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Mostra il contenuto con la massima reputazione di 12/01/2024 in tutte le aree

  1. Breve gita nell'altopiano di Asiago, dopo le recenti nevicate , non ci sono le cime delle Dolomiti , ma l'ambiente ricorda i paesi scandinavi, tanta neve, poca gente e luce giusta , il penultimo scatto fa vedere ancora cosa ha lasciato Vaia , D810 sigma 24-105 e Nikon 70-200 f4
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  3. Per quanto riguarda le caratteristiche generali del DAS TerraMaster D5-300C, rimandiamo al recente articolo pubblicato qui : TerraMaster D5-300C : DAS a cinque cassetti Non sappiamo se l'argomento DAS (Desktop Attached Storage, cioè uno scatolotto contenente più dischi fissi, collegato esternamente ad un computer desktop in locale, non in rete) fosse già a conoscenza dei lettori di Nikonland. E nemmeno se i suoi sviluppi possano interessare il fotografo medio. Ma contiamo di fare cosa gradita approfondendo una specifica configurazione permessa dalle caratteristiche di questo specifico DAS. Attenzione, non stiamo parlando in termini generici, né vorremmo che la conversazione si spostasse sui NAS. Riteniamo che i NAS - veri e propri computer desktop che vivono di vita propria in un proprio spazio integrato in una rete locale LAN - non siano necessari per l'utente medio. Anzi, nella maggioranza dei casi offrano caratteristiche ridondanti a costi eccessivi per esigenze basiche. In questo caso di studio immaginiamo un fotografo normale, con un archivio fotografico di una certa rilevanza, che scatta parecchio e vede crescere la necessità di spazio dove archiviare le sue foto. Ma vuole anche prestazioni e sicurezza al contempo. Il fotografo ideale è uno che si è dotato di un miniPC che, dall'avvento degli Apple corrispondenti, stanno riscuotendo un certo successo, forti del minimo impatto sulla scrivania. Oppure di un computer portatile. Ma in entrambi i casi di recente generazione e dotati almeno di una porta USB di tipo 3.1 GEN 2 o 3.2 GEN 2. un Intel NUC ha una impronta minima sulla scrivania, quasi non si vede. Ma ha anche un limite, la capienza di spazio di archiviazione è minima, limitata sostanzialmente al disco di accesso che non può offrire lo spazio necessario ad intere annate di fotografia di un fotografo che ... fotografa. Ad un miniPC come questo si deve collegare un sistema di archiviazione. Un DAS può rappresentare la soluzione più semplice ed economica, nel caso in cui non sia necessario avere accessi tra più utenti collegati in rete locale o geografica, la configurazione di un Cloud personale, l'autenticazione di utenti esterni, magari clienti che si collegano da remoto o colleghi in servizio esterno. Insomma, per soluzioni professionali un DAS deve cedere il passo ad un NAS, meglio se molto potente. Ma per un fotografo amatoriale un DAS per circa 200 euro offre tutto il necessario. *** Chiarite le premesse, andiamo al caso di studio che vi illustriamo come ipotesi, senza l'ardire di credere che sia la soluzione per tutti. Ognuno saprà come regolarsi ma magari essendo informato delle potenzialità di questa soluzione. qui abbiamo il nostro secondo Terramaster D5-300C pronto per essere configurato per la workstation numero 2. Vogliamo che qui ci siano tutte le annate - dal 2008 a domenica scorsa - di fotografie a modelle scattate da M&M. Sono circa 20 terabyte di fotografie in vari formati. Letteralmente milioni di scatti. Costati tanta fatica e costi reali dell'ordine di 100 volte l'impegno in hardware volto a salvaguardarne il valore. qui abbiamo 4 dischi fissi Seagate EXOS serie X18, di due serie differenti. Due di questi dischi saranno configuarti in RAID 0, due fungeranno da