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  1. Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC a 560mm, mano libera Qualche anno fa biasimavo con vigore l'abitudine ormai consolidata di utilizzare qualsiasi mezzo per scattare immagini ai selvatici; complice un'occasione di gruppo, con gli amici Massimo, Marco e Andrea mi sono ritrovato proprio nel luogo che 5 anni fa mi produsse brutti pensieri ed amare constatazioni (per i chi vuole approfondire, QUI i miei ragionamenti di allora). Questa volta ho bellamente ceduto alla lusinga fotografica, lasciandomi andare ad gioco che, in tutta onestà, è piuttosto divertente, ma che rimane un gioco (appunto). La questione si è articolata così: un'uscita fotografica flash in quel di Pont in Valsavarenche con l'intenzione di inquadrare il gipeto che qui è segnalato ed avvistato con una certa regolarità. Massimo, abituè della zona, mi ha convinto con poco sforzo, così ho infilato nello zaino il mio nuovissimo Nikon Z 400/2.8 S TC per la sua prima uscita montanara. Eccoci quindi di buon mattino al parcheggio di Pont pronti alla salita verso una fantomatica "paretina" un muro di granito su cui scivolano le correnti ascensionali. I veleggiatori come il gipeto sfruttano combinazioni di questo genere per attraversare le valli, battendo con poco sforzo centinaia di chilometri al giorno alla ricerca di qualche carcassa da "disossare". I miei soci sono preparatissimi, conosco Massimo da un diversi anni e so che non lascia nulla al caso. E' attentissimo ad ogni minimo particolare, dalla calza ai piedi al cappello in testa passando per tutto ciò che è utile per ottimizzare una ripresa fotografica. Io, con il mio corredo Decathlon in offerta fine serie, a paragone sono decisamente un "cazzone". In comune abbiamo le scarpe, su quelle non ho mai lesinato. La salita è abbastanza breve da non stancare troppo, ma lunga a sufficienza per sudare un po', anche perché, appena usciti dall'ombra delle montagne, il sole è bello caldo. E' tutto un togli e metti di strati di vestiti, salvo i ramponi che terrò ai piedi fino al ritorno a Pont; sono utili mi danno grip e sicurezza, ho fatto bene a comperarli la sera prima, alla Decathlon ovviamente. A mezza mattina raggiungiamo il punto di osservazione dove troviamo altri fotografi in attesa, Uno di questi si chiama Andrè ed è amico di Marco, l'appuntamento era programmato. Restiamo sulla balconata ad aspettare per diverse ore, sotto di noi la valle con la pista di fondo che pian piano si popola. Del gipeto avremo solo una breve apparizione, lontanissimo più in basso; ci sorprende invece un'aquila in volo radente di cui salvo qualche scatto solo dopo aver ripreso il controllo dell'autofocus della Nikon Z9. Gli stambecchi sono lontani, le montagne sono bellissime ed i camosci ci vengono a vedere. Le ore volano ed è già tempo di rientrare. Nikon Z9 ob. Nikon Z 24-70/4 S , mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 24-70/4 S , mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 24-70/4 S , mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC a 560mm, mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC a 560mm, mano libera Il massiccio dell'Herbetet. Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC, mano libera Cima della Tresenda. Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC a 560mm, mano libera Versanti del col del Nivolet. Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC a 560mm, mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 24-70/4 S , mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC, mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC a 560mm, mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC a 560mm, mano libera Nikon Z9 in DX ob. Nikon Z 400/2.8 S TC, mano libera Ridiscesi al parcheggio, mentre carichiamo gli zaini in auto, percepiamo del trambusto intorno al rifugio di Pont. I miei compagni sanno di che si tratta, io intuisco che, come 5 anni fa, un visitatore sta attirando l'attenzione dei fotografi: la volpe di Pont è scesa al ristorante. E così è infatti, dietro al locale tra i bidoni della spazzatura, un discreto gruppo di fotografi sta puntando i tele verso uno splendido piccolo cane rosso. Con la scusa di aver con me il nuovo Nikon 400/2.8 Z, CEDO ALLA DEBOLEZZA, mi unisco alla banda e mi concedo al gioco. Effettivamente è fantastico disporre di un selvatico così docile all'obiettivo, ma non nascondo nulla delle modalità di ripresa che sono descritte nelle immagini finali. Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC, mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC, mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC, mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC, mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC, mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC a 560mm, mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC a 560mm, mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC, mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 24-70/4 S , mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 24-70/4 S , mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 24-70/4 S , mano libera Va bene, è stato divertente, ma c'è di più, ed il di più, come al solito, lo fanno gli incontri e le persone. Così è avvenuto che ho conosciuto Andrè, amico di Marco.; sapevo di questi due giovani fotografi valdostani, di una loro pubblicazione, ma non avevo messo in cantiere l'ipotesi di tornare a casa con un libro nuovo, ed invece... Nuovi Equilibri, storia di incontri con il Lupo Un libro deve raccontare una storia, se questa è avvincente e sorprendente allora resterà a lungo nella memoria diventando cultura propria dell'individuo. Se il libro è fotografico allora quella storia si leggerà velocemente, ma poi si espanderà "nell'immaginario" del lettore che tornerà più e più volte a cercare quelle fotografie. Il "Nuovi Equilibri" di André Roveyaz e Francesco Guffanti è un volume che aprirò molto spesso, le immagini che i due fotografi hanno raccolto sono spettacolari, il lupo è ripreso nell'ambiente montano, in ogni stagione e con ogni meteo, così come gli altri piccoli e grandi animali che popolano le nostra Alpi a cui Andrè e Francesco hanno dedicato doverosa attenzione. Nella scelta degli scatti di questa raccolta si percepisce un forte il desiderio di mostrare il lupo in connessione con la montagna su cui è tornato ad abitare. E questa montagna è il massiccio del Bianco e le valli della profonda Val D'Aosta in cui mezza Italia si inerpica solo per raggiungere le piste da sci. Al chiaro di luna, nel bagliore giallo delle luci degli abitati zeppi di turisti, il lupo porta Equilibri che, più che "Nuovi", sono "Ristabiliti". Le immagini testimoniano incontri vis a vis tra fotografo e lupo, segno concreto di una popolazione in crescita ed in salute, stabilmente arroccata sulle Alpi italiane, ma anche di una relazione con l'uomo priva di conflitto. I lupi ci osservano invisibili ed incontrarne uno è un evento molto speciale: Francesco ed Andrè questo privilegio lo hanno vissuto molte volte, li invidio apertamente. Il volume "Nuovi Equilibri" non è in vendita in nessuna libreria, l'editore non lo può distribuire quindi il lavoro di diffusione e smercio è a carico dei due fotografi Andrè e Francesco. In una società iperconnessa e ipertecnologica per distribuire un libro siamo regrediti al tempo dei pizzicagnoli di quartiere. Ottimo. Ciò detto, da fotografo A fotografi, ve lo consiglio, perchè è un lavoro ben fatto da cui possono scaturire grandi ispirazioni e soprattutto dona la vertigine di un'avventura del fuori porta come mai se ne potevano vivere (nemmeno ai tempi del Pilone centrale di Walter Bonatti). Per qualsiasi informazione di dettaglio non esitate a contattarmi via MP, vi metterò in contatto diretto con i due fotografi (Nikonisti pure loro) Attendo vostre
