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Mostra il contenuto con la massima reputazione di 07/06/2021 in tutte le aree

  1. Oggi siamo tornati in montagna, giro diverso, orario molto molto anticipato. E' andata molto meglio, ma non ci siamo ancora! Quello che cerco è una migliore ambientazione, insomma uno sfondo che racconti meglio. Per chi ha l'occhio attento: si, nelle prime foto eravamo più alti di lui. E quando lo abbiamo visto per la prima volta molto più in alto. Solo che io avevo sulla macchina il 70-300 ed impostazioni da paesaggio, ero convinto che fosse troppo presto. Per cui le foto migliori me le sono mangiate, prima per cambiare lente e poi perché nel marasma non ho impostato tempi abbastanza rapidi da fermarlo. Fortuna che ho, parzialmente, riacceso il cervello quasi subito. Parzialmente: 1/2000 non è affatto un tempo di sicurezza ed ho cestinato immagini migliori di queste perché micromosse. Per chi non sa come funziona questo genere di fotografia dico solo che tra la prima e la terza di queste immagini sono trascorsi 12 secondi (e 41 scatti). E che in totale ho fotografato questo giovane Gipeto per 29 secondi. A fare il rapporto tra KM camminati e scatti della macchina c'è da sentirsi male . In attesa della Z9 sono tornato a far ballare lo specchio della D5. Pesa un sacco ed ha il mirino con la tecnologia del secolo scorso... ma guardarci dentro è bellissimo. E poi, anche senza essere dotata di Intelligenza Artificiale e della capacità di riconoscere l'occhio del mio soggetto, ha fatto il 99% delle immagini a fuoco esattamente dove volevo io. Ma non capite male, la Z9 la voglio lo stesso! D5 su 500/5.6PF 1/2000 f8 ISO 220 D5 su 500/5.6PF 1/2000 f8 ISO 200 D5 su 500/5.6PF 1/2000 f8 ISO 320
    7 punti
  2. Oggi ho voluto provare a fare della foto ravvicinata, anzi della quasi-macro, con la Z6 ed il 24-200mm f4-6.3 su cui ho montato la lente addizionale SIGMA AML 72-01. Come è andata? Leggete e saprete! Ho sempre sostenuto che in assenza di un macro, uno zoom che arrivi a 200mm accoppiato ad una lente addizionale acromatica di buona qualità e non troppo potente, come la SIGMA AML 72-01 (1,8 diottrie) possono dare soddisfazioni a chi non ha obiettivi macro o o non se li è portati dietro per i motivi più vari. Vale anche per il Nikon Z 24-200mm f4-6.3? Se così fosse si avrebbe un kit per fare di tutto in viaggio, compresa la fotografia ravvicinata.. Ho voluto quindi trasformarmi in un macrofotografo "occasionale", scattando addirittura a mano libera. Ecco i protagonisti della storia: L'anello adattatore ci vuole perchè la lente ha diametro 72mm mentre l'obiettivo ha diametro 67. Attenzione: se si monta prima la lente, il paraluce non si innesta, occorre montare prima il paraluce e poi avvitare la lente (con su l'adattatore). Questa è un experience, non un test tecnico quindi per le specifiche e tutto il resto rimando ai numerosi articoli di Mauro, Max e perchè no, anche ai miei. Qui si guardano i risultati. Il 24-200mm da solo offre già una discreta versatilità d'uso e una buona qualità (per la sua categoria, non è un 70-200 f2.8 e non è una focale fissa, tuttavia è il primo superzoom che non mi ha fatto pentire di averlo comprato ed è già qualcosa). Cliccare sulle foto per vederle a maggior risoluzione. Da solo permette inquadrature interessanti, anche se lo sfondo non è tra i più delicati (ma vedremo che le cose possono cambiare): Nikon Z6, 24-200 a 200mm f8, 1/800s, 250 ISO, mano libera. Presenza di vento. Nikon Z6, 24-200 a 200mm, f9, 1/320s, 1800 ISO. Adesso montiamo la lente. Tutte le foto non sono croppate per dare un'idea dell'inquadratura effettivamente ottenibile col formato FX. Solo in fondo all'articolo ho messo due foto in formato Dx (specificato nella foto) per far notare la differenza. Il range di di utilizzo è da 55cm a 37cm circa dalla lente frontale (non dal sensore), e quindi anche il range di ingrandimenti