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Mostra il contenuto con la massima reputazione di 07/04/2024 in tutte le aree

  1. I cancelli della base di Istrana di venerdì 5 aprile sono stati aperti per la cerimonia dell’addio all’AMX, che lascia definitivamente l’Aeronautica Militare dopo 35 anni di servizio (1989), e dopo aver volato per la prima volta nel maggio del 1984. L’AMX è stato un progetto congiunto tra Italia e Brasile, che ha coinvolto, all'epoca, tre aziende: Aeritalia, Aermacchi ed Embraer, ed è stato impiegato dalle aeronautiche militari di Italia e Brasile. E’ stato prodotto in più di 200 esemplari in versione monoposto per l’impiego operativo - nei ruoli bombardamento e ricognizione - e biposto per l’addestramento. La sua storia è iniziata proprio nella base di Istrana, dove il primo esemplare fu assegnato nel 1989 al 103esimo Gruppo Volo. Il velivolo AMX ha operato in diversi teatri operativi all'estero ma ha dato un contributo importante anche in ambito nazionale, dov'è stato utilizzato in missioni di ricognizione fotografica in casi di emergenze e pubbliche calamità e a supporto di operazioni di contrasto ad attività illecite sul territorio. A lui sono stati attribuiti due nomignoli nel corso della sua vita: Ghibli per la Forza Armata e “Topone” per chi è stato a contatto con lui. Uno di questi è stato Alessandro Floriani che ha volato sull'AMX per quasi 7 anni (dal (dal 1998 al 2005) come pilota da combattimento e come istruttore di tattiche operative. Durante il viaggio in pullman verso Istrana e ritorno, ha rammentato alcuni aneddoti del periodo in cui lo pilotava e con commozione ha ricordato l'incidente del 2001 nel quale perse la vita il Colonnello Davide Franceschetti, suo amico e capopattuglia. A farci compagnia, oltre ad Alessandro, c'erano anche una trentina di dipendenti dell'ex Aermacchi, ora Leonardo, che ci hanno invece raccontato delle loro esperienze sui modelli iniziali dell'AMX e sui successivi adeguamenti ed aggiornamenti. Purtroppo il mio invito per la tribuna d'onore è andato smarrito e quindi sono rimasto a terra e oltremodo lontano dallo speaker che raccontava cosa stava accadendo. Non mi è ancora capitato di fotografare una manifestazione a favore di luce ed anche questa volta non è stato differente, inoltre la giornata era un misto di nuvole con un sole pallido che si palesava ad intermittenza. Non mi è dato sapere a questo punto se fosse a causa della meteorologia che la PAN ha volato con soli 4 aerei ma era la festa dell'AMX e quindi ho deciso di dedicare questo spazio a lui, per quanto mi è stato possibile, vista la mia posizione alquanto disagiata. Oltre a qualche passaggio dedicato in esclusiva ai 5 AMX, ce ne sono stati un paio in parata, con i quattro aerei della PAN e con i successori dell'AMX stesso, un Tornado, un Eurofighter e un F35 L’Aeronautica Militare ha voluto celebrare questa giornata con un aereo commemorativo per l’evento del phase-out come si usa chiamare in gergo tecnico questa fase e non poteva mancare la versione con una livrea speciale. Sulla deriva sono presenti un pilota che saluta al fregio avvolto dal tricolore, elementi che contraddistinguono l’#AeronauticaMilitare, e la frase “Volatus ad astra, memoria in aeternum”. Dietro la cabina di pilotaggio, sulla fusoliera, sono raffigurati una bussola e un mondo stilizzato a rappresentare il contributo nelle missioni dentro e fuori dai confini nazionali. Infine, sul muso troviamo l’araldica della Forza Armata. Per tutta la manifestazione non c'è stato il ritmo frenetico di un airshow e del resto non lo era! Infine un ultimo passaggio in parata per la pattuglia AMX e poi l'atterraggio. A volare per l'ultima volta sull'AMX anche il Capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica Generale di Squadra Aerea Luca Goretti e il Comandante del 51° Stormo Emanuele Chiadroni (il quinto della fila) Alla cerimonia d'addio hanno preso parte oltre diecimila persone e, come affermato dal Generale Goretti, dopo 35 anni di onorato servizio, può ora "godersi la pensione".
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  2. Il 5 Aprile sono andato ad Istrana a rendere omaggio a questo Aereo che per 35 anni ha svolto il ruolo di intercettore nei nostri cieli e in numerose missioni all'estero. Io non sono un esperto e non posso raccontarvi altro su questo aereo, in questo ci vuole Francesco, il nostro Super esperto Il Cielo o l'aria erano pessimi, da Padano Veneta, pertanto le foto sono così e così, ma ciò nonostante ritengo doveroso aggiungere qualche foto. La manifestazione si è svolta con dei F35, (impressionante il rumore che sprigiona), poi sono arrivate 4 Freccie Tricolori , poi c'erano gli Eurofighter Typhon ed naturalmente gli AMX Ho utilizzato due obiettivi il wakizashi, (piccola katana), mi piace chiamarlo cosi, vale a dire il 70-200 f.2,8 e il 400 f.4.5, naturalmente Z Setting: Area Large, riconoscimento Aero, con il nuovo Firmaware la Z9 è ulteriormente migliorata, a mio avviso. Nessuna velleità se non quella di portarvi ad Istrana per qualche minuto A presto !
    7 punti
  3. Per questo contest ho deciso di non andare a cercare nei miei archivi ma ho ribaltato una possibile depressione, per le continue piogge di fine marzo, in un occasione fotografica. Ho realizzato due serie, rispettivamente di 5 e 7 foto, ma il MOMENTO, in entrambe le serie, l'ho colto nel secondo scatto 8 9
    4 punti
  4. Fate troppa dietrologia. Una Z9 con 20 scatti significa che è stata lasciata da nuova in scatola e il tecnico di RCE per provare che fosse in ordine, ha fatto quei famosi 20 scatti. Se invece fosse come dite voi, sarebbe imminente l'inondazione del mercato anche da parte di Z8 con 13-14 scatti. Perché si sa, uscirà sempre una fotocamera più piccola e più compatta ... per chi tanto non la usa ! E naturalmente una Z8 "dovrebbe" essere usata meno di una Z9 Da parte mia, spero che Nikon lanci prestissimo una Z9 II. Non per comprarla io, ma per dispetto verso questi qua : appena esce quella, queste Z9 "nuove" si svaluteranno di 2000 euro o gli resteranno sul groppone. Detto questo, una Z9 nuova costa 6.099, oggi non se ne vende una, salvo che un professionista non ne abbia necessità impellente. E con uno sconto di 8-10 punti. Ovvero 5.500 euro. Se io ne volessi una, non prenderei certo queste "usate". Piuttosto, la questione è che c'è gente che compra sempre l'ultimo modello di tutto quanto, per averlo, non per usarlo, secondo quello che gli propone il suo "negoziante" di fiducia del centro. E quando esce una novità ulteriore, poi smercia qualche cosa del vecchio che oramai non tira più o non fa più figo Certo, ognuno con i suoi soldi ci fa quello che vuole ma spiace vedere strumenti fotografici così potenti confusi con i Rolex "taroccati" o i girocolli di perle di fiume, comprati "per investimento" da chi non ne capisce niente !
    3 punti
  5. Hallelujah ! Qualcuno che utilizza questo Club ! Cominciavo a temere che potesse fare la triste fine di Passerottiland E invece, qualche speranza c'è ancora !
    2 punti
  6. Contest Settimanale VI-2024 : 20 aprile - 21 aprile 2024 "Tutti insieme" Regolamento sintetico : sono ammesse fino ad un limite di tre fotografie per fotografo scattate con qualsiasi strumento fotografico ESCLUSI I FOTOCELLULARI serie omogenee di foto (stesso soggetto/stessa situazione) contano come una singola foto e vanno raggruppate nello stesso post qualunque iscritto può partecipare sono ammesse solo fotografie nuove e inedite su Nikonland scattate tra il giorno 20 aprile e il 21 aprile vale qualunque genere fotografico, qualunque soggetto, edito o inedito formato jpg, sui 1000-3000 pixel, sRgb il vincitore sarà eletto a votazione a maggioranza nei commenti, a fine contest ci vogliono almeno 10 votanti per classificare il vincitore i partecipanti che non votano, saranno squalificati Le votazioni si svolgeranno, sotto forma di commento, a partire dal 22 aprile. I like messi alle foto non saranno conteggiati nella votazione. E' una occasione di fotografia virtuale "Tutti insieme", non una maratona a tema ma il vincolo è che le fotografie dovranno essere scattate per l'occasione ed esclusivamente nei giorni 20 e 21 aprile.
