Vai al contenuto

Classifica

Contenuto Popolare

Mostra il contenuto con la massima reputazione di 08/09/2020 in tutte le aree

  1. Grandi fotografi come fonte di ispirazione ? Si, troppo facile, specie se quel fotografo è attivo nel nostro genere. Ma perchè non un pittore ? La fotografia può diventare come la pittura, se l'occhio del fotografo è sensibile. Beninteso, non per scimmiottare, né per replicare. Solo per l'ispirazione. Che come nel caso di questo pittore, per indole artistica e stile, mi si confà perfettamente. Il '600 è l'apoteosi del chiaroscuro nel colore. In particolare, ma non solo, nella scuola lombarda di quel secolo, ricco per le arti più dei precedenti, si sviluppa uno stile di chiaroscuro che parte da un tratto estremamente realistico. Le figure sono dettagliate e non abbozzate come nelle scuole olandesi e spagnole. Ma soprattutto lo studio della luce porta all'estremo. Il chiaro è la vita, il nero è la morte. In mezzo le transizioni sono nette, forti, violente. Come, lo sappiamo per i tanti ritratti romanzati che ci hanno propinato per decenni, è stata la vita di Caravaggio. Andiamo nel vivo, la Vocazione di Matteo è una straordinaria prova di un chiaroscuro magniloquente impiegato per guidare l'osservatore verso Matteo. La lama di luce penetra, unica fonte di colore, dalla finestra aperta che non si vede nel quadro. Mentre, misteriosa, c'è un'altra finestra che però non è nella direzione del sole ed è opaca. Le facce dei personaggi in vista sono vivide, sovraesposte, tutte le parti in opposizione di luce rasentano il nero. Ma al vero questo quadro è leggibile in ogni parte. Solo ci sono fortissime differenze di esposizione. Come vedete, al di là del soggetto, del significato del quadro, il linguaggio è quello dei fotografi. Tale e quale. E allo stesso modo, anche senza esposimetro ma con tanto, tanto colore e tanto, tanto nero d'avorio, ha ragionato il pittore. il tono è giallo, come la luce del sole italiano. Ma anche come i lumi e le candele. Il bilanciamento del bianco così, non serve. La cena di Emmaus, versione di Londra. La luce è più bianca ma nella realtà in questa scena non c'è. Le ombre sono al servizio dell'espressione, non necessariamente della geometria. Ma sono nette dove serve, più sfumate dove non serve. Sempre, tranne nel personaggio di spalle, i volti in luce, esposti al limite della bruciatura. I bianchi che modulano in tutte le tonalità. E i rossi vivi, mentre tutti gli altri toni si confondono tra loro. la versione milanese dello stesso quadro, è di un altro tono, perchè vuole essere meno retorica, più intimista, più raccolta. Il senso è lo stesso ma il dettaglio di un altro livello, perchè la luce è più diffusa, così come le ombre. torniamo alle tinte molto forti e alle luci esasperate nel San Gerolamo e il teschio mentre è più vicino alla seconda Cena di Emmaus il San Tommaso che tocca incredulo la ferita del costato di Gesù forta ma qui non è riprodotta bene la scena della flagellazione. Anche qui la luce è al servizio dell'immagine, non necessariamente della geometria analitica. e per finire la decollazione di San Giovanni, una scena ampia, con la luce assoluta protagonista, al di là di quanto succede sul ... set. Ho scelto questi quadri per rappresentare un'idea. A me piace l'opera di Wagner e la seguo anche se non capisco una parola del tedesco antico in cui cantano i protagonisti. Ma anche quella musica vive di chiaroscuri, il dramma sinceramente non ha bisogno di parole per spiegarsi, le contrapposizioni di silenzi e di esplosioni di colore sonoro