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happygiraffe

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Commenti blog pubblicato da happygiraffe

  1. 2 ore fa, Massimo Vignoli ha scritto:


    Per la folla, io pure cercando di stare fuori dai soliti giri (o dai soliti orari) non ho mai avuto particolari problemi e la difficoltà più grande è sempre stata... trovare posto per cenare al ristorante :).

    Evitare la folla di agosto non è poi così difficile. Basta stare alla larga dai rifugi raggiungibili facilmente in auto o con gli impianti di risalita. Poi in ogni caso appena si comincia a camminare per sentieri, la gente si dirada inevitabilmente.

    2 ore fa, Massimo Vignoli ha scritto:

    Tornando seri, non è semplice fare buone foto senza buona luce ed io alla fine ho risolto di portare la macchina fotografica in montagna quando, indipendentemente dal posto, prevedo la possibilità di averla, per orari o meteo. Arrendendomi negli altri casi a qualche scatto col telefono. Molto bravo a perseverare, le foto sono belle!

    Questo mi sembra un ottimo consiglio!👍

    Grazie a tutti per gli apprezzamenti!

  2. Incuriosito da questo e dai precedenti articoli, sono andato a fare un giro all'isola del pepe verde. Beh, hai ragione ad esserne affascinato. E' un bellissimo comunity garden e un bella iniziativa. Anch'io apprezzo il fatto che non sia troppo curato e "perfettino". Bello anche il campo da basket con il murales proprio accanto. Si direbbe quasi di stare a New York!

    Purtroppo non ho incontrato Pepina :(

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    Novità discografiche del 2023

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    Mi aspettavo molto, ma molto di più da Aimard e Salonen in questo disco che raccoglie i tre concerti per piano di Bartók. Invece pochissima verve, tempi dilatati, col risultato di un Bartók spento e crepuscolare. Anda con Fricsay e Pollini con Abbado (per i primi due concerti) rimangono i riferimenti e regalano sempre molta gioia all’ascolto.

     

  3. Ragionando sul concetto di foto fatte con la testa e con il cuore, tra le foto fatte quest'anno ho scelto questa (già pubblicata su NL):

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    E' fatta con la testa, perché ricordavo che questo angolo di via Torino si presta bene a giochi di luce (e anni fa avevo fatto una foto simile), per cui sono andato lì, la luce era bella, non c'era troppa gente e mi sono appostato aspettando una possibile preda (in questo caso il povero signore inconsapevole). La macchina era già imposta per scattare in bn, al pc sono intervenuto pochissimo. 

    E' fatta col cuore, nel senso che quando il vecchio ingobbito è entrato nell'ombra, mi si è mosso qualcosa dentro e ho avvertito una sensazione di fragilità e caducità, che spero di aver trasmesso. Non è uno scatto particolarmente allegro, ma mi è uscito così!
     

     

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    Novità discografiche del 2023

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    Questo disco è la registrazione dal vivo degli studi trascendentali di Liszt suonati dal giovane Yunchan Lim durante le semifinali del concorso Van Cliburn del 2022, vinto a mani basse dallo stesso Lim. È senza ombra di dubbio un disco sensazionale. Lim affronta questi pezzi con ardore tutto giovanile (un interpretazione molto diversa da quella di Piemontesi di cui parlo poco sopra), delle prese di rischio semplicemente folli, una tecnica pianistica strabiliante e una musicalità impressionante. Questo ragazzo è la reincarnazione di Liszt!
     

    Novità discografiche del 2023

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    Questo disco riunisce il poco noto settimino di Beethoven Op.20 di Beethoven a quello, altrettanto poco noto, dello svedese Franz Berwald. Se il primo è una composizione giovanile ancora rivolta al passato e ben lontana dalla profondità delle opere della maturità, ma che all’epoca ebbe molto successo, il secondo è un vero gioiello di musica da camera, fresco, raffinato, molto divertente da ascoltare. Nella compagine chiamata Wigmore Soloists troviamo qui lo straordinario clarinettista Michael Collins. Gran bel disco!

     

     

    Novità discografiche del 2023

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    Ritroviamo in questo nuovo disco dedicato a Liszt tutto quello che ci aveva convinto nelle precedenti prove lisztiane del pianista ticinese: interpretazioni mature, tecnica stupefacente ma mai esibita, un suono pieno e ricco di sfumature, peraltro ottimamente restituito dagli ingegneri di Pentatone. Manca forse un tocco di follia rapsodica, ma va bene così.