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  2. Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC a 560mm, mano libera Qualche anno fa biasimavo con vigore l'abitudine ormai consolidata di utilizzare qualsiasi mezzo per scattare immagini ai selvatici; complice un'occasione di gruppo, con gli amici Massimo, Marco e Andrea mi sono ritrovato proprio nel luogo che 5 anni fa mi produsse brutti pensieri ed amare constatazioni (per i chi vuole approfondire, QUI i miei ragionamenti di allora). Questa volta ho bellamente ceduto alla lusinga fotografica, lasciandomi andare ad gioco che, in tutta onestà, è piuttosto divertente, ma che rimane un gioco (appunto). La questione si è articolata così: un'uscita fotografica flash in quel di Pont in Valsavarenche con l'intenzione di inquadrare il gipeto che qui è segnalato ed avvistato con una certa regolarità. Massimo, abituè della zona, mi ha convinto con poco sforzo, così ho infilato nello zaino il mio nuovissimo Nikon Z 400/2.8 S TC per la sua prima uscita montanara. Eccoci quindi di buon mattino al parcheggio di Pont pronti alla salita verso una fantomatica "paretina" un muro di granito su cui scivolano le correnti ascensionali. I veleggiatori come il gipeto sfruttano combinazioni di questo genere per attraversare le valli, battendo con poco sforzo centinaia di chilometri al giorno alla ricerca di qualche carcassa da "disossare". I miei soci sono preparatissimi, conosco Massimo da un diversi anni e so che non lascia nulla al caso. E' attentissimo ad ogni minimo particolare, dalla calza ai piedi al cappello in testa passando per tutto ciò che è utile per ottimizzare una ripresa fotografica. Io, con il mio corredo Decathlon in offerta fine serie, a paragone sono decisamente un "cazzone". In comune abbiamo le scarpe, su quelle non ho mai lesinato. La salita è abbastanza breve da non stancare troppo, ma lunga a sufficienza per sudare un po', anche perché, appena usciti dall'ombra delle montagne, il sole è bello caldo. E' tutto un togli e metti di strati di vestiti, salvo i ramponi che terrò ai piedi fino al ritorno a Pont; sono utili mi danno grip e sicurezza, ho fatto bene a comperarli la sera prima, alla Decathlon ovviamente. A mezza mattina raggiungiamo il punto di osservazione dove troviamo altri fotografi in attesa, Uno di questi si chiama Andrè ed è amico di Marco, l'appuntamento era programmato. Restiamo sulla balconata ad aspettare per diverse ore, sotto di noi la valle con la pista di fondo che pian piano si popola. Del gipeto avremo solo una breve apparizione, lontanissimo più in basso; ci sorprende invece un'aquila in volo radente di cui salvo qualche scatto solo dopo aver ripreso il controllo dell'autofocus della Nikon Z9. Gli stambecchi sono lontani, le montagne sono bellissime ed i camosci ci vengono a vedere. Le ore volano ed è già tempo di rientrare. Nikon Z9 ob. Nikon Z 24-70/4 S , mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 24-70/4 S , mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 24-70/4 S , mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC a 560mm, mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC a 560mm, mano libera Il massiccio dell'Herbetet. Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC, mano libera Cima della Tresenda. Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC a 560mm, mano libera Versanti del col del Nivolet. Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC a 560mm, mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 24-70/4 S , mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC, mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC a 560mm, mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC a 560mm, mano libera Nikon Z9 in DX ob. Nikon Z 400/2.8 S TC, mano libera Ridiscesi al parcheggio, mentre carichiamo gli zaini in auto, percepiamo del trambusto intorno al rifugio di Pont. I miei compagni sanno di che si tratta, io intuisco che, come 5 anni fa, un visitatore sta attirando l'attenzione dei fotografi: la volpe di Pont è scesa al ristorante. E così è infatti, dietro al locale tra i bidoni della spazzatura, un discreto gruppo di fotografi sta puntando i tele verso uno splendido piccolo cane rosso. Con la scusa di aver con me il nuovo Nikon 400/2.8 Z, CEDO ALLA DEBOLEZZA, mi unisco alla banda e mi concedo al gioco. Effettivamente è fantastico disporre di un selvatico così docile all'obiettivo, ma non nascondo nulla delle modalità di ripresa che sono descritte nelle immagini finali. Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC, mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC, mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC, mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC, mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC, mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC a 560mm, mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC a 560mm, mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC, mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 24-70/4 S , mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 24-70/4 S , mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 24-70/4 S , mano libera Va bene, è stato divertente, ma c'è di più, ed il di più, come al solito, lo fanno gli incontri e le persone. Così è avvenuto che ho conosciuto Andrè, amico di Marco.; sapevo di questi due giovani fotografi valdostani, di una loro pubblicazione, ma non avevo messo in cantiere l'ipotesi di tornare a casa con un libro nuovo, ed invece... Nuovi Equilibri, storia di incontri con il Lupo Un libro deve raccontare una storia, se questa è avvincente e sorprendente allora resterà a lungo nella memoria diventando cultura propria dell'individuo. Se il libro è fotografico allora quella storia si leggerà velocemente, ma poi si espanderà "nell'immaginario" del lettore che tornerà più e più volte a cercare quelle fotografie. Il "Nuovi Equilibri" di André Roveyaz e Francesco Guffanti è un volume che aprirò molto spesso, le immagini che i due fotografi hanno raccolto sono spettacolari, il lupo è ripreso nell'ambiente montano, in ogni stagione e con ogni meteo, così come gli altri piccoli e grandi animali che popolano le nostra Alpi a cui Andrè e Francesco hanno dedicato doverosa attenzione. Nella scelta degli scatti di questa raccolta si percepisce un forte il desiderio di mostrare il lupo in connessione con la montagna su cui è tornato ad abitare. E questa montagna è il massiccio del Bianco e le valli della profonda Val D'Aosta in cui mezza Italia si inerpica solo per raggiungere le piste da sci. Al chiaro di luna, nel bagliore