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Corredo Nikon (sintetico !)


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  1. Shangri-la è un luogo "mitico" descritto nel romanzo Orizzonte Perduto di James Hilton del 1933 e reso celebre dall'omonimo film di Frank Capra del 1936. Dovrebbe essere situato sull'Himalaya ed assolutamente introvabile, nonostante ogni sforzo, da chi non è puro di cuore. In esso sono naturalmente bandite tutte le debolezze umane e si vive in armonia con purezza di sentimenti. Mitico per una intera generazione, tanto che i piloti del raid di Doolittle del 1942, catturati dai giapponesi, dissero di essere partiti dalla base di Shangri-la. L'US NAVY mise in mare una portaerei d'attacco classe Essex con questo nome, CV 38, entrata in servizio nel 1944. *** Sul web ho letto recensioni e impressioni contrastanti su queste nuove elettrostatiche. Che si rifanno nel concetto alle mie "vecchie" Jade II ma che riprendono nel nome le blasonate (e inarrivabili) Shangri-La. qui la scatola di fianco alle Arya Unveiled, presentate nell'ultima tornata di annunci 2024 di HIFIMAN. la scatola è più alta perché le cuffie elettrostatiche hanno il cavo fisso che va avvolto dentro alla confezione qui sono di fianco alle Jade II. Notare la scelta di usare il nuovo archetto "eco", stile HIFIMAN Edition XS. Sono già collegate al mio vecchio Stax SRM-006t, valvolare di 20-25 anni (che ha quotazioni Ebay inconcepibili ... ed a ragione secondo me), infatti le ho comprate "nude" senza il loro amplificatore dedicato. Bello ma per il momento per me superfluo. Il segnale arriva via cavi XLR dal Audio-gd R8HE Mk 3 che a sua volta pesca via I2S dalla DI24HE collegata via USB al mio mini PC. E andiamo subito alle dolenti note. HIFIMAN qui è andata al risparmio. Le Mini Shangri-la sono state concepite al risparmio. Tutto quanto. Non ho visto l'amplificatore perché ho comprato solo le cuffie fidandomi delle capacità del mio Stax ma le cuffie sembrano cuffie da 350 euro. L'archetto è quello eco, il materiale sembra latta, il cavo una fettuccia rigida. Sono meno comode di Arya ma anche di Jade, perché i padiglioni non si muovono e sto meditando di vedere se sia possibile sostituirlo con quello delle Arya. il marchietto è stampato sull'attacco dell'archetto i cinque terminali dorati di contatto in "standard" Stax. State tranquilli le HIFIMAN elettrostatiche nascono nel solco della tradizione Stax e sono elettricamente compatibili. l'aspetto è dimesso con quell'argento che le fa sembrare di latta. Il cavo è fisso, non si può cambiare se non in fabbrica in caso di taglio o usura. E' rigido e si impiglia ovunque. in trasparenza mostrano una colorazione verde particolari delle regolazioni dell'archetto il verdolino della copertura del driver elettrostatico il cuscinetto è abbastanza simile a quello delle Edition XS. Anzi mi sembra che sia tutto molto simile a quel modello (da 387 euro) Smarcata la costruzione, andiamo al suono. Sulle prime mi sembravano aspre. Ho preferito subito loro le Arya Unveiled. Ma dopo un paio di mesi ho cambiato completamente idea. Intanto, come da mia abitudine, le misure : HIFIMAN Mini Shangri-La su miniDSP Ears a confronto le precedenti Jade II (dopo la cura con i nuovi cuscinetti che hanno incrementato il basso) confronto con varie misure alle Shangri-la stringendo oppure lasciando laschi i padiglioni sulle orecchie. Sono sensibili al trafilaggio d'aria laterale e la risposta sui bassi varia a seconda del grado di pressione. Passando da una all'altra con un brano identico, sfruttando il fatto che gli amplificatori delle elettrostatiche hanno sempre più di un attacco per cuffie, la differenza di risposta è evidente. Più piena e gonfia nel basso per le Jade II, più profonda ma meno potente nelle Shangri-la. Il medio - la voce - è più rifinita nelle Shangri-la, più elegante, più piacevole. Insomma, cuffie differenti abbastanza da qualificarle e definirle perfettamente. *** Dopo un rodaggio importante, non concedetevi mai un giudizio sommario su cuffie serie come queste, posso dare un giudizio complessivo. Sono cuffie di categoria superiore a quella che il loro prezzo suggerisce. Non ho mai ascoltato le HIFIMAN Susvara ma probabilmente le collocherei in quella fascia (~8000 euro) se si potesse fare una pesatura economica. Sono eccezionalmente chiare, di un nitore inaudito. Ogni strumento è ben definito e c'è intorno aria e spazio. Gli strumenti ad arco, le arpe, le voci, sono semplicemente eccezionali. Mai ascoltate prima così, tanto che viene difficile staccarsene. La fatica di ascolto è inesistente, salvo che non vi facciate prendere dall'entusiasmo e non alziate troppo il volume. La sensibilità comunque è elevata e non serve tanta potenza. Se la cavano bene con tutto e no si direbbe che il basso sia da elettrostatica. Giudizio complessivo Anche con l'heavy metal o l'hard rock si sente tutto a meraviglia. Il massimo lo danno con la musica acustica registrata in modo eccezionale. Sono di quelle cuffie che vi danno l'impressione di poter distinguere tra un file a 192Khz e uno a 96 o a 48. Ma senza le "fanfaronate" eccessivi - mi perdoneranno i loro proprietari - delle HE1000 di tutte le versioni. Chiare, chiarissime ma velocissime in tutta la gamma di frequenza. Così la musica vi arriva naturale così da sembrarvi senza intermediari. Anche in basso, si, certo, con cuffie dinamiche siamo da un'altra parte. Ma perdendo quella velocità e coerenza che qui invece sembra naturale. Tanto da riuscire a percepire il diverso livello solo con un confronto diretto ma senza mai che, ascoltando la musica, vi possa mancare qualche cosa. L'unico appunto lo faccio alla costruzione. Costano comunque 1250 euro, che diventano più del doppio se non avete l'amplificatore in casa. Non si può lesinare su dettagli che industrialmente non possono costare più di qualche decine di euro. Ma all'ascolto generano dipendenza. Io non ho mai ascoltato le Susvara. Chi le conosce, dice che queste suonano in quella categoria (e a questo punto, mi chiedo come possano essere le Shangri-la, quelle senior !) PRO: simili alle Jade II nella realtà sono cuffie di una categoria superiore. Fanno sembrare quelle, ordinarie e grossolane sensibili non serve alzare il volume, anzi, in genere si abbassa indispensabile avere una catena al di sopra di ogni sospetto per farle rendere. Costano una cifra ragionevole ma in tutto ci vogliono qualche migliaio di euri per farle galoppare suono naturale all'inverosimile, staccano le Arya Unveiled che, per me, sono le migliori planari che ho mai ascoltato il basso c'è, ka**o, non credetemi quando vi dico che le elettrostatiche non hanno basso. Queste hanno tutto quello che serve ! abbastanza comode ma più che altro, sono prive di fatica d'ascolto. CONTRO: sembrano di latta; costruttivamente non sono all'altezza del prezzo che costano necessitano di un front-end adeguato; non sono cuffie da telefonino o da DAP in single end e anche in questo caso direi che sarebbe sciocco spendere queste cifre per poi pilotarle con l'iPhone o l'iPad come mi pare che qualcuno cerchi di fare il cavo non intercambiabile potrebbe essere nel tempo un handicap tenuta del materiale da verificare nel tempo (non è mai stato un fiore all'occhiello di HIFIMAN) Impianto usato per la prova : Audio-gd DI24HE, alimentata via USB da un mini pc su cui gira Audirvana come player DAC Audio-gd R8HE Mk III collegato via cavo I2S Audioquest Amplificatore a valvole in classe A Stax SRM-006t cavo in dotazione confronto HIFIMAN Arya Unveiled con cavo artigianale inglese dischi ascoltati : dischi in grado di valorizzarne le capacità di dettaglio, nitore, definizione, timbrica, dinamica. Musica ben registrata, chiara, seria.
  2. fosse un obiettivo come altri, basterebbe il primo approccio. Ma qui siamo di fronte un oggetto tale che ci vogliono almeno sei mesi per capirlo abbastanza da poterne riparlare. E' un pò come per le cuffie magnetostatiche che sto provando. Le ho già da due mesi e le sto appena rodando. Comincerò solo tra qualche settimana ad approfondire il carattere di ognuna. Perchè ognuna ha il carattere che ha. E non sarebbe onesto liquidarle con il primo ascolto. Lo stesso qui, si, certo, l'effetto sbalorditivo di quello sfuocato e di quelle palline perfettamente rotonde colpisce subito. Ma avete notato che, come al solito, sul web non si parla più di questo obiettivo ? Perché non ci si da più il tempo di imparare a conoscere gli strumenti prima di dare un giudizio complessivo obiettivo. E in questo caso posso già anticipare che non basteranno questi primi sei mesi ma ci vorranno anni perché diventi un vero amico come lo fu il vecchio 200mm f/2. Quello che posso dire subito, per farla finita con questo preambolo, è che questo è forse il più caratteristico ed unico Nikkor Z, dopo l'inarrivabile 58/0.95 Noct. Si, perché il 400/2.8 e il 600/4 sono eccellenti, ma in fondo simili ai precedenti pari classe, almeno all'ultima generazione senza teleconverter. Qui invece abbiamo un obiettivo originale, unico e che non va semplicemente a sostituire il vecchio 135/2 DC sulla piazza da oltre trenta anni, diventa un riferimento permanente. E' un obiettivo cinematografico anche se non si fa video, anzi, soprattutto se non si fa video, viene normale seguire l'azione, seguendo il soggetto, inquadrandolo non solo sullo stretto ma anche nella scena in cui si trova ci penserà lui a caratterizzare l'immagine passo dopo passo in qualunque circostanza sia in interni che in esterni invitando te a scattare e lei a muoversi senza pensarci troppo, anzi, pensando a se un passo indietro, uno avanti (quello che segue è un crop del precedente scatto) per vedere quello che succede quale che sia la luce Certo, lo "stretto" è il suo pane ma non solo Dello sfuocato si è anche troppo abusato ma più che dell'effetto Netflix che adesso è tanto in voga io guardo a quello che succede dietro perché ci sia l'impronta nella ripresa non solo in esterni La focale è impegnativa L'imperare dei telefonini e delle focali corte ha largamente condizionato il nostro sguardo. E con il teleobiettivo si rischia facilmente "l'effetto faccione" che non piace alle modelle ritratte, abituate ai selfie. Per cui bisogna stare attenti, scegliere soggetto e punto di ripresa. e anche osare la figura, oltre al ritrattone l'impatto sarà ugualmente assicurato Ma in studio su sfondo uniforme è sprecato sebbene sia sensazionale nel dipingere una rossa fumante Mi fermo qui Perché conservo in archivio solamente 51.944 scatti fatti con questo 135 da quando ce l'ho. Che è diventato la mia prima scelta quando il soggetto lo pretenda. Ma non sempre. In alternativa e in antagonismo al 85/1.2. Fantastico ma molto differente. Mentre ho abolito del tutto il 105mm fisso che prima amavo tanto. Ma solo perché Nikon ancora non ne ha proposto uno di questo livello. Questo è ammaliante, straordinario, irreprensibile, prezioso. E rende ogni immagine ripresa degna di essere coccolata e curata al massimo. Sebbene io debba aggiungere per finire che il 99% degli scatti che ho presentato in questo articolo, per lo più scelti a caso tra sequenze riprese a raffica lente, siano al naturale come sono stati registrati sulle schede di memoria. Un'ultima considerazione sulla fotocamera da usare con il 135/1.8 S Plena. Si sposa solo o quasi con la Z9. Con la Z8 l'ho usato perché in quel momento non avevo la Z9. Con la Zf va bene solo per le foto di repertorio (quelle della macchina con l'obiettivo). Non per demeriti dell'elettronica della Zf, ma perché quel corpo proprio non lo regge quell'obiettivo. Sono unioni pensate all'origine. Il 135 e la Z9, la Z9 e il 135.
  3. compatto ma non troppo, sta bene in mano ma ci vuole un corpo serio per usarlo bene. Pesantuccio con Z50/Z30/Zfc, qui l'abbiamo usato esclusivamente con la Z8, corpo con cui si trova benissimo, sfruttando l'efficiente sistema di messa a fuoco anche a tutta apertura Domanda : Mauro, ma hai già i più meravigliosi obiettivi da ritratto disponibili per Nikon Z, perché anche questo Viltrox ? Risposta : perché non mi bastano mai. Sono sempre alla ricerca di nuove sensazioni, nuove soluzioni, differenti modi di vedere. Pensa che mi sono comprato anche il Sigma 105mm f/1.4 ART, detto anche Stielhandgranate D : di quello parliamo magari in un'altra occasione. Ma questo Viltrox non è un obiettivo DX ? R : si, purtroppo non si può avere tutto dalla vita, evidentemente fare un medio-tele f/1.2 richiede ingombri superiori, qui il compromesso è stato trovato nel mezzo-formato D : e come si rapporta questo 75mm con il tuo 85/1.2 S ? Non sono focali troppo ravvicinate alla fine ? R : premesso che il Nikkor Z 85mm f/1.2 è un obiettivo che sta nell'Olimpo dell'ottica, baciato da Venere quando è uscito dal guscio e che gioca in un campionato dove bisogna nascere già capaci di correre e saltare, si, le focali sono vicine ma se vogliamo 75mm è ancora più gentile di 85mm su certi volti. Ma il fattore di campo ridotto consente comunque di restringere sul volto il ritratto, così da non sprecare nemmeno un pixel. diaframma completamente aperto e completamente chiuso. VIltrox dichiara una immagine ripresa del diametro di 28.4mm. Superiore al formato DX ma insufficiente per coprire il pieno formato. La distanza minima di messa a fuoco è quella tipica del medio-tele da ritratto (~90cm), perché questo è un medio-tele da ritratto ! D : si ma qui andiamo in formato DX e quindi i megapixel si mangiano già alla partenza. Di la verità, non è un falso ideologico usare la Z8 per un obiettivo di questo genere ? R : sentimi bene, credi che, avendo in casa la Nikon Z8, se anche Nikon avesse la compiacenza di mettere sul mercato una buona volta un corpo DX decente io me lo comprerei ? Per farlo dovrebbe essere una Z8 ridotta. E non sono sicuro di essere disposto a spendere le cifre che chiederebbe Nikon per una mini-Z8 in formato DX. E poi, è inutile parlare per astratto, io ho il 75/1.2 (e anche 27/1.2 e 13/1.4 Viltrox) e mi piace usarlo sulla Z8. Sulla Zfc non l'ho montato nemmeno per curiosità, sinora. con il paraluce diventa un obiettivo che richiede un corpo serio. Ma Nikon in formato DX per ora non lo fa. D : d'accordo, mi hai convinto. E come ti sembra sul piano costruttivo. R : guarda, si parte dalle serigrafie nitide sull'anello dei filtri per arrivare all'anello dei diaframmi e a quello di messa a fuoco. E' tutto freddo metallo, solido e ben lavorato con macchine a controllo numerico. C'è il selettore M/AF, un tastino funzione, tutto ben dimensionato e visivamente di qualità. Ma soprattutto è sensazionale la ... sensazione che da l'anello dei diaframmi, fa pensare ad uno Zeiss, non ad un vecchio Nikkor pre-AI. contatti dorati, ovvio. Anello rosso (?) e ingresso USB-C per aggiornare il firmware (operazione semplicissima, basta copiare un file e ci vogliono pochi secondi per averlo pronto) D : e la messa a fuoco ? R : non ho una sensibilità specifica al riguardo. Ma usandolo insieme a Nikkor Z 85 e 135 non ho notato differenze sostanziali. Né in termini di velocità né di precisione. C'è più o meno la stessa percentuale di fuori fuoco (molto bassa, considerando che io scatto a raffica e sempre a tutta apertura; naturalmente in AF-C e con soggetti che respirano). Per cui dopo un pò non ci pensi a cosa stai usando. Se sulla Z8 ho il 75/1.2 e sulla Z9 il 135/1.8, a parte il peso complessivo, non trovo grosse differenze. il profilo presente su Lightroom che provvede alle correzioni automatiche dei NEF D : otticamente ? R : non mi chiedere stelline a diaframma chiuso, controluce madornali e confronto bordo-centro, sono cose che si trovano in qualsiasi video di Youtube dove in compenso non c'è neanche una fotografia vera. Quello che posso dire è che ad f/1.2 è nitidissimo, il piano di messa a fuoco degrada gentilmente verso lo sfuocato. Sfuocato che è bellissimo. Non è il Nikkor Z 85/1.2 S (niente lo è) ma siamo in quell'ordine di idee, per capirci. Le foto dell'uno e dell'altro sono riconoscibili ma si possono tranquillamente mischiare in uno stesso servizio. Insomma, è come ti aspetti che sia un obiettivo superluminoso di fascia alta oggi. Ci sono tanti tentativi sul mercato (i primi gli Zhongy e i TTArtisan, i Sirui per finire) ma questi sono i primi superluminosi che possono giocare insieme ai grandi. Non vedo miglior complimento che potrei fare. Il profilo è corretto, non ho mai notato distorsioni importanti e quasi niente aberrazione cromatica. Ma, lo ripeto, pur sensazionale, è uno di quegli obiettivi che rientra nella categoria dell'arte, non della riproduzione o della tomografia. Non so se mi spiego. D : si si, sei stato chiaro. Una domanda provocatoria, ma quando scegli questo o uno dei Nikkor Z ? R : vado a sensazione, basandomi sul soggetti. Qualche volta ho un viso da 135mm e allora il 75 resta a casa, qualche volta l'85 si presta di più e allora posso provare anche il 75. Qualche volta è una questione di ingombri. E' più facile che in borsa entri il 75 anziché il 135, se ci sono già 50/1.2, 85/1.2 o Sigma 105/1.4 Art. Solo che poter contare su un obiettivo f/1.2 quando c'è poca luce, qualche volta può fare la differenza. E questo magari vince sul f/1.4 del 105 o f/1.8 del 135, se magari quella volta non ho portato l'85. Insomma, per me questo è il vice del Nikkor Z 85/1.2. Non un sostituto di ruolo ma un gregario che si può mandare nella mischia quando serve e che non occupa troppo spazio in borsa. AF/MF, tasto funzione il selettore per avere l'anello dei diaframmi in movimento con e senza click di conferma (utile per il video) D : e tra questi quale si muove meno da casa ? R : devo essere sincero ? Il 50/1.2 S. Ma sapevo che sarebbe stato così. Solo che è sensazionale, l'ho sempre desiderato e quindi devo averlo (anche se ultimamente o "cambiato" la terza Zfc con un Sigma 40/1.4 Art ... obiettivo che mi era piaciuto quasi quanto il 105/1.4 quando l'ho provato) D : tornando al 75/1.2, l'hai mai usato per qualche cosa che non sia un ritratto ? R : mi stai prendendo in giro ? Si, ho fatto qualche scatto rituale ad una macchia di muschio sul tronco di magnolia. Bellissimo, ma è stata l'ultima volta ... D : concludendo ? R : é un obiettivo eccellente, che diventa sensazionale se pensiamo che l'ho pagato meno del Nikkor Z 50/1.8 S scontato in outlet come REFB. Sicuro, affidabile, nitidissimo eppure gentile sui soggetti, con uno sfuocato commovente e una delicatezza di passaggio tra fuoco e fuori fuoco che ne denota la classe superiore. Solo tre anni fa quando usavo i primi compatibili cinesi non avrei mai immaginato di arrivare a dire cose del genere. Mentre adesso le posso ripetere anche per i suoi fratelli, ovvero 13/1.4, 16/1.8 e 27/1.2, tutti figli, evidentemente, della stessa matita. Ricordiamoci che Viltrox ha in cantiere due zoom CINE di fascia 65.000~100.000 $ destinati ad Hollywood e in uscita nel 2025 con cui ha presenziato già a due fiere mondiali della cinematografia. Se mi restano dei dubbi sul marchio riguardano la validità a lungo termine della garanzia visto che la rete di assistenza per ora è giusto un'opinione. Ma poi uso questo 75mm (che dei Viltrox che ho è quello che mi piace di più) e non ci penso. D : che altro aggiungere a queste parole, allora R : ma proprio più nulla. Lo uso intensamente da giugno 2024 e ho fatto decine di migliaia di scatti. Non mi dilungherei oltre e lascerei la parola a loro. E quindi lasciamolo dire alle modelle fotografate. Sono tutti scatti in luce naturale, con luce di riempimento SmallRig RC60B, con la Z8, per lo più esclusivamente a tutta apertura, ISO 500 e con pochissimo o nessun editing. Valeria Barbora Nicole Susanna Elena Giulia Gherta Amelia Silvjia e se non bastassero, ce ne sono altre nell'album qui : That's all folks !
