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  1. Circolano da tempo miti e leggende al riguardo. questo è il sensore della Nikon D5, progettato e sviluppato dal know-how Nikon, poi prodotto per conto di Nikon da Toshiba (oggi Sony Semiconductor). L'industria mondiale dei sensori è una comunità molto piccola. Dove tutti si conoscono e non si fanno la guerra, al contrario, condividono scoperte, tecnologie, brevetti e licenze. E soprattutto si confrontano regolarmente in simposi internazionali. Sviluppare un sensore è una cosa complicata che richiede molto denaro e molto tempo e dove ogni fallimento si paga caro, come ben sa Sigma che dopo aver annunciato il suo primo Foveon full-frame commerciale l'ha dovuto prima posporre e poi annullare perché concettualmente errato e non utilizzabile nella pratica. Ma è ancora più impegnativo produrlo quel sensore, perché richiede disponibilità di capitali immense e un mercato a disposizione in grado di far fruttare a pieno quel capitale. Dividiamo il discorso in tre : progettazione dei sensori, produzione e produzione delle macchine per la produzione gli stepper Partendo dall'ultimo punto : la produzione delle macchine per la produzione dei sensori. I sensori vengono ricavati per stampa microlitografica di wafer di silicio opportunamente "drogati" secondo un processo simile a quello dei microchip elettronici e comune per certi versi alla stampa dei pannelli a cristalli liquidi dei nostri monitor e televisori, da quelli piccoli che costituiscono i mirino delle fotocamere fino ai megaschermi da oltre 100 pollici di diagonale. La microlitografia è un procedimento di precisione che prevede l'incisione nel wafer di una matrice progettata al computer. Questa matrice rappresenta la disposizione dei fotositi e dei loro contatti. I sensori moderni contengono al loro interno anche i convertitori AD, gli amplificatori e in alcuni casi anche la memoria tampone di lettura. Tutti dispositivi che vengono stampati da apparecchi che si chiamano stepper e che sono sostanzialmente degli incisori a raggi luminosi capaci di movimenti micrometrici molto precisi. Questi apparecchi, grandi dal formato di una lavatrice fino a quello di una lavanderia a gettoni, sono fondamentali per la produzione di massa ma anche per quella dei prototipi : non ci sono al momento procedimenti pratici industrialmente rilevanti che possano sostiturli. Sostanzialmente al mondo esistono quattro produttori di stepper : ASML, Ultratech, Canon e Nikon Asml è una costola di Philips e detiene circa i due terzi del mercato mondiale degli stepper specializzati per procedimenti ultraridotti per la produzione di microprocessori. I suoi clienti principali sono INTEL e AMD ed ha investite decine di miliardi di euro per sviluppare tecnologia in grado di portare alla produzione di macchine capaci di incidere piste a distanze di 14-10-7 nanometri. Ultratech è una società della Silicon Valley é una società molto piccola che lavora in settori legati alla ricerca e allo sviluppo di nuove tecnologie. Il restante mercato, quello legato alla produzione di microchip meno complicati dei grandi microprocessori, tipo le memorie, i convertitori e in generale tutti i chip di uso comune in tutti i dispositivi elettronici, insieme ai sensori di immagine, é diviso tra Canon e Nikon che fanno valere la loro tradizionale capacità di ingegneria ottica. Canon e Nikon vendono stepper a chiunque ne abbia bisogno e sospetto che la stragrande maggioranza dell'elettronica e degli schermi che abbiamo intorno nella nostra vita quotidiana, sono prodotti con stepper o Nikon o Canon. Nikon non ha avuto la lungimiranza né la forza di impegnarsi negli investimenti necessari per lo sviluppo della tecnologia UltraUV che è rimasta in mano ad ASML, probabilmente perchè un affare troppo grande per la sua dimensione storica ed ha preferito dedicarsi alla sua tradizionale produzione meno esasperata ma sicura (Intel sta vedendo i sorci verdi per passare dal processo produttivo da 12nm a quello da 7nm ... e Intel ha budget simili al PIL di intere nazioni industrializzate) Uno stepper è un dispositivo importante, di costo