Vai al contenuto

Classifica

Contenuto Popolare

Mostra il contenuto con la massima reputazione di 02/09/2020 in tutte le aree

  1. Una notte a Venezia, sfidando il meteo pessimo, con tanti spunti e alcuni amici. Foto scattate con Z6 e 24-70/4 S, 14-30/4 S e il mio 21 Distagon Zeiss, che continuo a ritenere la mia ottica migliore e che spero un giorno possa esistere nativo per Z.
    5 punti
  2. Grandi fotografi come fonte di ispirazione ? Si, troppo facile, specie se quel fotografo è attivo nel nostro genere. Ma perchè non un pittore ? La fotografia può diventare come la pittura, se l'occhio del fotografo è sensibile. Beninteso, non per scimmiottare, né per replicare. Solo per l'ispirazione. Che come nel caso di questo pittore, per indole artistica e stile, mi si confà perfettamente. Il '600 è l'apoteosi del chiaroscuro nel colore. In particolare, ma non solo, nella scuola lombarda di quel secolo, ricco per le arti più dei precedenti, si sviluppa uno stile di chiaroscuro che parte da un tratto estremamente realistico. Le figure sono dettagliate e non abbozzate come nelle scuole olandesi e spagnole. Ma soprattutto lo studio della luce porta all'estremo. Il chiaro è la vita, il nero è la morte. In mezzo le transizioni sono nette, forti, violente. Come, lo sappiamo per i tanti ritratti romanzati che ci hanno propinato per decenni, è stata la vita di Caravaggio. Andiamo nel vivo, la Vocazione di Matteo è una straordinaria prova di un chiaroscuro magniloquente impiegato per guidare l'osservatore verso Matteo. La lama di luce penetra, unica fonte di colore, dalla finestra aperta che non si vede nel quadro. Mentre, misteriosa, c'è un'altra finestra che però non è nella direzione del sole ed è opaca. Le facce dei personaggi in vista sono vivide, sovraesposte, tutte le parti in opposizione di luce rasentano il nero. Ma al vero questo quadro è leggibile in ogni parte. Solo ci sono fortissime differenze di esposizione. Come vedete, al di là del soggetto, del significato del quadro, il linguaggio è quello dei fotografi. Tale e quale. E allo stesso modo, anche senza esposimetro ma con tanto, tanto colore e tanto, tanto nero d'avorio, ha ragionato il pittore. il tono è giallo, come la luce del sole italiano. Ma anche come i lumi e le candele. Il bilanciamento del bianco così, non serve. La cena di Emmaus, versione di Londra. La luce è più bianca ma nella realtà in questa scena non c'è. Le ombre sono al servizio dell'espressione, non necessariamente della geometria. Ma sono nette dove serve, più sfumate dove non serve. Sempre, tranne nel personaggio di spalle, i volti in luce, esposti al limite della bruciatura. I bianchi che modulano in tutte le tonalità. E i rossi vivi, mentre tutti gli altri toni si confondono tra loro. la versione milanese dello stesso quadro, è di un altro tono, perchè vuole essere meno retorica, più intimista, più raccolta. Il senso è lo stesso ma il dettaglio di un altro livello, perchè la luce è più diffusa, così come le ombre. torniamo alle tinte molto forti e alle luci esasperate nel San Gerolamo e il teschio mentre è più vicino alla seconda Cena di Emmaus il San Tommaso che tocca incredulo la ferita del costato di Gesù forta ma qui non è riprodotta bene la scena della flagellazione. Anche qui la luce è al servizio dell'immagine, non necessariamente della geometria analitica. e per finire la decollazione di San Giovanni, una scena ampia, con la luce assoluta protagonista, al di là di quanto succede sul ... set. Ho scelto questi quadri per rappresentare un'idea. A me piace l'opera di Wagner e la seguo anche se non capisco una parola del tedesco antico in cui cantano i protagonisti. Ma anche quella musica vive di chiaroscuri, il dramma sinceramente non ha bisogno di parole per spiegarsi, le contrapposizioni di silenzi e di esplosioni di colore sonoro bastano. Almeno a me. E anche qui, seppur le scene, tipiche di quegli anni, non mi dicano molto, nemmeno nelle posture molto .... fantasiose, la luce, il colore, quelli mi parlano e mi ... ispirano. Per questo, molto spesso vado a cercarmi luci come queste. E quando non sono esattamente come piacerebbe a me o come sarebbe necessario, intervengo nello sviluppo. Anche di forza, quando serve. Con il pennello, con quello grosso, intinto a pieno nel nero o nel giallo ocra. *** Ripeto, nessun tentativo di scimmiottare Caravaggio anche quando il tema è attiguo ai suoi come sarebbe facilissimo ma andando a tutt'altro scenario, a me viene naturale vedere la scena per come ce l'ho in testa anche se nella realtà, non ci sono tutti quei chiaroscuri, solo un pò ... e mi spingo anche oltre Caravaggio nel ritratto più stretto, dove in verità il pittore era più di maniera che nelle grandi scene e perchè no, anche nel nudo, perchè è la luce che conta, non la scena *** In teoria si potrebbe spingere anche nel bianco e nero, il chiaroscuro nasce negli schizzi con la sanguigna e il carboncino, dove non si possono fare tanti giochi di sfumature ma i toni devono sempre essere netti. Ma Caravaggio è il maestro del colore, dei rossi, dei gialli, dei neri, dei marroni. Ripeto, nessun intento di imitazione né, sacrilegio, dissacratorio. Caravaggio sta nell'Olimpo, dove nessun fotografo può avventurarsi senza salvacondotto. Ma spero di avervi incuriositi, vista la richiesta di tematiche culturali che avete espresso nel recente sondaggio di opinione sugli articoli di Nikonland. Sarà così ? Lo vedremo nei commenti.
