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Mostra il contenuto con la massima reputazione di 10/08/2020 in tutte le aree

  1. Avvertenza: Questo, pur non essendo un articolo tecnico, è comunque un articolo piuttosto da misuroni (measurebators in Inglese), astenersi chi non li può sopportare. WARNING! E' un articolo per spiegare una caratteristica tipica di quasi tutte le ottiche recenti e meno recenti di tutte le marche, Nikon è presa ad esempio perchè qui si parla di Nikon, ma non ci sono velleità polemiche, quanto scrivo vale per Nikon, Canon, Sony, Fuji, Sigma, Tamron ... l'é tucc istess si dice a Milano... Sopra ho scritto caratteristica, non difetto, ne scrivo perchè ritengo possa essere utile avere presenti le proprietà del materiale che si sta usando, ma assolutamente non per denigrare quella che è una situazione generale dettata da semplici leggi dell'ottica (e di praticità). Se dopo queste dovuti preavvisi le mie intenzioni sono chiarite, andiamo a cominciare. Con poche, ma proprio poche, eccezioni di ottiche "pro" molto costose, quasi tutti gli obiettivi moderni, fissi e zoom, presentano una diminuzione della focale effettiva alle distanze più brevi, che spesso viene chiamata focus breathing. Le cause sono molteplici, soprattutto sono implicate le progettazioni IF (Internal Focus, in cui l'obiettivo non si allunga focheggiando alle brevi distanze) con lenti flottanti e la tendenza a creare schemi ottici che consentano una messa a fuoco minima molto ravvicinata. Per questo le ottiche più affette dal focus breathing sono i tele macro e gli zoom ad ampia escursione focale. Non è il caso di addentrarsi oltre nella parte tecnica (non ne ho la competenza, fra l'altro). Ci basti sapere che in assenza di "trucchi" (schemi ottici particolari) l'unico metodo per mettere a fuoco vicino è inserire dell'allungamento fra sensore ed obiettivo (non per niente per la macro si usano dei tubi di prolunga). I vecchi obiettivi manuali infatti si allungavano anche molto focheggiando da infinito alle brevi distanze. Per evitare allungamenti smisurati e dimensioni eccessive, la distanza minima di messa a fuoco rimaneva piuttosto lunga, spesso corrispondente alla lunghezza focale dell'obiettivo stesso. Ad esempio il 200mm f4 AiS aveva una distanza minima di messa a fuoco intorno ai 2m, il 180mm f2.8 Ai intorno a 1,80m. Il nikkor 200mm f4 Ai focheggiato ad infinito (in alto) ed alla minima distanza (in basso) il paraluce è retratto in entrambe le foto. Il rapporto di riproduzione quindi non poteva superare certi valori (intorno ad 1:7 per il 200mm f4 Ai ad esempio). I macro come il micro nikkor 105mm f4 Ai per arrivare ad 1:2, raddoppiavano quasi di lunghezza e per arrivare ad 1:1 era necessario montare un tubo di prolunga da 5,2 cm (il famoso PN 11). Per aggirare questo problema, già ai tempi delle ottiche manuali erano stati progettati obiettivi a lenti flottanti e IF, ad esempio il 200 micro nikkor Ai non modificava le sue dimensioni (ma era già lungo il doppio del 200 non micro), pur permettendo di arrivare ad un rapporto di riproduzione di 1:2 a 75cm. Questo si otteneva tramite uno schema ottico complesso ma anche riducendo la focale effettiva alle minime distanze (al rapporto di riproduzione di 1:2 il 200 micro Ai diventa un 150mm effettivi). Il nikkor 200mm f4 Ai (in alto) ed il 200mm f4 micro nikkor AiS (in basso). Nelle ottiche moderne, soprattutto macro e zoom, ma anche tele fissi, si è proseguito su questa strada, per contenere le dimensioni degli obiettivi e per permettere riprese a distanza ravvicinata. Per molti il focus breathing non rappresenta un problema, giustamente, perchè nella maggior parte dei casi non ci deve preoccupare. Allora perchè parlarne? Perchè va tenuto in considerazione in alcuni ambiti fotografici in cui l'angolo di campo e la resa dello sfondo abbiano una particolare importanza, come ad esempio nel ritratto o nella macrofotografia in natura, dove sapere con quale lunghezza focale effettiva si sta lavorando può essere importante (e in macro anche a che distanza si sta lavorando può essere rilevante). Nessuna demonizzazione, nessun luddismo nostalgico dunque, ma un po' di chiarezza, vediamo qualche esempio. Prendiamo come riferimento un 200mm effettivi come il 200mm f4 Ai. Messa a fuoco minima 2m, rapporto di riproduzione 1:7,4, il che ci dice (la formula la trovate a fine articolo) che la sua lunghezza focale effettiva è 200mm o addirittura qualcosina di più. Il 200mm f4 Ai sulla Z6 Foto scattate con Nikon Z6 ed adattatori su cavalletto. Ecco il rapporto di riproduzione del 200mm Ai alla sua minima distanza di messa a fuoco, ossia due metri. Il dinosauro è lungo 22 centimetri, ho appositamente posizionato il soggetto davanti ad uno sfondo confuso per evidenziare le variazioni della resa dello stesso col cambiare rapporto di riproduzione. Questa sopra e le foto che seguono servono solo a valutare i due parametri "Rapporto di Riproduzione" e "Angolo di Campo", non ho curato variazioni di esposizione od altro. Prendiamo adesso il Nikon 70-300mm P; questo zoom arriva ad un rapporto di riproduzione di 1:4 a 1,2m a 300mm. Saranno davvero 300mm? La matematica ci dice di no, secondo i conti saremmo sui 200mm circa. Vediamo: Nikon 70-300 P alla minima distanza di messa a fuoco a 300mm Aggiungendo allungamento al 200mm ai, possiamo portarlo a focheggiare anche lui ad 1,2 m circa ed ecco il risultato. Nikkor 200mm f4 Ai più anello Fotodiox da 35mm Chiaramente si perde la messa a fuoco ad infinito, mentre con gli zoom questo non succede. Naturalmente a 200mm il 70-300 sarà sensibilmente meno di 200mm effettivi. Nikon 70-300mm P a 200mm alla minima distanza di messa a fuoco. Se confrontiamo i rapporti di riproduzione del 200mm f4 Ai senza tubo quindi a 2m dal soggetto con quelli del 70-300 P anche lui a due metri dal soggetto abbiamo il seguente risultato. Nikon 70-300 P a 200mm di focale e a 2m dal soggetto. Siamo ancora sotto ai 200mm "veri". Nikon 70-300 P, focale 300mm, a 2m dal soggetto. Non ho fatto i conti, ma si vede che il rapporto di riproduzione è superiore ai 200mm "veri" anche se non di molto. Il 300mm f4 Pf ha un rapporto di riproduzione di 1:4 circa a 1,4m quindi riduce un po' meno la focale, ma non siamo certo a 300mm effettivi, piuttosto siamo vicini ai 225mm. Nikon 300mm f4 Pf alla minima distanza. Purtroppo non ho altri obiettivi per rendere questo test più completo, ma rifacendomi alle specifiche dichiarate posso dare altre indicazioni: ad esempio passando ad obiettivi per Nikon Z, il 24-200mm Z a 200mm ha