giallo delle luci degli abitati zeppi di turisti, il lupo porta Equilibri che, più che "Nuovi", sono "Ristabiliti". Le immagini testimoniano incontri vis a vis tra fotografo e lupo, segno concreto di una popolazione in crescita ed in salute, stabilmente arroccata sulle Alpi italiane, ma anche di una relazione con l'uomo priva di conflitto. I lupi ci osservano invisibili ed incontrarne uno è un evento molto speciale: Francesco ed Andrè questo privilegio lo hanno vissuto molte volte, li invidio apertamente. Il volume "Nuovi Equilibri" non è in vendita in nessuna libreria, l'editore non lo può distribuire quindi il lavoro di diffusione e smercio è a carico dei due fotografi Andrè e Francesco. In una società iperconnessa e ipertecnologica per distribuire un libro siamo regrediti al tempo dei pizzicagnoli di quartiere. Ottimo. Ciò detto, da fotografo A fotografi, ve lo consiglio, perchè è un lavoro ben fatto da cui possono scaturire grandi ispirazioni e soprattutto dona la vertigine di un'avventura del fuori porta come mai se ne potevano vivere (nemmeno ai tempi del Pilone centrale di Walter Bonatti). Per qualsiasi informazione di dettaglio non esitate a contattarmi via MP, vi metterò in contatto diretto con i due fotografi (Nikonisti pure loro) Attendo vostre
    6 punti
  3. La prima pecca della neo presentata Nikon Z50, alla fine del 2019, era sicuramente individuata nella batteria in dotazione: per risparmiare spazio prezioso, i tecnici si erano inventati una batteria da Coolpix, la EN-EL25, di scarsa capacità (7,6V e 1120 mAh) e sopratutto di nessuna comunicazione con la fotocamera, per cui l'unica misura della carica residua stava nell'icona a mirino e monitor, che dopo pochi scatti cominciava subito a perdere il primo trattino per passare quasi direttamente a rosso, allorquando la Z50 venisse sottoposta ad un carico di lavoro evidentemente non nelle corde del progettista di questa sorgente di alimentazione. I pochi aggiornamenti fw non solo della Z50 (dopo cinque anni ancora rimasta alla versione 2.50) ma anche delle successive DX che utilizzano quella batteria, la Z30 e le Zfc, anch'esse rimaste a versioni fw vicine a quella di presentazione, fanno pensare che questa nuova batteria sia più una piacevole notizia legata all'uscita di una nuova Nikon Z DX piuttosto che ad un improvement per le Z esistenti. Innanzitutto questa "a" aggiuntiva, porta la colorazione grigia ed un piccolo incremento dei milliampere, adesso 1250 (e dei Wh: da 8,5 a 9,5) Le differenze valutabili sull'etichetta posteriore, portano un riferimento al nuovo manuale di istruzioni ed in basso, la data di produzione ed un QR code di riferimento interno. Nikon avvisa che l'utilizzo sulle Z DX è condizionato all'ultima versione fw delle rispettive fotocamere, la più vecchia delle quali, quella della Z30, risale al maggio dell'anno passato e quindi conteneva già disponibilità a questa nuova batteria. Ne ho prese due e per adesso la terrò a banco sulla mia Z30 per potervi riferire delle eventuali, auspicabili migliorie. Che spero vivamente risiedano nella tolleranza al carico di lavoro foto o video, tale da consentire una scalatura più graduale della carica disponibile, prima di arrivare al panico da spia rossa, in assenza per adesso di indicazioni più precise sul suo stato a menù. Che magari invece ci saranno su una ipotetica nuova Nikon Z50x oppure Z70 o Z500 che sia, forse già disponibili a colloquiare col pettine contatti di questa 25a. Ovviamente su una Z DX futura, di livello medio o medioalto, ci aspetteremmo ben altro che una batteria di queste dimensioni e capacità. Senza nulla togliere alle qualità di questa EN-EL25a, ancora tutte da svelare. Intanto mi sto inventando test di durata che possano in qualche maniera comprovare eventuali differenze tra batteria vecchia e batteria nuova, iniziando per esempio, col tenere fino al suo limite in video la Z30: di certo entrambi gli accumulatori bastano per il massimo di ripresa singola della Z30 (2 ore e 5') ma si differenziano per la durata di carica residua. Insomma....vi terrò aggiornati al riguardo ! Già disponibile nei negozi e sul Nikonstore.it Max Aquila photo © per Nikonland 2024
    3 punti
  4. Ciao Max, Ci credi? Quel 400 lo tiro fuori la sera quando torno a casa, impreco e lo ripongo al mattino quando parto per l'ufficio. Peraltro non so da quanti anni non abbiamo nebbioni invernali ... come quest'anno e come si sa la nebbia è il peggior compagno di giochi del teleobiettivo. Sembra che la sfiga mi stia osservando Stavo per acquistare l'attrezzatura da sci alpinismo, mi sono fermato in tempo. Comunque ... domani sveglia prima dell'alba, lo zaino è già pronto, pre alpi biellesi sto arrivando...pioverà
    3 punti
  5. Due anni fa, di questi tempi, mi veniva consegnata la mia Nikon Z9. Abbiamo parlato molto di questa macchina, tantissimi articoli la ritraggono con questo o quell'altro obiettivo. L'ho anche prestata per una gitarella tra le nevi norvegesi ad un redattore di Nikonland. E dimostrata in svariate occasione. Ma non è per questo che ne parlo ancora. Casualmente, in questi giorni la Nikon Z9 matricola 5042 ha superato il milione di scatti. per la precisione, pochi minuti fa, Mauro Maratta ha premuto per l'ennesima volta il pulsante di scatto della Z9 e il contascatti della macchina ha registrato che è stato salvato il file n. 1.007.179 Non credo che sia un record. In fondo sono solamente circa 10.000 scatti a settimana. Un professionista che segue un paio di discipline agonistiche ne fa di più. L'amico Fornasetti a suo tempo superava i 500.000 con D3 e D4 prima di far cambiare l'otturatore, fotografando rugby, football e hockey. Ma forse per un fotoamatore che gioca solamente con la sua fotocamera è un bel traguardo. Ho avuto in passato molte ammiraglie Nikon, dalla F5 alla D5. Tolta la prima D3 che è arrivata a 190.000 scatti, le altre non hanno superato gli 80/90.000 Eppure ho sempre fotografato sport a raffica. Persino con la D3x ! Questa Z9 ha visto polvere del motocross, l'asfalto rovente e gradoni infuocati in autodromo dove si anche inzuppata come me e il 100-400. Ha scattato ad ogni tipo di raffica, con ogni formato di file. Ha registrato sulle mie schede CFexpress molti terabyte di informazioni. Eppure se la guardiamo, eccola qui, non l'ho nemmeno spolverata : le "gomme" sono in ordine, senza cedimenti, allentamenti, scollature i pulsanti sono tutti in ordine. Forse quello di accensione mostra un minimo di indurimento nella rotazione lo sportellino del vano memorie - era il mio timore - è ancora al suo posto. Forse si è allentato un pochino, rendendo così più agevole la sua apertura ... il sensore è stato sempre protetto dalla "saracinesca" che vedete in bella vista nella foto qui sopra, che è in condizioni apparentemente intonse certo la baionetta qualche segno ce l'ha ma si sono susseguiti obiettivi su obiettivi ma soprattutto, la batteria originale EN-EL18d, a parte la richiesta automatica di 3-4 cicli di calibrazione, nonostante sia stata ricaricata ennesime volte, mostra ancora 0 usura. per il resto, una pulitina approfondita e nessuno potrebbe dire che ha due anni e un milione di scatti all'attivo. Non ha un segno. Potere delle potenzialità del suo autofocus che si adatta perfettamente