Guardare, non solo vedere.
E' una frase fatta , ma comunque una gran verità.
Come quella che afferma che l'equipaggiamento più importante sta alcuni centimetri dietro il mirino.
Spesso si fotografa a caso soprattutto, purtroppo, nella fotografia naturalistica dove, attratti dal soggetto ci si dimentica del contorno, ci si dimentica di fare attenzione, di valutare alternative, di pre-vedere il risultato, di sperimentare, insomma, di pensare.
Ne abbiamo parlato e scritto in non so quanti articoli e tutorial, io ne ho discusso soprattutto per la macro. In questo blog cercherò di non ripetermi, ma farò esempi di come il fatto di pensare di spostarsi di qualche centimetro o di qualche passo, pensare di cercare un'occasione migliore, una luce diversa, possa fare la differenza.
Le foto sono tutte mie, così non si offende nessuno .
Cominciamo con delle Damigelle.
Point and shoot (inquadra e scatta) stile compatta porta di solito a risultati... inguardabili e siamo tutti d'accordo.
Non c'è bisogno di grande analisi per dire che è un orrore di foto? Bene.
Facciamo un passo avanti qualitativamente, abbiamo un macro, dei tubi, una lente, insomma proviamo a fare qualcosa di più interessante, ma presi dal soggetto, o semplicemente distratti, insomma senza guardare, non è che escano foto migliori:
Presto, il cestino!
Ma questa damigella ci piace tanto, se ne sta lì ferma, ci lascia avvicinare, riproviamo ad ingrandimento maggiore:
Un po' meglio, ma poco. Rendiamoci conto che o si tolgono i fili d'erba o la foto sarà al massimo così (per me da scartare). Dobbiamo impegnarci in un "salvataggio" successivo, clonando e trafficando sopra e sotto? Se volete, oppure ci si rende conto che le damigelle sono tante e se ne sceglie una su un posatoio migliore e si cura meglio l'inquadratura:
Mezzo metro più in là sullo stesso cespuglio, ecco sfondo migliore e curando l'inquadratura, si sfuoca l'addome in modo che non risulti tagliato (non è la stessa dell'altro blog, eh):
C'è differenza?
Un altro esempio, L'Orthetrum albistylum, Il soggetto è bello, ma ripreso da lontano stando in piedi, il risultato non è così bello:
C'è addirittura una foglia davanti all'addome, nella zona posteriore, ingannati dalla visuale del mirino (fa rima con cestino)?
Avvicinandosi un po' ma soprattutto inginocchiandosi:
Un po' meglio vero? Non ho pulito il puntino di sporco ed il peluzzo sul sensore, lo so, ma sono foto didattiche, che vogliono spiegare una cosa diversa, tutti sappiamo cosa fare dei puntini pre o post... .
Questa foto (ripulita dei puntini ) è dignitosa. Bella uguale a tante altre che ho fatto. Però, volendo, si può fare di più, osservare (che è un sinonimo di guardare) il comportamento e vedere che il posatoio è un punto di decollo e di atterraggio, quindi si può riprenderlo appena atterra ad ali alzate per una foto più di effetto.
Ed allora:
Cambiamo soggetto, camminando incontro questi quattro marangoni minori -grazie a Gianni per la correzione nell'identificazione, distrattamente li avevo presi per dei Cormorani-sui rami nell'acqua. Punto e scatto, ecco quattro Marangoni nell'acqua del fiume.
Passabili. Ma se provassi a cercare un punto diverso?
Mi sposto di due metri o poco più:
E' meglio? E' peggio? E' diversa. I Marangoni diventano elemento grafico con il monocolore dell'acqua. Sempre natura, ma con un pizzico di interpretazione.
Questa mi stuzzica anche la fantasia, voglio farne una versione in bianco e nero, cosa che che con quell'altra non avrebbe avuto senso, non avrebbe reso quel che avevo immaginato.
Magari piace solo a me.
Spero tantissimo che abbiate colto il senso di questo mio blog. In tutti i generi fotografici, anche con gli animali, metterci la testa va ben oltre il curare la messa a fuoco l'esposizione e così via.
Le foto, a parte quella dei cormorani, sono diverse da quelle del mio blog precedente, non è un riciclaggio.
Il discorso è rivolto a chi è alle prime armi, gli altri non si offendano, lo so che lo sanno già.
Silvio Renesto
-
11
-
14
18 Comments
Recommended Comments