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happygiraffe

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Commenti blog pubblicato da happygiraffe

    Novità discografiche del 2023

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    Decca pubblica la prima registrazione mondiale di quest'opera corale epica, composta e diretta da Tan Dun, vincitore del premio Oscar, Grammy e BAFTA e ambasciatore UNESCO. L'opera monumentale, che coinvolge cori di massa, una grande orchestra, sei percussionisti e una serie di solisti tra cui cantanti indigeni, strumenti tradizionali cinesi e un suonatore di flauto da ballo (dancing pipe?), è la prima "Passione" di questo tipo su una narrazione buddista piuttosto che cristiana. Ambientata ai piedi dell'Himalaya e ispirata a testi cinesi e sanscriti, la partitura, accattivante e piena di vita, fonde l'antica saggezza del buddismo con la tradizione musicale delle Passioni di JS Bach, con trame orchestrali ipnotiche e tecniche vocali orientali. Registrato alla Shanghai Oriental Art Center Concert Hall nel 2029 con l'Orchestre National de Lyon e l'International Choir Academy Lübeck, diretti da Tan Dun e con eminenti solisti cinesi.

    OK, al di là dei comunicati stampa questo lavoro di Tan Dun mi ricorda a tratti più Puccini e una certa musica da film di qualsiasi altro genere musicale. Un gran minestrone che non è nè carne nè pesce, ma che si lascia ascoltare tutto sommato piacevolmente. Ma l'illuminazione resta ancora molto lontana :D

     

  1. 46 minuti fa, Valerio Brustia ha scritto:

    Giovanni, ti voglio bene

    !!!!!!!

    Ma ti tiro le orecchie:

    ci voleva una ZOTTO per tornare a vedere le tue foto?????????????????????????

    va beh ormai siam qui, è divertente però questa tecnologia aliena ;)

     

    Anch'io ti voglio bene! :D

    Ci voleva la Z8 e tutta una serie di altri fattori per farmi tornare a far foto. Poi le poche foto degli ultimi anni le ho fatte quasi tutte con la Fuji, che qui non è ben vista.

  2. Bravissimo, Roby! Ti voglio ringraziare perché mi hai dato una bellissima idea. Mia figlia domenica compie 14 anni e mi sono messo all’opera per regalarle un fotolibro di questi 14 anni. Non ce la faccio per il compleanno, ma sarà il mio regalo per gli esami di terza media.

  3. Sì, Barenboim e Perahia rimangono il mio riferimento per Mendelssohn e al loro confronto questi dischi di Donohoe diventano trascurabili. 

    Però, e senza voler passare per un vecchio nostalgico che guarda solo al passato, fatico a trovare tra i tanti pur bravi pianisti di oggi chi possa arrivare a quei livelli. Chiaramente non mi riferisco sono a Mendelssohn e neanche alla sola musica per pianoforte.

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    • Sono d'accordo 1
  4. Gran bel disco che riprende l'idea del precedente disco del 2018 e va oltre:

    Ci sono diversi motivi per apprezzarlo: il percorso che ci fa fare nella storia della musica per tastiera da Bach a Schnittke, gli strumenti davvero magnifici utilizzati in questo disco, la straordinaria bravura nel trarre il massimo da ciascuno di essi (e non deve essere facile!) e infine la bravura dell'interprete, umile e sempre al servizio del compositore.

    Chapeau!

    Novità discografiche del 2023

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    Steve Reich: Music for 18 musicians.
    Colin Currie Group, Synergy Vocals.
    Colin Currie Records, 2023.

    ***

    Colin Currie è un percussionista di fama mondiale, di cui abbiamo già parlato su queste pagine, corteggiato da compositori, orchestre e direttori d'orchestra. Nel 2017 ha creato la sua casa discografica per registrare i suoi progetti. Qui ci fa ascoltare Music for 18 musicians, una composizione del 1976 di Steve Reich, per un ensemble che conta violino, violoncello, 2 clarinetti, 2 clarinetti bassi, 3 marimba, 2 xilofoni, vibrafono, 4 pianoforti e 4 voci femminili!! Trattandosi di Reich sappiamo già che ci aspetta un'ora di musica minimalista. Se vi piace il genere, qui c'è da divertirsi.

  5. Il 28/3/2023 at 17:16, M&M ha scritto:

    Si, certo ma ascolta quella di Minnaar.

    Lo ascoltai quando uscì e l’ho riascoltato in questi giorni, confrontandolo con Levit, di cui avevo parlato qui:

    Il mio giudizio è opposto al tuo: trovo Levit una spanna sopra a Minnaar per maturità e profondità interpretative e per intensità. Levit mi emoziona, Minnaar, che è bravissimo, lo trovo arido al confronto e mi comunica molto meno. Però non è una gara, così come il mio parere conta poco, anzi nulla! Ad ogni modo quella di Minnaar rimane un’interpretazione di alto livello ed è giusto dargliene merito.

    Schumann e Brahms : Benjamin Grosvenor

    Beh, Grosvenor è una pianista meravaglioso e lo conferma anche qui. Disco già ascoltato diverse volte in poche ore. La sua interpretazione della Kresleriana la definerei molto solida, ma forse un po’ troppo quadrata per i miei gusti. Argerich è lontana anni luce, ma la grande Martha fa storia a sé. 
    Forse la parte che mi è piaciuta di più di questo disco sono i tre intermezzi op.117 di Brahms.
     

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