al mio stile attuale. Con la D850 e la D5 ho raggiunto il limite che erano le fotocamere a non assecondarmi, tanto che la D850 la usavo spessissimo in live-view su treppiedi con parecchio scorno. Ma con l'autofocus della Z9 la mia confidenza è tale che scatto senza timore che le foto non siano a fuoco. Così mi concentro su tutto il resto, principalmente ... sul fotografare. Che è quello che mi piace fare con questa macchina. Il suo mix di caratteristiche mi è congeniale. La risoluzione è elevata ma non esagerata. Il formato file, compresso con i nuovi algoritmi TicoRAW - ha un peso ridotto tale che tutti questi scatti non mi costringono a comprare un hard-disk nuovo al mese (ma uno l'anno si ... io faccio fatica a selezionare e a cancellare foto. Perché sono quasi tutte ottime !). L'ergonomia è la migliore tra tutte le ammiraglie Nikon che ho avuto. Sta in mano come un guanto, non stanca. Non pesa. Il vantaggio di un corpo più leggero della classica reflex D5/D6 e obiettivi altrettanto più leggeri è impagabile. L'assenza di parti meccaniche soggette ad usura elevata, come l'otturatore (per tacere di specchio e sistema di autofocus separato), fa si che non debba pensare troppo allo scatto in più. Cosa che faccio invece con la Zf quando sono "costretto" a scattare con l'otturatore meccanico. Anzi, devo ammettere che sempre più spesso finisco per non sopportare più il rumore dello scatto anche se è solo simulato. E lo tolgo. Sempre quando fotografo sul campo, e spesso in studio con il consenso delle modelle. Anche loro sempre più abituate a posare come se si girasse un video, anziché imbalsamarsi tra una posa e un'altra. io ricarico sempre la Z9 via porta USB-C e quella protezione di gomma è molto sollecitata. Mostra qualche minimo segno di usura ma non più di tanto. Per il resto, la vedete anche voi, brilla e luccica. E non l'ho nemmeno spolverata. Nella foto di apertura la sua sorellina Z8 con il battery-grip le copre le spalle. E' quello che farà nei prossimi giorni perchè la Z9 domani parte per Moncalieri verso LTR. Dove farà - se lo merita - un checkup il più approfondito possibile per verificare che quello che si può usurare sia in ordine (baionetta, tiraggio, planeità del bocchettone, del sensore, dello stabilizzatore; lo stabilizzatore stesso) e per le verifiche e "tarature" di rito, oltre ad una pulizia professionale che io non saprei fare. Ma in questa occasione ci tenevo a fare un punto nave sulle impressioni d'uso e sullo stato dell'arte della Z9, che da quando l'ho ricevuta, è passata dal firmware 1.0 al 4.1 (e qualcuno vocifera che non passeranno anni prima di vedere una versione ulteriormente perfezionata). Dell'autofocus dicevo prima. Al di là del riconoscimento degli oggetti e dei loro occhi (o ruote o eliche, se ne hanno), c'è la capacità di tracciarli anche al di là di ostruzioni. Come faccio io con le auto che escono dalla corsia box e sono inevitabilmente dietro ad una spessa rete. La macchina le aggancia in automatico e poi le segue. E non è raro avere una sequenza, magari in panning a 1/30'' di 40-50 scatti tutti utilizzabili. Con le modelle è un gioco da ragazzi. Per sbagliare una foto bisogna puntare la macchina verso il pavimento ! Ci sono aspetti che, appunto via firmware, potranno essere ancora affinati. Ma ho come l'impressione che siamo arrivati al culmine delle capacità del processore Expeed 7 che, dopo il sensore stacked e l'assenza dell'otturatore meccanico, è il vero responsabile delle prestazioni meravigliose della Z9. Tra la versione 1.0 e la 4.1, non posso documentarlo, ma io ho riscontrato un aumento del consumo. Che ovviamente si estrinseca in maggiore dissipazione di calore. Fenomeno che la ferramenta del corpo della Z9 e tutta la sua superficie radiante permette tranquillamente di smaltire senza un cedimento durante l'uso. Non è raro per me arrivare a superare i 50.000 scatti in una sessione sola in autodromo, e anche sotto al sole, non ho mai avuto inceppamenti. Se c'è un punto che vorrei fosse migliorato, se possibile, è ancora la fase di aggancio. Che, in automatico, sulle prima mostra qualche tentennamento. Una volta preso poi non si perde più, ma all'inizio è facile che non ci azzecchi. Su sfondi impegnativi le cose sono molto migliorate ma forse anche qui si potrebbe fare qualche cosa per affinare il processo in tempo reale. Per il resto non ho lamentele da fare. Anzi, se non è questa la macchina perfetta per me, in questo momento, non saprei che altro considerare. Lo prova il mio contascatti e il fatto che solo con questa macchina io mi sia sentito di avventurarmi a fare cose che non avevo mai fatto. Prima tra tutte scattare sistematicamente sempre a tutta apertura con "lame" come gli obiettivi f/1.2 o il meraviglioso 135/1.8 Plena che è un oggetto impegnativo sul piano della precisione di fuoco. Per non parlare del video. O del prendere al volo cose che volano in modo casuale. Ma non ci sono limiti alla fantasia. E se abbiamo adesso macchine meravigliose che fanno milioni di scatti senza usura (mi aspetto che la mia Z9 nei prossimi anni arrivi a duplicare o addirittura a quadruplicare il suo contascatti) sono oramai da considerare dei veri e propri elaboratori elettronici. Se sul piano ergonomico e meccanico, in una nuova versione non cambierei tantissimo (mi piacerebbe che la torretta di sinistra fosse ribassata come quella della Z8 e che dalla Z8 fosse ereditato anche lo sportellino del vano memorie, mi piace di più), forse solo il display posteriore che è robusto certo ma quello della Zf mi consente di fare tante cose di più. Invece sul piano elettronico e sul sensore vorrei delle vere novità. Che passerebbero per un processore più veloce, molto più veloce ma anche in un sensore più veloce. Con un tempo sincro almeno dimezzato (l'ideale sarebbe da 1/1000''). E con una sensibilità raddoppiata. Mi perdoneranno quelli che usano la Z9 per fare paesaggio, macro o still-life. Ovviamente si possono fare ma per me è come mettere una portaerei in un laghetto di montagna e sperare che possa manovrare ... Per questo se la risoluzione è il massimo che vorrei (ma potrei anche contentarmi di meno in cambio di altri vantaggi), la sensibilità mi piacerebbe che fosse superiore. I 64 ISO sono per i miei usi totalmente inutili. Se il Base stesse a 125 ISO e il Dual Gain stesse a 1000 ISO sarebbe di gran lunga meglio. Ovviamente con lo stesso rumore attuale (a 64 e 500 ISO rispettivamente) e la stessa dinamica. Non scambierei mai la mia Z9 con D5 e D6. Non più ... per quanto abbia apprezzato ed amato quelle macchine, il loro sensore per me era il loro limite, tanto che le usavo veramente pochissimo al di fuori dello sport. Questo mi convincerebbe ad accoppiare la mia Z9 con quella macchina. Che si possa chiamare Z9 II o Zh poco importa. Sul quando anche in questo caso, poco importa. Ma speriamo non troppo più in la negli anni. Altrimenti, anche senza usura, la mia Z9 vedrà milioni di scatti. POVERINA ! Post Scrittum per negozianti e fotografi vecchia scuola. La mia Z9 ha un milione di scatti ma la sua batteria è ancora integra con zero usura. Ma davvero la valutereste per il numero di scatti se io volessi - non sarà mai - cedervela ? Oppure da cosa ricavereste un prezzo corrente per l'usato ?