    1 punto
  7. Questo articolo parte da fatti reali ma è inteso in senso scherzoso. Magari con toni "vecchia scuola" (ma qui siamo praticamente tutti boomer !) e politicamente scorretto, ma prendetela sul ridere. Immagino Nikon come un saggio shogun ultra centenario (la prima fondazione di Nikon risale ufficialmente al 1917 ma su realtà risalenti al diciassettesimo secolo) che guarda con tranquillità lo svolgimenti degli eventi, certo che tra cento anni sarà ancora qui a soppesare ogni singola scelta strategica. Intorno nascono nuove realtà, nuovi concorrenti, più giovani, più eccitati, più precipitosi. Tutti vogliosi di conquistare il proprio spazio. Anche con un pò di quelle necessarie cattive maniere e prepotenza che ci vogliono quando sei in fondo alla lista e vuoi emergere. Al capo della pianificazione dei prodotti fotografici Nikon Z un mese fa, alla fiera di Yokohama, il più importante evento del settore in Giappone, è stato chiesto : Temete la crescente concorrenza dei produttori ottici cinesi come Viltrox , Sirui o 7Artisans , che ora offrono obiettivi con messa a fuoco automatica compatibili con l'attacco Nikon Z ? "Poiché la nostra base di utenti si è ampliata, ognuno ha le proprie preferenze e gusti. Quindi ha davvero senso espandere la gamma di obiettivi disponibili. Noi vogliamo realmente che i nostri clienti si divertano a provare diversi obiettivi compatibili con attacco Z e si divertano a fotografare. Abbiamo una storia di 90 anni nella produzione di obiettivi. Per questo, riteniamo che gli obiettivi Nikkor Z rimangano la prima scelta, poiché si adattano perfettamente ai nostri corpi macchina Nikon Z. Questi obiettivi scattano foto eccellenti, noi vorremmo che i nikonisti sfruttassero questa combinazione" le lenti Nikon sono belle ma di una bellezza classica, un pò senza tempo e certamente molto impegnative in tutti i sensi E noi che nikonisti siamo, che facciamo, che facciamo ? Seguiamo il consiglio dello shogun per avere il meglio dalle nostre Nikon Z oppure ci facciamo ammaliare dalle altre proposte del mercato ? Perché c'è Tamron, forte di un accordo di licenza e di canali di fornitura consolidati da tempo che dopo aver fornito a Nikon dei sottoprodotti (cosa che ci ha un pò stupito), si è lanciata proponendo obiettivi che allargano la proposta dei Nikkor Z stessi. E con l'annuncio dell'altro giorno, il nuovo 28-75/2.8 G2 in diretta concorrenza con quello frutto di collaborazione con Nikon, ha fatto una vera e propria prova di forza (che, lo confesso, mi ha fatto saltare la mosca al naso !). Tamron parte da posizioni di forza, ha la licenza Nikon, l'attacco Nikon Z per lei non ha segreti. E' la super-eroina della nostra storia ! Tra le più intraprendenti proposte c'è poi quella di Viltrox, che a dispetto del suo nome che ricorda certi detergenti per i vetri o i pavimenti, invece si comporta un pò da raider vichingo. Non ci risulta che abbia la licenza ufficiale, ma cinese di Hong Kong si sente intoccabile (e come potrebbe essere diversamente, visto che Giappone e Cina hanno contese ben più importanti che il protocollo AF Nikon !) e quindi, nel momento in cui Nikon ha dichiarato di non voler più aggiornare la roadmap obiettivi, ne ha presentata una tutta sua che è di una ambizione senza limiti. La Signorina VIltrox, nonostante la sua giovane età, lancia obiettivi cine, obiettivi super-luminosi, tutti autofocus e molto, molto prestazionali. Ma, insieme, anche obiettivi più compatti e con un rapporto prezzo/prestazioni praticamente imbattibile per chiunque. L'avvenenza della bella VIltrox ricorda nel piglio quella della figlia di Thor che, anche mentre pulisce casa con il superbrillantante, cattura ogni attenzione Faremmo un torto a Sigma, che nel recente passato ci ha donato progetti ottici per reflex di livello senza paragoni, se la dimenticassimo. Ma il fatto è che è Sigma che ha fatto di tutto per farsi trascurare. A sei anni dal lancio del sistema Nikon Z abbiamo solo i tre orribili anatroccoli in formato DX che nessuno vuole. Non sono state presentate novità (mentre per altri marchi propone progetti unici, anche troppo !) e Yamaki San, nella sua beata sincerità, ammette che di Sigma per Z non ne hanno venduti per niente "forse perché APS-C" e si chiede come andrebbe "se ci fossero dei Sigma per Nikon Z a pieno formato". Come se dipendesse da qualcun altro proporli una buona volta. Sigma si sente abbandonata, ha gli occhi rossi per il pianto e prega perché il nikonista ritorni da lei. Però se ne resta in disparte a guardare Nikon che balla con le altre ... *** Come prima, meglio di prima ? Magari presto la situazione si ribalterà ma almeno da parte di Nikon, questo 2024 è cominciato in tono abbastanza compassato. Lui guarda con la saggezza della sua età e programma con tempi che vanno ben oltre i nostri che, alla sua età, faremo fatica ad arrivare. E, insomma, pur interessante, il nuovo 28-400 f/buio non è di quelli che possano far perdere il sonno intanto che arriva ! Per questo siamo lasciati liberi di giocare come ci pare. Tutto questo, in fondo è un bene e siamo sicuri che la sperimentazione "leggera di testa" possa portare esperienze anche in casa nostra. L'unica cosa che sarebbe stupida, l'ho detto e lo ripeto ancora qui, sarebbe comperare una fotocamera non compatibile con l'attacco Nikon Z, per poter utilizzare obiettivi che per il momento non possiamo montare sulle Nikon Z. Dimentichiamoci gli adattatori, ma è dimostrato che il Nikkor Z Mount è potenzialmente il più brillante dei sistemi. Sentire nostalgia per un amore mai provato con una sconosciuta incontrata per strada ? Sono esperienze da affrontare "eventualmente" in bed & breakfast. Senza andare oltre. Specie per gli uomini di mezza età ... Secondo me, ovvio. Voi con i vostri soldi, fateci ciò che meglio vi pare ! [PS : Con la presentazione del Tamron 28-75/2.8 G2, più avanzato del precedente Nikkor Z 28-75/2.8, credo che tutta l'operazione Tamron+Nikon si rivelerà a saldo negativo, perché avremo il paradosso che i Nikkor Z saranno gli obiettivi di seconda scelta mentre quelli "compatibili" saranno quelli migliori. Con una forte perdita di immagine per tutti i coinvolti e una perdita di fiducia del "consumatore" nei confronti sia di Nikon che di Tamron (nei confronti di questa .... non ce n'è nemmeno bisogno, almeno da parte mia : morirei piuttosto che comprare un Tamron !). Ma in fondo perché me la devo prendere ? Ognuno è padrone delle sue scelte ed è libero di affrontarne le conseguenze. Chi sono io per criticare l'operato di un saggio shogun ?]