     

  4. No, è musica. E' la musica che ha ispirato Beethoven negli ultimi quartetti.
    E' musica che può intrattenere.

    Il punto è proprio qui. E' un'interpretazione appassionatamente musicale e non eccessivamente astratta e cerebrale, come è spesso il rischio con questa composizione. Questo disco mi ha riappacificato con l'Arte della Fuga, che per tanti anni non ero riuscito a digerire e per questo ringrazio il Cuarteto Casals!

     

    Locatelli : il virtuoso, il poeta

    L'ho ascoltato un po' di volte e mi è piaciuto. Lei è straordinaria nell'affrontare con sublime eleganza e raffinatezza pagine di una difficoltà diabolica. Il Giardino Armonico l'ho trovato meno asciutto e più ricco di sfumature del consueto. 
    Molto bello il Pianto di Arianna, che non conoscevo. Detto questo, Locatelli non è certo un secondo Handel. Il suo merito è quello di aver sviluppato la tecnica violinistica in maniera significativa.

    I numerosi fans di Locatelli che ci leggono potrebbero fare il confronto con questi due dischi:

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  5. Discussione interessante.

    Per quel che mi riguarda condivido l'approccio di Mauro (se non vuoi trovare ressa al supermercato, vai appena apre).
    Vi porto un esempio. Settimana di ferragosto. Tre cime di Lavaredo e lago di Misurina. Solo chi è stato da quelle parti ad agosto può riuscire a capire come quei posti siano ormai meta del turismo di massa che più di massa non si può. Per salire in auto al parcheggio del rifugio Auronzo, alla base delle Tre Cime, ci si mette in coda alle 7 del mattino, rischiando di trovarlo pieno già a quell'ora. La strada che porta alle Tre Cime e costeggia il lago di Misurina è piena di auto parcheggiate ai bordi della stessa per chilometri. Io ho trovato tre soluzioni: 1) volendo salire in auto, mi sveglio prima degli altri. Così ho fatto lo scorso anno, per andare a fare una ferrata 2) non uso la macchina e salgo a piedi (qualche anno fa sono salito per una via di arrampicata :) non vi dico la soddisfazione, dopo ore di arrampicata, di ritrovarmi di fronte la vista spettacolare di queste magnifiche montagne 3) Cambio destinazione. Se milioni di persone vanno alle Tre Cime, state pur certi che le destinazioni meno conosciute nei dintorni le ignorano. Quest'anno, ad esempio, lasciata l'auto al lago Misurina, ho raggiunto la poco distante Val Popena: In tutta la valle saremo stati 10 escursionisti. Un paio di foto giusto per farvi capire che il posto non era da buttare e che le Tre Cime si vedevano pure da lì:

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    Vi porto poi un esempio di un comportamento deprecabile:

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    In questa foto si intravede un camoscio. Stava lontano, lontano, in una zona poco battuta dagli escursionisti perché priva di sentieri. 
    Sapete perché sono riuscito a vederlo e fotografarlo? Perché un cretino ha fatto volare un drone, spaventando questo e altri camosci che hanno cominciato a correre per allontanarsi dal rumore. Nota che eravamo in un parco naturale, il cui regolamento vieta espressamente l'uso dei droni (l'ho scoperto ora cercando sul web, ma in giro non ho visto cartelli di divieto).

    Purtroppo è così, è il turismo di massa, che tanto piace a Martin Parr. Milioni di persone che vanno in vacanza negli stessi giorni e si accalcano negli stessi posti. Che affollano il Louvre per vedere la Gioconda e non guardano neanche di sfuggita le Nozze di Cana del Veronese, che sono nella stessa stenza, per non parlare del resto del museo. O che riempono all'inverosimile i Musei Vaticani, che non sono stati certo costruiti per ospitare 6-7 milioni di turisti all'anno (questi sono i numeri!). 

    L'unica soluzione è quella di organizzarsi per fare le cose quando non le fanno gli altri o di scegliere mete meno battute.

    Quanto alle moto che affollano i passi di montagna e alle persone che lasciano in giro i rifiuti, penso sia un problema di sensibilità e educazione. Quando trovo rifiuti in mare o in montagna, se posso me li porto via con me. 
    Nelle città italiane (almeno a Milano, dove vivo), c'è un cestino dei rifiuti ogni 10m. In altre città europee vi assicuro che ce ne sono molti di meno. Perché? Perché la gente non si aspetta che siano gli altri a dover gestire i propri rifiuti, per cui se li portano a casa. Per non parlare del Giappone, dove la pulizia è un valore ben radicato nella loro cultura.

     

     

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