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Mostra il contenuto con la massima reputazione di 30/01/2024 in tutte le aree

  1. Due anni fa, di questi tempi, mi veniva consegnata la mia Nikon Z9. Abbiamo parlato molto di questa macchina, tantissimi articoli la ritraggono con questo o quell'altro obiettivo. L'ho anche prestata per una gitarella tra le nevi norvegesi ad un redattore di Nikonland. E dimostrata in svariate occasione. Ma non è per questo che ne parlo ancora. Casualmente, in questi giorni la Nikon Z9 matricola 5042 ha superato il milione di scatti. per la precisione, pochi minuti fa, Mauro Maratta ha premuto per l'ennesima volta il pulsante di scatto della Z9 e il contascatti della macchina ha registrato che è stato salvato il file n. 1.007.179 Non credo che sia un record. In fondo sono solamente circa 10.000 scatti a settimana. Un professionista che segue un paio di discipline agonistiche ne fa di più. L'amico Fornasetti a suo tempo superava i 500.000 con D3 e D4 prima di far cambiare l'otturatore, fotografando rugby, football e hockey. Ma forse per un fotoamatore che gioca solamente con la sua fotocamera è un bel traguardo. Ho avuto in passato molte ammiraglie Nikon, dalla F5 alla D5. Tolta la prima D3 che è arrivata a 190.000 scatti, le altre non hanno superato gli 80/90.000 Eppure ho sempre fotografato sport a raffica. Persino con la D3x ! Questa Z9 ha visto polvere del motocross, l'asfalto rovente e gradoni infuocati in autodromo dove si anche inzuppata come me e il 100-400. Ha scattato ad ogni tipo di raffica, con ogni formato di file. Ha registrato sulle mie schede CFexpress molti terabyte di informazioni. Eppure se la guardiamo, eccola qui, non l'ho nemmeno spolverata : le "gomme" sono in ordine, senza cedimenti, allentamenti, scollature i pulsanti sono tutti in ordine. Forse quello di accensione mostra un minimo di indurimento nella rotazione lo sportellino del vano memorie - era il mio timore - è ancora al suo posto. Forse si è allentato un pochino, rendendo così più agevole la sua apertura ... il sensore è stato sempre protetto dalla "saracinesca" che vedete in bella vista nella foto qui sopra, che è in condizioni apparentemente intonse certo la baionetta qualche segno ce l'ha ma si sono susseguiti obiettivi su obiettivi ma soprattutto, la batteria originale EN-EL18d, a parte la richiesta automatica di 3-4 cicli di calibrazione, nonostante sia stata ricaricata ennesime volte, mostra ancora 0 usura. per il resto, una pulitina approfondita e nessuno potrebbe dire che ha due anni e un milione di scatti all'attivo. Non ha un segno. Potere delle potenzialità del suo autofocus che si adatta perfettamente al mio stile attuale. Con la D850 e la D5 ho raggiunto il limite che erano le fotocamere a non assecondarmi, tanto che la D850 la usavo spessissimo in live-view su treppiedi con parecchio scorno. Ma con l'autofocus della Z9 la mia confidenza è tale che scatto senza timore che le foto non siano a fuoco. Così mi concentro su tutto il resto, principalmente ... sul fotografare. Che è quello che mi piace fare con questa macchina. Il suo mix di caratteristiche mi è congeniale. La risoluzione è elevata ma non esagerata. Il formato file, compresso con i nuovi algoritmi TicoRAW - ha un peso ridotto tale che tutti questi scatti non mi costringono a comprare un hard-disk nuovo al mese (ma uno l'anno si ... io faccio fatica a selezionare e a cancellare foto. Perché sono quasi tutte ottime !). L'ergonomia è la migliore tra tutte le ammiraglie Nikon che ho avuto. Sta in mano come un guanto, non stanca. Non pesa. Il vantaggio di un corpo più leggero della classica reflex D5/D6 e obiettivi altrettanto più leggeri è impagabile. L'assenza di parti meccaniche soggette ad usura elevata, come l'otturatore (per tacere di specchio e sistema di autofocus separato), fa si che non debba pensare troppo allo scatto in più. Cosa che faccio invece con la Zf quando sono "costretto" a scattare con l'otturatore meccanico. Anzi, devo ammettere che sempre più spesso finisco per non sopportare più il rumore dello scatto anche se è solo simulato. E lo tolgo. Sempre quando fotografo sul campo, e spesso in studio con il consenso delle modelle. Anche loro sempre più abituate a posare come se si girasse un video, anziché imbalsamarsi tra una posa e un'altra. io ricarico sempre la Z9 via porta USB-C e quella protezione di gomma è molto sollecitata. Mostra qualche minimo segno di usura ma non più di tanto. Per il resto, la vedete anche voi, brilla e luccica. E non l'ho nemmeno spolverata. Nella foto di apertura la sua sorellina Z8 con il battery-grip le copre le spalle. E' quello che farà nei prossimi giorni perchè la Z9 domani parte per Moncalieri verso LTR. Dove farà - se lo merita - un checkup il più approfondito possibile per verificare che quello che si può usurare sia in ordine (baionetta, tiraggio, planeità del bocchettone, del sensore, dello stabilizzatore; lo stabilizzatore stesso) e per le verifiche e "tarature" di rito, oltre ad una pulizia professionale che io non saprei fare. Ma in questa occasione ci tenevo a fare un punto nave sulle impressioni d'uso e sullo stato dell'arte della Z9, che da quando l'ho ricevuta, è passata dal firmware 1.0 al 4.1 (e qualcuno vocifera che non passeranno anni prima di vedere una versione ulteriormente perfezionata). Dell'autofocus dicevo prima. Al di là del riconoscimento degli oggetti e dei loro occhi (o ruote o eliche, se ne hanno), c'è la capacità di tracciarli anche al di là di ostruzioni. Come faccio io con le auto che escono dalla corsia box e sono inevitabilmente dietro ad una spessa rete. La macchina le aggancia in automatico e poi le segue. E non è raro avere una sequenza, magari in panning a 1/30'' di 40-50 scatti tutti utilizzabili. Con le modelle è un gioco da ragazzi. Per sbagliare una foto bisogna puntare la macchina verso il pavimento ! Ci sono aspetti che, appunto via firmware, potranno essere ancora affinati. Ma ho come l'impressione che siamo arrivati al culmine delle capacità del processore Expeed 7 che, dopo il sensore stacked e l'assenza dell'otturatore meccanico, è il vero responsabile delle prestazioni meravigliose della Z9. Tra la versione 1.0 e la 4.1, non posso documentarlo, ma io ho riscontrato un aumento del consumo. Che ovviamente si estrinseca in maggiore dissipazione di calore. Fenomeno che la ferramenta del corpo della Z9 e tutta la sua superficie radiante permette tranquillamente di smaltire senza un cedimento durante l'uso. Non è raro per me arrivare a superare i 50.000 scatti in una sessione sola in autodromo, e anche sotto al sole, non ho mai avuto inceppamenti. Se c'è un punto che vorrei fosse migliorato, se possibile, è ancora la fase di aggancio. Che, in automatico, sulle prima mostra qualche tentennamento. Una volta preso poi non si perde più, ma all'inizio è facile che non ci azzecchi. Su sfondi impegnativi le cose sono