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Silvio Renesto

Nikonlander Veterano
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Commenti blog pubblicato da Silvio Renesto

  1. 33 minuti fa, Aironegio ha scritto:

    Belle foto .Sono tutor di una colonia felina situata all'interno degli orti comunali di san Donato Mil. e anch'io mi diletto a fotografarli ma visto che ogni tanto ne prendo uno per sterilizzarlo hanno una certa diffidenza.

     

    Grazie dell'apprezzamento e complimenti per il tuo impegno, che so essere non da poco, perchè conosco alcune persone che fanno anche loro il tutor.
    Dal punto di vista del fotografo,purtroppo la maggior parte delle colonie feline che ho visto nei dintorni  di Milano non ha un'ambientazione molto suggestiva,  fanno eccezione quella del Castello Sforzesco e quella del Cimitero Monumentale.  Quella che curi tu com'é? Sarebbe casomai visitabile? :) 

    PS il gattino in primo piano nella foto che ti guarda è bellissimo.

  2. 3 ore fa, M&M ha scritto:

    Incidentally, Silvio, do you know NIKONLAND's second page ?
    It's not all nerdy testing and technical issues!

    Sì, io sì, ma so per certo  che molti altri non iscritti o iscritti dimenticati  di esserlo, non arrivano a capire che c'è la "second page". Non è un limite di Nikonland, sia chiaro è che la gente è davvero superficiale, guarda la front page e la lista delle news e poi si ferma. Non so se sia un campione significativo.

  3. Beh, se posso permettermi di entrare nella testa di altri, credo che anche il "costi quel che costi" di Massimo Vignoli sia relativo. Essendo anche lui sposato ecc., oso immaginare che avrà per priorità gli esseri senzienti (persone ed animali se ne ha)  attorno a lui e poi il  resto. 
    Ciò non toglie che si possa continuare con le proprie passioni, ritagliandosi degli spazi e dei tempi.

     

     

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  4. Il 25/10/2021 at 12:34, Massimo Vignoli ha scritto:

    E la domanda diventa perchè prima che come fare per evitarlo. 

    Giustissimo, credo che dipenda, almeno in parte, da come è composto il bacino di utenza di Nikonland, che a mio parere personale, non sostanziato da dati, è diverso da quello di altri siti fotografici così come è diverso Nikonland, e da alcuni almeno viene visto diverso anche da come è.

    La mia percezione è tra quelli che frequentano Nikonland ma  non pubblicano (esclusi quindi i partecipanti) le loro foto ci siano:
    Dei bravi o bravissimi fotografi che per qualche motivo non condividono le foto. Sarebbe bello sapere perchè e se per caso le condividono altrove.
    Dei fotografi più o meno bravi, non si sa perchè le foto non si vedono, non sono tanti ma ci sono, che non si sentono invogliati o temono qualcosa. Anche qui sarebbe bello sapere cosa li trattiene e se per caso si "sfogano" pubblicando su altri forum  e quindi capire  dove sta per loro la differenza che fa scegliere di pubblicare altrove.
    Degli appassionati dell'attrezzatura,  che discutono e si entusiasmano delle minuzie ma fotografano, diciamo ...raramente. Questi non pubblicano le loro foto da nessuna parte perchè praticamente non ne fanno se non occasionalmente ma sanno tutto.

    Mancano o sono pochissimi, pochissimi invece quelli che amano fotografare e condividere le foto, presenti in massa altrove dove pubblicano le loro fotoc he possnon andare dal pessimo al sublime.

    Forse è una questione di impatto, Nikonland può sembrare più una rivista da leggere e da cui trarre informazioni, che un posto dove condividere, nonostanti gli inviti a mettere e commentare le foto.

    Anche la visibilità della parte fotografica è andata variando durante l'evoluzione e qualcuno amgari non si ritrova o non ha voglia di cercare. Ma le mie sono solo illazioni.

  5. Sì sono d'accordo, l'idea mia vorrebbe essere un modo per allargare la base,  incentivare la partecipazione di più persone mostrando che si fanno le foto e che vengono pubblicate.
    Io immagino anche di lasciare le foto "della settimana" in frontpage  fino a crearne una striscia da quattro a sei, di cui una viene sostituta ogni settimana  e le altre scorrono via via arretrando nella fila  e scomparendo una alla volta, fno a che la sequenza non è completamente rinnovata  e ci sono sempre quattro-sei foto visibili, non necessariamente grandi ma cliccabili per accedere al post originale.