backup interno. A parte, su un altro apparecchio Terramaster, c'è un ulteriore backup di queste immagini. E poi ce ne sono altre due copie, residenti altrove. Giusto per stare tranquilli. Non sottolineeremo mai abbastanza l'importanza dei backup. Ma siamo sicuri che tutti i nostri lettori abbiano la percezione di quanto siano fondamentali (e l'ultimo backup non può che essere la stampa di tutte le fotografie migliori ...). Il Terramaster D5-300C ha la possibilità di configurare in RAID i primi due dischi della catena interna. come illustrato nell'etichetta laterale. Si può configurare il dispositivo per vedere i dischi singolarmente. Oppure in RAID 0 o in RAID 1. Per farlo non serve alcun software. Solo un paio di mini-attrezzi in dotazione. Un minicacciavite e una mini-chiavetta i due unici strumenti necessari per configurare in RAID il TerraMaster D5-300C Il RAID 0 si sceglie per sommare la capacità di due dischi uguali. In questo modo si ha un volume risultante che è il doppio della capienza del singolo disco. Con una velocità di lettura e scrittura doppia rispetto ad un disco singolo. Perché i dati vengono suddivisi via software al momento della scrittura delle informazioni. Il tutto al rischio che in caso di rottura anche di uno solo dei due dischi, si perdano il contenuto di tutto quanto. Senza possibilità se non remota di recuperarne una parte. E' una soluzione che può essere scelta in casi come questo, dove viene previsto un backup intenzionale periodico. Il RAID 1 si sceglie invece per avere un backup continuo in tempo reale dei dati di un disco su un altro identico. In pratica due dischi offrono uno spazio pari a quello di un disco singolo. Quindi abbiamo un relativo "spreco" di spazio ma con la sicurezza che quanto viene scritto sul disco, sia sempre duplicato in continuo. Le prestazioni del sistema restano pari a quelle del disco singolo. Si tratta di una soluzione che ha senso per archivio di dati sensibili che vengono aggiornati in continuo e di cui si deve avere una copia di sicurezza continua. Una situazione che non ha nulla a che vedere con le esigenze di un fotografo "normale" che fotografa ogni tanto e che solo in quelle occasioni modifica/aggiorna il proprio archivio. Il backup continuo in tempo reale di un archivio che si modifica una volta alla settimana o anche in periodi più rarefatti a cosa potrà servire mai ? E ancora, un backup sensato per un fotografo dovrebbe consentire di recuperare la versione di un file precedente all'ultima lavorazione. Come recuperarla se abbiamo un backup in tempo reale ? montaggio dei dischi nei cassetti. Basta inserire il disco, bloccare le guide in plastica laterali e poi avvitare due viti sul fondello del disco il selettore posteriore per selezionare la modalità di utilizzo dei due primi dischi i cassetti inseriti Impostazione del RAID. A computer e DAS accesi si deve selezionare la modalità prescelta e poi resettare il sistema. a questo punto si deve configurare il volume nel sistema operativo del computer. Nel caso di Windows ci ritroveremo con una situazione del genere : vediamo il Disco 5 che è il RAID 0 appena impostato che ci mostra una partizione Non allocata di 33TB circa. direttamente da Gestione Disco possiamo creare la partizione, formattarla, cambiare la lettera del disco e dare eventualmente un nome. Da questo momento vedremo in linea un volume X: che corrisponde al RAID. A parte vediamo anche gli altri due dischi che serviranno per il backup. *** Fatto questo e trasferiti i dati dagli altri archivi, vediamo le prestazioni del sistema. queste sono per prestazioni in lettura e scrittura di un disco Seagate Exos X18 collegato direttamente al bus di sistema dentro al computer (desktop). queste