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Mostra il contenuto con la massima reputazione di 31/08/2020 in tutte le aree

  1. Non mi ricordo mai la cifra esatta ma le stime parlano di miliardi di immagini riprese ogni giorno. La gran parte di queste immagini durano il tempo di condividerle. Ma ne restano milioni. Una parte è quella che scattiamo noi con le nostre fotocamere. Tante, tantissime immagini, spesso bellissime. Che sempre più spesso rischiano di restare al chiuso di un hard-disk. Magari dimenticate per anni. E' vero possiamo sempre guardarle a monitor. Il monitor da una visione immediata e semplice. Una volta finito si chiude e amen. Oppure anche sul televisore, anche qui è facile ed immediato. Ma nulla può sostituire lo stupore di una stampa, di qualunque formato sia. Ma soprattutto quando la stampa è di grande formato ed è fatta a regola d'arte. La carta non emette luce, e se è opaca non riflette nemmeno. E porta un dettaglio che difficilmente il miglior monitor è in grado di mostrarci, anche o soprattutto perchè non emette luce ma la assorbe. Una stampa ci parla. Ci ricorda sensazioni che nel mazzo di centinaia o di migliaia di scatti in una directory si stemperano. La carta ha una consistenza tattile reale che ci riavvicina al soggetto quanto un monitor, anche il più spettacolare, difficilmente potrà fare. Esistono tante carte, ognuna con un effetto differente. Gli artisti per secoli hanno scelto la carta più adatta al lavoro che avevano in mente. Oggi possiamo fare esattamente la stessa cosa anche noi. Una fotografia o una serie di fotografie stampate, saranno sempre a vista se valorizzate ed appese in casa. Nella mia stanza e nel mio studio ci sono decine di ritratti appesi. Paia di occhi che mi invitano a fare di meglio la prossima volta. Quindi stampiamole, le nostre foto. Almeno quelle che amiamo di più. Valorizziamole in questo modo. Sarà il miglior tributo che potremo dare alle spese fatte per farle (sia per l'attrezzatura che per scattarle). Stampiamole belle grandi. Stampiamole bene. Non lesiniamo quattro euro per avere fotografie stampate in modo mediocre. un 2:1 gigantesco appena intelaiato in uno studio professionale. Con lo stampatore orgoglioso del suo lavoro stampe più piccole, spedite per regalo alla persona ritratta : qui all'ispezione generale prima della spedizione. Si ma come stamparle ? In casa o fuori ? Questione di indole, di tiratura, di capacità e anche di interesse. Stampare in casa non è una cosa banale - sia in termini di costi che di impegno - e non è alla portata proprio di tutti ottenere risultati di grande qualità. Se si stampa in formati interessanti, fino al formato A2, bisognerà impegnare un migliaio di euro per la stampante. Ma i dolori verranno ad ogni cambio di cartucce. Le stampanti di oggi producono risultati eccezionali ma al costo di una decina - e più - di cartucce di inchiostri che le case si fanno pagare come champagne del 1936. E non crediate che risparmiare l'inchiostro porti a vantaggi. E' vero il contrario. Solo con tirature medie interessanti si ammortizzano i costi rispetto alla stampa fatta in un service o da uno stampatore. Peggio ancora, l'inutilizzo per un certo tempo della vostra stampante - parlo per esperienza - si traduce in blocchi, usure, danni agli ugelli e alle testine. Con costi di manutenzione e/o di riprestino che spesso rendono diseconomico mantenere in vita la stampante stessa. Ma è certo che poter stampare in casa, quando si vuole, controllando tutto il processo dallo scatto alla stampa passando per uno sviluppo adatto, può essere estremamente soddisfacente per chi ci sa fare. Quindi se magari una volta stampavate in casa le vostre fotografie scattate sulla pellicola o se vi affascina il procedimento di stampa, programmate un investimento importante in una bella stampante della marca che più vi attira e poi dedicate il tempo necessario ad affinare il processo. Se stampate molte decine di foto spesso e volentieri, non ve ne pentirete. la vedete al monitor e la stampante ve la materializza sotto i vostri occhi : è un processo affascinante che può ammaliare e legarvi a vita al rituale di stampa. La testina che avanza ritmica e il tamburo che avanza la carta passo-passo, fino alla fine mentre voi seguite l'azione che porta al risultato finale. Ma se invece non ne capite molto, non vi appassiona fare lo stampatore e volete delegare a chi sa il fatto suo un processo che è un'arte del tutto parallela a quella del fotografo, allora non ci pensate nemmeno, ci sono soluzioni alternative che non richiedono di impegnare capitali, comprare carta e spendere centinaia di euro in cartucce di inchiostro. Considerate che oltre ai costi diretti, la stampa in casa può riservare sorprese spiacevoli, guasti, a volte letali che vi fanno spendere centinaia di euro di riparazione della stampante, una stampantona richiede manutenzione ordinaria e straordinaria (che costa, anche solo in termini di inchiostro sprecato per pulire gli ugelli), per