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Mostra il contenuto con la massima reputazione di 23/09/2018 in tutte le aree

  1. Ringrazio ancora New Old Camera che mi ha fornito questo gioiello della tecnologia Nikon, riservandomi il primo esemplare ricevuto. Questo è un primo test sul campo. Per considerazioni generali su questo obiettivo, vedere Nikon 500mm f/5.6E PF : unboxing e primo contatto (test/prova) Bene, era già prevista l'escursione in autodromo questa domenica. Non mi aspettavo di poterci andare con il nuovo 500mm PF di Nikon. Una bella sorpresa che ho cercato di sfruttare per il meglio. Leggero e compatto, più o meno come il mio Nikon 70-200/2.8E, ho deciso di portare solo lui, accoppiandolo con la mia impareggiabile Nikon D5. Il teleconverter TC-14E II, perchè oramai le distanze da cui si deve fotografare sono sempre più lunghe. ecco il trio oggetto di questa prova. Dietro una borsetta Lowepro da "passeggio" i tre apparecchi scompaiono all'interno chiusa, la borsa pesa circa 3700 grammi in tutto. Per andare in autodromo con il 500mm, normalmente mi devo portare lo zaino, il monopiedi, talvolta anche il seggiolino. Non meno di 8-10 chilogrammi caricati sulla schiena. C'è il sole e ci sono automobili bellissime in pista. Cominciamo con le GTOpen Series, protagoniste di questo week-end (in pista c'è anche l'ex pilota di F1 Andrea Montermini) Dalla lunga distanza (siamo alla Seconda Variante) uso il teleconverter. Sono tranquillamente seduto in tribuna e scatto attraverso il varco della rete dove c'è la telecamera. 1/1000'', f/8, auto-iso, jpg nativo, in qualche caso passo anche al crop 1.2x é una prova facile. Coadiuvato dall'autofocus della D5, pur con il teleconverter, l'obiettivo segue perfettamente le evoluzioni di queste automobili meravigliose. Gli scatti si susseguono, tra ombre e colpi di sole di questo fine settembre ancora estivo. Dopo un pò mi alzo, tolgo il teleconverter, e senza badare al fatto che c'è di mezzo una bella rete di protezione spessa a maglie romboidali, mi metto a fare panning. l'obiettivo è molto leggero e devo regolare il movimento perchè questo diventi abbastanza fluido da seguire il passaggio delle auto. Approfitto del fatto che in mezzo alla variante c'è pieno sole e lo sfondo non è troppo chiassoso. C'è anche il balzo sul cordolo per chi tira particolarmente forte la staccata. Parto da 1/400'' per scendere poi gradualmente ad 1/320'', 1/200'' e fino ad 1/160'' che è il mio limite con queste auto. Guardo gli scatti che sto facendo. La luce è bella forte e resto ad occhi aperti. Nemmeno quando venivo con il 400/2.8 ottenevo foto così belle e già pronte. E giammai pensavo anche minimamente di usare il 400/2.8 e i suoi 4 chili e mezzo per fare panning. Qui con il 500/4 fotografo necessariamente con il monopiede. Mentre oggi sono a mano libera, in scioltezza, potendo seguire tutta la traiettoria delle auto anche quando queste diventato troppo grandi per starci tutte in un fotogramma. Anche se ogni tanto ci sono ostacoli, non importa. Al culmine ... della sfacciataggine mi siedo sui gradoni. Con un tele lungo sono sempre in difficoltà a fare panning da seduto, finisco sempre per impuntarmi e a non riuscire a seguire le auto. Niente affatto, non solo fotografo quasi meglio che con il 70-200/2.8 (nella tribuna di fianco è quello l'obiettivo ideale, con le auto che passano vicinissime al fotografo), ma mi rilasso senza stancarmi ... ! Tra una pausa e un'altra ho anche il tempo di fare qualche scatto di prova. Del resto sono qui soprattutto per provare questo nuovo obiettivo. Questa è la nuca dell'operatore TV, obiettivo moltiplicato, sono 700mm, 1/200'', ISO 640, +1/3EV notare la nitidezza del primo piano (sarà a 12 metri da me, del resto ho impostato il limitatore di messa a fuoco da 8m ad infinito), e lo sfuocato più lontanto, al sole, addetti a bordo pista, sempre 700mm, f/8 ricordo che sono jpg senza particolari manipolazioni, della D5, non della D850. Riprendono a girare le auto, adesso ci sono le Caterham. Sono piccole, non sono velocissime ma molto agili e i piloti ci danno dentro (c'è anche l'ex F1 Pascal Werlhein). Le foto che seguono sono tutte attraverso la rete, con l'obiettivo moltiplicato, tempi lenti fino ad 1/125'' e conseguente