Le regine delle alpi - Aquile al PNGP
In autunno cerco di ricavarmi lo spazio, tra i vari impegni, per andare in montagna il più possibile. Perché sono innamorato di questa stagione di mezzo, in particolare quando il cielo si riempie di nebbie e nuvoloni e ci sono le prime nevicate. È un fatto: io non sono un tipo da cieli azzurri!
L' altro ieri le previsioni del tempo erano proprio quelle giuste, dopo un periodo secco - troppo - finalmente una perturbazione con neve di sabato. Così, venerdì sera preparavo lo zaino con un sorrisone.... beh, la schiena e le ginocchia non erano così felici - si sa, diventar vecchi è così - perché tra attrezzatura fotografica, binocolo, acqua e cibo, abbigliamento per quelle temperature e per la neve, ramponi - in montagna a novembre poca neve di solito vuol dire tanto ghiaccio - e bastoncini c'era poco da sorridere.
Ma è sempre la solita storia: No pain no gain! così quando la sveglia alle 4:45 mi ha strappato al letto caldo ed al sonno di pietra procuratomi dalla settimana lavorativa non ho fatto una piega, mi sono preparato in fretta, una banana per i polpacci ed un robusto caffè a cacciar via il sonno e via..... alle 7:30, dopo un'altro caffè ed una brioche al cioccolato, iniziavo a camminare, il Parco Nazionale del Gran Paradiso non è proprio dietro l'angolo! Così come la location in quota che voglio raggiungere: a passo molto molto veloce, considerati zaino e condizioni del sentiero, ho impiegato 1h e 10' a salire i 620mt di dislivello che la separano dal parcheggio. Non male vecchio: il cartello indicava 1h e 50'!
Le previsioni del tempo sono risultate perfette: neve, nebbia e nuvoloni bassi tutta la mattina. Mattina passata a fotografare camosci nell'ambientazione che speravo, ma questa è un'altra storia per il blog. Perché verso metà giornata si è alzato un po di vento ed i nuvoloni hanno iniziato ad aprirsi. Allora ho iniziato a guardare in cielo per vedere se una giornata così perfetta si poteva ancora migliorare. Cosa che è stata perché poco dopo le 15 la vedo, vicino il versante opposto della valle poco più in basso di me. Sta prendendo quota alternando momenti in cui batte le ali con ampi cerchi, alla ricerca di impossibili - vista la giornata - venti ascensionali, che però lei è capace a trovare e che rapidamente la portano su.
Sono pochi istanti, come confermerà il timestamp della macchina fotografica sui file: dalle 15:14:06 alle 15:14:41 - giusto 35 secondi. Ma mentre sei li, la vedi, la cerchi nel mirino, speri che passi vicino e che vada proprio la dove c'è quello sfondo così interessante.... vi assicuro che sembra un tempo molto molto più lungo.
Come quello in cui verifichi che la messa a fuoco non ti ha tradito, perché sei passato dal punto singolo ai gruppi, che l'istogramma va bene anche se l'esposizione l'hai compensata "a occhio" - togliendo il +0.7 che serviva per i camosci nella neve e passando a "zero", cioè matrix liscio - e che il tempo di scatto era abbastanza rapido da evitare che uscisse mossa. Cioè che quelle tre girate alle rotelle erano, "largo circa", quanto ci voleva.
Il resto lo fa quella che, credo, debba essere considerata l'impostazione "standard" della macchina fotografica per ogni fotografo naturalista: Manuale con auto ISO.
Bene, queste le foto:
Tutte con D5 e 80-400 AFS VR. Focale 400mm diaframma 5.6, tempo 1/1250. ISO da 100 a 500.
Massimo
26/11/2017
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