non è molto ampio (teniamo presente che riducendo le distanze la focale si riduce), su soggetti piuttosto piccoli abbiamo questo: Nikon Z6, 24-200 a 200mm, 10, 1/1250s, 720 ISO. Nikon Z6, 24-200 a 200mm, f10, 1/1250s, 1600 ISO Con inquadrature un po' più ampie per via della situazione: Nikon Z6, 24-200 a 200mm, f9, 1/1600s, 720 ISO oppure perchè il soggetto è più grande: Nikon Z6, 24-200 a 200mm, f9, 1/1600s, 900 ISO Le cose si fanno interessanti. E la qualità? ecco un crop 100% dell'immagine sopra, con un po' di attenzione si intravedono gli ommatidi (le cellette dell'occhio) Altra libellula: Nikon Z6, 24-200 a 200mm, f10, 1/1250s, 1250 ISO Altro crop: Certo non è inciso come un vero macro, ma per essere uno zoom con davanti una lente, vedete voi. Con un minimo di attenzione, avvicinandosi in modo accorto anche soggetti un po' meno grandi possono venire bene: Nikon Z6, 24-200 a 200mm, f9, 1/1000s, 500 ISO. E... che belle le "palline" di polline sulle zampette!! E se ci avessi la Z50? Ne ha scritto Max Aquila, ma per amor di completezza vi faccio vedere la stessa foto "ritagliata" in formato Dx Eh mica male vero? Altro esempio con insetto lungo "mezza" ape: Eccoci alla fine di questa experience. Il nikon Z 24-200mm f4-6.3 abbinato alla lente addizionale SIGMA AML 72-01 (o ad altra lente acromatica equivalente come la Canon 500D), da' questi risultati, secondo me buoni o più che buoni, nelle foto in campo, quando conta il soggetto centrale e non serve la nitidezza ai bordi, prerogativa dei veri macro o di obiettivi più corretti. Se volete fare della macro il vostro genere fotografico d'elezione, è meglio cercare altre soluzioni, altrimenti ci si può divertire con veramente poco in termini sia di ingombro che di spesa. (c) Silvio Renesto per Nikonland Nota: la Canon 500D è una lente molto valida, ma molto pesante, visto il barilotto di plastica del 24-200mm che va tenuto esteso a 200mm, io preferisco montarci la SIGMA che pesa poco più di un filtro. E' una cosa secondo me da tenere presente se si fa una mattinata sul campo con la lente sempre montata.
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  3. Mi basterebbe "Thick As A Brick" dei Jethro Tull del lontano 1972.
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  4. Gialli o bianchi che si sia, questa estate di certo abbiamo deciso in qualche maniera di evadere dalle città nelle quali siamo vissuti rinchiusi più di un anno per Decreto governativo. Partire e fotografare, che sia vicina o lontana la destinazione, si pone sempre il problema in termini di compattezza e prestazioni delle attrezzature con cui spostarsi, specie dovendo sintetizzare tutto in un bagaglio a mano, per evitare il rischio di furti o danneggiamenti. Nikon tiene a catalogo, già da fine 2019 il doppio kit del quale ho già scritto articolo di presentazione a quel tempo: pochi mesi dopo ho comprato una Z50 corredata del solo 16-50DX, essendomi reso conto della validità intrinseca di questa macchinetta DX dotata dello stesso sensore della eccellente D500, top reflex DX . Ma in questi due anni abbiamo invano atteso che Nikon completasse il suo doppio kit sul lato wide, per esempio con la rivisitazione in abito Z del già esistente AF-P 10-20mm (del quale abbiamo compiutamente parlato su queste stesse pagine), a realizzare in pochi etti un 15-30mm equivalente che ...in vacanza sarebbe per molti l'obiettivo chiave. Non ci perdiamo in discorsi, abbiamo chiesto a Nital in prestito un AF-P 10-20 ed un telezoom Z 50-250 per usarli in queste settimane in tutte quelle occasioni utili, dall festa in famiglia alla giornata in campagna, fino al viaggetto di tre giorni in moto: tutte occasioni nelle quali questo trio di ottiche e gli accessori connessi, trasformano un doppio kit già convenientissimo di prezzo (specie in occasione delle ultime campagne di sconto e negli Outlet Nikon) in un superkit da trousse da viaggio... Di fatto: una Nikon