una distanza minima di messa a fuoco di 70 cm con un Rapporto di Riproduzione di 1:3,5. Basterebbe ricordare che il 105 micro F4 ha un rapporto di riproduzione di 1:2 a 45cm per capire che la lunghezza focale effettiva alla minima distanza è circa 121mm . a 2m invece ha un Rapporto di Riproduzione di 1:10 (fonte photographylife) il che vorrebbe dire che sarebbe effettivamente un 170mm o giù di lì. Il nuovo 70-200mm f2.8S a 200mm mette a fuoco ad 1m con un rapporto di riproduzione di 1:5, solo un pochino meno del suo omologo per Nikon F cioè il 70-200mm f2.8 FL (1:4.7 ad 1,1m), quindi ad 1m il 70-200 f2.8 S a 200mm avrebbe una focale effettiva di 140mm circa (il 70-200 f2.8 Fl è invece un 160mm). E allora? Allora niente. Per la stragrande maggioranza degli utilizzatori il focus breathing è irrilevante, come ho già scritto. E' un piccolo dazio da pagare per mettere a fuoco più vicino e quindi avere un'ottica un po', od anche molto più versatile, specialmente nel caso del 24-200 per chi vuole un'ottica all in one come ha scritto Max Aquila. Per qualcuno, in qualche caso, potrebbe essere invece un elemento da tenere presente. E' per questi ultimi che scrivo. Ma si può recuperare in qualche modo il focus breathing o...,non c'è un tubo da fare? C'è proprio il tubo. Tubo fotodiox da 35mm, mantiene af e tutto il resto. Chiaramente si perde la messa a fuoco ad infinito. Nikon 300mm f4 Pf "col tubo" su Z6 Se ci interessa recuperare, in parte almeno, la focale effettiva, si può, interponendo un tubo di prolunga. Con il tubo di prolunga l'obiettivo verrà focheggiato ad una distanza superiore, quindi con minore effetto "breathing". Chiaramente non si potrà mettere a fuco alle lunghe distanze. Non ci sono pasti gratis. Nikon 70-300 P a 200mm alla minima distanza di messa a fuoco (1,2m) con tubo Fotodiox da 35mm, si vede chiaramente come si recuperi parecchio come rapporto di riproduzione, senza nemmeno avvicinarsi al soggetto. Confrontate con la foto corrispondente senza tubo. Nikon 70-300mm P a 300mm alla minima distanza di messa a fuoco (1,2m) con tubo Fotodiox da 35mm, notevole guadagno. Tenere presente anche lo sfondo. E questo è tutto. Ho "dato i numeri" e ora sono contento. Ah, la formula per calcolare la focale effettiva. L' ho pubblicata più volte ma, se insistete: Distanza di messa a fuoco in mm --------------------------------------------------------------- (1/R) + R + 2 Dove R è il rapporto di riproduzione (es. 2 nel caso di 1:2). E' una semplificazione di una formula molto più complessa, ma anche così è sufficientemente affidabile. Silvio Renesto per Nikonland.
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  2. Perdonami Claudio, io sono più prosaico, a Canon invidierei (se non fossi nikonista) che hanno già : - due fotocamere professionali - un set di obiettivi che comprende due 70-200, due 85/1.2, un 50/1.2, un 15-35/2.8 - due macro - due 24-105 - due teleobiettivi "esotici" da 600 e 800mm - un 100-500mm per le cartelle automatiche possiamo anche arrangiarci ...
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  3. E' bastato un reTweet di Nikon Rumors, perchè lo stesso articolo in inglese abbia subito un'impennata di letture rispetto alla versione italiana segno inconfondibile che i nostri contenuti facciano breccia anche al di là delle Alpi, dove evidentemente a fronte di tanti articoli copia e incolla dalle brochure delle presentazioni ufficiali, pochi sono i fotografi che si occupino di fotografia utilizzando ...fotografie realizzate con le ottiche di cui parlano...per sentito dire.
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  4. Torretta a sinistra, oppure torretta a destra ? Rimando all'anteprima della Nikon Z5, pubblicata qui : per altri confronti visivi tra le due. Ma in definitiva le differenze reali dal punto di vista ergonomico si riducono a pochissimo, a prima vista solo alla posizione della torretta di selezione delle modalità che passa a sinistra a destra, "sopprimendo" il display LCD presente nella Z6. Altre differenze essenziali non ce ne sono. Si, il display posteriore ha una risoluzione inferiore ma nella sostanza lo noterete solo utilizzando le due macchine contemporaneamente e solo se avete occhi ben allenati. Il mirino è lo stesso, il processore è lo stesso, l'autofocus è assolutamente identico. Cambia il sensore. La Z5 ha una risoluzione infinitesimalmente inferiore (questione di pochi pixel per lato) e il suo non é BSI. Sostanzialmente è allineato a quello della D750, buttalo via. Avendo in mano soltanto un sample - la Z5 verrà distribuita in versione definitiva solo da fine agosto - non sono stato a fare confronti serrati e stringenti ma così a prima vista, nell'uso di tutti i giorni, mi pare che renda come quello della D750, cioé benissimo fino a 6400 ISO. Oltre il file si assottiglia un pò ma resta usabile. Insomma, credo che all'atto pratico la Z6 potrà avvantaggiarsi in termini di dinamica solo oltre quelle sensibilità. Se pensate che la vostra fotografia si estrinsechi tutta a quelle latitudini, potete orientarvi per il meglio. Oppure comprarvi una D6 Probabilmente un'altra delle qualità del sensore nuovo della Z6 è nella velocità di lettura, specie lato video. In fotografia non ho notato differenze sostanziali, pur al netto del supporto software ancora provvisorio. Il video. Nel video la Z6 mostra le sue superiori potenzialità, avendo un formato 4K30p senza crop e molto fluido. E potendo uscire - previa modifica hardware - anche in formato ProRes Raw su recorder esterno Atomos Ninja V. Una potenzialità importante ma solo per una ristretta categoria di video-operatori. Il 2K60p della Z5 è valido a condizione che lo si sappia girare e che si faccia come si deve. Assunto valido per ogni altra videocamera del mondo. Ma l'autofocus in video della Z5 è sul piano di quello della Z6 a prescindere dal sensore. La batteria. La Nikon Z5 introduce per la prima volta quella che io penso diventerà lo standard delle batterie Nikon per ogni categoria di macchina "avanzata" con esclusione della D6. La Nikon EN-EL15c è del tutto compatibile per fattore di forma, contatti e tensione, con le precedenti fotocamere. Porta però in dote una maggiore potenza di scarica e una capacità superiore (2280 mAh contro 1900 mAh della EN-EL15b). Inoltre si può ricaricare via connessione USB-C mentre la fotocamera è attiva. Una sostanziale novità che oltre ad aumentare l'autonomia della macchina, ne migliora la flessibilità. Specialmente in lunghe sessioni sia di time-lapse che di video. Oltre, ovviamente, per chi scatta molto