  4. Sono passati quasi sei anni dal mio articolo in anteprima sulla Nikon Z6 che appellai in maniera più che convinta, la necessaria ! Un articolo piuttosto letto a giudicare dagli oltre 19mila click ricevuti in questi anni e che ha mosso al suo acquisto molte persone che mi lessero, tutti o quasi soddisfatti in funzione di prestazioni e prezzo contenuto per quel suo sensore da 24mpx, in uso prima e dopo ad una caterva di apparecchi non solo Nikon. Dopo una meno fausta versione MKII che a fronte di doppio processore, secondo slot di memoria e predisposizione per un MB-N11 portabatteria per due EN-EL15b non aveva percettibilmente migliorato le carenze strutturali del progetto della prima, a livello di mirino elettronico, affidabilità dell' AF e assoggettabilità al rolling shutter (anche e nonostante i successivi copiosi aggiornamenti fw) eccoci arrivati alla terza figlia del progetto iniziale, nata sotto la bandiera del rivolgimento strutturale, sempre intorno al medesimo sensore, dal taglio congeniale alla maggior parte degli utenti per dimensioni e rapporto S/R dotata di rotella multiselettrice a sx di stampo PSAM+U1/2/3+Auto, quindi ben differente dalle Z9/8 compatta quanto le precedenti sorelle e ciò nonostante, dotata di un'impugnatura tanto profonda da consentirne un agevole uso a mano libera Il sensore non dispone della tendina di protezione che invece è uno dei jolly delle Z9 ed 8 e resta quindi esposto alla polvere al momento del cambio ottica il monitor posteriore è pivotante, come nelle Z30/Zfc/Zf e ciò costituisce un indubbio valore aggiunto in moltissime situazioni scomde di ripresa, come nello still life o nella macrofotografia, ma anche in mille altri ambiti come quello delle riprese video, per le quali questa Z6iii è particolarmente dotata così come per i formati di salvataggio disponibili in ambito video, alla stregua della linea professionale delle mirrorless Nikon con l'apposita sezione per le connessioni di rete ed altre opzioni, di alcune delle quali nelle precedenti Z6, non vi era traccia il livello è dichiaratamente quello superiore delle Z9/8, come si vede dalla dotazione di bordo che comprende anche il pixel shift, presentato in anteprima sulla Zf, il focus shift, le filtrature per l'ammorbidimento della pelle, il controllo di vignettatura, distorsione e diffrazione automatici, i picture control personalizzabili... anche le opzioni di formattazione scheda sono assolutamente identiche adesso a quelle della Z8 la sezione delle connessioni fisiche è completa, ma mi infastidisce solo la posizione della USB-C, così in alto, per la ricarica veloce: l'avrei preferita in basso, invertita rispetto a quella per il remote control, che storicamente verrà di certo usata molte meno volte. Il doppio slot per una CF Express ed una SD di ultima generazione si trova, così come per le precedenti 6, dietro apposito sportellino di facile apertura... ...se non fosse per il nottolino a triangolo per la tracolla, che ogni volta si interpone al momento dell'apertura e necessita di essere spostato un pò più seccante quando si usi una tracolla che contribuisce all'impedimento (suggerisco a chi non usi tracolla di togliere del tutto il triangolino a questo scopo) nottolino 6iii .mp4 Una decisione incredibile, di non continuità con le precedenti 6 e 6ii è quella delle dimensioni del corpo macchina, più larghe di appena 5mm rispetto le precedenti, tanto da non consentire l'utilizzo del pur buono MB-N11 della Z6ii nè di ogni altro accessorio come le basette ed i rig adatti alla precedente 6ii, dalla quale anche, in teoria, dovrebbero arrivare i potenziali acquirenti di questa nuova 6iii ecco la differenza irrisoria che impedisce il fissaggio di una basetta Smallig di protezione del fondello costringendo gli acquirenti della Z6iii potenzialmente in possesso di un MB-N11 all'acquisto dell'analogo e quasi indistinguibile MB-N14...! Direi, un autogol, giacchè consentendo l'utilizzo del precedente MB oltre ad ottimizzare le scorte di magazzino di negozianti e della stessa Casa, si sarebbe lanciato un messaggio di continuità e miglioramento che in questo modo e per la somma necessaria per l'acquisto di un portabatterie non modulare (come del resto non è neppure quello ancora più approssimativo della Z8) non consente di sorridere tanto ai possessori di 6ii che vogliano passare al nuovo modello e si troveranno costretti a sostituire anche questo, per taluni importante, accessorio. Lineare, filante, maneggevole, come le Z6 che l'hanno preceduta: decisamente più compatta di una professionale Z9, come richiesto dagli utenti interessati a questa linea di mirrorless... ma dotata della maggior parte dei comandi e tasti, compresi quelli programmabili, presenti sulle ammiraglie Nikon Z dal joystick al multiselettore, disposti peraltro praticamente nello stesso ordine (fatta salva la presenza dei pulsanti duplicati nella Z9 per l'impugnatura verticale) le differenze vanno cercate come nella Settimana Enigmistica, e ben poco salta all'occhio, come ad esempio il monitor superiore più piccolo di qualche mm, quadrato invece che rettangolare, per lasciare spazio ad uno stupido pulsante di illuminazione (normalmente coassiale al pulsante di scatto) ed ai forellini per l'altoparlante di playback... roba che poi dicono che uno si butta a sinistra... Questa Nikon Z6iii arriva insomma con un ritardo epico sul mercato: diciamolo pure che avremmo voluto che fosse così la Z6ii del 2020, che al netto del doppio processore rispetto il singolo della Z6, del doppio slot di memorie e della possibilità di un MB con i contatti elettrici (tutte cose assenti sulla Z6) deluse fortemente tutti gli acquirenti che desideravano prestazioni ben differenti dal modello precedente, in termini di AF e del mirino elettronico. Ma i tempi necessari sono stati questi, è dovuto arrivare il nuovo processore, Expeed 7, il nuovo mirino elettronico ad alta risoluzione e fluidità assoluta, dotato della gamma colore DCI-P3 (una prima assoluta), ma sopratutto, dotato per la prima volta di un sensore parzialmente stacked, ossia un compromesso di costi e prestazioni rispetto i full stacked di Z9 ed 8. In questo modo si mantiene un otturatore meccanico per la risoluzione dei problemi di banding causati dal rolling shutter di un otturatore elettronico meno veloce del frame/rate di quello delle ammiraglie, consentendo la scelta, obbligata sulle Z9 ed 8 Tutti contenti, insomma: fotografi prestazionali sportivi (fino ad t/16.000) e di reportage, ritrattisti con modelle che vogliono sentire il click dell'otturatore mentre scatta, fotografi da cerimonia in caso di presenza di luci disturbanti, fotografi da reflex che avevano digerito al massimo la prima tendina elettronica (col limite del t/2000..che poi vengono a protestare su Nikonland), paesaggisti da buio assoluto (ISO da 100 fino a 64mila) Ed allora perchè, accanto alla migliorata efficienza dell' AF anche ad EV proibitivi, poi lo scivolone dell' eyeAF sugli uccelli non presente come invece sugli apparecchi dotati dello stesso processore e perfino sulla iconica Nikon Zf che per tutto potremmo consigliare piuttosto che per andare a caccia fotografica di tarabusi ed aironi cenerini? Solo persone, animali autoveicoli ed...aerei...!!! Ma ci saranno nel mondo così tante persone incapaci di tenere a fuoco la carlinga di un velivolo, piuttosto che un svasso in picchiata sullo stagno? Scivoloni del marketing nikoniano, cui abbiamo assistito negli anni e che si protraggono a dispetto dell'esperienza. Sicuramente correggibile con il prossimo aggiornamento fw (come quello che nelle 6ii e 7ii introdusse appunto la distinzione per categorie di eyeAF) Ma incomprensibili per uno staff votato alla progettazione di strumenti per la cattura delle immagini. Per esempio: insieme ad animali e persone, cosa c'è di più fotografato se non i fiori...? A casa, in natura: non dovremmo chiedere anche un riconoscimento automatico dei petali piuttosto che degli stami? Giusto per parlare di cose concrete... visto che un fiore mosso dal vento e fotografato a distanze da close up photography, non è che sia più facile da tenere a fuoco, magari con uno zoomino, di un aviogetto a centinaia di metri o di un cagnolino che corre... lo stesso valga per i fotografatissimi insetti, spesso non riconosciuti dall'opzione animali dell' eyeAf Di fatto una fotocamera brillante e semplice da utilizzare, venduta ad un prezzo forse ancora passibile di qualche ribasso, come sempre accade dopo i primi sei mesi dalla commercializzazione, che dovrebbe andare nelle mani delle persone più disparate, per realizzare la concretizzazione delle loro immagini in ogni ambito considerabile. Ho scattato in un mese con la Nikon Z6iii una discreta quantità di foto in molte modalità, prevalentemente in slow photography per la strada, con obiettivi ben differenti tra di loro, dal Nikkor Z 35/1,4 usato anche in ambiti non prettamente convenzionali per la sua tipologia, a zoomoni come il 28-400 in prestito da Mauro Maratta oppure il mio Z 24-200, passando per il superwide Viltrox 16/1,8Z ed il Nikkor MC 50 che resta un jolly per tante situazioni di ripresa. In ogni situazione mi sono trovato a mio agio con questa macchina, che è perfettamente centrata per autonomia sulla batteria EN-EL15c che la equipaggia (ricordatevi che non accetta le batterie non originali) è perfettamente equipaggiata per ogni situazione di ripresa, anche sportiva, disponendo dello scatto continuo fino a 120 ftg/s e di ripresa video RAW 6K, così come di ogni formato foto NEF presente anche sulle ammiraglie, alle quali deve essere oggi commisurata. Non surriscalda anche in uso intensivo, è dotata di ogni risorsa di ripresa che Nikon abbia fin qui presentato sulla linea Z: è la summa dell'esperienza maturata dalla "necessaria" Nikon Z6 del 2018. Purtroppo nel frattempo si era creata una grossa cesura nel catalogo tra le ammiraglie Z9 e Z8 e le fotocamere di prima generazione FX con i successivi aggiornamenti che erano insufficienti a colmare il gap. In mezzo le divertenti Zf e Zfc, che altro non sono che una dimostrazione delle storia del marchio, unitamente a dei contenuti fortissimi, come nel caso della Zf, ma del tutto inadeguata a sostenere obiettivi che non siano puramente da passeggio. Invece questa Nikon Z6iii, magari opportunamente dotata del suo MB-N14 (che ne aumenterebbe il prezzo di circa 400 euro), diventa la candidata ideale ad utilizzare tutti questi obiettivi middle class Z dagli zoom trans standard, come il 24-120 ed i 70-200, fino agli zoomoni come il già citato 28-400 (che ho usato sulla macchina nuda e cruda) ed il più ponderoso 180-600, senza colpo ferire... Oltre ovviamente ad ogni fisso disponibile, eccezion fatta per i più pesanti f/1,2 ed oltre. Molte delle persone che oggi posseggono una Z8 utilizzandola molto al di sotto delle sue potenzialità, probabilmente avrebbero comprato una Nikon Z6iii se fosse stata già disponibile un anno fa: è questo il leit-motiv delle discussioni che si aprono su ogni forum di fotografia, dove gli utenti paragonano i prezzi delle fotocamere invece che le loro prestazioni in rapporto alle proprie necessità ed abitudini di scatto. Nessuno, pur desiderandola, comprerebbe una Lamborghini o una Ferrari solo per accompagnare i figli a scuola o la moglie a far la spesa. Status symbol a parte (ed ormai le fotocamere sono più che altro un boomer symbol, ossia ...un boomerang) sarebbe un vero spreco ed alla lunga anche un motivo di insoddisfazione per chi ritenga ancora che una fotocamera professionale consenta di realizzare immagini migliori di quelle che possono scaturire a pari condizioni (perizia, ottica, soggetto) da una fotocamera più economica. E di persone che la pensano così, ce ne sono moltissime in circolazione... Questa Nikon Z6iii è quindi necessaria³: al cubo come da titolo, perchè diventa il cardine del sistema Z intorno al quale ruotano sia le due macchine di categoria, peso ed ergonomia superiore (e relativa differenza di prezzo) e le attuali DX che verranno certamente integrate da nuovi modelli nell'immediato e prossimo futuro. Probabilmente la sua presenza in catalogo non farà rimpiangere anche la possibilità di una Z 7iii: la sovrapposizione con la Z8 anche a livello di prezzo diventerebbe inutilmente marcata. Max Aquila photo © per Nikonland 2024
  5. Svegliati Mauro, c'è la tua Silvjia a Milano e c'è da provare la nuova Z50 II. "Eccheddiamine, non si può mai riposare in pace." Alla fine siamo riusciti a convincere Mauro a muoversi. Ma sulle prime voleva cancellare l'appuntamento con S. Però la sfida era grande e non si è tirato indietro. Per nostra fortuna. In borsa la Z9 con 85/1.2 e 135/1.8 Di scorta la Z50 II con il Viltrox AF 75/1.2 PRO e il Nikkor Z 35/1.4. La batteria EN-EL25a mezza scarica di scorta ad una EN-EL25 presa in prestito da una Zfc. Luci SmallRig RC100B con due batterie Viltrox da 155 Wh. Due treppiedi ripiegabili Neewer da 40/178cm. Cross+Studio prenotato per domenica mattina, sala Tribeca. Un classico e una sicurezza anche in dicembre quando a Milano non c'è luce. Sono esattamente 5 anni dal primo shooting con Silvjia che intanto si è fatta una donna charmant. Quando é tornato ci é sembrato molto soddisfatto ma non l'abbiamo voluto disturbare subito. Siamo riusciti a carpirgli le sue impressioni solo oggi. *** Nikon Z9 con Nikkor Z 85/1.2 S a f/1.2, ISO 500, 1/1000''. Picture Control Portrait, Bilanciamento del bianco su Luce Solare: dopo circa 3-400 scatti con la Z9, Mauro è passato alla Z50 II e non ha più smesso con la Z9 che, indispettita lo ha mandato a quel paese ! "Farmi uscire di casa per non lavorare, cretino !" Quindi, Mauro, come è andata ? Uff. E' stato stressante perché non era una cosa programmata. Ti avevo detto che non volevo essere disturbato almeno fino a primavera. Si, certo ma mica ci potevamo andare noi, ti immagini ? E intanto le impressioni sulla Z50 II in studio chi le scriveva ? D'accordo hai sempre ragione tu, inutile combatterti, sei peggio dei Borg. "Noi_siamo_i_Borg_ogni_resistenza_è_superflua_arrendetevi_e_sarete_assimilati" Nikon Z50 II con Nikkor Z 35/1.4 ad f/1.4, ISO 500, 1/1600''. Picture Control Portrait, Bilanciamento del bianco su Luce Solare Va bene, vuoi cercare di essere serio, per favore ? Come è andata ? D'accordo. Era mattino ma la luce non era granché, qui c'era il sole, a Milano la nebbia. Ho usato i due SmallRig di riempimento. Silvjia dopo qualche foto ha visto subito che le luci non erano invadenti e restava l'illusione della luce naturale. Dosando al 20-25% la luce, le due batterie da 155 Wh sono state fin troppo, sono rimaste all'80% di carica dopo due ore di scatti. Nikon Z50 II con Nikkor Z 35/1.4 ad f/1.4, ISO 500, 1/1600''. Picture Control Portrait, Bilanciamento del bianco su Luce Solare E le macchine ? Le macchine. Ho fatto 9.470 scatti. Lei era ispirata, affascinante e incantevole, ogni posa speciale, le due luci insieme alla luce delle finestre la modellava e la fondeva con il salone. Di fatto però dopo 299 scatti con la Z9 ho finito per usare solo la Z50 II. Tanto che la Z9 dopo un pò ci ha sonoramente mandati affxxxxlo e si messa in disparte. Così, con la Z50 II mi sono ritrovato a scattare anche con 85/1.2 e 135/1.8 in barba al fatto che sono stati pensati per la Z9. Nikon Z50 II con Nikkor Z 35/1.4 ad f/1.4, ISO 500, 1/1600''. Picture Control Portrait, Bilanciamento del bianco su Luce Solare Addirittura ? Si, il corpo è più grande il giusto. Si sente bene in mano. Il display ribaltabile mi viene buono anche da guida, per lo più ho scattato guardando sul display, senza occhiali, lasciati sul tavolo. Nikon Z50 II con Nikkor Z 35/1.4 ad f/1.4, ISO 500, 1/1600''. Picture Control Portrait, Bilanciamento del bianco su Luce Solare Ma non mi pare che in passato fosse andata così con Z50 e Zfc. Ma neanche per niente. Con la Z50 ho fatto solo un set e poi l'ho sostituita con la Z6 (all'epoca avevo solo la Z7). Le Zfc le ho usate perché intanto avevo venduto le due Z6 ed aspettavo la Z9. Però per quanto "carine" sono macchine gingillo, non per fotografare. Una pena tenerle in mano per più di 10 minuti di seguito. Non parliamo di quando ci avevo provato con la Nikon 1 J5 e il 32/1.2. Un bradipo sarebbe stato più efficiente. Qui in una sola sessione ho fatto più di 9000 scatti. E dopo un pò mi sembrava di avere in mano una Z8. Nikon Z50 II con Nikkor Z 35/1.4 ad f/1.4, ISO 500, 1/1600''. Picture Control Portrait, Bilanciamento del bianco su Luce Solare Batteria ? Mi avevi messo dentro la EN-EL25, bontà tua. Ho scattato per circa un'ora e mezza, dopo di che è comparsa la spia rossa ed ho messo la EN-EL25a. Quindi empiricamente posso dire che si fanno le solite 2 ore canoniche di ogni Nikon Z. E' un pò come se Nikon avesse messo dentro alla Z50 II (e sospetto anche dentro la Z6 III) una versione a basso consumo energetico dell'Expeed 7. Con la Z8 avrei avuto qualche surriscaldamento (come sai scatto sempre a raffica anche con le modelle), qui niente ! Nikon Z50 II con Nikkor Z 35/1.4 ad f/1.4, ISO 500, 1/1600''. Picture Control Portrait, Bilanciamento del bianco su Luce Solare Quindi promozione completa ? Se la Z9 autonomamente si è fatta da parte la risposta sta nei fatti. E in quanto alle foto, parlano da sole, no ? Indistinguibili, come i crop della Z9. Buoni per copertine di rivista, libri, stampe poster. Lo sai che abbiamo in casa dei 100x75cm ricavati da 12 megapixel della D3, no ? E con la D3x da 24 megapixel abbiamo fatto dei posteroni. Questa storia che 20 megapixel non bastano è buona solo per vendere ai fresconi l'ennesima superpixellata bolsa e macchinosa. La Z50 II invece è agile e scattante. Si accende in un microsecondo e non si ferma mai. Nikon Z50 II con Nikkor Z 135/1.8 Plena ad f/1.8, ISO 500, 1/1250''. Picture Control Portrait, Bilanciamento del bianco su Luce Solare Come ti è sembrata con i grossi ? Premesso che con il Viltrox 75/1.2 (che pure non è un fuscello) si lavora perfettamente e che il Nikkor Z 35/1.4 sembrano fatti perfettamente per questa Z50 II, io ho montato più per scommessa che per altro 85/1.2 e 135/1.8 ma mi sono trovato persino meglio che le prime volte con la Z8. Nikon Z50 II con Nikkor Z 85/1.2 ad f/1.2, ISO 500, 1/2000''. Picture Control Portrait, Bilanciamento del bianco su Luce Solare Video, ne hai fatti ? Si anche se la luce chiamava a gran voce le foto. Un 4K30p che mi è sembrato del livello di quello di Z8 e Z9. Nikon Z50 II con Viltrox AF 75/1.2 ad f/1.2, ISO 500, 1/2000''. Picture Control Portrait, Bilanciamento del bianco su Luce Solare A che sensibilità hai lavorato ? E in che modalità ? Sempre a 500 ISO con gli obiettivi sempre completamente aperti. Mi è bastato per avere sempre tempi veloci. Picture Control su Portrait, Bilanciamento del bianco su Luce Solare. Manuale con il tempo scelto da me in base all'esposizione che volevo fare e al tipo di immagini che avevo in mente. Ovviamente NEF ad alta efficienza da meno di 9 megabyte l'uno Nikon Z50 II con Nikkor Z 35/1.4 ad f/1.4, ISO 500, 1/1600''. Picture Control Portrait, Bilanciamento del bianco su Luce Solare Sviluppo ? Per ora questi NEF li vede solo Photoshop. Ma la lavorazione in Camera Raw è tale e quale a quelli della Z8 o della Z9. Ti ripeto, le immagini sono indistinguibili. E anzi, mi sembra di aver esposto meglio con la Z50 II che con la Z9. Insomma, è il crop dell'immagine che prenderebbe la Z9. Tale e quale. Memoria ? Quella che mi ha messo tu in macchina. La Lexar 1066x in omaggio da Nital. Riempita per circa 90 gigabyte, quindi adeguata. Nessuna impuntatura di nessun genere. Direi che in quanto a schede di memoria non ci saranno mai problemi con questa macchina (purché si usi roba recente e di qualità, come le nostre Lexar). Ma torniamo all'autofocus, per favore. Nessun indugio, ho usato come mia abitudine esclusivamente AREA AUTO AF con riconoscimento del soggetto su Persone. Fuoco sull'occhio o sul volto con il tracking automatico attivo. Io non sono Fred Perry e nemmeno René Lacoste che misurano con il cronografo la velocità di messa a fuoco in millisecondi di una batteria di fotocamere di marchi differenti con gli obiettivi più strambi che hanno, ma, così ad occhio, con lo stesso obiettivo non ho notato differenze rispetto alla Z9. Né di aggancio né di tracking. E più o meno la stessa percentuale di "keeping" come dicono gli americani. Considerato che io scatto a raffica, che mi muovo mentre scatto e che i miei soggetti sono donne vere a sangue caldo, esortate a non stare congelate come baccalà norvegesi ma spogliarsi, rivestirsi, alzarsi e rigirarsi, i fuori fuoco sono rari. Le foto da buttare solo quelle per il soggetto che si è mosso imprevedibilmente ed è finito fuori quadro. Sempre a sensazione e senza uno straccio di prova scientifica, tenderei a dire che la Z50 II è meglio della Zf in questo senso. Probabilmente per effetto del sensore più piccolo, mi pare più reattiva. Oppure dipende dal fatto che la Zf è una macchina che invita ad essere riflessivi, o che produce fotografie meno "affilate" e più "umaniste". In ogni caso in nessun momento mi sono pentito di aver usato la Z50 II al posto della Z9, tranne per il fatto che Silvjia è diventata sempre troppo vicina. Ma la sala mi offriva la possibilità di allontanarmi a mio piacere, cosa non sempre possibile in altri ambienti. Nikon Z50 II con Nikkor Z 35/1.4 ad f/1.4, ISO 500, 1/1600''. Picture Control Portrait, Bilanciamento del bianco su Luce Solare E l'annosa questione dell'assenza di stabilizzatore sul sensore ? Cosa ne pensi ? Averlo sarebbe meglio, ovviamente. Ma criticare le scelte dei progettisti non è il mio mestiere. Io faccio il fotografo, altrimenti mi occupo d'altro. In questo genere uso tempi sempre molto rapidi per mettermi al sicuro dal mio di mosso e da quello del soggetto. E alla fine non saprei dire se avere il VR sul sensore farebbe qualche differenza pratica. Nikon Z50 II con Viltrox AF 75/1.2 ad f/1.2, ISO 500, 1/2000''. Picture Control Portrait, Bilanciamento del bianco su Luce Solare Rimane la questione della batteria. Io detesto la EN-EL25 perché è stupida come un sasso. Non comunica nulla salvo ad un certo punto stamparti a mirino l'icona della Morte Rossa per invitarti alla sostituzione. E' una cosa che con Z9 ho dimenticato e con Z8 mi capita solo dopo svariate ore. Se dovessi dire cosa veramente non mi piace della Z50 II direi proprio la batteria e il fatto che la scheda di memoria coabiti con la batteria e si debba trafficare col fondello per inserirla ed estrarla. Però all'atto pratico ho fotografato per un'ora e mezza con una EN-EL25. E la scheda di memoria mi avrebbe consentito 12.500 scatti. Esistono ovviamente sul mercato schede più capienti e non è detto che non me ne doti nel 2025. L'altra cosa che non mi piace è la torretta. Per me è superflua. Sta su M permanentemente e mi dimentico che ci sia. Nikon Z50 II con Viltrox AF 75/1.2 ad f/1.2, ISO 500, 1/2000''. Picture Control Portrait, Bilanciamento del bianco su Luce Solare Tiriamo le somme ? Mi sono divertito. Non mi è pesato usare la Z50 II. Non garantisco che in altre occasioni la porterò, anche per non indispettire Z9 e Z8. Ma adesso ho la fiducia e la confidenza nei confronti di questa macchina, quella fiducia che mi permette di dimenticarmi completamente di ciò che sto utilizzando per concentrarmi al 100% sulla creazione di immagini. E' il mio processo creativo, un metodo che ho raggiunto dopo più di 40 anni di utilizzo esclusivo di Nikon e che è sublimato dalla potenza di queste mirrorless. In pratica vedo a mirino (o a display) esattamente quello che voglio che sia la mia fotografia. Scatto e continuo a farlo seguendo il flusso dell'azione, mia e della modella. Con la musica di sottofondo e niente che mi distragga da quello che sto facendo. Alla fine potrei anche non riguardare le foto che ho scattato (e spesso, non lo faccio, oppure lo faccio dopo settimane), perché so che sono esattamente come le ho viste mentre scattavo. Con le Nikon DX non ho mai avuto queto feeling, nemmeno con le reflex. E nemmeno con le precedenti Nikon Z in formato DX. Nikon qui ha superato se stessa. Di fatto la Nikon Z50 II non è una entry-level, su questo piano è una professionale. Se era relativamente facile fare una riduzione in scala della Z9 con la Z8 e una replica più economica della Z8 con la Z6 III, qui l'equazione era più complicata. Per il diverso formato e soprattutto per la volontà precisa di mantenere il collocamento del prodotto esattamente allo stesso livello di prezzo della precedente fotocamera. Che oggi può andare gloriosamente in pensione, sostituita da una nuova, piccola ma grandissima ammiraglia miniatura. Ma adesso lasciami che deve arrivare UPS con il nuovo convertitore R2R con alimentazione rigenerativa. Ti lascio alle tue macchinette fotografiche che io vado a dedicarmi alla mia vera passione : la musica ! Nikon Z50 II con Nikkor Z 35/1.4 ad f/1.4, ISO 500, 1/1600''. Picture Control Portrait, Bilanciamento del bianco su Luce Solare Grazie Mauro. Soprattutto grazie a Silvjia mai così affascinante e sempre più espressiva. Ma grazie Nikon per aver aggiunto una piccola meraviglia così prestazionale. E' difficile che Mauro, per come è esigente, si dichiari tanto "confidente" nei confronti di una fotocamera nuova. In passato è successo solo con D5/D6 e Z9. Spesso, interpretandolo tra le righe, si capisce quando una cosa non lo soddisfa del tutto. Se mi ha detto di trattenere in casa la Z50 II privandosi della seconda Zfc (resta in casa solo quella special edition nera e blu) che tanto ha amato esteticamente, è segno di quanto sia genuinamente convinto delle capacità di questa Z50 II. Nikon Z50 II con Nikkor Z 135/1.8 Plena ad f/1.8, ISO 500, 1/1250''. Picture Control Portrait, Bilanciamento del bianco su Luce Solare : LUCE AMBIENTE SENZA RINFORZO Le immagini presentate in questo articolo hanno pochissimo sviluppo e pochissima fotoritocco. Copyright 2024 Nikonland. Riproduzione riservata.