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  8. Viltrox ne ha fatto un'altro dei suoi. Finalmente un grandangolare deciso come un 20mm, full frame ed autofocus, dedicato alle Nikon Z, sopratutto a quelle i cui proprietari si lamentano da tempo con Nikon del fatto che su una mirrorless compatta, come le serie 5,6,7 e Zf, ancora non siano stati creati anche obiettivi piccoli, leggeri, economici... Eccolo qua: un 20mm che costa solo 189 euro e pesa solo 173gr, ovviamente in policarbonato, ma con la baionetta posteriore in solido alluminio contatti elettrici inclusi, per garantire pienezza di compatibilità con ogni corpo macchina Z, anche quelli DX, che sognano una serie di obiettivi di questi pesi e prezzi. Per intenderci, è più leggero di 100g dell'ultimo 20mm compatto di Nikon, quel AFD f/2,8 del 1989 che abbiamo usato un pò tutti per tanto tempo ma che a questo Viltrox lascia mezzo cm di diametro (quello usava filtri da 62, questo da 52) oltre al peso superiore ed al prezzo che incredibilmente da usato di 35 anni è superiore a questo del Viltrox da nuovo !!!! Effetti del cambiamento climatico ? le dimensioni sono quelle però.... paraluce a petalo dal montaggio un pò fragilino, senza uno scatto netto al bloccaggio, ma efficiente dalle indicazioni sulla flangia dell'obiettivo ricaviamo che la dimensione immagine sia superiore alla diagonale del formato 24x36 (che sta attorno a 40mm, contro i 43,3 di questo Viltrox) il che fa già pensare che quest'obiettivo rispetti la focale nominale e magari sia "aggiustato" nei dettagli peggiori....lasciandoli fuori dalla copertura effettiva. La distanza minima di messa a fuoco è quella usuale per queste focali, di 19cm dal piano focale. Anche montandolo sulla Z9 con la quale ho scattato le foto che seguiranno, fa figura, pur essendo più o meno la metà di uno qualsiasi dei fissi f/1,8 Nikon se lo paragonassimo al 20/1,8 (il prossimo test).... entrerebbe nel suo paraluce e costerebbe meno dell' IVA del prezzo di quell'obiettivo Le curve MTF parlano bene del centro immagine e un pò meno dei bordi, come era immaginabile, ma ciò non ci toglie coraggio nè voglia di scattare foto (magari di muri dai mattoni rossi): del resto la presenza di lenti speciali, ci rende ancora più ammirati dello sforzo di questi cinesi. L'aggiornamento firmware si realizza collegando al computer l'obiettivo stesso, come fosse una memoria di massa, attraverso un cavetto USB-C non c'è molto altro da aggiungere e neppure da chiedere, penso.... Deformando la prospettiva inclinando allo spasimo la fotocamera verso l'alto, certamente distorce ai bordi: ma qui avevo il monitor a 90 gradi e l'inquadratura realizzata a filo sul bordo inferiore... rimettendo l'orizzonte in bolla, tutto cambia, anche se a tutta apertura, salvo l'incremento di vignettatura agli angoli (che però non ci abbandonerà del tutto neppure a f/11) Cromaticamente è costruito molto bene, con queste schema a 10 lenti in 8 gruppi tra cui ben 5 lenti speciali, che conferiscono dei colori lievemente differenti per saturazione e contrasto dalle nostre abitudini nikoniste, con una netta prevelenza del rosso sul blu anche e sopratutto in ombra (pdc estesissima già da f/8, come si conviene ad un 20mm) in ogni situazione pronto (non sempre prontissimo) con il suo motore AF STM, assicurata la lettura in EyeAf in tutte le sue modalità, offerte dalla mia Z9 facile anche nel passaggio di sensore AF sull'occhio del soggetto vicino, se lo si desideri... certamente indicato per street e reportage, dove non sia richiesto isolare un soggetto ripreso a media distanza: anche f/5,6 in questi casi è totalitario... Se lo si inclini verso l'alto o verso il basso....distorce: ma siete stati voi... se invece lo si tenga in bolla, regge... Oltre alla vignettatura si nota anche un bel pò di distorsione, sia a cuscinetto, sia a barilotto, effetto evidente della differenza di correzione hw che avvantaggia gli obiettivi Nikkor sui non originali... ma in fondo, anche questo ce lo aspettavamo da un obiettivo da 189 euro di prezzo: quello che non gli è richiesto certamente è di essere utilizzato come strumento per realizzare copie di originali, come con nessun 20mm in commercio, nessuno si sognerebbe di provare a fare. Quello che ce lo fa piacere è di certo la possibilità di realizzare immagini connaturate alla sua dimensione e destinazione, piacevoli e durevoli nel tempo. la strada è il suo palcoscenico. La nostra fantasia, il suo unico limite reale... Max Aquila photo © per Nikonland 2024
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  9. Il 29 Marzo scorso ho beneficiato di una visita al Museo Horacio Pagani ed all’Atelier (la fabbrica), come lo chiama lui, dove si costruiscono auto da sogno, in un ambiente luminoso, bello, pulitissimo, proprio come una sartoria artigianale dove ti cuciono addosso un vestito, in questo caso, un’automobile. Auto uniche di nome e di fatto, costruite artigianalmente dalla più piccola vite in titanio, alla scocca di carbonio. Solo il motore, un 12 cilindri, turbo o aspirato viene prodotto su specifiche Pagani dalla AMG, il reparto sportivo della Mercedes Benz. La Pagani Automobili nasce 1998 e nel 1999 presenta al salone di Ginevra la Zonda C12. La vettura avrebbe dovuto avere tratti sensuali, combinando la sinuosità di una donna formosa con la linea aggressiva di un cacciabombardiere, l’espressione di velocità, tecnologia, esasperazione e ingegneria per eccellenza, prendendo come ispirazione stilistica le vetture di Le Mans di fine anni 80 inizio anni 90. La scelta del propulsore tenne conto del consiglio dell’amico Fangio che desiderava un Mercedes e Pagani, oltre a sposare l’idea del campione argentino, volle che fosse un V12. Motore che rappresenta la storia dell’automobilismo italiano. Naturalmente durante la visita all’Atelier è proibito fotografare, i cellulari vengono fatti riporre in armadietti sotto chiave, mentre è possibile fotografare nel museo. Le foto seguenti mostrano un po’ la storia recente del marchio e la sua evoluzione stilistica e tecnologica. Nel 1979 Pagani progettò una F.2. Il lavoro richiese un anno e si calcolò che vi fossero investite qualcosa come cinquemila ore di lavoro. La F2 Renault progettata da Pagani Nel 1998 nasce la Zonda. L’auto in mostra è il telaio n. 2 ed è detta “la Nonna”, un prototipo che ha fornito il terreno per lo sviluppo di tutte le auto prodotte fino ai giorni nostri. E’ stata il banco di prova per testare il motore V12 AMG M120, e tutte le soluzioni aerodinamiche e di materiali. Durante il suo sviluppo ha sempre mantenuto fede al concetto Leonardesco secondo cui Arte e Scienza possono camminare, mano nella mano. La vettura è stata restaurata e posta a riposo nel museo dopo aver percorso la bellezza di 550.000 Km. Zonda Zonda Zonda Il V12 a 60° M120, che equipaggerà anche i modelli successivi La Zonda S del 2000. Un anno dopo l’esordio della C12, venne presentata la Zonda S, che sfoderava un poderoso motore V12 60° AMG M120 sette litri con 555 CV di potenza per un peso complessivo di Kg. 1280. La vettura, oltre al propulsore potenziato, presentava una vasta serie di migliorie tecniche e fu la prima auto stradale realizzata completamente in fibra di carbonio a vista. Zonda S Zonda S Zonda S Zonda S La Zonda F del 2005 dedicata a Juan Manuel Fangio. La F è una sorta di antologia filosofica delle idee di due persone sensibili che hanno elaborato concetti semplici e pratici. La vettura tecnicamente è un pezzo unico fatto di carbonio, leghe di alluminio, titanio, avional, cromo-molibdeno, pelli selezionate. Alcuni di questi materiali sono