sono le prestazioni dello stesso disco (singolo) nel TerraMaster. qui invece vediamo quanto va più veloce il RAID 0 : queste sono prestazioni paragonabili a quelle di un SSD di tipo SATA e più del doppio del disco singolo messo dentro al DAS ! Naturalmente un disco M.2 interno avrà prestazioni 10 o 20 volte superiori. Ma ancora non esistono dischi M.2 di queste dimensioni ... e se uno ha bisogno di terabyte di spazio di archiviazione, o spende una fortuna moltiplicato 2 in dischi M.2 oppure si ingegna per continuare ad usare dischi meccanici come questi Seagate. *** Andiamo alla parte operativa. L'archivio principale sta sul RAID 0, qui punterà il fotografo per cercare e lavorare le sue foto. Idealmente - se usa Lightroom - avendo il disco interno di sistema come disco di appoggio per le anteprime e la cache di sistema. E, magari, con un altro disco di tipo M.2, collegato via Thunderbolt, come disco per le lavorazioni temporanee da trasferire poi sul RAID del TerraMaster. A parte, si organizzerà un sistema di backup discrezionale, per il tramite di una utility/app tipo FreeFileSync. Creandosi uno script visuale che sincronizzi le cartelle con cui è organizzato l'archivio del RAID sui dischi di backup. Ripartendo così il rischio di rotture su due dischi differenti. l'aspetto di una sessione operativa di backup con FreeFileSync e uno script impostato visualmente che sincronizza "a specchio" un disco su un altro, andando a modificare solo i file che sono cambiati dall'ultima volta Il backup sarà periodico, per esempio una volta a settimana oppure quotidiana, ma solo quando vengono fatte modifiche importanti ma "consolidate". E' inutile fare un backup se non si è modificato nulla. Il ritardo tra l'aggiornamento del backup consentirà eventualmente di recuperare una versione precedente di un file che venga magari per errore modificato in modo distruttivo oppure cancellato. Qui parliamo genericamente di backup ma nella realtà intendiamo operazioni di tipo incrementale o di sincronizzazione dove effettivamente vengono modificati solo i file che sono cambiati dall'ultima operazioni di sincronizzazione. Noi consigliamo di tenere - a parte, proprio fisicamente - un ulteriore backup, rinfrescato con una periodicità ancora più rarefatta. *** Riepilogo abbiamo in mente un fotografo non professionista che non abbia e non necessiti di una soluzione a se stante di rete tramite NAS che fotografi ed abbia un archivio corposo abbastanza da non essere contenuto nel disco di sistema del suo computer o superi le dimensioni di un moderno SSD che voglia contemporaneamente avere prestazioni (RAID 0) e sicurezza (backup) ma con la consapevolezza di fare le cose con i suoi tempi che non voglia spendere capitali esagerati per soluzione complesse e con funzionalità che non gli servono (tipo servizi di rete locale o geografica, server di rete, etc.) con il pieno controllo "visuale" di ogni parametro e la possibilità di modificare quello che vuole con i consueti strumenti a lui familiari del SUO sistema operativo (che sia Windows o Apple non cambia nella sostanza) naturalmente qui, in relazione alla corposità dell'archivio fotografico abbiamo strutturato un sistema con dischi da 18 TB (ma sul mercato arrivano anche quelli da 24TB a breve). Ma per esigenze minori si parte tranquillamente da dischi da 4 TB anche se, visto i costi dei dischi fissi meccanici odierni, meglio abbondare e puntare a dischi almeno da 8 TB l'uno. E' possibilissimo riutilizzare dischi già usati. Ma consigliamo di non pretendere che un disco fisso (sia meccanico che SSD) possa durare in eterno. Se ci fossero cose poco chiare o necessità di approfondimento, crediamo che nei commenti si potrà estendere il discorso.
