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Mostra il contenuto con la massima reputazione di 17/01/2024 in tutte le aree

  1. "Lascia nella polvere il povero Nikkor F 200-500/5.6. Per tacere dei tanti superzoom Sigma, Tamron & Co." Aggiornate i vostri parametri gente, questo supertele Nikkor Z crea imbarazzi. Ma non solo a Sigma e a Tamron (che potranno proporre solo alternative più economiche e compatte, non più prestazionali !) ma anche alla stessa Nikon. Perché nonostante sia un obiettivo plebeo come il vituperato 24-200 Z, questo 180-600 si permette di essere una alternativa credibile per chi non abbia onestamente la necessità di comprarsi un 400 o un 600 fisso. Già a prima vista non stonerebbe se avesse anche lui una S. E' bello e ben fatto. Ma soprattutto non si allunga, non si sbilancia e se l'aria è buona e non si cerca di fotografare un passero che fa la cacca sulla luna (!) durante una tempesta di sabbia, è anche nitidissimo. Più che nitido. Più nitido del 100-400 alle focali comuni. Io l'ho ordinato al Nikonstore.it al primo giorno di preorder in giugno. Ma ho dovuto aspettare sino a settembre per averlo. Altrimenti non l'avrei potuto nemmeno "visionare" tanta è stata la richiesta. E non c'è da stupirsene ... L'ho usato al Gran Premio di Formula 1 nonostante la situazione "fotograficamente" disgraziata Charles I di Monaco in ingresso alla Ascari, Gran Premio d'Italia 2023 e in generale in autodromo dove sono solito fotografare (tre foto tutte riprese attraverso una spessa rete) con buoni risultati. Ma l'ho venduto, con un pò di dispiacere perché oramai la mia modalità operativa è priva di collare e priva di treppiedi/testa/monopiede con uso esclusivamente a mano libera e in "leggerezza". Cosa che mi permettono i miei 70-200/100-400/24-200/400/4.5/600/6.3 ma non mi permetteva questo, pur significativamente compatto 180-600 che con i due chili di peso e 32cm di lunghezza dopo un pò si fa sentire. Anche la sua lunghezza non contribuisce alla pratica che io eseguo maggiormente in autodromo il panning. Ma per tutto il resto non posso che parlare bene di questo obiettivo dichiarandolo come ALTAMENTE RACCOMANDATO "Compratevelo gente, non ve ne pentirete" (tranne che non abbiate specifiche esigenze e siate in grado di affrontarne il costo, vista l'offerta Nikon in tema di teleobiettivi Z) PRO prezzo giusto. Sarebbe giustificato se costasse anche 500 euro in più buone prestazioni ottiche generali con un calo leggero alla focale maggiore per un 600mm è relativamente compatto e leggero CONTRO più lungo e pesante di quel tanto che basta a renderlo inadatto al genere di fotografia che io pratico di più (panning seguendo il soggetto a mano libera in sport) quel cavolo di collarino del treppiedi. Alla terza edizione riusciranno a farlo definitivamente bene ?
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  2. Commercializzazione: Luglio 2021 Peso: 630 grammi Diaframma: 9 lamelle Passo filtri: 62mm Messa a fuoco minima: 29cm (= f/4,5) Rapporto di Riproduzione: fino ad 1:1 Dimensioni : 140x85mm (lunghezza e diametro) Schema ottico: 16 lenti in 11 gruppi di cui 3 ED e 1 asferica, elementi trattati con Arneo e Nano Crystal coat e lente frontale con trattamento al fluoro, dotato di O-ring anti umidità Stabilizzazione: presente Struttura di messa a fuoco IF All'inizio di luglio 2021 Nikon se ne esce con i suoi due nuovi obiettivi macro per baionetta Z, denominati Nikkor MC (invece del consueto Micro Nikkor) Di fatto questo Nikkor Z MC 105/2,8 viene a sostituire sul mercato il modello AFS del 2006 che già su reflex manifestava il segno del tempo trascorso dalla sua progettazione. Come la maggior parte delle ottiche Z è semplicemente sconvolgente: misura pochi cm in più di lunghezza del predecessore, ma pesa 120g meno dell'altro, pur essendo composto da uno schema ottico con due elementi di più. Ma i veri nuovi parametri sono la sconvolgente silenziosità dei suoi motori stepper rispetto gli stridenti SWM del predecessore, oltre alla velocità dell' AF stesso, quasi da obiettivo da ritratto, che migliorerebbe ancora se il limitatore di range di fuoco, prevedesse una ulteriore posizione da 0,5 ad infinito. Come si vede, possiede oltre alla ghiera di messa a fuoco programmabile (per compensazione di esposizione o variazione diaframmi) anche un pulsante funzione, programmabile. Ed è uno dei pochi obiettivi Z della serie S, dotato di display su cui far apparire, a scelta, oltre alla distanza del soggetto su cui si opera la messa a fuoco, anche il diaframma, oppure (molto utile su questo obiettivo) la scala di rapporto di riproduzione raggiunto. Dotato di stabilizzatore interno, che in combinazione con quello sul sensore delle Z FX, produce un eccellente sistema a cinque assi, capace di tempi molto inferiori a quelli di sicurezza, nell'utilizzo a mano libera, che questo obiettivo invoglia a gestire. Nitidezza, brillantezza cromatica, assenza di distorsioni prospettiche, antiriflesso da urlo, grazie all'azione combinata di SIC, Arneo e Nanocrystal coating. Assenza di aberrazioni cromatiche, fanno di questo mediotele macro un Riferimento per ogni produttore di obiettivi fotografici, indipendentemente dall'utilizzo a cui lo si possa destinare, per nulla limitato a soggetti piccoli, assolutamente orientato (con le ovvie distinzioni per la sua specialistica propensione) anche alla fotografia di ritratto e di ambiente. Una delle eccellenze ottiche del corredo Nikon Z che muovono gli indecisi a passare a mirrorless: utilizzabile con lo stesso profitto anche su corpi DX, grazie allo stabilizzatore