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Silvio Renesto

Nikonlander Veterano
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  1. Alcune osservazioni a ruota libera: 1) Rapporti di ingrandimento così elevati ben difficilmente consentono di lavorare a mano libera. 2) Per ottenere una profondità di campo sufficiente a coprire tutto il soggetto rende pressochè necessario lo stacking, oppure selezionare un inquadratura, quale quella frontale anzichè laterale, in modo che la parte che interessa riprendere stia pressochè tutta sullo stesso piano o quasi. 3) i tubi di prolunga allungano il complesso camera obiettivo e rubano molti stop di luce, occorre tenerne conto. 4) Alcuni ottengono macro spettacolari con compatte dal sensore si un pollice o addirittura di 1.7 ?montando le lenti Raynox di elevata potenza , ma ci si deve avvicinare tantissimo quindi sempre con soggetti immobili. Parlando di macro spinte ad animali: 1) Per avvicinarsi a sufficienza al soggetto con tubi e/o lenti e per fare stacking ecc. occorre che il soggetto stia fermo per tutto il tempo della ripresa, prove eventuali comprese. Questo si può fare solo se il soggetto è "freddo" ovverosia all'alba, prima che la temperatura si alzi attivando il metabolismo dell'animale, oppure raffreddando in qualche modo il soggetto (soluzione che personalmente aborro, mai ho fatto e mai farò). Ed è necessario anche che il supporto stia fermo (bisogna che non ci sia vento o trovare il modo di neutralizzarne gli effetti). Le gocce di rugiada sono VERE, per cui il coleottero è ancora "freddo" di suo. Nikon 200mm f4 micro nikkor AfD Ed f20, 1/125s Corpo Fx treppiede luce ambiente. Il soggetto è inquadrato di fronte perchè più espressivo, è fermo perchè faceva ancora freddo. Ho usato il 200mm f4 Micro nikkor AfD f14 a 1/125s Treppiedi. luce ambiente. Corpo macchina Fx 2) Altra occasione in cui il soggetto rimane fermo è appena dopo lo sfarfallamento, mentre l'emolinfa distende le ali di solito il soggetto rimane immobile finchè le ali sono diventate pienamente funzionali Libellula neosfarfallata con le ali quasi distese dopo pochi minuto dalla ripresa si è involata, ma intanto è rimasta ferma abbastanza da consentirmi la ripresa Nikon 200mm f4 micro nikkor AfD f18, 1/250s corpo Dx, flash. Può essere necessario un plamp, ossia un supporto a cui fissare il posatoio su cui sta il soggetto.Pratica che può essere innocua oppure più o meno stressante o lesiva del soggetto a seconda del soggetto stesso. per alcuni insetti non comporta stress, per altri sì. Io l'ho usato in pochissimi casi. Va da sè che dopo la ripresa il soggetto e il supporto vanno ricollocati in modo adeguato Il Plamp serve a: spostare il soggetto per orientarlo in modo che la luce sia ottimale, spostare il soggetto in modo che non ci sia nulla come cespugli e simili che ostacolino il posizionamento ravvicinato della fotocamera su treppiede. Il posizionamento del treppiede fra i cespugli spesso provoca vibrazioni dei rami che fanno fuggire il soggetto. Spostare il soggetto per isolarlo dallo sfondo. Bloccare il supporto su cui è posato il soggetto eliminando gli effetti del vento. Chiaramente anche per usare il plamp il soggetto deve essere freddo o altrimenti immobile, perchè se no col fischio che si fa spostare. Il mio personale modo di lavorare nella macro/close-up in natura varia secondo la disponibilità di ottiche: Macro (rapporti di riproduzione superiori a 1:2-1:3): Se ho a disposizione un tele macro lungo (180-200mm) vero(che arriva ad Rapporto di Riproduzione di 1:1) che in caso di necessità può accettare un teleconverter è la mia scelta preferita.: grande distanza di lavoro unita ad elevato rapporto di riproduzione, quindi meno problemi in tutti i sensi. Necessita il treppiedi. Se non ho a disposizione il macro lungo mi arrangio con un tele macro medio (105) magari con converter o tubo. Ma sul campo è più difficile. Close -up (rapporti di riproduzione inferiori a 1:2-1:3) Un 300mm f4 a messa a fuoco minima ravvicinata, usato da solo, con converter o tubo corto, secondo necessità , cavalletto o mano libera secondo quel che consentono le condizioni di ripresa. Il sensore Dx aiuta ad aumentare la distanza di lavoro a parità di copertura di immagine. 300mm su corpo Dx, what else? Di nuovo un 180-200mm macro se il soggetto è più avvicinabile e/o più piccolo di quelli che riprenderei con il 300mm. Come soluzione di ripiego, salva spazio e/o risparmia peso (ossia se sono in giro per altri scopi o devo essere leggero) Una lente addizionale di non eccessiva potenza abbinata ad un buon zoom tele 70-200 o 70-300. Il vantaggi e svantaggi li ho già descritti.