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  4. Ricevuto oggi dopo avvenimenti rocamboleschi... L'antefatto è che il mio 200-500 due settimane fa è caduto e si è rotto l'AF (incredibilmente nient'altro, nemmeno il VR) A quel punto mi sono trovato senza obiettivo, il 200-500 è da un riparatore in attesa di preventivo per vedere se il gioco vale la candela e potrei avere anche un compratore. Mi sono ritrovato a cercare di rimpiazzarlo con un 180-600 al più presto, missione apparentemente impossibile. Con mio sommo stupore il negozio Hobby Foto di Perugia ne aveva uno disponibile: pagato ieri pomeriggio alle 16 stamattina alle 10 un sorridente dipendente di DHL me lo ha consegnato. Non conoscevo questo negozio ma ho visto parecchie recensioni tutte molto positive e posso solo consigliarlo: La proprietaria Signora Angela con cui ho parlato al telefono è stata di rara cortesia, è riuscita a far partire il pacco malgrado fosse un po' tardi e nella scatola ho trovato pure un paio di gadget Nikon e un Bacio Perugina (cosa ci si può aspettare da Perugia?) Mi ha poi ricontattato oggi pomeriggio per assicurarsi che tutto fosse a posto. Che dire, servizio di altri tempi. Spese di spedizione a carico del destinatario ma fanno un piccolo sconto se si paga con bonifico per cui alla fine sono andato in pari. Negozio piccolo, mi hanno detto che sono riusciti ad averne alcuni ogni tanto, Nital ovviamente, ed essendo una realtà locale pur con vendita on line non avevano coda di ordini. Mi è sinceramente dispiaciuto dover cancellare l'ordine nell'altro negozio di cui posso solo parlare altrettanto bene, purtroppo loro hanno molti ordini e non riescono ad evaderli.
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  5. Obiettivo acquistato nel settembre 2020, dalle dimensioni e peso generose, è andato a sostituire il 70-200/4 G VR, che montato sulla Z 7 con il necessario FTZ, pareggiava la lunghezza ma rimaneva sempre più leggero. La leggerezza era il suo unico vantaggio rispetto alla versione 2.8 Z, perché la resa ottica dello Z è ai massimi livelli sull’intero fotogramma fino dalla massima apertura. L’obiettivo è silenzioso, veloce e preciso come un laser nella ricerca del fuoco, mentre la versione “F mount” aveva il VR che ticchettava continuamente e nella messa a fuoco aveva spesso indecisioni che facevano andare avanti e indietro i gruppi di lenti per la ricerca del fuoco. Inoltre, si accontenta di filtri di 77mm di diametro (come il 24-120/4 S e non è poco) ed al riguardo manca nel bel paraluce una finestrella per agire con un dito direttamente sul filtro polarizzatore, quando innestato, senza dover rimuovere il paraluce per i necessari aggiustamenti. Tuttavia, con l’uscita delle ottiche “Z mount” la necessità di utilizzo dei filtri, per quanto mi riguarda, è notevolmente diminuito. Altro aspetto da correggere, ma sembra una battaglia persa, è la staffa per il montaggio dello zoom sul treppiede. Nikon fornisce un bellissimo piedino privo, però, delle scanalature a coda di rondine per l’attacco rapido (tipo Arca Swiss). Quindi, per evitare ulteriore peso aggiuntivo, mi sono dotato di una staffa prodotta dalla Leofoto che si sposa benissimo con i miei treppiedi della stessa casa. Tirando le somme riguardo a questo zoom dalle prestazioni eccezionali, cito quanto scritto da un giornalista del settore “Viene voglia di farsi un corredo mirrorless Nikon solo per poter usare questo zoom professionale dalla resa ottica fantastica. Una volta, gli obiettivi caratterizzati da una tale nitidezza e pulizia cromatica si definivano APO, e non tutti (nemmeno quelli a focale fissa) arrivavano alla resa di questo Nikkor Z 70-200mm f/2.8 VR S”. PRO : Zoom dalle prestazioni eccezionali a tutte le focali. Silenzioso, veloce nella messa a fuoco e con un ottimo VR. CONTRO : la bella staffa per l'attacco al treppiede non ha il piede con le scanalature a coda di rondine per l'attacco rapido (tipo Arca Swiss). Il paraluce, peraltro di bella fattura, avrebbe potuto avere la finestrella in basso per regolare facilmente il filtro polarizzatore quando montato.