  6. 21 minuti fa, cismax ha scritto:

    Questa bellissima riflessione di Silvio fa perfettamente il paio con l'altra postata da Mauro.

    Certamente la gestione dello stress è un elemento chiave nelle organizzazioni sociali, che si parli di lavoro oppure di rapporti tra essere viventi in generale (il Noi e Loro o Noi contro Loro citato da Silvio nell'ultimo post e di cui, credo di comprendere i motivi, non vuole parlare).

    Credo che leggerò il libro. Le basi di biologia certo non mi mancano, l'amigdala e l'ippocampo so perfettamente cosa siano avendole studiate in anatomia, sarà una lettura interessante ed imparerò qualcosa

    Ottimo, tieni presente che il libro "Perchè le Zebre ecc." tratta soprattutto dello stress, gli altri temi quali razzismo, violenza, ma anche i loro contrari, solidarietà e compassione. ecc. sono invece trattati in "Behave".

  7. 16 ore fa, Massimo Vignoli ha scritto:

     

    Cosa?

    Quello che scrive Silvio è che ci sono diversi caratteri o attitudini e che, nel nostro essere bestie evolute, patiamo di stress che non riusciamo a controllare come i primati. In particolare, nel suo articolo ha seguito il parallelo tra primati ed umani in una linea gerarchica. L'esempio si potrebbe estendere a quelli che non sono nella stessa linea ma affiancati da linee diverse ma vicine. La natura ci dice che se il nostro pari ci infastidisce od è in concorrenza con noi la potremmo risolvere con una bella... testata 9_9. Oppure sottometterci. Oppure cercare compromessi. O alleati. Gli esempi sono molteplici e le evoluzioni dipendono dal carattere. Ma lo schema è quello: siamo bestie evolute, spesso nella direzione sbagliata.

    Infatti,  ho dimenticato di scrivere che il babbuino più tranquillo quando vede che il capo lo vuole stressare oltre a defilarsi può anche chiamare gli amici, così che l'altro ci pensi due volte prima di trovarseli tutti contro.

    Poi tra noi e i babbuini ci sono anche profonde differenze, ma le parti profonde del cervello sono molto simili.

    Queste conoscenze sono strumenti importanti e pericolosi al tempo stesso, possono essere usati per fare andare meglio le cose o chi ha interesse a creare confusione può usarle a rovescio, per destabilizzare e creare conflitti.

    In questi casi la scienza non è neutra e nemmeno gli scienziati, che non sono angeli nè robot, ma uomini come gli altri.

    Sarebbe molto interessante discutere delle scoperte sulle basi biologiche del razzismo e dell'antirazzismo, inteso non solo come  bianchi vs gialli vs neri vs marroncini, ma tutti quanti i NOI contro LORO.  Ma tranquilli,non ne scriverò, perchè potrebbe dar luogo a derive e fraintendimenti pericolosi.

     

     

     

     

  8. 15 ore fa, Gianni54 ha scritto:

    È sempre una questione di ansia, stress od emotività, cose che attengono sempre alla sfera caratteriale. Chi meglio sa gestire tali situazioni è esente da ulcere, altrimenti ci si cura. Ho conosciuto manager, funzionari, impiegati, operai, ecc. affetti da ulcere ed altri esenti. Il tutto riconducibile alla capacità, come hai scritto giustamente tu, cercare o accettare compromessi.

    Ecco, quello che io intendevo mostrare è che se si va a fare una scansione del cervello di quelli che hanno l'ulcera, sono nervosi  insomma stressati, si vedrà che c'è un'area del cervello profondo, cioè  l'amigdala  (legata alla paura e aggressività) molto attiva e sviluppata, ed un'altra area, l'ippocampo (più legato all'empatia) meno attiva e sviluppata. Ma non è detto che fosse così dalla nascita e, cosa importante,  è possibile invertire le tendenze, tramite delle tecniche che prevedono il controllo da parte dei livelli superiori del cervello. Il cervello si modifica fisicamente. Non nello stesso modo non in tutti e non sempre, ma in gran parte si può.