come alcuni di noi ... La cosa veramente bella della EN-EL15c è di essere compatibile con tutte le altre macchine. Quindi nessuno ci vieterà di comprarne per le nostre Z6, Z7, D850, D7500, D780 etc. Il buffer. Il buffer è adeguato per una fotocamera di questa categoria. Salvo che non siate scatto_a_raffica_come_me, non avrete mai da pentirvene. Con un uso "normale", si arriva ai 60-75 scatti consecutivi utilizzando una scheda di memoria decente. La raffica. La Nikon Z5 ha una raffica plafonata a 4.5 scatti al secondo. Un valore anacronistico nel 2020, specie perchè le prestazioni del sensore dimostrano che è possibile andare oltre su altre macchine e che il processore può elaborare anche 12 scatti al secondo sulla Z6. Ma è così, la concorrenza non fa di meglio se volete consolarvi. Io lo trovo abbastanza detestabile e sarebbe l'unico punto - insieme al prossimo - che mi impedirebbe di "adottarla". Le memorie. La Nikon Z5 introduce per la prima volta nella serie Z il doppio slot di memoria. Lo fa tornando alle schede SD, due entrambe di tipo UHS-II. Cosa che la rende più appetibile per chi non abbia già un patrimonio di schede XQD/CFexpress e relativi lettori. Nell'uso pratico - vi rimando al test specifico che ho riportato più sopra - non ho trovato inconvenienti rispetto alla Z6. Con l'accortezza - vi prego - di utilizzare schede SD moderne e di buone prestazioni, senza strafare ma senza utilizzare roba 60x di 10 anni fa. Come dire che la Z5 ha un equilibrio di prestazioni che non richiede, come del resto anche l'ottima Z50 che ha un sensore di densità paragonabile, schede di categoria esoterica. Io detesto le SD sul piano meccanico e preferisco di gran lunga le Compact Flash. Ma questo, come tutti i lussi, ha un costo. E devo anche ammettere che sinora solo sulla D6 - e solo marginalmente - ho potuto riscontrare un vantaggio effettivo nell'uso di memorie CFexpress. Mentre la reattività è più elevata, per usi normali, non c'è da lamentarsi. Nikon Z6 a sinistra, Nikon Z5 a destra. Tranne la posizione della torretta, non ci sono altre differenze. Nemmeno tattili, ve lo giuro. La Z50 ha plastiche leggermente più commerciali di queste macchine ma Z5 e Z6 condividono praticamente tutto e tanto il feeling quanto l'ergonomia sono identici. Entrambe le macchine cascano bene in mano ma per entrambe il mignolo resta per aria. Diventa quindi praticamente necessario per chiunque ne faccia un uso intensivo, aggiungere almeno una staffa Small-Rig che ne aumenti l'altezza di un dito e ne migliori la presa. Spero vivamente che la prossima generazione tenga conto di questo dato di fatto. Quindi quale scegliere ? Due sorelle, una bionda con gli occhi azzurri, l'altra bruna con gli occhi verdi. Nikon Z5 con Nikkor Z 70-200/2.8 S ad f/2.8 Nikon Z6 con Nikkor Z 70-200/2.8 S ad f/2.8 Cambia la fotocamera, costante il contesto. Ugualmente apprezzabile il risultato. Se sapete servirvi della vostra attrezzatura .... Quindi sta a voi, le differenze son queste qua : il kit della Nikon Z5 in fase di avvio costa 700 euro meno del prezzo di listino della Z6 la Nikon Z6 è sul mercato da quasi due anni e si avvicina ad un ... avvicendamento. E' facile trovarla scontata, probabilmente in autunno ancora di più ma in questa fase di mercato molto competitivo, credo che facilmente anche la Z5 avrà qualche sconticino per facilitarne le vendite costruttivamente sono quasi identiche, per materiali, plastiche, comandi. La Z6 ha tutta l'armatura in lega, la Z5 solo il frontale. La Z5 porta due slot di memoria. la Z5 non vi costringerà a spendere quei 400 euro in più circa necessari per acquistare un kit CFexpress (memoria da 128 GB e relativo lettore). Una Z5 funziona con qualsiasi scheda SD sul mercato. Basta una 50 euro per vivere tranquilli. Volendo ne potrete prendere due, risparmiando un bel 300 euro sul prezzo finale la Nikon Z5 è offerta con un obiettivo da passeggio indicato per le foto in esterni e con il sole, perchè praticamente a tutte le focali è poco luminoso. La Nikon Z6 invece arriva con un ottimo, quasi "miracoloso", obiettivo con una escursione focale più lunga lato tele e di luminosità massima costante f/4. Una bella differenza, considerando che il 24-70/4 S da solo, costa, di listino, ben oltre 1000 euro. entrambe le macchine possono montare qualsiasi obiettivo Nikkor Z attuale e futuro. Oltre a poter montare via adattatore FTZ la gran parte degli obiettivi Nikon e compatibili con motorizzazione interna. Con adattatori differenti, possono montare praticamente qualsiasi obiettivo di qualsiasi marca ed epoca. la Z5 arriva con la nuova e più prestante batteria EN-EL15c. Ma questa è compatibile anche con la Z6 e quindi se volete potete cambiarla ! entrambe le macchine possono montare battery-pack aggiuntivi e staffe ad L o basette pensate per le Nikon Z5, Z6 e Z7 che sono ai fini meccanici del tutto identiche (nel senso del montaggio). E in base all'utilizzo : la raffica della Z6 è imbattibile potendo arrivare fino a 12 scatti al secondo. In compenso la Z5 che si ferma molto prima, non ha quel brutto "effetto moviola" della Z6 sparata al massimo il video della Z6 è assolutamente più raffinato di quello della Z5. Ma se vi fermate - come me - al 2K, la Z5 non ha nulla da invidiare alla Z6 o quasi, mentre da la paga ad ogni reflex. La Z5 è una bellissima fotocamera e se io confesso che preferisco per tanti motivi la Z6, per tantissimi impieghi - tolta l'azione più impegnativa - supera la gran parte delle reflex attualmente sul mercato, escludendo forse solo D6, D850 e D500 cui però, come ho già sottolineato, da la paga nel video. E nella ripresa perchè una volta che si prova ad avere a mirino la foto così come verrà dopo lo scatto, è difficile tornare indietro. A chi pensasse alla Z6 per i tanti motivi già ampiamente descritti nell'articolo, ricordo che ragionevolmente certo che in autunno la Z6 sarà avvicendata da un modello aggiornato. Non rivoluzionato ma in larga parte rivisto nelle limitazioni e nei difetti riscontrati nel primo modello (doppio slot di memoria, batteria potenziata ed altro che per ora possiamo solo ipotizzare) che potrebbero farne una fotocamera abbastanza diversa. Se una cosa ci ha lasciati stupiti dal lancio della Z5 è la sua più che marginale sovrapponibilità con la Z6. Pensiamo che questo faccia parte della strategia di lancio della Z6s che si differenzierà dalla Z5 abbastanza da rendere più chiara la scelta per le due macchine. Per il momento : occhi verdi o occhi azzurri ? Perchè in mano vi dimenticherete di quale delle due state utilizzando !