rilevante. Nikon produce negli anni migliori 50-100 stepper, fatturando un ricavato che sfiora il 50% delle sue vendite totali (709 miliardi di Yen nel 2019). Un vecchio stepper classe 1997 ricondizionato, se vi interessa, viene intorno al milione e mezzo di dollari, installato in casa ... al pezzo. Figuriamoci cosa costa un modello nuovo come questo : Uno stepper Nikon NSR-S635E la targhetta sul retro di un Nikon NSR 4425i installato in uno stabilimento Samsung che produce dal 2010 disply per smartphone Capirete l'importanza di questa industria - quella degli stepper - e il loro valore strategico per la restante industria elettronica. Nikon fa parte di questo ristretto club. Nemmeno Sony si produce stepper per se ma li compra ... da Nikon. la produzione dei sensori i sensori di immagine sono prodotti dentro stabilimenti di elettronica del tutto analoghi a quelli che producono microchip. Ci sono camere a polvere dove sono installati gli stepper di produzione che stampano per conto dei clienti i sensori. Che poi vengono puliti, sgrossati, selezionati, tagliati, rifiniti e confezionati per essere spediti al committente. La gran parte delle fabbriche di produzione è in Asia con piccole società ancora attive in California e in Israele. Ogni fabbrica costa investimenti che partono da 1 miliardo di dollari, devono produrre a pieno regime per essere redditizie. La gran parte della produzione è attualmente indirizzata verso la produzione di display di vario taglio. I produttori sono per lo più specializzati, chi lavora per il settore automotive, chi per i display, chi per i sensori veri e propri. E nei sensori ci sono i marchi che lavorano più per il piccolo formato (Samsung) e chi si occupa anche di quelli in grande formato (prevalentemente Sony Semiconductor che ha quasi il 50% del mercato mondiale). Devo precisare per un ultima volta che Sony Semiconductor ha in comune con Sony-fotocamere solo l'azionista unico ma hanno partita iva e amministratore delegato differenti Peraltro Sony-fotocamere non è più una divisione a se stante ma fa parte dello Home Entertainment, insieme all'audio, l'home video e i telefonini di Sony. Insomma, settori non professionali. I settori strategici per Sony, quelli professionali, sono differenti da quelli per l'intrattenimento. I clienti dei produttori di sensori e microchip sono tutte le società mondiali di produzione dell'elettronica. Tra cui Sony-fotocamere-telefonini (che compra da Sony Semiconductor), Apple e Samsung (che comprano da Sony e da Samsung) e Nikon. Canon produce sostanzialmente per se perchè ha la dimensione per possedere una factory di produzione. Nikon invece compra dai suoi clienti. Ovvero vende a Sony Semiconductor (o a Tower Semiconductor) stepper mentre compra microchip e sensori di immagine (e display LCD etc. etc.) prodotti per suo conto. questa è una ripartizione grossolana delle quote di mercato al 2019 dei principali produttori di sensori (OmniVision é una società cinese con sede a Santa Clara in California che produce per Apple, Microsoft, Qualcomm etc.). Le fabbriche di microchip sono impianti che sforano più sulla fantascienza che la realtà che conosciamo. Sono custodite con religiosa sicurezza ed è raro vedere immagini del loro interno o degli impianti in esse contenuti che possiamo solo immaginare nel loro bianco candore e pulizia integrale a prova di singolo granello di polvere la progettazione dei sensori Come abbiamo visto non ci sono guerre tra i produttori di microchip e di sensori ma solo concorrenza industriale e commerciale. Spesso ci sono schermaglie legali (come la doppia causa di Nikon contro ASML e quella di ASML contro Nikon e Zeiss) che generalmente sfociano in scambio di licenze e brevetti. Licenze e brevetti non coprono segreti industriali perchè quelli sono divulgati nella comunità scientifica ma coprono il loro sfruttamento commerciale. Ricordo le sentenze a favore di Rambus che senza produrre nemmeno un microchip deteneva i diritti di produzione degli slot di memoria DRAM di tutto il mondo e pretendeva che tutti le pagassero le royalties, arrivando al massimo livello di giudizio alla Corte Suprema degli Stati