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  9. 6 ore fa, Tanker ha scritto:

    Interessante lettura Silvio, è un argomento affascinante ed attuale nella nostra vita quotidiana. Scrivi di win-win, oggettivamente bello sulla carta ma di difficile se non impossibile applicazione nelle aziende italiane e non solo,

    No, non sono stato io, ma Massimo Vignoli a scrivere di win win, io non ho esperienza aziendale e non potrei mai scriverne.
    In ogni caso lo scopo dell'articolo è diverso:

    Mostrare come alcuni fenomeni, in questo caso lo stress, abbiano delle basi biologiche, si possano studiare, non siano risovibili senza tenerne conto, perchè derivano da come è strutturato il sistema nervoso e ormonale.

    Riportare come  comunque questi fenomeni possano essere, in parte ed in certi contesti chiaramente non in tutti,  controllabili cambiando atteggiamento e ambiente. O assumendo psicofarmaci. O guardando i gatti.

     

     

  10. Stempero il clima ricordando una lettura che, tempo fa, mi ha fatto scoppiare a ridere da solo in metropolitana (e tutti mi hanno guardato come fossi matto), cioè il capitolo "Bisy Backson" (nella versione italiana Trorno Busito, storpiatura di Torno Subito), di uno di più divertenti e, a modo suo istruttivi, libri che abbia mai letto: The Tao of Pooh (ed. it. Il Tao di Winnie Pooh).  Nel capitolo si tratteggia e si sbeffeggia  la tendenza, ai quei tempi  presente quasi solo negli USA, di superlavorare, superoccuparsi, superdivertirsi senza mai un attimo di requie. 

    Ahimè, nel libro si citavano alcune situazioni anche europee (es. il caffè/bistrot francese vs il carretto degli hot dog USA) come esempio virtuoso di slow time, ora l'infezione ci ha raggiunto :( .

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  11. Rifuggo dalla tentazione, in me innata, di andare sul personale, cosa che credo non sia nello scopo di questo editoriale ;)  mi limito solo a dire che amo, profondamente, il mio lavoro, ma non me ne faccio comunque sopraffare, nè vivo per lavorare, anche perchè  almeno metà del mio lavoro è  comunque una passione (l'altra metà, quella che non mi piace, sono per lo più conflitti con stolide burocrazie e simili).

    Quello che voglio sottolineare è  che concordo assolutamente su quanto scrivi tu (anche sociologicamente)  e aggiunge Massimo, il superlavoro come status symbol è un'emerita XXXX.  E la distruzione delle classe media una tragedia. La famosa trasformazione della curva statistica della ricchezza da campana a bicchiere di champagne... mi atterrisce.

    Lasciando la sociologia e la politica e tornando al superlavoro, chiaramente ci sono dei distinguo è c'è chi è costretto al superlavoro da motivi reali, ma questi in genere non se ne vantano affatto, lo soffrono e basta. 

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  12. 11 minuti fa, Tanker ha scritto:

    non avrei mai detto che trovavi Martin Pescatore ed Aironi nel centro di Milano, complimenti per la prontezza nello scattare. è un segno che la natura si riprende i suoi spazi? se non ricordo male c'era un progetto di riaprire i navigli che furono interrati diversi decenni fa o sbaglio?

    Grazie del passaggio, non so da quanto manchi da Milano, per cui forse lo sai già, ma hanno "ripulito" almeno un po' il Naviglio Grande e rifatto la Darsena. Quelli interrati sono rimasti tali.  Se la natura riprende i suoi spazi? Speriamo. Direi che i Navigli nel complesso sono un po' meno sporchi.

     

    4 minuti fa, Gabriele Castelli ha scritto:

    L'incontro con la signora in bicicletta è stato davvero fortunato.

    Io non me ne intendo, è così raro vedere un martin pescatore in città ?

    Grazie anche a te del commento. Eh, sull'essere raro o meno, dipende dalla città e da quanto è inquinato  il corso d'acqua :) .  Fondamentale anche avere le sponde di sabbia o di terra, altrimenti non può nidificare.

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  13. Prevedo intasamenti lungo il viale comesichiama che passa lì sotto :) 

    Detto questo è una bella serie, anche a me piace soprattutto la sequenza sul balcone. Ma sono fantastiche per spontaneità ed allegria anche le "istantanee" con te e quella con Ross che le mette le catenine ai piedi è divertente, intrigante, con quella punta di malizia casalinga (alla Laura Antonelli, per intenderci) che da' sapore al tutto.

    Complimenti a tutti e tre.

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