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  5. L'ho appena rispedita indietro dopo 13 giorni di impiego. Ne sono venuti 6 articoli in tutto che vi condivido in coda a questa anteprima. Nikon Z6 sopra, Nikon Z5, sotto Nikon Z50, in piedi, Nikon Z5 coricata le tre sorelle riprese dalla mia Z7 Il dorso è del tutto identico a quello di Z6 e Z7 il frontale è del tutto identico a quello di Z6 e Z7 dove si differenziano le tre ? Nel vano memorie : la Z5 è la prima Z con due slot di memorie. e lo sportellino è leggermente più alto. ma distinguerle, a parte la posizione della torretta è impossibile. o per l'obiettivo kit montato. Che però sono chiaramente intercambiabili ... perchè ogni Z può montare ogni Nikkor Z con il suo bel 24-50mm, buio ma prestazionale molto compatto anche quando esteso La Z5 arriva con un firmware che è allineato a quello della versione 3.1 di Z6 e Z7 che si differenzia da quello delle altre sorelle per pochi dettagli, tra cui credo il più importante, quello della gestione dei due slot di memoria La Z5 é identica per quanto riguarda forma, ancoraggi, agganci, a Z6 e Z7. Può quindi montare il battery-pack MN-B10 proposto per Z6 e Z7 e quindi anche per Z5. In esso possono andare batterie EN-EL15, EN-EL15b ed EN-EL15c, la batteria standard della Z5 Z6 a sinistra, Z5 a destra lato sinistro esattamente identico posteriore identico memorie. La Nikon Z5 in mano sta esattamente come stanno la Z6 e la Z7. Mancano sempre quei due centimetri verso il basso che consentirebbero di tenere il mignolino non all'aria, specie con obiettivi importanti. Per il resto, una volta che mettete l'occhio al mirino, vi dimenticate di quale fotocamera state utilizzando. Il sensore è diverso ma nei test che ho fatto (informali perchè la Z5 che ho avuto è un sample e il software di sviluppo preliminare) non credo ci sia molto da desiderare. 3200 ISO 6400 ISO 12800 ISO 25600 ISO Il range lineare promesso va da 100 ISO a 51200 ISO. Nella pratica sino a 6400 ISO le foto sono chiare e il livello del rumore contenuto. Da 6400 ISO a 12800 ISO con una certa cautela si può ancora usare, dipende certo dalle vostre aspettative. Ma il rumore è contenuto. Oltre siamo a situazioni di emergenza ma comunque sempre a disposizione. E' un sensore di precedente generazione - idealmente della stessa famiglia di quello della D750 - che probabilmente è stato scelto per risparmiare (e consentire un costo utente inferiore) Ma alla prova pratica solo nel video 4K c'è una limitazione importante. Infatti se a 2K il video è perfettamente impiegabile, in 4K la qualità c'è ma il formato è un crop 1.7x (come dire che un 50mm inquadra l'angolo di un 85mm). Tenetelo a mente. *** Nikon Z5 e Nikkor 24-50mm ad f8, 42mm Nikon Z5 e Nikkor Z 70-200/2.8 S ad f/2.8, 180mm Nikon Z5 con FTZ e NIkkor F 70-200/2.8E FL ad f/6.3 in condizioni di esposizione molto sfidanti. Nessun problema. Come va ? Va benissimo, va come una Z6. Se non sapete che cosa avete in mano e non tentate di andare oltre i 4 scatti al secondo, non vi renderete conto di quale macchina state usando. Questo è il più bel complimento sintetico che si può fare alla Z5. L'obiettivo offerto in kit è ottimo, nonostante la fattura economica e la luminosità massima molto contenuta. Ma è compatto, leggerissimo, poco costoso. Estremamente nitido da parte a parte, corretto, lineare. Ben contrastato e con colori ben dosati. Conclusioni Pro sinceramente io mi aspettavo una cosa estremamente economica, costruita in Cina in massa, di aspetto ed ergonomia del tutto allineati alla Z50. Invece è tale e quale a Z6 e Z7 tranne piccoli dettagli, tutto sommato trascurabili il prezzo di lancio è di 700 euro inferiore a quello di listino della Z6 (kit contro kit) le prestazioni sono elevate, superiori ad ogni reflex Nikon sino alla D750 compresa l'autofocus è allineato con quello della Z6 l'obiettivo kit è leggero, compatto, performante il file è pulito, bello, lavorabile. Equivalente, se non meglio, di quello della D750, Forse un filo meno dinamico alle altissime sensibilità rispetto alla Z6. Ma è tutto da verificare. totalmente coerente con il sistema Nikon Z sia lato obiettivi (totale compatibilità con ogni Nikkor Z presente e futuro, compatibilità via Nikon FTZ con gli obiettivi Nikon F motorizzati di generazione recente) ha due slot di memorie, la prima Nikon Z, di tipo SD che non saranno la massima frontiera per le prestazioni ma sono adeguate alle prestazioni di questa macchina e, soprattutto, consentono di risparmiare un 300-400 euro rispetto alle CFexpress+Lettore necessarii alla Z6 prestazioni live-view e video ben superiori ad ogni reflex Nikon, con la sola esclusione della D780 la nuova batteria EN-EL15c è una furbata galattica : compatibile con le precedenti ma più potente e più smart ! Contro raffica anacronistica. Ok, la concorrenza fa lo stesso. Ma un processore del genere con quel sensore, minimo deve portare 8 scatti al secondo il buffer è adeguato ma Nikon è sempre taccagna su questo fronte io odio le SD (che comunque vanno bene) e il fotografo sarà sempre tentato di usare schede scarse che farebbe meglio a buttare con ovvie conseguenze su prestazioni e sicurezza il video 4K è croppato 1.7x. Ma se uno ha bisogno del 4K può prendere la Z6 che ne offre uno di qualità, o attendere le novità della Z6s che magari offrirà il 4K60p resta sempre piccola da impugnare - come del resto Z6 e Z7 - e rende abbastanza necessaria una staffa ad L o almeno una basetta l'autofocus è allineato con quello della Z6 ... anche nei limiti il prezzo potrebbe essere più generoso. Io la vedo di pieno successo ai 1590 euro obiettivo incluso l'obiettivo è bello ma adatto alle foto in esterni con il sole. In interni spesso servirà il flash. Ma per fortuna a catalogo ci sono ottime aggiunte al corredo. 50/1.8, 35/1.8, 85/1.8 sono li che vi aspettano con tanto di cash-back ! Nel corredo Nikkor Z manca per il momento uno zoom tele di fascia adeguata alla Z5, escludendo il 70-200/2.8 S che è un obiettivo dichiaratamente professionale sia per prezzo che per prestazioni. Ci vorrebbe un equivalente del 50-250mm in formato FX. Altri articoli di copertura della Nikon Z5 su Nikonland