diaframma chiuso anche ad f/14. La rete resta invisibile, i soggetti nitidi, nonostante il mio e il loro movimento. Sempre a mano libera. Seduto o in piedi vicino al parapetto della prima tribuna della Roggia. guardandole adesso queste foto, se non sapessi che le ho fatte con il 500/5.6, le scambierei per i soliti panning che faccio con il 70-200/2.8 sostanzialmente con questi tempi di scatto e con questo - ridotto - impegno fisico. Ho un impegno a pranzo e non mi posso fermare. Quindi mi avvicino alla Variante Ascari ed arrivo che è ancora presto e con il sole non proprio a favore. Ci sono i 5 prototipi che battagliano tra loro. Uno spettacolo magro ma sufficiente per provare che anche in queste condizioni, dove il Nikon 200-500/5.6 proprio non si poteva usare, qui abbiamo un risultato d'eccezione, degno di un supertele Nikon Alla Variante Ascari, le condizioni di luce in estate a mezzo giorno, sono tali che io non provo nemmeno a fotografare. Ma qui, e pur dalla tribuna e anche attraverso la rete, ho un risultato perfettamente pubblicabile, anche professionalmente. Le foto sono chiare, nitide, con colori accesi e tonalità leggibili. E questi risultati ottenuti praticamente senza fatica, nonostante i soliti 7-8 chilometri percorsi a piedi per i viottoli interni dell'autodromo di Monza. Conclusioni, per ora Sono andato a fare queste foto portandomi il solo 500mm carico di aspettative e un pò di timore di esserne deluso. Generalmente porto sempre anche il 70-200/2.8 per i panning più "coraggiosi", ma oggi ho deciso di lasciarlo a casa per andare il più leggero possibile. Mi sono ritrovato a fare panning a mano libera a 700mm ad 1/125'' e non a 175mm. Ottenendo foto eccellenti sotto ogni profilo. E senza caricarmi la schiena come un asino. - l'autofocus si è rilevato più che adeguato anche ad auto poderose come le GTOpen Series con le loro centinaia di cavalli. Anche quando ho usato il TC-14E II - lo stabilizzatore è tale che il tempo di scatto "di sicurezza" non è più una variabile da tenere in considerazione, almeno entro livelli compatibili con focali di questa portata - la nitidezza è sovrabbondante, tanto che l'uso del teleconverter e la stragrande quantità di foto fatte attraverso la rete non hanno influito più di tanto sulla resa complessiva ci si è dovuto mettere il fotografo, perchè come già anticipavo nell'altro articolo, bisogna fare la tara del fatto che si ha in mano un 500mm (o un 700mm) che pesa solo un chiloemezzo e si deve maneggiare senza incertezze, altrimenti movimenti non adeguatamente fluidi influiranno sulla qualità delle foto. Ma con la D5 questo obiettivo va a nozze, il corpo bello pesante e concreto rende il complesso perfettamente adeguato. Dopo un pò ho semplicemente compensato tenendo la mano sinistra sotto al paraluce e così ho cominciato ad ottenere i risultati migliori. Fotografando in autodromo (gradoni in calcestruzzo), faccio solo un appunto al paraluce, analogo a quello del 200-500/5.6. E' l'elemento debole dell'obiettivo, almeno per me che sono abituato a poggiarlo a terra per il paraluce, in piedi, quando devo fare operazioni (smonta, monta, in borsa, fuori dalla borsa). Un bordino di appoggio gommato, con un anello di rinforzo, non avrebbe fatto male, anzi. Per il resto una vera gioia da usare è un reale game-changer per lo sport motoristico e credo, per lo sport in generale, almeno quello outdoor e con il sole. Potrei fotografare tutto il giorno (oggi in 2 ore ho fatto 5800 scatti in totale scioltezza) senza stancarmi. E il giorno dopo essere pronto per un'altra giornata uguale. Diversamente da quando torno stanco per essermi portato sulle spalle uno zainone, sotto il sole ... Se siete soliti fare questo genere di foto, datemi retta : abbandonate i vostri super-zoom, onesti ma che nulla hanno a che spartire con un vero superteleobiettivo come questo, magari fate un debito e comperatevi questo bellissimo 500/5.6 Phase Fresnel. I sorrisi (di gioia e di soddisfazione) che vi strapperanno le vostre foto, vi ripagheranno dello sforzo economico, invero elevato, necessario per comperarlo. Ma è l'unico sul mercato, è per Nikon, è disponibile oggi. Non fatevi scappare l'occasione e non perdete tempo con altre soluzioni (anche se avete già un 500 o un 600/4 !).