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  6. Giusto per informazione, noi le due schede le abbiamo restituite. Attendiamo con interesse le evoluzioni in questo segmento a seguito dell'annuncio delle nuove Lexar Diamond ma soprattutto se e quando Nikon proporrà una fotocamera conforme con le nuove specifiche (Zh ?).
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  7. c'è sempre l'alternativa di cellulare + intelligenza artificiale e bkp sul cloud, gratis (taaaaac): non ve lo dimenticate... Scherzo naturalmente, ma la fattispecie era ben descritta da Mauro sul piano del soggetto e delle sue esigenze. Chi sta al di sotto oppure al di sopra prende altre strade. Io per anni ho avuto quattro dischi dentro al pc, due coppie in due RAID1. Poi mi sono stancato di comprare ogni due anni coppie di hd sempre più grandi. Sono arrivato oltre il 16TB perché gestisco una mole notevole di immagini, spalmate su 23anni di uso di fotocamere digitali. Questa opportunità l'ho colta al balzo: la prossima spesa sarà un Mini PC che fisicamente conterrà un soli ssd. In prospettiva sono a posto per i prossimi cinque anni
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  8. Buon anno a tutti! Per il 2024 da parte di Nikon spero in un bel firmware per la Z8 con il il burst 8K@120fps (anche se per pochi secondi) e le opzioni aggiuntive per l'autofocus, mentre da parte di Adobe e Apple spero nella compatibilità dei file video N-RAW! La Z6III? Io me la sono immaginata così!
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  9. Secondo me è il DAS è una soluzione per chi ha tanti dati da memorizzare e ai quali vuole accedere con una discreta velocità, ma non altissima. E soprattutto per chi ha una postazione fissa. Io uso da anni il portatile e non ho un posto fisso in casa in cui usarlo, dal tavolo della cucina, al divano, alla scrivania... Il risultato che per me un DAS è assolutamente inusabile: preferisco dischi USB autoalimentati (e ormai anche SSD con prestazioni molto superiori), ma ovviamente il rovescio della medaglia è che lo spazio è decisamente inferiore a quello permesso da un DAS. Il succo alla fine per me è: se hai tanti dati, ma tanti, allora DAS, altrimenti ti basta un SSD USB da pochi(ssimi) TB ed eventuale backup su disco capiente e lento, a scelta tra un DAS, un NAS o un altro disco USB autoalimentato (disco o SSD che sia). Sul discorso RAID 0 o 1, io non sposo la decisione proposta. Al contrario io sono per la completa ridondanza, perché ti permette di avere sicurezza del dato senza dover fare script o altri accrocchi che per l'utente medio sono solo causa di mal di testa. Proprio perché lo spazio con i dischi fisici è a grandezza insignificante, avere 18TB o 33TB non sposta nulla, si parla di numeri enormi. Per il fotografo normale invece è più utile avere facilità di recupero di quei dati in caso di rottura del disco, con un RAID 0 butti tutto, mentre con il RAID 1 lo attacchi al PC o in uno degli altri slot del DAS e vedi ancora tutti i dati come se nulla fosse successo. Poi è ovvio che ognuno deve farne un ragionamento personale in base alle proprie esigenze: sicuramente un Mauro con quella quantità di foto ha più ragione ad usare un RAID 0 per aumentare lo spazio, ma penso che la maggior parte delle persone stanno almeno ad un ordine di grandezza in meno e forse su un disco da 4TB ci fanno stare tutto l'archivio... Il mio archivio ad esempio è di 2TB e solo negli ultimi due anni ho dovuto aggiungere altri 2TB aggiuntivi, dovuti alla Z9 e al mio essere a rilento nel buttare i file inutili... Ma se mi decidessi di riprendere le pulizie tornerei dentro i 2TB! In tutti i casi, avere una soluzione come questa che ti permette di scegliere con facilità e semplicità è un gran vantaggio, poi ognuno si regola come meglio è comodo!