    5 punti
  3. Ho avuto la fortuna di poter usare a lungo il sample del Nikkor Z 70-200/2.8 in questi mesi, mentre attendevamo pazienti la data di consegna. Potete leggere i vari articoli che ho scritto al riguardo in questa stessa sezione. Ma ecco finalmente che l'agognato pacco arriva con il MIO esemplare. Che, sorpresa, è accompagnato da entrambi i nuovi teleconverter che Nikon ci ha fatto tanto agognare ... ma che per fortuna arrivano a solo un mese dalla presentazione ufficiale. le tre scatole nel consueto stile della "nuova" Nikon : nero integrale con solo una sfumatura gialla. E' tutto materiale di distribuzione ufficiale Nital Spa per l'Italia con garanzia 4 anni che ho acquistato per me. il terzetto in bella mostra i due teleconverter confronto all'americana tra il nuovo TC 2.0x Z e il TC20E III per reflex dettaglio dei due tappi che devono coprire e proteggere la parte sporgente dell'ottica. Sull'esterno del tappo è ben serigrafata l'azione da evitare .... tentare di sfondare il sensore infilando la parte che invece va verso l'ottica, dentro al corpo macchina ... il quartetto con in primo piano i due TC 1.x4, a sinistra il nuovo Z, a destra il TC14E II Unboxing, che come sempre prenderete con tanta indulgenza, fare il video e intanto anche l'attore, non è il mio mestiere. Per il momento perdonerete se non descrivo l'azione a voce, un giorno ci proverò ... per strapparvi un ulteriore sorriso. A seguire una vista dettagliata dei due oggetti. Sappiate che li stiamo guardando insieme per la prima volta. 1b.mp4 2b.mp4
    4 punti
  4. Visto il - tiepido - interesse per i SW di sviluppo e per la fotografia notturna, inizio a pubblicare il primo articolo di una serie - quanto lunga lo decideranno i lettori - sull'uso pratico di Capture One 20 for nikon. Come molti di noi, utilizzo Lightroom dalla prima versione. Ma alcuni mesi fa mi sono stufato delle penose prestazioni e, complice l'uscita delle versione scontata dedicata al mondo Nikon, ho deciso di comprare e provare Capture One 20 for Nikon. Devo dire che l'impatto, nelle prime ore, è stato problematico: tutto era nel posto sbagliato o funzionava in modo diverso. Ma subito dopo ho iniziato a capire, anche grazie alla enorme quantità di informazioni presenti sul sito del produttore, come funziona questo SW ed ora sto... per mollare il mondo Adobe! Sempre come molti di noi, fotografo in RAW. Questo, per beneficiare di tutte le possibilità, presuppone il fatto di fotografare pensando al risultato finale che si basa su un file NEF che catturi tutti i dati. A dire senza clip di informazioni ne' nelle alte luci ne' nelle ombre. Dati che hanno poi evidentemente bisogno di essere regolati con le giuste dosi di luminosità e contrasto. Per questo io in ripresa utilizzo sempre il picture style Neutral, l'unico che rende possibile vedere un istogramma molto vicino a come sono i dati in realtà. Ma veniamo a noi, abbandoniamo la teoria e passiamo alla pratica: per giudicare un sw di sviluppo occorre capire cosa può fare e quanto è semplice farlo. Cioè quanto è semplice passare da questo: a questo: in circa 20' di "lavoro". Qui ho fatto pochi, semplici ed intuitivi passaggi. Usando i livelli, cosi come li vedete nell'apposita sezione del menù. Li riepilogo di seguito: 1) Regolazione complessiva, sul Background. Cioè associare un profilo - qui lo "standard" in modo da non chiudere le ombre, regolare il bilanciamento del bianco e la luminosità (agendo sull'esposizione, che funziona esattamente come quella della macchina fotografica e la luminosità, che agisce sui toni medi, lasciando cioè inalterate ombre ed alte luci). Per il WB mi sono affidato a molti tutorial, ma mi sembra convincente. Nonostante quello che ci spacciano nei film, il cielo di notte non è blu! Il profilo è "Standard" per evitare il troppo contrasto del "Landscape" od il troppo poco del "Neutral". Esposizione e luminosità? ad occhio! Già perché quelle dipendono da come si vuole rendere la scena. Ed intanto vedete una feature di COne: la visione "prima e dopo" della fotografia... E notate come piccole variazioni producano già un apprezzabile risultato. 2) Ma io sono un perfezionista, per cui, con il timbro clone, ho ridotto la luminosità del riflesso sull'acqua del faro della stazione della funivia. E' un dettaglio.... ma mi dava fastidio. Ridotto e non cancellato! 3) Allo stesso modo, ho tolto alcuni puntini rossi nella zona scura a sinistra..... hot pixel? boh, stavano male.... 4) Iniziamo a fare sul serio: regoliamo il contrasto. Il contrasto, per tutte le fotografie, insieme all'esposizione è la regolazione più importante. Nella fotografia notturna è un problema particolare perché il comando "standard", il contrasto appunto, non fa altro che, contemporaneamente, rendere più chiaro ciò che è chiaro e più scuro ciò che è scuro. Qui il risultato sarebbe miserabile: è tutto scuro. E allora? Allora 3 operazioni: - Contrasto sui mezzi toni con una robusta iniezione di clarity, che è appunto, sostanzialmente, contrasto sui mezzi toni; - Piccolo recupero di luce sulle ombre con un giochino sui livelli (3 in input e 5 in output) - Curve!!!!! Nella regolazione mi è scappata la mano ed ho esagerato. Nessuno problema: ho regolato l'opacità al 70%, riducendo l'effetto complessivo (numero a destra nella barra arancione). 