lavorati utilizzando la migliore tecnologia, per altri la migliore mano d’opera. Monta un propulsore V12 60° AMG M120 sette litri ancora più evoluto con 602 CV per un peso cpl. di Kg. 1230. Zonda F Zonda F Zonda F La Zonda Cinque Roadster del 2010. La vettura è la prima auto stradale ad essere costruita con una nuova generazione di struttura ultra rinforzata in fibre composite di carbonio mescolato al titanio, ancora più leggera, resistente ed aerodinamica. Il motore V12 60° AMG M120 sette litri eroga 678 CV, abbinato ad un cambio sequenziale a 6 rapporti per un peso cpl. di Kg. 1210. Zonda Cinque Roadster Zonda Cinque Roadster Zonda Cinque Roadster Zonda Cinque Roadster La Zonda R telaio n. 007 del 2009 - Nel 2006 Pagani iniziò a progettare una vettura estrema, basata sulla Zonda F e destinata all’uso in pista. Corsaiola di carattere, sfoggia comunque finiture degne di un grande “orologio” ricco di 3270 componenti nuovi tra cui il telaio in carbo-titanio, i bulloni in ergal e titanio, le barre anti sfondamento, l’impianto di estinzione, i sedili omologati FIA e conformi allo standard HANS e il cambio robotizzato in magnesio XTRAC a 6 marce, con velocità di cambiata di 20 ms. Il motore V12 60° AMG M120 sette litri eroga 750 CV, per un peso cpl. di Kg. 1070. Zonda R Zonda R Zonda R Zonda R Zonda R Nel 2011 nasce la Huayra dall’esperienza accumulata attraverso la realizzazione della famiglia Zonda si riflette negli otto anni di studi e perfezionamenti, alla continua ricerca delle migliori soluzioni tecniche, come il telaio in carbo/titanio. La nuova monoscocca centrale sulla Huayra è un design completamente nuovo realizzato appunto in carbo/titanio. Il serbatoio del carburante si trova integrato nella zona più protetta della monoscocca, alle spalle del pilota, rinforzata dalla cellula di sicurezza in differenti compositi balistici. I controtelai Cromo/Molibdeno anteriori e posteriori offrono un eccezionale rapporto rigidità-peso, per permettere alle sospensioni di lavorare al meglio. Per la prima volta su una vettura stradale viene applicato un sistema di aerodinamica attiva. La vettura è spinta da un nuovo motore AMG M158 V12 a 60° biturbo, capace di sprigionare una potenza di 730 CV, per un peso cpl di Kg. 1350. Huayra Huayra Huayra Il nuovo motore AMG M158 V12 a 60° biturbo I vari modelli studio per arrivare alla Huayra definitiva La Zonda HP Barchetta del 2017 è una creazione, haute couture dell’arte automobilistica, presentata al Concorso d'Eleganza di Pebble Beach del 2017 come regalo al fondatore dell'azienda, Horacio Pagani, per il suo 60° compleanno e per commemorare il 18° anniversario della Zonda. La vettura, presenta una tecnologia di ultima generazione ed è alimentata da un motore a 12 cilindri di 7,3 litri, è capace di generare 789 CV con una coppia di 850Nm, sviluppato da Mercedes AMG esclusivamente per Pagani, che promette un suono ancora più distintivo. I materiali utilizzati, derivati dalla continua evoluzione tecnologica di Pagani Automobili, permettono una sensibile riduzione del peso (cpl Kg. 1250) e prestazioni eccezionali. Zonda HP Barchetta Zonda HP Barchetta Zonda HP Barchetta Zonda HP Barchetta La Zonda HP Barchetta REVO del 2022 è un esemplare unico e rappresenta il connubio fra la Zonda HP Barchetta e la Zonda Revoluciòn. Monta un motore V12 60° aspirato AMG M120 che eroga 800 CV e 750Nm di coppia e con un sound emozionante, fornito dagli scarichi in titanio rivestiti in ceramica. Nonostante sia una vettura da pista, niente è lasciato al caso ed anche il più piccolo dettaglio è curato maniacalmente, come i componenti in alluminio anodizzato blu ricavato dal pieno. Zonda HP Barchetta REVO Zonda HP Barchetta REVO Zonda HP Barchetta REVO Zonda HP Barchetta REVO Zonda HP Barchetta REVO Nel 2022 nasce la Huayra Codalunga - Nel 2018, due collezionisti Pagani chiesero a Horacio ed al Pagani Special Projects di realizzare una vettura codalunga, un progetto speciale e su misura. L’idea era una Hypercar elegante, semplice e pulita nel design, un modello da esporre ai concorsi d’eleganza internazionali proprio come un’opera d’arte. Una prova sfidante per il team che concettualmente è partito dalla Huayra Coupé e ha cominciato a togliere e levigare la carrozzeria per renderla del tutto curvilinea, rimuovendo ogni appendice aerodinamica e dettaglio aggiuntivo. Sotto il cofano posteriore di oltre 3,5 mq, più lungo di 360 mm rispetto alla coupé, si cela un V12 AMG capace di sviluppare 840 Cv ed 1.100 Nm coppia dai 2000 ai 5600 rpm. Il cambio è sequenziale trasversale a sette rapporti, con differenziale a controllo elettronico ed albero di trasmissione sviluppato dal mondo racing. Il gruppo volano-frizione è costituito da frizione a triplo disco, più leggera e con minore inerzia. Equipaggiata con lo stato dell’arte dei sistemi materiali compositi avanzati, Codalunga raggiunge il peso piuma di 1.280 kg a secco. Huayra Codalunga Huayra Codalunga Huayra Codalunga Huayra Codalunga Huayra Codalunga Huayra Codalunga - Particolare dell'interno Huayra Codalunga Nel 2022 nasce “Utopia”. Horacio Pagani aveva le idee chiare su che cosa dovesse rappresentare, ma preferì chiedere ai suoi migliori clienti, a coloro che attendono con entusiasmo ogni sua creazione, di esprimere i propri desideri. Avevano già automobili dalle prestazioni straordinarie, che cosa mancava ancora? Due le parole che ritornano nelle loro risposte: semplicità e piacere di guida. Allora ecco che lo sviluppo del nuovo progetto C10 va in controtendenza rispetto ai trend del momento. Niente alimentazione ibrida, niente batterie pesanti, solo un esuberante motore V12 AMG biturbo di 6.0 litri che eroga 864 CV e una coppia di 1100Nm. Nessun sistema a doppia frizione, solo un puro cambio manuale o sequenziale XTRAC a sette rapporti. Tutto questo per offrire un’auto che mette al centro il guidatore, una hypercar che risponde al meglio a ogni sua azione creando una perfetta sintonia tra uomo e macchina, una ricerca che si trasforma in puro piacere di guida, un’esperienza “classica” definita in modo nuovo. La Utopia è stata costruita intorno a una nuova monoscocca realizzata in Carbo-Titanio HP62 G2 e Carbo-Triax HP62 con rollbar integrato a scomparsa. Alla monoscocca sono collegati i telaietti anteriori e posteriori in lega di acciaio al cromo/molibdeno e la rigidità torsionale è cresciuta del 10,5% rispetto alla Huayra. Pure le portiere si aprono verso l'alto e in avanti e non ad ala di gabbiano come la stradale precedente. Una soluzione che era stata anticipata dalla Huayra R. Un ulteriore spunto d'interesse della Utopia risiede nei due elementi superiori dell'ala posteriore: i profili, attivi e indipendenti l'uno dall'altro, lavorano di concerto con le sospensioni semi-attive per offrire le massime prestazioni nella guida dinamica. Il tutto racchiuso in un peso cpl. di 1.280Kg. Le foto seguenti sono state riprese dal portale “Quattroruote” in quanto la Pagani Utopia, vettura attualmente in produzione, non era presente nel museo e neppure nello Show room. Abbiamo potute vedere l’auto solo nell’Atelier in fase di costruzione, senza poterla fotografare. Utopia Utopia Utopia Alcuni particolari distintivi del marchio Anche il telaio di questo banco ottico è un progetto Pagani Le notizie sopra riportate sono state tratte dai pannelli appesi nel museo riguardanti la storia del marchio, dalle didascalie nei pressi delle auto che illustrano e dal sito ufficiale della Pagani. Le foto sono state eseguite con Nikon Z 8 e 24-120/4 tranne quelle relative alla Pagani Utopia riprese dal sito ufficiale di Quattroruote.