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  6. Quando vedi un ombrellone, a dispetto dell'accrescitivo della parola, non pensi ad un grande ombrello per ripararti dalle piogge forti dell'autunno o dalla neve dell'inverno ma, al contrario, pensi subito al tepore dell'estate, al sole, al caldo del nostro agosto mediterraneo. Lo accomuni alle vacanze tanto sospirate dopo una lunga stagione di freddo e di lavoro, lo associ al riposo, al relax che puoi godere sotto di esso mentre leggi un buon libro o assapori una bibita fresca per ristorarti dal caldo estivo, e ami la sua compagnia quando provato dalla calura lui ti protegge dai raggi del sole, ti fa respirare sotto la sua fresca ombra, ti dona sollievo. L'ombrellone è anche allegro: è sempre tutto colorato, la sua stoffa ricca di motivi geometrici variopinti più o meno ricercati, o di disegni buffi o di scritte strane e divertenti porta i tuoi pensieri verso territori sereni, leggeri, disimpegnati. E quando è aperto sotto i raggi del sole e dispiega i suoi colori ti dona buonumore: hai mai visto un ombrellone triste? Ma l'ombrellone sa anche essere romantico: alla fine del pomeriggio quando il sole è al tramonto e lascia spazio alle ombre della sera, quando i rumorosi bagnanti fanno ritorno a casa, lui nel silenzio della spiaggia semideserta risplende dell'ultima luce. E nella frescura dell'imminente crepuscolo ti accoglie sotto di sé e ti veglia, quando sul lettino prendisole ti attardi a parlare con la ragazza che hai conosciuto in spiaggia e di cui sei già innamorato, fantasticando sulla serata che passerai con lei. Poi, quando davvero tutti hanno lasciato l'arenile, lui rimane lì ad attenderti fino al mattino seguente, facendo da stampella ai lettini e alle sdraio chiuse che gli sono appoggiate, qualche volta aperto come lo hai lasciato oppure ripiegato sul suo gambo dopo il passaggio del bagnino. E dritto e ordinato nella sua fila assieme ai suoi tanti compagni allegri e colorati come lui, si prende l'ultimo raggio di sole prima della sera, osserva i gabbiani che fanno ritorno al loro nido, e ti dà appuntamento all'indomani, o all'estate seguente. Perché sa che tornerai a cercarlo, e si farà trovare lì, come un buon amico su cui sai di poter sempre contare. Alla prossima estate, amico ombrellone. (aprire le foto) 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7.
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  7. A poco più di un mese dalla mia visita in questa splendida città e a pochi giorni dal vile attentato che tante vittime e feriti vi ha mietuto, voglio dedicare alcune righe e questi scatti presi nelle strade di Barcellona a tutti coloro che rifiutano ogni forma di violenza, a tutti coloro che credono che si possa convivere pacificamente nel reciproco rispetto e nella tolleranza di culture, razze e credo religiosi diversi dal proprio e, soprattutto, a quanti in questi giorni hanno conosciuto il dolore e la sofferenza per una brutalità che non ha senso e che non può trovare giustificazione alcuna. Durante la mia permanenza sotto un bel sole estivo ma dalla temperatura gradevole ho girato a lungo in una città che mi è parsa solare, accogliente ed aperta a tutti pur nella sua superba eleganza, una città ricca di vitalità e di colori come molti centri che ho imparato a conoscere nel Mediterraneo, e che durante la sua storia grazie al suo porto ha potuto scambiare merci, esperienze, culture, uomini con ogni parte del mondo, aprendosi appunto a tutto quanto era diverso da essa. E mi è stato facile sentirmi come a casa. Per questo dopo i recenti tragici fatti, assieme a quanti rivendicano il diritto a vivere lontano dalla violenza e dalla sopraffazione non solo fisica in una pacifica coesistenza con tutti, mi unisco anch'io al grido Tots som Barcelona, Sono anch'io Barcellona. E' stato un piacere percorrere i bei viali di questo centro della Catalogna, a cominciare da La Pedrera, uno dei capolavori del famoso architetto Antoni Gaudì, lo stesso della Sagrada Familia. 1 Ma sono molti i palazzi che nella loro modernità ben si adattano allo "spirito" della città. 2 3 4 Barcellona è davvero un tripudio di colori a cominciare dal Mercato di Santa Caterina (la cui rivoluzionaria e policroma copertura è opera degli architetti Enric Miralles e Benedetta Tagliabue, quest'ultima italiana) ... 5 ... per continuare con i negozi che si affacciano lungo le trafficate vie del centro ... 6 7 ... fino alla stessa segnaletica orizzontale presente nelle strade ... 8 9 ... per finire alle stazioni della metropolitana ... 10 ... e alle sue rampe di uscita. 11 E con un po' di attenzione è possibile individuare ai piedi dei grandi cartelloni pubblicitari addossati ai palazzi sui viali il naturale contrappunto al messaggio promozionato. 12 13 Ma la città permette anche di vivere quasi appartati la propria solitudine. Come nel tardo pomeriggio alle spalle della Boqueria, il più famoso e frequentato mercato di Barcellona ... 14 ... o in un vicolo del Barrio Gotico, abbastanza lontano dai rumori per godersi un po' di riposo ... 15 ... o semplicemente passeggiando fra l'antico e il moderno di un viale del centro ... 16 ... per poi tuffarsi nella Rambla prima del calare del sole. 17 (Per inciso, qui è dove qualche giorno fa è stato dato un allarme bomba, rivelatosi fortunatamente falso, che ha determinato l'evacuazione del fast food e delle strade limitrofe e aggiunto istanti di terrore alle persone ancora scosse per quanto accaduto nei giorni precedenti). Ma Barcellona è anche accogliente e tollerante verso chi ogni giorno cerca di sbarcare il lunario spostandosi in metropolitana da un punto all'altro della città ... 18 ... o semplicemente di chi approfitta della bella stagione per visitare questo capoluogo passeggiando per i viali nei pressi della Sagrada Familia. 19 20 Ringraziando l'amico Fabrizio Cortesi e la sua compagna che mi hanno guidato per i luoghi più caratteristici del centro storico aiutandomi a conoscerli ed apprezzarli, e ringraziando anche chi ha avuto la pazienza di leggere fino a qui, vorrei terminare queste righe con uno scatto che non ho potuto fare a meno di cogliere. Un gabbiano che, chissà come e chissà perché, si è avventurato fino nel pieno centro della città per volare fra i suoi viali, sfiorando l'asfalto della strada tra alberi, passanti, semafori ed auto ferme all'incrocio. 21 Mi piace pensare che per il candore del suo piumaggio si trattasse di una colomba, una grande colomba bianca che, volteggiando fra i palazzi di questa città, abbia voluto trasmettere una sorta di messaggio di pace da riprendere e ricordare oggi, un messaggio di pace per tutti.