molto migliorate ma forse anche qui si potrebbe fare qualche cosa per affinare il processo in tempo reale. Per il resto non ho lamentele da fare. Anzi, se non è questa la macchina perfetta per me, in questo momento, non saprei che altro considerare. Lo prova il mio contascatti e il fatto che solo con questa macchina io mi sia sentito di avventurarmi a fare cose che non avevo mai fatto. Prima tra tutte scattare sistematicamente sempre a tutta apertura con "lame" come gli obiettivi f/1.2 o il meraviglioso 135/1.8 Plena che è un oggetto impegnativo sul piano della precisione di fuoco. Per non parlare del video. O del prendere al volo cose che volano in modo casuale. Ma non ci sono limiti alla fantasia. E se abbiamo adesso macchine meravigliose che fanno milioni di scatti senza usura (mi aspetto che la mia Z9 nei prossimi anni arrivi a duplicare o addirittura a quadruplicare il suo contascatti) sono oramai da considerare dei veri e propri elaboratori elettronici. Se sul piano ergonomico e meccanico, in una nuova versione non cambierei tantissimo (mi piacerebbe che la torretta di sinistra fosse ribassata come quella della Z8 e che dalla Z8 fosse ereditato anche lo sportellino del vano memorie, mi piace di più), forse solo il display posteriore che è robusto certo ma quello della Zf mi consente di fare tante cose di più. Invece sul piano elettronico e sul sensore vorrei delle vere novità. Che passerebbero per un processore più veloce, molto più veloce ma anche in un sensore più veloce. Con un tempo sincro almeno dimezzato (l'ideale sarebbe da 1/1000''). E con una sensibilità raddoppiata. Mi perdoneranno quelli che usano la Z9 per fare paesaggio, macro o still-life. Ovviamente si possono fare ma per me è come mettere una portaerei in un laghetto di montagna e sperare che possa manovrare ... Per questo se la risoluzione è il massimo che vorrei (ma potrei anche contentarmi di meno in cambio di altri vantaggi), la sensibilità mi piacerebbe che fosse superiore. I 64 ISO sono per i miei usi totalmente inutili. Se il Base stesse a 125 ISO e il Dual Gain stesse a 1000 ISO sarebbe di gran lunga meglio. Ovviamente con lo stesso rumore attuale (a 64 e 500 ISO rispettivamente) e la stessa dinamica. Non scambierei mai la mia Z9 con D5 e D6. Non più ... per quanto abbia apprezzato ed amato quelle macchine, il loro sensore per me era il loro limite, tanto che le usavo veramente pochissimo al di fuori dello sport. Questo mi convincerebbe ad accoppiare la mia Z9 con quella macchina. Che si possa chiamare Z9 II o Zh poco importa. Sul quando anche in questo caso, poco importa. Ma speriamo non troppo più in la negli anni. Altrimenti, anche senza usura, la mia Z9 vedrà milioni di scatti. POVERINA ! Post Scrittum per negozianti e fotografi vecchia scuola. La mia Z9 ha un milione di scatti ma la sua batteria è ancora integra con zero usura. Ma davvero la valutereste per il numero di scatti se io volessi - non sarà mai - cedervela ? Oppure da cosa ricavereste un prezzo corrente per l'usato ?
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  2. Piccola premessa... utilizzo i flash tipo speedlite veramente molto di rado e, in quanto nikonista da sempre, tutto quello che non iniziava con "SB" per me era inesistente. Questa cosa però ha iniziato a fare a cazzotti con il fatto che sono un amante della tecnologia, delle novità, delle cose un po' sfiziose e i miei due SB-900 insieme all'SU-800 con i loro 10 e passa anni sulle spalle dimostravano tutta la loro età. Un upgrade in casa Nikon l'ho scartato perché l'SB-5000, pur ottimo, non ha niente di particolarmente sfizioso da offrire. Quindi mi sono fatto un po' di violenza ed ho iniziato a guardarmi in giro. I Godox, pur ottimi, hanno ancora interfacce tipo i Nikon, con menù tristanzuoli e macchinosi; i Neewer mi hanno sempre lasciato un po' perplesso e la rimanenza delle cinesate non le ho prese in considerazione. Mi sono imbattuto in Westcott che non conoscevo, ma si promuovono come azienda americana che lavora a fianco dei fotografi ecc ecc e le recensioni sui vari social non sono male. E sono interessanti dal punto di vista del design, con display touchscreen e tecnicamente (sulla carta) validi. Anche il trigger non sembra male, in grado di pilotare anche i vari flash da studio che la casa propone. Il prezzo di flash (FJ-80 II M) e di trigger (FJ-X3) è pari a 356 euro sul loro sito ma... purtroppo calcolando spedizione e tassa doganale si passano i 560 euro. Mi sembra troppo. Continuo a cercare e su eBay noto questo Jinbei (HD2 MAX) che a guardarlo bene... beh è il Westcott in tutto e per tutto. Anche il trigger (TR-Q7II) è identico così come la grafica del display. Anche le specifiche e tutte le funzioni sono le stesse. Il prezzo da un venditore serio che conosco, con un minimo di trattativa scende a 330 euro (flash, trigger, spedizione e tasse). Beh, ci provo e lo prendo. Oggi, dopo 10 giorni è arrivato! È il modello compatibile con Nikon, Canon, Pentax, Fuji ecc ma non con Sony che invece richiede un adattatore. Carico le batterie e per primo provo il flash... beh, niente da dire, proprio quello che cercavo, performante, esteticamente piacevole, assolutamente intuitivo (in 2 secondi lo imposto senza dover nemmeno guardare le istruzioni). Idem per il trigger che tramite bluetooth si collega ad una app sullo smartphone permettendo di configurarlo rapidamente. L'unica cosa è che non riesco a farli dialogare. Pur avendo impostato gli stessi canali/gruppi sembrano due cose non compatibili. Provo ad aggiornare il firmware (la procedura è semplicissima, basta collegare il flash/trigger al Mac che lo vede come unità rimovibile, ci si copia il .bin, lo si accende e il gioco è fatto. Però non cambia niente. Provo a cercare su internet, magari c'è una procedura che ho saltato ma le poche info mi dicono che tutto è corretto. Un po' sconsolato metto tutto da parte per riprovarci in serata ma mi viene un'idea... Westcott! Vado sul loro sito e decido di fare un tentativo, mi scarico il loro firmware per entrambi, li installo e... funziona! Con le stesse impostazioni di prima flash e trigger si parlano alla perfezione e, dopo aver scaricato l'app di Westcott anche il collegamento con lo smartphone va che è una meraviglia, il tutto condito da una grafica un poco più curata. Indago un po' di più e scopro che tutta la linea dei prodotti Westcott non è altro che Jimbei rimarchiata inclusi tutti i flash da studio. E così tutta l'americanità sbandierata va a farsi benedire. Per quanto riguarda l'utilizzo, beh, niente da dire ma ho fatto solo pochi scatti. La potenza comunque c'è (80w dichiarati) e il TTL sembra dialogare bene con la Z8 dosando la luce dove c'è più o meno bisogno, gestisce bene i 20 fps e il sync speed arriva a 1/8000 di secondo. Il flash ha anche una lampada "model" integrata, da valutare se può aiutare nei video. Metto qualche foto e mi riservo in futuro qualche update.