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  10. Ti posso portare la mia esperienza: tempo addietro un fulmine ha colpito il cornicione della palazzina, facendo un buco di venti centimetri. Nessun danno fisico a noi o agli elettrodomestici più "grossi", ma sono saltate tutte le porte Ethernet presenti su quattro PC (al momento completamente spenti...) collegati all'Hub Ethernet con i cavi Cat5, compreso l'Hub stesso (anche quest'ultimo completamente spento al momento dell'accaduto), sono saltate tre schede audio connesse ai PC in oggetto (due su connessione Fireware ed una su connessione USB) comprese le rispettive porte sui PC, tutti i decoder DTV e le rispettive porte HDMI delle Tv a cui erano collegate, e' saltato un canale del mixer a cui era collegata una scheda audio, ed un'altro canale, collegato ad un'altra scheda audio, funziona ma "soffia" vistosamente, il NAS non si e' piu' acceso, nonostante tutti i tentativi di "rianimazione" e "last but not least" sono saltati due gruppi di continuita' (spenti...) che si trovavano sulla alimentazione di rete dei PC. In alcuni casi le spine HDMI si sono letteralmente "fuse" col cavo, e sullo stampato delle schede audio si sono completamente bruciate ed annerite le piste. Tre PC sono completamente "morti" (compreso un portatile) ed a nulla e' servito sostituire gli alimentatori (laddove possibile) o scollegare tutto quanto collegato alle M/b. In tutto questo disastro, pero', nessun Hard Disk si e' danneggiato o ha perso i dati, neppure quelli presenti nel NAS, che, dopo vari tentativi infruttuosi di recuperare i dati, sono stati riformattati NTFS e funzionano regolarmente.... Putroppo, anche se non c'e' la fulminazione diretta, l'impulso elettromagnetico generato da un fulmine caduto nelle immediate vicinanze, puo' generare su qualsiasi cavo elettrico una differenza di potenziale che puo' raggiungere anche i 10KV/metro, quindi e' facile immaginare cosa puo' accadere su un cavo Ethernet lungo alcuni metri e composto da otto coppie di fili collegato alla porte di due PC, magari posti in due stanze diverse. Quello che mi ha stupito di piu' e' che non e' successo nulla alle prese di antenna RF dei Tv, mentre si sono fuse le porte HDMI che erano collegate ai decoder.... Tutto questo per dire che, con ottima probabilita', anche se si dovesse guastare il DAS, i dischi molto probabilmente non riporterebbero alcun danno P.S. cio' nonostante, da allora conservo gli HD di backup infilati singolarmente nelle bustine antistatiche con cui vengono venduti gli HD, e poi li chiudo dentro una cassetta metallica a chiusura stagna, di quelle verdi ex surplus militare, originaramente utilizzate per conservare i nastri di proiettili delle mitragliatrici, debitamente imbottita con spugna modellata ad Hoc, e con una bustina di silica gel. Come dire, meglio una gabbia di faraday oggi, che un fulmine domani....
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  11. Esattamente questo tipo di discorso, ho già dischi veloci quindi il Terramaster andrebbe a fare da archivio grosso + backup. Reggendo i file foto non sarebbe un problema recuperare la singola immagine quando serve. Un Tb di M.2 mi è più che sufficiente per l'elaborazione veloce.
