mia ipotesi - che certamente si rivelerà sbagliata - su cosa siano queste due fotocamere, io darei al 90% la possibilità che si tratti della III generazione di Z6 e Z7 che sono state annunciate sul finire del 2018 e rinfrescate con i modelli II sul finire del 2020. Quindi sul finire del 2022 avranno 4 anni in tutto, un ciclo completo che ne prevede la sostituzione del sensore e dell'autofocus secondo i normali programmi Nikon. Ma soprattutto, Nikon al momento è debole nell'offerta di macchine di media-classe rispetto ai modelli Sony e Canon ed è li che dovrebbe investire con i nuovi modelli. Oggi ogni osservatore esterno non ha problemi ad ammettere che Z9 se la vede alla pari - o meglio - con Sony a1 e Canon Eos 3. Ma nessuno si arrischia a dire che Z6 e Z7 equivalgono a Canon EOS R6 ed R5 o Sony a7 IV e Sony a7r IV. Peraltro la denominazione così ravvicinata dei due modelname autorizza ad immaginare che siano due modelli gemelli come lo sono - nel corpo, mirino, batteria, schede di memoria, etc. - Z6 e Z7. E quindi : Nikon Z6 III : ipotesi di nuovo sensore stacked da 20-24 megapixel, processore Expeed 7 ipotesi di un sensore di mercato (Sony) da 33 megapixel per contenerne il prezzo, processore Expeed 7 Nikon Z7 III ipotesi dello stesso sensore della Z9, processore Expeed 7, prestazioni velocistiche ridotte rispetto alla Z9 entrambe con un evidente ritocco di prezzo, stile Sony a7 IV rispetto ai modelli precedenti. Idealmente le due macchine porterebbero, la prima una buona velocità, un autofocus di riferimento, un video 4K60P con prestazioni nettamente migliori di quelle della Z6 II (necessariamente full-frame), la seconda le stesse capacità della Z7 in termini di dinamica, lo stesso autofocus della Z9. Ma entrambe limitate nelle prestazioni dal corpicino incapace di smaltire il calore come la Z9 e dalla batteria ridotta. Avrebbero però un mercato più ampio della Z8 e soprattutto, capacità di scalare nel prezzo di lancio, per poter stare sul mercato almeno 4 anni. La Z8, oggi, sarebbe stretta tra i 6000 euro della Z9 e i 4000 euro della Z7 II (peraltro con la possibilità di ritocco del prezzo in aumento dal 1/4/2022). Con il prezzo di Z9 e Z7 II, ci sarebbe spazio per la Z8, macchina professionale "ridotta", tanto da prezzarla quanto la gente vorrebbe ? Io non lo so ma dubito. Dico giusto o dico sbagliato ? A voi la parola
  11. Oggi un'uscita nel solito posto sul Fiume Azzurro, essere lì la mattina, prima che si popoli troppo, mi fa bene anche senza fotografare . Non mancherebbero gli uccelli, ma barche ed umani vari li tengono a distanza. Ma non importa sono lì per fare macrofotografie, mi aggiro fra i cespugli e le rive in cerca di soggetti interessanti. Abbondano i soggetti noti, che allora cerco di riprendere in modo un po' diverso: Un maschio di Crocothemis erytraea in controluce, la vegetazione crea uno sfondo particolare per ombre e colori. A me piace. Una altro maschio di Crocothemis erytraea che rivisito in chiave tricolore, blu dell'acqua, rosso lui, giallo paglia la... spiga bruciata. Restiamo minimalisti: una femmina di Orthetrum albistylum, dai riflessi metallici, il bosco sull'altra riva riflesso nell'acqua è quello che da' il colore di sfondo. Finora però il mio entusiasmo è moderato, diciamo così,foto carine ma niente di che e soprattutto niente di nuovo. Poi, l'angolo dell'occhio percepisce un movimento fra l'erba. E capisco che la giornata prende una svolta. Molto positiva! Ci sono dei soggetti che, anche se non sono proprio rari, desidero da tempo fotografare ma non mi è mai capitato. Ed oggi, regalo, eccone uno. Acrida ungarica! Di certo questa immagine susciterà qualche perplessità su quanto io sia facile all'entusiasmo. Sembra una cavalletta un po' sghemba (ed è proprio quello che è)... Ma se la si guarda bene, si vede che è una "bestia" curiosa: Le zampe posteriori sono magre magre, l La testa.. è lunga lunga con la bocca in basso, e gli occhi in cima, e due buffe antenne coniche sembra un disegno da fumetto. Lo trovo un insetto molto simpatico, desideravo da tempo di incontrarlo da vicino e fotografarlo, perciò, come da titolo, oggi sono contento. Le foto me le sono proprio sudate (e non è una metafora). NOTA SULLA Z8 per chi soffre se non si parla di attrezzatura : Sul serio, fa la differenza, anche in macro, ad esempio riducendo pressochè a zero il turpiloquio provocato dall'autofocus della Z6, soprattutto con le ottiche Z (ho usato il 105 MC e il 24-200), ma anche con il 300 + Tc14+FTZ (che sarà sostituito con "qualcosa" Z appena mi sarà possibile). C'è naturalmente molto di più, ma già questo mi rende felice dell'upgrade.