    6 punti
  2. Questo reportage non è incentrato tanto sui gatti (anche se i gatti c'entrano), quanto su ciò che ci "gira intorno", compresi i loro fan, è piccolo e condito di un pizzico di ironia. Siamo al "Festival dei Gatti", una fiera che si tiene oggi e domani a Villa Castelbarco, a Vaprio D'Adda (MI). Ci sono stato più che altro per curiosità, visto che esponevano alcune razze feline che non avevo mai visto dal vero. Sapevo che non avrei trovato modo di fare foto significative ai gatti, ma mi son portato un po' attrezzatura perché ...non si sa mai. Mi sono divertito quasi di più a vedere la gente che c'era, che i gatti. Andiamo con ordine: Arrivo: Scultura felina. Nell'area antistante la villa c'erano degli artisti del legno intenti ad scolpire felini tridimensionali o a bassorilievo. All'interno della villa seguo il percorso segnato da frecce: incontro la modella del cat-body-art che, su richiesta, si lascia fotografare ma con l'asciugamano perchè ancora "svestita". Più tardi sarà possibile fotografarla "decorata". Segue una mostra fotografica con ottime foto delle varie razze feline. Merchandising!! Quello dei pet (animali da compagnia) è un business multimilionario, per cui non mancano gli stand di settore. Oltre a quelle con il cibo, le lettiere e l'accessoristica, le bancarelle di bazzeccole ad ispirazione felina erano innumerevoli, l'abbondanza di ninnoli era quasi inquietante. Ogni tanto una molto graziosa venditrice di cose gattesche. E questo cosa c'entra in un festival dei gatti? Serve a raccogliere i ...gattini! (non spaventatevi, in Lombardia così son detti i mucchietti di polvere che si accumulano sul pavimento, non so se anche in altre regioni). C'era anche un nutrita serie di stand delle associazioni protezionistiche che non erano fotogenici anche se forse erano l'iniziativa più utile della manifestazione. Arte felina, molti i pittori e disegnatori, a destra appare una cat girl con bombetta orecchiuta. Arte felina. C'era una piccola ma molto graziosa mostra di foto di Marianna Zampieri, dedicata ai gatti di Venezia. Marianna Zampieri mi dedica il suo libro, contenta di aver conosciuto un altro fotografo di gatti. Il cartellino del prezzo si riferisce alle borse di tela su cui si era appoggiata per scrivere, non al libro, naturalmente. C'erano anche molti stand di Pet Photographers, che si facevano pubblicità oppure offrivano un ritratto "professionale", sul posto, al tuo animale con o senza di te. Altre curiosità: Stands di counselling felino, dove puoi esporre i problemi di comunicazione che hai col tuo gatto e loro ti spiegano dove sbagli e come rimediare. Affollatissimo. Tengono anche un corso di formazione con tanto di attestato di "consulente di comportamento del gatto". Se pensate che sia una stranezza... non sapete chi è Jackson Galaxy! (cercate su Youtube e Wikipedia e, se non siete del giro, resterete di sasso). Sì, ma in questo festival dei gatti, i gatti dov'erano ? C'erano, naturalmente, ma per lo più erano tenuti ingabbiati per evitare la fuga e soprattutto lo smanacciamento a morte da parte di orde di fan. Periodicamente prendevano un pochino d'aria. In molti casi era anche vietato l'uso del flash, giustamente, per cui fare foto decenti non era per nulla semplice. C'erano soprattutto razze costose, come i bellissimi (e carissimi) Bengal, razza la cui creazione non mi rende felice, in quanto risultato