  2. Il problema è che queste gli Zigotteri (le damigelle come questa Chalcolestes che Max ha fotografato) hanno gli occhi molto distanziati fra loro e rispetto all'asse del corpo, in più sono molto piccole, e siccome più ingrandisci meno pdc hai, sono veramente difficili senza stacking. Oppure arretri e anzichè la lente monti un moltiplicatore (non sul 70-300 però) Qui ho ho usato il 300 col Tc14 a f11, sempre crop 100% Un po' meglio, Oppure fai un ritratto frontale: crop 100% 200mm f4 micro AfD a f16, senza stacking
  3. Serie molto interessante con diverse foto curiose e molto piacevoli sia alcuni paesaggi che dei dettagli di templi idoli ecc. Una osservazione che mi sentirei di fare è che la firma mi sembra un po' invadente.
  4. Mitica ISO Rivolta, ricordo la ISO Grifo, ma poi faranno il Museo a Bresso?
  5. Mi piace la lettura che ne fa Fabio. La malinconia l'avevo colta anch'io, ma non avrei saputo legarla all'occhio a fuoco quanto al resto fuori fuoco. E' un tema interessantissimo che cercherò di seguire e (se riesco) proverò anche a contribuire.
  6. Foto molto bella, ricca di atmosfera e di espressività.
  7. Ai tempi di Jurassic Park 1 i miei studenti (di Scienze Naturali!!!) mi chiedevano se davvero il Tirannosauro non ti vedeva se stavi fermo. Capite dove siamo finiti?
  8. Mauro e Max, non volevo sembrare iroso, semplicemente appassionato al discorso, io non mi irrito (quasi) più da lungo tempo ormai, La finisco in breve cercando di ribadire che non è la foto ma l'intenzione dichiarata che mi interessa: Credo che serva Greta? Sì, ahimè. Tu e Max e molti altri avete quella che si chiama cultura e cognizione che vi rende capaci di distinguere e di valutare, ma ti posso dire con cognizione di causa che c'è uno sterminio di umanità analfabeta funzionale che in campo naturalistico non ha la più pallida idea di cosa stia vedendo e di come interpretare quel che vede. La nostra educazione è prevalentemente centrata sull'umanesimo e di formazione scientifico naturalistica se ne fa poca. Prendi questa qui Che scrive: Piccolo Gufo (sarebbe Barn Owl, Barbagianni, ma per gli inglesi Owl è generico) con la madre. Ha fatto il giro dei social ed ha ricevuto molti like (you non sono io è uno screenshot!) e sinceri commenti emozional romantici. Ebbene questo Barbagianni è di peluche, si vede da tutto, ma soprattutto dalla coda e poi chi conosce gli uccelli sa che i pulli non sono miniature degli adulti, e quando abbandonano il nido son grossi come i genitori. Probabilmente l'autore che si autonomina "Pure Nature" è un buontempone che ha fotografato un paio di Barbagianni di peluche per vedere quanti ... Allocchi (per restare in tema) riusciva a catturare. Non voglio demonizzare lui, ma voglio dire che di gente che sa qualcosa di natura ce n' é molta meno di quanta non ne sa nulla. Finisco (veramente!) chiarendo che non stigmatizzo nessuno: negli zoo si possono fare bellissime foto anche ricche di significato e ne faccio anch'io, e fotografo con grande piacere anche i gatti, With love, sul serio.
