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Mostra il contenuto con la massima reputazione di 04/10/2017 in tutte le aree

  1. Ci fa molto piacere che, quando ci capita di essere in giro per l'Italia, per manifestazioni, per negozi o semplicemente da qualche parte a fotografare ci riconosciate e vi presentiate. Ci fa ancora più piacere scoprire che in tanti ci leggete, seguite i nostri articoli. Le nostre posizioni. Quello che ci piace condividere con voi. E' sempre un piacere scambiare due chiacchiere, quando capita. Magari ascoltare la vostra opinione, o rispondere a qualche domanda specifica che vi viene in mente. Ma non possiamo incontrare tutti. E se abbiamo aperto questo sito - che oramai ha una vita che si approssima a chiudere l'undicesimo anno di età, è proprio per sfruttare il mezzo virtuale della rete Internet per poter incontrare tutti quanti. Però è indubbio che per potervi .... incontrare su queste pagine sia necessario che usciate dall'anonimato dove sinora vi siete ostinati a rimanere. L'iscrizione a Nikonland : é gratuita impegna pochi secondi non vi espone a nessun rischio non lede se non in minimissima parte la vostra privacy ma di contro vi consente di incontrarci quando ne avete voglia farci sapere la vostra opinione su un articolo, su un editoriale, in generale sul nostro lavoro su Nikonland vi consente di chiedere e di scambiare consigli con gli altri nikonisti qui presenti ancora più semplicemente, di farci sentire la vostra presenza quasi fosse fisicamente qui con noi ma soprattutto, con l'iscrizione e un vostro segno ... fosse anche un LIKE ad un nostro scritto quando vi sentite particolarmente d'accordo con quello che stiamo dicendo ... ci potete aiutare a continuare nel modo giusto. Giusto per noi, giusto per voi. In ogni caso grazie di esserci vicini. Del vostro supporto e della simpatia che ci avete manifestato quando ci siamo incontrati qui e la. Per fotografi che esprimono la propria passione anche attraverso Nikonland, è un aiuto prezioso. Continuare in solitudine sarebbe gravoso e alla lunga inaridirebbe la nostra voglia di fare. ______________________________________________ Il Sorridente
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  2. Per qualcuno l'alba è la poesia di un giorno che inizia, la metafora delle nuove vicende che il giorno ci prospetta. Per altri è il momento della sveglia, dell'alzarsi, dell'affrontare le gioie e i dolori che la notte, o il sonno, risparmia. Per me... invece è un momento, semplicemente, di transizione, in cui tutto è per qualche minuto, sospeso. Non mi dà particolare gioia o tristezza, non mi promette niente, né di buono né di cattivo. Semplicemente è come se fosse una tregua. E' stata questa la mia impressione qualche anno fa quando per la prima volta ho preso la macchina fotografica, la bicicletta e con gli ultimi fari accesi sono andato a riprendere il sorgere del sole... Avevo ancora la D300 e un 16-85 zoppicante, ma... che spettacolo fu. Oddio, mica era la prima vola che mi svegliavo all'alba, che fosse per lavoro o per andare a pesca con mio padre il sorgere del sole l'avevo già conosciuto, ma... così no, non l'avevo mai fatto per la luce o per i colori... Non che la sveglia mi sia indifferente, preferirei dormire... ma loro no, i cigni sono già svegli... E loro? Chi dorme non pesca... il sole! Col tempo la mai abitudine di alzarmi d'estate abbastanza presto, non l'ho mai persa... non sempre con la D750 al collo si intende. Perché poi non è mai un deserto, c'è già un bel po' di vita all'alba! I gatti? Loro sono già in giro da un pezzo... E poi i bipedi umani, loro non mancano! Seduti (comodi?) o in piedi a gambe ben salde... Lei per esempio è una brava madre di famiglia tedesca che naturalmente ha fatto suonare la sveglia alle 5 anche per i bambini... Altra razza Ah e per finire, d'estate il sole si innalza abbastanza rapido e già di prima mattina diventa tutto più trafficato, ma non privo di curiosità... i podisti già si muovono, anche per la messa delle 7! Quindi... niente, volevo solo condividere un pensiero che da allora non mia ha più mollato. Le cose più belle non sempre sono le più facili, ma soprattutto non sono quelle dietro l'angolo (del cuscino)!