di ibridazione fra gatto domestico e Gatto Leopardo dell'India e Sud Est Asiatico, un animale selvatico. Occorrono tre generazioni di reincroci con esemplari domestici perchè perda il carattere selvatico. Quello sotto è un Sacro di Birmania, docilissimo, era possibile accarezzarlo solo previa abluzione delle mani con amuchina. Fai piano, che sono di razza nobile io! Eccolo con l'allevatore, l'espressione (quella del gatto) è un po' del tipo quando si va a casa? C'erano i grandi, dolci Siberiani, che sono tra i gatti a pelo lungo più belli che ci siano (anche se io sono sempre per i gatti di strada ). No foto, sorry. Ecco uno scocciatissimo British Shorthair che mi fa: "E tu che vuoi da me?" poi si gira, ci ripensa e si volta di nuovo verso di me : " Intanto comincia col togliermi 'sto fiocco". E questo è Barivel ("Monello" in qualche dialetto piemontese) un Maine Coon di Vigevano che è nel Guinnes dei Primati come gatto più lungo del mondo, ben 119, 89 cm (il precedente detentore del record si chiamava Ludo, era di Wakefield, era lungo un cm di meno ed è morto ne 2013). L'effetto grandangolo accentua un po' la stazza, ma vi garantisco che è proprio "'na bestia" di gatto. Vedere un Maine Coon è un'esperienza, vedere un grosso maschio di Maine Coon è un'esperienza più grossa. I Maine Coon meritano assolutamente il soprannome di Gigante Gentile che gli danno negli USA, perchè in genere sono dolcissimi. C'erano molti allevatori di Maine Coon e anche molti visitatori con Maine Coon al seguito (hanno un carattere docile, a volte quasi canino, ad esempio si adattano bene al guinzaglio). E' una razza molto di moda. Maine Coon in passeggino per gatti o cani non troppo grossi. Maine Coon (non so se puro) sempre in passeggino, fotografatissimo perchè aveva gli occhi di colori diversi. Ho letto che in alcune razze la diversa colorazione è associata alla sordità dal lato dell'orecchio azzurro (associata al colore bianco, codificato dallo stesso gene, in pratica un gatto bianco con gli occhi azzurri spesso è sordo). Ho finito il giro, la cat body model non ha ancora finito, ma non ho voglia di aspettare, chiedo di poterla fotografare intanto che si sta facendo un selfie, lei accetta ridendo. Fuori, gli scultori stanno terminando le loro opere. E questo è tutto. PS Tutte le foto scattate con Nikon D500, Sigma 17-70mm f2.8-4 C, e flash Godox V860 quando possibile.
    2 punti
  3. Primo esemplare arrivato in negozio da New Old Camera di Milano, mi avvisano che mi aspetta. Mi "precipito" a prenderlo. L'attenzione per i clienti di Ryuichi Watanabe e del suo ottimo staff è impagabile e quindi i ringraziamenti non bastano. Per tutto il resto c'è la Visa Non ho voluto aprirlo fino a casa. Qui avevo appena rotto il sigillo di garanzia Nital. ho lasciato il bollino con il prezzo di NOC per ricordo. Ma apriamo con impazienza la scatola. Che è del tutto analoga a quella del Nikon 70-200/2.8. I due oggetti non hanno nemmeno una lontana parentela ma alcune similitudini l'astuccio morbido, ben conosciuto manuali, garanzia internazionale, cinghietta apriamo ancora per liberare il gioiello dalle tante protezioni che lo tengono al sicuro dai corrieri ed eccolo qui ! il paraluce è fasciato e costretto al suo posto da imbottiture in spugna sintetica. Paraluce e obiettivo, niente più. il tappo da 95mm è uguale a quello del Nikon 200-500/5.6E made in Cina come tutto