    6 punti
  3. Nuovo Viltrox 20mm f/2.8 per Nikon Z disponibile dal 31/1/2024 SnapTwitter_lMJ9xhV-nRcmMvcV.m3u8_container=cmaf.mp4 full frame, autofocus, 158 dollari 158 grammi porta USB-C per aggiornamenti firmware
    5 punti
  4. Ogni anno, per la giornata di Sant'Antonio il 16-17-18 gennaio o per quella di San Sebastiano il 20 gennaio si svolgono delle feste, in varie località, con l'accensione di grandi falò, che spesso coincidono con l'apertura del Carnevale. Avevo sempre desiderato vederne una ma per un motivo o per l'altro non lo avevo mai fatto...quest'anno, complice il fatto che si svolgesse di sabato, siamo stati a Sadali il 20 gennaio, col camper, in maniera da poter poi rimanere a dormire lì. Le temperature previste erano alquanto rigide, perlomeno per quelle alle quali siamo abituati noi sardi, durante la festa eravamo di poco sopra lo zero ma il fuoco scaldava tantissimo; durante la notte la temperatura è scesa sottozero ma eravamo ben attrezzati... Sadali è un paesino di neppure mille abitanti ma ha un centro storico molto grazioso, ricco di fontane e c'è persino una cascata all'interno del paese, la cascata di San Valentino Oltre ai falo' ci sono durante la festa delle maschere, una qui raffigurata, "S'Urtzu e Su Pimpirimponi" : Dal pomeriggio, iniziano i preparativi: Viene preparata una grande pira nella piazzetta tra la chiesa e il Municipio, con grande abbondanza di legna... L'area camper al tramonto Dopo il tramonto la piazzetta inizia ad animarsi Sara' stata la Z8 appesa al collo o la mia capacità nel propormi...sono riuscito a entrare nel Municipio e affacciarmi da una finestra al primo piano, per fotografare l'accensione del falo' principale: all'inizio tanto fumo.... poi la fiamma ha divampato sempre meglio e con essa le scintille, che grazie ai tempi di posa impostati, tra 1/15 e 1/4 di secondo a mano libera, hanno permesso di ottenere degli effetti gradevoli Fortunatamente non è successo nulla, visto il rischio con la folla praticamente attaccata al fuoco, a parte qualche giacca bucata... Sceso dalla postazione privilegiata, ho fatto altri scatti dal basso: poi sono arrivate le maschere E' stata una cosa bella, mi è piaciuta molto...fotograficamente, ho apprezzato moltissimo il 20mm f1,8S, con cui ho fatto le foto dei falò, e anche il 24-70 f4S con cui ho fatto le foto di pomeriggio con la luce. Forse avrei dovuto portarmi un flash da usare, regolato in modo da non modificare l'atmosfera, per qualche primo piano alle maschere. La Z8 si conferma eccellente, anche per quanto riguarda la resa agli Iso elevati. Forse mi sono dilungato un pò, spero di non avervi annoiato.
    3 punti
  5. 16 Aspettando 27 gennaio 2024 al mio paese Z9 40 f2
    3 punti
  6. il test in stile Quattroruote parte il primo giorno di utilizzo di un attrezzo, quindi non si può fare se non preventivato. Ma anche questi elementi, bloccaggi, pulizia e loro ridondanza, rispetto altri corpi che sono stati in tuo possesso vanno dichiarati per completezza. E detto come hai fatto, aggiungono prestigio invece che lasciare il dubbio...
    2 punti
  7. Mai pulito il sensore le volte in cui ho intravisto scarafaggi, ho ovviato con un paio di pulizie automatiche. La batteria ha richiesto tre volte la calibrazione. La prima tornata dalla Norvegia, le altre due verso fine estate. Blocchi ne ho avuto svariati ma non saprei documentarli. Risolti o spegnendo la macchina oppure spegnendo e togliendo anche la batteria. Per riavviare senza problemi. Ma questo - almeno a me - è capitato con quasi tutte le mie Nikon digitali in momenti di particolare impiego in condizioni limite. Che poi è l'altro motivo per cui io utilizzo esclusivamente Nikon. Il test stile Quattroruote non si potrebbe proprio fare perché manutenzione, fino ad oggi, la mia Z9 non ne ha richiesta. Oggi parte per LTR, vi riferirò il responso e le lavorazioni necessarie.
    2 punti
  8. 21 "Crocus" Nikon Z9, 400 f.4,5 + tc 1,4 Z a mano libera. foto del 27.01.2024
    2 punti
  9. 3 3.1 3.2 3.3 Salita al Forcellino 21 gennaio '24
    2 punti
  10. Come ogni anno, è arrivato il Carnevale ed io andrò a fotografare Venezia e le maschere all'alba o forse vado a ricaricarmi, a rigenerarmi per affrontare il nuovo anno con entusiasmo perché per me la bellezza di Venezia all'alba mi rilassa, mi fa stare bene. La sindrome di Stendhal mi ha contagiato. Io sarò in riva degli Schiavoni, davanti palazzo Ducale, ogni mattina dalle 6 alle 8 dal 3 al 10 febbraio. Se qualche Nikonlander è nei dintorni e ha voglia di raggiungermi è il benvenuto. Sabato e domenica verrà con me anche @Alessandro Pisano e domenica si aggiungerà anche @Giuseppe Paglia e rimarremo più a lungo. Non serve informarmi con largo anticipo, è sufficiente la sera precedente. Vi aspetto.