5) Ci occupiamo ora di altre tre, minime ma fondamentali, regolazioni locali. La prima è dedicata alle rive del lago. Ripristinare cioè la visione dei massi nell'ombra che i miei occhi mi garantivano quella notte. Come? selezione della zona con il pennello.... .... poi luminosità, clarity, structure e lo stesso giochino sui livelli: 6) Ora, sempre con il pennello, salto la screenshoot perché la tecnica è la stessa, ci prediamo cura del Cervino. Solo un pochino, ma è uno dei protagonisti della serata: tiriamolo fuori dall' ombra! In realtà ho aiutato il pennello con il luma range, sfruttando il fatto che la montagna è molto diversa dal cielo che la circonda. Se interessa, parleremo molto ancora delle capacità di selezione locale di Cone: da sole valgono l'acquisto! anche qui ho un po' ecceduto nei valori e riportato il tutto "in controllo" riducendo l'opacità. 7) E per ultima la protagonista: la via lattea! La selezioniamo con la Gradient Mask radiale e aumentiamo un po' contrasto, saturazione e luminosità. 8) Alcune stelle sono veramente al limite per la stampa (255 su ogni canale), cosa che porterebbe a far trasparire il colore della carta: non buono! Ed allora selezione con le maschere di luminosità delle alte luci e piccola riduzione di esposizione e con i livelli. E quindi.... da qui: a qui: Cioé, da qui: a qui: Pochi minuti di lavoro, la stessa foto... migliore! p.s.: questo vale come informazione per tutti quelli che non sono convinti che la Z6 abbia un sensore straordinario o che il 20mm f1.8S sia il miglior 20mm della storia di Nikon! p.s.2: per economia di tempo e per evitare di far addormentare il lettore occasionale non ho proprio scritto tutto... ma risponderò ad ogni domanda! Massimo Vignoli per Nikonland (c) 31/8/2020
    3 punti
  5. Juste avant l'éruption?Nikon Z7, Nikon Z24-200Iso 200, f:6,3, 1/400è
    3 punti
  6. Per la prima volta un fisheye rettilineare (a copertura dell'intero fotogramma) da 11mm in formato FX per bayonetta Nikon Z
    2 punti
  7. L'obiettivo è del tutto privo di contatti elettrici e comunque, nel menù degli obiettivi privi di CPU manca la focale in questione, dato che Nikon non ha mai prodotto un 11mm Il titolo dell'album si riferisce appunto a questo. La location è la baia di Calarossa a Terrasini, (PA) e la panchina è una delle cinque panchine letterarie sulla costiera della località, ognuna dedicata ad un letterato, questa a Peppino Tornatore, decorata dall'artista Luigi Chirco. https://palermo.meridionews.it/articolo/78884/litorale-di-terrasini-inaugurate-le-panchine-letterarie-per-guardare-lorizzonte-con-fiducia-e-speranza/ Io ci metto la Luce....
    2 punti
  8. Io sono stato obbligato a stampare in casa, perché tra una galleria e l'altra cominciava a diventare in spesa la produzione di stampe di qualità, certo perché esistono anche stampatori fine art industriali, che ho provato ma che non è capitato di radio di dover rimandare in stampa la foto, alla fine per un A2 di qualità su carta di pregio 50€ ci vogliono tutte. Se fai da te invece, c'è un risparmio, non iniziale perché bisogna informarsi, studiare e sperimentare, quindi all'inizio si buttano inchiostri e carte, solo con l'esperienza ed il tempo si capisce quale carta fa al caso di una specifica foto e come andrà lavorata per la stampa, è un lavoro che richiede pazienza. È vero bisogna investire un millino per la stampante, io ho scelto una canon pro 1000 a 12 inchiostri, 50€ a cartuccia fate i conti, che però onestamente dopo la prima installazione dove metà delle cartucce devono riempire i tubi (sulla A2, sulla A1 suppongo di più perché saranno tubi più lunghi) c'è da dire che di stampe se ne fanno parecchie con un set completo. Perché canon e non epson? Per le testimonianze dei colleghi che lamentavano tanti problemi di pulizia testine, canon ha un sistema che in caso di qualche ugello otturato, rileva la riga vuota e la riempie con un passaggio aggiuntivo. Le stampanti vanno usate, se per troppo tempo non si usano, gli inchiostri non funzionano a dovere, addirittura potrebbero seccare, se non uso la mia per qualche giorno, fa un ciclo di shakeraggio degli inchiostri che può impiegare anche minuti, quindi è opportuno organizzarsi quando si stampa, non fare un 20x30 e poi basta, si pianifica un certo flusso per ottimizzare il lavoro. Le stampanti richiedono manutenzione, la mia ha una cartuccia posteriore per lo scarto degli inchiostri di pulizia ugelli, che meno si usa la stampante e prima si riempie, però costa poco ed a differenza di alcune stampanti almeno non richiede l'intervento di assistenza per sostituire il tampone di scarto. Pesa 32kg non è un giocattolo e quando va spostata c'è una procedura da eseguire nel menù per muovere in sicurezza senza danneggiare nulla, è sempre uno strumento di precisione. Quindi stampare in casa se lo si fa assiduamente, conviene a patto di voler mettersi in gioco ed acquisire una competenza in più. Inoltre come ha già espresso Massimo, c'è una soddisfazione maggiore nel seguire tutto il processo dallo scatto alla carta, è come se sentirsi la foto completamente tua.
