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Mostra il contenuto con la massima reputazione di 31/10/2020 in tutte le aree

  1. Foreste Casentinesi, San Benedetto in Alpe. Cascate dell' Acquacheta, Autunno.
    3 punti
  2. Come quella del Castello Sforzesco, la colonia felina del Cimitero Monumentale è fra le pochissime colonie feline di Milano site in un contesto suggestivo. Milano conta centinaia di colonie feline, ma la maggior parte si trova in zone degradate, oppure di difficle accesso, a volte pericolose. Un altro paio sarebbero anche suggestive, quella del Tumbùn de San Marc o quella dei ruderi romani di Via Brisa, ma contano ormai solo uno-due gatti. La colonia felina del Cimitero Monumentale conta oltre una ventina di gatti. A differenza di quelli del Castello, che sono più o meno confinati in una zona della piazza d'armi o nei fossati, questi hanno libero accesso a tutto il Cimitero, che è enorme, e sono divisi in diverse "bande" che si sono spartite il territorio. Grazie alla disponibilità delle volontarie e dei volontari che li accudiscono, ho potuto individuare le zone più frequentate, altrimenti avrei potuto girare per un'intera mattina prima di vedere un gatto. Il mio scopo era riuscire a ricavare un portfolio e se fossi riuscito a raccogliere abbastanza immagini interessanti, farne un libro come per il Castello. Ero partito piuttosto fiducioso, ma mi sono reso conto che il "Progetto Monumentale" si sta rivelando più complesso del precedente. Credo che, ampiezza del territorio a parte, i motivi siano almeno due, ma se qualcuno di voi ha delle altre opinioni in merito lo ascolterò leggerò con molto interesse! Il motivo principale è la location, estremamente suggestiva, ma fin troppo presente, mentre il Castello Sforzesco come architettura si prestava ottimamente da quinta per ambientare i soggetti, qui le statue e i monumenti finiscono per creare sfondi troppo variegati quindi creare una certa confusione, oppure troppo significativi con il rischio che finiscano per competere col soggetto. E' molto impegnativo creare una relazione corretta fra il "soggetto gatto" e il contesto monumento/ambiente evitando che il gatto finisca per sembrare una comparsa casuale nella foto di un cimitero. Il secondo motivo è che, a parte qualche eccezione, i gatti sono più diffidenti, mi sono trovato costretto ad usare quasi sempre il 70-300 perchè non si lasciavano avvicinare, mentre avrei voluto usare più spesso una focale grandangolare per inquadrature un po' più ad effetto. Questa gatta fa eccezione, al contrario di quasi tutti i suoi compagni, non ha alcuna paura e se ne sta da sola lungo il viale centrale ad aspettare i visitatori per ricevere coccole. Con lei infatti ho potuto usare anche il grandangolo. Se invece si "stringe" sul soggetto si rischia di decontestualizzare, per cui ci si ritrova con dei gatti che sarebbero potuti essere stati da qualsiasi parte, come in questo caso: Una bella gatta che però potrebbe essere ovunque. Anche qui l'amico/a nero/a è bello, ma non si capisce bene dove sia. Per evitare questo rischio ho cercato sempre di includere elementi di contesto, anche appena un accenno. In certi casi sono venuti accostamenti interessanti, anche se non proprio nello spirito originario del progetto, ma bisogna essere flessibili . In postproduzione ho cercato spesso di creare atmosfere un po' gotiche, che era la mia intenzione originale. in altre occasioni ho cercato di attenuare gli elementi di sfondo che potevano distrarre, "sviluppando" in toni alti. Funziona? Forse sì, ma temo di finire per avere foto disomogenee nello stesso portfolio, o meglio due portfolii dal carattere opposto. Per quel che avevo in mente sarebbe stato meglio un cimitero di stile anglosassone, di quelli con alberi, cespugli e con le lapidi decrepite, suggestive ma non invadenti. In ogni caso credo che mi dovrò prendere una pausa "forzata", la userò per pensare se e come continuare. Nota tecnica: Tutte foto scattate con Nikon Z 6, 24-70 f4 S e 70-300 f4-5.6 P (tramite FTZ). Il 70-300P va benissimo sulla Z 6, lo abbiamo scritto in tanti e lo confermo, che peccato non sia Z nativo. Aggiornamento ottobre 2023, ho fatto un altro giro: Queste sono state scattate con Nikon Z8 e 24-200mm Z.