  9. C'è un esperienza di sicuro sul comportamento animale, senza la quale non puoi fare il fotografo naturalista, esperienza che ti porta poi a confrontare quel che sai con quel che vedi e scoprire abbastanza spesso chi manipola le immagini. Ma non è questo il punto. L'irritazione non è per la foto in sè, ma per due motivi, mancanza di sincerità e possibile effetto diseducativo. Non è integralismo, o manicheismo, non nel mio caso almeno, solo desiderio di coerenza. Il punto come ho già scritto, è che nel ritratto, fashion, nudo, insomma tutto quello che Ross in altro topic chiamava fotografare ciò che si crea e non ciò che già esiste, chi costruisce l'immagine non lo nasconde, anzi è per lui motivo di soddisfazione l'essere riuscito a creare tramite abilità tecnica e sensibilità artistica un'immagine che rispecchia qualcosa che era nella mente nel cuore del fotografo e che non esisteva prima, foto che se è fatta bene, è apprezzata. Però questo stesso fotografo come ho già scritto, non afferma di aver incontrato, che so, esagero, una ninfa alata nel bosco su un unicorno, e averla ripresa dal vero, e non pubblica le foto come come un reportage di attualità. Quindi è onesto e non è in alcun modo deviante la sua è una creazione artistica evidente. Mauro scrive Young Cate Blanchett , ma nessuno di noi pensa, nè lui sostiene, che sia andato indietro nel tempo a fotografare l'attrice da giovane, non c'è inganno. Ma non c'è nemmeno bisogno di dichiararlo. La gente sa riconoscere le cose dell'uomo, ma molti meno sono quelli che conoscono le cose della natura. Non c'è bisogno di creargli altra confusione. Anzi c'è bisogno di chiarire le idee. E nulla vieta a qualcuno di fotomontare una libellula che trasporta in volo un elefante (l'iperbole è volutamente esagerata, ma il concetto rimane) e pubblicarla, se gli piace l'idea, basta che poi non scriva che è "naturale" e non voglia far credere che le libellule in natura rapiscono elefanti. Se scrive che è una sua fantasia artistica, va bene. Quindi se il tizio in questione scrivesse che i suoi scoiattoli di terra sono delle modelle indotte tramite artifizio a quelle pose, che ha gonfiato il soffione ecc. allora sarebbe accettabile,. Sempre che le bestie non siano state danneggiate in alcun modo, come invece succede in alcuni tetri teatrini macro di cui abbiamo già parlato. Se l'autore pretende di affermare che quello che lui ha creato è invece comportamento naturale in una situazione naturale allora è disonesto. Ma perchè non lo ammette? Perchè se rivela di essersi inventato la cosa l'effetto emotivo sulla gente sarebbe azzerato, mi sa. Uno dei pochissimi fotografi bannati anni fa su un notissimo forum di fotografia naturalista-generalista era un tizio che aveva fotografato una bellissima notte stellata da una cima delle Alpi. Ovazioni di massa finchè qualcuno non fece notare che quelle costellazioni erano tipiche dell'emisfero Sud, visibili in Patagonia, ma non in Nord Italia. Se vuoi fare una foto in cui brilla la Croce del Sud fra le cime delle Dolomiti, puoi farlo, ma non è corretto poi sostenere che la foto è riflette una situazione reale. Quei fotoreporter che hanno taroccato immagini della guerra del golfo per creare effetti drammatici e le hanno spacciate per vere, sono stati stigmatizzati alquanto, mi pare, anche dai non naturalisti.