    2 punti
  9. Non mi ricordo mai la cifra esatta ma le stime parlano di miliardi di immagini riprese ogni giorno. La gran parte di queste immagini durano il tempo di condividerle. Ma ne restano milioni. Una parte è quella che scattiamo noi con le nostre fotocamere. Tante, tantissime immagini, spesso bellissime. Che sempre più spesso rischiano di restare al chiuso di un hard-disk. Magari dimenticate per anni. E' vero possiamo sempre guardarle a monitor. Il monitor da una visione immediata e semplice. Una volta finito si chiude e amen. Oppure anche sul televisore, anche qui è facile ed immediato. Ma nulla può sostituire lo stupore di una stampa, di qualunque formato sia. Ma soprattutto quando la stampa è di grande formato ed è fatta a regola d'arte. La carta non emette luce, e se è opaca non riflette nemmeno. E porta un dettaglio che difficilmente il miglior monitor è in grado di mostrarci, anche o soprattutto perchè non emette luce ma la assorbe. Una stampa ci parla. Ci ricorda sensazioni che nel mazzo di centinaia o di migliaia di scatti in una directory si stemperano. La carta ha una consistenza tattile reale che ci riavvicina al soggetto quanto un monitor, anche il più spettacolare, difficilmente potrà fare. Esistono tante carte, ognuna con un effetto differente. Gli artisti per secoli hanno scelto la carta più adatta al lavoro che avevano in mente. Oggi possiamo fare esattamente la stessa cosa anche noi. Una fotografia o una serie di fotografie stampate, saranno sempre a vista se valorizzate ed appese in casa. Nella mia stanza e nel mio studio ci sono decine di ritratti appesi. Paia di occhi che mi invitano a fare di meglio la prossima volta. Quindi stampiamole, le nostre foto. Almeno quelle che amiamo di più. Valorizziamole in questo modo. Sarà il miglior tributo che potremo dare alle spese fatte per farle (sia per l'attrezzatura che per scattarle). Stampiamole belle grandi. Stampiamole bene. Non lesiniamo quattro euro per avere fotografie stampate in modo mediocre. un 2:1 gigantesco appena intelaiato in uno studio professionale. Con lo stampatore orgoglioso del suo lavoro stampe più piccole, spedite per regalo alla persona ritratta : qui all'ispezione generale prima della spedizione. Si ma come stamparle ? In casa o fuori ? Questione di indole, di tiratura, di capacità e anche di interesse. Stampare in casa non è una cosa banale - sia in termini di costi che di impegno - e non è alla portata proprio di tutti ottenere risultati di grande qualità. Se si stampa in formati interessanti, fino al formato A2, bisognerà impegnare un migliaio di euro per la stampante. Ma i dolori verranno ad ogni cambio di cartucce. Le stampanti di oggi producono risultati eccezionali ma al costo di una decina - e più - di cartucce di inchiostri che le case si fanno pagare come champagne del 1936. E non crediate che risparmiare l'inchiostro porti a vantaggi. E' vero il contrario. Solo con tirature medie interessanti si ammortizzano i costi rispetto alla stampa fatta in un service o da uno stampatore. Peggio ancora, l'inutilizzo per un certo tempo della vostra stampante - parlo per esperienza - si traduce in blocchi, usure, danni agli ugelli e alle testine. Con costi di manutenzione e/o di riprestino che spesso rendono diseconomico mantenere in vita la stampante stessa. Ma è certo che poter stampare in casa, quando si vuole, controllando tutto il processo dallo scatto alla stampa passando per uno sviluppo adatto, può essere estremamente soddisfacente per chi ci sa fare. Quindi se magari una volta stampavate in casa le vostre fotografie scattate sulla pellicola o se vi affascina il procedimento di stampa, programmate un investimento importante in una bella stampante della marca che più vi attira e poi dedicate il tempo necessario ad affinare il processo. Se stampate molte decine di foto spesso e volentieri, non ve ne pentirete. la vedete al monitor e la stampante ve la materializza sotto i vostri occhi : è un processo affascinante che può ammaliare e legarvi a vita al rituale di stampa. La testina che avanza ritmica e il tamburo che avanza la carta passo-passo, fino alla fine mentre voi seguite l'azione che porta al risultato finale. Ma se invece non ne capite molto, non vi appassiona fare lo stampatore e volete delegare a chi sa il fatto suo un processo che è un'arte del tutto parallela a quella del fotografo, allora non ci pensate nemmeno, ci sono soluzioni alternative che non richiedono di impegnare capitali, comprare carta e spendere centinaia di euro in cartucce di inchiostro. Considerate che oltre ai costi diretti, la stampa in casa può riservare sorprese spiacevoli, guasti, a volte letali che vi fanno spendere centinaia di euro di riparazione