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  12. Grazie, conclusioni in linea con quanto da noi evidenziato nel test delle nuove ProGrade :
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  13. Commercializzazione: Novembre 2019 Peso: 450 grammi Diaframma: 9 lamelle Passo filtri: 72mm Messa a fuoco minima: 25cm Dimensioni : 97x78mm (lunghezza e diametro) Schema ottico: 12 lenti in 10 gruppi di cui 1 ED e 4 asferiche, Nano Crystal coating, dotato di O-ring anti umidità Stabilizzazione: non presente Il primo grandangolare fisso per Nikon Z, arriva alla fine del 2019 ed è un bel barilotto da quasi 10 centimetri di lunghezza per quasi 8 di larghezza tutto in metallo e dal peso di poco meno di mezzo chilo. Sostanzialmente solo un centimetro e mezzo più lungo dell'equivalente AFS di qualche anno prima, giusto lo spazio per far entrare il gruppo di lenti in più che lo caratterizza rispetto al predecessore di attacco F, ma con un'estetica perfettamente in linea con i fissi f/1,8 che lo hanno appena preceduto, con i quali va a costituire la prima terna Nikkor Z a disposizione per coloro che gli zoom...proprio, no grazie! Come si vede le dimensioni sono analoghe a quelle degli altri due, tanto da rendere di volta in volta obbligatorio leggere la serigrafia della focale, per evitare di sbagliare a montarne uno al posto dell'altro. Questo 24mm, come da tradizione Nikon, è obiettivo costruito con lenti molto contrastate, tali da rendere al massimo nei suoi campi di elezione, come il reportage, lo street, urban architecture ed il B/N a forte contrasto, tutti generi all'inmterno dei quali si distingue per la sua brillantezza ed acutezza, insieme ad una planarità a prova di provocazioni prospettiche (inclinando la fotocamera in inquadrature verso l'alto). L'ho utilizzato per sei mesi abbondanti, sia in FX su Z6 e Z7, sia in DX su Z50, sempre soddisfatto dei risultati complessivi, prima dell'avvento del fratellone 20/1,8 che mi ha costretto a disfarmene per acquistare l'altro, per la cui focale nutro una predisposizione mentale accentuata. Anche a distanza ravvicinata questo 24mm rende cromaticamente e per dettaglio molto bene: gli si può rimproverare un'eccessivo dettaglio sullo sfuocato, che lo rende un pò nervoso, ma che certamente è in linea con i suoi generi elettivi: a chi desideri pastosità e cremosità consigliamo di rivolgersi ad altro genere di focali, magari più indicate per il ritratto. Ottima la tenuta in controluce a flare e ghosts, ma questo è anche un pregio dell'interazione HW-SW delle ottiche Nikkor Z native, oltre che del Nano Crystal coating. articoli su Nikonland e galleria immagini: unboxing Nikkor Z 24/1,8S: oltremodo wide
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  14. Commercializzazione: Marzo 2020 Peso: 505 grammi Diaframma: 9 lamelle Passo filtri: 77mm Messa a fuoco minima: 20cm Dimensioni : 109x85mm (lunghezza e diametro) Schema ottico: 14 lenti in 11 gruppi di cui 3 ED e 3 asferiche, Nano Crystal coating, dotato di O-ring anti umidità Stabilizzazione: non presente Dalla presentazione dei primi Nikkor Z ad oggi è il grandangolare fisso più estremo ed al tempo stesso, anche più performante in termini di caratteristiche principali, come nitidezza e contrasto e complementari, come distorsione, vignettatura e aberrazione cromatica. Un obiettivo importante per Nikon, come è sempre stata questa focale, luminoso secondo il nuovo corso Z-mount, per cui f/1,8 diventa standard: ma risulta difficile pensare si possa arrivare ad f/1,2 che è diventato il nuovo livello caratterizzante per obiettivi standard e mediotele. Eccezionale fin dai primi scatti, mette a suo agio anche chi non sia abituato a gestire angoli di campo di questa ampiezza, grazie all'estremo contenimento delle distorsione prospettica e alla totale assenza di flares o ghosts, grazie al rivestimento