incorporato, assente finora sul formato APS-C delle Nikon Z attuali. Il prezzo di questo obiettivo, spesso oggetto di sconti, è pienamente giustificato dalle sue prestazioni. Ricordarsi della caduta di luce (comune ad ogni obiettivo macro) procedendo verso il massimo RR, che ne fa un f/4,5 quando si arrivi 1:1 a 29cm dal piano focale La perdita di focale (focus breathing) che al RR 1:1 lo porta ad essere un 70mm effettivo o poco più, viene compensata dal raggiungimento del RR progettato e non comporta alcun genere di disvalore: in macrofotografia conta prima di ogni altra cosa il raggiungimento delle dimensioni desiderate del soggetto inquadrato. Questo obiettivo va utilizzato con tutte le prerogative consentite dall'altissimo livello di migliorie apportate rispetto ogni altro macro di questa focale per fotocamere Nikon! Gli articoli pubblicati su Nikonland relativi a questo obiettivo, portano la firma di tanti redattori, tutti entusiasti: anteprima test sul campo Nikkor Z MC 105/2.8: habemus macro ! Nikon MC 105 e MC 50: la prova Nikkor Z 105/2.8 vs Micro Nikkor AFS 105/2.8: attorno 1:1 horses for courses: macro con MC 105 o con 100-400 recuperare la focale effettiva
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  3. Piccola correzione di bug per Nikon Z5, Z6 II e Z7 II Firmware 2024-01-17 Firmware Z 5 Versione 1.42 2024-01-17 Firmware Z 7II Versione 1.61 2024-01-17 Firmware Z 6II Versione 1.61 • È stato risolto un problema che, in rare circostanze, faceva sì che la data e l'ora della fotocamera non fossero impostate correttamente quando la fotocamera non era stata utilizzata per un periodo di tempo prolungato.
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  4. Acquistato nel luglio 2021, per rinverdire il piacere provato ai tempi della pellicola, quando giocherellavo con il 105 f. 2,5 Ais, che ancora custodisco con cura nell’armadietto dedicato alle vecchie glorie. L’obiettivo serie “S”, oltre ad essere molto bello, si sposa benissimo con le attuali mirrorless (FX) ed è pure dotato di un piccolo visore dove sono selezionabili diverse informazioni. Al riguardo, non è che mi piaccia particolarmente tale finestrella, in quanto deve essere messa in funzione manualmente e rimane accesa solo per un breve lasso di tempo, ma su quest’ottica fornisce un’informazione utile come il rapporto di ingrandimento. Inoltre, nonostante l’apertura f. 2,8, il 105 monta filtri da 62mm, facili da trovare ed a prezzi abbordabili, oppure riciclabili da altre ottiche precedentemente possedute. Fin dal suo primo utilizzo mi è sembrato di averlo sempre avuto, perché l’ottica cade piacevolmente in mano ed è ben bilanciata con il corpo macchina (nel mio caso Z 7 e Z 8). Il barilotto è pure costruito con materiali piacevoli al tatto. E’ un “S” a tutti gli effetti. Il 105 funziona in maniera impeccabile, è silenzioso e veloce nella messa a fuoco alle medie/lunghe distanze; tuttavia, a volte, a distanza ravvicinata si avverte un leggero rallentamento nella ricerca del fuoco. Occorre, comunque, considerare che, a distanza macro, la luce non è sempre ottimale ed i soggetti sovente offrono un basso contrasto, per cui considero la cosa più che normale. Inoltre, il VR dell’ottica sommato a quello del corpo macchina consente di scattare con tempi talmente lenti che una volta erano improponibili. Infine, quello che stupisce è che, un obiettivo concepito per la macro si comporta in maniera eccelsa anche nell’uso generico ed è ottimo per i ritratti, dove la sua nitidezza mette in risalto pure i pori della pelle. Io faccio solo qualche ritratto in famiglia, ma le signore, spesso, si lamentano di qualche rughetta troppo in vista; mentre dalle foto fatte alla nipotina di pochi mesi si apprezza la bellissima setosità della pelle. Anche in questo caso siamo di fronte ad un altro capolavoro targato Nikon. PRO Qualità ottica, costruttiva e dimensionale. Prestazioni superlative nel silenzio più assoluto. Eccellente per la macro e per gli usi più disparati. CONTRO Nessuna controindicazione qualità ottica: nitidezza, contrasto, brillantezza, assenza di distorsione ed aberrazioni leggerezza e maneggevolezza reattività AF e silenziosità del motore interno prestazioni in controluce prezzo adeguato presenza del display
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  5. Inizio commercializzazione : settembre 2023 25 lenti in 17 gruppi diaframma a 9 lamelle autofocus : STM stabilizzatore integrato : SI passo filtri : 95mm 1955grammi senza collarino del treppiedi, 316mm di lunghezza e 110mm di diametro massimo *** In roadmap da quando esiste la roadmap (all'inizio come 200-600), annunciato finalmente a giugno 2023 ma consegnato solo a partire da settembre. In lista d'attesa per i troppi ordini ricevuti. Ricalca nel range focale un venerando Nikkor degli anni '70, primo zoom supertele così estremo eppure portatile. Questo va oltre, contenendo il peso a vuoto - senza collarino del treppiedi - sotto ai due chilogrammi. nonostante non sia un obiettivo di classe S, non si é lesinato l'uso di lenti speciali (6 lenti ED e una asferica in chiusura di schema). E anche la costruzione è di livello esemplare con pochi compromessi (concentrati sul collarino del treppiedi che, pur migliore dei precedenti obiettivi di pari classe, non è inappuntabile). Ciò si riflette sull'impostazione dell'obiettivo che non si allunga, restando entro i 316 mm di base e sulle prestazioni ottiche, di primo livello su tutto l'arco focale. se i dati MTF appena cedenti sulla focale più lunga non vi convincono, provatelo. Vedrete che questo obiettivo eccede la categoria