Uniti. Tanto che uno è cliente dell'altro. Persino Canon che è molto gelosa del suo marchio e del suo prodotto, quando ha avuto bisogno di sensori da 1'', li ha comprati già fatti da Sony. Ma anche nella progettazione nessuno lavora a compartimenti stagni. Le tecnologie di progettazione sono comuni o simili, i software di modellazione (necessari per risparmiare sui costi di sviluppo fisico che richiedono la stampa effettiva di sensori con costi di impianto non ammortizzabili se il sensore poi non va in produzione) è di pubblico dominio, la formazione avviene nelle stesse università. Anche perchè gli ingegneri sono abituati a lavorare in team, anche di tipo inter-societario sia per la parte hardware che per quella software e in questi casi c'è la condivisione totale delle informazioni il team di ingegneri dei sensori di Nikon in una sessione comune di confronto sviluppo dei firmware Nikon e comunque il solco di progettazione per i sensori mainstream che vengono impiegati nelle nostre fotocamere non si può discostare molto da quello della progettazione permessa dagli stepper a disposizione che è in linea principale rivolta a produrre display LCD. Un sensore è composto dallo strado fotosensibile, da quello delle microlenti sovrastante, dalla matrice RGB ancora sopra e sotto, dalla circuiteria di amplificazione del segnale, dai convertitori Analogico-Digitale ed eventualmente dalla presenza o meno di un buffer direttamente inciso nel sensore. Le caratteristiche del sensore sono di base e poi possono essere personalizzate. Ci sono moltissime società al mondo in grado di progettare sensori, poche che sono specializzate nella progettazione di sensori di grande formato. Questi sensori (diciamo dal formato APS-C in su) sono caratterizzati da prestazioni elevate ma anche da scarto crescente (il costo dei sensori in formato 44x33 o 53x40mm non è dovuto alla superficie impiegata ma alla bassa resa di ogni singola stampata, sia per il basso numero dei sensori prodotti che, soprattutto, per la quantità di sensori con qualche tipo di difetto per stampata che vanno scartati o impiegati per usi non commerciali) e da difficoltà (e costo) di messa a punto crescenti. Ci vuole il budget necessario per svilupparli e poi impiegarli. Al momento solo Sony Semiconductor (che non è Sony-fotocamere) ha il budget per sviluppare sensori conto terzi, ovvero sensori che non utilizzerà in proprio (anche perchè Sony Semiconductor produce esclusivamente conto terzi) ma che verranno ordinati da clienti. In particolare tutti i sensori medioformato al mondo sono sviluppati e prodotti in piccola serie da Sony Semiconductor. Canon e Nikon hanno capacità di progettazione propria di sensori di formati fino al 35 mm. Potrebbero anche andare oltre ma con costi difficilmente ammortizzabili in apparecchi di prezzo "commerciabile". Anche se un esemplare unico è sempre possibile a costi milionari, ovviamente. Canon poi si produce da se. Nikon se li fa produrre da uno che possiede la capacità produttiva con la qualità attesa da Nikon. Paradossalmente Nikon potrebbe anche rivolgersi a Canon per farsi produrre dei sensori Nikon (attenzione, non sto dicendo che Nikon comprerebbe sensori Canon ma che Canon produrrebbe sensori Nikon PER Nikon, una cosa diversa). Canon ultimamente si è detta disponibile a vendere i propri sensori ad altri. In quanto agli altri produttori di fotocamere a me risulta che : Sony-fotocamere si progetta da se i suoi sensori che fa produrre a Sony Semiconductor (ovviamente) oppure compra a condizioni di mercato sensori già pronti progettati da Sony Semiconductor (con cui non condivide gli ingegneri ma c'è scambio di informazioni e i brevetti e le licenze sono ovviamente comuni) Panasonic adesso è cliente di Sony per i sensori a bassa risoluzione, progetta quelli ad alta risoluzione e li fa produrre a Sony o a Tower (come fa Nikon) Leica ha sempre acquistato sul mercato i suoi sensori, in passato in Europa, oggi credo che sia legata a Panasonic in tutto Fujifilm utilizza sensori Sony personalizzati nelle microlenti, nella matrice RGB (sia Bayer che non Bayer) e nella matrice della rilevazione di fase