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  8. Eccomi qua dopo lungo tempo a scrivere due righe sul mio blog, in una pausa dal lavoro diventato purtroppo sempre più frenetico e totalizzante. E' per tale motivo che nella prima metà di quest'anno ho scattato un numero ridicolo (leggi: minimo) di foto, nelle quali probabilmente ci sarà un numero di buone immagini altrettanto esiguo in considerazione del genere di fotografia che pratico. In effetti nella street photography la possibilità di portare a casa qualche buona istantanea è spesso direttamente proporzionale al tempo che vi si dedica, alle occasioni che si ricercano e che si realizzano, e al numero di scatti (nel mio caso mirati) che si effettuano, e dove altrettanto spesso si torna alla base senza neanche qualche immagine che possa dirsi almeno interessante. Vabbè: in ogni caso girare per una città con la fotocamera in mano libero dai pensieri è già di per sé (intendo per me ) un divertimento, a prescindere dai risultati che riesco ad ottenere. Tuttavia il recente Nikonland Day di Milano mi ha dato la possibilità di dedicarmi - dopo un periodo davvero lungo - a un week end di foto (e di svago) in piena libertà e rilassatezza nei quali mi sono portato a casa in due giorni circa 300 scatti, ovvero quanto ultimamente riuscivo a fare nel tempo di un intero mese. Due giorni a Milano con la reflex in mano sono stati circa un giorno più o meno effettivo di foto effettuate un po' dovunque, dalla mattina finanche alla sera, considerato che durante buona parte del viaggio, durante i pasti e le ore di sonno le occasioni per le foto di strada si fanno ... un po' meno facili! Eccovi dunque in foto la mia personale 24 Ore di Milano: pochi scatti selezionati fra i tanti fatti, ma per questo pensati e, spero, di un qualche interesse. Critiche e commenti sono come sempre graditi, purché più dettagliati di un "Mi piace" o "Non mi piace": mica siamo su Feisbuc! (aprire le foto) Lucky & Unlucky Dance! Fotografi Ecologia moderna Grandi magazzini Trompe-l'oeil Wagner
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  9. In questo articolo vorrei parlare di uno dei soggetti maggiormente ritratti dai fotografi di quasi tutto il mondo: i muri. Come? Dite che sono altri i generi più frequentati, come il ritratto, il paesaggio, il reportage di viaggio? Vero, vero, ma i muri possono a ben ragione essere inseriti in questa particolare classifica come soggetti maggiormente ripresi dai fotografi. Basta peraltro navigare un po' sul web, sui siti specializzati più frequentati, per accorgersi che i muri sono oggetto di centinaia di migliaia di foto, soprattutto quelli dove sono presenti geometrie di mattoni, mattonelle e cornici di cemento, così come quelli costituiti da assi di legno o altri materiali di forma regolare, ma anche muri dove serie di finestre, finestrelle o aperture diverse si ripetono con continuità sulla propria superficie. Sembra che queste pareti siano oggetto delle attenzioni di migliaia di appassionati di fotografia (ma anche di tecnici del settore o presunti tali) i quali, per testare i propri obiettivi appena acquistati e valutarne la distorsione ottica, si dedichino con maniacale attenzione a riprenderli per le misurazioni del caso e per i successivi confronti con le altre lenti presenti sul mercato. Davvero un gran divertimento per questi fotografi... Ebbene, approfitto di queste pagine per dichiararmi con la massima sincerità, mettendomi completamente a nudo e mostrando il mio pensiero quale esso è, a costo di sembrare un originalone, uno snob, un eccentrico o un anticonformista a tutti i costi. Insomma, voglio fare outing, e affermare - accettandone tutte le conseguenze - che io non fotografo i muri per prove o esperimenti di sorta, né li ho mai fotografati a questo scopo! E accetto anche di essere tacciato come uno che si crede di essere più figo degli altri, o addirittura politicamente scorretto, ma è così: io non fotografo i muri. Sono un fotoamatore appassionato dell'immagine digitale, ma non fotografo i muri pur avendo acquistato negli anni decine di obiettivi. O meglio: i muri qualche volta li fotografo, ma non per studio né per confronti tecnici, ma solo perché alcuni li trovo interessanti. Come faccio a trovare interessanti dei muri senza il fine di cui sopra? Vabbè, scorrete le fotografie che seguono, e ditemi se non è vero che qualche parete che si vede per strada, qualche muro che ci scorre vicino quando camminiamo a piedi o in auto lungo le vie delle nostre città non sono dei soggetti stimolanti da fotografare, soprattutto quando poi li raccogliamo insieme in una serie dove possiamo apprezzarne i colori, confrontarne le fogge o coglierne l'originalità. Scherzi a parte, aldilà dell'idea - alla fine neanche tanto originale - di presentare una serie di scatti più o meno omogenei su un tema, vorrei solo mostrare che realizzare una sequenza di immagini avente come dominante un soggetto qualsiasi non sia affatto difficoltoso, senza la pretesa di definirlo un portfolio, un progetto, un lavoro. Alla faccia di chi non trova l'ispirazione per fare fotografie o non riesce a pensare ad un soggetto quale che sia e a svilupparlo per immagini... Basta osservare con occhi attenti quanto ci circonda, liberare la propria immaginazione e dare libero sfogo alla propria creatività. In altre parole, come si cantava nelle fiabe sonore di qualche decennio fa, basta un po' di fantasia e di bontà (fotografica!). Enjoy! (aprire le foto) 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12.