  6. Appena arrivata da Nikonstore.it, ordinata il giorno 20, consegnata il 26 novembre. Registrata il 27/11. Adesso ha quattro anni di garanzia. Voi regolatevi come credete, noi per la nostra tranquillità, Nikon la compriamo direttamente da Nital e registriamo la garanzia per l'estensione a 4 anni del servizio di assistenza originale offerto dal distributore italiano. Non guadagniamo nulla nel consigliarvi in tal senso. Se preferite, fate l'opposto di quello che facciamo noi. Andiamo alla confezione. E' il solo body, quindi la scatola è compatta. il sigillo Nital vi assicura che non è un prodotto di importazione parallela. Ammesso che ci siano già Z50 II di importazione differente, non è detto che il vantaggio di prezzo vi assicuri di aver fatto un affare. Ma non vogliamo insistere sull'argomento. Nital peraltro regala una scheda di memoria UHS-I Lexar da 128 GB che magari non vi serve, ma è pur sempre un regalo. Le Z50 II vendute negli altri paesi non ce l'hanno. si tratta della stessa scheda regalata con la più costosa Nikon Z6 III e che noi usiamo da anni con molte altre Nikon. Ci vengono subito incontro i manualetti multilingue, inutile carta sprecata la macchina è protetta da bugnato e cellophane, dentro uno scomparto di cartone gli accessori sono minimi cinghia - che per noi resterà nella sua confezione - e cavo USB-C. E' un cavo comune, come tutti gli altri. Non è necessario usare questo, va bene un altro. Meglio se certificato per la potenza del vostro caricabatterie. la scheda di memoria omaggio di Nital ha buona capacità e velocità sufficienti per questa fotocamera. Specie se impostate la compressione ad alta efficienza per i NEF. la batteria MADE IN TAIWAN é la nuova EN-EL25a pensata appositamente per la Z50 II e non offerta con le altre macchine (Zfc, Z50 e Z30). Ma la macchina è ovviamente compatibile anche con la EN-EL25 originale. La tensione è la stessa, cambia solo la capacità. Nell'uso pratico non abbiamo riscontrato impressionanti incrementi di autonomia (modalità sarcastica degli esseri positronici attivata). Si differenzia a prima vista dalla originale per il colore grigio. Il ricambio costa 62 euro (praticamente un furto visto che si tratta di una batteria "stupida" e a bassa capacità, rispetto alla EN-EL15c di Z6/Zf e Z8 che avremmo preferito fosse stata impiegata in questa nuova Z50). NON CERCATE IL CARICABATTERIE : NON E' INCLUSO. Ma non lamentatevi con Nikon per questo. Fatelo con la commissione "green" europea che ha imposto l'USB-C come standard di ricarica per risparmiare cavetti e caricabatterie. Noi siamo contenti di questa scelta politica molto forte. La macchina si ricarica e si alimenta via porta USB-C perfettamente. Come tutte le altre Nikon Z di nuova generazione. E non dovete cercare l'ennesimo caricabatterie che intanto si è nascosto sotto una catasta di manuali cartacei. Ma se siete della vecchia guardia e necessitate di un caricabatterie esterno tradizionale, dovete andare nell'aftermarket. Il modello Nikon MH-32 se non andiamo errati, é disponibile e costa 47 euro. Tolta dall'involucro la nuova Nikon Z50 II appare un prodotto più maturo e solido della precedente Z50. Ha guadagnato consistenza, spessore, peso, millimetri in tutte le dimensioni. Non ce ne vogliano quelli che lo amano piccolo, a noi piace moltissimo di più così grande Nikon è in controtendenza in questo. Gli altri marchi le macchine le rimpiccioliscono, Nikon le ingrandisce e le rende più solide. In altezza la mano ci sta tutta. Ma noi non vediamo l'ora che arrivi la nuova basetta dedicata SmallRig per aggiungerla al fondo, in funzione protettiva e per migliorare ulteriormente la presa, oltre a spostare il baricentro in basso. a prima vista, a parte la posizione della torretta sulla destra, può sembrare tranquillamente una piccola Z6 III ha la spalla larga. In effetti è aumentata di spessore per contenere la più importante scheda madre dotata di Expeed 7 e probabilmente in funzione di dissipazione (il corpo, ovviamente, non è in ferramenta). le prese sono sempre tutte concentrate sul lato sinistro (USB-C, mini HDMI, cuffie e microfono esterno). La macchina ha mantenuto il comodo flash integrato, unica tra le Z. Che però ne limita le sicurezze in termini di tenuta all'acqua. al posto del display mobile in un solo senso, quello nuovo è del tutto articolato. Ed ha perso i comandi tattili, scomodi e brutti da vedere che adesso sono diventati veri comandi fisici. Nella macchina si sono aggiunti almeno due pulsanti. Quello per la raffica (a sinistra del cestino) e quello per i Picture Control (a destra della torretta). la produzione è in Thailandia come tutte le altre Nikon Z il vano batterie che contiene anche la scheda di memoria che, rispetto alla Z50 I adesso è parallela al senso della scheda madre, come su Zfc e Zf). Il corpo "importante" ci consente di usare obiettivi non pensati per questa macchina, come il recente Nikkor 50/1.4 ma l'abbiamo usata per i primi scatti anche con il più grosso e pesante Viltrox AF 75/1.2 PRO senza inconvenienti e senza avere una sensazione visuale da "brutto anatroccolo". *** Siamo tra i fortunati che possono dire di essere tanto Nikonisti da avere in casa l'intera batteria di Nikon Z con Expeed 7. E lo vogliamo dimostrare. Nikon con la Z50 II ha confermato la promessa di portare praticamente su tutta la gamma di modelli - da 999 a 6099 euro - la stessa tecnologia presente sull'ammiraglia. La potenza ovviamente non è la stessa e cambiano le batterie tra i vari modelli. Ma adesso c'è totale coerenza di funzioni, sistema di autofocus, impostazione comandi e potenzialità, specie per il riconoscimento dei soggetti ma non solo. Rimangono - forse per scelta di marketing - differenze "software" tra i vari modelli che ci sembrano ingiustificabili ma che potrebbero essere facilmente appianate via firmware. Poco male in fondo se uno non ha in casa tutti i modelli - come noi - non ci farà caso. Dalle prime impressioni, la nuova Nikon Z50 II ci sembra una macchina più solida della precedente che, seppure ancora funzionale, sembra lenta come una Ford T al confronto. Questa invece ci ricorda praticamente una piccola Z6 III. Non sarà la Nikon Z500 che alcuni sognavano, anche noi. Ma vorremmo far notare che la Z50 II costa addirittura meno della macchina che va a sostituire, che, al momento del lancio 5 anni fa, costava 1019 euro. E la volontà è quella di farne una macchina polivalente di costo abbordabile destinata a tutti, non una specialistica fotocamera professionale dedicata a sport e avifauna. Una Z500 con corpo da ammiraglia e nuovo sensore stacked, oggi non costerebbe meno della Nikon Z6 III. E ci permettiamo di aggiungere che la sostituta della D500 esiste già. E va meglio di quella vecchia reflex. Si chiama Nikon Z8. Prossimamente su queste pagine per approfondimenti tecnici e operativi. Intanto, nei commenti, troverete ulteriori punti di vista, scatti e considerazioni funzionali. Stay Tuned.
  7. Generalmente sconsigliamo l'utilizzo di batterie diverse dalle originali. Ne abbiamo provate in passato e alla meglio, durano meno, sono meno efficienti, hanno cicli di scarica improvvisi e sono inaffidabili. Alla peggio, non vengono riconosciute dalle nostre Nikon, oppure si gonfiano e non escono più dall'alloggiamento, salvo incorrere nel rischio di esplosione sempre dietro l'angolo con le batterie al litio. Specie sulle Nikon Z dove sono sottoposte a stress che si traduce in aumento di temperature, sia della batteria che del corpo macchina. Insomma, noi diffidiamo sempre. Ma c'è sempre l'eccezione che conferma la regola. In questo caso abbiamo una batteria che non costa 20 euro al paio con un caricatore in omaggio. Le specifiche parlano di assoluta conformità all'originale che viene citato direttamente. Il produttore non è un'oscuro cantinaro del tutto sconosciuto che esaurita la partita di batterie scompare o ricompare con un altro marchio. SmallRig si è guadagnata una gran fama di qualità. A cominciare dalla infinita sequenza di accessori metallici, veri complementi indispensabili sia per la fotografia che il video (pensiamo alle tante impugnature aggiuntive per tutte le Nikon Z, per arrivare alle cage complete a norme Nato per assicurare i tanti accessori aggiuntivi alle fotocamere senza stressarne il corpo direttamente) per arrivare adesso a luci e sistemi di alimentazione. In catalogo SmallRig adesso ha batterie da 100 Watt di grande valore, del tutto alternative alle V battery ampiamente usate nel mondo del video. E la stessa Nikon fa ricorso a SmallRig per la produzione di accessori che poi commercializza direttamente o con il proprio marchio. Come è il caso del grip per la Nikon Zf, uscito insieme alla fotocamera e perfettamente conforme. Con l'ovvio presupposto che SmallRig ha accesso diretto alle informazioni tecniche del materiale Nikon. Come deve essere per questa batteria. che viene definita comparabile con l'originale e pienamente compatibile. A partire dalle specifiche : 2400 mAH e 7.2 V che arriva in una confezione carina in cartone e una dotazione minimale : batteria e cavetto USB-C Cavetto USB-C ? E per farne che ? Già, perché non avrebbe molto senso comprare una batteria "compatibile" che costa poco meno dell'originale (intorno ai 50 euro su Amazon.it). Se non avesse una peculiarità che la rende unica e più flessibile di quella originale. Aprendo la strada all'opportunità che in futuro anche le batterie originali Nikon incorporino la furbata di questa SmallRig : La possibilità di ricarica diretta via porta USB-C Che sembrerà una banalità oggi che la ricarica USB-C è uno standard ma nelle batterie per le fotocamere non è comune, mentre lo è per le grandi batterie destinate al video. quindi la nostra EN-EL15c di SmallRig si potrà ricaricare, oltre che via caricabatterie standard (o universale), anche via porta USB-C da un alimentatore a rete, da un power-bank da 5 V 2A, da una V battery. del resto quella presina USB-C la in mezzo lo evidenzia benissimo. Perché invece, fatto salvo il piccolo led di segnalazione carica/scarica, e il colore azzurrino, è del tutto simile all'originale. come vediamo nella foto qui sopra, a sinistra la SmallRig, a destra la EN-EL15c che normalmente alimenta la nostra Nikon Z8. inserendo lo spinotto USB-C di un alimentatore Power Delivery da 145 Watt, si accende il led rosso che ne evidenzia lo stato di scarica. che naturalmente diventa verde quando la batteria è completamente carica. durante il ciclo di carica la batteria con il suo microprocessore dialoga con il sistema di ricarica. abbiamo una tensione applicata di appena più di 5 Volt e una corrente che va da 1 A a poco meno di 2, con una potenza applicata che arriva quasi a 10 watt. a ricarica completa abbiamo letto 3562 mAh assorbiti. Non ci "innamoriamo" di questo valore, apparentemente superiore al dato di targa, perché il ciclo per arrivare al 100% di carica richiede più passaggi. Annotiamo il tempo di appena più di due ore per completare la ricarica. *** Nell'uso abbiamo un riscontro positivo anche se per confermare del tutto l'esperienza serviranno, come pensiamo sia ragionevole, almeno dei mesi di continuo utilizzo. La Nikon Z8 riesce a riprendere circa due ore e mezza di video continuativo, oppure, nello stesso tempo, circa 10.000 scatti. Che è un valore in linea con quello dell'originale. In conclusione abbiamo una batteria che ha prestazioni in linea con le nostre EN-EL15c, forse leggermente più prestazionale (la Nikon promette 2280 mAh e 16 Wh, la SmallRig 2400 mAh e 17.28 Wh, ma è tutto da verificare nella pratica e nella realtà ci preme di più che sia altrettanto affidabile, piuttosto che più performante) ma che offre l'indubbia flessibilità aggiuntiva della presa di ricarica incorporata. Che ci libera definitivamente dal dover portare il caricabatterie originale Nikon con noi, potendo usare un qualsiasi alimentatore USB-C, come quello dello smartphone ma, soprattutto, che si può ricaricare a se stante, mentre magari ricarichiamo anche, in parallelo, la batteria della Z8/Zf/Z6/Z7/Z5 oppure le due batterie del battery-grip opzionale. Il costo richiesto non è particolarmente conveniente rispetto alla Nikon ma, siamo sinceri, se lo fosse, la guarderemmo con tanto sospetto in più. Ci fermiamo qui, per il momento. Intanto cercheremo nei prossimi mesi di utilizzarla insieme alle altre Nikon che abbiamo in casa. Ne riferiremo più a lungo termine.
  8. In questo articolo vorremmo riepilogare le caratteristiche dei 50mm disponibili per il sistema Nikon Z (escludiamo il 58/0.95 che riteniamo - a ragione - di un'altra categoria) Abbiamo peraltro la fortuna di averli tutti e quattro in casa e quindi li possiamo esibire in questa foto di gruppo. abbiamo messo vicini i due più luminosi che secondo noi hanno prerogative che idealmente li avvicinano, mentre il macro e il 50/1.8 S sono più consanguinei, nonostante siano pensati per scopi differenti. In questo specchietto abbiamo il riepilogo delle caratteristiche principali. Ovviamente sono tutti autofocus (un motore solo) ed hanno diaframma elettromagnetico. L'anello di messa a fuoco manuale è azionato virtualmente, cioé via anello a movimento continuo che simula l'azione ma senza realmente insistere sulla meccanica che è invece elettroattuata. viste le caratteristiche, di seguito invece abbiamo messo gli schemi ottici e i grafici MTF. Vanno confrontati cum grano salis, in quanto sono presi a diaframmi con apertura molto diversa. Ma già così ci dicono moltissimo delle loro caratteristiche che poi, effettivamente, si ritrovano nell'uso. Ma prestate un attimo attenzione. Perché guardando questi MTF e dimenticandoci della nostra storia, si potrebbe essere autorizzati a dire che il nuovo 50/1.4 sia un schifezza. E invece sono gli altri Nikkor Z che sono eccezionali. Date solo un'occhiata al grafico del vecchio 50/1.4G, 8 lenti in 7 gruppi : e immaginatelo montato su una Z8 o una Z7 ... Qualche parola che giunge dall'esperienza che abbiamo avuto usando questi obiettivi per completare il quadro ? Ecco qua. Nikkor Z 50mm f/1.2 S PRO: Sfuocato sensazionale Nitido quando serve Costruzione inappuntabile Ottime prestazioni generali CONTRO: Enorme. Enorme. Enorme. Pesante quasi quanto un 70-200/2.8 Molto costoso Irrazionale Nikkor Z 50mm f/1.8 S PRO: Nitido e con caratteristiche ottiche sostanzialmente impeccabili Silenzioso e ben costruito Sfuocato di categoria superiore CONTRO: Né così piccolo né così compatto (e anche discretamente pesante) Costoso rispetto alle precedenti generazioni (ma prezzo secondo noi giustificato) Nikkor Z MC 50mm f/2.8 PRO : ottime prestazioni ottiche, obiettivo corretto che non richiede alcun intervento in postproduzione brillante, colori vivaci, facile da usare compatto, tutto sommato bello da vedere, leggero eclissa totalmente il vecchio 60/2.8G : l'upgrade è da fare senza nemmeno pensarci CONTRO : soluzioni ingegneristiche strampalate (il cuore dell'obiettivo che esce, il paraluce ridicolo, il passo filtri fuori epoca) costoso in relazione al 105/2.8 che in confronto sembra "regalato" Nikkor Z 50mm f/1.4 PRO: ricorda per le sue caratteristiche di resa fotografica i vecchi 50mm f/1.4 manual focus ma con prestazioni ottiche allineate ai giorni nostri estremamente luminoso Sfuocato eccellente a condizione che si scelga bene lo sfondo; è soprattutto lo sfuocato sul soggetto che si giova delle sue qualità Obiettivo "umanista" un classico moderno, perfetto per cerimonia, ritratto e quando c'è poca luce o si vuole più gentilezza sul soggetto rispetto a quanto fanno tutti gli obiettivi moderni CONTRO: Soluzioni di compromesso per contenerne costo e ingombro/peso hanno impedito di correggere a fondo i difetti ottici rispetto agli altri 50mm Manca del trattamento antiriflesso e questo si nota nei controluce o quando si presentano bagliori a distanze estremamente ravvicinate si comporta come i vecchi superluminosi (prestazione onirica ma mediocre) E quindi ? Qual'è quello da avere ? Ma è evidente, tutti e quattro ! Se potete ... Potete escludere il micro se non fate macro ed avete bisogno di fotografare a diaframmi molto aperti. Dove effettivamente farà la differenza il piccolissimo 50/2. 8 MC ? A distanze ravvicinate e chiudendo ad f/8, in studio o all'aperto. Con un pò di aiuto di luce artificiale. Altrimenti è inutile. Impietoso sulle persone ... Per gli altri tre, il 50/1.8 S è un obiettivo che va bene per tutto, adatto al perfezionista che vuole immagini corrette sin dall'origine e non fotografa sempre in condizioni di luci al limite. Il 50/1.2 S è il sostituto autofocus del 58/0.95 che resta confinato in una categoria dove si confrontano gli dei di Olimpo e Valhalla e richiede capacità non comuni anche al fotografo. La versione 1.2 porta in dote l'autofocus e caratteristiche eccezionali. Se solo fosse un 58mm sarebbe fantastico e non si porrebbero certi dubbi. Però è oggettivamente un pachiderma che non ha eguali in nessun marchio. Qui Nikon voleva un 50mm finalmente senza compromessi. Quanto averlo e usarlo sia razionale lo lasciamo stabilire a voi. Ma se per lo più fotografate dove la luce "appena disponibile" è un elemento concreto che compone le vostre fotografie, allora non vi pentirete mai dei quasi 3000 euro che costa. Resta il nuovo arrivato, il 50/1.4 senza la S. Che non è il più corretto ma comunque è meglio di ogni altro 50/1.4 della storia Nikon. Non è il 50/1.2 ma gli si avvicina per luminosità e sfuocato. A condizione che impariate a conoscerne i limiti che vengono fuori quando la luce non è del tutto addomesticata. Però in fondo è quello che costa meno e sembra pensato apposta per la Zf, ricordando (in meglio) il carattere dei vecchi 50/1.4, ripreso appena dal 40/2 SE che però gli è nettamente inferiore. E per chi fotografa le persone, per noi, è quello da avere. Naturalmente abbiamo semplificato più che altro a beneficio di chi voglia farsi un'idea propria, avendo di fronte tutte le informazioni disponibili. Poi non c'è che da provarli. Per fotografare, non per fare test, che avevate capito ? 50mm è l'obiettivo con cui una volta si imparava a fotografare, fotografando qualsiasi cosa.
  9. Abbiamo testato dovendo alla fine esprimere un giudizio negativo sul piano prestazionale, le prime schede con standard CF 4.0 qualche mese fa. Ne potete leggere -> QUI <- Singolarmente dopo i nostri test ProGrade ha declassato le prestazioni indicate in scrittura per quelle schede, mantenendole sul mercato a quel prezzo aggressivo. Ci incuriosiva però verificare anche da parte del nostro fornitore principale lo stato dell'arte del nuovo standard. Lexar ha presentato ad inizio anno al CES di Las Vegas la sua nuova linea ma l'ha realmente immessa sul mercato solo adesso. Abbiamo approfittato della prima offerta su Amazon di un venditore di Hong Kong per comprarne un esemplare da 1 TB. Si tratta di una scheda della linea Silver. Sappiamo che Lexar propone le sue schede in tre linee differenti caratterizzate da prezzi e prestazioni calanti. Abbiamo le alto di gamma, le Diamond, poi le Gold e infine le Silver. Le Diamond sono quelle più veloci, le Gold quelle con i tagli più grandi, le Silver quelle a più buon mercato. L'operazione viene ripetuta anche con le schede CFexpress di tipo B in standard 4.0. Secondo la CFA, queste schede sono allineate al protocollo PCIExpress 4, potendo usare con due lane di comunicazione, una banda passante teorica massima fino a 4 Gigabyte al secondo. Il protocollo è stato annunciato solo a fine 2023. ProGrade è stata la prima a muoversi mentre Lexar ha solo annunciato la nuova generazione che giunge sul mercato adesso. Si tratta di potenzialità veramente elevate che difficilmente un fotografo potrà apprezzare concretamente nella realtà e che vanno più che altro incontro alle esigenze del video RAW ad altissime prestazioni, dove i flussi per i formati più densi, richiedono velocità di scrittura sostenuta minima di alto livello. La confezione è la solita sul retro riporta anche scritte in italiano, segno che è allineata alle esigenze del nostro mercato il marchio evidenzia la produzione a Taiwan. Longsys, la società che c'è dietro il marchio assicura che a prescindere dal luogo di produzione, i componenti sono suoi. Un segno ulteriore segno della vicinanza tra Cina e la provincia ribelle dove si producono il grosso dei microchip mondiali. la scheda è protetta dal solito blister e una volta liberata si differenzia dalle altre Silver solo per il fatto che reca la scritta 4 e velocità di scrittura e lettura più elevate del solito. Si tratta di velocità massime ("fino a") con un'indicazione di velocità di scrittura sostenuta massima di 2600 megabyte al secondo. Nel solito ambiente di test (una workstation che sfrutta porte USB-C in standard 4.0, lettore ProGrade dedicato alle CF 4.0 con cavetto USB-C 4.0 certificato) abbiamo riscontrato effettivamente velocità molto elevate non del tutto allineate ai valori dichiarati che restano probabilmente irraggiungibili in condizioni operative ma comunque, molto, molto elevate. Possiamo immaginare che le Diamond offrano prestazioni superiori. Ma non possiamo dire di quanto nella realtà. il test di BlackMagic mostra capacità di scrittura inferiori ma comunque adeguate a sopportare non il formato 8K RAW ma addirittura il 12K. In condizioni da fotografo comune, e pur a mente che le prestazioni possono variare per un milione di motivi diversi (stato del disco principale, stato del buffer, congestione della memoria etc.), abbiamo verificato che la copia di 100 gigabyte di RAW della Z8 avviene alle velocità maggiori che abbiamo riscontrato sinora Lettura scrittura con tempi di realizzo che si valutano in secondi, non minuti. Le temperature pur a fronte di centinaia di gigabyte di creazione file si mantengono entro livelli accettabili anche se al tatto abbiamo riscontrato la solita generazione di calore. L'inserimento della scheda nella nostra Z9 è avvenuta normalmente, mentre sulle prime è stato complicato estrarla. Forzando è uscita e poi non ci sono più stati problemi nel reintrodurla e nell'estrarla. Nell'uso pratico non abbiamo riscontrato problemi. La Z9 la vede perfettamente, non è necessario formattarla. E viene scritta regolarmente. Crediamo che questa scheda abbia prestazioni ampiamente superiori alle capacità delle Z9/Z8, che lo ricordiamo, sono state concepite per lo standard 2.0 ed utilizzano un solo canale di comunicazione. E' stato riportato che al CP+ di Yokohama, Lexar e ProGrade hanno anticipato di essere in contatto con Nikon per lo sviluppo del protocollo sulla prossima generazione di Z9 che ci attendiamo possa uscire sul mercato tra un anno o poco più. Probabilmente quella macchina - che porterà raffiche in RAW da 30 o 60 se non più fotogrammi al secondo, avrà anche formati video ancora più pressanti degli attuali. Per tacere delle esigenze delle RED DIGITAL della fascia più alta. Per cui pensiamo sia giudizioso considerare queste nuove schede come opportunità in prospettiva. Nel complesso non abbiamo nulla di negativo da segnalare su questa scheda che da oggi viene immessa nel normale ciclo produttivo insieme alle altre.
