l'ho comprato ad inizio 2020 in un negozio online tedesco che lo offriva a buon prezzo e senza spese di spedizione.
Cercavo un buon treppiedi in fibra di carbonio, compatto, leggero ma robusto, con sezione principale da 36mm e in grado di alzarsi fino ad altezza d'occhio.
Questa è la definizione completa del mio Leofoto LS-365C che nel codice parlante, indica la serie, il diametro della sezione principale (36mm) e il numero delle sezioni di ogni gamba (5).
in configurazione da trasporto è lungo meno di 50cm ed occupa poco spazio anche trasversalmente perché le tre gambe si allineano perfettamente senza lasciare spazio interno (circa 10cm in tutto)
Il peso di 1.77 chilogrammi lo configurano come peso leggero (anche se non peso mosca come certi con gambe di diametro massimo di 25mm) ma le sezioni di 36-32-28-25-22 sono superiori alla maggior parte degli altri treppiedi.
Con una testa come quella che ho deciso di utilizzare in questo caso
ha una altezza minima poggiato a terra e con le gambe aperte, di 54 cm mentre esteso al massimo, sempre con la testa, arriva a superare i 160 cm
La borsa in dotazione è abbastanza capiente
e in questa configurazione contiene oltre alla testa montata, anche una base di livellamento di cui parleremo in fondo a questo articolo.
Le dotazioni sono quelle usuali e comprendono le classiche punte opzionali per sostituire i piedini in gomma quando lo si usi su terreno roccioso (mai nel mio caso) e un set di chiavi oltre al moschettone per appendere contrappesi alla crociera per assicurarne la stabilità in caso di vento forte
materiale che sta tranquillamente nella tasca laterale del treppiedi.
La fibra di carbonio usata è del tipo Toray a 10 strati
il complesso dei blocchi a vite di fermo delle 5 sezioni di ogni gamba
la serie delle 5 sezioni estesa per necessità di foto
La ferramenta è di alto livello, sagomata con macchine a controllo numerico e rivestita anodicamente
la crociera è forata e non mancano i passanti per l'eventuale blocco a vite della testa. Le viti di ancoraggio a cava esagonale hanno la personalizzazione Leofoto incisa
i fermi di blocco dell'inclinazione delle gambe sono solidi e danno idea di non allentarsi in anni di utilizzo.
Il rivestimento in tessuto batista verde delle gambe è stato aggiunto aftermarket di mano proprio da Valerius Brustianus, Abate Benedettino di Novara.
Caratteristica tipica di questi treppiedi é di poter stare completamente aperti in modo da offrire una altezza minima di una manciata di cm da terra, eventualmente estensibile per il tramite di una colonna, anche questa in fibra di carbonio, che nel mio caso è una Artcise da 40mm
con e senza colonna. Siamo a pochi cm da terra, ideale per riprese stabili di fiori, funghi ed altro, se lo spazio è sufficiente.
Le gambe sono mobili indipendentemente in termini di inclinazione ed estensione e quindi è possibile "copiare" fedelmente il terreno.
Confronto con gli altri treppiedi di casa
Snocciolare pesi e misure fa sembrare competenti ma spesso non dà un effettiva misura di come stanno le cose. Non quanto un sano confronto.
Si sa che ogni treppiedi, per quanto eccellente, non può coprire ogni esigenza. Uno troppo robusto non sarà mai troppo portatile e uno troppo leggero non sarà mai abbastanza stabile e rigido.
Per questo io ho in casa tre treppiedi di questo tipo, con caratteristiche simili ma di taglio diverso. E decine di teste diverse, a seconda della missione.
questo trio, di cui il Leofoto al centro è l'unico sguarnito di testa, ci da qualche idea.
Dall'alto un sistematico con sezione massima da 40mm, 2.8 chilogrammi e testa video che pesa come ... il più piccolo in primo piano, il Sirui AM-254 che con la sua testina arriva a stento a 1200 grammi.
In mezzo il Leofoto si pone esattamente come compromesso : robusto viste le sezioni delle gambe ma comunque di peso intermedio ed in grado di portare teste più importanti del Sirui anche se non così possente come l'Artcise AS95C che è pensato per superare anche i terremoti della California.
una vista dei tre, montati, ognuno con testa a sfera ci chiarisce ulteriormente il punto.
per ogni missione il suo treppiedi e la sua testa.
I miei treppiedi non sono sposati con una data testa, ne hanno una di elezione ma generalmente le cambio a seconda del bisogno.
Basta una svitata e una riavvitata e si riparte meglio organizzati.
Qui abbiamo da sinistra un treppiedi con gambe da 25mm e una testa da 36mm, uno con gambe da 36 e una testa da 44mm, uno con gambe da 40mm e una eccezionale testa da 54mm a prova di tutto.
Non porterei in campagna l'ultimo ma solo in situazioni a portata di macchina. Non userei mai il primo se non per le Zfc/Z50. Uso quello di mezzo per escursioni a piedi lunghe pur con la sicurezza di avere uno strumento affidabile e robusto.