    2 punti
  3. Prima ancora che si profilasse all'orizzonte la pandemia del secolo, il 2020 sembrava dovesse essere ricordato anche per il passaggio del Giro d'Italia 2020 in molti luoghi a me cari, ma soprattutto nel paesino dove abito. Per fortuna, pur se in ritardo, tra molti forfet, squadre ritirate ed un clima nelle tappe in montagna inclemente per i corridori, alla fine "più o meno" ce l'hanno fatta, permettendoci di avere l'unico buon motivo di ricordare quest'annata... "dannata"! Per fortuna sono riuscito a ritagliarmi una pausa dal lavoro per riprendere l'avvenimento. Dico volutamente AVVENIMENTO perchè nonostante il calo di appeal del ciclismo il passaggio della "carovana rosa" in un paese rimane comunque nell'immaginario popolare un momento da ricordare, come dire "siamo famosi!". Potrebbe sembrare esagerato ma in fondo è più che umano... Immancabilmente il gruppo A.N.A. della zona ha addobbato le strade della zona e molti come sempre si sono prodigati a sistemare a tema le facciate. E anche le campane non hanno problemi di pari opportunità! Nell'attesa il pubblico già si prepara Anche la scuola elementare si è resa partecipe ed è bello vedere i bambini in prima fila ad assistere al passaggio... (per non parlare dei compiti per casa in tema ciclistico!) Purtroppo all'inizio tappa la velocità è elevata, il gruppone è compatto e non ci sono molte possibilità di riprendere degnamente il lato "sportivo" (ma per quello mi riprometto prima o poi di approfittare della salita dello Zoncolan...) Prendete questo e le immagini per quello che sono, impossibile slegarle dalla realtà che stiamo vivendo in questo autunno ma tuttavia come un tocco di colore nel grigiume generale...
    2 punti
  4. Da utilizzatore confermo quanto dice Mauro, il Nikon 300/4 PF è un ammazzasette. E' impagabile aver la possibilità di disporre di un 300mm così leggero, compatto e poco invadente. E' molto versatile sia sul paesaggio che nelle riprese generiche. Unico difetto: è per Nikon F Per lo sfuocato... io mi accontento Il controluce invece è stato criticato molto non so io anche qui non ho da lagnarmi. Invece mi fa felice poter avere un tele con me in ogni occasione, non si sa mai
    2 punti
  5. Titolone eccessivo, lo so, ma mi piace pensare che per questa JUv. Albanella minore appena volata (al max da un giorno) dal suo nido, sia tutto nuovo e da scoprire, come questo insetto.... D500+500mmPF+TCII 1,4x 1/4000 f10 ISO 2500 fine Luglio (era una covata ritardataria) dalla macchina, naturalmente mentre scattavo non avevo notato il passaggio dell'insetto che mi sono ritrovato in due fotogrammi.....
    2 punti
  6. Foto fatta alcuni anni fa, che ho ripescato e post prodotto. Fatta in ottobre sulla mia montagna, dalla strada dove il bosco è decisamente scosceso..... D750+50mm sigma Art 1/60 f11 Iso 650 scattata direttamente in Monocromatico Come sempre le Critiche i Consigli e gli Apprezzamenti sono Necessari......