  10. Lui è più giovane di me ma si porta 12 chili di zaino e di attrezzature. Io 1600 grammi. Con lo stesso accredito per stare a bordo pista e non in tribuna, dite che io farei foto peggiori di lui con il mio 28-400 ? A suo tempo le mie foto erano indistinguibili da quelle dei professionisti, dalle stesse piazzole, qualsiasi cosa usassi ... Una volta, tanti anni fa, anche io andavo in autodromo con due corpi professionali, il 70-200/2.8 e un superteleobiettivo. E' stata la volta del 400/2.8 VR, poi del 500/4, qualche volta, anche il 600/4. Mi caricavo come un asino, facevo un sacco di chilometri. Ero orgoglioso di me e del mio corredo. Poi cercavo di fare foto dinamiche, di auto non congelate, anche quando le avevo di fronte. Con il diaframma chiuso e tempi non troppo veloci. Ma dopo qualche bel primo piano del muso, finivo per divertirmi di più a fare i panning. Cercando di andare a tempi sempre più lenti fino ad 1/30'' e anche meno. Con il risultato che il diaframma si chiudeva a livelli ben distanti dalla luminosità massima di quei capolavori dell'ottica giapponese. Ben dentro il limiti dove la diffrazione interviene a distruggere la nitidezza dello scatto. Già minata dall'aria piena di gas di scarico, calda e spesso con una grande dose di umidità. Ma soprattutto il mio bel super-tele fisso, finiva per restare la gran parte del tempo nello zaino. Nel tempo poi, perdendo l'accredito per le complessità di accesso e le normative di sicurezza ed aumentando le distanze, si è ulteriormente ridotta la necessità di prestazione assoluta. Obbligandomi a situazioni in cui di certo la massima qualità di immagine è l'ultima delle possibilità umanamente raggiungibili. Dietro la rete, da 30 metri. Cose così. A quale scopo, quindi, impiegare ottiche di quella portata ? Già non mi spiego i professionisti che le dispiegano ancora. E infatti, vedo più spesso Z9 accoppiate con 100-400 o 400/4.5, al posto di 70-200/2.8 e 400/2.8. Che secondo me è già troppo, anche se hai l'accredito e sei vicino al soggetto. Perché conta di più il gesto fotografico e la profondità di campo, alla ricerca della leggibilità di scritte e sponsor che la nitidezza ad f/2.8 *** Oggi sono passato senza troppi patemi d'animo dalle soluzioni reflex a quelle mirrorless. Mi fido al 100% del riconoscimento automatico dei veicoli (AREA AUTO AF), che beccano il fuoco anche oltre la rete in uscita dai box o nel rettifilo. Per lo più ho scattato negli ultimi anni con Z9 e 100-400, per centinaia di migliaia di scatti. Mai rimpiangendo il mio 400/2.8 ceduto da un pezzo. Ma mi sono chiesto se, in pieno sole, a 1/30'', anche il 100-400 non sia sin troppo. Tanto sono buone le capacità di risolvenza delle ottiche di oggi giorno, anche quelle scarse. E poi, ad f/32, che differenza farebbe ? So di far sollevare più di un sopracciglio ma l'anno scorso ho fotografato spesso in autodromo con il 24-200. E in quest'ultimo periodo l'ho fatto con il suo sostituto, il 28-400/4-8. Senza vergognarmi nemmeno un pò. la Z8 con il 28-400. Un chilo e mezzo, basta una tracolla leggera, non da nemmeno nell'occhio, nessuno si spaventa e nessun malintenzionato vi "punta.". Si, lo so, ne convengo. E' buio come la pece. Ma se la luce è schifosa, in generale le foto verranno schifose, quale che sia l'obiettivo. Anzi, l'aria sarà ancora più schifosa e tale da rendere le foto ancora più inutili. Quindi perchè schifare un obiettivo buio, quando usato a diaframma medio, in pieno sole ? Con la Z8 ci va a nozze, sta in una borsetta, va bene per fare anche il reportage della corsa senza bisogno di cambiare obiettivo. Lo sforzo di portarselo dietro è tale che, se non fosse per gli sterrati, ci andrei in bermuda e ciabatte da camera. Oltre i 200mm cede di nitidezza. Ok, ma è dove io scatto a tempi lenti e filando le auto. Mentre alle focali più corte, la nitidezza è più che sufficiente. questi scatti a 66mm non fanno rimpiangere un 70-200/2.8. Sono ad f/8. Non avrei aperto di più con il 70-200. Che di contro a 66mm e sotto non ci va ... come non va per fare queste panoramiche, alla focale che più mi serve al momento. Senza dover avere un secondo o un terzo corpo con me, con montato magari un 24-120/4. Se serve chiudo : magari con un colpo di flash e a tempi lenti va come deve andare, se il manico c'è Lo vogliamo congelare ? Se c'è luce si può fare e la nitidezza è più che adeguata per questa Mustang. Si potrebbe fare di meglio ma non stiamo cercando finezze. Ovviamente chi va in cerca dell'Araba Fenice presente in tre esemplari nei luoghi più inospitali dell'Eurasia e raggiungibile solo dopo marce per valli e clivi impervi di 60 miglia in solitario, di quelle che solo i veri uomini affrontano per poi fare lo scatto, unico, raro di cui andare veramente fieri, si doterà anche del 600/4 TC che useranno solo al suo massimo. Ma un sorpasso in rettifilo filato ad 1/125'' non sarebbe possibile con quell'obiettivo : che non potrebbe prendere a meno di 100mm l'ingresso di questa Aston Martin ai box dopo una decelerazione bruciante da 300 a 80 Km/h in pochi metri né pizzicare questa 911 GT in staccata alla Prima Variante E in generale, seguire ogni tipo di azione, anche la più varia, senza in alcun modo pesare nelle mani, nella borsa, sulle spalle del fotografo che non professa l'ascesi e l'estati della fatica fotografica, ma si diverte a fotografare le cose che lo entusiasmano. Come queste belle GT: o queste esotiche muscle cars a meno di 1/30'' che siano F2 o F1 storiche ma anche F1 impegnate nel campionato 2024 poco importa. Le F2 sputano fuoco in staccata, l'avevate mai notato in TV ? Io l'ho scoperto facendo loro il panning attraverso la rete alla Prima Variante Un dettaglio, eccolo : l'auto in movimento ? Eccola la tifosa di Lew Hamilton ? Eccola l'argentino con l'inglesina ? Eccolo qua al suo debutto il proprietario della texana che orgogliosamente ne lucida il cofano ? Eccolo la vecchia Lotus di Jackie Hicks ? I commissari che puliscono dal ghiaietto la variante ? Basta accorciare al massimo la focale. Un obiettivo solo, good enough ! E un secondo dopo, ecco di nuovo un panning in circostanze varie senza farsi scappare nessuna occasione fuoco sicuro dietro alla rete. Dieci anni fa avrei dato del matto a chi me lo avrebbe detto. Oggi non ci penso nemmeno, è automatico ! Sir Lewis Hamilton l'anno prossimo avrà una rossa : con cosa lo fotograferò io ? E la tifosa Ferrari in tribuna. Panoramica del campo volo di Rivanazzano prima dell'inizio delle gare. Lei con il cellulare, io con il 28-400 Ancora Charles Leclerc che prova le sue carte per la sua storica seconda vittoria a Monza ammirato a vista da un'altra tifosa Insomma, la faccio breve, che le foto qualche cosa dovrebbero dire. Questo genere di foto non richiede sto granché di livello ottico. Il 28-400 è sufficientemente nitido alle focali più corte quando si fotografa con la pretesa che tutto sia bello pulito. Quando i tempi, l'aria, le condizioni di scatto oramai sono quelle che sono, non fa differenza se abbiamo un'ottica da 17.500 euro o una da 1.500. Good Enough. Ma che belle queste Nikon Z ! Ammettendo in tutta sincerità che, ovviamente, con un obiettivo più importante e con la Z9 mi esalto di più, la questione di fondo era piuttosto se questo genere di foto si può fare anche con un obiettivo generalista come il super-zoom dei super-zoom. Un obiettivo che fa schifare i più e che io stesso non avrei nemmeno nominato ai tempi delle reflex. Oggi si può fare. I motori sono sufficienti, la qualità di immagine quella che serve per fare foto così che al massimo saranno ingrandite in A4 o in A3, per lo più delle volte si fermeranno in formato web. Ma più che sufficienti per qualsiasi scopo anche professionale. Se posso trovare dei difetti, sono due. L'obiettivo è un pò leggerino e sento che mi balla in verticale, cosa che riduce la percentuale di foto buone, rispetto a quelle riprese con quel campione di equilibrio che è il Nikkor Z 100-400 (l'obiettivo che ovviamente continuo a consigliare per chi fa di questo genere il suo principale). Il VR, in Sport fa un pò ballare gli occhi a mirino. Il prezzo è sconsiderato per un obiettivo del genere. Ma si sa che questo non è un problema, dato che Nikon ha bisogno di fatturare e quindi poi, è disposta a scontare ... Diciamo poi che con la Z6 III il 28-400 sarebbe anche meglio assortito. E che con questo "combo" come dicono quelli che vivono di recensioni, mi sentirei a mio agio anche a fotografare jet. Che per lo più delle volte, volano in aria ancora più sporca e ancora più pregna di umidità e pulviscolo o calore, per non parlare del kerosene incombusto presente in aria, delle auto in autodromo.
  11. dotazione minima, come ci si aspetterebbe per questo nuovo Nikkor Z 50/1.4 qui appena arrivato da Nikonstore.it. Il prodotto è stato da noi acquistato. qui montato sulla Nikon Zf con cui fa praticamente coppia fissa da quando è arrivato. tutto sommato appare ben bilanciato anche se mantiene l'ingombro complessivo del precedente 50/1.8 S a confronto con il Nikkor Z 50mm f/1.8 S, i paraluce sono ben identificati con l'indicazione dell'obiettivo sul paraluce stesso. In effetti sono diversi, sebbene intercambiabili Ma tratteremo in altri articoli il confronto con i pari focale Nikkor Z già disponibili, qui vogliamo focalizzarci su questo obiettivo e sul suo posizionamento di mercato. Per farlo, intervistiamo M&M, che già l'ha potuto utilizzare abbastanza diffusamente e che è un estimatore dei 50mm luminosi Nikon. *** Admin : ci confidi da cosa nasce la tua passione per il 50mm ? M&M : credo di averlo scritto già tante volte. Il mio primo acquisto Nikon risale al 1983. Lavoravo da un anno ma solo a giugno dell'anno dopo ho comprato la mia prima reflex (prima i soldi erano andati in hi-fi). Il negoziante di Varese che mi stava facendo vedere una Nikon FE2 nuovissima me la proponeva con un 50mm f/1.4 AIs, oppure in alternativa con uno dei primo zoom Tamron con anello Adapt All. Fu amore a prima vista per quel cilindro di vetro appena appena giallognolo che, a diaframma aperto, mi faceva vedere tutto il mondo attraverso. Zoom ? ... Admin : Ma non c'era anche la versione 1.8 ? M&M : può essere ma o il negoziante mi aveva pesato bene ad occhio, oppure pensava che fosse quello adatto per me. In ogni caso questo ha costituito una sorta di imprinting definitivo per me che poi ho sempre considerato il 50mm un obiettivo essenziale ma solo nelle sue versioni luminose. All'epoca non sapevo nemmeno se esistessero versione f/2 o f/1.8 ma c'era quello f/1.2, troppo al di là delle mie possibilità economiche. Per venti anni il 50/1.4 è stato il mio obiettivo unico, cui ho aggiunto più avanti il 105/2.5; con queste due focali io potrei, anche oggi, fotografare tutto. Ma di fatto Nikon ha sempre proposto come obiettivo essenziale il 50mm f/1.4 Nikon Zf e Nikkor Z 50mm f/1.4 a tutta apertura Admin : e adesso Nikon ha un pò confuso le carte in tavola, non credi ? M&M : in parte, perché si deve considerare il momento di Nikon in questa fase di trasformazione e di passaggio da Nikon F a Nikon Z. Di fatto Nikon ha promosso la prima linea di obiettivi fissi come obiettivo di riferimento, a prescindere dalla luminosità f/1.8 - tutto sommato non eccezionale - aggiungendo la famosa lettera S di Superior. Il 50/1.8 S appartiene a questa linea di diritto. Admin : e in cosa consiste la differenza con gli obiettivi che non hanno la S ? M&M : concentriamoci sul 50mm. Quando è uscito il 50/1.8 S ci siamo stupiti perché andava meglio di ogni altro 50mm Nikon di tutti i tempi, compresi 58/1.2 e 58/1.4G. L'obiettivo ha uno schema ottico molto complesso, usa elementi speciali in un numero inusitato - nelle epoche precedenti - per un "semplice" normale. Per questo è molto corretto, ha prestazioni eccellenti, da bordo a bordo, da angolo ad angolo. Admin : che si fa pagare in termini di prezzo di acquisto e di dimensioni M&M : vero ma perché per convenzione abbiamo sempre considerato il 50/1.8 come il calimero dei 50mm e prima di lui il 50/2 che era il normale di chi non poteva permettersi il 50/1.4. Questo invece è un obiettivo a livello dell'Otus di Zeiss. Admin : e poi è arrivato il 50/1.2 anche esso S M&M : quello lo abbiamo sognato e desiderato per 50 anni, perché con l'attacco F tradizionale era quasi impossibile fare un 50mm f/1.2 autofocus. Il 50/1.2 S va oltre l'immaginabile e si porta a prestazioni sensazionali, senza confronti. Ma con dimensioni altrettanto eccezionali e un costo elevato. Admin : con la presentazione del 35/1.4 non S ti aspettavi un seguito ? M&M : si ma non così presto. In ogni caso anche con il 35/1.4 abbiamo avuto la sorpresa di un 35mm luminoso ad un prezzo e con un ingombro inconcepibili con le reflex. Il 35/1.4G costava più di 1500 euro e non era così buono. Questo invece mantiene quel carattere ma è molto meglio, è più piccolo e costa quasi un terzo. Admin : quindi il nostro 50/1.4 ? M&M : é la ripresa del 50/1.4, un classico per Nikon ma aggiornato con le moderne tecnologie. Ne mantiene il carattere migliorandone tutte le caratteristiche. Admin : cioé ? M&M : tutti i normali Nikon non hanno mai brillato per prestazioni ottiche pure a tutta apertura. Anzi, per cominciare a moderarne i difetti (vignettatura, aberrazioni, soprattutto scarsa nitidezza) si dovevano chiudere di 2 o 3 stop, andando a perdere tutti i vantaggi della loro elevata luminosità. Questo nuovo 50/1.4 non è nitido ad f/1.4 come il Macro ad f/2.8 o come il 50/1.2 ad f/1.2 ma se la gioca con il 50/1.8 ed è incomparabilmente meglio di 50/1.4G e 58/1.4G. Che pure costava un botto ma non era nitido mai, in nessuna condizione, nemmeno la domenica ! Nikon Zf e Nikkor Z 50mm f/1.4 a tutta apertura e in ombra nel bosco Admin : ci deve essere il rovescio della medaglia, allora M&M : certo. Per fare un 50 superluminoso prestazionale si deve fare un coso enorme. Magari non esattamente quanto il gigantesco 50/1.2 S ma abbastanza. Qui i tecnici Nikon hanno fatto il miracolo di mantenere le dimensioni e il meso del 50/1.8 S, aumentando la luminosità massima di quasi uno stop e proponendolo ad un prezzo inferiore. Per farlo hanno dovuto trovare compromessi di prestazioni che - sul piano puramente ottico - non sono all'altezza nemmeno del 50/1.8 S, figuriamoci del 50/1.2 S che in fondo, se la gioca (e non sempre vince) col più piccolo 50/1.8 S. Admin : quindi riassumendo, a chi si rivolge questo 50/1.4 e a chi gli altri due ? M&M : dicevo che questo 50/1.4 è il classico ... 50/1.4 Nikon, un obiettivo onesto, gentile col soggetto, mai troppo rivelatore, con un particolare rapporto di sfuocato rispetto al piano di messa a fuoco, ideale per fotografare in luce disponibile, le persone. In questo lo definirei un obiettivo umanista. Per il ritrattista che fotografa senza luci artificiali o quasi. Il 50/1.8 S invece è indirizzato a chi vuole una risposta corretta, si preoccupa anche di cosa succede ai bordi e ai margini, non vuole avere correzioni software eccessive, cerca elevata nitidezza e aberrazioni cromatiche ridotte al minimo. Forte tenuta al controluce e ai bagliori. Il 50/1.2 S invece è un obiettivo di riferimento, iperluminoso, con uno sfuocato da medio tele da ritratto, che si pone come riferimento sia in casa che fuori, praticamente un NOCT autofocus. Admin : mentre il 50/1.4 ? M&M : ci si deve confrontare con un residuo di difetti ottici, accettabili per lo più ma presenti. In cambio si ha quella luminosità in più e quel tipo di fotografia più d'altri tempi. 50/1.8 e 50/1.2 S invece sono obiettivi moderni in tutti i loro aspetti. Questo è un obiettivo che vedo perfettamente con la Zf. Per questo sarebbe stato bello che lo avessero proposto in Special Edition Nikon Zf e Nikkor Z 50mm f/1.4 a tutta apertura ; un filo di luce e tutto risplende Admin : riassumendo ? M&M : 50/1.4 per il ritrattista, il matrimonialista, come surrogato "portatile" del 50/1.2 S 50/1.8 S per chi non scende a compromessi. Sono proprio due obiettivi diversi per fotografi diversi. Potrebbero coesistere ma dipende da cosa si fotografa 50/1.2 per chi vuole il massimo ed ha spazio in borsa (oltre che nelle tasche). Il 50/1.4 sta nel mezzo. Il macro, ovviamente ha un altro campo di utilizzo, per lo più a diaframma molto chiuso. Gli altri tre esistono solo per tenerli aperti, altrimenti uno zoom va sempre meglio. Quando io scatto con il flash, uso il 24-120/4 a 58mm ad f/8. E non mi porto altro. i quattro cavalieri 50mm Nikon. Abbiamo messo 50/2.8 MC e 50/1.8 S staccati, mentre 50/1.4 e 50/1.2 S possono essere alternativi tra loro e più vicini di quanto si potrebbe dire, al di là delle prestazioni assolute Admin : per cui possiamo dire che avendo in mente le caratteristiche dei vari 50mm il fotografo sceglierà in base al proprio fotografare ? M&M : questo sempre. Ma si, se uno si ricorda il 50/1.4 Nikon di "una volta" ma lo vuole "moderno", ha trovato finalmente l'obiettivo che gli serve. Specialmente su Zf e Z6. Chi vuole il 50/1.2 sa bene il perchè e nessuno gli può dire niente. Tutti gli altri dovrebbero scegliere il 50/1.8 Per me sono obiettivi alternativi che coesisteranno benissimo sia nel catalogo che nelle borse dei fotografi. Non di tutti, dipende se e cosa fotografano. sfuocato con un soggetto in primo piano sfuocato onirico "cercato" che però diventa cacofonico quando ci sono punti di luce forti : il trattamento del 50/1.4 non è quello degli S e bisogna imparare a dosarlo guardando un obiettivo "umanistico" perfettamente a suo agio in queste ultime due foto. Bene, anticipando che prossimamente - clima permettendo - usciremo con due altri articoli, uno di confronto specifico con il 50/1.8 S e uno che metta a confronto dettagliatamente i quattro 50mm, pensiamo di poter trarre alcune conclusioni dall'intervista e dalle nostre osservazioni d'uso. Pro: costruzione in linea con gli standard Nikon Z. Cambiano in parte le finiture, ma è il gemello del 35/1.4 appena uscito ed ha peso/volume simile al 50/1.8 S tanto da riconoscerli a stento il compromesso costruttivo limitando lenti speciali e trattamento superficiale sofisticato ha consentito di fare un obiettivo luminoso delle stesse dimensioni del precedente 50/1.8 ad un prezzo addirittura inferiore. Ciò ribalta il paradigma sempre accettato che il 50/1.4 costa di più e va meglio del 50/1.8. Questi sono semplicemente due obiettivi diversi per caratteristiche, destinazione d'uso e fotografo prestazioni ottiche di ottimo livello, allineate ai giorni nostri ma non di riferimento soprattutto si apprezza l'elevata luminosità e la relazione tra piano di messa a fuoco e soggetto sfuocato un classico moderno, che Nikon non poteva non riproporre, non importa in quale linea di prodotto Contro: distorsione e vignettatura sono corrette via software, restano visibili le aberrazioni cromatiche assiali e laterali (in misura superiore a quele del 50/1.8 S) ma non ad un livello intollerabile. Tolleranza in controluce e ai flare migliorabile (ma non si può avere tutto nella vita) lo sfuocato non è sempre onirico, il fotografo dovrà sempre guardare bene come si pone il soggetto verso ciò che gli sta dietro il Nikkor Z 50/1.8 S ha prestazioni ottiche di laboratorio da riferimento superiori a questo 50/1.4; ma fa fotografie concretamente di aspetto diverso nonostante compromessi e formule di marketing e benché conveniente rispetto agli altri, resta costoso rispetto "ai tempi in cui il 50/1.4 era l'obiettivo da kit standard" e resta lungo e grosso. Ma questo è il dazio da pagare per il bocchettone enorme delle nostre Z manca il selettore AF/MF ? E chi lo usa ? C'è l'anello programmabile ? Potevano (forse) risparmiare anche su quello ... troppe scelte sui 50mm finirono per far morire di fame il cavallo ? Ma un 14, un 16, un 105 non macro, un 200 compatto ? altre fotografie : GIUDIZIO FINALE : riteniamo l'obiettivo RACCOMANDATO al fotografo che è "cresciuto" con i classici Nikkor 50mm f/1.4 dal primo S degli anni '60 all'ultimo AF degli anni '90. Troverà in esso quella delicatezza e naturalezza di espressione, aggiornate con caratteristiche in linea con le Nikon Z. Mentre riteniamo più indicato il Nikkor Z 50mm f/1.8 S per chi gradisce la resa degli obiettivi più moderni ed allineati ai sensori ad alta densità.