bastano. Almeno a me. E anche qui, seppur le scene, tipiche di quegli anni, non mi dicano molto, nemmeno nelle posture molto .... fantasiose, la luce, il colore, quelli mi parlano e mi ... ispirano. Per questo, molto spesso vado a cercarmi luci come queste. E quando non sono esattamente come piacerebbe a me o come sarebbe necessario, intervengo nello sviluppo. Anche di forza, quando serve. Con il pennello, con quello grosso, intinto a pieno nel nero o nel giallo ocra. *** Ripeto, nessun tentativo di scimmiottare Caravaggio anche quando il tema è attiguo ai suoi come sarebbe facilissimo ma andando a tutt'altro scenario, a me viene naturale vedere la scena per come ce l'ho in testa anche se nella realtà, non ci sono tutti quei chiaroscuri, solo un pò ... e mi spingo anche oltre Caravaggio nel ritratto più stretto, dove in verità il pittore era più di maniera che nelle grandi scene e perchè no, anche nel nudo, perchè è la luce che conta, non la scena *** In teoria si potrebbe spingere anche nel bianco e nero, il chiaroscuro nasce negli schizzi con la sanguigna e il carboncino, dove non si possono fare tanti giochi di sfumature ma i toni devono sempre essere netti. Ma Caravaggio è il maestro del colore, dei rossi, dei gialli, dei neri, dei marroni. Ripeto, nessun intento di imitazione né, sacrilegio, dissacratorio. Caravaggio sta nell'Olimpo, dove nessun fotografo può avventurarsi senza salvacondotto. Ma spero di avervi incuriositi, vista la richiesta di tematiche culturali che avete espresso nel recente sondaggio di opinione sugli articoli di Nikonland. Sarà così ? Lo vedremo nei commenti.
    4 punti
  2. riprendendo un altro thread: - il desiderio di "produrre" una stampa. Produrre non è solo la somma di skill tecnici che, ragionevolmente, una persona normodotata può apprendere, ma avere passione per "fare" un oggetto (stampa) costruendolo passo passo. Quando ho iniziato a fare click, volente o nolente i camera oscura ci finivi per forza, lì ho capito che per me era una fatica che poco centrava con il mio gusto di fotografare e che anzi, per quanti sforzi facessi il mio prodotto raramente era soddisfacente. Non si creda che la stampa BN fosse più semplice di quello che è oggi la stampa digitale, no affatto. Vero che ogni attività ha tanti livelli di difficoltà, ma raggiungere un buon risultato non era ed è affatto banale ed il risultato, per quanto si possa fare attenzione, è decisamente aleatorio tanto che una stampa chimica è effettivamente un'opera unica: ti voglio vedere a ripetere esattamente le stesse mascherature volanti, per lo stesso numero di secondi. Ecco. li capii che non ero nato stampatore Con il digitale non ti sporchi le mani e non devi spegnere la luce, ma rimane sempre un processo la cui complessità non mi prende, non mi spinge alcun sacro fuoco a ricercare un pur bell'oggetto come una stampa <fine art>. Lascio che siano altri che hanno il "senso" e gli skill adeguati ad ottenere quei risultati. E quando accade, è una festa . Per me è già dura trovare occasioni di ripresa fotografica adeguate....ecco mi basta questo e ne avanza
    2 punti
  3. Salvo che uno voglia, abbia piacere, si diverta, a seguiretutto il processo di stampa. Allora il costo vivo è aleatorio, ma c'è un costo di cui nessuno parla. È quello del tempo da dedicare, della fatica, delle delusioni. È un costo molto più salato che si compensa solo con la PASSIONE per il processo e per l'opera finale che, alla fine e se si è bravi, si può ottenere. Nel FARE c'è il senso di tutto. Io non ce l'ho e quindi concludo come te.