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  10. E' il mio personale resoconto dell'anno fotografico appena passato e di come l'ho vissuto. Si tratta semplicemente di una piccola retrospettiva sul mio 2016 passato con la fotocamera in mano, stilata in un giorno per raccontare un anno. Sono circa 6000 le foto che ho scattato nell'anno appena passato, il 20% meno di quello precedente ma, credo e spero, di maggiore interesse e qualità se è vero che in questa attività il tempo e l'esperienza generalmente contribuiscono a migliorare le proprie capacità e quindi anche i propri risultati. Stranamente nei primi sei mesi ho scattato solo un quarto del totale delle foto dell'anno, e pochissime sono state quelle che ho ritenuto essere meritevoli di una menzione nel mio catalogo, cioè proponibili per una stampa o per essere mostrate qui o al fotoclub. Chissà, forse le rigide temperature dell'inverno mi hanno scoraggiato ad uscire a scattare, o forse non avevo la giusta ispirazione, o più probabilmente gli impegni lavorativi e familiari mi hanno impedito di dedicarmi "seriamente" alla fotografia. Fatto sta che mi sono poi abbondantemente rifatto nei secondi sei mesi dell'anno, perlomeno sotto l'aspetto del numero degli scatti effettuati. Come detto, ritengo di aver trascorso un anno assai proficuo e ricco anche di qualche soddisfazione. Ad aprile ho potuto esporre per la prima volta una serie di scatti in una vera mostra fotografica, con l'onore di averne uno scelto per essere pubblicato sul manifesto che annunciava l'iniziativa. E nella settimana seguente, all'interno della stessa manifestazione, ho potuto bissare esponendo 11 mie stampe nella sala principale della mostra, in quello che è il luogo dove durante l'anno artisti di ben altro valore espongono le proprie opere. Ma è con l'estate che finalmente riesco a combinare qualcosa di interessante con le mie fotocamere. Il Salento evidentemente mi ispira (o è il periodo di ferie che mi dà il tempo che ci vuole e la giusta capacità creativa?) e diverse foto mi appaiono un po' più meritevoli di altre di essere mostrate. In particolare, abbandonando per un attimo il genere che più amo praticare, la street photography, ho tentato di cogliere altro attorno a me, cercando di osservare con occhi diversi quanto vedevo in giro per provare a fissarlo in uno scatto, in quella che secondo me deve essere la ricerca di nuove prospettive e strade da percorrere per non fossilizzarsi nel consueto, la ricerca nel mettersi in gioco per uscire dalla propria area di confort e rapportarsi con nuove sfide. Così, complici le ferie e più tempo disponibile, anche in altre località marine ho potuto proseguire il percorso intrapreso ... ... senza dimenticare però il genere che più amo praticare, la street photography, sia a colori ... ... che in bianco e nero. L'anno si è poi chiuso con la sorpresa di vedere pubblicata sul catalogo ufficiale di Arezzo&Fotografia, la biennale fotografica che si tiene nella città che abito, una mia foto che era stata richiesta per presentare fotograficamente il Circolo di cui faccio parte sulle pagine web della mostra, e che avrebbe concorso con quella degli altri soci nella selezione degli organizzatori. Concludendo questo breve bilancio personale, mi ritengo complessivamente soddisfatto della stagione fotografica appena trascorsa, e ho già cominciato la nuova mettendo nel mirino le prossime sfide, a partire dalla nuova stampante che ho acquistato con cui ho da poco iniziato a... combattere per rendere concreti e subito visibili i migliori file delle mie fotocamere, fino a dare corpo ad alcuni progetti che ho in mente e che desidero realizzare. So comunque che, in ogni caso, il piacere e le emozioni che mi darà il solo click della macchina quando uscirò a fare fotografie sarà il premio più bello e soddisfacente in questa nuova stagione fotografica, e quella sarà la vera... vittoria.
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  11. Si cercano a distanza perchè sono arrivati in momenti diversi nella cesta della spesa Nikon Z... ma una è la prima Nikon Z, la 7, dal sontuoso sensore, gemello di quello della D850, nella resa e nelle ambizioni. L'altro...è il miglior grandangolare sui 20mm attualmente in commercio, su qualsiasi baionetta, come da mesi Nikonland sta semplicemente constatando. (nel mio piccolo sono già a più di tremila scatti dalla fine del lockdown) Pensando a come procurarmi una Nikon Z7, ho chiesto a che come solito è stata felice di collaborare con ed eccoci qua a considerare oggetti e soggetti atipici ma concretamente legati da engineering mirato al top del target di un fotografo del 2020. Il periodo invoglia a fotografare sotto il sole, nonostante il caldo: ma il sole di agosto in Sicilia è talmente forte ed intenso da fungere sì da sorgente di luce principale, ma da richiedere un altrettanto importante contributo di luce secondaria, per schiarire le ombre, per definire i contorni, per fermare l'eventuale mosso, per caratterizzare il colore. Insomma ... un flash adeguatamente potente e direzionabile. Quindi sono uscito con in borsa non solamente i due innamorati, la Z7 e lo Z20...ma portando con me un Godox Ad200 con roundhead H200R (dotata di luce pilota) e cavo di prolunga EC200... in attesa che in casa Nikon si riprenda a pensare all'illuminazione ausiliaria, pilotata in radiocontrollo, come col mio Godox XPro. E per avvicinarmi ai soggetti, in alcune riprese, oltre il limite della distanza minima di maf del 20mm, anche una Marumi achromatic da 3 diottrie, in attesa che Nikon... Per prima l'uva nera (Cardinale) del mio vigneto: la mia frutta preferita a f/7,1 e qui a soli f/5,6 Dopo questa foto...immagino, la frutta preferita anche per voi...: e guardatene il crop al centro basso inquadratura... mosso in inquadratura a f/2,8, gelato dal flash? (qua con lente addizionale) sfuocato da mangiare anch'esso? f/2 con vespino ? oppure anche f/1,8 sic et simpliciter ? l'ultimo grappolo di Cardinale a f/2 (il mio diaframma preferito su questo 20mm) Ortaggi: rosso e blu con contorno di verde. 20mm nudo a f/8 con lente a f/4 a f/2 a f/1,8 lasciando solo la punta gialla a fuoco ad f/4 : per il resto del fuoco basterà spezzettarlo in pentola... ...oppure, semplicemente, chiudendo a f/16... organizzata la peperonata passiamo al pomodoro? Non trascuriamo le melanzane: in estate hanno sempre il loro perchè... specie considerando questo crop mozzafiato dell'angolo superiore sx della foto precedente e quello in basso al centro... Allora, che ne dite... la facciamo questa spesa? Max Aquila photo (C) per Zetaland 2020
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  13. Dai Gabriele, inZettati anche tu. Magari con questa 5. Quando ti servisse l'85/1,8 chiedi a me, che il mio è pressoché nuovo
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  14. Concordo sulle critiche. Nikon, purtroppo, nonostante abbia fatto molto in termini generali per le Z, non ha fatto abbastanza rispetto alla situazione di mercato. Gli altri sono arrivati prima e lei deve correre fino alla sfinimento solo per rimettersi in pari in tempi accettabili. Vero che le Z6 e Z7 hanno quasi subito raggiunto la serie III di Sony, ma la mancanza di ottiche continua ad essere un bel problema. Problema che i recenti zoom f6.3 non risolvono, non tanto per le prestazioni, quanto per l'immagine di ottiche buie e poco performanti. Servono i pancacke ed il 24-105 f4 per rimettersi in pari. Riguardo le Z6s e Z7s io mi accontenterei anche di qualche scelta di transizione, come un doppio slot misto CFE/SD che darebbe modo di contenere i costi ed ridimensionare subito le critiche al costo delle memorie. In fin dei conti le versioni s non sono mai state altro che momenti di passaggio o di aggiustamento del tiro. Saranno le Z8/Z9 del 2021 a mettere in campo i primati prestazionali. E poi avere un'offerta allineata nei prezzi è, secondo me, più importante per Nikon rispetto ad uno o due numeri da wow sulle brochure.