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  11. In un paese di poco più di 20 anime si racconta che un'anima non abbia ancora trovato pace: leggenda o verità? Il contesto storico è noto e reale: nel 1300 in Romagna dominava la famiglia Malatesta i cui domini dal 1295 al 1528 si estendevano principalmente nel territorio di Rimini e provincia, fino ad arrivare, nel periodo di massima influenza, ai castelli settentrionali di San Marino, alla provincia di Pesaro e parte di quelle di Ancona, di Forlì, di Cesena e di Ravenna. Attorno alla metà del 1300 signore di Montebello di Torriana era Ugolinuccio (o Uguccione) Malatesta. Si dice che questi ebbe dalla moglie Costanza una figlia, Guendalina, con una caratteristica particolare: era albina. La piccola aveva i capelli candidi come la neve, la carnagione color latte e gli occhi verdi (o azzurri) che sembrano brillare nella notte e, nel medioevo, epoca di superstizioni in cui si diffuse la caccia alle streghe e la paura del demonio, l’albinismo era visto con sospetto e paura. Gli albini venivano considerati figli del demonio e, se di sesso femminile, streghe capaci di qualsiasi sortilegio. "...Anno dopo anno, i colori di quel mondo e di quella storia iniziarono a spegnersi. I ricordi divennero polvere nella mente dei posteri ed il tempo ne approfittò per continuare indisturbato il suo corso. Passò un secolo. Montebello cambiò i propri signori regnanti. I nuovi castellani vennero a conoscenza,dalle voci dei più anziani, di una vecchissima leggenda legata alla rocca. Parlava di una strana bimba dalla pelle pallida ed i capelli azzurri. Durante certi giorni, all'imbrunire, un flebile lamento sembrava provenire dal nevaio. Era appena percettibile e bisognava essere molto attenti per udirlo. Passò quasi un altro secolo e tutti, proprio tutti si dimenticarono di Deline. La sua vicenda pareva essere definitivamente sepolta nel passato. Poi, un giorno, uno strano giorno, incominciarono improvvise le apparizioni..." Sono passati tre secoli dai fatti di cui si narra alla prima stesura scritta, ad opera di un parroco della zona... e la storia si perde nella leggenda: Il nomignolo deriva dal fatto che per coprire il colore candido dei capelli, al fine di proteggerla, la madre li tingesse con pigmenti di natura vegetale che, anche a causa della loro scarsa capacità di trattenere la colorazione, davano alla capigliatura della bambina un riflesso azzurrognolo. Come spesso accade, passando di bocca in bocca i fatti vengono alterati, abbelliti, perdendo in tutto o in parte la corrispondenza con la verità storica, un po’ come succede ne ‘telefono senza fili’ dei bambini dove 10 di loro si mettono uno di fianco all’altro, una frase viene sussurrata dal primo all’orecchio del secondo e così via fino all’ultimo. All’ultimo la frase non giungerà fedele all’originale, ma subendo un'arbitraria modificazione. Secondo la leggenda il 21 giugno del 1375, nel giorno del solstizio d'estate, mentre il padre era lontano impegnato in una guerra, Azzurrina giocava nel castello con una palla di stracci, cosa normale in quel tempo, mentre fuori infuriava un temporale. Era vigilata da due armigeri di nome Domenico e Ruggero. Secondo il resoconto delle guardie la bambina inseguì la palla caduta all'interno della nevaia sotterranea. Avendo udito un urlo le guardie accorsero nel locale entrando dall'unico ingresso ma non trovarono traccia né della bambina né della palla. Nei giorni seguenti, il castello, le campagne e l’intero borgo, vennero setacciati nella disperata ricerca della bambina. Il suo corpo, però, non venne mai più ritrovato. Da quel giorno di giugno, secondo la leggenda, ogni 5 anni, nella notte del solstizio d’estate, nel castello di Montebello ritorna il fantasma di Azzurrina. La si sentirebbe ridere, parlare o piangere. Su quella che è stata veramente poi la sorte di questa creatura ci sono versioni diverse tra loro che concordano solo nel finale. Nel 1989 il castello, inserito quello stesso anno tra i monumenti nazionali italiani, riapre i battenti dopo essere stato ristrutturato dagli attuali proprietari con lo scopo di creare un museo aperto al pubblico con visite guidate. Da lì a un anno la leggenda diventa di dominio pubblico, tanto da attirare, oltre a numerosi cuoriosi, anche studiosi e troupe televisive. Durante i lavori di ristrutturazione, che hanno interessato anche le cantine, sono stati trovati molti cunicoli, alcuni dei quali portavano ad accessi chiusi nel corso dei secoli precedenti, per evitare intrusioni nel castello. Tutte le porte murate vennero riaperte, ridando la possibilità di accedere a quelle stanze. Tutte tranne una. Ci si accorse, durante la ristrutturazione, che una stanza non era più accessibile e chi ne murò l’accesso lo fece in modo che, se fosse stato violato, la stabilità dell’intero edificio sarebbe stata compromessa. Numerose ricerche sono state fatte da parapsicologi col fine di catturare, mediante registratori audio ad attivazione sonora, i rumori all'interno del castello chiuso ed isolato, prodotti dal presunto fantasma. Le registrazioni, che vengono normalmente fatte sentire ai visitatori al termine della visita guidata, finora non hanno portato a nessun risultato concreto ma hanno registrato suoni che, a prescindere dalla leggenda, non hanno ancora una spiegazione sull’origine. Varie registrazioni sono state effettuate anche dalla Rai e dall’università di Bologna. In esse vi si sentirebbe una voce di bambina piangere sommessamente in mezzo ai rumori di un temporale. Nel 1995 e nel 2000 si sarebbe riuscita a captare più chiaramente la voce di Azzurrina che, in una delle due occasioni, avrebbe pronunciato, in mezzo al suono delle campane, la parola “mamma”. Diverse ipotesi sono state fatte su cosa potrebbe essere successo in realtà: secondo una prima versione, data da una medium che si sarebbe messa in contatto con lo spirito della bambina, si sarebbe trattato di un incidente , la bambina sarebbe morta sul colpo cadendo dalle scale. Le guardie, temendo l’ira del padre, l’avrebbero sepolta da qualche parte in giardino e alla madre avrebbero raccontato della misteriosa sparizione della piccola. A nulla sarebbero valse le loro scuse dato che il padre, una volta rientrato, preso dall’ira e ritenendoli comunque resposabili, li avrebbe fatti mettere a morte. Una seconda ipotesi darebbe proprio il padre della bambina come responsabile del fatto in quanto, non potendo nascondere l’anomalia della figlia, avrebbe preferito farla uccidere e, dopo averla fatta murare in qualche segreta dei sotterranei, avrebbe raccontato, soprattutto alla moglie, della misteriosa scomparsa. Qualcuno si spinge anche oltre nei dettagli di quello che sarebbe accaduto: Ugolinuccio Malatesta, stanco di nascondere la piccola e colto da un attacco di follia omicida, una notte del 1470 avrebbe strangolato Azzurrina gettandone poi il corpicino ancora agonizzante in una fossa comune piena di punte affilate, ricoprendola con della calce bianca, per evitare il disperdersi dell'esalazioni corporee. Una terza ipotesi vorrebbe le guardie artefici dell’omicidio, a causa della superstizione dilagante dell’epoca. Anche in questo caso i due sarebbero stati messi a morte dal signore del castello. In mezzo a tutte queste ipotesi non abbiamo nemmeno la certezza del nome della bimba. Secondo lo storico Marco Filippi, stando a quanto dichiarato dalla sensitiva Marina Dionisi, è probabile che il nome non fosse Guendalina, entrato in uso in Italia solo agli inizi del 1800, ma Adelina. Questo nome si avvicinerebbe maggiormente al titolo dell’unico presunto documento sulla storia di Azzurrina: “Mons Belli et Deline”. “Deline”, tradotta dal latino all’italiano, corrisponde al nome di “Adelina” e non di “Guendalina”. Il castello, essendo di proprietà di privati non è fotografabile all’interno ma solo esternamente. Qui trovate Gli altri articoli del mio blog. Al prossimo articolo! ciao!