della stampante, una stampantona richiede manutenzione ordinaria e straordinaria (che costa, anche solo in termini di inchiostro sprecato per pulire gli ugelli), per non parlare delle tante stampe che fallirete anche quando sarete molto esperti. Tutte cosette che delegando - a pagamento - la stampa a chi lo fa per mestiere, vi risparmierete guadagnando anche tanta serenità in più. Stampare fuori casa : service oppure stampatori artigianali ? Io ho lavorato per anni con uno stampatore artigianale estremamente competente e meticoloso, capace di valorizzare spesso ben oltre le mie aspettative ogni mia stampa. Se avete la fortuna di trovare una persona così, non cercate oltre. Magari non avrete la flessibilità di una grande società di service ma avrete tiraggi unici ed irripetibili. Ogni stampa che otterrete sarà una piccola opera d'arte, indimenticabile e capace di suscitare emozioni. Ma con costi naturalmente non paragonabili a quelli di un service industriale che stampa con processi automatizzati e stampanti a polvere. Diciamo la verità, sotto i formati minimi, la differenza non sarà eclatante. Si, cambierà la qualità della carta ma su un A4 o anche a volte un A3, sinceramente non vale la pena di scomodare una stampa artigianale. La stampa all'ingrosso può essere sufficiente se non è troppo becera. Mentre sui grandi formati non c'è storia, tutta a vantaggio di chi la stampa la fa a mano, magari con una tiratura molto bassa, come una volta facevano i tipografi con il torchietto a mano. Però ci sono anche le vie di mezzo e diversi service adesso si stanno attrezzando per fare stampe su carte di pregio e processi a getto d'inchiostro. In Italia e all'estero ce ne sono diversi, ognuno con una offerta e una gamma di prezzi per tutte le tasche. Io ho sperimentato a suo tempo Digitalpix che ancora utilizzo per le stampe veloci. Mentre sto testando WhiteWall che è un service che ha vinto svariati premi Eisa come migliore stampatore del mondo per diversi anni consecutivi. Stampe singole o libri fotografici ? Come dicevo, la carta, la stampa accurata, nulla può valorizzare la vostra foto come una bella stampa, magari fine-art con le migliori tecniche disponibili sul mercato. Ma questo ha un costo che può raggiungere livelli elevati se vi piacciono - come a me - le stampe molto grandi - e che richiede uno spazio importante dove appenderle. Perchè, perdonatemi, ma non c'è cosa più triste di conservare centinaia di stampe al chiuso in scatole che poi vi ricorderete di tirare fuori solo per mostrarle agli amici. Una alternativa non così qualitativa ma più economica sul numero e, soprattutto, facile da conservare, è il fotolibro. Oggi ci sono processi di stampa di qualità per libri fotografici fatti on-demand da voi stessi. Veri e propri libri con testo e foto, oppure anche solo album integralmente di immagini. Io ho sperimentato solo Blurb, anche per i passati libri di Nikonland (bei tempi !) che adesso propone anche un nuovo formato completamente piatto che consente una visione delle doppie pagine senza l'antipatica curvatura delle rilegatura che è dove va l'occhio ogni volta che si sfoglia il libro se viene proposta una fotografia a due pagine. Il costo unitario è elevato ma se pensate che dentro ci possono stare anche centinaia di fotografie ben stampate (anche se non al livello massimo possibile, è comunque un processo tipografico, non fine-art) in formato fino al 33x28cm, allora vedete che con un paio di 50x70cm di WhiteWall ci state dentro comodamente. E in più il libro è ristampabile, regalabile, addirittura, se volete, si può mettere in vendita tramite Blurb o anche Amazon se seguite le trafila burocratica di emissione del codice ISBN. la copertina del libro Nikonland 2011, ancora ordinabile per chi lo volesse da Blurb. Insomma, pensateci seriamente ! Se non stampate mai o se avete sempre rimandato, pensateci seriamente. Primo perchè è un'occasione per rivedere tutte le vostre foto, organizzarle, selezionarle, lavorarle al meglio e poi portarle su un supporto concreto che non mancherà di suscitarvi stupore per anni. E poi perchè la stampa vi prenderà la mano e vorrete avere fotografie più belle da poter stampare grandi-grandi. Perchè bisogna veramente amare tanto una fotografia per volerla stampare in grande su carta, tela, supporto rigido o su un libro fotografico per poi mostrarla o appenderla. Non tutte le fotografie se lo meritano ma la nostra fotografia si merita che noi ci impegniamo al meglio per ottenere scatti memorabili che su carta diventino parte del nostro ambiente, della nostra memoria, della nostra quotidinità. Fate come volete, da te o rivolgendovi a chi ci sa fare, ma stampatele, tante, al meglio, belle, belle grandi !