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  15. Silvio mi scuserà per la qualità degli scatti. Faccio un giro nella mia oasi vicino casa nella speranza di fotografare ,non vedendo nulla di interessante, mi diverto un pò con le libellule. No PP nè crop 1/1000 D7200, AF-S 200-500 un 500 mm, f7,1, 1/2000 1/6401/3200
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  16. Sempre nella stessa uscita di stamane, dall'altra parte del canale comincia ad esserci del movimento, cosicchè mi sposto con l'auto ( le foto sono fatte tutte dall'auto e asciugamani come appoggio) e mi ritrovo ciò: Un'infinità di Ibis con contorno di garzette, Bianchi Maggiore e qualche Nitticora Alle mie spalle una Poiana atterra nella risaia e si porta via un topo credo. Per finire mi ritrovo quest'uccelletto che mi dondola a pochi metri da me. E' un passero comune?
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  17. Eccomi, come promesso. Prima di tutto grazie a chi ha già partecipato e grazie a chi vorrà partecipare in futuro. Poi una proposta: un kukri (il coltello) per contestualizzare ed uso dell'effetto colore "bleached" di Color Efex, per drammatizzare, stante il contenuto del libro:
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  18. Quello che scrivi è vero. Considera però sempre la configurazione della costa. Isola Rossa è molto vicina alle Bocche, tanto che è possibile vedere chiaramente la Corsica. Il maestrale si infila dritto verso la Sardegna attraverso i Pirenei, ma nella maggior parte dei casi esistono venti e correnti contrari che arrivano da Est e si infilano invece nelle Bocche, creando gli spiacevoli inconvenienti che sottolineavi. Ovviamente i bagnanti si tengono alla larga, se hanno sale in zucca, anche perchè in questi casi viene esposta la bandiera rossa. Ma windsurf e kite viaggiano anche con altri venti che non sono il maestrale. Magari non saltano ma per sollevare un kite e far correre un windsurf sono sufficienti anche venti leggeri, intorno ai 15-18 nodi. Il grande pericolo (in un orario che va da circa le 12 alle 17) invece è rappresentato dalle termiche. La Sardegna è un'isola grande quando scalda l'aria calda sale velocemente con un movimento rotatorio (ma queste cose le sai, però giusto per chiarire) risucchiando l'aria fredda dal mare da qualsiasi direzione. Se sei in acqua sono veramente ..zzi amari. E lo dico a ragion veduta, avevo solo 15 anni ed è stata una delle rare volte nelle quali ho avuto veramente paura del mare. C'è un motivo per il quale il meteo della Sardegna non lo azzeccano mai: non è mai prevedibile. Per darti un'idea. Questa è una foto scattata nello stesso luogo delle altre, da altra angolazione, con un vento di grecale. Intorno ai 20 nodi. E' chiaramente visibile il profilo di una parte dell'Asinara e le onde arrivano giusto da Est, la vela è gonfia verso sinistra. C'è molta meno onda che si riduce notevolmente in prossimità della spiaggia. In questo caso i bagnanti non corrono rischi, ma i windsurf non ci sono nemmeno, non saltano e io non mi diverto. E Valerio ha ragione da vendere: il mare non va temuto, va rispettato. PS - Checculo sì, ma gradirei averlo più spesso e non ogni tre anni... cazzarola.
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  19. L'altra volta ho preso la Z7 il giorno del lancio e la Z6 durante una scontistica spinta 6 mesi dopo e si è ripagata del tutto. Questa volta farò il contrario, anche se in fondo al lancio di queste S io entrerò come al solito in fase di riposo fotografico. Intanto la Z7 può lavorare e raggiungere il numero di scatti della mia ex-Z6 e ripagarsi del tutto. Peraltro ancora non sappiamo effettivamente se e quali vantaggi avrà la Z7s sulla Z7 né se è prevista la Z8 a metà 2021. Per la Z6 i vantaggi sono ovvi, già il battery-grip basterebbe ma avendo anche venduto oramai mesi fa pure la D5, è qui che ho bisogno di rinforzi. Sull'alta risoluzione spinta la Z7 sarebbe anche sufficiente sul lungo termine. Sul 50mm ammetto di averlo acquistato solo perchè a ottobre 2018 non c'era altro in vendita ma l'ho usato tre volte. Mentre l'idea del 50/1.2 S arriva dopo le aspettative create dal NOCT (ma con l'autofocus) non certo per portarlo in giro nello zaino e farci istantanee per strada. Se non avrà quella magia, attenderò l'85/1.2 "se per quando uscirà avrò ancora denti per masticare la carne"
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  20. Eccazz...... Bravo Dimitri. Che la sardegna sia bella è un noto, tu gli hai fatto onore. ps ho riconosciuto dei sassi... Roba da matti.
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  21. Wow, che bello. La Sardegna è una meraviglia, in tutte le stagioni. La mia ultima volta è stata in aprile, nel sud ovest...
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  22. Begli scatti che rendono perfettamente le atmosfere di questa splendida isola.
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  23. Una meraviglia, vale anche per me Cala Pira è sempre splendida, ho dei gran bei ricordi di quando i miei figli erano ancora bambini. Cala Goloritzé non si discute nemmeno. Quando seguivo la rassegna jazz a Cala Gonone mi capitava ogni tanto di andarci, è sempre uno splendore. Sono molto affezionato alla costa Est dell'isola, è veramente fantastica. Le foto che hai postato sono magnifiche e rendono perfettamente l'idea. Spero vivamente che tu e la tua famiglia abbiate trascorso una bella vacanza, soprattutto in totale relax e serenità perchè a questo servono le vacanze. Quest'isola sa essere silenziosa quanto basta, ma se sai ascoltare riesce a parlarti, sottovoce, senza disturbare il tuo riposo. Grazie per la condivisione.
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  24. Bellissimo reportage, grazie per la condivisione!
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  25. Non contarci troppo però, le caratteristiche del 105 non escono grazie ad uno specifico metodo scientifico di progettazione, ma anche grazie ad una sana botta di cu.. Sono quelle ottiche che fanno storia, non si vedono tutti i giorni. Però dai se solo sarà un pelino migliore dell’omologo Canon.. ci si può accontentare.
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  26. Oggi ore 15.00..i Subsonica direbbero nuvole rapide....per la post Nik Collections a go-go!!
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  27. Vabbè, io sto sviluppando le notturne a Venezia con l'acqua alta. Metto, per ora, un un'assaggio . Z6 24 70 f4
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  28. Tutto il contrario: Trukkitrukki da effects di Z50 Cala Burrone: Favignana - isole Egadi
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