    1 punto
  7. Se non ricordo male, recentemente NOC ne ha venduta una con 24-70mm f4 a 1690 euro.
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  8. Sempre il solito giorno di pioggia e sole. Quasi come è uscita dalla macchina....nessun ritaglio. Pareri e critiche..... necessari (ma siate buoni )
    1 punto
  9. Piemonte e Liguria sembra vogliano contendersi il primato della "sfiga da alluvione". Questa volta è toccato al Piemonte orientale, qualche giorno di pioggia concentrato sul bacino idrografico del Sesia e si sono contati morti e milioni di euro di danni. Un'alluvione flash, questa di inizio autunno 2020, in confronto agli 8 giorni di pioggia consecutivi del novembre del 1994, e la cosa deve indurre maggiore inquietudine. Ma queste sono faccende degli uomini, per i fiumi, per le aste fluviali, i rigonfiamenti stagionali sono una benedizione. Sul Sesia "era" normale attendersi un paio di piene annuali, piene in grado di spostare milioni di tonnellate di ciottoli e sabbia in una vera azione di pulizia biologica del corso fluviale . Negli ultimi anni il meccanismo si è inceppato, i pioppi hanno colonizzato greti e gerbidi ed il fiume è rimasto inchiodato al letto tracciato venti anni fa, un letto che, nei rami laterali, appariva fangoso e lontano dalla natura di torrente sub alpino quale è il Sesia. Questo fino a domenica 3 ottobre 2020. Nella notte tra sabato e domenica 3 ottobre il livello del fiume ha superato (di poco) l'argine orientale come si vede dal deposito lasciato sulla strada arginale. Più a monte ha rotto il contenimento inondando i campi. All'interno dell'argine, nel bosco del parco delle lame, l'acqua ha raggiunto livelli record, andando ad inondare punti dove nemmeno nel lontano 1994 era arrivato. Dall'argine ho osservato l'acqua color caffè e latte turbinare con violenza in punti dove meno di una settimana prima passeggiavo con il treppiede a spalla. Fiducioso nei miei stivali a cosciale ho provato ad addentrarmi lungo la stradina d'accesso, ma dopo due soli passi la profondità era tale da non poter proseguire. costretto al rientro mi riprometto di tornare appena il fiume rientrerà nel suo alveo normale. E così il 10 ottobre sono nel parco a misurare l'effetto della piena sul bosco di San Nazzaro. Uno shock, giuro. In 25 anni di alluvioni e bizze del fiume ne ho viste tante, ma questa volta è diverso, questa volta il fiume si è schiantato sui miei sentieri, cancellandoli completamente. La topografia del luogo che conoscevo non esiste più, non ci sono più i riferiementi ultra decennali che mi consentivano di orientarmi anche nel buio pesto. La pista principale è stata cancellata, la radura grande dove pascolano i caprioli semplicemente non esiste più. Per tentare di rendere l'idea del "prima" ho cercato in archivio qualche immagine di luoghi noti. Spero possa rendere il senso di straniamento che ho io. INGRESSO DEL PARCO 2011-ESTATE 2020 INGRESSO PARCO 10 OTTOBRE 2020 STRADA DI ACCESSO 2011-ESTATE 2020 STRADA DI ACCESSO 10 OTTOBRE 2020 GUADO DELLA LAMA GRANDE ESTATE 2019 GUADO DELLA LAMA GRANDE 10 OTTOBRE 2020 LAMA GRANDE SETTEMBRE 2020 LAMA GRANDE 10 OTTOBRE 2020 RADURA A NORD DELLA LAMA GRANDE LUGLIO 2019 RADURA A NORD DELLA LAMA GRANDE 10 OTTOBRE 2020 In sostanza, come sospettavo, luoghi come la Lama grande non hanno subito particolari effetti, anzi sono stati ripuliti dal fango di sedimentazione che negli anni condurrebbe all'interramento dello specchio d'acqua. Questa Lama resiste da troppi anni, segno che il fiume ogni tanto arriva fin qui. Per il bosco invece è differente. L'azione dell'acqua corrente ha strappato via il terreno portando alla luce il sottostante, antico, greto fluviale. Molti alberi hanno perso il loro ancoraggio e sono stati sradicati andando a creare enormi accumuli di detriti, accumuli che hanno prodotto un effetto benefico verso il bosco a valle. Evidentemente le dighe di detriti producono una importante riduzione della velocità dell'acqua depotenziando l'azione di dilavamento del terreno. Ciò