  12. Obiettivo di fascia decisamente alta, della linea PRO di Viltrox, pensato per le macchine APS-C e disponibile anche con attacco Z. Nonostante il prezzo contenuto, per gli standard cui ci ha abituati Nikon, è costruito tutto in metallo, ha la ghiera del diaframma perfettamente funzionale e funzionante su Z. La consistenza è concretamente solida e la presa in mano è sensazionale. solo il paraluce e il tappo sono in plastica ma anche il paraluce è di ottima fattura, come cerchiamo di evidenziare nelle fotografie. pur non compattissimo, sta perfettamente anche sulla Zfc ma in fondo sembra più adatto a corpi macchina più importanti. Infatti lo vedremmo bene - se fosse full frame - sulla Zf ma alla fine lo abbiamo usato con grande profitto sulla Z8, nonostante, come è ovvio, imposti automaticamente in formato DX. l'obiettivo ha il selettore AF/MF ed ha un bottone programmabile dall'utente. l'anello dei diaframmi è ben congegnato ed è possibile selezionare il funzionamento con o senza blocco ai singoli valori, a vantaggio di fotografi o di videografi. la qualità delle incisioni è finemente definita in bianco e riporta orgogliosamente sull'anello dei filtri ogni indicazione, compresa la dimensione del cerchio immagine di 28.4mm, più che sufficiente a coprire il formato. In effetti nelle osservazione e nelle foto scattate, non abbiamo notato l'insorgere di vignettatura, anche ad f/1.2, pur avendo a mente l'intervento della correzione automatica via software, correttamente mantenuta nell'ambiente di sviluppo Adobe. ancora un dettaglio dell'anello dei diaframmi, qui fermato ad f/1.2 Completando il discorso sugli aspetti costruttivi, abbiamo 15 lenti in 11 gruppi, una distanza minima di messa a fuoco di 28cm, il diaframma è a 11 lamelle, le dimensioni sono di 82x94mm e il peso di 605 grammi. L'obiettivo è perfettamente armonizzato con il grande attacco Z, non sembra, come nel caso di altri produttori, un adattamento di un progetto "per Sony", con l'applicazione di un elemento di raccordo. gli elementi che compongono il complesso schema ottico l'MTF ufficiale che già ad f/1.2 mostra un livello decisamente impressionante. la presa USB-C posta sulla baionetta metallica, da cui si aggiorna il firmware. Ricordiamo che Viltrox tra le società che propongono obiettivi "elettronici" compatibili è tra le più sollecite ad aggiornare il firmware dei propri prodotti, nel caso di insorgenza di inconvenienti o per migliorarne le prestazioni sul piano dell'autofocus. Andando sul piano pratico, usato sia Z8 che su Zfc non ha dato alcun problema, venendo riconosciuto come nativo dalle nostre macchine. All'apparenza e salvo misurazioni strumentali, i difetti ottici sono tutti ben corretti ed è realmente difficile evidenziarne qualcuno. Si diceva della vignettatura, ininfluente, come lo è l'aberrazione cromatica, sia assiale che laterale. La tenuta al flare è di buon livello, nonostante l'elevata apertura. Pur avendo una focale che - al di là del campo inquadrato moltiplicato per 1.5x - è quella di un 27mm, lo sfuocato è piacevole. Usato in decine di migliaia di scatti durante questi mesi, si è sempre rivelato piacevole. Nell'uso con la Zfc - che risulta leggermente sbilanciata in termini di presa in mano visto il peso di 600 grammi dell'obiettivo - si apprezza ancora di più il diaframma tradizionale regolabile tramite l'anello dedicato, ben di più del "anello programmabile" elettronico che ci offre Nikon. La meccanica è sempre vincente rispetto ai selettori by-wire. Ma è con la Nikon Z8 che l'abbiamo apprezzato veramente, offrendo uno strumento di elevata luminosità e buona correttezza geometrica, in condizioni di scarsa luce disponibile in interni. La limitazione del formato per la Z8 non è un problema, potendo comunque offrire una risoluzione residua di circa 20 megapixel, tanto quanto le nostre macchine DX. La Nikon Z8 aggiunge il sempre apprezzabile sistema di stabilizzazione on-camera, assente nelle Nikon DX. Con il 75/1.2 e il 13/1.4 compone di fatto un corredo invidiabile e definitivo, per chi se ne voglia servire in condizione di luce sfidante. Sinceramente troveremmo eccessivi questi obiettivi se usati a diaframma chiuso. Esistono soluzioni più compatte, economiche e leggere adatte per le nostre piccole Nikon DX. Se in futuro Nikon volesse avventurarsi verso una macchina DX di fascia più alta - ipotesi che vediamo sempre più remota - allora avremo già pronto un corredo di livello adeguato, senza pretenderlo da Nikon che sappiamo già, oltre all'onesto 24/1.7, non ci offrirà nulla. Aggiungiamo solo qualche scatto a testimonianza dell'uso, rimandando poi all'album dedicato (accessibile solo dagli iscritti più assidui del sito), come prova d'uso. sono scatti invariabilmente ad f/1.2, eseguiti da M&M durante l'estate o nei primi giorni di questo autunno. Complessivamente ci sentiamo di emettere un giudizio FORTEMENTE POSITIVO su questo obiettivo che, se fosse prodotto da Nikon, verrebbe proposto ad un prezzo non inferiore al triplo dei €443 euro ai cui è stato acquistato da un fornitore online internazionale, con spedizione da HK. Pro: costruzione esemplare presa in mano ed ergonomia sensazionali : sembra un obiettivo ZEISS prestazioni ottiche di livello che non stentiamo a definire eccezionali costo contenuto, semplicemente inarrivabile per Nikon perfetta compatibilità con tutte le funzioni delle Nikon Z per le quali appare come un obiettivo del tutto nativo al pari dei veri Nikkor Z perfettamente corretto a livello software con profilo incorporato dentro LR e ACR supporto da parte di Viltrox in materia di aggiornamenti firmware sfuocato interessante per la focale, merito di apertura massima eccezionale e diaframma ad 11 lamelle sul mercato non esistono proposte di questo livello a prescindere dal prezzo in formato DX, almeno per Nikon Z Contro: resta comunque un grandangolare simile per focale ad un 28mm, nonostante poi copra il campo di un 41mm circa. Non è un normale, è un grandangolare abbastanza grosso e pesante per Zfc/Z50/Z30, richiederebbe una macchina Nikon Z più "importante", oppure andrà usato su Z8 o Z7 sostanzialmente inutile se si pensa di usarlo a diaframma chiuso. Questo obiettivo costituisce un corredo sensazionale per "available light" insieme ai pari classe 13/1.4 e 75/1.2 l'assistenza e la distribuzione Viltrox sono in fase di strutturazione. Si dovrà verificarne la bontà nel malaugurato caso di malfunzionamento o guasto fisico altre fotografie : GIUDIZIO FINALE : DECISAMENTE RACCOMANDATO se vi serve un obiettivo così luminoso, altrimenti meglio optare per il più tranquillo Nikon 24/1.7
  13. Non mi appassionano per niente questi confronti di cui purtroppo è invece pieno il web. Per questo mi viene da esclamare : che pall* ! Pensando che susciti la stessa noia negli altri. Ma poi vedo che le visualizzazioni degli altri articoli di questo genere su Nikonland raggiungono sempre vette elevatissime e mi domando se non sia il caso di insistere. Per questo, eccoci qua. Premesso che la mia esperienza con la nuova Nikon Z6 III è breve e breve resterà, perché non è un prodotto per me come non lo sarà la nuova Fiat Grande Panda, credo che la nuova Nikon debba essere confrontata esclusivamente con Zf, Z8 e Z9. La precedente generazione è troppo distante per prestazioni e capacità. Anzi, posso certificare a chi me lo chiede, che la Z6 III è molto più vicina alla Z8 di quanto non lo sia con la precedente Z6 II. Detto questo, torniamo quindi al confronto tra Z8 e Z6 III. Perché visto che la Z8 è scontata di 600 euro mentre prima di vedere la Z6 III scontata passeranno un paio di stagioni di calendario, qualcuno potrebbe chiedersi se, pur potendo comprare la Z6 III a quel punto non sia il caso di fare uno sforzo in più e puntare più in alto. Pensiero stupendo e altrettanto lecito cui cercheremo di dare una chiave di lettura - giammai una risposta asseverante - in questo articolo ! *** Le due macchine differiscono per collocamento. La Z8 discende dalla nobile schiatta che parte direttamente dalla Nikon F del 1959 e poi arriva fino alla F100 a pellicola. Riprende dalla D700 e passando per la D800 arriva sino alla D850. Quindi l'erede della prima reflex professionale Nikon (quando Nikon faceva fotocamere esclusivamente per i professionisti) e fino alla separazione delle carriere con l'introduzione della prima ammiraglia "monolitica", la oramai mitica Nikon F5, è stata il topo dei top. Dalla F5 è stata derivata invece la linea che in digitale è partita dalla D1 per arrivare alla D6. E prosegue oggi con la Z9 in mirrorless e continuerà così nelle prossime iterazioni. Lo si vede dalla impostazione dei comandi, dal dimensionamento, dalle peculiarità del corpo, più grosso, importante, comodo, ergonomico e più dotato di comandi diretti. La Z6 invece è di discendenza più recente, è un prodotto più prosumer (fusione orribile che deriva dai termini professionale e consumer : quindi una via di mezzo tra i due mondi) ed è l'erede della Nikon D750 che ancora oggi gode di grande favore presso i nikonisti. Anzi, probabilmente la Z6 III nasce proprio con l'intento di convincere gli irriducibili utilizzatori di reflex che residuano la fuori a considerare il passaggio alla mirrorless. Nelle foto di confronto che pubblico qui sopra vediamo le differenti impostazioni, sia dei corpi che dei corpi con il battery-grip, opzionale per entrambe le due Z8 e Z6 III che garantiscono espansione di funzionalità pari tra le due differenti macchine. Tanto che la Z8 con il suo MB-N12 diventa addirittura più grossa della pur importante Nikon Z9 raffigurata nell'ultima foto. Ma si vede chiaramente come la Z8 derivi dalla Z9, mentre la Z6 III ha una configurazione, comandi, disposizione dei controlli, simile ma funzionalmente diversa. Prima fra tutti la torretta di sinistra che per la Z8 vede una razionale presenza di pulsanti di regolazione, mentre la Z6 ha la tradizionale rotella PASMUx+ che prevede persino la posizione Auto in cui la fotocamera fotografa per conto del fotografo ignaro delle scelte della fotocamera (per le Nikon con il flash in questa posizione Auto, il flash si attiva automaticamente anche se tu non vuoi !). La Z8 ha l'oculare tondo tipico delle professionali, la Z6 ha l'oculare quadrato, tipico delle consumer. Più in generale la Z8 si capisce da lontano, anche per un profano, che è una fotocamera "importante". La Z6 la da un pò più a bere ... Nella realtà le due fotocamere si differenziano nell'interno per scelte progettuali concrete ma alla prova dei fatti, funzionalmente non così distanti. Il processore è lo stesso. La batteria è la stessa. Il comparto delle memorie è lo stesso (CFEx + SD). Cambiano i due sensori. Ma attenzione ... La tecnologia di fondo è simile e le differenze sono più sottili di quanto non si penserebbe. Si, uno è da 45.7 megapixel e la più grande massa di pixel consente più aree di messa a fuoco, mentre l'altro è un 24 megapixel. Ma lo strato fotosensibile è più o meno equivalente, fatta salva la densità di informazioni e la taratura della sensibilità di base (anzi, delle due sensibilità di base e dell'intervento del filtraggio alle alte sensibilità). Mentre che il sensore della Z8 sia integralmente stacked (cioé che abbia una quantità di memoria tampone integrata che copre l'intero sensore a servizio della lettura dei dati veloce) mentre che quello della Z6 III lo sia solo parzialmente, influenza la velocità complessiva del sistema. Ma ponendo la Z6 III comunque in un'area in cui le prestazioni sono già radicalmente al di sopra della massa. Essendo l'unica fotocamera della sua categoria con un sensore così veloce. Abbastanza veloce da permettersi peculiarità impensabili per le altre fotocamere. Con l'eccezione solo di Z8 e Z9. Dalle nostre deduzioni il tempo di lettura del sensore di Z8 e Z9 e poco superiore ai 3 ms. Ovvero ci vogliono poco più di 3.7 millisecondi perché ogni riga del sensore sia catturata. Questo ha permesso di omettere l'otturatore meccanico dalle macchine perché tale velocità equivale ad un tempo sincro-flash di circa 1/270'', sufficiente ad operare senza insorgenza di bande. Quello della Z6 III sta sui 9.2 millisecondi, cui corrisponde un sincro-flash di circa 1/100''. Molto più veloce di quello, ad esempio della Zf/Z6/Z6 II (circa 33ms) e molto, molto più veloce di quello della Z7 (circa 65 ms) e capace di essere in larga parte esente da problemi quando impiegato in modalità otturatore elettronico. Ma non abbastanza veloce da poter lavorare senza otturatore meccanico con il flash. La presenza dell'otturatore meccanico assicura poi che in determinate circostanze, si possano evitare i fenomeni di banding per effetto di luci a frequenza variabile che invece con Z8 e Z9 obbligano ad impostare frequenze di scatto valutate "ad occhio". Z8 e Z9 hanno un sensore tanto veloce da permettere di avere un flusso separato tra la visione a mirino e quella elaborata verso le memorie. Questo elimina del tutto gli oscuramenti del mirino. Per la Z6 III non è possibile un simile processo (unico per il momento) ma comunque la visione è di grande livello, coadiuvata da un pannello LCD a risoluzione, contrasto e luminosità di qualità dichiarata superiore a quello dei modelli Z8-Z9. Con la Z6 III, così come con Z8 e Z9, nelle raffiche estese abbiamo una visione completamente in tempo reale della scena inquadrata, indispensabile per la foto d'azione. Con tutte le altre Nikon Z invece la visione in tempo reale si ferma nella raffica lenta a 5 scatti al secondo. Oltre, le fotocamere non hanno una velocità sufficiente e quindi presentano a mirino le foto già scattate, come in un effetto moviola che si somma all'oscuramento tra gli scatti con una sensazione di smarrimento che a me ha impedito di fotografare uccelli in volo o motociclisti su sterrato con Z6 e specialmente Z7. La Z7 ha un sensore così lento, che in raffica estesa, con qualsiasi tempo di scatto, le auto in movimento vengono deformate in stile futurista inizio '900 ... *** Spero che la disamina tra le caratteristiche peculiari non vi abbia annoiato troppo. Concludo sintetizzando. La Z6 III al di là delle peculiarità tecniche è prestazionalmente parlando (sia in fotografia che in video) molto più vicina a Z8 e Z9 di quanto il corpo non farebbe pensare. Ed ha il vantaggio di costare una cifra che al netto degli sconti sugli altri modelli, consente con la stessa spesa, di comprare anche un 24-120/4 S, obiettivo che ci sentiamo di caldeggiare sempre come compagno di Z6 III e Z8. Ci sono tante funzionalità software e firmware che differenziano i tre modelli, vuoi per esigenze di marketing vuoi per diverse tempistiche tra i team di sviluppo dedicato (la Z9, per esempio non ha né le facilitazioni sui ritratti, né il pixel shift, che invece hanno sia Z8 che Z6 III). La Z6 III introduce, prima tra le Nikon Z, l'accesso al cloud per depositare in tempo reale i propri scatti sia per prelevare controlli colore aggiuntivi. Ed inserisce nel flusso di lavoro del fotografo anche una nuova categoria di Picture Control in cui è possibile manipolare anche il colore, non solo la curva di contrasto o la saturazione. Che questo possa essere esteso anche a Z8 e Z9 è potenzialmente possibile. Si tratta di software che può essere configurato in modo equivalente su una piattaforma che condivide lo stesso SoC Expeed 7 (in una versione a più basso consumo, ipotizzo io, nella Z6 III). Ma al momento sono disponibili solo sulla Z6 III. Quindi quale è meglio tra Z8 e Z6 III e per quale fotografo ? Rispondo prima alla seconda domanda, perchè la prima domanda secondo me non ha una risposta sensata univoca. Personalmente io sceglierei la Z8 ogni giorno dell'anno sulla Z6 III, non per la differenza di prestazioni ma perchè la Z8 ha una disposizione di comandi da professionale - ed io ho sempre avuto Nikon professionali come prima macchina - e perché io scatto tanto, tantissimo (troppo) con le Nikon Z e l'assenza dell'otturatore mi tranquillizza per l'assenza di usura di parti meccaniche, assicurandomi almeno un decennio con milioni di scatti all'attivo (la mia Z9 ha 1250000 di scatti, la mia Z8, nonostante i test con tante altre macchine, supererà il mezzo milione nel 2024). Quindi credo che un fotografo che ha come tipo di Nikon la D700-D800-D850, sceglierà preferibilmente la Z8 Il fotografo tipo D750, che non scatta tanto come me e non ha una specializzazione definita ma fotografa di tutto, preferirà, io credo la Z6 III. Perché è più leggera, compatta, economica e volendo si può comunque attrezzare con il battery-grip. La Z8 con il battery-grip fa schifo e le fa preferire la Z9. Anche questo lo dirò finché Nikon non farà per la prossima Z8 un battery-grip degno di quello della Nikon D850, che era praticamente perfetto e poteva contenere anche la batteria della D5-Z9. Le prerogative tecniche delle due fotocamere nel mondo reale non sono tali da connotarne una netta separazione prestazionale. Non quanto la Z8 svetta rispetto a Z6 e Z7, per esempio. Per il resto, l'aspetto su cui soffermarsi è il display completamente articolato della Z6 III, per alcuni un valore, per altri un fastidio. E l'assenza o meno dell'otturatore meccanico, per disimpegnarsi in situazioni ben particolari e specifiche che per alcuni (ad esempio per me) capitano molto raramente. io vorrei tanto che nella Z8 II Nikon introduca il display completamente articolato. Sembrerà più fragile ma è di una comodità unica che mi permette con Zf e Zfc di fare qualsiasi cosa senza fare equilibrismi o sforzi inutili: Ma posso comprendere che ad altri faccia schifo. *** Quale è meglio tra Z8 e Z6 III ? Alla fin fine, come ho già avuto modo di dire, le due macchine sono più vicine di quanto si vorrebbe ammettere. Entrambe sono vere Nikon capaci di assecondare il fotografo al meglio. Prestazionalmente la Z8 è di un gradino superiore. Non è estrema come la Z9 (che a me trasmette molta più confidenza, al di là dell'inarrivabile migliore ergonomia, pur a parità di dotazione tecnica) ma le si avvicina. La Z6 III non può essere tanto estrema per costituzione e per contratto. Ma anche un professionista con due Z6 III non deve sentirsi affatto sminuito. E una Z6 III può costituire un sensazionale secondo corpo per una Z8. Leggo un sacco di balle sui sensori. A me questi sensori da 24 megapixel piacciono un sacco. Anche più del più ricco della Z9 e certo più di quello di D850 e Z7. Lavoro praticamente sempre a 800 ISO con queste camere (rispetto ai 500 di Z8 e Z9) e se devo andare fino a 6400 ISO non mi sento in difficoltà mentre so che con la Z8/Z9 dovrò poi smanettare con LR per riallineare i valori. La vicinanza dei 24 megapixel al formato 4K, secondo i miei occhi, offre un flusso video più naturale. Lo era già nella Z6 che però doveva croppare limitando l'ottica in formato DX. Tanto che spero che la futura Z9 Quadrifoglio o Veloce GTI pensata per correre sempre a 300 Km/h non abbia più di 24 megapixel e un sensore tanto veloce da non capire se stai scattando o no e rendendotene conto solo perché si è riempita la scheda di memoria. E voi ? Che ne pensate dei miei sproloqui mattutini ? Esprimetevi liberamente, c'è libertà di opinione se uno scrive commenti utili agli altri. Non vi contraddirò anche se pensate tutto l'opposto di quanto penso io.
  14. Il nuovo Viltrox AF 16mm f/1.8 per Nikon Z montato sulla Nikon Zf l'ingresso dello stadio Sinigaglia di Como lo stadio Sinigaglia di Como ripreso dal monumento ai Caduti della Grande Guerra tre viste del monumento da punti di ripresa differenti. Nikon Z8, f/11 dettagli ad f/11 e ad f/16 controluce estremi con il sole nel fotogramma (f/16) macchina in bolla, punto di ripresa in stile biottica a pozzetto *** Giusto una anticipazione per qualche foto presa durante una passeggiata a Como sul lungo lago, approfittando di una pausa tra le piogge semi-torrenziali dei giorni scorsi. l'obiettivo è stato da noi acquistato, arrivato per corriere Amazon dalla Cina in questi due scatti, montato sulla Nikon Zf, un anticipo della visuale del pregevole display oled che caratterizza questo progetto. Un dispositivo che rivaleggia per qualità con i migliori obiettivi Zeiss e surclassa ogni realizzazione Nikon. Tanto è chiaro, definito, leggibile, persistente. Scatola e dotazione non sono una sorpresa per Viltrox. Il solito doppio involucro "a pressione" in cartone bianco con dentro generosi assorbenti in spugna grigio scura garanzia, manualetto, astuccio morbido obiettivo e paraluce il paraluce ha i petali in plastica ma l'anello e i fermi sono in solido metallo. Considerato che anche l'obiettivo è interamente in metallo, possiamo pensare che resisterà all'usura per sempre. dettaglio del frontale del barilotto, con le serigrafie incise dei valori del diaframma, l'anello solidissimo di controllo dello stesso (che come in tutti i Viltrox di fascia, è pienamente funzionale, vero Nikon ?) il display Oled, il grosso anello di messa a fuoco manuale. Non manca il punto rosso di evidenza dell'innesto. il selettore autofocus/manual focus, i due tasti funzione programmabili. il selettore per il "click" del diaframma, selezionabile per evitare rumori nei video (ma qualcuno cambia il diaframma mentre gira il video ?) ovviamente, Made in China. come abbiamo già anticipato, l'obiettivo è solido, concreto, in freddo alluminio finemente verniciato in nero. Unico segno distintivo quell'orrendo marchietto rosso che non si capisce cosa significhi (sembra la marca di una scarpa sportiva, made in Hong Kong). se vogliamo trovare un difetto, il tappo posteriore : è orrendo nel profilo fresato. Esteticamente è molto affine alla Nikon Zf su cui fa grande mostra di se ma per peso e consistenza, ci pare meglio assortito con la Nikon Z8 anche il frontale è serioso, a promessa di prestazioni consistenti nelle indicazioni sul frontale, Viltrox ci tiene a rimarcare che - oltre all'anello filtri da ben 77mm, come i professionali Nikon - il cerchio di copertura è di 43,3 mm. Anche la messa a fuoco minima, 27 cm, a garanzia di potenzialità espressive molto particolari pure nei primissimi piani. insomma, se la prima impressione conta, noi siamo decisamente impressionati. E' un prodotto che, in tutti i dettagli, ci piacerebbe che Nikon prendesse ad esempio per le sue realizzazioni premium. Considerando poi che questo obiettivo, costa al pubblico, con le tasse, meno degli obiettivi Nikon di fascia bassa (non arriva al prezzo del Nikkor Z 50/1.8 S che è in bella plastica), siamo veramente contenti di come abbiamo speso i nostri soldi. Un'altra sorpresa positiva è la presenza del profilo di correzione dei parametri di immagine direttamente dentro a Lightroom in fase di sviluppo funzionalmente è una cosa che apprezziamo, considerando che riteniamo oramai imprescindibile sulle mirrorless, l'insieme ottica+fotocamera+software, la chiave per il risultato migliore possibile. *** Nell'uso l'obiettivo si è rivelato molto piacevole. Sta in mano comodamente, non pesa, non provoca in alcun modo stanchezza. Avendo in mente che si tratta di una focale grandangolare che un tempo si sarebbe ritenuta decisamente estrema, è anche facile da utilizzare. Basta tenerlo in bolla e possibilmente riprendere dal basso le scene, quando possibile, evitando l'eccesso di linee di fuga espressioniste. gli scatti a corredo di questa anteprima sono spensierati, quelli della passeggiata di qualsiasi fotografo. Ma volendo fare i creativi le possibilità non mancano mai con un'ottica di questo genere. anche al di là del consueto paesaggio che in ogni caso resta una delle prerogative principali di un obiettivo del genere, avendo cura di mettere una quinta davanti alla veduta, oppure tagliando in orizzontale l'immagine non siamo stati finora a verificare la qualità ai bordi che, per effetto di distorsione/correzioni, ci pare qualche volta un pò stiracchiata. E' anche possibile che insorga rapidamente qualche problema di diffrazione, operando a diaframmi molto chiusi. Non abbiamo invece potuto sfruttare ancora le potenzialità offerte sia dalla luminosità massima molto elevata ed inusuale per la focale, quanto la distanza minima di messa a fuoco molto ridotta. Nonostante ciò ci sentiamo di esprimere un primo sommario giudizio complessivo che poi andremo a puntualizzare in articoli successivi. Giudizio preliminare PRO: costruzione realmente premium, irreprensibile, ben superiore ad ogni obiettivo della stessa fascia commerciale prodotti da Nikon etc. funzionalità estese (display oled di qualità eccellente, tasti funzione, distanza minima di messa a fuoco di soli 27cm, passo filtri standard, paraluce fantastico) disponibilità del profilo di correzione automatica per Lightroom prestazioni generali di grande livello nitido, aberrazioni cromatiche ridotte, distorsione geometrica (specifica dell'obiettivo, non della focale) ben controllata, tenuta al controluce fantastica, tenendo a mente la focale estrema porta USB-C standard sulla baionetta per gli aggiornamenti firmware (plug&play) rapporto prezzo/prestazioni irraggiungibile per gli obiettivi premium Nikon focale unica in full-frame a livello di mercato (obiettivo che è disponibile solo per gli attacchi Nikon Z e Sony E) CONTRO: da verificare la tenuta della garanzia in caso di guasto assenza di un distributore vicinale (che succede in caso di guasto ?) due problematiche comuni a tutti gli oggetti cinesi simili a questo possibilità di incompatibilità con le fotocamere Nikon Z in caso di aggiornamenti firmware importanti (ma nel recente passato abbiamo sperimentato una rapidità esemplare di Viltrox nel mettere a disposizione gli aggiornamenti firmware correttivi) qualità di immagine ai bordi da verificare focale estrema che richiede manico da parte del fotografo in sintesi, un acquisto che ci sentiamo di raccomandare ad ogni nikonista Z in cerca di un supergrandangolare a focale fissa di elevata luminosità. Al momento questo è l'unica proposta sul mercato di questo livello, autofocus e perfettamente funzionale e compatibile con la piattaforma Nikon Z.