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  12. Una manifestazione tradizionale stupenda! Grazie dell'ottimo reportage.
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  13. Diciamo, che se vogliamo approfondire la questione, la batteria del Godox dichiara una tensione piu' vicina a quella nominale delle celle a Litio, in quanto evidentemente e' composta da 2 celle da 3,6V, mentre quella dichiarata dal Jinbei e' leggermente più "fantasiosa" in quanto la batteria evidentemente e' composta da 3 celle da 3,6V che danno un totale nominale di 10,8V e non di 11.1V ..... E' pur vero pero' che la tensione "nominale" e' un valore che ci dice ben poco, infatti le celle al litio quando sono completamente cariche misurano poco meno di 4,4V, mentre quando misurano 3,4-3,5V sono praticamente scariche.....
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  14. In partenza da Bordeaux. Con uno sconto straordinario del 20% come negarsi un capriccetto da 24 kg ? Audio-Gd R27 HE all-in-one R2R con alimentazione rigenerativa incorporata e isolamento galvanico a livello della DL24HE. 12.5 Watt su 32 Ohm.
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  15. 29 Prima del Tramonto Zf con Tamron 35-150 2-2.8 a 83 mm
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  16. 23 Helleborus viridis, Elleboro verde. Nikon Z8 Nikon 105 MC S. f.3, 1/150 sec., ISO 280, stacking . 28.01.2024
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  17. "Io ci ho fotografato anche Bianca Balti e Irina Shayk" ammetto di averla comprata dopo aver provato il kittone experience con la valigetta diplomatica: l'offerta era vantaggiosissima ed avevo così la macchina, due ottiche e un FTZ aggiuntivo. Oltre alla valigetta Nikon Z, spettacolosa. Poi l'ho usato con profitto in tante circostanze, inventandomi una sfilata di moda in Piazza del Liberty a Milano, con l'85/1.8 S, obiettivo non propriamente pensato da Nikon per una Z sbarazzina come la 50. questi sono jpg originali con Picture Control su B&W Nikon. La grana l'ho aggiunta ... per scena ! La Z50 ha il suo punto forte nel suo sensorone. Che sarà vecchio e poco denso ma regge benissimo il mercato contro tutti. la sua gamma dinamica se la gioca con le ammiraglie Nikon del passato ma anche con tante fotocamere di altri marchi di oggi. Il fatto è che siamo incontentabili. Ma soprattutto, con l'uscita di Z9, Z8 e anche Zf e il loro autofocus potenziato dall'Expeed 7, pretendiamo da tutte le Nikon Z quel livello di prestazioni anche quando non ci serve. E allora perché l'ho venduta ? Perchè, anche se ci ho fotografato pure le "donne nude", è una fotocamera che non mi piace. Le ho preferito la Zfc che è più scomoda ma è la sorella bella. Tanto che ne ho collezionate tre di tre colori diversi. Ma in fondo è la stessa macchina, diversa nell'ergonomia e nei comandi. Il limite definitivo è l'assenza dello stabilizzatore sul sensore, la presina mini USB per cui io in casa non ho cavetti e l'impossibilità di ricaricarla velocemente senza cercare un caricabatterie. (E per me lo stile dei comandi con la torretta che prevede Effetti, Automatismi ed altre diavolerie che non frequento). Personalmente sono convinto che nel 2024, dopo 5 anni di vita, sia l'ora per una Z50 II aggiornata. E anche di qualche altro obiettivo DX, possibilmente fisso, compatto e luminoso. Come e più del 24/1.7 DX. PRO Macchina completa con cui si può fare di tutto tranne pretendere di seguire un'auto o un aereo veloci in tempo reale (c'è l'effetto moviola tipico dell'Expeed 6) Il flash incorporato un pò mi manca nelle mie Zfc obiettivi zoom di qualità insospettabile CONTRO impostazione dei comandi cui non mi sono mai adattato (sin dalle reflex) comandi parzialmente touch sul posteriore presa mini USB la EN-EL25 è una batteria "stupida" che ti pianta in asso senza troppi preavvisi mancanza dello stabilizzatore sul sensore carenza di fissi luminosi compatti ma buoni mancanza di ... fascino scarsa attenzione di Nikon in termini di aggiornamenti firmware con funzionalità specifiche mentre Zfc e Z30 sono nate più evolute pur condividendo la stessa piattaforma hardware Ma a guerra finita, dipende da voi, se avete manico, anche con la Z50 si fanno foto come questa impiegando obiettivi superprofessionali con una macchina pensata per usi disimpegnati : Nikon Z50 e Nikkor Z 70-200/2.8 S @200mm e @f/2.8, luce naturale rinforzata da ombrello parabolico bianco caricato con 400 W di luce LED
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  18. lanciata nel novembre 2019 prima fotocamera Nikon Z con sensore in formato 24x16 (DX nel linguaggio Nikon) eredita lo stesso sensore della Nikon D500 da 20.9 megapixel (effettivi 21.51 megapixel) formato immagine : 5.568 x 3.712 punti ha un mirino elettronico da 0,39 pollici OLED da 2.360.000 punti (XGA) con bilanciamento del colore e controlli automatici e manuali della luminosità a 7 livelli e copertura del 100% del campo inquadrato (ingrandimento 1.02x con obiettivo da 50mm) ha un otturatore meccanico sul piano focale con scorrimento verticale e controllo elettronico; otturatore elettronico sulla prima tendina; otturatore elettronico Velocità dell'otturatore : da 1/4000 a 30 secondi. con incrementi di 1/3 o 1/2 EV, posa B, tempo Velocità di sincronizzazione del flash fino a X=1/200 sec.; si sincronizza