    1 punto
  10. Eccoli tutti e tre, accanto, paraluci innestati, FTZ collegato, estesi alla rispettiva massima focale, (il 70-200, essendo un IF, resta sempre della stessa diimensione), a sfidarsi sulla Nikon Z6 per decidere alla fine della fiera, chi sia il più adatto a svolgere il suo compito, in attesa che Nikon sforni anche su Z-bay estensioni focali analoghe a quelle dei due F-mount. L'argomento odierno è forse il più frequentemente declinato con obiettivi simili: People, gente in giro, intorno a noi che fotografiamo, conoscenti o meno, ritratti in pose auliche o spontanee, prevalentemente a tutta apertura, per cercare di staccarle il più possibile dall'ambiente circostante. Ed è quello che ho fatto in una mattina, al termine della quale, mille scatti in più sull'otturatore, mi sono ulteriormente chiarito le idee al riguardo, rispetto le precedenti puntate: Cominciamo col Nikon 70-200/4 a 135mm f/4 in una posa che....non può essere più classica dato il soggetto e l'inquadratura, dove il tempo veloce serve a congelare le gocce d'acqua della fontana, che fanno da cortina ed una posa decisamente opposta e casuale, a 175mm in semicontroluce dalla quale ricaviamo un crop che ci dimostra ancora una volta di cosa sia capace questo obiettivo, datato ma non superato, sulla mia Z6 idem a 116mm f/4 ad una certa distanza, questa volta in piena luce diretta, che non preclude il dettaglio estremo sui particolari ancora statue, a 90mm, per valutare a TA l'accostamento di soggetti lontani e la relativa resa nello sfuocato così come con la focale minore e ad apertura, all'opposto, f/11 160mm di focale f/4 e zoomando da 100 a 140mm di focale, sempre f/4 Mi aggancio alle ultime foto, perchè qui si passa al Nikon 70-300/4,5-5,6 in modo da valutare compiutamente le eventuali differenze qui scatto a TA, da 110mm f/4,8 ai 180/5,3 della seconda foto e ancora a 240mm f/5,6 crop della quale a dimostrazione della qualità dell'obiettivo alla stessa focale uno scatto a 1/5000" per ottenere chicchi d'acqua e qualche inquadratura alle statue, per valutare la risposta sullo sfuocato di questo zoom, visibilmente più "nervoso" del precedente ma non per questo meno gradevole o accetabile, in un obiettivo che non nasce specificamente per il ritratto, quanto piuttosto per sport ed azione, ed è probabilmente questo il motivo dello studio meno accentuato sul bokeh. Guardiamo quindi il terzo zoom del lotto, l'unico a baionetta Z, il tuttofare Nikon 24-200/4-6,3 che ha una prima freccia al suo arco: che dire di uno zoom che ci consenta di passare in veloce transizione da un totale a 25mm così, ad un dettaglio come questo, a 100mm... zoomando ancora, fino a questi 185mm? Si, è lui: il più performante degli all-in-one che io abbia mai visto a marchio Nikon, anche in crop... Sarà che alle lunghe focali apre massimo a f/6,3...ma così abbiamo risolto anchje il "problema" dello sfuocato...rispetto ad entrambi gli altri zoom. Incredibile ! 200mm f/6,3 ISO 200 t/2000 arma letale questo zoom nel ritratto ambientato tutte focali inferiori ai 70mm degli altri due zoom in lizza... e si può giocare facilmente coi formati, passando anche dopo, in postproduzione, a quello quadrato, utilissimo negli album... morbido in controluce quanto basta, sovraesponendo Un obiettivo tagliato per questo scopo, PEOPLE... un telezoom....NO CROP !!! non ne ha bisogno, basta zoomare in presa diretta... Riassumendo: il 70-200 si avvantaggia della grande apertura specifica f/4, con la quale poter staccare davvero e bene il soggetto dallo sfondo, con un file di grande qualità... ma arriva solamente fino a 200m nella sua escursione e questo, nello street, può risultare talvolta limitativo, anche All'opposto, il 70-300, più grossolano nello sfuocato e decisamente meno luminoso del primo, specie alla massima focale...ha però al suo arco la freccia dei 300mm... talvolta davvero irrinunziabili in un obiettivo allround... Il 24-200 somma pregi e sottrae i difetti degli altri due obiettivi: consentendo di essere vicini o lontani a piacimento, sempre muniti di una qualità al di sopra di ogni aspettativa, per un obiettivo di compromesso come la categoria in questione propone... Presto detto, quindi, il bilancio di pregi e difetti, con il quale ognuno di questi tre zoom in questo ambito del People si confronta con gli altri: la brillantezza e separazione dei piani prospettici del 70-200/4 ha la meglio sugli altri due, come la maggiore escursione focale del 70-300 ha sopravvento sui 200mm deglòi altri due zoom. La grande elasticità d'utilizzo del 24-200 è assolutamente irraggiungibile alle più corte focali, senza danno per qualità dello sfuocato e per la notevole nitidezza, anche se in assoluto non sovrapponibile a quella dello zoom più luminoso. Per ultimo...i prezzi dal listino Nikonstore.it di che ci ha gentilmente messo a disposizione due dei tre zoom di questo test Nikon Z 24-200 949€ Nikon AF-S 70-200 1585€ Nikon AF-P 70-300 646€ prezzi che non determinano il giudizio di merito, come di solito per Nikonland, per questi tre zoom, lasciando alla soggettiva disponibilità la scelta in questo senso, tra cifre così differenti tra di loro. Il bilancio di questo ultimo capitolo del test è quindi a mio modesto parere... un assoluto ex-aequo, per i motivi e le immagini sopra considerate Nikon AF-S 70-200mm f/4 G ED VR Nikon Z 24-200mm f/4-6,3 VR Nikon AF-P 70-300mm f/4,5-5,6 E VR ED Che alla luce dei precedenti risultati, semplicemente facendo la somma dei valori registrati in questi tre capitoli del test, produce la seguente classifica (assolutamente indipendente dal prezzo dei tre obiettivi) 1 Nikon Z 24-200 f/4-6,3 VR : 10 2 Nikon AF-S 70-200 f/4 G ED VR: 9 2 Nikon AF-P 70-300 f/4,5-5,6E ED VR : 9 Max Aquila photo (C) per Nikonland 2020
    1 punto
  11. Un pescatore sfortunato (o magari fortunato, perchè qualcosa l'aveva pescata). Ma quando si è convinto che sarebbe stato meglio tornare a casa... ahimè è dovuto tornare indietro perchè aveva dimenticato proprio il secchio del pescato. Tutto sommato le è andata bene, qualcuno se l'è anche portato via (il mare). Pescatore fortunato e fradicio. Nikon D500, 70-300 VR.