  15. Acquistato al Nikonstore.it, appena arrivato in laboratorio, apriamo insieme la scatola. che si presenta come tutte le altre scatole Nikon Z, nero integrale con sfumature gialle. ci accoglie il paraluce avvolto in bugnato di plastica doppia protezione in polistirolo espanso l'obiettivo è rivestito in cellophane la dotazione completa, i manualetti/garanzia. dettaglio del paraluce di forma abbastanza inusuale, quasi più orientato al video che conferma il passo filtri da 77mm, quasi esagerato per un obiettivo di questa classe ma almeno standard, per chi utilizza filtri ND o polarizzatori. eccolo qui, in primo piano, davanti all'obiettivo. dettaglio dell'iscrizione attorno alla parte frontale dell'obiettivo produzione, ovviamente, cinese, non ci saremmo aspettati diversamente vista la classe di appartenenza particolare dell'anello di zoomata e della ghiera programmabile. E' evidenziato dalla feritoia colorata in arancione il blocco (lock) che impedisce che l'obiettivo si allunghi se preso in mano mentre è a riposo (cosa che si verifica se è montato su un corpo macchina e viene sollevato verso l'alto, tenendolo per la parte superiore). pur essendo quasi integralmente in policarbonato si presenta bene, sia sul piano estetico che costruttivo. E' analogo - ad esempio - agli obiettivi Nikkor Z di derivazione Tamron che presumibilmente escono dalla stessa fabbrica cinese. naturalmente, rispetto alla posizione minima di 28mm, in posizione 400mm l'obiettivo si allunga. Sono due i cilindri concentrici che fuoriescono dal barilotto esterno. Ma questo è un caso assolutamente comune per gli zoom di questa fascia. Come vediamo in un confronto con altri Nikkor Z a sinistra il 24-200/4-6.3 di cui questo nuovo 28-400/4-8 risulta già a prima vista consanguineo, a destra il più pregiato Nikkor Z 100-400/4.5-5.6 che con il nuovo super-zoom è accomunato esclusivamente dalla focale massima di 400mm. Notare i paraluce completamente differenti tra loro. qui i tre zoom estesi alla focale massima. Impressiona la compattezza del 28-400 rispetto al più corto 24-200 in entrambe le posizioni. Qui lo abbiamo montato sulla Nikon Zf che potrebbe tranquillamente essere la sua destinazione a 28mm a 400mm e ancora a 28mm E qui, per finire, alcune immagini di repertorio, più dettagliate (focus stacking della Zf su treppiedi Manfrotto) *** Complessivamente le prime impressioni sono positive. A condizione che le aspettative siano allineate a quelle rivolte ad un superzoom - che sia questo o il pariclasse 24-200 - ovverosia un obiettivo di compromesso con una eccezionale escursione focale, una luminosità massima relativa (molto) contenuta e prestazioni ottiche indotte da queste considerazioni. Insomma non lo prenderemmo in considerazione come alternativa al più prestante Nikkor Z 24-120/4 che, giustamente, è di classe S, più qualificato per fotografia di elevato livello. Ma per tutte le situazioni in cui - in pieno sole o con il flash - si debba o si voglia fotografare qualsiasi cosa senza mai cambiare ottica. Immaginiamoci ad un rally, oppure ai bordi di una pista di motocross dove si deve passare dal primissimo piano alla panoramica, senza poter cambiare mai obiettivo anche per proteggere la fotocamera da polvere, terra sollevata dai veicoli, schizzi e fango. Avendo peraltro un obiettivo "a perdere" molto meno costoso di un 100-400 o di una coppia 70-200+400mm da usare necessariamente con due corpi macchina (e costi/ingombri/pesi inerenti). O per i reporter di vacanze, viaggi ed escursioni, che con un obiettivo relativamente compatto, magari semplicemente accoppiato con un fisso luminoso (tipo 20 o 35mm f/1.8) possano affrontare qualsiasi situazione, anche ad un safari o in cima al mondo (sia Artico o Antartide che voi vogliate). Non è chiaramente un obiettivo progettato per resistere a condizioni climatiche estreme, ma finora non abbiamo riscontrato problemi con nessun Nikkor anche con pioggia o umidità o vicino a specchi d'acqua, anche nel recente passato. Il proprietario di questo obiettivo, comunque, saprà regolarsi per il meglio. Di fatto l'obiettivo ha anelli di tenuta per polvere e umidità, come di consueto per Nikon il progetto nasce da uno schema piuttosto complesso con sfoggio di lenti speciali e sfruttando tutte le possibilità dell'ampio attacco Nikkor Z. Già dalle prime immagini, abbiamo la conferma di quanto questi nuovi Nikkor Z, anche in queste configurazioni estreme che sulle reflex avremmo guardato con sospetto, si discostino dai superzoom precedenti. Nitidezza, colori, assenza di difetti ottici evidenti, capacità di adattarsi allo stile fotografico di ognuno, sono di tutta soddisfazione. La piccola differenza tra gli MTF a 28 e a 400mm del resto parla da sola il resto lo fanno, certamente, le correzioni automatiche delle Nikon Z. Naturalmente sin da subito ci si dovrà confrontare con la scarsa luminosità del progetto, obbligatoria per contenere pesi e dimensioni. Qui abbiamo uno scatto in ombra, in una giornata di sole, che pur a soli 1/400'' di tempo di scatto, ha richiesto di salire a 6400 ISO nessun problema per la Nikon Zf che a queste sensibilità esibisce poco rumore. Ma il fotografo ne tenga conto, perché già a 125mm l'obiettivo apre a solo f/6.7 In particolare, ecco le luminosità alle focali principali : 28mm : f/4 35mm : f/4.2 50mm : f/5.6 70mm : f/6 105mm : f/6.3 200-400mm: f/8 perdendo quindi a 200mm 2/3 di stop rispetto al più luminoso 24-200mm. Ma tolto questo aspetto, importante ma già evidenziato dal progetto e cui ci si dovrà confrontare prima dell'oculato acquisto, vogliamo sottolineare ancora le qualità di elevata flessibilità di questo oggetto che sostituisce, da solo, un intero corredo. quasi macro per le distanze minime in gioco molto ridotte (qui a 360mm e circa un metro e mezzo di distanza) paesaggistiche alla focale minima (qui a 28mm, f/8 su Nikon Z8, profilo colore specifico della fotocamera) da "caccia fotografica" senza muoversi dal punto di ripresa, semplicemente cambiando visuale e portando lo zoom a 400mm (f/8, 1/1600'', ISO 500 in formato DX della Nikon Z8 per 20.2 megapixel, riconoscimento automatico dell'occhio degli uccelli) Insomma, abbiamo uno zoom 14.2x, che pesa solo 725grammi, è appena più grande del già compatto 24-200 (e quindi grande circa quanto il 24-120/4) essendo lungo a riposo solo 14cm. Ben stabilizzato (anche se a mirino si vede spesso ballare l'immagine : ma ci sta). Che mette a fuoco a distanze minime tra 20cm e 120cm (50cm a 50mm) che si permette un diaframma a 9 lamelle (e lo sfuocato in fondo non è male). Ha uno schema ottico complesso 21 elementi in 15 gruppi (inclusi 4 elementi ED e 3 elementi asferici) ed è costruito in linea con le aspettative. Nel video è eccellente, forse più che in foto (e anche in questo caso, la modalità DX della ripresa, permette di avere filmati -da 2K a 8K a seconda della fotocamera usata - con una escursione focale che certi cineasti si sognano) anche a mano libera, non perde il fuoco e segue i soggetti con agilità. L'autofocus non è da primato ma adeguato alle necessità. Meglio tenere tempi più veloci del necessario per soggetti molto rapidi. Da verificare la variazione focale al variare della messa a fuoco, sia in video che in foto, ma questo sarà oggetto di ulteriori approfondimenti di cui vi renderemo conto prossimamente. Per ora abbiamo messo qualche foto in galleria, pregando come sempre, i fortunati acquirenti di questo obiettivo, di non farci mancare i loro scatti e le loro impressioni su questa nuova proposta Nikon di cui noi ci sentiamo già ragionevolmente soddisfatti.
  16. Per ammirarlo, lo avete già ammirato, al meglio delle sue possibilità, su di una dannunziana Zfc di verde vestita (tutta di verde mi voglio vestire...). Io invece l'ho usato per fotografare, cercando il modo di esaltarlo, a cominciare dalle sue qualità: quella di essere forse il fisso grandangolare più luminoso mai progettato per il formato APS-C, quantomeno per Nikon. sicuramente uno dei più belli, esteticamente, disponibile in nero oppure in silver... infine, di risultare un ottimo 20mm equivalente, da 94° di angolo di campo ! non solo per i dati di targa Ergo...aspettiamo ancora che Nikon si svegli e cominci a commercializzare gli obiettivi promessi per le sue macchine presenti e future in formato DX ??? (tra i quali, qui in Redazione di Nikonland, siamo pronti a scommettere che mai apparirà un 13/1,4...) oppure.... CARPE DIEM !!! ...mettiamoci l'animo in pace e cerchiamo di prendere il meglio dalla produzione cinese, che comincia da qualche tempo a dimostrare di essere in grado di produrre per la qualità e non più solamente per il facile profitto, basato su numeri incontrollati a prezzi infimi: questo Viltrox, sui canali commerciali usuali per questi marchi, costa poco meno di 500 euro, ossia molto meno della metà di un Nikkor Z 20/1.8 (il suo riferimento in FX), ed soltanto un terzo di uno zoom Z 14-30/4 che è uguale per peso e dimensioni, ma meno luminoso di ben tre stop...!!! La qual cosa, fa di questo Viltrox un vero game changer... non solo in bianco e nero, come grida a gran voce di essere utilizzato il più possibile (da chi sappia cosa sia il BN) ma anche fortissimo, vigoroso e facilmente orientabile, senza postproduzioni, direttamente on camera, anche a colori: per i più saturi dei quali ha un debole. Quindi...non solo interni a tutta apertura... ma assolutamente anche esterni e ai diaframmi più consoni: sembra rispondere a tutti nel medesimo modo, senza transizioni da morbido a definito e si comporta come vorrete, se padroneggerete profili colore e modalità di esposizione: come in questi due scatti ripresi dallo stesso punto di ripresa si presta, grazie alla perfetta integrazione con i controlli di distorsione ed aberrazione attraverso i sw delle Nikon Z, anche allo stitching nudo e crudo come in questo, realizzato con una semplice traslazione a mano libera, con sette fotogrammi successivi, uniti poi su Lightroom. Obiettivo facile da gestire, su tutte e tre le Z DX con cui l'ho usato, con una preferenza particolare per le sue doti da street performer della nuova Z30, che è anche la Nikon Z con la migliore disposizione dei comandi, insieme alla Ammiraglia Z9. Quindi perfettamente indicato per le uscite fuoriporta e le gite in famiglia dove la sua brillantezza e nitidezza, definiscono ogni tipo di illuminazione diretta o in controluce in qualsiasi condizione, grazie alla sua luminosità intrinseca la quale porta con facilità a sfidare ogni limite di convenienza (sempre ricordandoci di non avere VR a disposizione) Chi non vorrebbe sapere cosa nascondano le rosse cupole arabe della chiesa di San Cataldo a Palermo? ed ecco che il Viltrox 13/1,4 dà il meglio di se... anche senza rispettare canoni architettonici e messe in bolla... ... suscitando pura suggestione Dalla Cappella del Sabato (per le religiose del convento) della gesuitica Casa Professa: alle sue cripte... ...questo obiettivo è un "must have" in tutte le borse di chi possegga una Nikon Z dx... e quasi quasi, direi anche di chi, possedendo una Z7 o 7II voglia levarsi lo sfizio del 20mm equivalente senza dover spendere una cifra... lavorando in DX su quel sensore ben capace di segnale. Il resto è...mancia ! Ordinaria amministrazione per un obiettivo del genere, se portato a Ballarò, tra colori, forme, sapori e odori, che questo Viltrox riesce, a mio modesto avviso, a veicolare... Credo che facilmente ci si possa fare un'opinione... E se non sarà il giorno delle carpe sarà quello del pescespada ! Max Aquila photo (C) per Nikonland 2022
  17. Non è un segreto per nessuno. Attendiamo nel corso dei prossimi mesi la nuova Nikon Z6 III. E' stato anticipato da tutti i siti di rumors del mondo. Dopo tanti tuoni, verrà prima o poi la pioggia. La Z6 III porterà, come da promessa Nikon ufficializzata più volte, la tecnologia Z9 nella gamma media delle fotocamere Nikon Z. Avrà quindi un processore Expeed 7 con le sue librerie autofocus basate sul riconoscimento dei soggetti e il tracking realtime. Probabilmente avrà un sensore aggiornato, video 4K60p pieno formato, raffica più rapida e in generale prestazioni superiori alla Z6 II. E ci mancherebbe altro, visto che la Z6 II è stata presentata quasi 4 anni fa, nella seconda metà del 2020 e che lei stessa, nella sua architettura, riprende in gran parte le caratteristiche della precedente Z6 del luglio 2018. Naturalmente sei anni non sono passati invano e la tecnologia Nikon più avanzata adesso offre la Nikon Z9 e la Z8 che ne ricalca per la maggior parte le caratteristiche. Ma anche la Nikon Zf, nel suo piccolo ... pur mantenendo lo stesso sensore della Z6/Z6 II riprende in parte le funzionalità di Z8 e Z9. Quindi ha senso parlare di Nikon Z6 e Nikon Z6 II nel 2024 come nuovo acquisto nel 2024 ? A nostro avviso si, perché non tutti i fotografi necessitano di un autofocus allo stato dell'arte, di raffiche fino a 120 frame al secondo, di video 8K e di prestazioni esasperate in ogni campo. Z8 e Z9 rappresentano la punta di diamante dell'offerta fotografica (mirrorless e non solo) di oggi e la Zf, al di là dell'aspetto che ricalca le reflex dei primi anni '80, ne riprende in parte le possibilità tecnologiche. Ma, appunto, per chi fa fotografia ragionata a soggetti immobili o cooperativi, molte delle capacità dell'ultima generazione sono esagerate. Esagerazioni che hanno un prezzo, perché, anche trascurando la Z9, la Nikon Z8 ha costi di accesso inaccettabili per molti fotografi. La Z6 III molto probabilmente si posizionerà ben al di là dello street-price attuale della Z6/Z6 II (rendendone il costo complessivo impegnativo per molti, e anche li, con prestazioni, spesso esuberanti per le necessità effettive). Mentre la Nikon Zf, bellissima e potente, deve piacere. Ma quel fascino vintage in fondo ha successo ma non presso tutti. Insomma, se non siete fotografi animalieri e non fate sport a tempo pieno ma vi dedicate a fotografia da ... fotografo della domenica (nulla di offensivo, intendendo con questo il normale hobby della fotografia che si pratica durante il tempo libero, non come sfogo principale ed elettivo delle proprie passioni), una Nikon Z6 II potrebbe bastarvi. E con il risparmio conseguito (rispetto all'acquisto di una Z8, di una Zf, di una ... Z6 III ... !) potreste anche concedervi quell'obiettivo in più che vi renderebbe più felici della raffica a 30 frame al secondo o del video 4K full-frame. Per tacere del video 8K, indispensabile proprio solo per pochi. La Nikon Z6 II, body, ha un corpo del tutto analogo alla Nikon Z6 da cui si discosta solo per piccoli dettagli esteriormente. presenta un corpo maneggevole, né troppo piccolo, né troppo grande. ha un bel display articolato, non a prova di attacco nucleare come quello della Z8 e nemmeno del tutto articolato come quello della Zf ma comunque bello e ben fruibile. ha, eventualmente, gli attacchi interni per l'innesto del battery-grip opzionale che la rendono più comoda da utilizzare con obiettivi importanti e ne raddoppiano l'autonomia con le due batterie ma soprattutto si appoggia ad un sensore che, seppure non velocissimo e abbastanza soggetto ai fenomeni di rolling-shutter quando usato in modalità tutto "elettronico", vanta ottime doti di dinamica. In più, ha una tenuta spesso sorprendente agli alti ISO, come dimostrato in più articoli, anche ultimamente. lo scatto qui sopra è ripreso con li sensore della Nikon Z6/Z6 II/D780, trattato con Lightroom. E' uno scatto a 51200 ISO. Ma sembrerebbe una qualsiasi ripresa a 200-400 ISO, non vi sembra ? e questo qui sopra invece è ripreso a 12800 ISO. Ma passerebbe indenne il processo per la stampa in grande formato. Qui possiamo vantare un utilizzo pieno in molti generi per un totale di oltre 200.000 scatti con le varie Z6/Z6 II che abbiamo avuto a disposizione. Se abbiamo trovato un limite è nella capacità di seguire soggetti che si muovono ad alta velocità nella raffica ad alta risoluzione. Perché la Z6, come la Z7, olre i 5 frame per secondo, commuta la visione a mirino in una sorta di moviola che non è più realtime ma è un intercalare di immagini statiche riprese l'attimo prima. Con il risultato che quello che si vede non ha esatta correlazione temporale con la realtà. Cosa che impedisce di seguire con puntualità l'azione. Ma se non fate azione e non usate la raffica, non ve ne accorgerete mai. Così come non vi farà un baffo il fatto di avere l'otturatore meccanico. Se non siete fotografi da milioni di scatti, un otturatore pensato per fare 200.000 scatti vi durerà per sempre ! Sbaglierebbe chi pensa che i suoi 24 megapixel siano un limite. Nella realtà 24 megapixel sono più che sufficienti - anzi - di più, per la maggior parte degli usi. Come abbiamo modestamente cercato di dimostrare in un recente editoriale : Di quanti megapixel abbiamo realmente bisogno nel 2024 ? Potendo in ogni momento, intervenire via software/AI, per - qualora servisse - quadruplicarli fino a 96 pixel e senza bisogno del pixel shift, senza muoverci da Lightroom/Photoshop : Il Migliora Immagine di Adobe : I - Super Resolution (ingrandimento immagini) In questo esempio, lo scatto del sensore da 24 megapixel della Z6, portato a 96 megapixel con Lightroom e la sua intelligenza artificiale : basterebbe per stampare in formato poster, o anche 240x160cm a parete. Ma nella realtà è solo il crop di un volto ripreso da una figura ambientata, portato ad risoluzione quadrupla e stampabile in grande formato ! Insomma, abbiamo visto i suoi limiti, evidenziato i suoi pregi, vediamola a confronto con le altre soluzioni Nikon. Con la Nikon Z8 non condivide nulla se non il marchio Nikon. La Nikon Z8 è una macchina professionale ad alte prestazioni, pensata per assecondare ogni necessità del suo proprietario. Ma è più grossa, più pesante, più costosa. Molto più costosa. Richiede ottiche più pregiate, perché la Z6 con il suo 24-70/4 va benissimo. Mentre per la Z8 ci vuole, al minimo, il più costoso e ingombrante 24-120/4. lato prestazioni non ci sono paragoni. Ma se uno di voi interessati a questo confronto punta sulle prestazioni, può anche smettere di leggere. La Nikon Z8 vincerà sempre. Però, siate sinceri, siete sicuri che vi servano quelle potenzialità ? Se è così preparatevi a spendere i 5.549 euro necessari per avere la Z8 con il 24-120/4 (in questo momento scontati di 700 euro per una campagna in corso). Per la Z6 II con il 24-70/4 ne basteranno 2.499. E se preferireste il 24-120/4 al posto del più piccolo obiettivo dato in kit standard con la Z6, l'offerta è pari a € 2.749. Insomma, circa la metà di risparmio che possono andare in un bel grandangolare o in un bel teleobiettivo, a seconda di cosa vi piace fotografare di più. Naturalmente la Z8 offre comandi professionali, mirino tondo, tenuta per migliaia e migliaia e migliaia di scatti continui (non ha parti meccaniche che si possono usurare, come ad esempio, l'otturatore meccanico) la differente architettura tra Z8 e Z6 è evidente. Una è una macchina realmente professionale, l'altra viene definita prosumer, né professionale né consumer, insomma, una via di mezzo. Ma per un fotografo senza pretese professionali e senza un corredo professionale il solo corpo non farebbe differenza, salvo impegnare buona parte del budget disponibile a discapito delle ottiche, più importanti per il risultato complessivo. Con la Nikon Zf le differenze sembrano più estetiche. Nella realtà le due macchine condividono solo il sensore, che è esattamente lo stesso 24 megapixel CMOS impiegato anche su D780 e Z6 prima serie. ma l'architettura è ancora più diversa. La Zf si rifà alle reflex Nikon dei primi anni '80 (ad esempio FM2 o FE2, o anche, più recente, FM3a) e andrebbe usata regolando i quadranti anziché le ghiere. mentre la Z6 II è una macchina di impostazione moderna. La Z6 è più ergonomica, più compatta, più leggera. Utilizza schede di memoria di tipo CFexpress insieme alle comuni SD. La Zf ha uno strano miscuglio di SD e microSD. certo la Zf è più raffinata, più affascinante. Anche più prestante, perché ha un processore 10 volte più veloce di quello della Z6. Che le permette un autofocus simile a quello di Z8 e Z9. Ma la qualità d'immagine (e del video) é del tutto sovrapponibile a quella della Z6. Quindi a meno che non abbiate necessità di un autofocus evoluto e non siate attratti dall'aspetto e dalle funzionalità vintage della Zf, con la Z6 farete le stesse identiche fotografie. La Zf è un modello più recente, oggi non è scontata, quindi costa di più. Peraltro non ha una gamma di obiettivi pensata per lei. Mentre la Z6 si trova a suo agio con ogni Nikkor Z e con ogni Nikkor F via Nikon FTZ. Naturalmente se siete affascinati dalle top model degli anni '80 sceglierete la Zf. Ma la Z6 II resta una scelta razionale. E la Nikon Z6 di prima serie ? C'è un mare di usato a prezzi di ogni genere, di macchine usate e come nuove. E spesso si trovano anche fondi di magazzino, realmente nuovi. La Z6 condivide quasi tutto con la Z6 II, salvo pochi dettagli. I tre più importanti, sono interni. La Z6 II ha due processori Expeed 6, che si dividono il carico tra loro. La Z6 ne ha solo uno. Questo ha consentito alla Z6 II di offrire all'utente il video 4k60P (seppure in formato DX) cosa che alla Z6 I è preclusa. La Z6 II ha anche un buffer leggermente maggiorato. Ma soprattutto la Z6 II ha due slot di memoria uno per XQD/CFexpress e uno per SD, mentre la Z6 ha solo lo slot per XQD/CFexpress. Quando non si ricercano prestazioni, fateci essere onesti, le CFexpress sono un lusso inutile. Le SD, al netto della loro struttura più fragile, vanno bene ugualmente ed hanno il pregio di essere più economiche e più facilmente interfacciabili. Infine, ultima differenza eclatante - perchè una Z6 I e una Z6 II si distinguono a stento sul piano estetico - è il differente battery-grip disponibile. la Nikon Z6 II ha un vero battery-grip con impugnatura ergonomica e comandi verticali duplicati la Nikon Z6 invece si deve contentare di un semplice battery-pack che contiene due batterie ma nessun comandi di scatto. Ma, in estrema sintesi, se queste peculiarità non vi interessano per il vostro stile fotografico, Nikon Z6 e Nikon Z6 II faranno foto perfettamente identiche tra loro. Come saranno identiche alle foto fatte con la Nikon Zf o la reflex Nikon D780 che condivide sensore e processore con la Nikon Z6 e rappresenta l'estremo ponte di collegamento tra reflex Nikon e mirrorless Nikon Z. Quindi, concludendo ? Bisogna fare l'identikit del fotografo, prima di decidere quale fotocamera sia meglio comperare. Se si fa fotografia d'azione, sport o wildlife in movimento, allora il nostro consiglio è puntare alla Nikon Z8 (se non alla Z9). Oppure attendere la Nikon Z6 III che forse offrirà prestazioni di quel genere, in un corpo compatto ed a prezzo più abbordabile (ma comunque ampiamente più costoso della Z6 II). Se invece la propria fotografia non prevede la necessità di riconoscimento in tempo reale e tracking del soggetto, raffica per inseguimenti ad alta velocità, video sofisticato, una Z6 potrebbe bastare. Il risparmio economico sarebbe solo razionale ed utilizzabile per acquistare altri obiettivi utili per il proprio genere fotografico. La Nikon Zf rappresenta una alternativa. Più che altro per soddisfare aneliti di stile e nostalgico, non necessariamente razionali. Che non ci permettiamo di criticare, perché noi stessi siamo vittima del fascino della Nikon Zf. Perché ogni Nikon Z, in mano al fotografo giusto e con i giusti obiettivi Nikkor Z, farà la sua felicità a prescindere dal nome del modello, dalla targhetta sul suo corpo macchina e dal cartellino del prezzo. Buone scelte ! *** Giudizio finale PRO: compatta e leggera Ben costruita dispone di memorie di tipo avanzato (CFexpress) qualità di immagine elevata (specie lato dinamica e tenuta agli alti ISO) prezzo/prestazioni, specie in promozione o sull'usato, eccezionale rispetto ai modelli nuovi, per chi non necessita delle prestazioni della nuova generazione non richiede il corredo più sofisticato per rendere al meglio (cosa pretesa invece dalla Nikon Z8) a differenza della Nikon Zf, gli obiettivi S di prima generazione sono pensati per lei CONTRO: affetta da artefatti di rolling-shutter quando usata in otturatore elettronico verrà presto avvicendata dal modello Z6 III autofocus di prima generazione che viene da considerare "primitivo" se rapportato agli standard attuali Nikon effetto "moviola" a mirino che perde il tempo reale quando si fotografa alla raffica massima video 4K60p permesso solo nel modello II e solo in formato 1.5x adatta a generi fotografici più posati (ma è un difetto ?)