antiriflesso di prima categoria. Diaframma a 9 lamelle che determina un bokeh molto interessante per un wideangle di questa portata, quasi onirico, mai eccessivamente nervoso, negli scatti a tutta apertura. Ovviamente perfettamente delineato in proporzione all'apertura, diaframmando, diventando strumento prezioso anche per rilievi fotografici di architettura urbana, nelle mani di chi sappia utilizzare un grandangolo. Motorizzato AF con stepper silenziosissimi, veloci ed efficienti A giudizio della Redazione di Nikonland, il migliore 20mm mai costruito da Nikon, per esperienza diretta. Gli unici appunti possono essere fatti in relazione alla lunghezza del barilotto che lo rende piuttosto ingombrante ed all'assenza di una finestrella di riferimento della distanza di messa a fuoco e di una scala di profondità di campo, come la natura di questo strumento fotografico (e la categoria S) richiederebbe, oltre all'ingombrante paraluce in policarbonato, il cui innesto a baionetta si logora parallelamente all'uso. I test di Nikonland : Nikkor Z 20/1,8 unboxing il più incisivo Z 20/1,8 e Z7: frutta e verdura ! e le gallerie:
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  15. PRO : obiettivo straordinario, perfetto, vale tutti i soldi che Nikon chiede (e sono molti !), se non fossimo incontentabili, renderebbe superflui tutti i medio-tele da ritratto. Sfuocato da sogno difetti ottici ? veloce, ben stabilizzato, sicuro, affidabile regge benissimo i teleconverter, di fatto si può duplicare per avere un 400mm f/5.6 decente ma con il TC 1.4x è un ottimo 300/4 VR non perde la messa a fuoco se si cambia focale, anche nel video. Anzi, nel video è solidissimo CONTRO : manca il classico astuccio in nylon/cordura, sostituito per economia da quello "floscio" sostanzialmente inutile. Per 3.000 euro ci si aspetterebbe che non lesinassero su una custodia che ne vale si e no una cinquantina 200mm, f/4 su Nikon Z9, ISO 250 se non fosse che nel frattempo è uscito anche il 100-400 che nelle mie scorribande in autodromo è stato il principale compagno della Z9 per centinaia di migliaia di fotografie (complice la demolizione dell'unica tribuna da cui potevo fare panning con il 70-200/2.8) e la disponibilità per usi più disimpegnati dell'onesto 24-200, ci sarebbero poche remore ad utilizzare quello che è uno dei migliori Nikkor Z finora presentati. Regge il confronto anche con il 135/1.8 Plena, che è certamente un obiettivo di una categoria a se. E non fa desiderare molto altro. Un peccato trascurarlo.
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  16. Complimenti ! Tu sei uno da F. 1.2 😉
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  17. Nuovo ingresso, acquistato ieri mattina e consegnato stamattina ... Nikonstore non delude mai!
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  18. E' chiaramente una opinione personale, ma il fatto che l'AR11 non si avviti fino a poggiarsi sul pulsante di scatto della macchina, e rimanga quello spazio in mezzo, dando al tutto la forma di un funghetto appoggiato li' sul pulsante, francamente lo trovo molto brutto...... Preferisco di gran lunga quello rosso, presumibilmente "cinese" visibile nella preview di M&M
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  19. ... e un tubo da 35mm, fanno cose ... Questo non è un crop: Gonepteryx (rhamni?) detta Cedronella. Nikon Zfc, 24-200mm Z a 200mm, tubo Z compatibile da 35mm, f6.3, 1/500s, 250 ISO, luce ambiente, mano libera, ossia posizione inginocchiata "del cecchino". Non sarà certo come il 200mm micro AfD, però a distanza ravvicinata va più che bene!
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  20. La mia foto del giorno con la Zfc e' questo bellissimo Gelsomino di notte ( Solanum laxum ) eseguita con il plasticoso ( ma ottimo ) zoom Nikkor Z 50/250 vr
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