    2 punti
  4. Fate ovviamente due discorsi ben differenti, fondato uno sul piacere di completare il ciclo gestionale di uno scatto, l'altro sulla necessità di fornire ad un cliente una stampa ineccepibile, sotto tutti i punti di vista. Di fronte ad un utilizzo commerciale del mezzo è chiaro che non ci possono essere tolleranze di sorta. Il fotoamatore che stampa, già si diverte a vedere uscire dalla stampante il foglio di carta con il prodotto della sua attività fotografica. Riportando tutto sotto il concetto della convenienza dell'operazione rispetto alla fortuna (nel senso di Fato, Caso, Sorte) di trovare un bravo stampatore, disposto ad ascoltare e a dirigere il frutto dei suoi studi ed esperimenti verso i nostri desideri, non trovo sufficiente nessuna delle due posizioni. Il tempo da dedicare all'acquisizione di tutto ciò che serve per stampare al livello delle aspirazioni che abbiamo rispetto i nostri scatti è davvero tantissimo: delegare questa parte ad un professionista, continuo a ritenere sia il miglior compromesso tra costi e desideri
    2 punti
  5. Il costo della stampante e il suo ammortamento lo devi considerare se il confronto lo fai con la stampa in laboratorio. per entrambe la macchina fotografica serve ma una volta ottenuto un file da stampare se vuoi stampare in casa la stampante la devi comprare. In ogni caso per stampare in proprio credo servano volumi più alti di quelli che movimenterei io, che mi limito a una decina di A2 all'anno e qualche stampa su tela da 1m di lato. Questo perché le stampanti devono lavorare pena costi elevati di ripristino in condizioni ideali.
    2 punti
  6. Mauro, io ti porto la mia esperienza personale - Epson 3880 che stampa l’A2. Che ho scelto perché: - ha un costo per stampa, sugli inchiostri, che é circa la metà di quelli della corrispondente A3+ (legato alla maggior dimensione delle cartucce ed al minor costo per ml). - mentre la stampa A3+ è l’ideale per la condivisione (e per me il limite minimo per apprezzare una stampa, e, nella stampa, gli sforzi fatti per fotografare con alta qualità), la dimensione che appendo è A2 (o superiore). - Inchiostro a pigmenti, per le stampe da appendere dovrebbe garantire durate ben più lunghe. Usando carta INNOVA, ma ti assicuro che non ha niente da invidiare a quella che citi tu, almeno la cotton che uso per il 100% delle mie stampe, dai calcoli fatti a suo tempo ho il costo per un A2 (carta+inchiostro) a circa 5€, 2-3 per l’A3+. Il costo della stampante, a mio modo di vedere, non va considerato. Per me, la produzione del Mio risultato è la stampa e voglio il controllo completo dall’idea, attraverso lo scatto fino alla stampa. Altrimenti dovrei attribuire a ciascuna stampa anche la quota parte del resto dell’attrezzatura fotografica che ho usato (si, considero la stampante attrezzatura fotografica) a dire che se con la mia Z6 farò 200 foto stampabili, ciascuna di queste costerà 10€ di Z6+....+5€ di stampa. E magari pure il Mac che uso al 99% per fare postproduzione..... A dire che, facilmente, una stampa costa un centinaio di euro. Mi rendo conto che è un ragionamento molto estremo, ma se condividiamo che l’obiettivo è la stampa - se amate veramente le vostre foto: stampatele! - allora è così che dovremmo ragionare.