Tutti e tre ... dal giusto prezzo.
Come va ?
Penso di aver già dato l'idea.
Non mi fanno impazzire i fermi delle varie sezioni che hanno la tendenza a svitarsi oltre misura (non che si svitino da sole, intendiamoci, solo che quando le svito e voglio fare in fretta, si svitano troppo e vanno fuori corsa. Ma è un attimo sistemarle) mentre i blocchi dell'inclinazione sono eccezionali, così come la tenuta in ogni inclinazione e posizione.
La borsa è ben fatta anche se non come quella di altri treppiedi.
Si capisce che è un compromesso ed è giusto così.
All'epoca l'ho pagato circa 300 euro. Adesso il suo prezzo è lievitato verso i 400 come tutto il listino Leofoto che, a mio parere, è arrivato far concorrenza a certi marchi occidentali, non so se del tutto meritatamente.
Tanto che pur essendone soddisfatto, ho preferito l'Artcise da 40mm al posto del Leofoto LN-404 che oramai costa quasi 800 euro.
Ma prezzi a parte, un treppiedi deve fare il suo lavoro e questo lo fa, dandomi la giusta confidenza nel mezzo.
ancora una carrellata della ferramenta del treppiedi. Che è la parte più importante : hai voglia ad esaltare le qualità del carbonio, se gli elementi che lo devono "tenere" saldo si sfaldano o non tengono tra loro.
Qui ogni parte è ben regolata, calibrata e progettata. La costruzione è priva di sbavature e di difetti. In tre anni di uso non ho nulla da lamentare.
ancora un confronto tra il medio e il grande di casa. E' indubbio che ... nel dubbio tra quale portare, esce di casa più facilmente il Leofoto.
L'Artcise può reggere un fucile automatico, un 800mm moltiplicato che spara alla luna e sostituire i vecchi impressionanti Manfrotto 058 o Sirui tripath che tengo sempre fermi in studio (pesano più di 5 chili l'uno).
La testa che ho scelto per questo treppiedi
Credo che un oggetto di questo tipo si trovi a suo agio con una testa a sfera da 44mm, ha le giuste proporzioni e il giusto peso.
La crociera è adeguata e anche esteticamente non c'è nulla da obiettare.
In questo caso ho selezionato la Marsace XB-2, ribassata da 44mm, molto robusto e priva di giochi e imprecisioni.
è una testa con panoramica singola sulla base, dotata di buone regolazioni e soprattutto una adeguata forza di ritenuta.
Si tratta della copia della Sunwayphoto da 44mm a suo tempo distribuita anche in occidente. In effetti il progettista è lo stesso che si è messo in proprio portandosi via qualche disegno.
Per non farmi mancare nulla l'ho dotata anche di base di livellamento a semiculla da 60mm Mengs DY-60A, si tratta di un elemento aggiuntivo sul mercato anche con altri marchi (tra cui la stessa Leofoto) che consente un duplice uso : livellamento rapido tenendo lo stelo della sfera fisso, oppure panning tipo gimbal tenendo lasca la base e ferma la sfera (evitando quel fastidioso effetto pendolo quando si smolla invece la sfera per muovere rapidamente il teleobiettivo per seguire un soggetto in rapido passaggio).
Aggiunge peso e altezza ma a me piace da matti e sostituisce la più grossa semiculla inserita come standard nei sistematici e nei tripath per usi video o combinati video e foto.
insomma, è una chicca, che si inserisce sopra al treppiedi avvitandola come se fosse una testa e che poi accoglie sopra di se la testa vera e propria. Nulla di più.
Alluminio estruso e tornito con finitura ineccepibile per poche decine di euro. Non ho saputo resistere.
Bene, siamo arrivati alla fine di questa breve prova che racchiude in poche righe l'esperienza di 3 anni di uso abbastanza frequente, sia in esterni che in studio in trasferta.
E' compatto, abbastanza leggero e poco ingombrante da non far sorgere domande del tipo "lo porto o non lo porto ?", efficiente, robusto, ben costruito, perfetto per il suo scopo "universale" e non specialistico.
Adatto a qualsiasi testa e in ogni occasione. Durerà certo più di me.
Io l'ho pagato - credo - il giusto, oggi forse si dovrebbe cercare qualche alternativa.
E mi pare che anche qui, il catalogo Artcise/Innorel su Amazon.it, per ora offra qualche alternativa simile per caratteristiche, più conveniente per la fattura.
A voi la scelta ma soprattutto, definendo ben prima dell'acquisto quali siano le vostre esigenze e comprendendo esattamente da cosa possano essere risolte.
Considerando che non esistono piedi e teste adatte a tutto, esistono piedi e teste adeguate a quello che dovete fare.
Recommended Comments
Join the conversation
You can post now and register later. If you have an account, sign in now to post with your account.