non parlare delle tante stampe che fallirete anche quando sarete molto esperti. Tutte cosette che delegando - a pagamento - la stampa a chi lo fa per mestiere, vi risparmierete guadagnando anche tanta serenità in più. Stampare fuori casa : service oppure stampatori artigianali ? Io ho lavorato per anni con uno stampatore artigianale estremamente competente e meticoloso, capace di valorizzare spesso ben oltre le mie aspettative ogni mia stampa. Se avete la fortuna di trovare una persona così, non cercate oltre. Magari non avrete la flessibilità di una grande società di service ma avrete tiraggi unici ed irripetibili. Ogni stampa che otterrete sarà una piccola opera d'arte, indimenticabile e capace di suscitare emozioni. Ma con costi naturalmente non paragonabili a quelli di un service industriale che stampa con processi automatizzati e stampanti a polvere. Diciamo la verità, sotto i formati minimi, la differenza non sarà eclatante. Si, cambierà la qualità della carta ma su un A4 o anche a volte un A3, sinceramente non vale la pena di scomodare una stampa artigianale. La stampa all'ingrosso può essere sufficiente se non è troppo becera. Mentre sui grandi formati non c'è storia, tutta a vantaggio di chi la stampa la fa a mano, magari con una tiratura molto bassa, come una volta facevano i tipografi con il torchietto a mano. Però ci sono anche le vie di mezzo e diversi service adesso si stanno attrezzando per fare stampe su carte di pregio e processi a getto d'inchiostro. In Italia e all'estero ce ne sono diversi, ognuno con una offerta e una gamma di prezzi per tutte le tasche. Io ho sperimentato a suo tempo Digitalpix che ancora utilizzo per le stampe veloci. Mentre sto testando WhiteWall che è un service che ha vinto svariati premi Eisa come migliore stampatore del mondo per diversi anni consecutivi. Stampe singole o libri fotografici ? Come dicevo, la carta, la stampa accurata, nulla può valorizzare la vostra foto come una bella stampa, magari fine-art con le migliori tecniche disponibili sul mercato. Ma questo ha un costo che può raggiungere livelli elevati se vi piacciono - come a me - le stampe molto grandi - e che richiede uno spazio importante dove appenderle. Perchè, perdonatemi, ma non c'è cosa più triste di conservare centinaia di stampe al chiuso in scatole che poi vi ricorderete di tirare fuori solo per mostrarle agli amici. Una alternativa non così qualitativa ma più economica sul numero e, soprattutto, facile da conservare, è il fotolibro. Oggi ci sono processi di stampa di qualità per libri fotografici fatti on-demand da voi stessi. Veri e propri libri con testo e foto, oppure anche solo album integralmente di immagini. Io ho sperimentato solo Blurb, anche per i passati libri di Nikonland (bei tempi !) che adesso propone anche un nuovo formato completamente piatto che consente una visione delle doppie pagine senza l'antipatica curvatura delle rilegatura che è dove va l'occhio ogni volta che si sfoglia il libro se viene proposta una fotografia a due pagine. Il costo unitario è elevato ma se pensate che dentro ci possono stare anche centinaia di fotografie ben stampate (anche se non al livello massimo possibile, è comunque un processo tipografico, non fine-art) in formato fino al 33x28cm, allora vedete che con un paio di 50x70cm di WhiteWall ci state dentro comodamente. E in più il libro è ristampabile, regalabile, addirittura, se volete, si può mettere in vendita tramite Blurb o anche Amazon se seguite le trafila burocratica di emissione del codice ISBN. la copertina del libro Nikonland 2011, ancora ordinabile per chi lo volesse da Blurb. Insomma, pensateci seriamente ! Se non stampate mai o se avete sempre rimandato, pensateci seriamente. Primo perchè è un'occasione per rivedere tutte le vostre foto, organizzarle, selezionarle, lavorarle al meglio e poi portarle su un supporto concreto che non mancherà di suscitarvi stupore per anni. E poi perchè la stampa vi prenderà la mano e vorrete avere fotografie più belle da poter stampare grandi-grandi. Perchè bisogna veramente amare tanto una fotografia per volerla stampare in grande su carta, tela, supporto rigido o su un libro fotografico per poi mostrarla o appenderla. Non tutte le fotografie se lo meritano ma la nostra fotografia si merita che noi ci impegniamo al meglio per ottenere scatti memorabili che su carta diventino parte del nostro ambiente, della nostra memoria, della nostra quotidinità. Fate come volete, da te o rivolgendovi a chi ci sa fare, ma stampatele, tante, al meglio, belle, belle grandi !
    6 punti
  2. appena ritirato il terzetto e fotografato d'impulso. Domani faremo l'unboxing, per stanotte dormono nella scatola
    6 punti
  3. Sigma 12-24! Quartiere Tre Torri, volevo riprendere le tre torri riflesse nella fontana e non avendo focali al di sotto dei 24mm, mi son fatto prestare dall'amico Gianni la focale più grandangolare che aveva, ossia il Sigma 12-24 f4.5-5.6 Ex DG. Elaborazione con Silver Efex "struttura alta". That's all...