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  10. 2006... Era un qualsiasi pomeriggio di metà ottobre del 2006, avevamo appena vinto i Mondiali di calcio (il giorno stesso in cui mi baloccavo con questo Nikon 400/5,6 duplicato su FE-2 e sicuramente una pellicola diapositiva da 50 ISO), non pioveva e mi trovavo a casa di un’amica (comune…), quando mi chiama al cellulare (lo stesso numero che ho adesso, dallo stesso numero che ha ancora pure lui) Mauro Maratta, un amico conosciuto su altro forum, sul quale avevamo rapidamente scalato la vetta, prima da Moderatori e poi da Amministratori, per poi aver deciso di comune accordo di andarcene via per una serie di validi motivi che qui non sono di alcun interesse. Mauro, dunque, mi chiama e mi dice: “Che ne dici se ci apriamo un sito di Fotografia noi due, senza bisogno di frequentare i pessimi che conosciamo, senza legami commerciali con chicchessia, senza pubblicità, senza bisogno di alimentare inutili forum dove si dibattano argomenti puerili, o peggio si litighi fino alle minacce reciproche, senza obbligo di iscrizione a pagamento?” Ed io: “Certo, bellissimo, ma dopo tutti questi senza, con cosa lo riempiamo?” Mauro: “Con i nostri articoli, che abbiamo già scritto in quantità e riscriveremo meglio, con quelli nuovi che ci verranno in mente, liberi di parlare dei marchi che vogliamo, del nostro modo di intendere la fotografia, coinvolgendo chi vorrà intervenire, senza necessità di chiacchiere, ma invece cercando chi ne sappia più di noi per costruire un riferimento web in lingua italiana, in questo momento assente.” Ribadisco: “Mauro, ma come si fa? Io di impostazione di siti, lo sai, non so proprio nulla, devi pensarci tu, io certamente mi divertirò a scrivere di ciò che mi sta più a cuore del fotografare, della fotografia, di Nikon. Potrei anche provare a coinvolgere la mia classe di Accademia nella quale insegno Fotografia, per sfruttare il sito come un punto di incontro, confronto, crescita. Sono certo che potrà essere formativo a doppio senso, anche per noi” Mauro: “certamente che ci penso io al sito….anzi, ti vorrei dire che …in questi giorni che avevo in mente questa idea, ne ho già disegnato la struttura: manca ancora un nome che possa essere inequivocabile ed il dominio: potremmo scegliere tra uno .eu ed uno .it” Io: “il nome? Potrebbe essere xxx, oppure yyy, o forse zzz… Che ne diresti di qualcosa che richiami alla casa per tutti coloro come noi due che amiamo Nikon, indipendentemente dai prodotti e dalle aspettative? Che ne pensi di… Nikon-Land? www.nikonland.eu ?” Mauro: “OK, mi piace ! Fai conto che stasera chiudo l’architettura del sito (ne ho almeno due simili per piattaforma che coltivo da anni) e ti mando il link e l’account per accedere". Io: “ di già? … Urka !” La sera del 16 ottobre avevo puntualmente la mia password e nome utente (il mio nickname sui forum precedenti) e sono entrato con Mauro… in The Secret Garden… La mattina del 17 Mauro-Rudolf e Max-RFSP erano online e il secondo spediva il primo MP (messaggio personale) che conservo ancora sul sito versione .eu (che è ancora online e perfettamente consultabile) Diceva così: (Lieve è l’ultimo nickname di Mauro prima di transitare a www.nikonland.it nel 2017) Non ci eravamo ancora neppure mai incontrati di persona, erano bastati gli anni precedenti di frequentazione web comune a far decidere a Mauro che io potessi essere il co-fondatore di questo neonato sito. Mi rilassavo scattando foto ai miei bambini con le mie due Nikon D200, che dopo l’amata/odiata D70 erano il mio sicuro porto di arrivo nella galassia Nikon, almeno così credevo. Mauro aveva appena finito di litigare sul forum Nital (definitivamente) a proposito delle carenze strutturali, non supportate da aggiornamenti, della sua costosissima D2x [tic toc... ...tic toc] ...2021 E’ un altrettanto qualunque pomeriggio di metà ottobre e domani Nikonland compie 15 anni, un’età davvero sorprendente, sia per un adolescente, tanto quanto per un sito tecnico/descrittivo come il nostro. Sono davanti alla tastiera come ho continuato a fare per tutto questo tempo, sommando parole e concetti, impressioni positive e negative, esaltazione e delusione, speranza e gioia nel pensare alla quantità di materiale fotografico che è arrivata nelle nostre mani e, passando per le dita, si è trasformata in fotografie, capaci quasi tutte di stimolare sensazioni quasi tattili, sapori, odori: ricordi. Siamo ancora qui: entusiasti come ragazzini, nonostante prossimi ai sessanta anni, età che nei miei ricordi di bambino, quando veniva celebrata per le ricorrenze dei parenti, si traduceva automaticamente nel concetto: Vecchi ! Forse si, siamo invecchiati cercando di trovare ogni giorno l’ispirazione per realizzare immagini memorabili, da tramandare, perché chi le guardasse comprendesse l’amore per i soggetti che vi era racchiuso e la passione per il mezzo espressivo che ha consentito a due bovini delle steppe, come siamo da tempo io e Mauro, di andare avanti cercando di progredire noi, insieme al sito che giornalmente attira migliaia di letture e tanti interventi delle persone che ci hanno accompagnato in questo percorso e che spero si intratterranno ancora perché con Mauro abbiamo intenzione di stabilire ancora qualche record. Cosa è cambiato nel frattempo? Abbiamo talmente insistito nel proporci come riferimento che di certo in Italia lo siamo diventati. Abbiamo stretto delle fondamentali partnership con i principali distributori nazionali sia di Nikon, sia dei marchi che siano, parafrasando il motto sotto la prima insegna, all around F(and Z)-mount e non soltanto quelli. Abbiamo stretto rapporti di amicizia con diversi commercianti di livello nazionale, con i quali siamo nella condizione di ottenere sconti per i nostri sodali, senza neppure la necessità di stringere patti economici, per il puro senso dell’amicizia. Quell’amicizia che ci ha portato in 15 anni a organizzare tante occasioni di incontro fisico, tra Lombardia e Veneto, tradotte in ulteriori contatti ed accrescimento di competenze fotografiche, reciprocamente. Usiamo mirrorless Nikon DX ed FX, perchè siamo convinti che le basi tecniche in possesso di Nikon e la sua tradizionale necessità di prevalenza tecnologica sui competitor, la porteranno nel tempo a prevalere nettamente in un mercato, quello dei produttori di fotocamere ed obiettivi, che sta diventando sempre più selettivo su entrambi gli estremi del mercato. Usiamo le migliori mirrorless Nikon ed i migliori obiettivi nativi per queste, perchè siamo convinti della necessità di interazione assoluta che questo livello di attrezzature ormai richiede. Siamo in attesa della solita Araba Fenice Nikon, che risorga dalle sue ceneri, liberando alla vista di tutti il capolavoro che io e Mauro abbiamo prenotato già da mesi: la Nikon Z9 con i suoi nuovi obiettivi e ci siamo sbarazzati preventivamente di tutto ciò che, eccellente fino ad ieri, da domani dovesse diventare inutile zavorra, difficile da rivendere (speravamo potesse essere l'argomento per la ricorrenza del 15mo compleanno di Nikonland... aspettiamo fiduciosi) Fotografiamo scientemente e critichiamo obiettivamente, senza trascendere e neppure senza montare sopra scalini sui quali soggetti sicuramente con meno esperienza di noi, salgono quotidianamente sui social, alimentati da accordi economici diretti con le case, quindi, a nostro vedere, inobiettivamente. Siamo un gruppo, non siamo soli, siamo una redazione nella quale si sono alternati i soggetti più capaci e disponibili che in questi quindici anni abbiamo reputato essere utili alla continuità del sito, per quando io e Mauro decideremo di essere soddisfatti abbastanza, o per quando…la Vita lo deciderà al posto nostro. Questa foto ci è stata scattata nel 2014 ed è una delle poche insieme, nella quale siamo venuti bene: me l’ha mandata Roby, uno dei Nikonlander più longevi, attivo sul nostro sito. Spero non si arrabbi se l’ho tagliato fuori dall’inquadratura Auguri Nikonland per i tuoi 15 anni portati benissimo…
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  11. tavolata numerosa ma solo in due a fotografare? In un raduno di fotografi...?