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  3. Rosita Lipari è testimonial Nikon per la wedding photography ed e’ stata uno dei beta-tester per la Nikon D850, nonche’ uno dei professionisti Nital nella kermesse di presentazione alla stampa ed al pubblico di questa ultima reflex che ha aiutato a sviluppare. Sono andato a trovarla a Linguaglossa, alle falde dell’Etna, nello studio fotografico Primopiano Photografica, che gestisce insieme al marito Michele Lo Giudice fotografo anche lui, non perche’ donna/fotografa/siciliana scelta da Nikon come wed-testimonial, ma per il fatto di aver scorso nel suo sito il portfolio dei suoi lavori ed esser stato fortemente colpito dall’intenso profumo di umanità che traspare dalle foto, dove spesso è il contesto ad essere protagonista, prima ancora degli sposi, in modo tale da consentir loro, sfogliando l’album, di poter rivivere le stesse emozioni provate in quel momento, tanto quanto ad ogni altro osservatore di quelle foto. Allora voglio conoscerla di persona: mi accoglie insieme a Michele e dopo le presentazioni di circostanza, la prima cosa che tiene a dirmi è che i lavori sono realizzati da entrambi, marito e moglie e gestiti in prima persona fino alla stampa. Portandomi in giro per lo studio è proprio il plotter Epson una delle prime cose che mi fanno vedere e subito dopo, orgogliosamente, le stampe in fine art da loro realizzate. Inoltre, mi dicono, spesso consegnano il lavoro finito proprio sotto forma di stampa per singole foto, opportunamente ed elegantemente inserite su passepartout e contenitore. Una cura elevatissima per la presentazione del proprio lavoro non puo’ che essere indice di grande considerazione per lo stesso e deve passare per la (a volte difficile) accettazione dei committenti, penso tra me: quindi chiedo loro come si comportino nel delicato momento del primo incontro con i clienti per definire le modalità e le particolarità della futura cerimonia. La risposta è netta e chiarissima: Rosita e Michele desiderano interfacciarsi con i loro clienti solo se intuiscono di poter ricreare ogni volta quella situazione di confidenza e reciproca emotività che poi traspare dalle loro foto. Sono e fortemente vogliono esser considerati dei reporter, fotografi che organizzano IL racconto per immagini: per poter riuscire hanno altrettanto bisogno della partecipazione degli sposi, tanto quanto essi hanno necessità della loro attenzione. Il concetto mi viene piu’ volte rimarcato ed infine, sintetizzato in maniera perfetta da Rosita, in questi termini: “la fotografia di matrimonio vive di uno scambio di emozioni, gli sposi ed i loro invitati si offrono al fotografo mettendo a nudo la propria anima, affinche’ il fotografo riesca a manifestarla nelle sue immagini” Ineccepibile. Insieme alle stampe Rosita ha piacere nel mostrami al computer un matrimonio per intero, ed è qui che mi convinco della mia impressione iniziale: non si tratta solamente di colpo d’occhio e capacita’ di fermare attimi speciali, grazie al fatto di scattare insieme ed in luoghi anche ben differenti allo stesso momento, ma la loro capacità comprende anche l’eleganza nell’organizzazione di ogni immagine utile ( e soltanto quelle) alla definizione del racconto che si è dipanato nella loro mente oltre che davanti ai loro occhi, che ha emozionato i fotografi, forse tanto quanto i loro stessi soggetti. Una storia che accompagnerà per sempre la vita delle persone ritratte. Usciamo a prendere un caffè al bar vicino, quasi ogni persona che passa per la via li saluta: segno dell’importanza che un fotografo di cerimonia assume all’interno di una comunità, quanto gli officianti le stesse cerimonie, probabilmente. Rosita mi racconta con grande semplicità come siano loro stessi stupiti per il grande impulso fornito alla loro attività da questa opportunità conferitale da Nikon, per il semplice fatto di esser stata notata (dopo la vittoria in importanti photo contest) da Nikon Singapore che l’ha voluta come testimonial: da quel momento il loro intento va nella direzione esclusiva del wedding e lo confermano i lavori in tal senso loro commissionati in posti diversamente inimmaginabili, come in India e a Singapore stessa. Mi dice: “riceviamo richieste per matrimoni in maniera continua e costante, mi dicono che gli piace il mio stile… ma io non lo so che stile sia il mio, fotografo nel modo in cui intendo e so fotografare e non potrei fare diversamente…” Allora glielo suggerisco io cosa penso piaccia subito delle sue foto: la sensazione offerta da quelle immagini lontane dall’altare, sui parenti e sugli amici, i quali vivono e sentono quel matrimonio, consapevoli del fatto che in quel momento si verifica un passaggio di vita, dopo il quale le cose saranno per sempre differenti; la definizione dell’attimo preciso nel quale questo evento accada, negli occhi degli sposi che si preparano, che si incontrano, che si abbracciano e baciano, manifestando ogni grammo del sentimento che stanno provando, gioia, tristezza, sorriso, lacrime, smarrimento, estasi. La capacita’ di raccontare il tutto con una visione dei fatti filmica: Rosita e Michele riprendono quasi sempre in inquadratura orizzontale ed in luce ambiente e organizzano cosi’ il lavoro di composizione: questo aspetto incide molto sulla capacita’ di ambientazione del soggetto rispetto il contesto circostante, anche se del tutto estraneo alla vicenda, ma da quel momento assolutamente assorbito dal racconto. Gli stessi obiettivi utilizzati, quasi esclusivamente fissi ed extraluminosi, come il 24mm, il 35mm, il 50mm (che Rosita “sente” particolarmente ed usa prevalentemente) e l’85mm tutti f/1,4 consentono proprio questo vantaggio compositivo, unitamente allo zoom 70-200/2,8 che nella loro borsa non deve mancare mai. La sua cifra espressiva? Secondo me la capacita’ di far accettare frequenti fuori fuoco sul primo piano rispetto al soggetto inquadrato, invece che sul secondo piano, come la nostra mente è abituata a considerare con maggiore facilita’ percettiva. Talvolta addirittura gli sposi fuori fuoco ad accentrare attenzione sugli elementi che in quella inquadratura, prepotentemente, richiedono. Ho fatto loro anche una domanda alla Marzullo: “la cosa piu’ facile da fare nel vostro lavoro e quella piu’ difficile” Mi hanno risposto, insieme, “quella più facile è creare il giusto rapporto col cliente…. quella più difficile… far capire la nostra visione” Poi mi hanno detto, sempre all’unisono: “difficile e’ quando mi chiedono di realizzare delle foto in posa: non e’ il nostro modo". Il coraggio delle proprie scelte, concludo io, è la cosa più difficile da mantenere nel lavoro: e Rosita Lipari da Linguaglossa, over the world, mi pare che possa dire di essere soddisfatta di sé. Mi sa che questa storia non si fermerà qui. Max Aquila per Nikonland 2017
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  4. Piotr Naskrecki è una figura particolare nel mondo della macrofotografia: scienziato e fotografo allo stesso tempo. Usa la fotocamera per documentare le sue ricerche, ma anche per trasmettere al mondo la bellezza delle piccole creature che ci circondano, troppo spesso sconosciute o trascurate. Ebbi modo di intervistarlo "telematicamente" qualche tempo fa e questo mio contributo è in parte basato sul nostro scambio di email. Naskrecki ha lavorato al Museum of Comparative Zoology (Museo di Zoologia Comparata) all’Università di Harvard, a Cambridge, Massachussets (USA) e all'Università del Connecticut. La sua ricerca è incentrata soprattutto sull’evoluzione degli insetti ma è anche coinvolto in numerosi progetti scientifici e di divulgazione correlati con la conservazione delle foreste pluviali tropicali. Il suo interesse per la macrofotografia è iniziato una ventina d'anni fa quando la moglie gli ha regalato per Natale una Nikon N 6006 (F601). Dall'uso della fotocamera come mezzo per illustrare gli organismi su cui lavorava al fare della fotografia una passione il passo è stato breve. Non è interessato fotografare uccelli o mammiferi, perché trova che il piccolo mondo che ci circonda sia molto più affascinante. Attualmente usa soprattutto fotocamere ed obiettivi Canon. Come fotografo cerca sempre di portare alla luce la bellezza di quei soggetti che sfugge ai nostri occhi per via delle dimensioni del mondo in cui noi siamo abituati a vivere. Rendendo i soggetti più grandi del reale, Naskrecki ci porta alla loro scala, permettendoci di vedere strutture, simmetrie e forme normalmente nascoste. Una splendida Mantide tropicale Nemia, un Neurottero tropicale Typophyllum un ortottero mimetico Nello stesso tempo cerca di ricreare la prospettiva e la tridimensionalità di questo microscopico mondo. Per questo usa spesso i grandangoli (15-35mm) con un tubo di prolunga corto, in modo da focheggiare molto vicino pur mantenendo una prospettiva ampia e notevole profondità di campo in modo da cogliere l’ambiente in cui vive il soggetto. Un ortottero del Mozambico, ambientato. Un altro ortottero tropicale In altri contesti