    2 punti
  7. Non mi ricordo mai la cifra esatta ma le stime parlano di miliardi di immagini riprese ogni giorno. La gran parte di queste immagini durano il tempo di condividerle. Ma ne restano milioni. Una parte è quella che scattiamo noi con le nostre fotocamere. Tante, tantissime immagini, spesso bellissime. Che sempre più spesso rischiano di restare al chiuso di un hard-disk. Magari dimenticate per anni. E' vero possiamo sempre guardarle a monitor. Il monitor da una visione immediata e semplice. Una volta finito si chiude e amen. Oppure anche sul televisore, anche qui è facile ed immediato. Ma nulla può sostituire lo stupore di una stampa, di qualunque formato sia. Ma soprattutto quando la stampa è di grande formato ed è fatta a regola d'arte. La carta non emette luce, e se è opaca non riflette nemmeno. E porta un dettaglio che difficilmente il miglior monitor è in grado di mostrarci, anche o soprattutto perchè non emette luce ma la assorbe. Una stampa ci parla. Ci ricorda sensazioni che nel mazzo di centinaia o di migliaia di scatti in una directory si stemperano. La carta ha una consistenza tattile reale che ci riavvicina al soggetto quanto un monitor, anche il più spettacolare, difficilmente potrà fare. Esistono tante carte, ognuna con un effetto differente. Gli artisti per secoli hanno scelto la carta più adatta al lavoro che avevano in mente. Oggi possiamo fare esattamente la stessa cosa anche noi. Una fotografia o una serie di fotografie stampate, saranno sempre a vista se valorizzate ed appese in casa. Nella mia stanza e nel mio studio ci sono decine di ritratti appesi. Paia di occhi che mi invitano a fare di meglio la prossima volta. Quindi stampiamole, le nostre foto. Almeno quelle che amiamo di più. Valorizziamole in questo modo. Sarà il miglior tributo che potremo dare alle spese fatte per farle (sia per l'attrezzatura che per scattarle). Stampiamole belle grandi. Stampiamole bene. Non lesiniamo quattro euro per avere fotografie stampate in modo mediocre. un 2:1 gigantesco appena intelaiato in uno studio professionale. Con lo stampatore orgoglioso del suo lavoro stampe più piccole, spedite per regalo alla persona ritratta : qui all'ispezione generale prima della spedizione. Si ma come stamparle ? In casa o fuori ? Questione di indole, di tiratura, di capacità e anche di interesse. Stampare in casa non è una cosa banale - sia in termini di costi che di impegno - e non è alla portata proprio di tutti ottenere risultati di grande qualità. Se si stampa in formati interessanti, fino al formato A2, bisognerà impegnare un migliaio di euro per la stampante. Ma i dolori verranno ad ogni cambio di cartucce. Le stampanti di oggi producono risultati eccezionali ma al costo di una decina - e più - di cartucce di inchiostri che le case si fanno pagare come champagne del 1936. E non crediate che risparmiare l'inchiostro porti a vantaggi. E' vero il contrario. Solo con tirature medie interessanti si ammortizzano i costi rispetto alla stampa fatta in un service o da uno stampatore. Peggio ancora, l'inutilizzo per un certo tempo della vostra stampante - parlo per esperienza - si traduce in blocchi, usure, danni agli ugelli e alle testine. Con costi di manutenzione e/o di riprestino che spesso rendono diseconomico mantenere in vita la stampante stessa. Ma è certo che poter stampare in casa, quando si vuole, controllando tutto il processo dallo scatto alla stampa passando per uno sviluppo adatto, può essere estremamente soddisfacente per chi ci sa fare. Quindi se magari una volta stampavate in casa le vostre fotografie scattate sulla pellicola o se vi affascina il procedimento di stampa, programmate un investimento importante in una bella stampante della marca che più vi attira e poi dedicate il tempo necessario ad affinare il processo. Se stampate molte decine di foto spesso e volentieri, non ve ne pentirete. la vedete al monitor e la stampante ve la materializza sotto i vostri occhi : è un processo affascinante che può ammaliare e legarvi a vita al rituale di stampa. La testina che avanza ritmica e il tamburo che avanza la carta passo-passo, fino alla fine mentre voi seguite l'azione che porta al risultato finale. Ma se invece non ne capite molto, non vi appassiona fare lo stampatore e volete delegare a chi sa il fatto suo un processo che è un'arte del tutto parallela a quella del fotografo, allora non ci pensate nemmeno, ci sono soluzioni alternative che non richiedono di impegnare capitali, comprare carta e spendere centinaia di euro in cartucce di inchiostro. Considerate che oltre ai costi diretti, la stampa in casa può riservare sorprese spiacevoli, guasti, a volte letali che vi fanno spendere centinaia di euro di riparazione