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  12. Grazie ad entrambi ho fatto il pieno😃(download) non smettete mai per favore 🙏
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  13. Magari in caso di permuta valutano di più l’acquisto, in questo modo fatturerebbero di più. Oggi Rce fattura più di 15 milioni rispetto ai 4/5 di altri rivenditori.
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  14. Sicuramente, editor e composer saranno già stati licenziati dopo l'effetto boomerang che hanno ottenuto con questo "inciampo". Non so l'Art Director, che magari è parente di qualcuno che conta Il risultato ? Che la prossima copertina sarà del tutto artificiale, senza intervento umano perché la colpa è dell'ibrido Come la prossima guerra che sarà tutta combattuta da Terminator, in quanto i soldati che impiegano i droni sono troppo inefficienti !
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  15. Quando ero ragazzo avevo un sogno, quello di poter fotografare da freelance per le riviste sportive. Ci provai in tutti i modi ed ebbi anche le mie soddisfazioni. Ma scoprii presto _ per fortuna _ che per poter sfondare serviva una bella botta di culo piuttosto che dedizione e impegno. Ma non presi mai in considerazione l'idea che per riuscire nell'intento avrei dovuto barare.
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  16. Nikon Natural Intelligence
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  17. Grazie del report Alessandro. Delle immagini mi piace in particolare la prima della linea di volo,ottima la resa dei colori,molto brillante,l'ottica lavora bene ed è conferma della qualità delle nuove ottiche Z. Circa le foto in volo c'è poco da fare o dire,come sempre in queste occasioni,il meteo rema contro,il giovedì era bello e il venerdi tempo di..... ancora una volta il famoso adagio " ci son gli aerei e c'è il bel tempo,mai le due cose assieme" si è rivelato esatto. In controluce e con tutta quella foschia c'era poco da fare,aggiungici poi i fumi delle frecce tricolori e il quadro si completa da se. Al riguardo va detto che io non avrei fatto venire le frecce,solo 4 aerei è insignificante,avrei puntato di più su una maggiore varietà nelle esibizioni in volo dei velivoli,anche singolarmente più che in gruppo. Io non c'ero ma mi rifaccio ai commenti che mi han fatto alcuni partecipanti alla manifestazione.Comunque sia,l'importante è passare qualche ora col naso insù a vedere qualche velivolo svolazzare. Una piccola nota tecnica,l'AMX non è mai stato usato come intercettore,non era nato per questo,ma bensì come velivolo per appoggio tattico alle truppe di terra e in questo si è fatto ben valere quando impiegato in operazioni reali coma nella ex Jugoslavia e in Afghanistan teatro quest'ultimo in cui è stato molto aprezzato dalle truppe della coalizione. E' stato un velivolo un po' controverso ,in quanto segnato da una progettazione in cui entrarono diversi fattori,la parte discutibile riguardava il motore e l'armamento di bordo.Il cannoncino da 20mm era inutile e i brasiliani nella loro versione adottarono un cannone da 30mm ben più performante,poi c'era il motore,si scelse una variante del RR Spey che non portò alcun beneficio e anzi creò tanti problemi con perdite dei velivoli da cui la sua fama di bidone volante. In pratica si ripeterono gli errori concettuali che portarono al G-91Y. All'origine si era pensato all'F404 americano come motore,non lo si prese perchè in ottica di eventuali esportazioni,gli USA avrebbero messo il veto (in questo si fece tesoro dell'esperienza del G222) e quindi il motore inglese fu la scelta ovvia ma non si rivelò azzeccata.La linea AMX,fu quindi travagliata da tanti problemi e a fine anni 90 si decise di fare un aggiornamento del velivolo ,il programma ACOL ; si intervenne su un lotto delle ultime macchine consegnate e i miglioramenti nell'affidabilità della macchina si videro e la accompagnarono sino alla sua dismissione.Un velivolo che si può amare od odiare ma che tutto sommato ha fatto bene il suo lavoro,meglio del suo predecessore G-91R tanto osannato ma che in realtà era poco più di un velivolo da aeroclub. Ora 3 o 4 di questi velivoli saranno preservati in condizioni di volo presso la base di Piacenza dove l'AM ha creato una squadriglia storica,per partecipare a manifestazioni aeree similarmente a quanto vien fatto presso altre aviazioni.
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  18. Si tratta di uno degli innumerevoli danni che il sepoffa' iomelafido perpetra in questo ambito. E siamo solo all' inizio
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  19. Un recital tutto lisztiano. Nelson Goerner è in forma strepitosa. Il piatto forte come sempre è la sonata in si minore, ma anche i pezzi di contorno valgono da soli il prezzo del biglietto.
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  20. Grazie. Grazie a tutti. Uno stimolo in più per continuare a crescere.
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  21. Per partecipare a questo contest : non è necessario fare un viaggio fino all'altro capo del mondo affrontando tempeste, tormente e maestrali non è indispensabile chiedere un passaggio alla Spaceship di Elon Musk non è indispensabile usare l'ultimo ritrovato della tecnica comprato a rate da 7000 euro mensili nemmeno possedere una Tesla Dual Motor anzi, non ci vuole nemmeno la patente di guida per gli autoarticolati o i carri armati : sono ammessi pure i non automuniti non è nemmeno obbligatorio uscire di casa non serve prendere ferie, il 20 e il 21 aprile cadono in un fine settimana basta avere un'idea, una qualsiasi, pensare che noi di Nikonland stiamo fotografando tutti insieme appassionatamente, realizzarla e presentarla qui nel contest per questi - e cento altri motivi - non valgono gli alibi, i certificati di sana e robusta costituzione, il permesso del coniuge, del fidanzato/a, dei nipotini, il nulla osta del sindaco o della commissione edilizia. Insomma, se non partecipate è per scelta, non per qualche tipo di deficit o difficoltà insormontabile. Cordialmente.
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  22. ...e quest'anno Nikonland diventa maggiorenne !
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  23. sono un fan del suono Chandos e stimo particolarmente Edward Gardner che incide cose egregie con questa etichetta. Il nuovo disco dedicato a Nielsen non delude già al primo ascolto : piglio energico, suono smagliante, coerenza espressiva e tempi giusti. Chissà perché è "solo" un 48/24.
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  24. Io ho comprato il 20/2.8 Viltrox AF perché sufficiente per le mie aspettative, in rapporto all'uso effettivo, di quella focale, rispetto al Nikon. Il fatto che il Viltrox costi meno dell'IVA del Nikon non è stato un fattore trascurabile, lo confesso. Sono interessato al Viltrox 16/1.8 AF perché è una focale ambiziosa ed ho letto test molto lusinghieri della versione per Sony. Anche qui, non affronterei mai il costo di un Nikkor Z di quella focale, perché non è una gamma che io uso spesso. Ho in casa il Viltrox 13/1.4 e credo sia un eccellente obiettivo, in relazione ai 500 euro che mi è costato e alle volte che l'ho usato. Devo ammettere che nel momento in cui hanno presentato la roadmap e ci hanno messo dentro sia un 35/1.4 che un 35/1.2, mi sono detto che, per quella focale probabilmente non vorrei spendere i 2500-3000 euro che mi chiederà Nikon (quando si deciderà a farlo uscire). Ma devo anche ammettere che non spenderei mai più di 600 euro per un obiettivo cinese senza rete di assistenza vicino a me, comoda come quella Nital. Non comprerò mai un Tamron, ho un pregiudizio enorme verso quel marchio (ho avuto in un lontano passato, un pessimo zoom a pompa con il loro adattatore Adaptall, versato per comprare un 50 Nikkor). Per Sigma non so, guardando il catalogo, non hanno troppe proposte interessanti. Nella realtà devo ammettere di avere la pancia piena e di essere solamente ancora in cerca di un 58mm onirico ma prestazionale (e autofocus). Che io sia monogamo e maritato a vita con Nikon, già lo sapete. Insomma, comincio ad essere "fotograficamente" un pò troppo maturo. Perché invece in campo audio o modellistico ho sempre un sacco di voglie !
