Questo reportage non è incentrato tanto sui gatti (anche se i gatti c'entrano), quanto su ciò che ci "gira intorno", compresi i loro fan, è piccolo e condito di un pizzico di ironia.
Siamo al "Festival dei Gatti", una fiera che si tiene oggi e domani a Villa Castelbarco, a Vaprio D'Adda (MI).
Ci sono stato più che altro per curiosità, visto che esponevano alcune razze feline che non avevo mai visto dal vero. Sapevo che non avrei trovato modo di fare foto significative ai gatti, ma mi son portato un po' attrezzatura perché ...non si sa mai.
Mi sono divertito quasi di più a vedere la gente che c'era, che i gatti.
Andiamo con ordine:
Arrivo: Scultura felina. Nell'area antistante la villa c'erano degli artisti del legno intenti ad scolpire felini tridimensionali o a bassorilievo.
All'interno della villa seguo il percorso segnato da frecce: incontro la modella del cat-body-art che, su richiesta, si lascia fotografare ma con l'asciugamano perchè ancora "svestita". Più tardi sarà possibile fotografarla "decorata".
Segue una mostra fotografica con ottime foto delle varie razze feline.
Merchandising!! Quello dei pet (animali da compagnia) è un business multimilionario, per cui non mancano gli stand di settore. Oltre a quelle con il cibo, le lettiere e l'accessoristica, le bancarelle di bazzeccole ad ispirazione felina erano innumerevoli, l'abbondanza di ninnoli era quasi inquietante.
Ogni tanto una molto graziosa venditrice di cose gattesche.
E questo cosa c'entra in un festival dei gatti?
Serve a raccogliere i ...gattini! (non spaventatevi, in Lombardia così son detti i mucchietti di polvere che si accumulano sul pavimento, non so se anche in altre regioni).
C'era anche un nutrita serie di stand delle associazioni protezionistiche che non erano fotogenici anche se forse erano l'iniziativa più utile della manifestazione.
Arte felina, molti i pittori e disegnatori, a destra appare una cat girl con bombetta orecchiuta.
Arte felina. C'era una piccola ma molto graziosa mostra di foto di Marianna Zampieri, dedicata ai gatti di Venezia.
Marianna Zampieri mi dedica il suo libro, contenta di aver conosciuto un altro fotografo di gatti. Il cartellino del prezzo si riferisce alle borse di tela su cui si era appoggiata per scrivere, non al libro, naturalmente.
C'erano anche molti stand di Pet Photographers, che si facevano pubblicità oppure offrivano un ritratto "professionale", sul posto, al tuo animale con o senza di te.
Altre curiosità:
Stands di counselling felino, dove puoi esporre i problemi di comunicazione che hai col tuo gatto e loro ti spiegano dove sbagli e come rimediare. Affollatissimo.
Tengono anche un corso di formazione con tanto di attestato di "consulente di comportamento del gatto".
Se pensate che sia una stranezza... non sapete chi è Jackson Galaxy! (cercate su Youtube e Wikipedia e, se non siete del giro, resterete di sasso).
Sì, ma in questo festival dei gatti, i gatti dov'erano ?
C'erano, naturalmente, ma per lo più erano tenuti ingabbiati per evitare la fuga e soprattutto lo smanacciamento a morte da parte di orde di fan. Periodicamente prendevano un pochino d'aria. In molti casi era anche vietato l'uso del flash, giustamente, per cui fare foto decenti non era per nulla semplice.
C'erano soprattutto razze costose, come i bellissimi (e carissimi) Bengal, razza la cui creazione non mi rende felice, in quanto risultato di ibridazione fra gatto domestico e Gatto Leopardo dell'India e Sud Est Asiatico, un animale selvatico. Occorrono tre generazioni di reincroci con esemplari domestici perchè perda il carattere selvatico.
Quello sotto è un Sacro di Birmania, docilissimo, era possibile accarezzarlo solo previa abluzione delle mani con amuchina.
Fai piano, che sono di razza nobile io!
Eccolo con l'allevatore, l'espressione (quella del gatto) è un po' del tipo quando si va a casa?
C'erano i grandi, dolci Siberiani, che sono tra i gatti a pelo lungo più belli che ci siano (anche se io sono sempre per i gatti di strada ). No foto, sorry.
Ecco uno scocciatissimo British Shorthair che mi fa: "E tu che vuoi da me?"
poi si gira, ci ripensa e si volta di nuovo verso di me : " Intanto comincia col togliermi 'sto fiocco".
E questo è Barivel ("Monello" in qualche dialetto piemontese) un Maine Coon di Vigevano che è nel Guinnes dei Primati come gatto più lungo del mondo, ben 119, 89 cm (il precedente detentore del record si chiamava Ludo, era di Wakefield, era lungo un cm di meno ed è morto ne 2013).
L'effetto grandangolo accentua un po' la stazza, ma vi garantisco che è proprio "'na bestia" di gatto.
Vedere un Maine Coon è un'esperienza, vedere un grosso maschio di Maine Coon è un'esperienza più grossa. I Maine Coon meritano assolutamente il soprannome di Gigante Gentile che gli danno negli USA, perchè in genere sono dolcissimi.
C'erano molti allevatori di Maine Coon e anche molti visitatori con Maine Coon al seguito (hanno un carattere docile, a volte quasi canino, ad esempio si adattano bene al guinzaglio). E' una razza molto di moda.
Maine Coon in passeggino per gatti o cani non troppo grossi.
Maine Coon (non so se puro) sempre in passeggino, fotografatissimo perchè aveva gli occhi di colori diversi.
Ho letto che in alcune razze la diversa colorazione è associata alla sordità dal lato dell'orecchio azzurro (associata al colore bianco, codificato dallo stesso gene, in pratica un gatto bianco con gli occhi azzurri spesso è sordo).
Ho finito il giro, la cat body model non ha ancora finito, ma non ho voglia di aspettare, chiedo di poterla fotografare intanto che si sta facendo un selfie, lei accetta ridendo.
Fuori, gli scultori stanno terminando le loro opere.
E questo è tutto.
PS Tutte le foto scattate con Nikon D500, Sigma 17-70mm f2.8-4 C, e flash Godox V860 quando possibile.
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