Mozart : Quintetti d'archi K 515 e K 516 Quatuor Ébène avec Antoine Tamestit
Mozart : Quintetti d'archi K 515 e K 516
Quatuor Ébène avec Antoine Tamestit
Erato, 10 marzo 2023, formato 96/24, acquistato
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Il Quintetto K 516 in Sol Minore di Mozart è una caposaldo della musica da camera di tutti i tempi, chiara ispirazione per molta musica successiva, in particolare per Schubert e soprattutto per Brahms.
Il cui quintetto Op. 111 (stessa formazione : 2 violini, 2 viole, violoncello) ispirerà a sua volta la gran parte dei quintetti tardo romantici di fine ottocento e novecento.
Concepito in un periodo travagliato per la malattia del padre ma anche tra i più fecondi per Mozart, tra l'inverno del 1786 e la primavere del 1787. La scelta della tonalità è essenziale con il suo turgore autunnale come lo è naturalmente per la di poco successiva sinfonia n. 40, scritta nella stessa tonalità.
In questa composizione ci sono richiami al successivo Mozart, e riprese del medio e tardo Beethoven.
Un capolavoro monumentale per l'intera storia della musica come testimoniano gli inconsueti 35 minuti di durata complessiva, più di una sinfonia dell'epoca.
Ma non è da meno il ... meno eseguito e conosciuto K 515 il cui unico demerito è di essere nella tonalità banale di do maggiore.
Ma anche qui i richiami di Schubert e di Beethoven si sprecano ...
Il panorama discografico per questi capolavori è poco o pochissimo affollato.
Sinceramente a memoria mi verrebbe da citare sola, unica, la meravigliosa integrale fatta da Arthur Grumiaux e dai suoi amici, edita da Philips, e compagna della mi crescita musicale come pochi altri dischi storici.
qui vedete ristampe Philips e Decca di epoca successiva, sono le stesse registrazioni originali in lp che pure ho posseduto da ragazzo
Ma rispetto a quella qualità della registrazione Erato, si aggiunge il prezioso rinforzo offerto come prima viola dal grande Antoine Tamestit, la cui flessibilità e sensibilità per tutta la durata dei due quintetti fanno si che il suono del Quatuor Ébène si trasformi "quasi" in un consort di viole.
Tutta la dinamica interna delle parti dei cinque strumenti, matematicamente simmetrica, architettata dal genio di Amadeus al suo apice vi si parerà di fronte perfettamente, senza nemmeno un dettaglio perso.
L'ascolto in cuffia, una di quelle buone, meglio se planare o elettrostatica, riempirà di assoluto stupore l'ascoltatore. Per me sino alle lacrime già col primo movimento del K 515 e i suoi 14 minuti di durata complessiva.
Ogni da capo sembra diverso, perché cambiano gli accenti, cambiano i pesi, i cinque musicisti sono perfettamente uniti nella musica che stanno facendo.
Come dimostrano anche le fotografie - originali - corredo del libretto, chiarificatore per certi aspetti della loro lettura
Ci sarà forse qualche critica per l'eccesso di dolcezza, dove Grumiaux imponeva schiettezza e ritmo. Colpa di Antoine, certamente !
Troppa inclinazione romantica. Si, certo, è un Mozart fatto per apprezzare Schubert ma senza perdere nemmeno uno jota di chiarezza classica.
L'equilibrio complessivo e la tonalità chiara prendono il sopravvento. Insomma, ancora non c'è la statua del Commendatore che prende vita.
Colore, vivacità, senso ritmico che non sovrasta il lirismo di fondo con cui gli strumenti cantano.
Bella prova, ed uno dei dischi più interessanti del 2023, meglio dei troppi dischi ammiccanti in stile crossover che riempiono le liste degli streaming in questi mesi.
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