in cui Nikon l'ha posto (allineata a quella di 24-200 e 70-180). Ma soprattutto questo supertele va a completare una gamma di strumenti ottici che permettono ad ogni nikonista di trovare il suo. Un confronto dimensionale dice tutto : svetta sugli altro zoom ma non di troppo e comunque non è troppo impegnativo da portare in giro e da utilizzare. Nell'uso se ne apprezzano le qualità di autofocus e di capacità di dettaglio alle brevi e medie distanze. Si può duplicare ma non è prassi raccomandabile. Se si ha proprio bisogno degli 800mm meglio pensare all'800/6.3 o, al limite, al nuovo 600/6.3 con TC 1.4x. più che sulla costruzione abbastanza solida e sulla cronica mancanza di attacco Arca Swiss, ciò che non ci è piaciuto del nuovo collarino (che è comunque migliore di quello del precedente 200-500/5.6) è il sistema di "frizione" a bagno di foglio di plastica su cui sfrega attorno al barilotto dell'obiettivo. Quanto durerà ? E poi ? scoiattolo grigio di Claudio La Montagna gatto comune di Cismax libeccio in coda di Max Aquila Articoli di Nikonland : Nikkor Z 180-600mm f/5.6-6.3 : non è un obiettivo per snob !!! Nikkor Z 180-600mm f/5.6-6.3 : le fotografie Nikkor Z 180-600/5,6-6,3 e Nikkor Z 400/4,5 S : l'uno e l'altro...! e le gallerie fotografiche :
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  6. Commercializzazione: Marzo 2020 Peso: 570 grammi Diaframma: 7 lamelle Passo filtri: 67mm Messa a fuoco minima: da 50cm (24mm) a 70cm (200mm) Dimensioni : 114x76,5mm (lunghezza e diametro) Schema ottico: 19 lenti in 15 gruppi di cui 2 ED, 1 ED asferiche, 2 asferiche, Arneo coating, lente frontale fluorine-coated. Dotato di O-ring anti umidità Stabilizzazione: presente (voice coil motors) 5-stop dichiarati Commercializzato nel marzo 2020, in un momento universalmente infausto di lockdown, questo super zoom di prestazioni inaudite fin qui, per obiettivi di questa estensione focale, normalmente saltati a piè pari da puristi ed appassionati di ogni marchio: addirittura sconsigliati a priori. Uno zoom 8,3x che passa dagli 84° di angolo di campo di un wide medioampio, fino ai 12,3° di un tele classico. Un obiettivo dotato però di uno schema ottico importante, zeppo di vetri pregiati (ben 6) a riempire l'intero barilotto da quasi 12cm di lunghezza alla focale minima, per arrivare a 18cm a quella tele, senza incrementare di un mm la sua lunghezza focheggiando, essendo dotato di uno schema Internal Focusing, che determina uno spostamento di gruppi di lenti che alla sua distanza minima di messa a fuoco a 200mm, ossia 70cm dal piano focale, porta ad un certo focus breathing, che ne riduce la lunghezza focale ad un 121mm-eq. Nikon dall'ora Z ha messo in campo i suoi migliori progettisti, per realizzare ottiche che tutto possono sembrare tranne che scelte di compromesso economico. La sfida apportata da questo zoom, che resta f/4 a TA solo a 24mm, per essere già un f/5,6 ai 50mm e divenire un f/6,3 già dagli 80mm (quindi un 80-200mm f/6,3), è proprio quella di riuscire a dimostrare che con gli attuali strumenti di progettazione non sia più di fondamentale importanza ottenere il massimo della luminosità o un compromesso accettabile, ma sia meglio realizzare un obiettivo commercializzabile con facilità per dimensioni, peso e prezzo e al tempo stesso dotato di tutte le caratteristiche che ne possano fare un riferimento di categoria. Detto, fatto: abbiamo in uno zoom da meno di sei etti un condensato di focali e di qualità, sufficiente ad incollarlo per sempre su una Nikon Z e fare tutto con esso. Dallo street reportage, al ritratto, dallo sport al paesaggio, dal close-up alla macrofotografia, allo still life... Per ogni corpo Nikon Z, FX e (a maggior ragione per la presenza dello stabilizzatore) anche tutti quelli DX, sui quali si trasforma in un potentissimo 36-300mm equivalente. Grazie all'efficiente VR che compensa ogni sussulto del fotografo anche a tempi di otturazione improponibili in funzione della focale in uso ed all'efficienza degli Stepper motors che gestiscono con precisione ed in silenzio l' AF questo superzoom è da noi fortemente consigliato in ogni corredo da viaggio o da gita fuoriporta, sopratutto per la sua particolare inclinazione a generi come la già citata fotografia sportiva, in tutta comodità e certezza di risultato. Tantissimi gli articoli pubblicati su di esso in questi anni su Nikonland, molti riguardanti le sperimentazioni in macrofotografia con la semplice aggiunta di lenti addizionali o tubi di prolunga. Come anche le gallerie, ricche di immagini realizzate con questo superzoom che in era reflex, non avremmo mai preso in alcuna considerazione. Ma che oggi è un best buy del corredo Nikon Z. articoli su Nikonland: anteprima ...su Z50: let's fun ! 3 telezoom/1 3 telezoom/2 3 telezoom/3 ...con Z6 e lente addizionale le parole che non vi abbiamo mai detto ...a confronto con 24-120/4 ...in DX a confronto con 18-140 DX close-up ...con tubi di prolunga Gallerie:
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  7. Non appena uscita nei mesi scorsi la Nikon Z5 abbiamo prestato subito attenzione alla sua nuova batteria EN-EL15c: la più capace delle sorelline che l'hanno preceduta ed hanno alimentato buona parte delle fotocamere Nikon degli ultimi nove anni (fin dalla D800 del 2012) Non solamente per i 380mAh supplementari che comportano di certo una maggiore capacità rispetto anche alla versione "b", certamente anche per lo "spunto" arrivato a 16 Wh, sicuramente per la stessa novità che caratterizzava anche la precedente versione "b": ossia quella di poter essere caricata, non solamente nell'apposito usuale, scomodo, spartano, charger da parete, MH-25a (ci piacerebbe per esempio che, essendo giunto alla sua terza edizione, avesse almeno un indicatore di ricarica dell'elemento inserito) ma anche direttamente dalla presa USB-C della Z5, posta sul fianco sx, sopra quelle HDMI e per il remote control a filo (o per il ricevitore radio), come già nelle Z 7 e 6 sormontata dalla spia di ricarica, che si accende solamente a interruttore principale della fotocamera posto su OFF...! Per impostazione di fabbrica, quindi, un alimentatore di rete come il NIkon EH-7P poteva fin qui, solo ricaricare e non alimentare durante il suo funzionamento la batteria di una Nikon Z, purchè al suo interno ci fosse una batteria compatibile, ossia almeno una EN-EL15 versione"b" La vera novità di Z5 + nuova batteria EN-EL15c è un rigo di menù in sezione impostazioni della Z5 che viene così tradotto dalla guida on camera, attivabile col pulsante provvisto di simbolo: ? Quindi la EN-EL15c non solamente può essere passivamente ricaricata via cavo USB (a fotocamera spenta), ma si presta a essere alimentata restando in standby di consumo, quando al cavo USB-C sia collegata una sorgente di alimentazione: INTERESSANTISSIMO, per tutti coloro che si lamentano della scarsa capacità della batteria in situazioni di ripresa dove i consumi aumentano in maniera esponenziale. In effetti, a differenza che nelle altre Z, se colleghiamo alla presa USB-C della Z5 un alimentatore di rete, per esempio per smartphone, sia ccende una spia sul monitor, assente nelle altre fotocamere Z Una spia che ci dice, a macchina accesa, (e spia charge sul fianco, spenta) che l'alimentatore sta lavorando in bridge sulla batteria, senza farla scaricare. Attenzione però: bisogna che l'alimentatore di rete sia di una potenza adeguata ad alimentare una mirrorless Z... quindi mi sono subito accorto che non se ne potevano utilizzare di qualsiasi: una Schuko dotata di due prese USB non basta: alimenta solo parzialmente la fotocamera che continuerà a pretendere energia dalla batteria al suo interno... Questa era la carica della EN-EL15c prima di impostare un time lapse da uno scatto ogni due secondi, per 59 minuti di tempo e questa, alla fine delle riprese... per poi crollare subito dopo essere stata accesa per queste foto Neppure un alimentatore usb di bassa potenza per smartphone è sufficiente... tantomeno un powerbank da poche pretese... Ma un alimentatore usb di nuova generazione, da almeno 30W di potenza, quello si che la regge la Nikon Z5 (è quello del mio Xiaomi Redmi Note 9 Pro che ha una batteria da 5020 mAh...) All'inizio di una ripresa video da 30 minuti: questo era il livello della batteria inalterato, mezzora dopo, alla fine della ripresa: Avendo quindi risolto il problema della gestione di lunghe sessioni in studio (o dovunque sia disponibile alimentazione elettrica), senza la necessità di dover sostituire l'elemento interno all'apparecchio, si pone la vexata quaestio, che affligge i fotonaturalisti, gli astrofili, i videomaker e tutti coloro che, magari in zone impervie in viaggio, si trovano a dover fare i conti con la sia pur aumentata capacità di una EN-EL15c su di una Z5 (attenzione a questo passaggio, perchè quanto abbiamo detto dipende dall'interazione tra batteria e fotocamera e fin qui Z6 e Z7 non possono godere di questa miglioria apportata sulla Z5) Lo troviamo un Powerbank, dotato di uscita USB-C (il vantaggio dipende proprio dalla velocità di connessione di queste prese speed) dalla capacità e potenza sufficienti a bypassare la batteria della Z5 fornendo alimentazione a fotocamera accesa e ricaricando la batteria a fotocamera spenta? La Redazione di Nikonland ha prodotto questa experience, interrogandosi su che powerbank acquistare, considerata l'intrinseca pericolosità di questo strumento una volta collegato ad una fotocamera del costo di una Z5... Risparmiare è un concetto che abbiamo abbandonato da tempo: quando non compriamo roba Nikon è solo perchè Nikon non ce la produce, quindi andiamo a cercare materiali al di sopra di ogni sospetto. Abbiamo quindi individuato un marchio, Ravpower, abbastanza conosciuto, che in una fascia da 40 a 120 euro ha numerosi prodotti dalla capacità impressionante. Ho comprato il modello RP-PB058, da ... 26.800mAh, ossia una capacità quasi doppia rispetto alla batteria che mette in moto il mio scooter da 300cc... dotato di una potenza da 30W in uscita, due prese USB3 ed una USB-C come uscite e una mini USB come input di ricarica, cavetti di ingresso ed uscita e indicatore di carica residua Accreditato della capacità di ricaricare fino a 10 smartphone a carica completa, oppure due volte un i-Pad air, ho già sperimentato la veridicità di quanto promesso, ricaricando già almeno quattro volte una Nikon Z, oltre a tutti gli esperimenti effettuati, senza essere ancora riuscito a scendere sotto i due led di indicatore di carica... Orbene: collegata la Z5 con la EN-EL-15c all'output USB-C ho impostato la solita attività, una ripresa video di mezz'ora dove lo stato di carica della batteria interna era: tale e quale alla fine della ripresa... Non soltanto.... ma finito l'esperimento, ho spento la fotocamera e, senza spostare alcun cavetto, è partita lla ricarica della EN-EL15c che in meno di un'ora e mezza si è completata Una bella risorsa, questa innovazione della Z5, che speriamo vedere portata con aggiornamento fw anche sulle Z 6 e 7: tanto ci stiamo comprando tutti le nuove EN-EL15c, che comunque dimostrano sul campo di realizzare un guadagno di scatto (rispetto alla versione "b" ) superiore al 15-20% di un'autonomia che era già ottimizzata per la maggior parte delle esigenze di ripresa. Ecco, per gli incontentabili, quelli che tra uno scatto e il successivo tengono la fotocamera accesa per quattro ore, adesso abbiamo una soluzione, per ora confinata sulla Z5, che rappresenterà in futuro la risoluzione di ogni problema di alimentazione. Perlomeno le Nikon Z...non soffriranno più la Fame... Max Aquila photo (C) per Nikonland 2020