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  6. Eccolo qua mentre mi delizia tramite le HE1000 Stealth con la voce soave di Erin Morley (Alcina Pentatone) di fianco il nuovo "giradischi", un miniPC Windows supercompatto. Come vedete ci potrebbe atterrare sopra un Agusta EH101 ... disco notevole (date le "forze in campo", non c'era da dubitarne).
    2 punti
  7. Si comincia. Oggi le maschere sono arrivate con calma ma per l'alba era tutte in posa e i fotografi pronti a scattare. Compreso il nostro @Alessandro Pisano qui in posa plastica. Z9 40f2
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  8. Sarà che essendo in Nero e Bianco questa macchina, per giunta col selettore che invoglia a profilare in BW sarà che più mi allontano dal tempo in cui scattavo quasi sempre in Bianco e Nero, più si assuefanno certi automatismi cerebrali, che mi portavano a valutare in termini di densità invece che di tinta ciò che semplicemente guardavo... Sarà che Mauro mi chiama al telefono e mi dice: guarda che ti ho mandato in mail il file di inversione cromatica per essere aggiunto ai tuoi Profili Colore ... (grazie Nikon che ci metti in macchina profili tipo Denim oppure Purezza e non un semplice profilo di inversione...) E qui casca l'asino (cioè io) che queste cose non le sa cucinare ma solo masticare: e mi salta alla mente che potrei utilizzarlo per riesumare da quelle pile di negativi schedati qualcuno dei più interessanti o dei più dimenticati...a scelta ! Insomma, monto sulla Zf la scheda SD su cui ho copiato il file cucinato da Mauro ("ma come lo hai chiamato? ... INVERTITO ...?!?" <Si, mi era sembrato appropriato...> ) vado sul menù di ripresa FOTO... COPIA SULLA CARD... (ci sono 9 posizioni vuote disponibili) sulla scheda SD non può che trovare lui: INVERTITO... presso OK Poi monto il baracchino ES-2 sul Nikkor Z MC 50 (previa eliminazione del paraluce da 46mm) e piazzo l' ambaradan sulla Zf, ormai ingravidata dall' INVERTITO, a sua volta posizionata sul treppiedino da tavolo Marsace MT01, a farsi la lampada col Godox Litemons 150 ed un bank ottagonale apro il primo dei classificatori per i negativi e ne acchiappo uno a caso, che piazzo sul rail da pellicola del duplicator ES-2: si tratta di una Kodak T-Max400, esposta a 400ISO e trattata a 24°C nel suo rivelatore (Tmax): la didascalia dice Giugno 1996, Palazzolo Acreide e Siracusa foto scattate alle rappresentazioni classiche organizzate a Siracusa e provincia dall' INDA (Istituto Nazionale del Dramma Antico) ogni anno tra maggio e giugno alzo il rail alla luce e vedo un gruppo di attori, è il Coro di Medea... Euripide... beh, come si dice oggi...? Ah si ! MI SI SBLOCCA UN RICORDO ! "ma che...??? alla prima striscia di pellicola...?" "E che ci posso fare: è la memoria fotografica !!!" Procediamo: naturalmente il selettore della Zf deve restare su fotografia a colori, non su BW che è già lui un Picture Control...: premo il tasto i per arrivare più velocemente ai Picture Control e naturalmente essendo in Auto, questa è la vista conseguente... clicco e shifto con la ghiera indietro fino ad INVERTITO che ho collocato in posizioine di memoria C1, subito alla sinistra di Auto... come vedete, per regolare il profilo in maniera fine, si entra nel livello apposito premendo il tasto giù del multiselettore e ci appare questa colonna di setting dove poter navigare e regolare a piacimento... ecco come si presenta a monitor e mirino la scena inquadrata, una volta settato il profilo colore (indicazione in alto a destra: C1) invertita e quindi subito pronta da consumare: il ghigno di Medea è inquietante... vieppiù devastata dalla grana della pellicola tra le più corrette sul mercato nel 1996, quella T-Max coi tabular grain che dovevano garantire il massimo di nitidezza e coerenza immagine (questo per chi della fotografia argentica abbia un ricordo falsato dal tempo...) che storia: dopo 27 anni mi ricordavo perfettamente il momento e l'intento di riprendere quegli sguardi così intensi delle attrici sulla scena, ripresa probabilmente con la mia Nikon F601 AF ed un Sigma 70-300 APO di quella generazione, quando il concetto di nitidezza era strettamente connesso alla capacita di tre, quattro o cinque cellule separate, al buon cuore dell' AF delle Nikon col girabacchino e ...last but not least, alla buona sorte (ecco il negativo visto con profilo colore standard) per aiutare l' MC50, meglio selezionare sull'apposito slider l'escursione minore di fuoco posizionare macchina e treppiedino in direzione più centrata possibile del bank (consiglio di utilizzare potenze dell'illuminatore mai superiori al 75%, percchè il guadagno in termini di esposizione è molto ridotto, rispetto al rischio di aumentare slittamenti verso la radiazione UV) la peretta soffiatrice è indispensabile, per eliminare la polvere che si accumulerà immancabilmente a causa della breve distanza dall'illuminatore, sui negativi e su obiettivo e riproduttore ES-2 il monitor orientabile in questi tipi di ripresa è Manna dal Cielo... uso prevalentemente diaframmi medi, mai troppo aperti, per compensare le differenze centro bordi del negativo, indotte dallo spanciamento fisiologico Questa Nikon Zf sta bene con tutto, anche con le pellicole di sfondo, vero ?! Max Aquila photo © per Nikonland 2023
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  9. E ti devi abituare: abbiamo lettori silenti, però prolifici in termini di fiori, cuori, coppe. A me il tuo gipeto a quattro zampe è piaciuto, anche se il galateo del fotonaturalista proibisce di scattare agli animali non fuggivori. Quelli che sono più facili da ritrarre: perché così...non c'è piacere ! Però una bella foto di un bell'animale, comunque libero, quindi dignitoso, aiuta ad imparare e conoscere. Specie se il fotografo racconta il come, il dove, il quando. Tutto ciò che difficilmente, troppo difficilmente riusciamo ad ottenere qui su Nikonland. Per cui grazie! E non sentirti per nulla in colpa per avere usato il tuo nuovo tele. A proposito. Assolutamente....