usa obiettivi macro e, per soggetti molto piccoli, come le formiche lavora a rapporti di riproduzione molto elevati sfruttando il Canon MPE 65mm, che arriva a 5:1. Se vuole includere qualcosa di più del solo soggetto centrale, usa grandangoli tradizionali Le sue gallerie sono diverse (ma ugualmente spettacolari), rivelando posture insolite, oppure interazioni fra (minuscoli) organismi, che per venire ripresi, richiedono abilità ed esperienza. Per ottenere questi risulta occorre una grande conoscenza del soggetto. Ogni volta che inizia un nuovo progetto fotografico, comincia documentandosi approfonditamente in quanto una buona preparazione fondamentale se si è interessati al comportamento animale. Si può persino arrivare ad osservare e documentare comportamenti che nessun altro ha mai visto prima. Naskrecki rimane comunque prima uno scienziato e poi un fotografo. Usa la fotografia principalmente per documentare il suo lavoro e come strumento educativo alla comprensione del comportamento animale e alla conservazione della natura. Raganella tropicale, Papua Nuova Guinea Pronto al duello... Granchio del Costarica Ma a parte la documentazione scientifica, quando fotografa, il messaggio principale che Naskrecki cerca di trasmettere con le sue foto è che esiste un mondo bellissimo e complesso costituito da organismi di cui pochissima gente sa qualcosa. Si tratta invece di membri affascinanti, coloratissimi e di fondamentale importanza per la sopravvivenza delle comunità biologiche. Spesso sono minacciati quanto i panda e le tigri, ma ricevono poca attenzione dal pubblico e dai conservazionisti, solo perché in pochi sanno della loro esistenza. Mostrarli da vicino è il primo passo per apprezzarli e proteggerli. Piotr Naskrecki, (dal sito Uconn Today) Non perdetevi il suo interessantissimo sito: http://www.insectphotography.com/ E il suo fantastico Blog: https://thesmallermajority.com/ NOTA: Tutte le foto sono (c) di Piotr Naskrecki, qui mostrate solo allo scopo di illustrare la sua opera ad esclusione del suo ritratto, preso dal sito Uconn Today. DISCLAIMER: All the photos shown here are (c) by Piotr Naskrecki, published here only to illustrate his work, apart for his portrait, taken from the site Uconn Today.
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  5. La migliore stampante digitale attualmente in commercio si chiama SlowPrint. L'accende e la spegne tutti i giorni il nostro Michele. La mia non è piaggeria, ma una semplice constatazione; Ciascuno ovviamente è libero (anzi lo invito caldamente) di rivolgersi su strumenti diversi, ma personalmente da quando ho individuato questa "stampante" tutto il resto (Canon / Epson) non esiste più. un saluto
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  6. Non c'è molto da aggiungere a quello che è stato già ottimamente detto nei vari interventi e che condivido in toto, sui Fotografi e sul "giornalista" ;-))) di mio ci aggiungo questo: era da un pò che non rimanevo a "bocca aperta" guardando delle fotografie, non saprei spiegare perché, ma questo mi è successo.
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  7. Io ricordo sempre a tutti che a navigare su Nikonland non si prendono le malattie
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  8. Mollare mai. Ma elemosinare nemmeno, non ci vado con il cappello in mano a chiedere a chicchessia. Dritto per la mia strada e chi incontro spero comprenda, pronto a spiegare, ma favori ed elargizioni no, non ci siamo. Lo dico perché è luogo comune del nostro bel paese affrancarsi al potere di turno per godere di qualche briciola. Spero di essermi "capito".
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  9. Sei l'Ansel Adams delle Lame del Sesia. Hai tutta la mia ammirazione ! Bravo e appassionato, simpatico e competente, davvero !! Adriano.
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  10. Potrei ripetere quello che ho scritto nel commento al post di Roby, ci sta bene anche qui, anzi meglio, ma qui c'è di più, molto di più. C'è quello ce ci fa veramente uomini. Amare e proteggere qualcosa o qualcuno per quel che è. Senza calcolo. E essere felici nel farlo. PS Il titolo di questo intervento andrebbe scritto nella pietra. Mi vien da scrivere un sacco di cose, ma basta dire che è vero. L'ignoranza è tra le cause dei maggiori disastri.
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  11. Ma dove hai trovato una lince? Sarà poi una lince? Boh) allo zoo?
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