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  8. Per quanto riguarda le caratteristiche generali del DAS TerraMaster D5-300C, rimandiamo al recente articolo pubblicato qui : TerraMaster D5-300C : DAS a cinque cassetti Non sappiamo se l'argomento DAS (Desktop Attached Storage, cioè uno scatolotto contenente più dischi fissi, collegato esternamente ad un computer desktop in locale, non in rete) fosse già a conoscenza dei lettori di Nikonland. E nemmeno se i suoi sviluppi possano interessare il fotografo medio. Ma contiamo di fare cosa gradita approfondendo una specifica configurazione permessa dalle caratteristiche di questo specifico DAS. Attenzione, non stiamo parlando in termini generici, né vorremmo che la conversazione si spostasse sui NAS. Riteniamo che i NAS - veri e propri computer desktop che vivono di vita propria in un proprio spazio integrato in una rete locale LAN - non siano necessari per l'utente medio. Anzi, nella maggioranza dei casi offrano caratteristiche ridondanti a costi eccessivi per esigenze basiche. In questo caso di studio immaginiamo un fotografo normale, con un archivio fotografico di una certa rilevanza, che scatta parecchio e vede crescere la necessità di spazio dove archiviare le sue foto. Ma vuole anche prestazioni e sicurezza al contempo. Il fotografo ideale è uno che si è dotato di un miniPC che, dall'avvento degli Apple corrispondenti, stanno riscuotendo un certo successo, forti del minimo impatto sulla scrivania. Oppure di un computer portatile. Ma in entrambi i casi di recente generazione e dotati almeno di una porta USB di tipo 3.1 GEN 2 o 3.2 GEN 2. un Intel NUC ha una impronta minima sulla scrivania, quasi non si vede. Ma ha anche un limite, la capienza di spazio di archiviazione è minima, limitata sostanzialmente al disco di accesso che non può offrire lo spazio necessario ad intere annate di fotografia di un fotografo che ... fotografa. Ad un miniPC come questo si deve collegare un sistema di archiviazione. Un DAS può rappresentare la soluzione più semplice ed economica, nel caso in cui non sia necessario avere accessi tra più utenti collegati in rete locale o geografica, la configurazione di un Cloud personale, l'autenticazione di utenti esterni, magari clienti che si collegano da remoto o colleghi in servizio esterno. Insomma, per soluzioni professionali un DAS deve cedere il passo ad un NAS, meglio se molto potente. Ma per un fotografo amatoriale un DAS per circa 200 euro offre tutto il necessario. *** Chiarite le premesse, andiamo al caso di studio che vi illustriamo come ipotesi, senza l'ardire di credere che sia la soluzione per tutti. Ognuno saprà come regolarsi ma magari essendo informato delle potenzialità di questa soluzione. qui abbiamo il nostro secondo Terramaster D5-300C pronto per essere configurato per la workstation numero 2. Vogliamo che qui ci siano tutte le annate - dal 2008 a domenica scorsa - di fotografie a modelle scattate da M&M. Sono circa 20 terabyte di fotografie in vari formati. Letteralmente milioni di scatti. Costati tanta fatica e costi reali dell'ordine di 100 volte l'impegno in hardware volto a salvaguardarne il valore. qui abbiamo 4 dischi fissi Seagate EXOS serie X18, di due serie differenti. Due di questi dischi saranno configuarti in RAID 0, due fungeranno da backup interno. A parte, su un altro apparecchio Terramaster, c'è un ulteriore backup di queste immagini. E poi ce ne sono altre due copie, residenti altrove. Giusto per stare tranquilli. Non sottolineeremo mai abbastanza l'importanza dei backup. Ma siamo sicuri che tutti i nostri lettori abbiano la percezione di quanto siano fondamentali (e l'ultimo backup non può che essere la stampa di tutte le fotografie migliori ...). Il Terramaster D5-300C ha la possibilità di configurare in RAID i primi due dischi della catena interna. come illustrato nell'etichetta laterale. Si può configurare il dispositivo per vedere i dischi singolarmente. Oppure in RAID 0 o in RAID 1. Per farlo non serve alcun software. Solo un paio di mini-attrezzi in dotazione. Un minicacciavite e una mini-chiavetta i due unici strumenti necessari per configurare in RAID il TerraMaster D5-300C Il RAID 0 si sceglie per sommare la capacità di due dischi uguali. In questo modo si ha un volume risultante che è il doppio della capienza del singolo disco. Con una velocità di lettura e scrittura doppia rispetto ad un disco singolo. Perché i dati vengono suddivisi via software al momento della scrittura delle informazioni. Il tutto al rischio che in caso di rottura anche di uno solo dei due dischi, si perdano il contenuto di tutto quanto. Senza possibilità se non remota di recuperarne una parte. E' una soluzione che può essere scelta in casi come questo, dove viene previsto un backup intenzionale periodico. Il RAID 1 si sceglie invece per avere un backup continuo in tempo reale dei dati di un disco su un altro identico. In pratica due dischi offrono uno spazio pari a quello di un disco singolo. Quindi abbiamo un relativo "spreco" di spazio ma con la sicurezza che quanto viene scritto sul disco, sia sempre duplicato in continuo. Le prestazioni del sistema restano