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  10. giuro che non scrivo + "attendo vostre" siete tutti muti
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  11. Come detto, Gabriele, ed anche ben raffigurato, per ottenere una copia di un negativo o di una diapositiva, bisogna, nell'ordine: avere un obiettivo capace di arrivare al rapporto di riproduzione 1:1, perchè si possa riproporre sul formato della fotocamera un fotogramma di pellicola delle stesse dimensioni del sensore, qualunque sia il modo (=obiettivo macro, oppure obiettivo standard con tubo di prolunga adatto per arrivare 1:1) avere modo di disporre l'originale su di un supporto tale da tenerlo con perfetta planeità e dotato di ula lastra diffusore della luce, perchè venga illuminato il più omogeneamente possibile sorgente di luce naturale o artificiale di adeguata potenza e il più diffusa possibile per evitare eccessi di aumento di contrasto dell'originale solido treppiede fotocamera con sensore di densità adeguata al risultato prefisso Spero di essere stato cristallino... In alternativa: LABORATORIO FOTOGRAFICO...
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  12. collezionista ? Notare la techina a temperatura costante ...
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  13. il nuovissimo Nikkor Z 600mm f/6.3 S montato su Nikon Z8 : stacking di immagini riprese da una Zfc con il 16-50 La passione dei giapponesi per le riproduzioni in scala ridotta - le miniature - non la scopriamo oggi. All'arsenale dove fu costruita, c'è un modello in scala 1:10 della nave da battaglia Yamato (i cui telemetri erano Nikon) che è lunga 26 metri. E a parte il fatto che non è stata costruita per combattere e che si può visitare liberamente (mentre la nave originale è in fondo al mare), la piccola è l'esatta riproduzione dell'originale. Sono abbastanza comuni i modelli di auto in scale di tutti i tagli, in metallo o in resina, perfettamente simili al vero. E' la fusione dell'abilità di riproduzione con la tecnica bonsai. Questa introduzione per sintetizzare cosa sia il nuovo Nikkor Z 600mm f/6.3 rispetto ad un tradizionale 600mm f/4. Pensiamo ad esempio al primo autofocus, del peso di oltre 6 chilogrammi, pur con le sue sole 9 lenti, e una lunghezza di 42 cm. Ecco, questo sembra a prima vista un modello in scala, compatto, non più lungo di 28 cm e al netto del piedino del treppiedi, pesante non più di 14 etti. Ma nella realtà, non è una miniatura, è un obiettivo funzionale, con 21 lenti che non rinuncia a nulla. Nemmeno all'anello dorato - distintivo dei migliori Nikkor - ad uno schema sofisticato, soprattutto ad una costruzione solida, concreta, apparentemente in contraddizione con quella leggerezza. Che è figlia dell'adozione, nello schema, di un elemento a diffrazione. Una lente non tradizionale, tornita a cerchi concentrici le cui superfici interna ed esterna, simulano la curvatura di una lente piena di quelle grandi. Di quelle che ci sono tipicamente nei 600mm f/4 e che sono responsabili di pesi superiori e lunghezze oltre i 40 cm. tutti i teleobiettivi da 400mm in su attualmente in catalogo con attacco Z. Proporzionalmente il nuovo 600mm richiama più il 400/4.5 che gli altri. Ma in termini costruttivi è più imparentato con l'800 mm f/6.3 con cui condivide l'impostazione che prevede un elemento diffrattivo. Per compensare il limite delle lenti di Fresnel, ovvero una dispersione anomala della luce, viene impiegato in correzione un elemento ad indice di rifrazione anomalo che allinea il canale del blu a quello di rosso e verde. In questo modo le aberrazioni cromatiche sono virtualmente assenti. esteticamente il 600/6.3 è più vicino al 800/6.3 che al 400/4.5. Lo notiamo dalla targa in argento con scritto Nikkor e dalla scritta gialla Phase Fresnel Lens. Il collarino del treppiedi é di quelli seri, come nei superteleobiettivi grandi, mentre il piedino è condiviso con 100-400/70-200/400/4.5, tanto che risultano del tutto intercambiabili gli eventuali rimpiazzi in alluminio con i binari Arca Swiss Vediamo come arriva. La confezione è semplice, come quella degli obiettivi più corti. Una scatola analoga a quella del 100-400, non enorme come per il 180-600 il nostro ha la tradizionale garanzia di 4 anni Nital l'altro lato della scatola ha i codici prodotto. Aprendo la scatola compare l'astuccio morbido in sintetico, dentro ad una busta di cellophane. poi ci sono i manualetti multilingue, che riportano le caratteristiche principali e danno una spiegazione della funzione dei vari pulsanti. sotto, protetto da un cappello di spugna, spunta l'obiettivo, dentro ad un altro cellophane protetto da un altro anello di schiuma e da uno di cartone morbido. Il paraluce è infilato sotto all'obiettivo ma è protetto da un altro setto di schiuma i due componenti dell'obiettivo : paraluce (imprescindibile) e obiettivo a sinistra, qui sopra, abbiamo il paraluce del 400/4.5, a destra, quello del 600/6.3. Anche se il passo filtri è identico - 95mm - i due paraluce non sono uguali. Differiscono nel codice prodotto, HB105 quello del 400, HB105a quello del 600/6.3 il quartetto a confronto. Decisamente simili ma il 600/6.3 è di una classe superiore. Alla fine, la differenza sta in quei circa 4 cm di lunghezza e in quei due etti appena abbondanti (quanti ne aggiungerebbe un TC1.4x al 400/4.5 per farlo diventare un 600/6.3) ovviamente da solo non sta in bilico sul piedino, ci vuole un contrappeso come può essere la fotocamera particolare della targa con le iscrizioni in rilievo e le incisioni ben definite e verniciate a regola d'arte. Costruttivamente è un piccolo capolavoro. Una vera miniatura. la bottoniera con il tasto funzione, il selettore del limitatore di messa a fuoco (tarato sui 10 metri) e l'interruttore per passare a fuoco manuale. altro dettaglio della bella S colore argento, e l'altro tasto funzione, replicato sui quattro cardinali la ghiera diamantata, programmabile, e l'anello di messa a fuoco manuale 4 metri di messa a fuoco minima, Made in Cina. E particolare della parte inferiore del piedino del treppiedi. dettaglio laterale del piedino. La vite va allentata per smontarlo ma poi c'è un pulsante di sgancio. Il tutto è identico a quanto troviamo nei vari 70-200, 100-400 e 400/4.5 eccolo in "batteria" con la Nikon Z8 ancora un dettaglio delle iscrizioni e delle targhe l'altro lato con il marchio Nikon il grande tappo da 95mm in primo piano *** Le prime impressioni sono difficili da negare. E' un obiettivo non bello ma bellissimo che trasuda qualità premium per essendo compatto e leggero. Anzi, proprio per questo ancora più pregiato in ogni dettaglio. Nei primi scatti si è mostrato duttile, facile da usare e sostanzialmente privo di difetti. Non è un 600mm f/4 TC - nulla lo è - ma a dispetto del prezzo relativo, il giusto mezzo tra 800/6.3 e 400/4.5, uno strumento sensazionale sia costruttivamente che funzionalmente. Che Nikon ha annunciato a sorpresa e ancora più a sorpresa ha consegnato immediatamente dopo il lancio (poco più di venti giorni dal lancio). Negli ultimi due anni il nostro marchio ha costruito il più straordinario parco di ottiche supertele che non ha rivali. Nemmeno per chi ancora usa Nikon F. Questo 600mm è a tutti gli effetti una nuova aggiunta. Ma di fondo va a sostituire il Nikkor 500/5.6E PF, lanciato di questi tempi già sei anni fa. Del quale è una evoluzione sostanziale, a partire dalla capacità di operare in sincrono con lo stabilizzatore integrato di Nikon Z8 e Z9. Un dettaglio che non ci stancheremo mai di sottolineare a chi lo trascura. Per le foto e un primo commento operativo, rimandiamo ai successivi commenti qui di seguito.