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  25. E' Pasqua, ossia...Passaggio. E' il momento in cui Nikon decida cosa voglia fare di questo settore che tanto lustro e rispetto le ha dato nella sua storia ormai centenaria, con tutto il rispetto per i componenti industriali di altissima specializzazione che produce da quasi monopolista... Se nel campo dell'ottica ha cominciato con binocoli e periscopi, ossia sistemi per...guardare lontano, significa però anche per traslato che sia abituata a ...guardare da lontano. Non è abituata commercialmente a stare vicino all'acquirente e le sue scelte di politica commerciale le condivide solo sui tavoli aziendali. Non possiamo spremere succo dal vetro e dal metallo, per cui dovremo adattarci nell'attesa di scelte che potranno essere non condivisibili, ma che porteranno il catalogo Z ad essere inscalfibile da critiche da qualsiasi lato rivolte. Neppure io ho avuto piacere degli accordi commerciali con Tamron e prima ancora con Nissin (mai sfociati finora in qualcosa) che sono aziende mai state di mio interesse. Credo in Nikon (al limite della blasfemia) e però ciò che mi manca me lo procuro senza protestare: in fondo non abbiamo impegni reciproci. A me piace fotografare.
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  26. il "paradiso" del violone.
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  27. Trifonov e il suo maestro Babayan danno spettacolo ! Disco straconsigliatissimo.
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  28. L’ottocento millimetri, tra mito e leggenda. Da ragazzo il mio amico Matteo nella sua cameretta teneva esposti spettacolari poster di straordinarie “pinup”, erano immagini che “colpivano”; io invece per anni ho tenuto appesa alla vetrinetta una pessima fotocopia formato A4 di un obiettivo: il Nikon Ais 800/5.6 IF-ED. Onestamente Matteo non mi ha mai detto niente, uomo intelligente, ed io non ho mai dovuto dare spiegazioni. E come avrei potuto spiegare che per me l’800 era un attrezzo epico, quasi mitico, che certamente regalava l’ingrandimento “giusto”, che permetteva appostamenti concretamente produttivi, almeno così mi immaginavo e credevo. Le mie fantasie si innescavano ogni volta che la sua sagoma compariva nelle mani di qualche fotografo di National Geographic Magazine, una conferma di sogni proibiti, un rimarcare un concetto che mi rodeva l’anima. Altro che pinup discinte….beh, son fantasie diverse… Ottobre 1996 Joel Sartore aggrappato ad un Nikon 800/5.6 duplicato con TC301. Quella foto è famosa, Joel indossava degli occhiali da saldatore per evitare di danneggiare la retina. E questa era la foto ricercata da Joel Sartore: le gru del fiume Platt nel sole morente Mi rodeva l’anima, dicevo, e mi rodeva molto fin dal 1991 quando ne vidi uno per intero nella vetrina di un famoso negozio di Milano. Chiedevano 7 milioni per accaparrarselo, usato. Giuro, se li avessi avuti…. Nikon AIs 800/5.6 IF ED Quando poi, molti anni dopo, la vita mi rese possibile un esborso oneroso, scelsi il Nikon Ais 600/4. L’esperienza accumulata su e giù le mie montagne e, soprattutto, lungo il fiume di casa, mi avevano dimostrato che incrementare la focale a scapito della riduzione di uno stop di luminosità, sarebbe stato un suicidio operativo. In pratica avrei sì ottenuto un ingrandimento più significativo, ma la riduzione dell’apertura massima, oltre che imporre tempi più lunghi, mostra a mirino una immagine meno luminosa (la metà) e con gli Ais si metteva a fuoco a mano: durissima. Inoltre, l’assenza di qualunque tipo di riduzione delle vibrazioni mi avrebbero garantito una ampia raccolta di foto micro-mosse. Di qui la preferenza per il 600/4. Con il Nikon Ais 600/4 IF-ED ad oltre 2000 m in alta val Sesia Fine dei “rodimenti” da 800mm? L’aggiornamento successivo, in tempi di ripresa digitale, lo feci ancora con il 600/4, ora stabilizzato ed autofocus e qui mi sono fermato (più o meno). Ammetto che il lancio del Nikon AF-s 800/5.6 FL VR, mi generò qualche turbamento, ma all’atto pratico, ormai, avevo maturato contezza di quanto sia spigoloso gestire focali superiori a 600 mm e ciò mi bastò per ricacciare la “scimmia” nei recessi della mente e della memoria. E poi il mio bel Nikon AF-s 600/4 VR con un TC14 può diventare un dignitosissimo 840/5.6, quindi alla bisogna un 800mm già ce l’avevo. Tronfio con Nikon 600/4 AFs VR G, Finlandia. Ma, inatteso, venne il giorno. Non so cosa diavolo sia passato per la zucca dei progettisti Nikon, non so che bizzarria abbia condotto alla nascita del Nikon Z 800/6.3 VR S, ma so di dover censurare le parole che mi sono sfuggite quando ho visto le prime demo in internet. Si perché questo obiettivo scopa via tutte le limitazioni della realizzazione 800/5.6 ben nota ed agognata. Prima di tutto i pesi non sono comparabili, passiamo dai 4.6 Kg dell’800/5.6 AF-s ai circa 2.2Kg di questo 800Z: ciò si traduce in reale possibilità di brandeggio manuale. Poi negli ingombri l’800Z è identico al 500/4 AIS, il più smilzo supertele prodotto da Nikon, anzi è pure meglio perché il paraluce è correttamente dimensionato e non è un tubo di stufa come quello di tutti i 500/4 Nikon. Aggiungiamo la farcitura tecnologica del VR allo stato dell’arte, dell’autofocus reattivo e della potenza di una Z9 e il piatto è servito. A maggio 2022 Mauro ci invitò a provare questo nuovo fottuitissimo 800mm. Al tempo stavo valutando pro e contro per l’abbandono della reflex in favore della Nikon Z9 che definire mirrorless è riduttivo. I pro li avevo tutti ben presenti, sempre grazie a Mauro, i contro li lascio al lettore; partii da casa senza indugio per toccare con mano questo strabiliante attrezzo che, come accennato, sulla carta sciacquava via tutte le limitazioni del passato promettendo un formidabile ampliamento di possibilità. Nikon Z 800/6.3 nelle mani di Mauro Alla prova dei fatti son rimasto di stucco, direi meglio: inebriato. Le ipotesi su cui avevo imbastito mille ragionamenti si sono confermate in pochi minuti. E Mauro il suo 800mm me lo ha ceduto a giugno di quest’anno, quindi lo sto usando da 6 mesi e confermo tutto quello che avevo intuito in quei pochi minuti di prova sul lungo lago comasco del maggio 2022. Folgorato Nikon Z 800/6.3 S, una carta in più da giocare nella fotografi della Natura. In questi mesi di utilizzo, sporadico, in ferie, nelle “frattaglie” di tempo dei WE, nel dopo lavoro (me lo sono, inutilmente, portato in trasferta), insomma quando possibile, il Nikon Z 800/6.3 mi ha dimostrato le capacità di cui avevo intuito in pochi minuti di prova con gli amici di Nikonland. Non perdo tempo a raccontare di brillantezza ed incisione, queste caratteristiche sugli Z ora le abbiamo come “default”, ma voglio raccontare la mia esperienza per quanto concerne una focale così lunga. estratto dallo zaino, S. Caterina di Pittinuri (OR) Fortunato incontro con caprioli, Parco Lame Sesia - Agosto Nikon Z9 ob. Nikon Z 800/6.3 S Gitzo GT3541LS Arca B1 Le problematiche dell’ottica geometrica ed il miracolo di Nikon. <Ottocento millimetri> su full frame sono una lunghezza focale difficile da gestire fondamentalmente per 2 aspetti: Il potente ingrandimento amplifica il mosso in modo brutale, il che impone tempi di otturazione molto rapidi. La messa a fuoco è criticissima per via dell’angolo di campo così ristretto: risulta addirittura difficile portare il soggetto nell’inquadratura, figuriamoci mantenerlo a