pari a quelle del disco singolo. Si tratta di una soluzione che ha senso per archivio di dati sensibili che vengono aggiornati in continuo e di cui si deve avere una copia di sicurezza continua. Una situazione che non ha nulla a che vedere con le esigenze di un fotografo "normale" che fotografa ogni tanto e che solo in quelle occasioni modifica/aggiorna il proprio archivio. Il backup continuo in tempo reale di un archivio che si modifica una volta alla settimana o anche in periodi più rarefatti a cosa potrà servire mai ? E ancora, un backup sensato per un fotografo dovrebbe consentire di recuperare la versione di un file precedente all'ultima lavorazione. Come recuperarla se abbiamo un backup in tempo reale ? montaggio dei dischi nei cassetti. Basta inserire il disco, bloccare le guide in plastica laterali e poi avvitare due viti sul fondello del disco il selettore posteriore per selezionare la modalità di utilizzo dei due primi dischi i cassetti inseriti Impostazione del RAID. A computer e DAS accesi si deve selezionare la modalità prescelta e poi resettare il sistema. a questo punto si deve configurare il volume nel sistema operativo del computer. Nel caso di Windows ci ritroveremo con una situazione del genere : vediamo il Disco 5 che è il RAID 0 appena impostato che ci mostra una partizione Non allocata di 33TB circa. direttamente da Gestione Disco possiamo creare la partizione, formattarla, cambiare la lettera del disco e dare eventualmente un nome. Da questo momento vedremo in linea un volume X: che corrisponde al RAID. A parte vediamo anche gli altri due dischi che serviranno per il backup. *** Fatto questo e trasferiti i dati dagli altri archivi, vediamo le prestazioni del sistema. queste sono per prestazioni in lettura e scrittura di un disco Seagate Exos X18 collegato direttamente al bus di sistema dentro al computer (desktop). queste sono le prestazioni dello stesso disco (singolo) nel TerraMaster. qui invece vediamo quanto va più veloce il RAID 0 : queste sono prestazioni paragonabili a quelle di un SSD di tipo SATA e più del doppio del disco singolo messo dentro al DAS ! Naturalmente un disco M.2 interno avrà prestazioni 10 o 20 volte superiori. Ma ancora non esistono dischi M.2 di queste dimensioni ... e se uno ha bisogno di terabyte di spazio di archiviazione, o spende una fortuna moltiplicato 2 in dischi M.2 oppure si ingegna per continuare ad usare dischi meccanici come questi Seagate. *** Andiamo alla parte operativa. L'archivio principale sta sul RAID 0, qui punterà il fotografo per cercare e lavorare le sue foto. Idealmente - se usa Lightroom - avendo il disco interno di sistema come disco di appoggio per le anteprime e la cache di sistema. E, magari, con un altro disco di tipo M.2, collegato via Thunderbolt, come disco per le lavorazioni temporanee da trasferire poi sul RAID del TerraMaster. A parte, si organizzerà un sistema di backup discrezionale, per il tramite di una utility/app tipo FreeFileSync. Creandosi uno script visuale che sincronizzi le cartelle con cui è organizzato l'archivio del RAID sui dischi di backup. Ripartendo così il rischio di rotture su due dischi differenti. l'aspetto di una sessione operativa di backup con FreeFileSync e uno script impostato visualmente che sincronizza "a specchio" un disco su un altro, andando a modificare solo i file che sono cambiati dall'ultima volta Il backup sarà periodico, per esempio una volta a settimana oppure quotidiana, ma solo quando vengono fatte modifiche importanti ma "consolidate". E' inutile fare un backup se non si è modificato nulla. Il ritardo tra l'aggiornamento del backup consentirà eventualmente di recuperare una versione precedente di un file che venga magari per errore modificato in modo distruttivo oppure cancellato. Qui parliamo genericamente di backup ma nella realtà intendiamo operazioni di tipo incrementale o di sincronizzazione dove effettivamente vengono modificati solo i file che sono cambiati dall'ultima operazioni di sincronizzazione. Noi consigliamo di tenere - a parte, proprio fisicamente - un ulteriore backup, rinfrescato con una periodicità ancora più rarefatta. *** Riepilogo abbiamo in mente un fotografo non professionista che non abbia e non necessiti di una soluzione a se stante di rete tramite NAS che fotografi ed abbia un archivio corposo abbastanza da non essere contenuto nel disco di sistema del suo computer o superi le dimensioni di un moderno SSD che voglia contemporaneamente avere prestazioni (RAID 0) e sicurezza (backup) ma con la consapevolezza di fare le cose con i suoi tempi che non voglia spendere capitali esagerati per soluzione complesse e con funzionalità che non gli servono (tipo servizi di rete locale o geografica, server di rete, etc.) con il pieno controllo "visuale" di ogni parametro e la possibilità di modificare quello che vuole con i consueti strumenti a lui familiari del SUO sistema operativo (che sia Windows o Apple non cambia nella sostanza) naturalmente qui, in relazione alla corposità dell'archivio fotografico abbiamo strutturato un sistema con dischi da 18 TB (ma sul mercato arrivano anche quelli da 24TB a breve). Ma per esigenze minori si parte tranquillamente da dischi da 4 TB anche se, visto i costi dei dischi fissi meccanici odierni, meglio abbondare e puntare a dischi almeno da 8 TB l'uno. E' possibilissimo riutilizzare dischi già usati. Ma consigliamo di non pretendere che un disco fisso (sia meccanico che SSD) possa durare in eterno. Se ci fossero cose poco chiare o necessità di approfondimento, crediamo che nei commenti si potrà estendere il discorso.