Z50, i tre obiettivi DX (più l' FTZ per il 10-20), una batteria di scorta (la si può ricaricare col charger dello smartphone o con un powerbank collegato alla presa della Z50), un minitreppiede per ogni esigenza e due lenti addizionali (Nikon 5T e 6T da 62mm) per le prerogative in close-up del 50-250 Nel mini zaino, schede di riserva ed accessori di pulizia per un ingombro complessivo irrisorio La Nikon Z50 è una mirrorless dotata di sensore da 20,5Mpx, analogo a quello della reflex D500 anche nei comportamenti dinamici, quindi ben contento di salire di ISO, senza soffrirne in maniera particolare, fino anche a 5-6000, quindi ben adatta ad ogni condizione di utilizzo variabile, come accade nelle gite e nei viaggi, facilmente. D'altro canto, per scelta commerciale, pur essendo dotata di una dignitosa frequenza di scatto e di un adeguato buffer, quindi idonea ad un utilizzo in scatto continuo, durante avvenimenti sportivi o, secondo le abitudini dei fotografi specifici, anche nel wildlife, purtroppo manca della stabilizzazione del sensore, che hanno le sue Zorelle: poco male, se la dotiamo di ottiche a loro volta stabilizzate e, guarda caso, oltre ai due zoom del doppio kit, anche il 10-20 AF-P ha stabilizzazione interna ! Purtuttavia, il peso aggiuntivo ed i cm in più del necessario (quanto efficace) FTZ, ci fanno ancora recriminare, ritenendo fattibile una conversione in Z di questo economico ma prestazionale zoomino. Mentre sui due plasticotti DX, ancora una volta, resteremo stupiti delle loro prestazioni. Tutti quanti, prima o poi, passiamo dalla richiesta di realizzare un reportage di una festa familiare: se lo faremo anche una sola volta, mai più nulla e nessuno ci scrollerà mai di dosso questa incombenza, qualunque sia l'evento, proprio come avviene ai "tagliatori di torte": ABILE ED ARRUOLATO !!! un bambino è sempre alla ricerca di divertimento e la sua prima fase di apprendimento, passa obbligatoriamente dal gioco, cui...devono partecipare tutti quanti i soggetti presenti... per staccare il festeggiato dallo sfondo, ma al contempo evitare rischi come urti e ditate nei vetri, meglio un 50-250 a debita distanza, ma che riesca a concedere selezione di inquadratura e dia risalto al soggetto e spesso risulta utile anche per isolare soggetti estemporanei, che con la festa non abbiano proprio nulla a che vedere; un telezoom come questo da 75-300mm equivalente (sul pieno formato) è esattamente quello che in questo momento manca a Nikon Z sul...pieno formato Una giornata in campagna a sorvegliare sui lavori già fatti e quelli ancora da fare, in questa stagione preparatoria dei raccolti estivi è altrettanto utile a testare anche gli altri due zoomini, che si comportano come vogliamo che sia: per esempio saturi di colore primaverile, come in questi due scatti con il Nikon AF-P 10-20mm: ed in questo, realizzato col DX trans standard, il Nikon Z 16-50mm sorprendente come sempre per la gamma di sfumature cromatiche che lo contraddistinguono, specie utilizzando un colpo di flash di schiarita (anche l'incorporato della Z50, se uno si ricordi della sua esistenza ) Ovviamente anche qui il Nikon Z DX 50-250mm trova modo di esprimersi in una delle sue principali prerogative, la fotografia ravvicinata, aiutato da una delle mie lenti addizionali Nikon, qui la 5T da 1,5 diottrie, doppietto acromatico di indiscutibile valore anche dopo decenni dalla sua apparizione... ed in questo crop 2x della immagine precedente, tutto lo stupore della mosca colpita dal lampo del flash mentre bombava afidi verdi come sono ancora le mie prugne... se troviamo poi insetti di colore diverso dai posatoi, diventa tutto più facile (sempre 50-250 + flash e lente addizionale) Attenzione alla polvere ed allo sporco durante i cambi di obiettivo.... portarsi appresso sempre accessori per soffiare via e per eventualmente ripulire il sensore, molto attrattivo, e privo anche dello shaker, della Z50...: a pena di Caricate le moto, si parte...! e lo zainetto occupa neppure metà di una borsa laterale, perfettamente ammortizzato dal materiale con cui lo isolo da ogni vibrazione: destinazione Sicilia occidentale il 16-50 ed il treppiedino consentono agevoli selfie, grazie anche al display basculante a 180° verso il basso, della Nikon Z50, utile anche a mano libera la differenza di resa tra il 16-50 Z ed il 10-20 AF-P sulle rispettive focali più larghe, parla fotograficamente lingue differenti: 16-50 10-20 ma rende in ogni modo il senso compiuto di un'inquadratura nella quale si accentui il senso della prospettiva usuale: un genere molto praticato dal foto turista anche perchè dipende essenzialmente dall'uso che del wide si voglia fare: questa sopra è un'immagine in controluce pieno del 16-50 @16mm f/8, mentre questa sotto, apparentemente meno distorta prospetticamente, è stata ripresa col 10-20 @10mm f/4,5.... comprendete...? 10mm f/8 con questi zoomini si possono fare foto che un tempo scattavo solo con obiettivi fissi dal costo stratosferico, restando soddisfatti 66mm f/8 10mm f/11 e se si voglia, si può giocare con i profili colore della Z50: vividezza e fumetti per chi li apprezzi parallelamente adottando i formati più consoni alle riprese in questione, già on camera, per rendersene conto subito la capacità di contrasto anche in presenza di forte emissione UV, si riesce a dominare egregiamente, con l'aiuto della facile postproduzione attuata in queste mie foto pubblicate questa serie di gabbiani, mentre ci spostavamo velocemente in barca, col 50-250, grazie alle doti dinamiche della Z50, non castrate come hanno fatto nella Z5 il selfie, col 10-20... Questa foto di Piazza della Repubblica di Mazara del Vallo è uno stitching di quattro fotogrammi orizzontali, ripresi col 16-50 @16mm f/8 il Satiro danzante, invece, è ripreso col 10-20mm @15mm con ISO tra 6400 e 14400 All'interno del Museo di Selinunte, i reperti, tutti contenuti in teche di vetro e illuminati da luce mista ambiente, neon e led, sono ripresi col 50-250 con e senza lente addizionale a ISO variabili tra 1400 e ... 25.600 a mano libera e con tempi da 1/25" ad 1/100" fidando nel VR incorporato all'ottica 52mm 250mm frammento di iscrizione (sopra) e sua trascrizione (sotto) Insomma, direi che ...fin che la barca va... non dobbiate farvela scappare: per quest'anno, per cambiare, questa trousse la porto al mare... Scherzi a parte, ritengo che sul mercato fotografico al momento, su questo ordine di prezzi di listino (spesso scontabili) non esistano kit a totale copertura tra 15 e 300mm-eq dalla qualità e dalle propensioni allo sviluppo con nuove ottiche, più convenienti di questo Superkit Nikon da viaggio ... E che se Nikon si sbriga a rifare Z il 10-20 AF-P allo stesso prezzo che ha in questo periodo, eliminando dallo zaino anche l' FTZ (utile quanto incongruo su un corpo DX), non potremo che esserne entusiasti ! Max Aquila photo (C) per Nikonland 2021
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  5. A me personalmente no era mai successo, di vedere la luna così illuminata dal sole come pure la vette delle montagne, e ho pensato di condividerlo con voi
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  6. Nikkor 105/1.4E su Nikon Z50 Jpg, Picture Control Portrait, spot, EV -2/3, ISO 100 f/1.4 f/1.4 f/3.2, 1/2000''
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  7. Alla fine ho deciso di partecipare, per anni la mia lente preferita è stata il 200-400, obiettivo versatile e di qualità anche se non esente da difetti, adesso il preferito è diventato suo successore il 180-400, anche se purtroppo quasi inutilizzato, sperando in tempi migliori... 37 Questa è una foto di una pernice bianca in abito estivo, fotografata in alta montagna. 180-400 e D850
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  8. Made in Japan dei Deep Purple con tutti i componenti la band al loro apice.
