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    Caravaggio come fonte di ispirazione

    Grandi fotografi come fonte di ispirazione ? Si, troppo facile, specie se quel fotografo è attivo nel nostro genere.
    Ma perchè non un pittore ?
    La fotografia può diventare come la pittura, se l'occhio del fotografo è sensibile.

    Beninteso, non per scimmiottare, né per replicare. Solo per l'ispirazione.
    Che come nel caso di questo pittore, per indole artistica e stile, mi si confà perfettamente.

    Il '600 è l'apoteosi del chiaroscuro nel colore.
    In particolare, ma non solo, nella scuola lombarda di quel secolo, ricco per le arti più dei precedenti, si sviluppa uno stile di chiaroscuro che parte da un tratto estremamente realistico.
    Le figure sono dettagliate e non abbozzate come nelle scuole olandesi e spagnole. Ma soprattutto lo studio della luce porta all'estremo.

    Il chiaro è la vita, il nero è la morte. In mezzo le transizioni sono nette, forti, violente.
    Come, lo sappiamo per i tanti ritratti romanzati che ci hanno propinato per decenni, è stata la vita di Caravaggio.

    Andiamo nel vivo, la Vocazione di Matteo è una straordinaria prova di un chiaroscuro magniloquente impiegato per guidare l'osservatore verso Matteo.
    La lama di luce penetra, unica fonte di colore, dalla finestra aperta che non si vede nel quadro. Mentre, misteriosa, c'è un'altra finestra che però non è nella direzione del sole ed è opaca.
    Le facce dei personaggi in vista sono vivide, sovraesposte, tutte le parti in opposizione di luce rasentano il nero.
    Ma al vero questo quadro è leggibile in ogni parte. Solo ci sono fortissime differenze di esposizione.

    Come vedete, al di là del soggetto, del significato del quadro, il linguaggio è quello dei fotografi. Tale e quale.

    E allo stesso modo, anche senza esposimetro ma con tanto, tanto colore e tanto, tanto nero d'avorio, ha ragionato il pittore.

     

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    il tono è giallo, come la luce del sole italiano. Ma anche come i lumi e le candele.
    Il bilanciamento del bianco così, non serve.

    La cena di Emmaus, versione di Londra.
    La luce è più bianca ma nella realtà in questa scena non c'è.
    Le ombre sono al servizio dell'espressione, non necessariamente della geometria.
    Ma sono nette dove serve, più sfumate dove non serve.
    Sempre, tranne nel personaggio di spalle, i volti in luce, esposti al limite della bruciatura.
    I bianchi che modulano in tutte le tonalità. E i rossi vivi, mentre tutti gli altri toni si confondono tra loro.

    33-caravaggio_cena-in-emmaus-londra.jpg

    la versione milanese dello stesso quadro, è di un altro tono, perchè vuole essere meno retorica, più intimista, più raccolta.
    Il senso è lo stesso ma il dettaglio di un altro livello, perchè la luce è più diffusa, così come le ombre.

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    torniamo alle tinte molto forti e alle luci esasperate nel San Gerolamo e il teschio

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    mentre è più vicino alla seconda Cena di Emmaus il San Tommaso che tocca incredulo la ferita del costato di Gesù

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    forta ma qui non è riprodotta bene la scena della flagellazione.
    Anche qui la luce è al servizio dell'immagine, non necessariamente della geometria analitica.

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    e per finire la decollazione di San Giovanni, una scena ampia, con la luce assoluta protagonista, al di là di quanto succede sul ... set.

     

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    Ho scelto questi quadri per rappresentare un'idea.
    A me piace l'opera di Wagner e la seguo anche se non capisco una parola del tedesco antico in cui cantano i protagonisti.
    Ma anche quella musica vive di chiaroscuri, il dramma sinceramente non ha bisogno di parole per spiegarsi, le contrapposizioni di silenzi e di esplosioni di colore sonoro bastano. Almeno a me.
    E anche qui, seppur le scene, tipiche di quegli anni, non mi dicano molto, nemmeno nelle posture molto .... fantasiose, la luce, il colore, quelli mi parlano e mi ... ispirano.

    Per questo, molto spesso vado a cercarmi luci come queste. E quando non sono esattamente come piacerebbe a me o come sarebbe necessario, intervengo nello sviluppo. Anche di forza, quando serve.
    Con il pennello, con quello grosso, intinto a pieno nel nero o nel giallo ocra.