  18. La domanda sorge spontanea: dopo aver utilizzato per due mesi e più il Viltrox AF 20/2,8 serie Air (obiettivi fissi di piccole dimensioni e privi della ghiera dei diaframmi), ma cosa ne pensi rispetto al tuo Z 20/1,8 che possiedi fin dalla sua uscita nel marzo di quattro anni fa? Dove i relativi test (Nikkor S e Viltrox) non possano determinare "a distanza" un punto di vista soggettivo, ma condivisibile per dare modo ai lettori di Nikonland di formarsene uno proprio, a distanza di un mese dall'articolo sul Viltrox, torno a parlarne per chiarire ogni ragionevole dubbio in proposito. Le differenze che separano i due progetti non sono solo di prezzo (il Viltrox costa 7 volte meno del Nikkor) nè tantomeno di sola luminosità (quella del Nikkor è di uno virgola un terzo di diaframma maggiore) che ne separa le utilità destinando di certo il Viltrox agli usi correnti di un 20mm, mentre il Nikkor a quelli fuori dal comune, proprio grazie alla maggiore disponibilità in available light, (ma sopratutto per la capacità di isolare meglio il soggetto su cui si metta a fuoco, giuoco arduo con un 20mm), quanto per la effettiva differenza dimensionale che fa del Viltrox un obiettivo compatto e da portarsi sempre appresso, mentre limita la scelta per il Nikkor a quelle occasioni nelle quali si sappia con certezza che sia quello e non altri l'obiettivo che assumerà il ruolo di protagonista sulla scena. una bella differenza quella dimensionale e di peso tra i due... Esteticamente invece sembra che Viltrox abbia voluto fare assomigliare questa sua serie economica a quella standard di Nikon, formata da tutta la serie dei fissi f/1,8 usciti nei primi tre anni dalla presentazione della linea Z mount Una differenza sostanziale, ovviamente, quella della presa usb-c per consentire al Viltrox futuri aggionamenti fw, che non dubitiamo seguiranno a ruota quelli sostanziali delle fotocamere Z, (come già successo di recente): ci mancava solo che potessero essere aggiornati direttamente dal corpo macchina Nikon ! Dei difettucci veniali del Viltrox, ho già detto nell'articolo che lo riguarda: distorsione palese sui riferimenti retti a distanza ravvicinata e una marcata vignettatura, non solamente a tutta apertura: tutto facilmente correggibile in postproduzione (non godendo degli automatismi di correzione hw propri delle ottiche Nikkor) Ma una volta corretti questi difetti, quali differenze possono determinare alla scelta chi del diaframma e 1/3 in più di luminosità del Nikkor Z...non se ne faccia proprio nulla, perchè con i suoi 20mm fotografa...come si fotografa perlopiù con un wide di questo angolo di campo, ossia a diaframma chiuso e magari anche senza inquadrare dal mirino, ma dal monitor ad altezza dello stomaco? In questi due mesi di compresenza dei due 20mm nella mia borsa, ho scattato diverse volte con la stessa inquadratura, vicendevolmente coi due. Mi sono fatto l'idea che al netto dei pregi e difetti estremi, non ci sia poi una differenza eclatante di qualità tra questi obiettivi così differenti, già a partire dagli schemi ottici, molto particolari Nikkor viltrox nikkor viltrox nikkor viltrox anche nelle condizioni più estreme di controluce, con il sole dritto in inquadratura e con diaframmi medio-chiuso : nikkor viltrox oppure con esposimetro spot* che chiude drasticamente le ombre, proteggendo le alte luci nikkor viltrox (pur con il solito carico suppletivo di vignettatura del secondo...) Ed anche in condizioni di luce uniforme e diffusa e con diaframma decisamente chiusi nikkor viltrox ...oppure con diaframmi medi nikkor viltrox così pure con diaframmi aperti (TA per il Viltrox) nikkor viltrox ciò che noto è una certa predisposizione del Nikkor ad aprire meglio del Viltrox sulle trame di soggetti contrastati e ripetitivi, risolvendoli chiaramente meglio del cinese, anche in virtù della differente classe di appartenenza, sopratutto quando siano a TA entrambi come nelle due foto di seguito (quindi il Nikkor a f/1,8) nikkor viltrox a maggior ragione, chiudendo il Nikkor all'apertura maggiore del Viltrox nikkor viltrox realizzando differenze ben poco percettibili, se non ad ingrandimenti elevati, qui non consentiti, evidenziabili su grandi formati di stampa. Lasciando inalterate in una normale visione dei files ed in una versatile gestione di contrasto e saturazione, il piacere dell'utilizzo di un angolo di campo davvero esteso, con il quale divertirsi anche ad esagerare, in assenza di dogmi interpretativi. nikkor viltrox nikkor viltrox In fondo un supergrandangolare serve anche a questo e non certamente ad inscatolarsi dentro canoni aulici di ripresa. L'acquirente del Viltrox AF 20/2,8 si divertirà a giocare con un obiettivo che gli è costato poco più di un euro al grammo e non gli impedirà di realizzare immagini molto più corrette e nitide di qualunque altro 20mm f/2,8 fabbricato per Nikon da qualsiasi altro produttore, prima di questo Mentre l'acquirente del Nikkor Z 20/1,8S sarà una persona che non arriva per caso a questo obiettivo di questa luminosità, perchè se ne servirà per le sue riprese di architettura dove troverà un file già perfetto in partenza, scevro da distorsioni curvilinee anche già scattando in jpg e sopratutto in grado di isolare il soggetto su cui ha effettuato la messa a fuoco, in una misura che il Viltrox mai potrà permettere con un livello di nitidezza adeguato alle aspettative del suo proprietario Certamente...le Nikon di elezione per il Nikkor Z 20/1,8S sono le Z9 e Z8, così come una Z7/II dotata di BG, necessario per controbilanciare peso e lunghezza di un fisso che lascia meno di un cm ad uno zoom come il 24-120 (quando li ho accanto capovolti, spesso li scambio per errore) Mentre la gioia di non sentire il peso di un obiettivo come il Viltrox AF 20/2.8 davanti ad una Zf oppure ad una Z 5,6,7 e magari anche davanti ad una DX facendo la tara al taglio di formato indegno della qualità di questo piccolo, ma ottimo obiettivo, è impagabile anche per chi possegga il Nikkor S. Soluzione? Se aveste una Z9 ed una Zf (o una Z5,6,7) comprateli entrambi e scegliete con quale uscire di volta in volta ! Max Aquila photo per Nikonland 2024
  19. A metà aprile abbiamo avuto modo di provare la batteria SmallRig, "sostitutiva" della Nikon EN-EL15c che da questo momento chiameremo rispettivamente SmallRig e Originale. Abbiamo verificato le sue capacità e potenzialità, l'abbiamo usata per video e foto. L'abbiamo ricaricata via porta USB-C, via caricabatterie, via fotocamera. Tutto questo con la Nikon Z8. L'unico inconveniente è capitato quando abbiamo provato ad usarla con la Nikon Zf. Questa si è rifiutata di accendersi, pregandoci di inserire una batteria "adatta a quella fotocamera". SmallRig : una batteria clone della Nikon EN-EL15c con ricarica USB-C Ma su Amazon.it, c'è in vendita - in questo momento scontata a €38 - un'alternativa che sembra un clone conforme della SmallRig è marchiata Neewer, produttore molto noto per accessori fotografici di ogni tipo che ultimamente si sta espandendo anche in campo luci e batterie. arriva in un pacchettino di cartone marrone e nel complesso il packaging è più economico di quello della SmallRig. La dotazione comprende un cavetto USB A->C adatto per la ricarica, qualche pagina di manualetto, la batteria stessa e il cappuccio di protezione. all'arrivo è carica circa al 50%. Collegata ad un caricabatterie da 145 Watt con porta PD, imposta la tensione di ricarica sui canonici 5 Volt, assorbendo intorno ai 2 Ampere per quasi 10 Watt di potenza. La carica completa richiede due ore e otto minuti. non manca un comodo led che avvisa dello stato di carica (rosso in carica, verde, carica completata) ricarica completa da completamente scarica. Poco più di due ore di tempo, 3440 mAh e 17,288 mWh (esattamente come da specifiche di targa). il LED verde -> ricarica completata a confronto con la SmallRig le differenze sembrano solo apparenti (il colore della plastica, l'etichetta). Specifiche esattamente identiche, posizione della porta USB-C di ricarica nella stessa posizione. le tre batterie che utilizziamo da oggi con Z8 e Zf (la SmallRig, come detto, solo con la Z8). *** Abbiamo fatto un rapido test di scarica, registrando video 2K con la Z8. La batteria ha retto per circa due ore e 10 minuti. Più o meno in linea con la SmallRig e con l'Originale. La potenza disponibile è all'incirca la stessa. Nell'uso normale, riteniamo che si otterranno rendimenti simili per le tre batterie, se usate nelle stesse condizioni. Ovviamente questa è una rapida anteprima - la batteria è arrivata ieri e la stiamo giusto testando - per questi dispositivi nulla può "sintetizzare" una prova continuata di qualche mese. Specialmente per quanto riguarda la veridicità dello stato di carica residua e l'effettiva tenuta della carica nel tempo : difetti che in passato abbiamo riscontrato sovente in altre batterie compatibili. Per il momento possiamo registrare il fatto che la batteria funziona, è compatibile sia con la Z8 che con la Zf (e possiamo ritenere, pur non potendolo provare effettivamente, che riuscirà ad alimentare anche tutte le Nikon, sia Z che D, precedenti, che utilizzano la EN-EL15). Il prezzo è interessante. In generale, Nikonland consiglia l'acquisto e l'uso di batterie originali. Quelle sostitutive sono spesso soggette a prestazioni inadeguate e sono a rischio di incompatibilità in caso di interventi degli ingegneri Nikon a livello di firmware. Al momento non ci risulta che queste batterie possano usare la porta USB-C per intervenire a livello firmware ma usino la porta solo per il trasporto dell'energia elettrica. Ma diamo tempo al tempo e finirà che le batterie si comporteranno come gli obiettivi e saranno in grado di seguire le evoluzioni del firmware delle fotocamere. Per il momento ci fermiamo qui. Se qualche iscritto ha esperienza con questa o altre batterie sostitutive della Nikon EN-EL15c e vuole condividere con noi il suo pensiero nei commenti, avrà la nostra gratitudine.
  20. articolo originariamente pubblicato da Lieve su Nikonland.eu il 15 dicembre 2013 Erano cinque anni fa, di questi tempi. Scrivevo il diario d'uso dell'ultima arrivata, l'amata Nikon D3x che cambiò il mio modo di essere fotografo. Cinque anni fa. Oggi, provo a ripetere un beneaugurante diario d'uso con un obiettivo a lungo desiderato che non è esattamente quello che mi aspettavo. Ma come giustamente dice la figlia di Michele, "uffa, sempre aspettare !" Giusto, questo è il Noct moderno, non è quello che volevo ma mettiamolo alla prova. Basta mugugni e soprattutto basta aspettare ... ! Lascio le caratteristiche di targa a chi ama i dati statistici. Segnalo solo che il primo lotto di produzione consta di solamente 3.400 pezzi. E non è proprio diffusissimo, come se Nikon - stesso discorso della Df - non si attendesse grandi ordini. La cosa non mi riguarda molto, questa sarà una prova d'uso. Per ora scatti di test ma giovedì sera ho il primo impegno serio per le prove in chiesa dell'Oratorio di Natale di Bach. L'ambiente ideale e il 58 mm avrà una degna compagna. All'aspetto questo 58 mm si presenta esattamente come il 35/1.4G ottimo performer ma un vero plasticone che ho usato diffusamente con grande diletto finchè non l'ho sostituito con il più solido Sigma. La prima lente è molto incassata ed è molto più piccola del diametro nominale del passo filtri di 72 mm. Insomma, potevano anche farlo più piccino, non c'era bisogno di queste esagerazioni ... ma comunque sta bene in mano e sta bene su un corpo tipo quello della D800 o della D4. Non saprei dire su una DX ma credo che sarebbe sprecato ... il paraluce è in pura plastica cinese, marchiata ... con orgoglio, diversamente dal frontale dell'obiettivo che è anonimo. Capisco che si tratta comunque di un qualsiasi pezzo di plastica ma quanti centesimi in più sarebbe costato fare anche quello in Giappone ? la confezione è economica come da costume Nikon di questi tempi. Un blister difficile da schiudere, tipo quello dei vecchi marrons-glaces Motta, la pochette in imitazione di alcantara, il paralucione, il mini-libretto di istruzioni e la garanzia internazionale. Per quanto mi riguarda il tutto ritorna dentro alla scatola, paraluce compreso. Se troverò un adeguato paraluce in metallo userò quello. Altrimenti ne farò a meno, non credo che serva effettivamente con quella prima lente incassata come quella del 60/2.8 le proporzioni dell'oggetto si vedono chiaramente se raffrontato con gli altri miei normali : a giro da sinistra : Nikkor 50/1.4D, Nikkor 58/1.4G, Sigma 50/1.4, Nikkor-H 50/2, Nikkor 50/1.2 AIs, Voigtlander 58/1.4 SL II, Nikkor-S 50/1.4. In mezzo il Minolta 58/1.2 "nikonizzato" diy. qui a sinistra il 58/1.4G, in mezzo il Sigma 50/1.4 HSM (appena più piccolo ma 140 grammi più pesante) e il pigmeo Nikkor 50/1.4D. i miei tre 58 mm : Nikkor 58/1.4G, Minolta Rokkor 58/1.2, Voigtlander 58/1.4 SL II l'anormale e il normale : Nikkor 58/1.4G e Nikkor 50/1.4D Bene, finite le presentazioni, come va ? Innanzitutto qualche considerazione. E' grosso ma è un volume d'aria. In mano è leggero. Ma si impugna bene. Il motore a me sembra del tutto identico a quello del Nikkor 35/1.4G ed inferiore ai pari-classe Sigma. Veloce ma non velocissimo. Ha appena un ronzio fastidiosetto a cui non ci si abitua se invece si è abituati agli altri motori SWM totalmente silenziosi. E va bene, non è un obiettivo da corsa. Le mie due mire standard di questi tempi : a tutta prima una buona prova in entrambi i casi, il confronto con Voigtlander e Minolta sarà oggetto di ulteriore approfondimento ma siamo sullo stesso piano. E non è un cattivo inizio (!). Arthur al filo del mosso (1/60'' su D800E, un azzardo). Foto intera e crop. Salvo quando specificato, le foto saranno tutte a tutta apertura. Blackey con il suo regalo di compleanno (giovedì ha compiuto 3 anni) Johnny : il piccolo farabutto di casa (!) sunset. Di questi tempi bisogna accontentarsi. non siamo sui piani onirici del Rokkor ma qualche cosa si intravvede la vite della persiana dettaglio. Notate l'aberrazione cromatica diffusa (cerchiolini verdi e magenta mentre ci si allontana dal punto di fuoco). Lo "sferocromatismo" o aberrazione sferica è diffusa (come lo è anche nel Rokkor 58/1.2 che però ha 40 anni ...). Si corregge in post-produzione ma mi mette un pò in ansia. Si, perchè non ho capito se ha un pelo di front-focus oppure dipende dall'aberrazione cromatica. Insomma non sono convintissimo che sia sempre perfettamente a fuoco con la D800E. anche qui una prova abbastanza simile a quella del Rokkor 58/1.2 (ricordo che il Rokkor 58/1.2 è più o meno il cugino dell'originario Noct-Nikkor in termini di calcolo e costruzione, solo la versione per medio-borghesi, non per riccastri della city Ma a cosa serve un obiettivo del genere se non a rendere interessanti cose che di interessante non hanno nulla ? nel secondo caso ho il giustificato dubbio che siano più a fuoco le foglioline che il fiore (front-focus o altro ? Lo scoprirò solo insistendo ! ) Volendosi fare del male, guardate il marchio Nikon sul tappo : dettaglio. La ripresa è stata fatta in diagonale. Quindi ? Ma andiamo a riprese più interessanti per me. Perchè dubito che con questo obiettivo fotograferò spesso minerali o vegetali ... o almeno non d'elezione. Ho invitato Charlize in studio. F1.4 F2 F2.8 Charlize ha il pregio di riuscire a stare perfettamente immobile in ogni circostanza e di adattarsi a qualsiasi cosa senza protestare. E anche se fa freddo in studio per lei va bene comunque l'ultima carrellata è sempre ad F1.4, Mano libera, luce in alto a destra a 45°, soft-bank rettangolare piccolo. WB a 3100 °K, tint +13, sviluppo in LR 5.3 con applicazione del profilo di correzione Adobe per il 58/1.4 appena pubblicato. Vi invito a leggere i commenti a questo articolo perchè ne fanno parte integrante e rappresentano il diario di uso del primo mese di questo 58 mm in casa mia e passo alle conclusioni di questa esperienza. Conclusioni Nikkor 58/1.4G, Nikon Df, F2 Nikkor 58/1.4G, Nikon Df, F2.8 ai miei fini basterebbero queste due foto per completare il quadro. In studio tendo ad utilizzare il 60 mm F2.8G micro per le riprese intere e anche per i primi piani perchè decisamente più corretto e preciso del 50 mm. Quei dieci millimetri hanno sempre fatto la differenza. Però è un micro ed è valido solo ai diaframmi intermedi, diciamo da F8 a F11. Questo 58 mm mi permette il mezzo piano e il primo piano dei miei soggetti di elezione - le persone - ma ad un diaframma aperto e con uno sfuocato che il pur eccellente 60 micro non si sogna di esibire. Ad F1.4 il 58 mm è già validissimo, ad F2 mostra il suo carattere e ad F2.8 spicca il volo diventando addirittura brillante. Francamente non ho utilizzato i diaframmi più chiusi e non penso che ne farò uso se non in condizioni speciali. Insomma, come va ? PRO E' un obiettivo che si apprezza nell'uso, già al primo scatto. 58 è l'inverso di 85. Questo 58 mm è semplicemente un 85 più corto. Che di notte permetta di fare circolini di luce corretti e senza coma a me interessa come sapere che c'è vita a 177 parsec di distanza dalla Terra. Ma se avete la sensibilità di leggere le foto a corredo di questo test sapete di cosa sto parlando ... diversamente non ho il minimo interesse a convincervi di alcunchè. Non compratelo, non vi serve e non ve lo meritate CONTRO La costruzione, pur essendo decorosa non è all'altezza delle aspettative. Il fusto è inutilmente enorme, perchè dentro la struttura è molto simile a quella di un 50 mm F1.4 o F1.8. Probabilmente è voluto, da un lato per avere un aspetto simile a quello del 35/1.4G e renderlo ben differente dai più compatti 50 mm "cinesi", dall'altro per ragioni di marketing e giustificarne l'altro punto negativo che è, ovviamente, il prezzo principesco a cui è posto in vendita. CONSIGLIATO ? E' un obiettivo di nicchia, lo sconsiglio in generale e lo consiglio solo a chi ha il 58/1.2 Noct-Nikkor e necessita per certi casi anche dell'autofocus. Oppure a chi, come me, richiede espressamente quelle che sono le caratteristiche peculiari di questo obiettivo. Ed è disposto a pagarne il prezzo, sapendo che saranno pochi sulla terra a poterne parlare compiutamente perchè lo possiedono. Inutile paragonarlo al 55/1.4 Zeiss che ha altre prerogative e altri limiti, e con il prossimo ed eccezionale Sigma 50/1.4 ART non avrà nulla a che spartire ... nemmeno la focale. Questo Nikkor non è uno strumento di laboratorio, non è stato pensato per eccellere nelle misure strumentali, no. E' uno strumento artistico che porta umanità alle nostre foto. E il cielo sa se c'era bisogno in questa epoca dominata dalla tecnologia arida e priva di sentimento ... Grazie Nikon !
  21. Guardiamo il lettore. Il ProGrade PG05.6 è un lettore singolo di schede di memoria CFexpress. Ha interfaccia USB 4.0 ed è stato espressamente progettato per permettere il massimo delle prestazioni dalle nuova schede prodotte con lo standard CF 4.0 Le specifiche, emesse da CFA la scorsa fine di agosto (ne abbiamo dato notizia qui ) promettono teoricamente un raddoppio di prestazioni. Le "nuove" schede restano perfettamente compatibili sia elettricamente che meccanicamente con l'esistente parco macchine e lettori. Ma, ci sono due ma. 1) per il momento non esiste sul mercato alcuna fotocamera in grado di sfruttarne a pieno le capacità 2) per leggerle e scriverle alla massima velocità lato computer, ci vuole un lettore USB 4.0 e una porta USB 4.0 ad alte prestazioni. Altrimenti ? Altrimenti, niente. Le nuove schede saranno del tutto identiche alle precedenti CF 2.0 Quindi l'investimento è da vedere in prospettiva futura. Salvo che non scattiate così tanto da vedere dei vantaggi dalla elevata velocità di lettura. Ma torniamo al nostro lettore. é ben confezionato, come da standard ProGrade. in dotazione c'è un cavo USB 4.0 certificato per una elevatissima banda passante. E una piastrina metallica dotata di biadesivo da attaccare ad un piano per sfruttare la base magnetica del lettore (se il vostro computer non ha superfici metalliche sopra cui ancorarlo). la fessura per l'inserimento della scheda e la porta USB 4.0 prodotto a Taiwan esattamente come le nuove schede ma progettato e brevettato in California. qui a sinistra, a confronto con il meno prestazionale precedente modello, con porta TB 3. qui ripresi al posto di lavoro sopra al case del desktop dotato di porte TB/USB 4.0 *** La scheda in esame è una delle prime ProGrade 4.0, disponibili nei tagli da 512 GB, 1000 GB e 2000 GB. In pratica quella che stiamo misurando è quella più piccola. Questa è la serie Gold, quella meno prestazionale. La serie Cobalt, nella generazione 4.0 è per ora limitata al taglio da 1.300 GB ed un costo di circa 1 euro al giga più IVA. la scheda è inserita in un blister bianco. sopra all'involucro corazzato è indicato il taglio, le prestazioni "promesse", e il marchio CF 4.0. Attenzione a non confonderle con le precidenti che non riportano il marchietto 4. dietro alla scheda di sono i marchi di conformità con il numero di matricola e il Made in Taiwan (come tutte le schede di fascia alta; anche le Lexar migliori sono fatte a Taiwan, nonostante Lexar sia cinese mentre ProGrade è californiana). *** Appena arrivata la scheda l'abbiamo subito misurata con gli usuali strumenti di test. temperatura a riposo. Notare lo standard indicato NVM Express 1.4, per PCIe 4.0 a doppio layer La scheda come vede in questa schermata è nuova, alla prima "accensione". Dopo i test si è appena scaldata mentre dopo una scrittura di dati per circa 325 GB la temperatura è salita ma non ai livelli che registravamo con le prime Lexar o ProGrade di seconda generazione. Purtroppo le prestazioni - elevatissime in lettura - si sono sulle prime rilevate deludenti lato scrittura. tanto da suscitarci delusione. Abbiamo scritto una mail per segnalare queste sensazioni all'assistenza online americana. Ci ha risposto subito Ingrid di ProGrade, promettendoci un aggiornamento firmare (per ora non ricevuto) ma soprattutto consigliandoci di attivare la cache in scrittura del lettore. La cache in scrittura ? Ma non è di default. No, è di default per i dischi fissi, non per i lettori. Vallo a sapere. Ecco come si attiva la cache in scrittura (per Windows, Gestione Dispositivi -> Proprietà -> Criteri) fatto questo, è cambiato il mondo : ed abbiamo effettivamente registrato prestazioni allineate con quelle promesse. Ed effettivamente le maggiori sinora riscontrate nel nostro laboratorio. anche lato video, di fatto Balckmagicdesign certifica che la scheda è adatta praticamente a tutti i formati tranne il 12K60P in formato DCI e codificato H.265 (ammesso che qualcuno abbia questa risoluzione nella sua ... videocamera). Per confronto, abbiamo misurato le altre schede di casa con il nuovo lettore, ottenendo prestazioni elevate ma NON così elevate Lexar Diamond da 256 GB Lexar Gold da 1 TB ProGrade Cobalt da 325 GB *** All'atto pratico la scheda non è realmente così veloce, almeno non nella copia continua di cartelle di grandi dimensioni. lettura scrittura semplicemente perché è tutto un gioco di equilibri tra cache, memoria di sistema, attività, buffer e tutto quando fa spettacolo in un computer desktop. così che la scheda spesso finisce per andare al picco, utilizzo del 100% e tempo di risposta anziché 10-20 ms, 2 secondi. Poco male, a 800-900 MB/s ci vuole veramente poco per scaricare le foto scattate. Ma, insomma, nulla di troppo diverso da quanto fanno le altre schede. In definitiva se dovessimo dire che vale la pena comprare queste schede per accelerare le attivi di trasferimento file diremmo che ... probabilmente no. *** E le prestazioni della Z9 ? Come avevamo anticipato, nessun vantaggio pratico. Scattando a 20 fps, NEF con compressione senza perdita (il file più grande che può fare la Nikon Z9), abbiamo queste performance : Lexar Diamond : 83 scatti ad azzeramento del buffer, dopo di che si procede a 18-19 scatti al secondo ininterrottamente Lexar Gold 2a Serie : 82 scatti ad azzeramento del buffer, dopo di che si procede a 18-19 scatti al secondo ininterrottamente ProGrade Gold 4 : 73 scatti ad azzeramento del buffer, dopo di che si procede a 18-19 scatti al secondo ininterrottamente ProGrade Cobalt 2 : 72 scatti ad azzeramento del buffer, dopo di che si procede a 18-19 scatti al secondo ininterrottamente poco differente la prestazione con i file compressi TicoRaw. Appena meno che raffica ininterrotta, con compressione media, raffica infinita con compressione elevata *** Conclusioni ProGrade è arrivata prima ed offre una gamma completa di schede CFexpress di tipo B, CF 4.0 Le Cobalt sono per ora disponibili solo nel taglio da 1.3 TB, le Gold vanno da mezzo tera a 2 terabyte. Con le nostre attuali fotocamere non ci sono incrementi di prestazione. Non sono possibili interventi di tipo firmware al riguardo, perché ci vuole che le fotocamere siano in grado di impegnare i due layer delle schede, e ci vuole una predisposizione hardware sulla scheda madre per farlo. Quindi è una cosa che vedremo nella prossima generazione. Z9 II ? Z9s ? Z8 II ? Non lo sappiamo. Lato desktop, teoricamente ci possono essere dei vantaggi dalla maggiore velocità promessa. Praticamente però è tutto da dimostrare. Vantaggi ? Sono schede più moderne delle precedenti. Sembrano reggere meglio le temperature rispetto alla prima generazione (problema già risolto da Lexar con la seconda generazione). Ma soprattutto hanno un prezzo onestissimo. Questa 512 GB è costata da Amazon.it 200,99 euro. Il taglio da 1TB costa 444 euro e quello da 2TB per chi fa video, 890 euro (non dimenticatevi del lettore, da acquistare solo se avete una porta USB 4.0 che costa da solo 111 euro). Ci sembrano prezzi tali da entrare in concorrenza praticamente con tutti gli altri marchi. Anche se, alla prova provata come sembra a noi da questi test effettuati in casa, non ci sembra che ci sia alcun vantaggio pratico (per il momento) dall'aver implementato le nuove specifiche CFA. Detto questo, siamo certissimi che presto Lexar e gli altri, lanceranno i loro prodotti concorrenti che probabilmente andranno in competizione agguerritissima, sia per prestazioni che per prezzo, con queste schede. Insomma, prepariamoci per la seconda generazione della Z9 con le munizioni giuste !