il resto su un lato c'è il blocco di sicurezza, come sul 70-200/2.8 matricola 1754. Insomma ne stanno producendo un pò ! Eccolo qui con il paraluce montato bilanciato sull'attacco del treppiedi l'ultima lente è molto interna il supporto del collarino è marchiato 500mm. Perchè per tutto il resto è del tutto identico a quello del 70-200/2.8 l'obiettivo ha diversi pulsanti di memoria che si impostano con il comando principale posto all'inizio del fusto la bottoniera è complessa ma del tutto analoga a tutti gli altri supertele Nikon. Il limitatore della messa a fuoco parte da 8metri (la distanza minima è di 3m) la classica piastrina con le caratteristiche dell'obiettivo e la scala delle distanze uno dei bottoni delle memorie di messa a fuoco vista di 3/4 i due primi obiettivi a diffrazione (Phase Fresnel) di Nikon : a sinistra il 300/4E PF con il suo paraluce il paraluce del 300mm è di passo 77mm e sta comodamente dentro a quello del 500mm a confronto con il Nikon 70-200/2.8E FL e il trio di obiettivi che saranno i miei compagni di gioco nei prossimi anni. ancora un dettaglio del sistema per il treppiedi del 500/4E PF. Purtroppo è identico a quello del 70-200/2.8 quindi non compatibile Arca Swiss. Per fortuna è identico a quello del 70-200/2.8 e quindi il piedino si può facilmente sostituire con uno aftermarket (20 euro da Amazon) perfettamente compatibile con l'obiettivo e con le teste Arca Swiss. a confronto dimensionale con il mio 500/4 : hanno solo la forma analoga ma il 500/5.6E PF quasi scompare dentro al solo paraluce del 500/4 ! Capirete la differente mole quando messo in batteria ... ancora sulla mia Nikon D5 il piedino del 500/5.6 e quello del 70-200/2.8E. Adesso non so più quale sia l'uno e quale l'altro ! La D5 in bilico finalmente in mano mia. Montato e preso in mano è compatto e leggero come da attese. Praticamente come un 70-200/2.8. Fattore di cui bisogna tener conto quando lo si usa, perchè ... è talmente leggero che bisogna trattenere il respiro per non far ballare l'inquadratura. Alcuni scatti di prova, seguirà poi un test più approfondito (domani mattina si va in autodromo). Dalla finestra f/5.6, 1/250'', VR su Normal, ISO 100 vari diaframmi, da f/5.6 ad f/22 e ritorno, ISO da 110 a 1800, sempre 1/250'' a mano libera stabilizzatore, a mano libera in interni, auto-iso, luce LED, da 1/30'' ad 1/250''. sempre ad f/5.6 tre scatti di prova in luce LED, F/5.6, 1/100'', auto-iso Primo giudizio sommario. - bellissimissimo ! - del tutto simile per ingombro ad un 70-200/2.8 con un TC-14 montato dietro, salvo il paraluce - peso del tutto simile a quello del 70-200/2.8 - sta benissimo in mano anche con la D850 senza battery-grip - nessuna fatica d'uso - l'autofocus sembra adeguatamente veloce (ma proverò in pista) - lo stabilizzatore è efficiente ma a tempi molto lenti, in raffica ... non è sufficiente, bisogna dargli il tempo di intervenire - nitidezza elevata a distanze brevi e medie, poi interviene la qualità dell'aria (come per tutti i superteleobiettivi) - bisogna ricordarsi di aver in mano ... un 500mm per altre considerazioni vi rimando al prossimo test più completo. Fino ad allora ... .... Sayonara !
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  4. Airshow Festa Al Cel 2018, Lleida - Spain Nikon D5, 80-400 e 24-120
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  6. Nikkor AF-S 85mm @ f 1,4, iso 125, 1/100.