    ***

    Ripeto, nessun tentativo di scimmiottare Caravaggio anche quando il tema è attiguo ai suoi 

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    come sarebbe facilissimo

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    ma andando a tutt'altro scenario, a me viene naturale vedere la scena per come ce l'ho in testa anche se nella realtà, non ci sono tutti quei chiaroscuri, solo un pò ...

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    e mi spingo anche oltre Caravaggio nel ritratto più stretto, dove in verità il pittore era più di maniera che nelle grandi scene

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    e perchè no, anche nel nudo, perchè è la luce che conta, non la scena

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    ***

    In teoria si potrebbe spingere anche nel bianco e nero, il chiaroscuro nasce negli schizzi con la sanguigna e il carboncino, dove non si possono fare tanti giochi di sfumature ma i toni devono sempre essere netti.
    Ma Caravaggio è il maestro del colore, dei rossi, dei gialli, dei neri, dei marroni.

    Ripeto, nessun intento di imitazione né, sacrilegio, dissacratorio. Caravaggio sta nell'Olimpo, dove nessun fotografo può avventurarsi senza salvacondotto.

    Ma spero di avervi incuriositi, vista la richiesta di tematiche culturali che avete espresso nel recente sondaggio di opinione sugli articoli di Nikonland.
    Sarà così ? Lo vedremo nei commenti.

    Modificato da M&M

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    Commenti Raccomandati

    • Nikonlander Veterano

    Caravaggio o no, le foto sono molto belle e le pennellate di luce sapientemente sfruttate. In questo frangente non si può prescindere dal colore.

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    • Nikonlander Veterano

    Ottimo articolo, interessante e ...illuminante.
    Miricordo   che  il mio amico pittore/scultore Fabio Fogliazza (di cui scrissi anche qui), una volta in cui eravamo a  vedere una  mostra di Erwitt, mi ha fatto notare come la luce di una foto raffigurante una cena di gente comune fosse ispirata secondo lui alla Cena in Emmaus. Purtroppo non trovo la foto da mostrare.

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    • Nikonlander Veterano

    Bellissimo articolo Mauro, c'è tantissima ispirazione da trarre dall'arte pittorica, o meglio dall'arte in generale.

    L'ultimo "corso" di fotografia che ho fatto proprio all'inizio di quest'anno era tutto ispirato alla storia dell'arte. Fantastico ripasso e approfondimento che mi ha riportato ai tempi del liceo!

    Veramente belle anche queste tue immagini, in alcune la luce è particolarmente dura e netta... e bellissima! Con il soggetto giusto la luce dura è inarrivabile... altro che morbida e noiosa morbida.

    • Sono d'accordo 1
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    • Nikonlander Veterano

    Mi piace questo collegamento, bellissimo articolo! Adesso che di tempo dal liceo ne è passato un po', devo dire che rimpiango il non aver capito allora cosa davvero mi potevano dare quelle due ore di storia dell'arte, che non era solo il tempo perso tra matematica e latino. Le foto che hai postato rendono onore, sia quelle con la luce che volevi e hai trovato, sia quelle pennellate. Vieni voglia a provare a scattare per riuscire a ricreare questa atmosfera e luce, sarebbe un bell'esercizio.

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    • Nikonlander Veterano

    "Ripeto, nessun intento di imitazione né, sacrilegio, dissacratorio. Caravaggio sta nell'Olimpo, dove nessun fotografo può avventurarsi senza salvacondotto".

    Perchè mai sacrilegio? Sono i grandi pittori che hanno fatto la storia dell'immagine quando le fotocamere non esistevano. Se non impariamo da loro ad usare e capire le luci da chi dovremmo imparare?
    Gli strati di foschia in lontananza nei paesaggi di Leonardo; lo still life di Cézanne; i colori pastello riflessi sull'acqua di Monet... dimmi solo dove mi devo fermare. Quattrocento anni fa saresti stato uno di loro ;)

    Gran bell'articolo Mauro, interessantissimo. Apprezzo molto.:)

    • Sono d'accordo 1
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    • Nikonlander Veterano

    Bella discussione Mauro, dove ho riconosciuto delle tue foto già apprezzate in Nikonland.eu.