con l'otturatore a 1/200 sec. o più lento; Supporta la sincronizzazione automatica FP ad alta velocità Massima velocità di scatto continuo alla massima risoluzione : 11 fotogrammi al secondo Processore Expeed 6 video fino a formato 4K30p Sensibilità ISO da 100 a 51200 Flash incorporato a sollevamento manuale; numero guida : circa 7 display posteriore da 3.2 pollici e 1.000.000 di punti circa, mobile e touch sensore stabilizzato : NO sensore con pulizia automatica : NO porta di comunicazione : mini USB batteria EN-EL25 126mmx94mmx60mm, peso 395 grammi (senza batteria) Scheda di memoria singola di tipo SD la comandiera della Nikon Z50 vista dall'alto. La torretta è a destra e la maggior parte dei comandi è raggiungibile con la mano che impugna la fotocamera. Presentata solo l'anno dopo ma di fatto consanguinea di Z6 e Z7 e della successiva Z5, è la prima Nikon Z in formato ridotto, pensata per diventare punto di accesso del sistema. E' poi successivamente stata riprodotta sostanzialmente in due versioni differenti, quella con aspetto vintage e comandi vecchia scuola (Nikon Zfc) e quella senza mirino proposta per le escursioni e il video (Nikon Z30), ma essenzialmente si tratta della stessa Z50 in due "fragranze" differenti. Nasce attorno all'eccellente sensore da 20 megapixel circa presentato con la Nikon D500 nel 2012 e poi utilizzato anche sulla D7500 e sinora su tutte le Nikon in formato DX. Si tratta di un sensore che non ha molto da invidiare ai coevi sensori, presentando caratteristiche di dinamica simili a quelli della ammiraglia Nikon D4/D4s. Ha raffica adeguata per il tipo di macchina (11 scatti al secondo di massima) ma autofocus di prima generazione, limitato nel tracking. La velocità del processore la vincola nell'esposizione degli scatti in tempo reale nella raffica ad alta velocità, cosa che rende difficile seguire un soggetto in rapida evoluzione. Ma nelle caratteristiche complessive è ben equipaggiata, offerta ad un prezzo interessante, specie nei vari kit, quello con doppia ottica specialmente. E' l'unica Nikon Z ad avere il flash incorporato sul finto-pentaprisma. Si tratta di una unità di buone caratteristiche, comoda nell'uso anche se ovviamente limitata in potenza. Nel progetto è stata inserita, probabilmente per necessità di compattezza, una porta mini-USB, sistema di comunicazione che oramai è desueto. Sebbene le sue caratteristiche complessivamente reggano ancora la prova fotografica, consentendo al suo proprietario di fare ottime fotografie in campo generale, specialmente per impieghi leggeri, disimpegnati, di viaggio, oramai le sue specifiche richiedono un aggiornamento e supponiamo non tarderà ad arrivare presto un modello più evoluto. Oggi consiglieremmo l'acquisto di una Z30 per chi sappia vivere senza il mirino incorporato. Da acquistare nel 2024 solo a fronte di una offerta eccezionale, o sull'usato in liquidazione, specie se in compagnia dei due zoom di corredo da cui non dovrebbe essere mai separata. Il nostro giudizio è positivo tuttavia oggi non é più raccomandabile l'acquisto del nuovo a prezzo pieno. Articoli presenti su Nikonland.it : Nikon Z50 Vlogger Kit: VLOG like a PRO ! (Unboxing) Nikon Z50 : senza pensieri, senza problemi, solo fotografare ! Nikon Z50 : Experience Kit Nikon Z50 superkit: trousse da viaggio ! Nikon Z50 in studio. Esperienza e considerazioni [Attenzione l'articolo contiene nudo esplicito] Nikon Zfc vs Nikon Z50 nel close-up in natura Gianni e la sua Nikon Z50 Nikon Z50 e Nikon Zfc Nikon Z50 doppio kit: unboxing ! Nikon Z50 doppio kit: Denim Camera !
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  19. 22 Gheppio in decollo Domenica 28/01/24 Nikon Z9 e Z800 pf
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  20. 20 "Pivieressa" Nikon Z9, 400 f.4,5 + tc 1,4 Z a mano libera. foto del 21.01.2024
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  21. 19 "Frozen" Narciso Nikon Z9, 24-120 Z a mano libera. foto del 21.01.2024
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  22. 17 Cavalluccio solitario 27 gennaio 2024 al mio paese Z9 40f2
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  23. Siamo lieti di anticipare che il prossimo contest settimanale avrà validità dal 6 febbraio, durerà fino al 13/2 e potranno essere proposte fotografie scattate tra il 1 febbraio e il 13 febbraio. Dal 1/2 al 5/2 si svolgeranno invece le votazioni di questo contest. Buone Foto !
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  24. Ho sorriso parecchio leggendo l'articolo, divertito leggendo il testo e compiaciuto guardando le foto. Soprattutto le prime, pescate dalle tipiche nebbie padane che adoro. Una volta di più si conferma che prima di tutto serve la crapa, poi l'attrezzo. Altro che le connessioni alle radici di 'sta... fotografia.
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  25. 15 "Com'è stare seduta sul coso cilindrico ? " "Teso', è tutta un'altra cosa, te lo giuro ! " Como, 28 gennaio 2024. Nikon Zfc con il Nikkor Z 24/1.7 di Max
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  26. 9 il diapason per accordare la stigghiola ... Zf e Nikkor 180mm f/2,8 ED AiS t/500 f/2.8 iso110
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  27. 8 Visto che i pennuti vanno forte, ed il freddo che faceva domenica mattina, propongo (e ri-propongo)...