dell'autofocus) e nell'amplificazione Olympus compra da Sony Sigma compra da Sony per la Sigma fp, fa progettare a Foveon i suoi sensori a tre strati che poi vengono prodotti in una piccola fabbrica californiana (Foveon sta in California ed è di proprietà 100% Sigma) Nikon e Sony possiedono licenze e brevetti incrociati. Ricordo che le prime Sony usavano autofocus solo a differenza di contrasto. La rilevazione di fase è arrivata quando Sony ha fatto scambio di licenze con Aptina e Nikon che hanno dato in dote quanto sviluppato per le Nikon 1. Stesso discorso per quanto riguarda l'amplificazione dual-gain, tipica dei sensori Sony e Nikon, ultimamente applicata anche da Canon che deriva direttamente dalle licenze di Aptina acquisite quando Aptina è uscita dal mercato nel 2014 (la tecnologia di base veniva peraltro da STM Micro a testimonianza che in questo campo non ci sono steccati, tutto è in vendita e tutto si può comperare). La migliorata capacità dinamica degli ultimi sensori Canon testimonia che tema diversi di progettisti possono arrivare allo stesso risultato impiegando la tecnologia opportuna. l'interno di una Nikon D5 : ogni singola board è progettata in casa da Nikon simulazioni sulle capacità di trasmissione della luce di un sistema di microlenti per sensore da parte dello sviluppo Nikon Quindi eliminato il mito che Nikon non ha capacità progettuali andiamo a vedere che capacità effettive ha. Il primo sensore Nikon di grande produzione era un CCD da oltre 10 megapixel, quello della Nikon D1. Progettato interamente in casa, dopo gli esperimenti con Fujifilm per la serie E, era poi prodotto "in casa" da Renesas, factory del gruppo Mitsubishi. Mitsubishi ha deciso che il settore non era produttivo e lo ha venduto (la factory perchè Renesas è ancora in piena attività ed è tra i leader dei microchip per l'automotive) a Sony. Quel sensore veniva usato in binning in vari formati anche in D1h e D1x. Probabilmente è il primo esempio di binning in una fotocamera moderna. Stessa capacità di innovazione il famoso sensore jfet lbcast da 4 megapixel della Nikon D2h, prodotto materialmente da Kodak ma progettato totalmente da Nikon nel 2003 con una tecnologia inedita. E via via fino alla Nikon D850 e il suo sensore che è stato aggiornato poi per la Nikon Z7-Z7 II e che possibilmente equipaggerà in una versione rinnovata anche la Z8/Z9. Prodotto da Toshiba finché Toshiba non ha venduto i microchip a Sony. Nel mezzo Nikon ha trovato conveniente acquistare da Sony molti sensori, tra cui quello da 6 megapixel che ha motorizzato le prime DX consumer - D100-D70 - e quello più recente delle D7100-7200 da 24 megapixel che è comune al Sony coevo. Mentre il sensore DX di D500-Z50-D7500 è di Nikon, ancora prodotto da Toshiba o da Tower a seconda dei lotti. Come accennavo lo sviluppo di un sensore è un processo complesso e soprattutto lungo. Il software di modellazione al computer accelera i passaggi ma poi questi vanno verificati producendo una piccola serie del sensore che va testato effettivamente su muletti e prototipi. Generalmente un sensore viene finalizzato un anno prima della produzione di una nuova fotocamera. Progettazione e sviluppo costano ore-uomo di lavoro e costano materialmente l'impianto di una matrice che va poi stampata in piccola serie. Chi ha prodotto un libro in proprio sa che il costo di impianto è la parte più elevata della stampa e questa poi va ripartita per il numero di copie. Un conto è stampare un libro in copia unica, un conto è farne 10.000.000 di copie. Se poi è necessario apportare modifiche alla matrice per qualche tipo di problema riscontrato dal vero e non dal modello, il processo va ripetuto (come se si trovassero degli errori di stampa dopo aver stampato il primo esemplare del libro : va modificata la matrice e reimpostata la stampa, che magari prevede una numerazione di pagine diverse etc. etc.). Quindi non è possibile sviluppare un sensore per una sola macchina e un sensore per una macchina a "bassa tiratura" costerà molto di più di un sensore che andrà in più modelli di macchine o in macchine prodotte in un numero di esemplari superiore. Nikon ha