    Accostare i quadri del Caravaggio alla moderna tecnica fotografica è quasi banale. Meno banale è riuscire a ricreare in un set e nella successiva postproduzione quegli effetti usati dal pittore nelle sue tele, così come i colori che amava utilizzare.

    Il mio professore di Latino e Greco del liceo e grande appassionato di arte amava ripetere che tutto quello che oggi viene realizzato nella poesia o nella letteratura così come nelle arti figurative era già stato inventato 500, 1000 o 2000 anni fa.

    Quindi nessuna paura di scimmiottare un grande artista del Seicento: riuscire semmai a far rivivere in un'immagine attuale le emozioni che lui ci ha insegnato a provare davanti ai suoi quadri è bello e meritorio.

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    • Nikonlander Veterano

    Bellissimo articolo Mauro, ed hai ragione sul fatto che per creare l'immagine vanno usate luci e colori come hai descritto.
    Posso confermare che anche io mi sono soffermato più volte sulle opere di Caravaggio, stupito di come in quell'epoca con il pennello riuscisse a creare ombre, luci e colori per far risaltare i volumi e le atmosfere che voleva trasmettere.
    Più di una volta ho pensato alla analogia pittore/fotografo che tu tratti nel'articolo.
    Bravo poi per aver prodotto foto attuali ispirandoti a questo artista. 
     

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    • Amministratori
    15 minuti fa, Giannantonio dice:

    Bellissimo articolo Mauro, ed hai ragione sul fatto che per creare l'immagine vanno usate luci e colori come hai descritto.

    Grazie del commento Giannantonio.
    Potrà sembrare estremo ma anche nelle foto della Giulia avevo perfettamente in mente lo stesso ideale di contrasto a colori tra luci, rosso e nero :

     

     

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    • Nikonlander

    Bello , un articolo che se volessimo per ogni inquadratura bisognerebbe passarci delle ore, sia del pittore che del “fotografo” bravo .

    negli anni che facevo l’assistente a ingegneria e anche  ad architettura (anni 73/80) facevamo un corso di fotografia, legato all’esame di disegno (teoria delle ombre ecc ) . .. e invitavamo professori dell’artistico a spiegare le opere e si faceva una esercitazione con disegno e foto , per chi voleva , ispirate a grandi maestri , spesso Caravaggio era ‘presente ‘ 

    bello l’accostamento a Caravaggio , visto dal vero per la prima volta a Napoli nel 2017 ripetuto nel 2018 con mostra dedicata al Capodimonte .

    Grazie Mauro 

    Modificato da Claudio-lm
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    • Nikonlander Veterano

    Caravaggio era un maestro della luce, ho passato almeno la metà del tempo trascorso al Louvre ad osservare le sue opere, cercando di capire come facessero delle semplici tempere ad olio a produrre tutta quella luce...

    Era un genio, folle e dal carattere intollerabile, ma le sue tele sono la testimonianza vivente che la luce fa la fotografia.

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    • Nikonlander Veterano

    Caravaggio mi ha sempre affascinato, in parte per la sua biografia, in parte per la sua tecnica. Dico tecnica ma è riduttivo, perché ok essere in grado di rendere su tela quello che si vuole, ma a mio parere la marcia in più sta nella sua capacità di lettura della luce. Credo sia il pittore di cui ho visto più volte le esposizioni.

    Rivedo con piacere la sessione con Tanya, a cui avevo partecipato anche io ma ahimé con mezzi poco consoni alla luce del set. Ricordo di aver tirato parecchio il collo alla vetusta D80 con delle belle sgranate dovuti agli alti ISO.
    Mi piacerebbe rifare qualcosa oggi sul tema, immagino che l'esperienza di questi anni porterebbe a risultati migliori, al di là della fotocamera.

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    • Nikonlander Veterano
    1 ora fa, Dario Fava ha scritto:

    Si distinguono le lenti a contatto colorate nonché il colore degli occhi sottostante, fortuna che è a bassa risoluzione.

    Che occhio Dario! Sai che neppure dopo che ho letto, e sono andato a riguardare, riesco ad accorgermi.

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    • Nikonlander Veterano

    Tanti complimenti per l'intero set Mauro, uno dei tuoi più riusciti di sempre. Tante bellissime immagini, sottolineare che la gestione della luce e della modella sono stati superlativi, appare fin scontato.

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