  10. Ops mi sono dimenticato che l'avevo fatto, e ci ho pure fatto un articolo... , sorry, quando l'ho fatto non ho valutato la resa ai bordi
  11. Non sono un vero appassionato, nè un profondo conoscitore dei dettagli meccanici, però le auto sono fra le cose che mi piacciono abbastanza, se c'è qualche occasione non impegnativa di vedere delle auto in mostra, ci vado a fare un giro. Domenica 15 settembre a Milano in corso Buenos Aires c'è stata la Festa dei Motori, in cui venivano esposte sia macchine storiche, che auto curiose, inoltre molte case automobilistiche presentavano i modelli del 2019. Purtroppo l'ho saputo tardi e così quando sono arrivato sul posto la situazione era questa: Ragione per la quale fotografare non era così semplice, per cercare di eliminare quanti più soggetti e oggetti di disturbo ho usato il 10-20 andando addosso alle auto. Non credo siano foto memorabili, anzi fanno un po' pena, ma il mio scopo è raccontare la kermesse. Poi, tra voi ci saranno sicuramente degli appassionati ai quali vedere qualche vecchia (o meno vecchia) gloria potrebbe far piacere. L'esposizione era organizzata per temi. Lego! Come non ammirare questi gioiellini di creatività? Auto da film e serie TV Immancabile, intramontabile, Herbie, il Maggiolino tutto matto del film Disney Per generazioni meno antiche della mia... il più recente Bumblebee, Maggiolino-Robot della serie cinematografica dei robottoni Transformers. Kit, l'auto intelligente, decisionista e parlante della serie Tv Supercar. Ricordo la serie Tv con David Hasseloff, ma non ricordo che auto sia. Non poteva mancare la De Lorean dei vari Ritorno al Futuro. E questa? La Peugeot 305 del Commissario Chérif, protagonista di una serie di gialli-umoristici francesi. La serie l'ho pure vista. Classiche grandi e piccole, vecchie e meno vecchie. La grande Isotta Fraschini La piccolissima Isetta. Una bella Peugeot 203 Fiat 1200 cabrio, stupenda! Fiat coupè 2300, molto bella anche lei. Fiat 8V, ma come erano belle le Fiat di una volta! Una ASA 1800, mai sentita, se ci fosse ancora in giro Michele (Spinoza), forse ci saprebbe dire ogni cosa su di lei? Aston Martin, sportiva elegante, come sempre. Glorie dello sport motoristico Alfa Duetto che ha partecipato ad una Parigi Pechino Mitica lancia rally 037, Mondiale nel 1983. Fiat 131 Abarth Porsche 935. I "Bulli" Non sono quelli che minacciano i bambini, ma i meravigliosi furgoni Volkswagen che l'alternativo nascosto in me ha tanto desiderato ma mai avuto Quello del "Figlio dei fiori" E quello del Fiorista vero. Tra l'hippie il rockettaro Ed ecco il rockettaro. Le piccole! Intramontabile, la 500, che altro dire? La Cadillac delle piccole, con tanto di pinne sui fari di coda, l'Autobianchi Bianchina. Sei posti in una scatola di sardine la Fiat 600 multipla, geniale. Mi ricordo quando i tassisti ce l'avevano tutti, verde e nera. Curiosità. Volkswagen Maggiolino trasformata in "Buggy" . Una non meglio identificata muscle car da parte di una ditta che un tempo elaborava fuoristrada. Una smisurata De Soto con minicaravan in tinta. Un minivan Subaru che ha fatto un tour in Mongolia (così c'è scritto). E poi c'erano le auto nuove, tantissime, che non ho fotografato perchè le trovate ovunque e, siccome ci si poteva salire, erano affollate oltre ogni immaginazione.
  12. Bisognerebbe provarle sullo stesso obiettivo per avere un confronto affidabile, perchè la resa dipende dalla lente ma anche da quanto è corretto l' obiettivo su cui viene montata. In linea generale le lenti addizionali sono sempre un po' meno nitide ai bordi che al centro, in fotografia naturalistica non importa, ma potrebbe vedersi nelle riproduzioni di oggetti piani che vadano fino a bordo immagine.
  13. Esiste (o esisteva) un forum di fotografia in lingua inglese che si chiamava "Making not Taking", sottintendendo il piacere di fare oltre che di riprendere l'immagine. Io condivido l'idea di appropriarsi del tempo e del modo, anche a me piace pensare e decidere come "fare" lo scatto (quello che Massimo chiama giusta concentrazione), però preferisco il digitale per tutto quello che segue, senza nostalgia alcuna per le pellicole, gli sviluppi e tutto il resto. Può essere che io non abbia questa affezione per il processo chimico perchè prima del digitale ho scattato soprattutto diapositive e in camera oscura ci sono stato pochissimo, di solito a guardare altri, e inoltre non ho mai usato niente di più grande del 24x36mm. Se avessi provato, forse la penserei diversamente, chi lo sa.