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  28. 6 La casa abbandonata D700 - 70-200 f4 21 Gennaio 2024
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  29. 4 a titolo di ... sprone per gli altri che ovviamente stanno riflettendo sullo scatto del secolo da proporre per il contest. Annalisa Nikon Z9 e Nikkor Z 50/1.2 S@f/1.2, luce ambiente con schiarita da SmallRig RC 60B al 20% di potenza (12 watt) Torino, 21 gennaio 2024
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  30. 1 Alba nebbiosa Nikon Zfc con Nikkor Z 24/1.7, 19 gennaio 2024
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  31. Considerando la Nikon D610 oramai superata e la D4s uscita di produzione, le due full-frame Nikon più interessanti restano la D810 e la D750. Chi non ha ancora fatto la sua scelta, sappia che all'orizzonte ci sono sensori di nuova generazione backlit che promettono prestazioni superiori e sistemi di messa a fuoco più avanzati. Ma se qualcuno è in dubbio sulla scelta in questo momento, questo articolo potrebbe ... aggiungerne qualche altro. Una premessa, sono impressioni d'uso del tutto soggettive e partono dal punto di vista di chi è abituato ad usare due corpi nella stessa sessione fotografica in situazioni di forte tensione operativa. Nulla a che vedere con riprese tranquille su treppiedi in live-view o fotografia di street con uno zoom. Abbiamo dedicato già un test alle due più interessanti full-frame Nikon, la D810 e la D750. Pubblichiamo adesso un confronto ... all'americana, dopo una convivenza di un paio di mesi tra le due macchine. Ho deciso di comperare per pura curiosità una D750 appena venduta la Nikon D4. Sui motivi della mia decisione di privarmi della D4 rimando all'articolo (Sul perchè ho messo in vendita la mia Nikon D4 ) del 28 maggio. Sappiate solo che dopo tre anni di uso come corpo d'assalto, le occasioni per lei sono sempre diventate meno. Nel 2015 ho fatto solamente 51 scatti con la D4 contro le decine di migliaia delle altre. La D4 ha un corpo eccezionale, una grandissima affidabilità. E' una macchina seria, realmente professionale. Ma 16 megapixel oggi sono veramente pochi (per me) e il confronto con i file prodotti dalla D800E e dalla D810 nella stessa sessione mi hanno sempre più convinto ad sfruttare sempre più a fondo i 36 megapixel e a trascurare i 16. Oggi persino la Nikon J5 si permette di offrire 20 megapixel di buona qualità. La D4 offre veramente poco in termini di flessibilità di immagini. Sostanzialmente un pizzico di dinamica in più dai 400 ISO in su e una minore deriva sui colori agli alti ISO. Personalmente non credo che oltre i 25.600 ISO si faccia realmente fotografia. Almeno non come la penso io. Ma torniamo alla D750. Normalmente io detesto gli zoom. Preferisco usare due corpi. In ciascuno metto il fisso che mi interessa. Evito di fare cambi d'ottica in corso d'opera. E' sempre motivo di imbarazzo di fronte ad una modella (o di rischio, in ambiente sportivo). Avendo letto giudizi molto lusinghieri sulla D750 ho così pensato di testarla a fondo per vedere se fa al caso mio. Io sono abituato ai corpi professionali o semi-professionali. La mia prima Nikon è stata la fantastica Nikon FA, oltre trenta anni fa. E da allora sono andato in crescendo, non in diminuendo. Purtroppo dopo la D3x Nikon non mi ha offerto una ammiraglia ad alta densità di pixel. E quindi la mia macchina di riferimento è diventata la D810, dopo la triste esperienza con la D800/D800E. La D750 sulla carta offre la stessa risoluzione della D3x in un corpo molto economico. Ha l'Expeed 4, il Picture Control 2.0, l'ultima versione dell'autofocus a 51 punti che è perfino più sensibile di quello della D4s. Tutte cose molto promettenti ! Ecco qui a confronto le due macchine. La Nikon D750 con il battery-grip Meike e una batteria rinforzata da 2.500 mAh. La Nikon D810 con il battery-grip Nikon che contiene una superpotente Nikon EN-EL18a. La D810 è più alta, più spessa, più larga. Pesa di più. E' più solida in mano. Il grip della D750 è rimodellato. Ciò ha consentito di fare un corpo più sottile mantenendo una presa solida. Ergonomicamente si porta bene. Il bilanciamento è adeguato (con il battery-grip) anche con ottiche importanti come il Sigma 180/2.8 OS (un vero colosso !). Le differenze tra le due macchine sono notevoli in tutti i comparti. La disposizione dei comandi è molto diversa. Innanzitutto la Nikon D750 ha la ghiera di controllo superiore a sinistra di derivazione consumer. Questa incorpora le posizione PASM - un retaggio del passato, oggigiorno - e per sovrammercato le inutili selezioni delle modalità auto, scene, effect, no-flash. Diversamente dalla D810 ha le due posizioni utente U1 e U2. Utili ma ... ammetto che me ne sono servito solo con la D7100 e poi mi sono dimenticato della loro esistenza ! Questa ghiera di fatto sposta i comandi fondamentali in altre posizioni. Così il selettore ISO sta sul retro, come il tasto Qual, i tasti sono vicini, attivano il display posteriore (perchè su quello superiore non c'è spazio) e sono multifunzione a seconda del contesto. La modalità esposimetrica sta sotto all'indice destro. Quando nella macchina di fascia alta in quella posizione c'è invece il selettore PASM. Per chi viene da macchine consumer - D90-D7000-D600 - tutto questo è normale. C'è abituato. Ma per chiunque usi una macchina "pro" la memoria digitale fa si che ci si confonda subito e passando da una macchina all'altra le dita fanno cose del tutto incoerenti. Si finisce così per cambiare l'esposimetro quando si vorrebbe passare da Manuale ad Automatico. Oppure si cerca la sensibilità ISO e si commuta per sbaglio la qualità dei file da RAW a JPG, dopo aver pensato : ma dove cavolo sarà il comando ? Ahhhh é sul dorso ! Non parliamo del bilanciamento del bianco che sta insieme al Menù. Disporre i comandi più importanti in tasti multifunzione secondo me sfiora il demenziale. Come lo è stato aver ridotto lo spesso del corpo per poi rimpicciolire anche il display superiore ... ! Nella D750 il marketing Nikon ha preteso il display posteriore mobile. Ammetto che in qualche circostanza è comodo, almeno fotografando in live-view. Peccato che però l'aggiunta sembri successiva. Il risultato, come vedete dalle foto qui sopra è che in un corpo più sottile come questo, il display basculante (che a prima vista mi sembra meno robusto di quello visto sulla Nikon V3 e sulle Olympus) lascia scoperto il fondo del coprioculare. Il coprioculare della D750 è identico a quello della D7200 (qui illustrata nell'ultima foto, la si riconosce perchè è più cicciottella ). Che però in questa è protetto dal quadro comandi posteriore che non è incassato come nella D750. Beh, che c'è di così importante ? C'è che il coprioculare di queste macchine si toglie semplicemente tirando verso l'alto, senza alcuna sicura come nelle D4/D800 dove è a vite e si può svitare solo se si chiude la tendina. Il risultato netto di questa operazione è che il coprioculare salta via ogni volta che metti la macchina in borsa e ti resta in mano ogni volta che prendi la macchina dall'alto. Se te ne accorgi, bene, lo rimetti. Ma in qualsiasi altro caso l'affare nero, di plastica, si perde. Morale ? L'ho incollato con la Loctite. Non si smonterà mai ma almeno non si perde più ! Viste le differenze di ergonomia andiamo alla sostanza, quella che conta ! Come ho scritto, l'elettronica delle due