know-how, personale e capacità di sviluppo proprie ed è anche in grado di produrre in casa prototipi e testarli, misurarli, metterli a punto. Capacità che condivide con poche altre case (appunto : Canon, Sony, Panasonic e pochi altri a questo livello). Dove sta la differenza tra modelli concorrenti di produttori diversi ? Sta nell'equilibrio tra costi di sviluppo e di impianto, numero di esemplari da produrre, budget, margine di ritorno atteso. Nikon è il produttore "completo" più piccolo tra i tre grandi ed ha meno risorse da bruciare per modelli differenti. Ha la necessità di ottimizzare gli investimenti su più esemplari (leggi : riciclo di sensori tra più generazioni di macchine) e non può rischiare di anticipare i tempi. Nikon non ha alcuna difficoltà a progettare e produrre un sensore stacked come quello di Sony A9-A9 II e A1. Ma se non l'ha ancora fatto nemmeno Canon ci saranno difficoltà di natura commerciale e industriale, non necessariamente di know-how. Perchè Nikon potrebbe anche chiedere a Sony Semiconductor di produrglielo. Ma quella chiederebbe un contratto fisso con un numero di pezzi da produrre in N giorni. Che andrebbero pagati e poi dovrebbero essere utilizzati e, possibilmente, venduti. Per farlo dovrebbe avere un mercato ricettivo e pronto al prodotto. Che facilmente non costerebbe cifre che questo mercato sarebbe capace di accettare. Stessa questione per il cosiddetto global-shutter, già disponibile industrialmente ma che io ricordo sia stato detto che il costo unitario "all'ingrosso" per un sensore da 40 megapixel GS è pari a 6.000 dollari più le tasse. Immaginiamoci quindi quanto costerebbe una fotocamera il cui sensore da solo costa $6.000. Infine, la tecnologia avanza ma avanzano anche le potenzialità che questa può esplorare. Il formato 8K necessità di densità elevate di risoluzione ma in Giappone il formato 8K è già mainstream e si guarda avanti al 12K (80-96 megapixel a seconda che il formato sia 16:9 o 4:3), Seguire il mercato con lo sviluppo dei sensori è già impegnativo. Anticiparlo può essere geniale ma anche folle. Quello che vorrei fosse chiaro è che sono miti e leggende che Sony, Nikon, Canon, Samsung, ASML, Nec, si facciano la guerra e siano gelose dei loro segreti. Nascono tutti dalla stessa sorgente e vengono condivisi a livello scientifico in simposi mondiali. E' un circolo ristretto di una manciata di operatori con queste capacità progettuali e industriali. Di cui Nikon fa parte a pieno e meritato diritto da decine di anni. Senza se e senza ma. Nikon è una società in grado di progettare dispositivi industriali di costo unitario dell'ordine dei milioni di dollari (al plurale). Che volete che sia una semplice fotocamera ? Solo una questione di ripartizione dei costi di progettazione, produzione e promozione, oltre che di opportuno time-to-market per far in modo che abbia un prezzo compatibile con il nostro portafogli.
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  2. Si tratta di un sensore CMOS con stack BSI da 18 mp e 1 "in grado di supportare 1000 fotogrammi al secondo, estensione della gamma dinamica di tipo HDR (fino a 134 dB, o 22+ stop di DR ingegneristico) e una dimensione dei pixel di 2,7 micron quadrati. Il chip sperimentale descritto è stato apparentemente fabbricato su uno stepper da 65 nm, che è generalmente più piccolo di quello utilizzato per sensori di grandi dimensioni al momento. Probabilmente è un sensore pensato per impieghi industriali (controllo di produzione/saldature, misurazione etc.). Quindi destinato a terzi e non per scopi fotografici Nikon. Il che conferma il nostro punto di vista sulla capacità autonoma di sviluppo dei sensori di immagine ... di qualunque tipo.
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  3. In effetti è questa voce del menu che mi ha spinto a chiedere chiarimenti sull'utilizzo sulle Z di obiettivi privi di CPU. Sarebbe utile. Meglio ancora un Megadap F-to-Z ...
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  4. Tutto chiaro: la mia D750 ha il simulatore di diaframma che comunica alla macchina meccanicamente e in tempo reale l'apertura impostata. Ciò che non ha l'FTZ.