  14. Ma infatti, nessuno vedendo le tue foto di modelle si sogna che siano situazioni reali, tu sei perfettamente chiaro ed onesto nella tua produzione. Vuoi suscitare determinate emozioni e crei situazioni da te pensate, che coinvolgono soggetti consapevoli e consenzienti alla cosa. Con gli animali, vista la (molto) scarsa familiarità che la gente ne ha, ci vorrebbe un distinguo, ma lui non lo fa. Non è questione di temere nulla, quello che da' fastidio è il voler far passare per naturali cose o atteggiamenti che naturali non sono, con soggetti non consapevoli, come ha scritto Massimo.
  15. Nello scorso articolo avevo illustrato l'uso della lente addizionale SIGMA AML da 1,5 diottrie, del tutto paragonabile alla Nikon 5T, ed avevo concluso che le lenti addizionali rendevano al meglio ed erano più versatili con gli zoom medio tele come il 70-300mm af P. All'epoca, John Shaw nella sua "Guida pratica alla Macrofotografia" (Editrice Reflex) suggeriva infatti di usare la Nikon 5T con l'80-200 f4 AiS. Quelli erano i tempi in cui gli zoom di qualità più diffusi avevano apertura massima f4 e diametro filtri da 62mm. Oggi quasi tutti usano invece zoom di apertura f2.8 e diametro filtri da 77mm. Esistono lenti di potenza non esagerata con quel diametro, che abbiano anche buona qualità? Certo ma bisogna affidarsi ad altre marche, esattamente a Canon che produce un'ottima lente addizionale acromatica (a due elementi) la Canon 500D, che viene proposta con diversi diametri fra cui anche 77mm. Massimo Vignoli mi ha gentilmente prestato la sua Canon 500D per farne un breve test. Io non ho uno zoom 70-200 f2.8 (che sarebbe la morte sua), per cui l'ho provata sul Nikon 300mm f4 Pf che comunque rimane entro il range di utilizzo suggerito (Canon garantisce una buona resa dai 70mm fino ai 300mm). Come è fatta e come funziona. La 500D di diametro 77mm è piuttosto costosa, ma è fatta bene. La costruzione è impeccabile, solido metallo e vetro. E' una lente da due diottrie quindi intermedia fra la Nikon 5T (1,5 diottrie) e la 6T o le Marumi 330 (3 diottrie). questo significa che la sua distanza massima di messa a fuoco (cioè con obiettivo ad infinito) è pari a 50cm (si calcola così: distanza max di messa a fuoco in mm = 1000/n. diottrie). Come tutte le lenti addizionali il suo rapporto di riproduzione è tanto maggiore quanto maggiore è la focale dell'obiettivo su cui viene montata (ci sono varie formule, la più semplice è Ingrandimento= n. diottrie x lunghezza focale obiettivo in metri) per un 300 mm si ha quindi Ingrandimento=2x0.3=0.6 ossia poco più di 1:2 a 50cm dalla lente frontale, non dal sensore. Questo con l'obiettivo ad infinito. alla minima distanza di messa a fuoco si hanno ingrandimenti ancora più spinti. Le foto che seguono sono state scattate con la Nikon D500 che ha un sensore APS-C quindi il "ritaglio" porta ad inquadratura pari quasi ad un rapporto di riproduzione di 1:1 (0,9). Niente male. Copertura d'immagine del 300mm f4 P alla minima distanza di messa a fuoco, sensore APS-C Copertura d'immagine del 300mm f4 P, messa a fuoco ad infinito con la lente Canon 500D, sensore APS-C. Copertura d'immagine del 300mm f4 P alla minima distanza di messa a fuoco con la lente Canon 500D, sensore APS-C. Sul campo. Versione breve: si possono ottenere risultati molto buoni, ma non è semplice. Vediamo perchè. Occorre scattare a diaframma chiuso almeno ad f8 sia per avere un minimo di profondità di campo che soprattutto perchè a f4-5.6 la resa è eccessivamente morbida e a questo si aggiunge che ogni minima imprecisione della messa a fuoco viene amplificata. Il range di messa a fuoco è estremamente limitato. Si va da 50cm a circa 35cm dalla lente frontale. quindi non si ha molto spazio di manovra per aggiustare il fuoco e regolare l'ingrandimento.. Questo per me è il problema maggiore, specialmente con un 300mm fisso, con uno zoom sicuramente si avrebbe più agio di gestire