della stampante, una stampantona richiede manutenzione ordinaria e straordinaria (che costa, anche solo in termini di inchiostro sprecato per pulire gli ugelli), per non parlare delle tante stampe che fallirete anche quando sarete molto esperti. Tutte cosette che delegando - a pagamento - la stampa a chi lo fa per mestiere, vi risparmierete guadagnando anche tanta serenità in più. Stampare fuori casa : service oppure stampatori artigianali ? Io ho lavorato per anni con uno stampatore artigianale estremamente competente e meticoloso, capace di valorizzare spesso ben oltre le mie aspettative ogni mia stampa. Se avete la fortuna di trovare una persona così, non cercate oltre. Magari non avrete la flessibilità di una grande società di service ma avrete tiraggi unici ed irripetibili. Ogni stampa che otterrete sarà una piccola opera d'arte, indimenticabile e capace di suscitare emozioni. Ma con costi naturalmente non paragonabili a quelli di un service industriale che stampa con processi automatizzati e stampanti a polvere. Diciamo la verità, sotto i formati minimi, la differenza non sarà eclatante. Si, cambierà la qualità della carta ma su un A4 o anche a volte un A3, sinceramente non vale la pena di scomodare una stampa artigianale. La stampa all'ingrosso può essere sufficiente se non è troppo becera. Mentre sui grandi formati non c'è storia, tutta a vantaggio di chi la stampa la fa a mano, magari con una tiratura molto bassa, come una volta facevano i tipografi con il torchietto a mano. Però ci sono anche le vie di mezzo e diversi service adesso si stanno attrezzando per fare stampe su carte di pregio e processi a getto d'inchiostro. In Italia e all'estero ce ne sono diversi, ognuno con una offerta e una gamma di prezzi per tutte le tasche. Io ho sperimentato a suo tempo Digitalpix che ancora utilizzo per le stampe veloci. Mentre sto testando WhiteWall che è un service che ha vinto svariati premi Eisa come migliore stampatore del mondo per diversi anni consecutivi. Stampe singole o libri fotografici ? Come dicevo, la carta, la stampa accurata, nulla può valorizzare la vostra foto come una bella stampa, magari fine-art con le migliori tecniche disponibili sul mercato. Ma questo ha un costo che può raggiungere livelli elevati se vi piacciono - come a me - le stampe molto grandi - e che richiede uno spazio importante dove appenderle. Perchè, perdonatemi, ma non c'è cosa più triste di conservare centinaia di stampe al chiuso in scatole che poi vi ricorderete di tirare fuori solo per mostrarle agli amici. Una alternativa non così qualitativa ma più economica sul numero e, soprattutto, facile da conservare, è il fotolibro. Oggi ci sono processi di stampa di qualità per libri fotografici fatti on-demand da voi stessi. Veri e propri libri con testo e foto, oppure anche solo album integralmente di immagini. Io ho sperimentato solo Blurb, anche per i passati libri di Nikonland (bei tempi !) che adesso propone anche un nuovo formato completamente piatto che consente una visione delle doppie pagine senza l'antipatica curvatura delle rilegatura che è dove va l'occhio ogni volta che si sfoglia il libro se viene proposta una fotografia a due pagine. Il costo unitario è elevato ma se pensate che dentro ci possono stare anche centinaia di fotografie ben stampate (anche se non al livello massimo possibile, è comunque un processo tipografico, non fine-art) in formato fino al 33x28cm, allora vedete che con un paio di 50x70cm di WhiteWall ci state dentro comodamente. E in più il libro è ristampabile, regalabile, addirittura, se volete, si può mettere in vendita tramite Blurb o anche Amazon se seguite le trafila burocratica di emissione del codice ISBN. la copertina del libro Nikonland 2011, ancora ordinabile per chi lo volesse da Blurb. Insomma, pensateci seriamente ! Se non stampate mai o se avete sempre rimandato, pensateci seriamente. Primo perchè è un'occasione per rivedere tutte le vostre foto, organizzarle, selezionarle, lavorarle al meglio e poi portarle su un supporto concreto che non mancherà di suscitarvi stupore per anni. E poi perchè la stampa vi prenderà la mano e vorrete avere fotografie più belle da poter stampare grandi-grandi. Perchè bisogna veramente amare tanto una fotografia per volerla stampare in grande su carta, tela, supporto rigido o su un libro fotografico per poi mostrarla o appenderla. Non tutte le fotografie se lo meritano ma la nostra fotografia si merita che noi ci impegniamo al meglio per ottenere scatti memorabili che su carta diventino parte del nostro ambiente, della nostra memoria, della nostra quotidinità. Fate come volete, da te o rivolgendovi a chi ci sa fare, ma stampatele, tante, al meglio, belle, belle grandi !