  12. Gene Wilder in Frankenstein Junior (1974). Devi saperlo fare ma.. se lo sai fare... con la Z8 lo puoi fare (finalmente)! Nikon Z8, 300mm f4Pf + Tc14 eii + FTZ, f7.1, 1/1600s, 900 ISO, ritaglio Dx, mano libera. Aprire per giudicare please. Punto singolo di messa a fuoco, dritta come un fuso e veloce come un lampo. Questo per dire che... PS1. Si può fare anche con la Z9, ne sono convinto. PS2. Per i pignoli: lo so che il tappo è a rovescio, ma non lo ritengo essenziale.
  13. Un paio di mini uscite per mettere alla prova la Z8, o forse dovrei dire me stesso con la macchina. Comunque condivido alcune immagini e considerazioni, sperando di far cosa gradita e se ripeto qualcosa di quanto già scritto da altri prendetela come una conferma ulteriore, un rinforzo, una stellina in più. Versione di una riga: devo studiare un pochino i settaggi per poterla usare al meglio ma già al primo contatto è bella, rapida e intuitiva. Ne sono soddisfattissimo. Preliminari: Ho tirato gli attacchi della tracolla: tengono. Ho montato e smontato tutti gli obiettivi: nessun problema. Adesso passiamo all'azione: Confermo tutto quello che hanno scritto gli altri possessori di Z8 sulla rapidità di reazione e di messa a fuoco. Purtroppo non c'erano molti volatili che volavano, probabilmente per colpa delle tempeste dei giorni precedenti, ho inseguito un povero cormorano lontano e la macchina non ha sbagliato, le foto non le pubblico perchè veramente insignificanti. Pubblico questi Cigni bianchi, ottima resa per essere un controluce totale. Nikon Z8, 300mm f4pf + Tc14 eii + FTZ, mano libera formato FF. Il fatto di avere circa 46 megapixel significa poter scattare anche in Dx con una risoluzione più che dignitosa, come nel caso di questa famigliola di Svasso Maggiore, sempre putroppo in controluce ( il motivo è che dovevamo andare in un'altro posto, ma i disastri lo hanno reso inaccessibile quindi abbiamo dovuto trovare una soluzione di ripiego nelle vicinanze): Nikon Z8, 300mm f4pf + Tc14 eii + FTZ, f7.1, mano libera formato Dx. Un albero vittima del maltempo. Nikon Z8, 24-200mm Z a 37mm, formato Fx Naturalmente la soddisfazione di riuscire a fotografare di nuovo una libellula in volo, ma ne ho già parlato... Nikon Z8, 300mm f4pf + Tc14 eii + FTZ, f7.1, mano libera formato Dx. Qui una Libellula (Ortethrum albistylum maschio) ripresa a pieno forrmato con il 300mm ed un tubo Z compatibile da 35mm. Nikon Z8, 300mm f4Pf + FTZ + Tubo da 35mm, mano libera, formato Fx. Se invece il soggetto è più lontano, come questo maschio di Calopteryx splendens, rieccoci ad usare il Tc14 e ritagliare al formato Dx: Nikon ZX8, 300mm f4pf + Tc14 eii + FTZ, mano libera, formato Dx. Insomma questi primi tentativi di wildlife e macro con la Z8 mi hanno soddisfatto, anzi entusiamato. In ultimo vi propongo questo Bombo, ripreso con il Nikon Z 105mm MC in formato Fx e Dx , quindi 150mm "equivalenti" (ma non proprio, lo so" ) Nikon Z8 e 105mm MC in formato Fx Nikon Z8 e 105mm MC in formato Dx. NOTA, il formato Dx è ottenuto in postproduzione a scopo dimostrativo, non sono stato a passare in continuazione da un formato all'altro sul campo .