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  7. Lo spunto anche se sembrerebbe poco credibile me lo hanno dato le " Lapi ", cioè la riproduzione di modellini, visto quelle sono andato a frugare nei ricordi e, per questo mio cognato si difende assai; il problema era recuperare qualche suo lavoro senza dover attraversare la città ed anche oltre partendo da casa mia.. pensa tu che penso io, i presepi li ho messi.. in tutte le salse, e cosa avrei ancora? ma i Samurai, mi sono detto, che li costruì e me li regalo alla fine degl'anni 70 e inizio forse 80, del secolo scorso ( fa un certo effetto dire questo: il secolo scorso.. ) ora altro problema era dove li ho messi, trovato.. dopo tre scatole eccoli, ora sono alti circa 50mm o poco meno, visto i soggetti come li fotografo? soli?.. forse no, mettiamo uno sfondo mi sono detto.. ed ecco la mia vera personalità del rompiscatole che è emersa, mando una mail ad alberto 73, non " Nipponico " di NL il quale mi manda alcuni scatti, ma non li vedevo.. ieri mi sono fatto una ricerca sulla rete e qualche cosa è emerso,; fatte le mie prove e nel primo pomeriggio gli scatti, che presento a lor messeri; ecco gli scatti: Il primo scatto con un castello Giapponese come sfondo, avevo pensato di mascherare la base ma.. non dico chi, ma si sentivano dei brontolii... e quindi ho desistito Ruotato e due.. Altra vista con altro sfondo.. ma mi piace di più il precedente, questo è troppo vicino.. Ed ecco i due samurai, con lo sfondo il supporto della foto per il fondale, si mede il metro da sarto, per calcolare la dimensione della stampa Il set visto in posizione più aperta, sullo sfondo la scatola da scarpe che supporta la stampa del castello Giapponese, scusate ma non ricordo il nome.. Questa è la base di partenza, all'origine erano due militari britannici della II guerra mondiale, modificati pesantemente poi dopo la mascheratura la colorazione, onestamente devo dire che poi nel tempo creo cose più belle, ma questi erano i primi che mi regalò.. quindi per buona parte la ragione è sentimentale. Ringrazio alberto 73, per il supporto e spero che almeno un pochino vi piaccia.. beh poi in serata sarete saremo tutti arrapati con quel fantastico mini-obice che è stato usato questa mattina a Monza..
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  8. Autodromo Nazionale di Monza, seconda Variante ISO 100, 1/320'', f/7.1, picture control su standard, nitidezza 5, saturazione +1, wb auto preserva toni caldi Primo test in autodromo (qui)
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  11. Questa settimana è veramente difficile. Per cui ne carico tre, tutte dedicate a chi ha paura di portare obiettivi pesanti in montagna. Per la cronaca, i primi cervi di stagione. Due belle ragazze! Gli scarponi sanno quanto li ho cercati nelle ultime 2 settimane.... D5+500E su treppiede. Ma ho scoperto che lo stabilizzatore del 500E è di una classe a parte (1/30 su monopiede), per cui d'ora in poi tirerò via un paio di kg dallo zaino. Luce, esposizione e situazioni moooolto variabili. A me la natura piace sempre, ma quando tira fuori il carattere anche di più.
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  12. Nikkor 70 - 200 FL @ f 3.2, iso 4000, 1/250, 175mm.
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  13. Foto dell'ultima settimana, in val d'Orcia, D500+Sigma 10-20 f3,5
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  15. D 850 + Nikkor 70 - 200 F/2.8E FL # F 3.5, iso 160, 1/1250, 200mm.
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  16. Anche ieri giro in montagna, sempre alla ricerca dei Tortolini che anche ieri non ho trovato (ma ho fatto 12km su e giù per i monti tra neve, pioggia e qualche raggio di sole). Ma volevo provare comunque il 500 nuovo e quindi, facendo mio il detto "se hai solo limoni fai una limonata", ho fatto qualche scatto alle marmotte, almeno loro non mancano mai. Nikon D5, Nikon 500/4E FL - 1/1000 f8 500ISO
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  17. Ieri, uscita "veloce" per cercare i tortolini, che non ho trovato (ma visto quanto ho girato sono proprio sicuro che non fossero in zona: 3 ore a binocolare, 8km di zig zag tra colli e praterie). Avrei voluto fotografarli così (D5 su 70-200/4, 1/500 F4 - 100ISO). Sarà per la prossima volta! E questa, visto che il 70-200 era la lente più grandangolare che avevo, una panoramica a mano libera di quello che avevo davanti - 14 scatti uniti in automatico in LR. Il file fa un pò impressione: 16747x5431: 91mpix (D5 su 70-200/4 a 70, 1/200 F8 - 100ISO). Una sgambata in montagna, anche se non fotografo, a me apre sempre il cuore.
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