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  5. Ma Sony è Sony: se non la uso è perché preferisco Nikon. Ma se Nikon si mette a seguire la strada di Sony invece di fare la propria il risultato può essere solo di.... arrivare secondi. O terzi, visto che Canon apparentemente sta andando per la propria strada e, noi, siamo dietro ad entrambi. Vale quello che ci siamo già detti: un conto è quello che gli ingegneri sperimentano in laboratorio, altro dovrebbe venire da chi definisce la linea e batte i tempi di cosa concretamente mettere in vendita per i clienti. Nel DNA di Nikon c’è la fotografia, non il video. Ed il modo di interpretare la fotografia che Nikon ha sempre avuto non è solo il motivo per cui sono nikonista ma soprattutto il suo carattere distintivo. Quindi, il fatto che una ML Nikon sia sviluppata/ottimizzata allocando gli investimenti e le risorse di sviluppo SW più per essere una videocamera che fa le foto rispetto ad una fotocamera che fa i video è tutta questione di linea commerciale. E quello che Nikon continua a non capire, ed è evidente in questa intervista, è che: - in un mercato in contrazione, il modo migliore per avere clienti è trattenere i propri e non cercare quelli degli altri (vedi video vs foto). - gli investimenti in sw sono una frazione di quelli necessari alla gestione HW (pensa ad esempio al magazzino ed alle linee produttive), ma con questi oggetti sono la maggior parte del successo. Possibile, in questo scenario, non avere un rilascio di FW aggiornati per trimestre? - il cliente che si sente “fregato” è un cliente perso. E mi riferisco allo scegliere di non portare le nuove funzionalità FW sulle Z mark I mantenendole solo sulle Z mark II. Contrariamente a quello che i leader fanno in tutti i mercati, es. PC o smartphone.
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  6. Un ciao a tutti. Ho avuto la z6 l'ho usata 3 mesi con il 24-70 kit f4 e ho provato a usarla con l'anello con il 24-120 purtroppo mi ha deluso... in quanto la praticità per me è stata nulla, il peso non l'ho ridotto, mi piaceva la silenziosità ma troppi lati negativi venduto tutto 4 mesi dopo con 6000 scatti circa... Non credo che ne ricomprerò altre... Oramai per quanto mi riguarda i tempi sono maturi e un corpo vale l'altro, 30 anni a impugnare e guardare da un mirino reflex non li cancelli e le abitutidi fatichi a perderle sopratutto se il momento in cui devi scattare non puoi perderlo e non hai il tempo di aprire menu, guardare, ricordare e agire... Continuo con le care vecchi d750 d3s solo per lo sport ho aggiunto una d850 per lo studio e la d780 che non mi ha ancora fatto innamorare anche se la trovo un ottimo compromesso, se solo potessi metterci un grip. Intanto sogno un 24-350 f3,5
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  7. La campagna della Val d'Orcia, una delle più belle d'Italia e, forse, la più fotografata. Difficile quindi proporla con un taglio originale. Qui ho provato a ritrarla in monocromia e in controluce, quando i morbidi rilievi delle colline che la punteggiano risultano enfatizzati dal sole ma anche sfumati nella grande luminosità che colpisce l'obiettivo della fotocamera. Giudizi e commenti sono ovviamente ben accetti. 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7.
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  8. Anche io non ci sono mai stato...purtroppo. Serie uniforme, immagini simili ma non troppo ripetitive ; mancando i colori ( e la scelta del BN la trovo coraggiosa ma ben riuscita ) io preferisco il "minimal", per cui 4 e 5, anche se le "forme" della 1 sono quelle riconoscibili di quelle zone. Appena riusciro' a passarci ti avviso per tempo pòer le dritte del caso.