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  14. Voto per la n°17 di Riccardo Davoli, ben fatta ma sopratutto risveglia in me piacevoli ricordi.
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  15. Un giorno dovrò cimentarmi in un'operazione simile e questo articolo mi sarà di grande aiuto. Ma considerati i miei tempi di reazione spero di poterci arrivare a quel giorno.
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  16. Godox introduce sul mercato la nuova versione del suo Flash di punta Godox introduce sul mercato il Flash V1pro ed il Sub-Flash SU-1. Perfettamente inserito nel sistema Radio Wireless “Godox X System” Prestazioni Migliorate Sia il Flash V1pro che il Flash secondario SU-1 sono stati sottoposti a test rigorosi e sono stati progettati per offrire prestazioni superiori circa la robustezza nelle varie condizioni di ripresa. Infatti offrono affidabilità, prestazioni e compatibilità migliorate così da consentire ai fotografi di lavorare con una migliore sicurezza in ordine alla robustezza dell’apparato. Il Godox V1pro è compatibile con i sistemi TTL di Nikon, Canon, Sony, Fuji, Oly/Pana, incluso il supporto per la sincronizzazione ad alta velocità fino a 1/8000 di secondo. È utilizzabile come trasmettitore o come ricevitore in un gruppo di Flash Wireless Godox X System. Innovativo Sub Flash Esterno SU-1 Il Godox V1pro è dotato di un 2° Flash (SU-1) staccabile e pilotato in remoto per una migliore luce di riempimento sul Set. Ancora una volta Godox si rivela pioniere nel mondo dell’illuminazione Flash, inventando un rivoluzionario componente removibile per la luce di riempimento : il Sub Flash SU-1. Il Sub-Flash SU-1 è compatibile con il Sistema Radio Godox X e con una ampia gamma di modelli di fotocamere. Progettato specificatamente per il V1Pro, il Sub Flash SU-1 può essere facilmente montato o smontato dalla parte anteriore del Flash. Quando il Sub Flash SU-1 è montato sul V1Pro ed anche attivato, assolve al compito di luce ausiliaria di riempimento; assai utile per i ritratti quando la parabola del V1 non è puntata sul soggetto ma su una superficie riflettente adiacente o sul soffitto. Quando il Sub Flash SU-1 è smontato dal V1Pro, può essere usato in remoto quale punto luce creativa indipendente ma sempre pilotato in remoto dal suo Master V1Pro. La potenza di luce emessa dal Sub Flash SU-1 può essere regolata da 1/128 a 1/1 della sua potenza e da -3 a +3 EV con incrementi di 1/3. Versatile e agile, il Sub Flash SU-1, si rivela uno strumento d’uso veloce negli scatti dinamici in un Set, e l'opzione staccabile rende il nuovo V1Pro un attrezzo più leggero se necessario. Un moderno sistema di ricarica della Batteria La Batteria del nuovo V1pro può essere ricaricata scegliendo tra il moderno sistema USB tipo C oppure con il classico caricabatterie originale VC26. Passaggio dal modo TTL a Manuale con un solo “Clic” Sul corpo del nuovo V1Pro è presente un interruttore fisico che consente di passare immediatamente e facilmente dalla modalità TTL a quella Manuale, e viceversa, con un solo "Clic". Sia negli eventi fotografici frenetici che in scenari di ripresa di alto livello, è possibile modificare in ogni momento ed in totale sicurezza l’ambiente di lavoro del Flash. Impavido contro il tempo e la velocità Nel nuovo V1pro è presente una porta di alimentazione supplementare. Attraverso questa porta è possibile connettere il V1Pro al potente Power Pack Flash Godox PB960. Una unità Power con Batteria Litio 11,1v 4000 mAH che si ricarica in 3 ore soltanto. Tempo di riciclo del flash : 1 sec. a piena potenza, Numero di Lampi : 1800 a piena potenza, Doppio attacco per alimentare 2 Flash contemporaneamente, Batteria sostituibile. Una potente unità di Alimentazione ed un ulteriore livello di sicurezza durante le frenetiche riprese in location. Parabola rotonda. Effetto luce uniforme, morbido e stabile Il design della parabola a testa tonda produce una luce uniforme e morbida in chiave “Beauty". Una luce brillante ed uniforme che mantiene una perfetta combinazione tra luminosità e temperatura di colore ad ogni Lampo. Pre-Visualizzazione : la perfezione Il nuovo V1pro perfeziona la configurazione di illuminazione con la luce pilota LED regolabile. Il nuovo Flash è dotato di una luce pilota LED regolabile in 10 livelli, così da perfezionare il posizionamento e la configurazione del Flash a garanzia di una acquisizione precisa, aumentando significativamente l'efficienza della ripresa. Trasmissione e ricezione wireless Il nuovo V1pro supporta la trasmissione e la ricezione wireless 2,4 GHz e si integra perfettamente con i Flash Godox del Sistema Wireless X. Un'eredità di competenze Dall’esperienza ereditata nella produzione di Flash, il nuovo V1pro è stato sottoposto a un completo aggiornamento della struttura della testa, garantendo una qualità della luce affidabile, duratura e costante nell'uso. Il nuovo V1pro promette di essere un vero compagno per tutto il viaggio fotografico del suo possessore. Integrazione degli accessori a testa tonda Godox Il nuovo V1pro è compatibile con tutti gli accessori per Flash rotondi Godox. Il Fotografo deve solo aggiungere la sua creatività. Compatibilità Il nuovo V1pPro è compatibile con i sistemi TTL di Nikon, Canon, Sony, Fuji, Oly/Pana Caratteristiche Tecniche Fotocamere compatibili Canon - Nikon - Sony - Fuji - Oly/Pana Potenza Max 76W Copertura focale del Flash da 28 a 105 mm. Movimento della Parabola Zoom Auto : Attivato automaticamente dalla Focale Obiettivo - Manuale Angolo del movimento Testa 0÷330° Orizz. / -7°÷120° Vert. Durata del Lampo Da 1/300 a 1/20000 di sec. Controllo dell'esposizione Controllo dell'Esposizione TTL Canon E-TTL II / Nikon i-TTL / Sony TTL / Fuji TTL / Oly-Pana TTL + MANUALE Correzione dell'Esposizione FEB: ±3 EV con 1/3 di Step (FEC manuale e FEB possono essere combinati) Blocco dell'esposizione Flash (FEL) Con il pulsante (FEL) o il pulsante (*) Modalità di sincronizzazione Sincro HSS fino a 1/8000 sec. - Sincro 1^e 2^ tendina. Lampi Multipli - Strobo Fino a 100 lampi, 199 Hz Modo Wireless Radio 2,4 Ghz Gruppi e Canali Gruppi A, B, C, D - Canali 32 Portata Wireless Radio 100 m. Flash di modellazione Attivato con il pulsante di anteprima della profondità di campo della fotocamera Raggio di assistenza Autofocus Centro: 0,6÷10 m. - Bordi: 0,6÷5 m. Lampada pilota a LED 2w / 3300K±200K Alimentazione elettrica Batteria al litio incorporata 7,2v 2980 mAh Tempo di riciclo 1,5 sec. Numero di Lampi a piena potenza 500 Power Bank PB960 - Opzional Power Bank PB960 Batteria Litio 11,1v 4000 mAh - Tempo di ricarica del flash : 1 sec. a piena potenza Tempo di ricarica Batteria 3 ore Numero di Lampi a piena potenza 1800 Utility Attacco per 2 flash - Batteria sostituibile
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  17. Un trio spettacolare, gran bella musica e ottima registrazione!
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  18. 27/01/2024 "Delta del Po" Pentax 67 II + Ferrania P30 / Ilford Delta 100
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  19. Perché è un “Grand DAC de Bordeaux” che viene lasciato affinare in botti di rovere per 10 anni
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  20. Ho completato l'articolo, aggiungendo nel suo corpo le foto scattate in questo lasso di tempo durante il quale ho avuto la fortuna di poter utilizzare una Nikon Zf per realizzare oltre a questo anche altre "experiences" in aggiunta agli articoli già pubblicati da Mauro Maratta sulle doti tecniche e di "aiuto alla composizione" di questo strumento fotografico: che a nostro avviso va acquistato per ottenere piacere dalla possibilità di usarlo come un tempo si faceva con le reflex a pellicola, ma potendo in ogni momento shiftare ad impostazioni assolutamente contemporanee in ognuna delle componenti che ci sia aspetta presenti su di una mirrorless del 2024, che annunzia le sue future sorelle. Onorato...
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  21. A gentile richiesta, il Picture Control personalizzato citato nell'articolo Invertito.zip
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  22. Una batteria più capiente è sempre apprezzabile. Però io auspico che Nikon con le Z abbandoni le batterie da "Coolpix" e utilizzi al più possibile la EN-EL15 che ha il vantaggio oltre alla maggiore potenza, anche di essere intelligente (segnalazione effettiva degli scatti fatti e della carica residua in modo affidabile).
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  23. Se ti può interessare, ma sono moto, il 27 maggio c'è la prova di qualificazione al mondiale di Speedway a Lonigo dal pomeriggio fino a sera. Io ci dovrei andare.
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  24. "Lascia nella polvere il povero Nikkor F 200-500/5.6. Per tacere dei tanti superzoom Sigma, Tamron & Co." Aggiornate i vostri parametri gente, questo supertele Nikkor Z crea imbarazzi. Ma non solo a Sigma e a Tamron (che potranno proporre solo alternative più economiche e compatte, non più prestazionali !) ma anche alla stessa Nikon. Perché nonostante sia un obiettivo plebeo come il vituperato 24-200 Z, questo 180-600 si permette di essere una alternativa credibile per chi non abbia onestamente la necessità di comprarsi un 400 o un 600 fisso. Già a prima vista non stonerebbe se avesse anche lui una S. E' bello e ben fatto. Ma soprattutto non si allunga, non si sbilancia e se l'aria è buona e non si cerca di fotografare un passero che fa la cacca sulla luna (!) durante una tempesta di sabbia, è anche nitidissimo. Più che nitido. Più nitido del 100-400 alle focali comuni. Io l'ho ordinato al Nikonstore.it al primo giorno di preorder in giugno. Ma ho dovuto aspettare sino a settembre per averlo. Altrimenti non l'avrei potuto nemmeno "visionare" tanta è stata la richiesta. E non c'è da stupirsene ... L'ho usato al Gran Premio di Formula 1 nonostante la situazione "fotograficamente" disgraziata Charles I di Monaco in ingresso alla Ascari, Gran Premio d'Italia 2023 e in generale in autodromo dove sono solito fotografare (tre foto tutte riprese attraverso una spessa rete) con buoni risultati. Ma l'ho venduto, con un pò di dispiacere perché oramai la mia modalità operativa è priva di collare e priva di treppiedi/testa/monopiede con uso esclusivamente a mano libera e in "leggerezza". Cosa che mi permettono i miei 70-200/100-400/24-200/400/4.5/600/6.3 ma non mi permetteva questo, pur significativamente compatto 180-600 che con i due chili di peso e 32cm di lunghezza dopo un pò si fa sentire. Anche la sua lunghezza non contribuisce alla pratica che io eseguo maggiormente in autodromo il panning. Ma per tutto il resto non posso che parlare bene di questo obiettivo dichiarandolo come ALTAMENTE RACCOMANDATO "Compratevelo gente, non ve ne pentirete" (tranne che non abbiate specifiche esigenze e siate in grado di affrontarne il costo, vista l'offerta Nikon in tema di teleobiettivi Z) PRO prezzo giusto. Sarebbe giustificato se costasse anche 500 euro in più buone prestazioni ottiche generali con un calo leggero alla focale maggiore per un 600mm è relativamente compatto e leggero CONTRO più lungo e pesante di quel tanto che basta a renderlo inadatto al genere di fotografia che io pratico di più (panning seguendo il soggetto a mano libera in sport) quel cavolo di collarino del treppiedi. Alla terza edizione riusciranno a farlo definitivamente bene ?
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