fuoco. Aggiungiamo una Profondità di Campo di qualche millimetro e la combinazione finale è assolutamente disarmante. In particolare il Nikon Z 800 colpisce per compattezza e maneggevolezza, ciò è dovuto alla costruzione con lenti diffrattive, ma soprattutto al non esaltante valore di luminosità massima di f/ 6.3 che, a chi ha i capelli brizzolati, fa storcere le budella. Queste considerazioni “geometriche” condurrebbero alla conclusione per cui un 800/6.3 potrà essere utilizzato solo in particolari fortunate occasioni. Invece tutti questi problemi, incluso il torci budella, li risolve la Z9: luminosità ridotta, messa a fuoco criticissima e stabilizzazione, sono a carico della fotocamera che assolve brillantemente il compito. E lo fa sempre. Il ristrettissimo campo inquadrato rimane allora l’unica vera questione che va in capo al fotografo. Io lo trovo PAZZESCO. Rampichino, Valsavarenche (AO) - Agosto. Nikon Z9 ob. Nikon Z 800/6.3 S mano libera Airone di Amazon, Novara - Agosto Nikon Z9 ob. Nikon Z 800/6.3 S mano libera Libellula in risaia. Novara - Agosto Nikon Z9 ob. Nikon Z 800/6.3 S mano libera Tralicci orribili, Novara - Agosto Nikon Z9 ob. Nikon Z 800/6.3 S mano libera Le cime della val Soana viste da Novara - Settembre. Nikon Z9 ob. Nikon Z 800/6.3 S Gitzo GT3541LS Arca B1 , fotomerge di 4 scatti Martin pescatore "alterato", Parco lame Sesia - Agosto. Nikon Z9 in DX ob. Nikon Z 800/6.3 S Gitzo GT3541LS Arca B1 Dei Pesi e delle Misure. Con 800mm siamo per forza di cose nel campo degli obiettivi “mammazzoni” il cui trasporto, brandeggio e gestione generale è sempre un problema. L’800/6.3 ingombra quanto il 200-400/4, quindi non poco, ma pesa 1kg di meno e questo aspetto ha un’importanza micidiale. Spesso si pensa che il peso sia un guasto solo per il trasporto e non si valuta l’inerzia della massa. Al brandeggio a mano libera i circa 3.3kg di fotocamera e 800mm si gestiscono in modo semplicemente imbarazzante, non so come dirlo altrimenti. Ne faccio il paragone con il brandeggio di ottiche più corte come il già citato 200-400 piuttosto che del 300/2.8 di qualunque versione, nell’uso pratico ho sempre dovuto ricorrere ad un appoggio, foss’anche solo la spalla di un socio di escursione. Invece il Nikon 800/6.3 accoppiato alla Z9 risulta pratico quanto un obiettivo che non esiste, un leggero 300/2.8, e scrivo 300mm con cognizione di causa perché non sembra di manovrare uno strumento che offre un ingrandimento di quasi 3 volte maggiore. Nella pratica cosa significa? Tantissimo e qui porto un esempio fresco fresco della scorsa estate. Ero appostato con l’800 montato sul treppiedi; esattamente alle mie spalle ho sentito il fischio di un rapace. Ho afferrato la seconda Z9, che tengo libera proprio per le “sorprese” come questa, e con il 300mm in canna, e ginnica contorsione, ho scattato una “foto ricordo” a distanza siderale di una sagoma di rapace su tronco scassato. La cosa sarebbe finita qui se davanti a me avessi avuto il 600/4 perché è impossibile spostare il tele grosso, cioè staccarlo dal treppiedi, brandirlo trascinando con sé tutte le reti mimetiche e orientarlo in direzione opposta. E’ uno sforzo che non si può fare, sono 6-7kg a sbalzo da sostenere con i muscoli addominali. Ma come detto quel giorno avevo l’800, che è decisamente meno ingombrante del 600, e soprattutto pesa meno della metà. Allora provo: stacco l‘800 dal treppiede, lo imbraccio, riesco a ruotare senza che mi partano fitte addominali e scatto, ma stavolta con 1200mm equivalenti di ingrandimento (Z9 in DX). Rapace ? Parco lame Sesia - Agosto Nikon Z9 ob. Nikon AFs 300/4 PF + FTZ2 mano libera Poiana Codabianca! Parco lame Sesia - Agosto Nikon Z9 in DX ob. Nikon Z 800/6.3 S mano libera Nello Zaino. Pur essendo un “mammazzone” l’800Z offre un contenimento degli ingombri tale da facilitarne il trasporto. Per scarrozzarmi l’800 mi basta lo zaino da montagna da 40 - 45 litri e mi resta spazio per accessori quali vestiti e altre fotocamere. La scorsa estate ho trasportato per 4gg (tutte le mie ferie sigh) 3 fotocamere e 3 obiettivi su e giù per la Valsavarenche dentro ad uno zaino Forclaz 45l estremamente leggero. Non mi è sembrato vero di poter disporre di una varietà così ampia di focali anche in alta montagna consentendomi di riprendere qualunque soggetto e situazione incontrata. Dotazione Gran Paradiso estate 2023 Zaino Forclaz da 45litri e fotocamere; accanto: Ghiacciaio Gran Paradiso Nikon Z 800/6.3 mano libera Alpe Meyes Valsavarenche PN Gran Paradiso, Nikon Z7II ob. Nikon Z 24-70/4 S Alpe Meyes Valsavarenche PN Gran Paradiso, Nikon Z9 ob. Nikon AF-s 300/4 PF + FTZ2 Alpe Meyes Valsavarenche, PN Gran Paradiso, Nikon Z9 ob. Nikon Z 800/6.3 S mano libera Torrente Savara sotto la pioggia, PN Gran Paradiso, Nikon Z9 ob. Nikon Z 800/6.3 S mano libera I limiti del Nikon 800Z. Lo strumento perfetto non esiste e nemmeno noi siamo troppo perfetti. Il Nikon 800Z è un’ottica diffrattiva, come tale presenta un aspetto che ad alcuni può risultare indigesto: lo sfuocato. In certe condizioni le linee presenti sui piani fuori fuoco possono mostrarsi come ondulazioni simili a quelle di un miraggio. Non solo, nei controluce sparati si possono presentare fenomeni bizzarri simili all’aberrazione cromatica che presumo dipendano dal gruppo diffrattivo Fresnel presente nello schema ottico. Sfocato diffrattivo Novara - Ottobre. Nikon Z9 in DX ob. Nikon Z 800/6.3 mano libera Goccioline multicolori, Gran Paradiso - Agosto. Nikon Z9 ob Nikon Z 800/6.3 S mano libera Ma io non appartengo alla schiera degli estimatori dello sfocato assoluto, quindi la mia valutazione di uno strumento non viene stravolta da aspetti che giudico men che secondari. Credo che oggi per qualunque fotonaturalista non esista un’ottica più accattivante di questo 800Z. Per me è stato un sogno diventato reale quello di poter trasportare a 2500m di altezza 800mm di focale e lo scrivo con la coscienza propria di chi, a quelle quote, ha scapicollato il 600/4 unito al treppiede Manfrotto 055. Il vero limite di questo obiettivo è nella luminosità massima relativa quell’f/6.3 con cui occorre scendere a patti. La verità è che dispiace arrendersi al buio perché questo obiettivo con la Z9 sembra poterti condurre ovunque. Il crepuscolo spinge l’attrezzatura fotografica al limite, e questo 800/6.3, per quanto digerisca benissimo tempi di otturazione dell’ordine del 1/60s, si deve arrendere dove altri obiettivi possono osare. Il compromesso però è abbondantemente a favore di questa soluzione che, nella pratica, consente di fare quasi tutto. Quasi notte, messa a fuoco difficilissima. Parco Lame Sesia - Giugno Nikon Z9 ob Nikon Z 800/6.3 Gitzo GT3541LS Arca B1 Un guaio cui invece non c’è rimedio è collegato a focali così lunghe ed è e rimane nella qualità dell’aria che separa il fotografo dal soggetto. Talvolta bastano 50 metri di strato d’aria per risultati inguardabili, in questo senso credo sia molto importante avere coscienza delle condizioni pratiche di possibilità di utilizzo. Non c'è niente di nitido. Leviona PN Gran Paradiso - Agosto. Nikon Z9 ob. Nikon Z 800/6.3 mano libera Concludo consigliando a tutti gli amanti della fotografia della natura di guardare con attenzione, ed un po’ di sana cupidigia, ad ottiche quali l’800 Z, e ai suoi fratellini più piccoli, perché vi possono regalare opportunità non facilmente prevedibili.
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