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  9. Seconda "traduzione", questa volta dall'italiano all'italiano, del sottoscritto. nelle Z6 II e Z7 II abbiamo usato un processore doppio per riutilizzare quello precedente. Avremmo potuto progettare un nuovo processore ma quello lo riserviamo alla prossima macchina abbiamo riutilizzato gli stessi sensori delle Z6 I e Z7 I perché riteniamo che abbiano ancora qualità da offrire (ma probabilmente anche perchè non siamo pronti con i prossimi) al lancio abbiamo implementato il formato 4K60p full-frame nella Z7 II perché il suo sensore lo consente in modo nativo. Per la Z6 II ci stiamo arrangiando via software per offrirlo ma con un crop 1.5x. Di meglio non si poteva fare preferiamo offrire NLOG ed altre modalità evolute via registratore esterno (Atomos) rispetto alla soluzione interna. Qui non lo dicono ma la motivazione potrebbe essere ancora quella di software incompleto (che delegano ad altri) o un problema di surriscaldamento. Questo è un aspetto su cui Nikon sta molto attenta. Ed infatti nessuna delle Z soffre di surriscaldamento anche in modalità spinte (cosa che invece nelle Nikon 1 era piuttosto comune) abbiamo riciclato il mirino precedente perché il feedback dei nostri utenti ci ha assicurato che quello attuale è molto buono e non è l'aspetto da migliorare più prevalente la stessa cosa per il display posteriore che si può comunque muovere con una mano sola, anche rispetto a quello completamente ribaltabile delle Panasonic S1 stiamo studiando la modalità multiscatto multipixel (l'aumento di risoluzione con più scatti in automatico) che i concorrenti (tutti tranne Canon) stanno offrendo perchè ci sembra realmente molto buona. Dobbiamo decidere se riservarla alla prossima macchina o se implementarla anche via firmware in quelle attuali le Z non hanno un giroscopio interno che consenta di valutare l'entità delle vibrazioni durante l'uso per predisporre lo stabilizzatore (sinceramente non so chi degli altri abbia questi dispositivi) la qualità di immagine di Z6 II e Z7 II è identica a quella offerta dai modelli I. Ma é superiore ai modelli precedenti di reflex (in effetti io riscontro superiore capacità di bilanciamento del bianco e di esposimetro delle Z7 rispetto alla D850 e delle Z6 rispetto alla D750, in questo caso, notevolmente migliori) la capacità di autofocus in bassa luminosità delle Z è influenzata dalla luminosità massima dell'obiettivo utilizzato in questa tornata abbiamo scelto di privilegiare il miglioramento dell'autofocus con riconoscimento dell'occhio di umani e animali domestici a distanza ravvicinata, piuttosto che quello a distanza di "figura intera" i miglioramenti di autofocus dei modelli II rispetto ai modelli I deriva da miglioramenti degli algoritmi, permessi dal doppio processore non pensiamo di implementare questi miglioramenti nei modelli I stiamo ancora decidendo cosa migliorare con successivi aggiornamenti firmware stiamo decidendo dove orientare la nostra ricerca per i modelli successivi perché le specifiche attese dal mercato (8K e 4K120p) si stanno elevando abbiamo deciso di chiamare i nuovi modelli II e non s perchè adesso e a regime ci sarà un corredo di obiettivi più ampio (?????) la Z7 II allo stato attuale ha raggiunto il massimo sviluppo in termini di velocità (raffica, etc.) [leggi anche il doppio processore si è saturato] in termini di comunicazione con l'FTZ modelli I e II sono identici (se ci sono miglioramenti nell'AF dipendono dagli algoritmi) non è previsto che i modelli I ottengano le nuove modalità di AF dei modelli II la mia impressione leggendoli e cercando di astrarre dalla doppia traduzione (Giap-Cinese e Cinese-Italiano) è quella di avere di fronte scienziati di laboratorio che portano avanti un lavoro di ricerca. L'unico che ha impegni di management in termini di marketing è il primo nella foto che è in effetti il responsabile dello sviluppo del prodotto anche dal lato commerciale. Ma di fondo questi stanno studiando i sistemi e come farli funzionare al meglio in casa, senza ricorrere ad aiuti esterni. Probabilmente hanno i laboratori già pieni di muletti e prototipi di modelli di II, III e anche IV generazione sui quali studiano le potenzialità di implementazione di ogni sorta di soluzione. Probabilmente quello che manca (ma ne abbiamo parlato già a proposito di Nikon e gli ingegneri) é qualcuno che tiri le fila e ad un certo punto indirizzi le soluzioni verso scadenze precise e precise specifiche. Forse ci sarà una intervista al Presidente Nikon al CP+ la prossima settimana. Speriamo che quello possa almeno sbilanciarsi un pò di più sull'immediato futuro. Sul futuro in generale io ho piena fiducia che questi "scienziati" arrivino anche oltre dove sono arrivati gli altri. Che lo facciano bene prima che io vada in pensione è un altro capitolo