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  9. Fino a qualche anno fa, sarebbe stato indubbiamente il disco di Glenn Gould con le Variazioni Goldberg (ovviamente), edizione mono del 1955 : Che potrei cantare con le stesse ritmiche del canadese tante sono le volte che l'ho ascoltato. Ma con l'età, in un'isola deserta, ascoltare sempre quella musica alla Hannibal The Cannibal, porterebbe persino me all'alienazione definitiva, temo. Perciò, vicino alla boa dei 60 anni, viro decisamente per l'atmosfera natalizia e ottimista dell'Oratorio BWV 248 che ha pure il vantaggio di avere ben 6 cantate e un'ora in più di musica naturalmente quella firmata da Diego Fasolis e sponsorizzata da RSI Rete 2.
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  10. AWESOME! Grande Massimo. Il gipeto è una creatura da sogno, tutte molto belle, ma la prima ambientata è splendida.
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  11. No assolutamente, ma per non rimanere a piedi se dovesse.. rompersi.. poi ho sempre avuto due corpi simili..
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  12. Per quanto ne sappiamo l'annuncio dell'altro giorno era l'antipasto. Per quanto ne sappiamo ci aspettiamo : fine giugno, inizio luglio : lancio della Nikon Z in formato DX con la faccia "da stellina degli anni '70" (e forse qualche sorpresa in campo obiettivi DX ma di questo non si parla realmente sebbene un paio di cose bollano nel calderone) luglio : il lancio ufficiale con la data di consegna delle due frittelle 28 e 40mm luglio, prima delle Olimpiadi : le specifiche semi-definitive della Nikon Z9, in modo da lasciar vedere qualche Z9 a bordo-pista fine giugno : nuovi firmware Z tra luglio e settembre ci deve essere anche il lancio dei due telezoom 100-400 e 200-600, mentre 400/2.8 e 600/4 usciranno con la Z9. 24-105 e 85/1.2 verso Natale 2021. Per quell'epoca ci "dovrebbe essere" l'aggiornamento dell'immagine sinottica degli obiettivi Nikon Z.
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  13. Siamo davvero fortunati: fino a pochi anni fa risultati del genere non erano pensabili. Sensori e lenti iper performanti a disposizione della fantasia e creatività. E l'esperienza di un vero fotografo naturalista fa la sua bella differenza...
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  14. a proposito di ingombri: e ci sarebbe ancora qualcuno disposto a cambiare marchio ?
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  15. Come ho scritto più volte, credo moltissimo che per la fotografia nella natura l'osservazione, lo sforzo di immaginare come potrebbero risultare le immagini se cambiassimo qualcosa, il "restare aperti" senza focalizzarsi su un'idea siano cose sulla quali impegnarsi sempre. Ne ho scritto qui, riferendomi alla fotografia di paesaggio. Ieri, un momento di pausa dopo tanta salita per sgranocchiare uno spuntino. C'è un cielo molto mosso, nebbie e nuvoloni che giocano con le vette dall'altra parte della valle. Chi l'ha detto che per i paesaggi si usano i grandangoli? Z6II su 500/5.6PF 1/2500 f5.6 ISO100 - 11:12:10 Poi sul crinale davanti spunta lui: Z6II su 500/5.6PF 1/640 f9 ISO100 - 11:14:18 Ed ovviamente cerco di fare questa, letteralmente correndo più su e più a destra. Z6II su 500/5.6PF 1/800 f8 ISO100 - 11:19:18 In mezzo, chiaramente, diversi tentativi per ottimizzare l'inquadratura. Di sicuro, se avessi potuto salire ancora un poco, sarebbe stato ancora meglio. Ma la natura aveva deciso che il tempo a mia disposizione era finito, l'occasione c'era stata ed il mio modello ha proseguito il suo cammino.
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  16. Queste invece, sono state fatte da una giusta distanza. In certe occasioni il vento alza le piume e fa sembrare il gruccione diverso!