riduce rischio di sradicamento degli alberi più a valle come dimostra l'immagine seguente dove il passaggio dell'acqua non ha neppure piegato le erbacce. Più a valle ho registrato i segni di fango sui tronchi ed uno spesso strato limo depositato, tutte evidenze di una lenta sedimentazione cioè di un flusso d'acqua molto calmo. Capriolo di passaggio Cinghiali al trotto In questa immagine si vede molto bene il massimo livello raggiunto dal fiume. Ebbene, i miei piedi si trovano a 4.5 m sopra il normale livello del Sesia. Lo strato di fango ha reso evidente la rapida "ricolonizzazione" del bosco da parte di tutti i suoi abitanti. Cinghiali, caprioli, nutrie, tassi e volpi sono rientrati nel loro bosco. Nutria e ratto Volpe Tasso Con una certa difficoltà (non ci sono più i passaggi che conoscevo) sono comunque riuscito a raggiungere il fiume. Paradossalmente il corso principale non ha subito particolari alterazioni, in altri termini data l'azione sul bosco mi sarei aspettato qualcosa di più, invece il fiume è sempre quello di prima. Riporto qualche immagine di confronto. ESTATE 2020 OTTOBRE 2020 ESTATE 2020 OTTOBRE 2020 Faccio solo osservare che la cuspide di ciottoli della foto di Ottobre si trova 60-80 metri più a valle rispetto alla stessa cuspide ripresa in estate. La piena ha ripulito il fiume ma ha anche spostato, come previsto, incredibili quantità di materiale. Il fiume ora è semplicemente splendido. ---------------------------------------------- Tornando invece alle tristi vicende umane, poiché l'Italia si sta facendo notare in tutto il mondo per i suoi ponti stradali, non poteva mancare in questa occasione una ulteriore conferma di una qualche perdita di consuetudine con il calcestruzzo. Da Romagnano per andare a Gattinara, per un po' si dovrà fare il giro largo.
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  10. Ho avuto il 300 f4 AFS e adesso ho il Pf. Ne ho anche scritto spesso. Concordo con Mauro: se lo sfondo è neutro, il 300 PF vince per trasportabilità, velocità Af, presenza della stabilizzazione e nitidezza, soprattutto al centro. Se invece davanti o dietro il soggetto ci sono strutture complesse, come nel mio caso potevano essere rami e simili, l'effetto "sdoppiatura" del fuori fuoco non è proprio il massimo; sotto questo aspetto il 300 AFS è meglio (ma va considerato di cambiare il collare originale per il cavalletto con uno più stabile).
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  11. Scattata il quattro ottobre, domenica; è la galleria della fermata MM Duomo, in tarda mattinata. Nikon Z 6 e 24-70mm f4.
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  12. Con la speranza che non ci sia un'altra chiusura totale che ci costringerà a barricarci in casa, ho approfittato delle due giornate di sole per fare un tour fotografico in Oltrepo Pavese , per ammirare i colori dell'autunno. Spero di esserci riuscito . Le prime quattro sono state scattate in zona Santa Maria della Versa- Ruino (consiglio di andare a mangiare nell'agriturismo Wildmann) La cinque e la sei dall'Eremo di San Alberto di Butrio, dove c'è un belvedere e questa quercia secolare, oltre ad un silenzio e una pace che è raro trovare. No il sabato e domenica. Ho scoperto che essendoci boschi di castagni, il weekend è pieno di famiglie intenti alla raccolta delle stesse ,con caos che non vi dico. La sette e la otto in Val di Nizza La nove è il torrente Staffora in Zona Godiasco Critiche e commenti sempre graditi
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  13. Vi son dei pomeriggi che quando il cielo e' contrastato da nuvole mi piace raggiungere il porto di Trani ed attendo l'arrivo dei pescherecci in rientro. Questa volta le imbarcazioni erano tutte ferme in ormeggio causa mare mosso. Nel bel mentre ho notato l'approssimarsi di alcune barche a vela dirette da ragazzi del locale centro velico. In quella solitudine pomeridiana, quando quasi tutti sono in casa appena dopo pranzato, io preferivo immergermi nella quiete che sempre mi infonde il mare.