macchine è identica. Il sensore è del tutto simile a quello delle macchine precedenti, magari di uno step successivo. L'autofocus Entrambe hanno l'autofocus a 51 punti dell'ultima generazione e con la modalità a gruppo nella messa a fuoco dinamica. Per la D750 Nikon afferma che è superiore la sensibilità in basse luci (-3EV contro -2EV) ma io nell'uso pratico non mi sono accorto di differenze sostanziali in condizioni di scarsa illuminazione. Nikon ha però fatto una furbata : la matrice dei punti della D750 è leggermente più condensata di quella della D810. Ciò in effetti può consentire una rapidità di esecuzione superiore. Nulla di eclatante - c'è chi dice che la D750 è più affidabile della D4s - ma nell'uso non mi è capitato nemmeno un fuori fuoco in circa 7000 scatti. La D810, che è anni luce più avanzata della D800/D800E, è altrettanto affidabile ma forse impercettibilmente più lenta. Ci vorrebbe un test statistico fatto di grandi numeri per calcolare effettivamente la varianza. Si dovrebbe poi fare la tara tra le tolleranze tra gli esemplari e poi ... boh. Insomma, all'atto pratico siamo li. Due macchine che assicurano il risultato con ogni ottica moderna. L'autofocus per entrambe le macchine è una vera ragione d'acquisto. (per Nikon D600/D610/Df e soprattutto Nikon D800/D800E invece l'autofocus è per me, ragione di vendita, oltre che di frustrazione !). Buffer In situazioni normali nessuna differenza. Ma come potranno testimoniare i due fotografi che erano con me l'ultima volta, provate a dire a tre modelle di girare attorno a se stesse e cominciate a scattare. Facilmente il buffer della D800 e della D750 vi lascerà a piedi ben prima di quello della D810. Che per me è comunque insufficiente se paragonato a quello della D4/D4s. Ma senza dubbi il migliore. Rumore I grafici di Dx0Mark parlano abbastanza chiaro. Lo riscontro nei fatti. La D810 ha un vantaggio a 64 ISO. Poi i rendimenti delle due curve sono quasi coincidenti fino a 6400 ISO quando la D750 guadagna qualche cosa in termini di segnale/disturbo. A sensibilità medie la D750 ha un pò più di dinamica. Ma niente che possa far pensare, questa è meglio di quest'altra. Specie considerando che la D810 da' sempre il 50% di pixel in più. Nikon D810 a 25.600 ISO. Il colore confrontato con le versioni a 6400 e 3200 ISO se ne è andato un pò sul magenta. Meglio non abusare. Ma se si sa cosa fare anche a queste sensibilità si può lavorare : 25.600 ISO 12.800 ISO 6.400 ISO nessun trattamento del rumore se non quello standard di LR CC 2015. Nikon D750 in situazione di scatto, 12.800 ISO con altra luce, stessa sensibilità. situazione più difficile ma ben controllata. 25.600 ISO, backstage dettaglio. Qui ho usato il nuovo Nikkor 300/4E. Non c'era bisogno di questa sensibilità, 1.000 ISO sarebbero bastati. Infatti è raro aver bisogno di queste sensibilità. Chi ne ha bisogno costantemente dovrà interrogarsi sul suo modo di fotografare. Tranne che per attività lui non fotografi il basket nei palazzetti dello sport meno illuminati del mondo ... Convivenza Ho usato queste macchine insieme per due mesi. Entrambe hanno prodotto immagini di livello eccellente, tra le migliori possibili da quando esiste la fotografia in formato 35mm. Ma io sono convinto che ci sia qualche cosa in ogni oggetto fotografico che, al di là delle prestazioni o dei dati di targa, riesce ad ispirare il fotografo e a consentirgli di esprimersi al meglio. Nikon D810 e Zeiss 2/135mm Apo-Sonnar Nikon D810 e Zeiss 2/135mm Apo-Sonnar Nikon D750, Nikkor 300/4E, Godox V860N Nikon D750, Sigma 35/1.4 Art Nikon D810, Nikkor 70-200/2.8 a 135mm Nikon D750, Sigma 35/1.4 Art Si va anche oltre il personale, é una questione di feeling. Se non c'è, si rischia il divorzio. Conclusioni In sequenza non gerarchica. La D750 presenta una figura di rumore leggermente meglio di quella della D810. La D810 è meglio a 64 ISO, la D750 è meglio dai 6400 ISO in su. La D750 produce file da 25 megabyte La D810 produce file da 39 megabyte La D810 costa il 50% di più Il buffer della D810, pur a fronte di file molto più grossi, è decisamente superiore. L'autofocus della D750 è impercettibilmente meglio di quello della D810. E' un pò più di una sensazione e quindi deve essere vero. Per entrambe ci vorrebbe qualche cosa di molto più decisivo. Il dettaglio della D810 in condizioni ideali è visibilmente superiore. In condizioni ordinarie (diaframma aperto, scarsa luce, ottiche ordinarie) le differenze non sono tali da vedersi ad occhio nudo su stampe di dimensioni normali. Ad alti ISO le cose si livellano e la D750 produce file più puliti in stile D4/D4s. Il corpo della D750 è più maneggevole ma a scapito dell'operatività. La D810 ha comandi meglio disposti, ogni comando fa una cosa ben determinata : non c'è il rischio di fare operazioni sbagliate in condizioni limite. Il corpo della D810 è percettibilmente più robusto. La D810 consente di utilizzare le batterie della D4s con autonomia esuberante. Lo scatto della D750 è silenzioso rispetto alle altre macchine. Ma lo scatto della D810 (ammortizzato da un comando elettromagnetico) è silenziosissimo ! La D810 in più dispone della prima tendina elettronica nell'uso con il Live View che smorza ulteriormente le vibrazioni. Il mirino della D810 è superiore. Il display superiore della D810 è più grande e contiene più informazioni. Il display posteriore mobile della D750 può essere comodo. Ma è stato inserito esponendo il coprioculare che così si stacca incidentalmente piuttosto sovente. Ammesso che per una full-frame possa essere una cosa interessante, la D810 in formato DX offre una risoluzione molto valida e una raffica elevata (come la D7100 con un buffer maggiore). Quindi ? Nel complesso mi sono trovato molto bene con le immagini prodotte dalla D750 anche se, conoscendo benissimo la D810, sapevo quando scegliere una e quando l'altra, montando le ottiche che sulle due fotocamere sapevo avrebbero reso meglio. Ma per come sono abituato io, ho bisogno di avere due corpi con i comandi identici perchè nell'uso convulso tendo a sbagliare le operazioni di regolazione, ritardando l'azione o ... facendo disastri se non sto attento. Le doti di maneggevolezza (peso, volume) per me non sono premianti. Lo sarebbe avere un corpo esattamente come quello della D810, un sensore da 24 megapixel, 8 scatti al secondo e un buffer superiore a quello della D810. Tutte cose che la D750 non offre. Che invece offre comandi scombinati, alcune funzioni per me poco utili, prestazioni complessivamente inferiori a quelle della D810. Al solo vantaggio di un prezzo più conveniente che, all'atto pratico, non si rivela vincente. Motivo per cui, pur giudicandola la migliore "macchina unica" Nikon al momento, ho preso al volo l'offerta di Rossano che me l'ha di fatto sequestrata, per vendergliela. Ma lui parte dalla D600 ... e lì i vantaggi sono di tutta evidenza. Facilmente resterò con un corpo solo per i prossimi mesi (anche se è una condizione scomoda per me) perchè una seconda D810 al momento sarebbe un rischio, con la nuova generazione di Nikon alle porte. Vedremo - io spero - un nuovo autofocus, nuovi sensori retroilluminati, lo stato dell'arte delle reflex nei prossimi mesi. Un piccolo sacrificio in termini di operatività sarà probabilmente ben ricompensato dalle prossime offerte Nikon D810, Nikkor 105/2.8VR, flash, 64 ISO
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