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  17. Nikon Z50 con Nikkor F 300/4 PF ad f/4, colpo di flash
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  18. Vi siete mai chiesti chi siamo effettivamente? Audiofili, dirà qualcuno. Si fa presto a dire audiofili. Se avessimo un pensare comune, forse tante beghe attorno ad un forum non ci sarebbero. Ci sarebbero ampie sedute d’ascolto a casa di ognuno e saremmo tutti una vera e propria comunità. Dov’è il problema? Il problema è che in effetti ognuno di noi ha una propria mentalità un proprio carattere e quindi siamo in effetti tutti diversi . Quali sono quindi le caratteristiche più spiccate negli audiofili? Proviamo a vedere quale sono gli stereotipi, che ci caratterizzano. In effetti ognuno di noi non ha una singola caratteristica ma è un melting-pot di vari elementi, alcuni molto presenti, altri meno , altri assenti, ma … siamo fatti così. Una prima categoria è indubbiamente qella degli ottimisti. Sono quelli che hanno appreso qualche erudimento sull’hifi, o sono stati folgorati sulla strada di Damasco e hanno assemblato un impianto, non importa in che modo, non importa se ben suonante o meno, non importa se limitato , tanto per loro va benissimo. Non si accorgono spesso delle lacune, credono ad ogni cosa che venga loro detta da recensori, ogni cosa letta sulle riviste, sono come ho detto degli ottimisti inguaribili, creduloni, ma allo stesso tempo, negano anche la realtà più evidente, a meno che non gli venga certificata da qualcuno che loro considerano autorevole. Si offendono facilmente se si parla male o si discute solamente delle scelte che hanno finora condotto in campo audio. Esistono poi gli iniziati. L’iniziato è un audiofilo alle prime armi che giustamente cerca di migliorare la sua conoscenza e sa che la strada da percorrere è lunga e irta di difficoltà, ma ha iniziato il cammino e cerca appoggi per poter accrescere il bagaglio delle proprie conoscenze. E’ il beniamino dei negozianti, ben disposti a levarsi molta merce invendibile dal magazzino. Ben presto però si tasformerà, il più delle volte in persona capace di ragionare con la propria testa e discernere le qualità dei vari componenti. Talvolta la volontà di crescere determina delle distorsioni, e la persona crede, in breve tempo, di sapere già tutto e non accetta che qualcuno gli possa fornire dei consigli. I pastorali sono invece la categoria dispensatrice sempre di consigli sul buon suono, sul bel disco. Talvolta scoprono l’acqua calda e allora nessuno li ferma più. Sono coloro che dall’alto del loro sapere spesso forniscono le informazioni coerenti per una crescita, un miglioramento. Come tutti i buon pastori, sono però malvisti, dai negozianti e dai distributori, perché dicono pane al pane e vino al vino, e non capiti da altri audiofili che molte volte provano invidia per loro e tavolta una puntina di odio. Sono generalmente audiofili con un’esperienza maturata sul campo e tetragoni del loro divenire. Esistono poi i preoccupati. Sono coloro che al di la della loro esperienza sono in balia di pesececani e forze occulte. Sono sempre presi dal dubbio delle scelte. Cambiano continuamente la componentistica alla ricerca del Santo Graal. Fanno affari sballati, talvolta, e spesso, nei loro continui cambiamenti, come i gamberi, si muovono all’indietro. Incuranti, non si accorgono degli errori, presi come sono dalle loro manie di punte, bilancine, bluetack, pesi, mattoni, sostituzione di fusibili, vitine etc. La loro non è una fruizione coerente e organica dell’ascolto, quanto un parossismo maniacale che li porta a sonni agitati. Hanno sempre bisogno di una cerchia di persone che condivida quello per cui stanno operando, che li rassicuri continuamente delle scelte, che alla fin fine, non sono mai definitive. Diventano quindi le persone attente alle novità e sono spesso preda di magli fattucchiere e imbonitori alla Vanna Marchi. La loro domanda è : Ho fatto bene? I preoccupati però a causa della loro pazzia, sono alla fin fine soli nel mondo da loro costruito. Gli arredatori sono invece quelli che si circondano di tube traps, daad, e ne fanno l’arredamento principale della stanza in cui hanno l’impianto. Sono anche quelli che con la storia che l’occhio vuole la sua parte, cercano di acquistare oggetti di arredamento che potrebbero figurare in una mostra di Kandiski o comunque in museo d’arte dadaista o cubista. Sono quelli che acquistano diffusori, degni di un museo degli orrori o ampli e lettori a forma di astronave spaziale, Luci