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  14. Guarda, su questo argomento la scelta è molto personale. Credo che in certi casi una leggera variazione sia appropriata e in certi casi no. Nella prima immagine prevalgono colori più delicati e soprattutto in alto a destra non ci sono alte luci e questo offre un'esposizione più bilanciata su tutto il fotogramma ma contrasti molto sacrificati. Nel secondo caso, viceversa, c'è un maggior dettaglio (anche colorimetrico) sull'acqua mossa ma a scapito delle alte luci sul cielo a dx del fotogramma. Non saprei cosa suggerirti, in post produzione non sono certo un mago, tutt'altro. Ma lo scatto è buono, qualche ora di tentativi ce la perderei sopra, magari ricorrendo a maschere di livello e lavorando in maniera non distruttiva sui contrasti dinamici, le opzioni non mancano.
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  15. Ho come la sensazione che in questo campo da gioco ci siano solo due squadre. Di questa competizione si era quasi persa la memoria. Mi piace.
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  16. Quando ci fossero nella scatola. Oggi, come al solito, si ragiona in funzione di chi non sa cosa farsene di quella che invece è una risorsa in alcuni casi preziosa. Se non altro per i parametri di targa. Avessi avuto quello della Z5, anche solo scaricabile, mi sarei tolto dei dubbi che invece mi sono rimasti. Oltre a fotografare infatti io...leggo.
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  17. Si indirizza al suo ormeggio
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  18. Anche oggi, durante la passeggiata pomeridiana. Girivagando per la darsena aspettando il rientro dei pescherecci.
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  19. Giusto per giocare. Sovraimpressione di un mio scatto del mio Magach 6B Gal in scala 1/35 su una foto di repertorio di Beirut durante l'invasione israeliana del 1982. Fatto con Photoschop con pochi click e tre livelli. La foto è virata sul giallo per simulare sia la luce che la cattiva conservazione dei negativi di 40 anni fa (il mio scatto, in focus stacking, è illuminato da flash a 5600 K).
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  20. Ciao Silvio, quello che manca é l’individuazione del soggetto che ti interessava: Marilyn ! Io avrei sfruttato le linee che avevi a disposizione, stretto di più sul soggetto, magari allontanandomi ma usando una focale meno grandangolare, magari anche con un formato diverso... allego un esempio che possa darti un’indicazione della mia visione di quel luogo (che da milanese conosco anch’io) partendo proprio dalla tua immagine:
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  21. Propongo anche io una selezione di scatti fatta quest'estate in Trentino. Cles col suo castello stesso posto ma senza castello. lago di Tavon Castel Thun Laghetti dei masi Caldes Giardino della Rosa (ma di questo potrei fare un articolo a parte sul blog anche se la maggior parte dei fiori non c'erano perché fioriscono in altre stagioni)
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  22. Un vecchio viaggio fatto tra i parchi della Tanzania. Non i soliti viaggi di gruppo, ma singolo, io, mia moglie e mio figlio, Cinga, la nostra guida, e visita ad alcune aree fuori dalle normali zone più turistiche. Due corpi Nikon, una D2xs e una D200, quasi tutte con il 70-200 VR duplicato. Queste sono state fatte in un piccolo villaggio Masai nel Serengeti.
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  23. Sono centinaia le foto, tra popoli, animali e natura è sicuramente una bella esperienza. Io l'ho fatta nel mese di agosto quando c'è la migrazione degli Gnù dal Serengeti (Tanzania) al Masai Mara (Kenya). Un milione di Gnù che in file parallele camminano, sbuffando ed alzando polvere.
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