    1 punto
  12. Quando vedi un ombrellone, a dispetto dell'accrescitivo della parola, non pensi ad un grande ombrello per ripararti dalle piogge forti dell'autunno o dalla neve dell'inverno ma, al contrario, pensi subito al tepore dell'estate, al sole, al caldo del nostro agosto mediterraneo. Lo accomuni alle vacanze tanto sospirate dopo una lunga stagione di freddo e di lavoro, lo associ al riposo, al relax che puoi godere sotto di esso mentre leggi un buon libro o assapori una bibita fresca per ristorarti dal caldo estivo, e ami la sua compagnia quando provato dalla calura lui ti protegge dai raggi del sole, ti fa respirare sotto la sua fresca ombra, ti dona sollievo. L'ombrellone è anche allegro: è sempre tutto colorato, la sua stoffa ricca di motivi geometrici variopinti più o meno ricercati, o di disegni buffi o di scritte strane e divertenti porta i tuoi pensieri verso territori sereni, leggeri, disimpegnati. E quando è aperto sotto i raggi del sole e dispiega i suoi colori ti dona buonumore: hai mai visto un ombrellone triste? Ma l'ombrellone sa anche essere romantico: alla fine del pomeriggio quando il sole è al tramonto e lascia spazio alle ombre della sera, quando i rumorosi bagnanti fanno ritorno a casa, lui nel silenzio della spiaggia semideserta risplende dell'ultima luce. E nella frescura dell'imminente crepuscolo ti accoglie sotto di sé e ti veglia, quando sul lettino prendisole ti attardi a parlare con la ragazza che hai conosciuto in spiaggia e di cui sei già innamorato, fantasticando sulla serata che passerai con lei. Poi, quando davvero tutti hanno lasciato l'arenile, lui rimane lì ad attenderti fino al mattino seguente, facendo da stampella ai lettini e alle sdraio chiuse che gli sono appoggiate, qualche volta aperto come lo hai lasciato oppure ripiegato sul suo gambo dopo il passaggio del bagnino. E dritto e ordinato nella sua fila assieme ai suoi tanti compagni allegri e colorati come lui, si prende l'ultimo raggio di sole prima della sera, osserva i gabbiani che fanno ritorno al loro nido, e ti dà appuntamento all'indomani, o all'estate seguente. Perché sa che tornerai a cercarlo, e si farà trovare lì, come un buon amico su cui sai di poter sempre contare. Alla prossima estate, amico ombrellone. (aprire le foto) 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7.
    1 punto
  13. Bellissimo articolo Mauro, c'è tantissima ispirazione da trarre dall'arte pittorica, o meglio dall'arte in generale. L'ultimo "corso" di fotografia che ho fatto proprio all'inizio di quest'anno era tutto ispirato alla storia dell'arte. Fantastico ripasso e approfondimento che mi ha riportato ai tempi del liceo! Veramente belle anche queste tue immagini, in alcune la luce è particolarmente dura e netta... e bellissima! Con il soggetto giusto la luce dura è inarrivabile... altro che morbida e noiosa morbida.
    1 punto
  14. Ho notato anche io i tappi grigi... e la scritta Nikkor (Meraviglioso unboxing senza parole)
    1 punto
  15. io lo vorrei senza testa per metterci su la mia LH55 Mi fa impazzire la bellezza del disegno della foglia di grafite
    1 punto
  16. Secondo Nikonrumors potrebbe esserci l'auspicato anticipo al 2020 di una parte di quanto attendevamo per il 2021. In particolare : The new Nikkor Z 24-105mm f/2.8-4 S and Nikkor Z 100-400mm f/4-5.6 VR S lenses could still be released at the end of 2020. mentre The 200-600mm and 105mm macro Z lenses are coming in 2021. io sono solo moderatamente ottimista al riguardo, però sarebbe divertente. Restano confermati 14-24/2.8 e 50/1.2 entro fine anno 2020. Da notare che il 24-105 S di cui le specifiche sono ancora ignote, da un probabile f/4 adesso si passerebbe ad un lussuoso f/2.8-4 io
    1 punto
  17. La Gitzo dei tempi d'oro (ho comprato il mio ultimo treppiede Gitzo insieme alla D300) faceva cose che non erano alla portata di nessuno. Volevi quella qualità? dovevi pagare quel prezzo. Oggi ci sono alternative notevoli. UniqBall fa oggetti migliori dei Gitzo, e pure Leofoto. Altri fanno semplicemente oggetti più economic, come Feisol. Ma la verità vera è che un treppiede BUONO ha durata praticamente infinita. Il migliore "investimento" di lunga durata per un fotografo. Anche vero che se 10 anni fa il 95% delle mie foto era fatto da treppiede, oggi il 95% delle mie foto lo faccio a mano libera. Anche per il paesaggio - che una Z a mano libera con il 20mm ad 1/4 di secondo mi fa il 100% di foto perfettamente nitide - e anche con i supertele - virtualmente tutto quello che si muove è ora fotografabile a mano libera, se il fotografo ha la forza per sostenere la sua attrezzatura per il tempo che serve.... ma se è solo un sostegno quello che vuoi, vanno bene tutti! ISO e stabilizzatori hanno fatto una lunghissima strada.
    1 punto
  18. Affermazione da Error Flinn, non da Cris7 Lo usi poco perché è poco pratico. Più è pratico e più lo usi, poi per te che scatti da tempo con ML guarda che Leofoto fa degli attrezzi compatti robusti e seri, robusti quanto basta e leggeri in modo sorprendente. Il problema di Leofoto è che ha un catalogo confusionario ed in aggiunta i nomi dei prodotti non aiutano ad una identificazione veloce. A parer mio se facessero un po' di ordine venderebbero di più. Se ci leggono, che ascoltassero.