  22. Ne ha già parlato ampiamente Max nei suoi articoli (per esempio qui). Per questo non mi dilungo troppo sulle presentazioni. Questo è il suo, in prestito per poterne parlare ancora. Perché su Nikonland ci piace offrire punti di vista anche differenti. Pensiamo non sia una perdita di tempo ritornare su un apparecchio già presentato. Anzi, crediamo sia sempre bene farlo quando questo non è più una novità ma ci sembra che sia interessante sul piano pratico, anche per ricordare opportunità differenti a fotografi che intanto magari hanno perso di vista quell'oggetto. E quindi eccolo qui, sposato da quando è arrivato a casa, con la mia terza Zfc, quella interista che già si prepara a festeggiare il 72° scudetto. così di tre-quarti non si riconosce perché il furbissimo paraluce nasconde le iscrizioni. che però restano abbastanza poco visibili. Insomma, non è un oggetto da esibire. Non ha filetti rossi, non ha un nome che finisce con CRON nè con LUX o RON. 24mm f/1.7, che io ricordi non è una luminosità massima consueta per Nikon. Ma forse mi confondo, solo che così mi ricorda più Pentax. Dicevo del paraluce, è conico, a vite, in plastica, leggerissimo, non aggiunge nulla al peso dell'obiettivo e ne fa da complemento elegante. l'obiettivo di se è in plastica, baionetta inclusa io non grido allo scandalo, ci sta su queste latitudini di prezzo e su queste fotocamere. Non sarà mai montato nemmeno per sbaglio su una Z9 e su una Zfc d'uso gentile non si noterà la baionetta di plastica. Che comunque all'occorrenza si cambia esattamente come una in ottone o in lega leggera. ma credo che solo così si possano avere da Nikon obiettivo compatti, leggeri e dal prezzo contenuto. Chi mai vorrebbe un equivalente DX di un 35mm f/1.8 a più di 300 euro ? Io non lo comprerei mai. Piuttosto (come ho fatto) andrei a cercarmi in outlet, un 35/1.8 S. Uffa, avevo detto che non mi sarei dilungato e invece ... Andiamo alle foto. L'ho usato con il brutto e il cattivo tempo, sempre su questa Zfc. Ne ho ricavato belle foto, fatte in scioltezza. E' un obiettivo facile da capire e da sfruttare. Come si conviene - credo - a questo progetto. permette in due passi di cercare punti di inquadratura diversi. Pur essendo comunque un 24mm (con la sua curvatura di campo e la sua distorsione prospettica) offre un angolo di campo su Zfc pari a quello di una visuale umana appena allargata. che sia campo aperto, oppure scorci viste particolari spazi larghi o stretti visuali o entrare nella scena in modo abbastanza discreto senza forzare troppo il soggetto Consente anche di vedere le cose in modo più artistico, come quella mattina che mi ispirava la nebbia. e poi è uscito improvvisamente il sole ma io avevo caricato con la pellicola in bianco e nero ... Insomma, fotografia. Che avevate capito ? E' un obiettivo da uso, non di quelli da sfoggiare. Con cui, con poca spesa, si ottiene molto. Che altro aggiungere ? PRO E' luminoso ma non impegna, né in pesi/ingombro, né nel costo la luminosità è sufficiente per fare foto in luce disponibile il complesso delle prestazioni è secondo le caratteristiche del progetto (distorsione/nitidezza/resistenza in controluce) il paraluce è strano ma geniale nelle sue prerogative è l'unico Nikkor Z DX fisso e luminoso, altrimenti si deve prendere un Nikkor S o un Viltrox CONTRO il paraluce per me è piccolo. L'invito conico mi porta a mettere le dita davanti alle lenti e me ne accorgo solo dopo che ho scattato presenza di aberrazione cromatica assiale evidente il diaframma è il suo punto debole. Non chiude a più di f/11 (ma dai, nel 2024 ?) e la sua forma è stramba. anche per questo, lo sfuocato non è il suo forte evidente l'aberrazione cromatica magenta e verde sulle linee dei cavi sfuocato decente ma non indimenticabile. Punti luce influenzati dallo strano diaframma che non offre una forma regolare e la butta in "cipolla" : dettaglio di una rappresentazione (doppia) della forma del diaframma su un particolare in primo piano Per il resto, si ha ciò per cui si è pagato. Ma siamo dentro ai parametri dell'oggetto, secondo me. Sayonara.
  23. Proprio così: il signor Megadap ha inteso costruire il suo adattatore che rende AF le ottiche MF su fotocamere Nikon Z Verrebbe da chiedersi in prima battuta: ovviamente sarà un adattatore a baionetta F su Z... !!! Ed invece no, probabilmente per evitare l'ira funesta della Casa di Tokyo che in quel caso avrebbe avuto da ...obiettare qualcosa, Mr.Megadap che non lascia traccia di sè neppure nel sito dedicato se non per una mail di riferimento, ha preferito costruire un adattatore per ottiche Leica M su fotocamere Nikon Z... Ma ovviamente...nulla osta a mettere davanti la storica ed elegante baionetta LM, qualsiasi altro adattatore meccanico (privo di contatti elettrici) per utilizzare l'universomondo di obiettivi MF fin qui prodotti, anzi...nella pagina/prodotto del sito, Mr.Megadap ce ne mette una caterva a disposizione tra i quali fa capolino, ovviamente, anche quello Nikon F !!! Nikonland è un sito di curiosi, possessori di ogni bene del listino Nikon di oggi e del passato anche remoto: volete che non ci mettessimo a provare questa annunciata meraviglia? Andiamo per gradi però: seguendo il percorso consigliato dalle istruzioni per l'uso...: Megadap si presenta come un apparecchio ben strutturato, tutto in metallo, costituito da una baionetta di innesto ottiche LM dotata di una ben prominente leva di sblocco e priva di qualsiasi contatto elettrico, dato che vi monteremo sopra obiettivi Manual Focus Girandolo, troviamo oltre alla baionetta di innesto alle fotocamere Nikon Z, la relativa contattiera per comunicare elettricamente tra fotocamera ed adattatore... dato che il cuore della trasmissione dei dati di fuoco ed esposizione è contenuto per intero nella basetta che finalmente ci dà qualche dato di fabbrica. (particolare della gola dell'innesto, che determinerà l'escursione di quei 6,5mm che consentiranno la movimentazione delle ottiche applicate) l'adattatore è inoltre dotato di presa micro USB che serve ad aggiornarne il fw (attualmente siamo alla versione V.1.3.1) La prima cosa che viene consigliato nel sito da fare, è proprio quella di controllare la versione fw dell'adapter, scollegato dalla fotocamera. La seconda...quella di stabilire che ottica montare e registrare, con un sistema tanto empirico, quanto efficace, la sua focale scattando una foto a un determinato valore di diaframma e, immediatamente dopo, spegnere la fotocamera. Alla sua riaccensione e in tutte le foto successive che verranno scattate con questa registrazione iniziale, troveremo nei dati EXIF la focale in uso ed il valore di diaframma utilizzato per ogni foto ! Roba da non credersi, abituati con Nikon Z ormai ad aver dovuto fare a meno di ogni rilevamento EXIF per obiettivi MF, a causa dell'assenza del simulatore di diaframma presente sulle DSLR... L'elenco di corrispondenza tra il valore di diaframma per impostare i dati e la focale corrispondente, è nella pagina/Manuale del sito e come potrete vedere, ha una limitata quantità di lunghezze focali, classiche del mondo Leica M (troviamo lunghezze focali caratteristiche come i 21mm, i 75 ed i 90, sconosciuti ad altri produttori) Perchè tra le verie raccomandazioni del produttore c'è anche quella che il Megadap sia ottimizzato per scattare a valori da f/1,4 e f/5,6 pur consentendo l'utilizzo di ogni altro (ma con possibili sovra o sotto esposizionei) Inoltre, ed è ben comprensibile, gli obiettivi con elicoide di maf molto esteso, vanno prefocheggiati nei pressi del soggetto sui cui la limitata escursione del Megadap (6,5mm) potrà consentire a quel punto di avere buona ...presa. Ancora...è possibile scattare con tutti i modi AF delle Nikon Z, tranne AF Pinpoint che essendo il modo a solo contrasto di fase viene espressamente escluso. Nell'utilizzo in questi giorni di questo adattatore, ho notato come sia veramente efficace ogni altro tipo di lettura AF della fotocamera, compresi AF Auto e Auto Wide e Small, ognuno dei quali si attaglia a determinati soggetti nelle riprese fotografiche ed in quelle video. Sono però partito dall'uso del Megadap con ottiche Leica M, avendo per coincidenza a disposizione due TTartisan, il 50/0,95 ed il 35/1,4 con i quali ho realizzato il mio training con questo sorprendente adattatore. ben visibile in questa coppia di foto, l'escursione del blocco di movimentazione degli obiettivi sul Megadap: pochi mm che consentono la rivitalizzazione di ottiche MF e qui lo stesso...con ottica montata. A cosa possa servire un attrezzo del genere è presto detto: la sua lentezza operativa ed il rumore di trascinamento ne fanno un ausilio per generi dove la fretta non la faccia da padrona, MA... si desideri conferma dell'avvenuta cattura del soggetto su cui mettere a fuoco. Nello specifico, scrivo da molti anni ormai che gli ausili correnti sulle mirrorless, come il focus peaking a spettro di colore, siano francamente del tutto inutili con obiettivi come i grandangoli oltre i 35mm, con i quali mi risulta impossibile comprendere la soglia effettiva di fuoco, essendo caratterizzati da una grande pdc. Ma ancor di più oggi, con l'avvento di obiettivi dalla focale fissa di enorme luminosità, come per l'appunto quel TTartisan 50/0,95 con il quale non si avrebbe mai la certezza del raggiungimento di una maf precisa, con gli aloni colorati. Ebbene, con questo adattatore di terze parti oggi, selezionando AF-S e punto singolo o Auto Wide/Small, otteniamo questa conferma di fuoco sulle nostre Nikon Z E sopratutto...riusciamo a riportare sugli EXIF i dati di esposizione insieme a quelli della focale e del diaframma in uso ! E' per questo che il mio training su Leica è volato via in pochissimo tempo, durante il quale ho comunque capito che con obiettivi con escursione dell'elicoide di messa a fuoco limitata, basta lasciare vicino ad infinito la ghiera manuale e il Megadap farà il resto, mentre con gli obiettivi più specifici (tele, macro) bisogna intervenire lasciando loro il margine utile di lavoro. Il primo adattatore Nikon F- Leica M che ho comprato su Amazon era inadatto: di marca Urth, possiede una ghiera di blocco, zigrinata, incomprensibile, che non ne consente l'accoppiamento al Megadap, molto convesso al suo interno (neppure facendo preventivamente venir fuori l'elicoide dell'adapter) Urth...urta e si rovina... Non compratelo Io ne ho presi due (pensando che il primo fosse difettoso) e li ho entrambi restituiti, prima di arrivare ad un consueto K&FConcept, assolutamente perfetto che si accoppia alla perfezione ... e finalmente porta a casa il discorso in questione...!!! avendo a disposizione una vasta platea di candidati a questo...matrimonio intanto guardate questo video...pur sapendo bene come questo non sia ...il mio ambito megadap.mp4 scusandomi ancora per la ...laconicità del video, le foto man mano scattate, sono state riprese come detto con un Nikkor 24/2 del 1977 Cominciamo da questo splendido Nikkor 50/1,8 AiS (ultima serie prima degli AF) che sembra nato per stare sulla Nikon Z7 su cui sto facendo questi esperimenti come il suo successore... il primo 50/1,8 AF assolutamente MF su ogni Nikon Z (come anche tutti gli altri AF ed AFD) (il video e le foto di servizio ad adattatore ed obiettivi, sono state realizzate con la Z50 ed il suo 16-50 DX) Passiamo poi per lo stupor mundi tra tutti gli standard luminosi MF bello già soltanto da fotografare lui stesso così come faccio con questo altro campione, il Micro Nikkor 55mm f/3,5 half lifesize del 1970 che col Megadap va seguito, prefocheggiando sul soggetto, visto l'infinito elicoide di maf senz'altro uno dei miei obiettivi Macro di riferimento, ancora oggi e ancor di più, con questo Megadap, che finalmente mi da agio di utilizzarlo su Z andiamo sui wide? Facciamolo con una new entry delle mie vetrine, il Nikkor 20mm f/4 supersimmetrico del 1977 compatto, semplice e però...f/4, quindi impossibile da focheggiare a mano con precisione su ML, con i sistemi tradizionali Credo di essermi spiegato: funziona, tossisce ma poi ...si schiarisce la gola e acchiappa il soggetto, soffre molte antiche cose di cui soffrivano gli AF di prima generazione, ma consente di sapere se un obiettivo wide o molto luminoso (o tutt'e due le cose) sia realmente a fuoco sul piano richiesto. Costa 399 euro, che non è poco (a cui sommare l'acquisto dell'adattatore per Nikon o per ogni altro obiettivo vogliate usarci sopra): ma già solo per il fatto che mi riporta sugli EXIF della Z la lunghezza focale ed il valore del diaframma in uso mi sa che lo terrò... Secondo me tra l'altro, continueranno ad aggiornare il fw... Ben fatto, Megadap MTZ11 ! Max Aquila photo (C) per Nikonland 2021
  24. Guarda che deve arrivare GLS con un obiettivo nuovo. Ma oggi è festa, l'8 dicembre ... Abbaia George, lui è il sistema di sorveglianza e avvistamento precoce corrieri. Li sente arrivare che sono ancora all'incrocio. Si ferma il furgone bianco davanti al cancello : "lo poggio qui sul muretto, perché devo finire il giro in fretta". Va bene, arrivo di corsa perché sta piovendo ... La scatola di cartone è anonima, non lascia presagire cosa ci sia dentro. E' appena giusta per contenere, l'altra scatola di cartone interno. eccolo qui sul tavolo di lavoro dello studio. Non riporta marchi. Certo, è un Nikkor Z. Arriva da Nital, lo testimonia il sigillo di garanzia. Ma per sapere cosa c'è dentro, bisognerà aprirlo ... *** Stay tuned ...
  25. Constatando ancora un notevole interesse di una parte degli iscritti verso le reflex Nikon, ci siamo fatti rimandare una Nikon D780, insieme ad un piccolo kit di ottiche adatte. La domanda a cui ci siamo prefissi di rispondere è se sia ancora il caso di acquistarne una a fine 2023. La D780 è sostanzialmente l'erede della linea iniziata nel 201w con la D600 e proseguita poi con la D610 che ne rappresenta una evoluzione. La D750 ha portato le ultime migliorie al progetto con quel sensore da 24 megapixel. Poi, forse a sorpresa, nel 2020 è arrivata la D780. Nonostante le apparenze - è difficile da distinguere a prima vista da una D750 - rappresenta un notevole passo avanti. In pratica la D780 integra la gran parte delle novità della Nikon Z6, almeno quelle integrabili e compatibili con la visione a mirino reflex. Si tratta di una bella reflex con un buon otturatore in grado di raggiungere un tempo più breve di 1/8000'' che una volta era esclusiva delle super-professionali, a 12 scatti al secondo. Secondo l'ultima tendenza non incorpora il mini-flash pop-up sul pentaprisma. In compenso porta in dote tutta l'elettronica della Z6 - sensore, processore, otturatore - mantenendo specchio e mirino ottico. Le memorie sono due, entrambe SD. La batteria è l'ultimo modello, la EN-EL15c. La porta di comunicazione è USB-C, ultimo standard di mercato, che consente oltre al trasferimento dei dati, anche la ricarica della batteria o l'alimentazione in corso di utilizzo. Anche per mezzo di un powerbank, quando siamo lontani dalle prese di corrente. é perfettamente integrata negli ultimi sistemi di controllo via software Nikon. Nella foto qui sopra l'ideale rappresentazione del pacchetto : scheda SD veloce batteria EN-EL15c ricarica via porta USB-C con powerbank opzionale controllo via app Smartphone (in questo caso su iPhone 15 Pro) i tre obiettivi che abbiamo provato, sono perfettamente adatti all'uso (forse il 58/1.4G è esagerato come normale, ma oramai si trova a prezzi interessanti anche sull'usato). Il 70-300 AF-P ci era molto piaciuto a suo tempo, tanto che lo abbiamo impiegato spesso anche con le prime Nikon Z. Il 20/1.8G non ci era mai capitato in mano. Ed è un obiettivo interessante. Questo kit consente di fare tutte le foto che si vogliono fare. Ma il mercato è esageratamente ricco di proposte di obiettivi compatibili con l'attacco F, sia da Nikon che da produttori differenti, da Tamron per arrivare a Zeiss. Potenzialità Ma ritorniamo alle caratteristiche. L'Expeed 6 la rende una macchina veloce. A 12 scatti al secondo si fanno 73 scatti consecutivi in formato RAW che diventano 100 in JPG Fine con una SD Lexar 1800x, scheda perfettamente adeguata a questa macchina. Non saranno prestazioni da ammiraglia dello sport, ma una volta i 6-8 scatti al secondo sembravano esagerati. E ricordiamoci che la bella Nikon D850, non va oltre i 7 scatti al secondo con il suo file da 45 megapixel. Qui abbiamo un sensore di derivazione Sony da 24 megapixel - analogo a quello di Z6/Z6 II/Zf - dotato di elevata dinamica e caratteristiche di basso rumore ad alti ISO che sono in grado di raffrontarsi a testa alta anche con le ammiraglie - sia reflex, come la D6 che mirrorless come la Z9. All'atto pratico - c'è articolo specifico in questa stessa sezione di Nikonland.it : qui - la macchina si è dimostrata perfettamente a proprio agio anche a 25.600 ISO, con puntate ai 51.200. Prestazioni perfettamente alla portata, esponendo bene in modo tale da non dover forzare l'apertura delle ombre in sviluppo, ed intervenendo quando serve con i soppressori di rumore in AI di Lightroom. Per chi si trova bene con l'ergonomia e i paradigmi delle reflex, la D780 offre un buon corpo macchina e buone prestazioni. Le manca solo, per scelta, un battery-grip aggiuntivo. Ma sicuramente non è questo il target della macchina che vuole essere eminentemente amatoriale. In più, nel firmware della D780 sono state inserite opzioni interessanti, come i tempi di posa estesi (vedere l'articolo relativo in questa stessa sezione di Nikonland.it : qui) e la routine di scatto con cambio di messa a fuoco automatico (focus stacking) che noi abbiamo sperimentato in due articoli separati (qui e qui). Ma il bello deve venire. Se impostiamo il Live View e nelle opzioni abbiamo indicato "fotografia silenziosa", la D780, a specchio alzato, si comporta esattamente come una Nikon Z6. nel senso che possiamo vedere l'anteprima dello scatto, con l'esposizione corretta, già al display posteriore. Possiamo impostare messa a fuoco ed altre caratteristiche vedendo in tempo reale gli effetti. E da li scattare, senza alcun rumore né vibrazione, esattamente come se avessi una Z6 su treppiedi. In questo, la D780 è straordinariamente più avanzata della Z850, avendo l'autofocus a rilevazione di fase con una matrice analoga a quella della Z6 (la D850 si deve contentare della solita messa a fuoco a contrasto, lenta e farraginosa, con alzo e discesa dello specchio quando scattiamo e con una visione a display molto granulosa). In questo modo abbiamo potuto fare scatti fermi anche a tempi insospettabili, esattamente come siamo abituati a fare con le Nikon Z. Peccato solo che il sensore non sia stabilizzato. Ma probabilmente il gruppo di stabilizzazione non poteva essere integrato nel corpo macchina della D780 senza una riprogettazione completa ed antieconomica. Quindi, con il solo limite che queste capacità si esplicitano solo a specchio alzato e quindi a mirino ottico oscurato, la D780 è una macchina ibrida perfetta. Ponte ideale tra le reflex e le mirrorless Z. Anche nel video, la Z780 passa per una Nikon Z, decisamente meglio di una D850 o di una D5. della ripresa a tempi estesi (fino a 15 minuti senza utilizzo di intervallometro esterno o di sistemi più artigianali) abbiamo detto. Questo apre alla fotografia creativa (come il light painting) oltre che alle riprese astronomiche. Ci permettiamo di sottolineare ancora la presenza della porta USB-C che permette di dimenticare il caricabatterie a casa, di ricaricare la batteria o alimentare la fotocamera anche quando la si sta usando, magari per riprese lunghe ripetute. Da quella porta possiamo anche far passare dati, comandare la fotocamera via filo se siamo in studio, con trasmissione rapida. Per tutte le occasioni in cui Nikon Snapbrige è inefficiente o instabile. La D780 comunque ha una rapida connessione sia via WI-FI che via Bluetooth. Nikon D780 con davanti un Nikkor F 20/1.8G, posizionamento in bolla quasi perfetto e distorsione appena percepibile, come piace a noi. Insomma, crediamo di aver descritto un quadro completo e interessante che ci consente di andare a rispondere alla domanda iniziale. *** Dai primi rumors pensiamo di immaginare che dopo la Z8 e la Zf, nel 2024 ci sarà l'avvicendamento della Z6 II con un modello più avanzato. Ha ancora senso andare a ricercare una reflex, nuova, a fine 2023 o a 2024 inoltrato. Probabilmente la risposta l'avete già in mente. Avete un corredo di ottiche F importante, non vi convince usare un adattatore (sebbene l'FTZ sia perfettamente efficiente, almeno con gli obiettivi SWM o AF-P) ma soprattutto siete ancora legati al mirino ottico e alla messa a fuoco con sensore separato. Oppure semplicemente perché vi piace ancora il concetto di reflex, il suono rassicurante dello specchio e quello dell'otturatore. L'opposto di quella qual certa artificiosità dello scatto leggerissimo dell'otturatore delle Z (quelle che ne sono dotate) o il suono di scatto elettronico delle ultime Z8 e Z9. Ma non volete farvi mancare le ultime novità permesse dalle Z e che la D780 incorpora (almeno quelle compatibili con l'essere una reflex). E quindi spazio alla messa a fuoco a tutto il frame, con automatismi evoluti e precisione adeguata, senza calibrazione della messa a fuoco. Impieghi creativi, previsualizzazione della scena, magari in funzione di un particolare picture-control. E tutte quelle prelibatezze introdotte con le Nikon Z. Con l'unico, importante limite, di non essere compatibile con le ottiche Nikkor Z, la vera ragione per passare a Z. *** In conclusione ? Volete proprio la nostra opinione ? Noi siamo passati a Z al 100%. E vi consiglieremmo di farlo anche a voi. Le ragioni le abbiamo già implicitamente accennati. In primis i nuovi obiettivi, e poi il fatto che le potenzialità da mirrorless, le Nikon Z le esplicitano nell'uso tradizionale con l'occhio al mirino. Quando la D780 ve lo permette solo su treppiedi ed usando il display posteriore. Ma se siete legati al vostro modo di fotografare, non volete stravolgerlo completamente e cambiare tutto il corredo ma siete "solamente" interessati ad aggiornare il vostro corpo macchina, provando intanto come è l'acqua con un solo piede ... allora la D780 è perfetta. E' la più evoluta ed aggiornata reflex Nikon. Facilmente resterà l'ultima Nikon reflex a listino. Promette una elevata longevità. E' potente, agile, prestazionale, affidabile. Come una reflex Nikon. E' un pò costosa ma già ci sono offerte e probabilmente ancora ce ne saranno finché resterà a listino. Insomma, quindi ? Si, se siete ancora tipi da reflex, e magari avete un vecchio ferro vecchio che comincia a boccheggiare o siete ancora attrezzati in formato DX, pensate ad una D780. I vostri obiettivi probabilmente andranno benissimo anche con lei mentre con una D850 - macchina bella ma oramai invecchiata - forse, forse no. E i soldi risparmiati dal mancato cambio corredo da F a Z, potrete investirli per comperare gli obiettivi dei vostri sogni. Oramai siamo in una situazione in cui il prezzo, lo fate voi !
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