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  11. peccato davvero, che amarezza. Bello il dittico, la prima foto un tripudio di colore e la seconda giustamente "gelida"
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  12. Cosa ne penso? L’avevo vista in annuncio ma l’avevo scartata come idea. Ma visto che chiedi, mi sono visto tutti e 7 i minuti del video: pure io non mi riesco molto a scaldare. Sostanzialmente lo associo alla fotografia agli animali fatta con le foto trappole: puoi fare cose fantastiche....ma non sei lì a vedere cosa fotografi e ad emozionarti per quel che vedi e che fai. Non è il mio campo! Detto questo, secondo me l’innegabile enorme successo della raccolta fondi è dato da tre fattori: - posso usare il cellulare, per comandare la macchina: sembra un drone! - intrigano chi vuol fare timelapse notturni - fotografare le stelle senza sapere dove sono le costellazioni Non ci conterei troppo. Solo il fatto che si possa muovere fluidamente sui tre assi presuppone che non sia bloccata. Ed in ogni caso quello non mi sembra il target d’uso per questo oggetto. Aggiungi che “di targa” le teste stabili sono date per sostenere 20-30 o più kg e questa ne dichiara 7, più o meno come quelle che hanno una sfera grande come una biglia. Un ultra wide, intendendo con il termine focali molto corte - da 20mm in giù, serve a fare altro rispetto a realizzare una panoramica: farlo è come fare un buco nel muro con il martello invece che col trapano. Che comunque è sempre meglio che provare a simulare l’effetto di un ultra wide - cioè il motivo per cui lo si usa - con il fotostitching, cosa che direi impossibile! Insomma, non prendetevela se sono stato un po’ categorico o tranciante. Mi spiace. Ma se penso che c’è chi investe tempo per realizzare le proprie composizioni, curando i particolari dell’inquadratura, e chi vorrebbe mettere lì la macchina sul treppiede e telecomandarla..... niente da fare, it is not my cup of tea!
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  13. Grazie a tutti del passaggio. Per chi lo chiede, rispondo che lo spunto che mi ha ispirato questo post è stata l'amarezza per aver visto abbattuti degli alberi che avevo fotografato neanche quattro mesi prima lungo una strada che di tanto in tanto mi trovo a percorrere nella campagna senese, e che avevano attirato la mia attenzione per i loro colori e il particolare posizionamento all'interno di quel tornante, tanto che mi avevano indotto a fermarmi per riprenderli dalla piccola piazzola antistante. Non si tratta - credo - di piante particolarmente pregiate, anzi immagino che fossero cresciute spontaneamente in quel pezzetto di terra, ma mi piaceva molto trovarle lì quando passavo con la macchina, e ammirarne la densità e i colori del fogliame che cambiavano ad ogni stagione. Erano diventate una sorta di tappa fissa, quasi come il bar dove solitamente ti fermi durante un viaggio ricorrente e che apprezzi per il suo buon caffé o per la commessa carina che serve al banco. Non so perché siano state abbattute, forse per motivi di sicurezza della strada provinciale, o forse perché gli addetti hanno voluto anticipare la soluzione ad un futuro problema di manutenzione straordinaria, o per non so che altro. Certamente non ostacolavano la visuale della curva e non davano fastidio a nessuno. A me invece è dispiaciuto averle trovate tagliate e lasciate lì a seccare, e non poter più vedere le loro fronde nei prossimi viaggi. Questo fatto mi ha ispirato il dittico e il titolo stesso, che nella sua accezione originale induceva a riflettere sulla caducità della vita soprattutto quando, come in questo caso, viene interrotta improvvisamente nel suo splendore essendo quelle piante molto giovani. Per carità, nessun intento filosofico e nessuna volontà di andare oltre un titolo che mi sembrava si adattasse bene allo scopo.
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  14. E dai! ottima idea. Le foto sono molto suggestive, e la seconda è quella che preferisco
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  15. Io non amo il bianco e nero, ma la Val d'Orcia rende bene anche così. Complimenti.
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  16. Ottima serie anche per me, magica l'atmosfera delle prime tre, soprattutto della prima.
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  17. Belle Pedrito, prima o poi riuscirò a vederla anche io questa valle! Allora... tra le prime tre (simili), preferisco la prima e devo dire che avrei anche levato tutti i vari pali della luce che si vedono all'orizzonte. Molto bella! Anche se le mie preferite sono la quarta e la quinta... ma anche l'ultima, beh ma anche la prima.... insomma mi piacciano tutte. Ottima serie!
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