lucette, valvole coll’unico scopo di colorazioni visive ambrate etc. Per loro non è importante il suono, quanto l’immagine, il design, il poter far vedere agli amici e conoscenti oggetti di cui loro ignorano la funzione. Sono generalmente persone danarose spesso con pochissima cultura audiofila che accendono molto raramente l’impianto. In una parola hanno più a cuore la forma che la sostanza. Attigua a questa categoria vi è quella degli”io ce l’ho più grosso” . Qualunque sia il vostro impianto, il loro è migliore, hanno gli altoparlanti migliori, gli ampli all’ultimo grido. Intendiamoci ne sono fermamente convinti ma vogliono che anche gli altri riconoscano questa loro superiorità. Se qualcuno osa mettere i dubbio il loro impianto, è indubbiamente un cretino, uno che non capisce niente, anche se a quel punto forse meditano quanche cambio di componenente. Se hanno una buona disponibilità economica, fanno felici i negozianti. Se le loro risorse sono bassine, invece si arroccano sulle loro posizioni e guai a dire che forse, lì in quel passaggio la tim…, perché in tal caso vi siete fatti un nemico. Quella degli scenografi è una categoria molto ampia. Tempo addietro, forse, si sono aperte delle scuole di scenografia e tutti o quasi vi ci sono iscritti. Sono quelli che danno un’importanza estrema alla scena, alla focalizzazioni. Sono perennemente alla ricerca del violino di quinta fila perduto, del battito del piede dell’orchestarle lì in quinta fila, il sesto da sinistra. Il loro tempo dedito all’ascolto viene quasi tutto consumato nello spostamento perenne dei diffusori, che generalmente sono piccoli e da stand, dal loro allontanamento dalla parete posteriore, dal calcolo della distanza tra i due diffusori, e da quella dalle pareti laterali. Questi audiofili sono completamente dimentichi di tutti gli altri parametri della riproduzione, non capendo che la scena e la focalizzazione è uno dei tanti parametri, ma non certo dei più importanti. E come dev’essere questa scena? Alta ampia ingigantita o diventare mezza bellezza? Esistono poi gli Idraulici, ossessionati dal cambio dei cavi, dalle loro lunghezze, dalle loro foggie, dalle varie categorie, dalle vari attacchi, in ottone,argento, rame, diamante e dalla portata musicale, dalla loro capacità e dalla loro strozzature, ops volevo dire capacità equalizzatrici. Sono le perle, i benefattori dei costruttori, essendo un cavo un oggetto a ricarico pressoccè tendente a infinito. Gli audiofili appartenenti a questa categoria spesso dimenticano il valore del loro impianto e qualcuno arriva anche a spendere per i cavi più del 50% del valore dell’intero impianto. Altra categoria è quella degli infreddoliti. Sono audiofili in cui l’ampli deve essere necessariamente in classe A, altrimenti sentono freddo Fanno scopa con i minimalisti rappresentati da audiofili, con il loro triodo a riscaldamento diretto senza controreazione, dall’enorme potenza di 1 watt al quale è collegato un singolo altoparlante, casomai senza il diffusore per non spoorcare il suono. La loro sorgente è generalmente costituita da un giradischi con spinta a mano e chiodo affilato per la raccolta dell’informazione allo stato nativo. Talvolta convertiti al digitale acquistano da un rigattiere cd player vecchi di 25 anni a cui fanno togliere all’interno condensatori e molti altri componenti, perché così il suono possa essere più naturale, e poi perché credono che l’invenzione del condensatore sia un’invenzione perniciosa, che va bandita dal mondo dell’elettronica. Sono personaggi pericolosi di cui diffidare, nel caso vi imbatteste in una trattativa di acquisto di qualcuno dei loro oggetti. Potreste comprare senza saperlo di veri e propri killer per il vostro impianto. L’ultima categoria, non molto rappresentata per fortuna è quella degli integralisti presuntuosi. Sono audiofili caratterizzati da un loro credo o dogma che dirsi voglia. Quelli in cui o solo valvole o niente, quelli del non oversampling o niente, quelli che necessariamente il disco anche arato suona meglio di un Sacd, quelli che la potenza è eccessiva, quelli in cui esiste solo un marchio, quelli il cui confronto con la realtà è un optional, tanto quello che è registrato non è veritiero. Sono insomma quelli destinati ad invecchiare precocemente, che non si pongono con il gusto di recepire le novità, aperti a un confronto leale con gli altri che condividono il medesimo hobby, vecchi insomma, come le loro idee integraliste e di presunzione.
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