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  9. Vi aggiorno dopo 1 mese di utilizzo , nessun problema con i materiali, spazio sufficente , porto con me d810 con il 24-105 montato il 70-200 f/4 e il 18-35 , 2 batterie e 2 schede di memoria, usata anche per camminare, non disturba più di tanto , e tutto sommato è anche carina
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  10. "Ha fatto completamente dimenticare il pur bello 300/4E PF. Questo è di un altro pianeta". PRO Prestazioni ottiche allo stato dell'arte perfetto equilibrio tra dimensioni e pesi, senza nemmeno dover ricorrere ad elementi PF ma con le "semplici" lenti ordinarie un obiettivo per cui si può pensare di passare a Nikon ! surclassa largamente il 100-400/4.5-5.6 a 400mm e tutto sommato copre al 90-95% le prestazioni del 400/2.8 TC è il 400mm per il "resto di noi" CONTRO difetti ? Forse si potrebbe desiderare una costruzione più a prova di usura. Ma di questo parleremo tra qualche anno di utilizzo. Alzo la mano e lo ammetto. Io sono tra quelli che usava il 300/4E PF praticamente sempre duplicato con il TC14E II. E Nikon ha dichiarato senza troppi fronzoli di aver pensato per noi il nuovo 400/4.5 Che in poco più del peso e poco più della lunghezza fa tutto quello che faceva quel 420mm f/4 "sintetico" ma lo fa talmente bene che non ci pensi di avere in mano un 400mm E nemmeno chi ti guarda ci crederebbe ... nemmeno se glielo fai vedere. Contribuisce all'ampia scelta che Nikon ci ha messo a disposizione in nemmeno due anni sulle lunghe focali. Con una qualità "esilarante" come direbbero gli anglosassoni. Non nel senso che fa ridere ma che ti manda in brodo di giuggiole. E' inutile stare ad elencare i suoi meriti, sono assoluti. Anche il prezzo è giusto, considerando che il 300/4E PF lo pagai mica bruscolini ma 2000 euro tondi e che per averlo dovetti aspettare un semestre. Questo è un vero tele a cui si può chiedere qualsiasi cosa. E di fatto ha relegato il 100-400 allo zooming in ambito sportivo, mentre questo, in ancora meno di peso ed ingombro, si presta a qualsiasi tipo e genere di fotografia. Ritratto ? Fatto. Foto a distanza ? Fatto. Sport ? Fatto. Naturalistica ? Certamente. Sinceramente non trovo difetti. E se anche lo uso meno di quanto vorrei, proprio perché io faccio più o meno sempre quello ed ho anche troppi obiettivi per farlo, non credo di potermene separare. Un appunto sul 400/2.8 S TC che pure ho provato e per cui non ho provato alcuna invidia. E' oramai talmente elevato il livello di tutti gli obiettivi Nikkor S che un teleobiettivo eccezionale come quello per giustificarsi richiede di doverlo usare in condizioni talmente sfidanti che prima, si dovrebbe fare palestra per un anno. Invece chiunque può prendere vantaggio dal 400/4.5, anche fuori dall'uscio di casa, e senza doversi preparare fisicamente e spiritualmente. Molto ma molto prima di fare i conti sui costi in gioco. Ecco. Devo aggiungere altro ? Ometto le foto per una volta, mi perdonerete, perché le mie foto le trovate nelle gallerie dell'articolo.
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  11. lancio : ottobre 2021, insieme alla Nikon Z9 25 lenti in 20 gruppi ottici 1355 grammi, 222mm x 98mm, passo filtri 77mm diaframma a 9 lamelle motore di messa a fuoco : STM stabilizzatore integrato : SI distanza minima di messa a fuoco : tra 75 e 98cm NIKKOR Z 100-400 mm f4.5-5.6 VR S Super teleobiettivo zoom.mp4 meccanismo di controbilanciamento durante la zoomata. Le masse in movimento di spostano per mantenere fisso il baricentro. Il risultato è un obiettivo che anche se si allunga muovendo lo zoom, resta sempre perfettamente ben bilanciato. guarnizioni a tenuta schema ottico molto complesso con due lenti in super ED per la correzione massima delle aberrazioni cromatiche MTF sostanzialmente costante su tutte le focali, migliora a quelle più lunghe come si conviene ad un superteleobiettivo zoom *** Prima avevamo un un'unica soluzione tele per le nostre Nikon Z, il fantastico Z 70-200/2.8 S, da usare però con i suoi due teleconverter. Ma, giustamente, Nikon, mettendo sul mercato l'attesa Nikon Z9, ha voluto associarla con questo tele-zoom ad alte prestazioni, pensato principalmente per l'azione, sport e wildlife. Si tratta di un progetto di elevato livello, costruito orgogliosamente in Giappone, pensato per permettere al fotografo di seguire ogni tipo di movimento. Già dall'escursione focale - mediotele, super-tele - e poi con il complesso motore-stabilizzatore integrato che sono impeccabili. Ma soprattutto, il sistema di bilanciamento delle masse che rendono praticamente neutrale lo spostamento degli elementi ottici interni. Che sia alla lunghezza minima o massima, in mano non si sente. E questo permette di seguire con fluidità il soggetto inquadrato, complice il funzionamento praticamente parfocale, cioé senza perdita di fuoco durante le zoomate, consentendo di seguire il soggetto a 30-60-120 fps, senza perdere un colpo. Sostanzialmente privo di difetti ottici, cede solo in termini di nitidezza il compromesso focale 4x, rispetto ai teleobiettivi presentati successivamente. Di fatto anche il nuovo 180-600, non solo i fissi, possono vantare una nitidezza assoluta superiore. Ma, considerata la natura di obiettivo pensato per l'azione (che non si potrà mai congelare in assoluto, se non usando i flash), questo è un compromesso accettabile. Beninteso, stiamo parlando di nitidezza comunque molto elevata. Solo non ai massimi livelli. Ma per fortuna, al momento il catalogo tele di Nikon è il più ricco che ci sia sul mercato. E quindi