l'inquadratura. Spiego meglio: con il 300mm si ha un rapporto di ingrandimento poco variabile, con uno zoom invece pur rimanendo alla stessa distanza si ha la possibilità di variare molto l'ingrandimento variando la focale, con un 70-200 si andrebbe da 1:7 a oltre 1:2. Con un po' di impegno però i risultati si avvicinano a quelli di un vero macro. Come ho già scritto sopra un sensore APS-C la copertura di immagine è pienamente paragonabile a quella degli obiettivi macro. Le foto sono state scattate a diaframmi fra f8 e f16. Queste Licenidi sono lunghe da due a tre centimetri. Ape su fiore Crop 100% l'immagine è stirata dal browser se cliccate sopra e la aprite sarà più nitida. Soffre anche via di un po' di rumore dovuto agli ISO elevati, ma si vedono gli ommatidi (le cellette degli occhi composti). Crop 100%, vale il discorso precedente, cliccateci sopra per aprirla. Come vedete, la nitidezza può essere sorprendente. Conclusione: La Canon 500D è una buona opzione per uscite come un' escursione in montagna, in cui ci si porta ad esempio un teleobiettivo lungo per la fauna ed uno zoom 70-200 f2.8 per le foto ambientate, ma si vuole ugualmente essere in grado di poter riprendere anche un soggetto da vera macrofotografia se capitasse l'occasione, senza doversi sobbarcare il peso di un altro obbiettivo, semplicemente trasformando il 70-200 in un macro tramite un aggiuntivo che pesa ed ingombra poco più di un filtro. Per la fotografia ravvicinata (al di sotto di 1:3) oppure per uscite dedicate alla macrofotografia, invece ci sono soluzioni migliori. Grazie a Massimo Vignoli per avermi prestato la sua lente per il test.
  16. Nemmeno io sono contrario, quando sono atteggiamenti spontanei, sia per quel che scrivi tu (qualunque modo di sensibilizzare l'unico animale ragionevole, ma che non ragiona è utile) che perchè essendo appunto spontanei, fan parte degli istinti/comportamenti naturali degli animali stessi. Che possono commuoverci anche senza forzature.
  17. Però... è stata scattata in un parco a Vienna, per cui da una parte gli animali che ci sono devono essere assuefatti all'uomo, questo spiega la tranquillità del soggetto che si è lasciato avvicinare, per il fiore non saprei, ne ha fatte anche con papaveri e soffioni. Una sua galleria qui: https://www.boredpanda.com/animals-photography-dick-van-duijn/?utm_source=google&utm_medium=organic&utm_campaign=organic Anche gli scoiattoli veri (quelli che bevono) sembrano confidenti, forse anche le volpi, ma non è raro. La lince è chiaramente in un parco zoo, la posa rilassata e lo sguardo diretto ed indifferente lo rivela. Nessuna lince selvatica in natura avrebbe quell'atteggiamento di fronte ad un uomo. Ciò non toglie che siano foto molto belle. La tigre è formidabile.
  18. Pensa che l'ho visto ad una fiera di libri vecchi, d'antiquariato, ma volevano un bel po' di soldi (non ricordo quanto).
  19. Le mirrorless sono davvero un rinascimento, hai ragione!
  20. Gli manca la coda e ha le orecchie molto piccole, per cui non credo sia uno scoiattolo vero e proprio, ma una delle tantissime specie di roditori terrestri che vivono in cunicoli sotterranei (dove appunto la coda non serve e le orecchie nemmeno, poi se sono grandi si rovinano strisciando lungo le gallerie), negli USA li chiamano "gopher". Ciò detto sono d'accordo con voi, a prescindere dalla foto in particolare, che non so dire su due piedi se sia vera o falsa, ritengo le antropizzazioni spinte, cioè il voler attribuire atteggiamenti tipicamente umani agli animali, per lo più stucchevoli, quando non diseducative, se le si vuole far passare come fotografia di natura. Se invece si fa dichiaratamente per gioco o si racconta una favola, ci può stare, sempre se l'animale non viene fatto soffrire per questo. Gli animali mio parere vanno amati e apprezzati per quello che sono e che fanno secondo la loro natura.
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