    1 punto
  19. Sigma 12-24! Quartiere Tre Torri, volevo riprendere le tre torri riflesse nella fontana e non avendo focali al di sotto dei 24mm, mi son fatto prestare dall'amico Gianni la focale più grandangolare che aveva, ossia il Sigma 12-24 f4.5-5.6 Ex DG. Elaborazione con Silver Efex "struttura alta". That's all...
    1 punto
  20. Durante questa estate... 8. 9.
    1 punto
  21. Ne ho sempre parlato per quel che ho visto in giro, e neanche troppo bene per via della natura del bokeh, ma le cose vanno discusse dopo averle provate, perché ogni fotografo ha il suo stile e non è detto che il proprio stile non si adatti in modo particolare ad un certo tipo di ottica piuttosto che un'altra. Questo è il caso del 85 1.8 S che ho avuto occasione di usare per un servizio ad un'amica, una cara amica che conosco da 8 anni, nei quali abbiamo fatto probabilmente un centinaio di migliaia di foto, perché entrambi amiamo la fotografia, lo stesso tipo di fotografia, ora non starò a raccontarvi tutta la storia, delle mostre e riconoscenze ottenuti perché il nostro lavoro d'equipe a due teste (mi piace chiamarlo così) pare che funzioni... questa volta aveva bisogno lei di qualche scatto, assolutamente non artistico ma che potesse utilizzare nel suo mestiere di counselor e che non fossero i soliti terribili selfie fatti con i telefoni, quindi chiamato in causa in qualità di fotografo di mestiere, mi chiede ritratti mediamente ambientati in natura (no grandangoli) e senza sfuocare esageratamente lo sfondo, mi vengono in mente l'85 ed il 105 che ho in versione AFS che potrei usare su due macchine di cui una con FTZ. Però io con l'85 1,4 non ho mai legato tanto, per via dello sfuocato freddo ed impersonale, da quando poi uso il 105 (delizioso) non sono riuscito più a montarlo sulla D850, qui mi prende il raptus.. parto per Merate con l'AFS e torno con l'S più buio di 2/3 di stop. A casa lo provo sui gatti, mi accorso subito di una cosa, il riconoscimento dell'occhio mi sembra funzionare meglio, il 50 sul certosino non me lo vede 3 volte su 4, qui lo becca sempre... va beh magari sarà l'entusiasmo. e comincio a prenderci la mano e l'occhio. Ok il bokeh è eccellente dalle distanze ravvicinate, ma ci mancherebbe altro, quei raggi che si vedono dietro al certosino sono le gambe in alluminio di una sedia pieghevole. Ma intanto attendo il momento di usarlo seriamente con la mia amica, con la consapevolezza che non posso deluderla, non chiedete perché ma capita spesso che le donne si vedano prestando più attenzione ai difetti che ai pregi, soprattutto quando si va avanti con l'età, quindi mi sento sempre responsabile della buona riuscita di un servizio, se le foto sono brutte è sempre colpa del fotografo. Iniziamo con il 105 usato a 2.8 e gliele mostro per farla entrare nel mood... mi chiede se è possibile contestualizzarle di più, prendo la Z e faccio gli stessi scatti... li mostro e le si apre un sorriso a 360 denti... ok ho capito è l'85 l'ottica giusta... Scattiamo per mezz'ora, cose che servono a le per il suo lavoro... la macchina conta 900 scatti... ve ne mostro alcuni, senza ritocco senza schiarite, avevo il pannello ma il sole era debole era più un fastidio che un beneficio, sono crude come Lightroom le interpreta dalla Z (e già questo non è poco rispetto alla 850 credetemi) Parliamo dell'ottica unitamente alla macchina, perché ritengo sia fondamentale il sistema di comunicazione che ha con la macchina. Ho usato quasi sempre il riconoscimento volto/occhio e mi spiace confermarlo ma è decisamente più affidabile sia del 50mm che del 24/70 dove addirittura mi risulta impossibile usarlo con profitto. (da prendere con le pinze perché il firmware è nuovo) Il diaframma non è tutto aperto perché doveva essere leggibile l'ambiente. Tuttavia per come sono abituato a lavorare io, sono rimasto molto impressionato dalla resa sia del microcontrasto di ciò che è a fuoco che dello sfuocato che a mio parere è migliore del mio ex AFS 1.4. All'inizio mi sembrava più nitido il 105 ma solo perché LR impone sempre una riduzione del rumore anche a 64 iso una volta levato sono paragonabili, gli mtf danno più nitido l'85 ma sul mio 5k non è percepibile al 200% Ho apprezzato molto il rilevamento dell'occhio finalmente fruibile, ma soprattutto le impostazioni della macchina ritrovate su LR, il profilo è ritratto V2 che ACR non ha ma che a me piace molto più del suo profilo ritratto standard. Non è certo un'ottica esotica come lo sono il 200 f2 od il 105 1.4 però è molto piacevole da usare, anche in virtù della leggerezza e discrezione in dimensioni. Concludo... Spero di esservi stato utile con questa mia esperienza, e prima di parlare male o quantomeno criticare un'ottica mi riserberò di provarla, non vuol certo dire nulla perché i gusti sono soggettivi come lo è il modo di scattare, io non mi sono mai trovato bene con l'afs di pregio, cosa che invece è successa al primo colpo con questa, seppur meno luminosa.
    1 punto
  22. Stamattina presto, neanche c'era il sole. Solita umidità al 75%. Ho usato tempi rapidi per avere una caduta di luce dietro al soggetto principale indotta dal lampo del flash. Godox V1 sulla slitta con cupolino semisferico e due o tre lastrine in mezzo sul portaaccessori magnetici (geniale !).
    1 punto
×
×
  • Crea Nuovo...