  14. Scrivevamo nel nostro articolo del 5 marzo 2020 : dopo una disamina dettagliata cui vi rimandiamo in caso voleste rileggervela che : dopo la recente intervista al capo del marketing di Nikon : sia Nikonrumors che Thom Hogan convalidano le nostre ipotesi che, a scanso di equivoci, non provengono da fonti interne Nikon/Nital ma da nostre elaborazioni originali. Nikon ha registrato nei mercati dove è necessario per disposizioni di legge due nuove fotocamere che potrebbero avere le caratteristiche di : - Z30, una mirrorless Z con sensore APS-C di segmento inferiore alla Z50 - Z5, una mirrorless Z con sensore full-frame di segmento inferiore alla Z6 (idealmente una Z50 full-frame) queste due macchine potrebbero essere pronte per il lancio in una data variabile entro i prossimi 90 giorni. Noi pensiamo entro l'estate mano a mano che il mercato lo consentirà. Aggiungo che le informazioni sulla Z di fascia High-End e ad alta risoluzione con il sensore Sony da 61 megapixel è in fase di sviluppo già dall'autunno scorso e destinata anche essa ad uscire entro i prossimo 6-8 mesi. Anche qui in funzione delle condizioni di mercato e delle mosse della concorrenza, in primis Canon che probabilmente annuncerà la sua proposta di questo segmento (la già celeberrima R5) entro luglio 2020. Noi la chiameremmo Z9 Ovviamente la pandemia ha creato ritardi e necessità di riorganizzare le catene produttive, specie per quanto riguarda i fornitori di componentistica e le spedizioni che avvengono a rilento e possibilmente in nave. Ciò si ripercuote sull'effettiva disponibilità commerciale in termini di Start Sales. Questo lo sappiamo bene visto che dalla data dell'annuncio abbiamo perso le tracce sia del 70-200/2.8 Z che del 24-200, che Nikonland ha avuto modo di provare in anteprima ma di cui non si ha tuttora una effettiva data di consegna. Però le necessità di conto economico non dovrebbero fermare l'annuncio di nuovi obiettivi Nikkor Z la cui roadmap dovrebbe essere effettivamente accelerata per mantenere la divisione imaging di Nikon entro il budget. Noi ci aspettiamo il lancio in concomitanza con le nuove macchine o a date ravvicinate di : - 18-140 DX - i due obiettivi compatti 28 e 40mm - il 14-24/2.8 a completamento del trio f/2.8 Lato reflex le cose si dovrebbero essere parecchio raffreddate. A causa del lancio poco fortunato di D6 e D780 (belle macchine ma proposte nel peggior periodo della storia di questo secolo) e del calo repentino delle vendite a livello mondiale, ritengo che ogni idea di nuove reflex sarà rimandata a 2021 inoltrato. In ogni caso tutta la strategia Nikon dovrà basarsi su un livello annuo dimezzato di numero di fotocamere consegnate (da 1.6 milioni a meno di 1 milione in totale). La necessità di mantenere livelli di fatturato adeguati e, soprattutto, di margini in linea con le ipotesi di budget, potranno essere perseguiti soltanto con prodotti a maggiore valore aggiunto e quindi di prezzi non popolari. Meno fotocamere (e obiettivi) a prezzo unitario superiore al passato. Salvo poi fare scontistiche selvagge nel momento in cui le vendite non tirano.
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