ognuno sceglierà per il meglio, magari aggiungendo a questo 100-400 un 400, un 600 o un 800mm. E solo una questione di borsa. In quanto all'uso con il teleconverter, sebbene perfettamente funzionante, non è del tutto raccomandabile. Se non chiudendo bene il diaframma ma perdendo così molta della luce disponibile. *** Complessivamente si tratta di un teleobiettivo di fascia "altamente professionale" come dicevano in televisione una volta, che consente al professionista e all'amatore esigente di far fronte ad ogni compito. Insieme al 400/4.5 ha di fatto sostituito interi arsenali di 80-400, 500/4 e 200-500. Per tacere dei tanti Sigma e Tamron sacrificati per passare a questo, insostituibile obiettivo. E stiamo parlando di agenzie di fotografia di sport, viste in autodromo e a bordo pista, almeno in competizioni indoor in luce solare disponibile. Articoli presenti su Nikonland.it Nikkor Z 100-400mm f/4,5-5,6S : per chi, perchè... Nikkor Z 70-200 e Z 100-400: gemelli separati alla nascita Nikkor Z 100-400 f/4,5-5,6S uno zoom per vicino e lontano... Nikkor Z 100-400/4,5-5,6S in Targa Florio con pioggia e vento di scirocco Nikkor Z 100-400mm f/4.5-5.6 S VR e Nikon Z9 in panning, coppia benedetta ! Nikkor Z 100-400mm f/4.5-5.6 S VR - Segni particolari : bellissimo ! e gallerie "In Action" :
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  12. Breve gita nell'altopiano di Asiago, dopo le recenti nevicate , non ci sono le cime delle Dolomiti , ma l'ambiente ricorda i paesi scandinavi, tanta neve, poca gente e luce giusta , il penultimo scatto fa vedere ancora cosa ha lasciato Vaia , D810 sigma 24-105 e Nikon 70-200 f4
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  13. "Mi ha fatto mettere da parte il 70-200!" Prima l'obiettivo con cui avevo più scatti all'attivo era il 70-200/2.8 nelle sue varie declinazioni. Ma da quando mi è arrivato il 100-400, complice la velocità della Z9, non c'è storia. E' in assoluto l'oggetto con più scatti all'attivo tra i miei tanti (troppi) obiettivi. Ho fatto sequenza di 50 scatti e più perfettamente utilizzabili di auto in evoluzione in pista. Anche cambiando la focale mentre scatto a 30 fps con l'auto che segue tre curve successive in direzioni opposte. Letteralmente centinaia e centinaia e centinaia di migliaia di scatti, nonostante intanto abbia avuto e provato tanti altri obiettivi. E comunque il primo obiettivo che esce con me se c'è da fare sport. Surclassa senza pensieri il precedente 80-400, obiettivo che non ho mai amato e che aveva - secondo me - un rapporto prezzo/prestazioni inaccettabile rispetto a questo. Che sebbene costi di più, ed è una cifra inconfessabile anche alla moglie più benevola, in termini di risultati è tanto ineccepibile da non farcisi pensare troppo. Se vogliamo trovare un difetto, non saprei dove cercarlo. Si, nella fotografia alle mire ottiche non è il più nitido dei teleobiettivi. E con il teleconverter cede abbastanza da non consigliarne troppo l'uso. Ma questo dipende da cosa riprendiamo. Piumati in posa o motociclisti in pista di cross ? Per me, numero #1 dietro alla rete, dietro alle recinzioni, e poi campo libero e poi ancora recinzione : sempre a tiro, sempre sul soggetto, anche se diluvia. Che spettacolo !
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  14. PRO insospettabilmente buono per un obiettivo zoom ~10x tutto sommato compatto e leggero perfettamente corretto via software (se vi interessa il risultato, non vi deve importare come ci si arriva) prezzo in linea col prodotto flessibile : va bene per tutto, tranne che quando è indispensabile un obiettivo più luminoso CONTRO sul piano delle prestazioni ottiche pure, altri Nikkor 24-xxx gli sono superiori luminosità massima a tutte le focali limitata (ma non si può avere la moglie piena e la botte ubriaca !) il corredo Nikkor offre obiettivi più adatti a compiti di natura critica : questo è un jolly, da usare come obiettivo unico o di complemento Con le reflex ho mantenuto e confermato un atteggiamento decisamente critico verso i super-zoom. Pessimi in tutto, salvo che nell'offrire l'effetto compattona con tutte le focali necessarie in un solo obiettivo. Con le Z Nikon ha sovvertito del tutto questo "panorama", tanto che quando l'ho provato (in una Milano deserta per l'imminente minaccia Covid), questo 24-200 l'ho comprato subito e adesso è stabilmente nel mio parco attrezzi; lo uso praticamente per tutto, col sole o in luce buona. Beninteso, il divario con molti altri obiettivi Nikkor Z c'è e resta, ma quanto di buono è stato messo in questo superzoom è stato pari-pari concesso agli altri strumenti fotografici che sono nel catalogo Z con un salto prestazionale che vediamo nelle foto di tutti i giorni. Quindi ognuno potrà scegliere l'obiettivo più adatto al compito che ha di fronte, avendo sempre il risultato atteso. Ma, quando l'ho usato per riprendere gare con automobili prestazionali sono rimasto colpito dal non desiderare troppo di aver portato invece il più pesante, costoso e ingombrante Z 70-200/2.8 S. Naturalmente non è la stessa cosa, ma qui abbiamo un obiettivo decisamente più duttile che si può prestare anche alla ripresa wide, senza cambiare ottica. Insomma, comprendiamoci bene, è un obiettivo straordinariamente pratico e flessibile con cui si può fare ogni tipo di fotografia. Un buon fotografo ci potrebbe anche vincere il premio Pulitzer. Ma io ho in casa obiettivi di categoria superiore, per compiti qualitativamente superiori quando pretendo di avere ogni scatto al di là di ogni sospetto.
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