    1 punto
  8. Val Amola un anno dopo. Il Rifugio Segantini, a circa 2400 mt. è diventato un santuario per molti fotografi di montagna. Il granito, la grande quantità di acqua e la variabilità del clima, sono le caratteristiche che rendono queste montagne un vero parco giochi per fotografi.
    1 punto
  9. Seconda puntata in versione Foveon, quindi preferibilmente B/N. Mi sono concentrato prevalentemente sulla bellissima Cima Presanella, la più alta del Trentino (3500 mt.). Praticamente dei "ritratti".
    1 punto
  10. in un editoriale abbiamo invitato alla stampa : e il discorso tra i commenti si è subito spostato sui costi. Secondo me che ho "terrificanti" esperienze con stampanti finite male per inutilizzo prolungato, il discorso dovrebbe essere più ampio e considerare oltre al costo per copia, anche il rischio usura/danno ed infilare tra i costi impliciti anche i tempi di studio e di prove necessari per impadronirsi di un processo di stampa che invece, se delegato fuori, esclude del tutto il fotografo dal processo. Detto questo, fermiamoci alla pura economia di stampa, facendo dei calcoli insieme. La stampante prescelta è la nuova - e a quanto dicono - meravigliosa Canon ImagePROGRAF PRO-300 che si trova, appena lanciata, a 799 euro. E' una stampante in formato A3+, un formato alla portata di tutti. E su questa dimensione vorrei concentrare i calcoli. La stampante usa 10 cartucce di inchiostri LUCIA PRO, pesa circa 14 chilogrammi ed ingombra sul tavolo 64x38 cm. Una cartuccia di inchiostro costa 18.49 euro. Sappiamo che le cartucce non si scaricano tutte insieme ma "un pieno" completo teoricamente viene a costare 185 euro più spese di spedizione. Una risma di carta Hahnemuhle Photo Rag Book da 25 fogli, costa circa 100 euro più spese di spedizione. Sono prezzi che ricavo da Photospecialist.it. Io però non ho alcuna idea della durata media delle cartucce. Solo che il costo della carta è praticamente di 4 euro al foglio, cui aggiungere l'inchiostro e l'ammortamento della stampante. In raffronto ho la tariffa di WhiteWall che per la stessa carta in formato A3+ chiede euro 19.95, più spese si spedizione da ripartire sul numero delle stampe ordinate. Consegna in 6.8 giorni lavorativi, ordine online caricando sul loro web le nostre immagini già preparate per la stampa. Mi aiutate nei calcoli ? Si vorrebbe arrivare a valutare un costo per foglio stampato pratico da confrontare con quello del service, ipotizzando una tiratura, per esempio, di 1 copia al mese, di 5 copie al mese, di 10 copie al mese (al massimo).
    1 punto
  11. Bellissimo articolo Mauro, ed hai ragione sul fatto che per creare l'immagine vanno usate luci e colori come hai descritto. Posso confermare che anche io mi sono soffermato più volte sulle opere di Caravaggio, stupito di come in quell'epoca con il pennello riuscisse a creare ombre, luci e colori per far risaltare i volumi e le atmosfere che voleva trasmettere. Più di una volta ho pensato alla analogia pittore/fotografo che tu tratti nel'articolo. Bravo poi per aver prodotto foto attuali ispirandoti a questo artista.
    1 punto
  12. Oggi ero preparato. D500 300mmf 4 Pf eTci14e III, Nessun crop. Volavano bassi. E qui sono sopra casa mia
    1 punto
  13. Ancora le Cascate del Dardagna, dettagli.
    1 punto
×
×
  • Crea Nuovo...