    3 punti
  4. Non faccio paragoni, non mi interessano. Ma (doveroso) l'unico percorso che seguo realmente è quello di Canon, con la quale Nikon da sempre condivide quella fetta di mercato. Trovo che da questo lato sia interessante ragionare su approccio e politiche delle due aziende. Quindi confronto inevitabile. Ma sono nikonista. E Nikon mi dà quasi tutto quello che mi serve ma anche molto di quello che non mi serve. Per cui gradirei maggiore equilibrio. Gli altri brand (Leica esclusa per ovvi motivi) giocano a chi la fa più lontano. Finchè paga... (e sono curioso di vedere le evoluzioni di Z6 e Z7)
    3 punti
  5. Durante questa estate... 8. 9.
    2 punti
  6. Mauro li mette apposta per fare incazzare me. Che non tollero i video dei venditori di materassi e di creme penifere, tanto quanto detesto i messaggi vocali. Lo so che scrivere non è da tutti. Hasta la muerte !!!
    2 punti
  7. Visto il - tiepido - interesse per i SW di sviluppo e per la fotografia notturna, inizio a pubblicare il primo articolo di una serie - quanto lunga lo decideranno i lettori - sull'uso pratico di Capture One 20 for nikon. Come molti di noi, utilizzo Lightroom dalla prima versione. Ma alcuni mesi fa mi sono stufato delle penose prestazioni e, complice l'uscita delle versione scontata dedicata al mondo Nikon, ho deciso di comprare e provare Capture One 20 for Nikon. Devo dire che l'impatto, nelle prime ore, è stato problematico: tutto era nel posto sbagliato o funzionava in modo diverso. Ma subito dopo ho iniziato a capire, anche grazie alla enorme quantità di informazioni presenti sul sito del produttore, come funziona questo SW ed ora sto... per mollare il mondo Adobe! Sempre come molti di noi, fotografo in RAW. Questo, per beneficiare di tutte le possibilità, presuppone il fatto di fotografare pensando al risultato finale che si basa su un file NEF che catturi tutti i dati. A dire senza clip di informazioni ne' nelle alte luci ne' nelle ombre. Dati che hanno poi evidentemente bisogno di essere regolati con le giuste dosi di luminosità e contrasto. Per questo io in ripresa utilizzo sempre il picture style Neutral, l'unico che rende possibile vedere un istogramma molto vicino a come sono i dati in realtà. Ma veniamo a noi, abbandoniamo la teoria e passiamo alla pratica: per giudicare un sw di sviluppo occorre capire cosa può fare e quanto è semplice farlo. Cioè quanto è semplice passare da questo: a questo: in circa 20' di "lavoro". Qui ho fatto pochi, semplici ed intuitivi passaggi. Usando i livelli, cosi come li vedete nell'apposita sezione del menù. Li riepilogo di seguito: 1) Regolazione complessiva, sul Background. Cioè associare un profilo - qui lo "standard" in modo da non chiudere le ombre, regolare il bilanciamento del bianco e la luminosità (agendo sull'esposizione, che funziona esattamente come quella della macchina fotografica e la luminosità, che agisce sui toni medi, lasciando cioè inalterate ombre ed alte luci). Per il WB mi sono affidato a molti tutorial, ma mi sembra convincente. Nonostante quello che ci spacciano nei film, il cielo di notte non è blu! Il profilo è "Standard" per evitare il troppo contrasto del "Landscape" od il troppo poco del "Neutral". Esposizione e luminosità? ad occhio! Già perché quelle dipendono da come si vuole rendere la scena. Ed intanto vedete una feature di COne: la visione "prima e dopo" della fotografia... E notate come piccole variazioni producano già un apprezzabile risultato. 2) Ma io sono un perfezionista, per cui, con il timbro clone, ho ridotto la luminosità del riflesso sull'acqua del faro della stazione della funivia. E' un dettaglio.... ma mi dava fastidio. Ridotto e non cancellato! 3) Allo stesso modo, ho tolto alcuni puntini rossi nella zona scura a sinistra..... hot pixel? boh, stavano male.... 4) Iniziamo a fare sul serio: regoliamo il contrasto. Il contrasto, per tutte le fotografie, insieme all'esposizione è la regolazione più importante. Nella fotografia notturna è un problema particolare perché il comando "standard", il contrasto appunto, non fa altro che, contemporaneamente, rendere più chiaro ciò che è chiaro e più scuro ciò che è scuro. Qui il risultato sarebbe miserabile: è tutto scuro. E allora? Allora 3 operazioni: - Contrasto sui mezzi toni con una robusta iniezione di clarity, che è appunto, sostanzialmente, contrasto sui mezzi toni; - Piccolo recupero di luce sulle ombre con un giochino sui livelli (3 in input e 5 in output) - Curve!!!!! Nella regolazione mi è scappata la mano ed ho esagerato. Nessuno problema: ho regolato l'opacità al 70%, riducendo l'effetto complessivo (numero a destra nella barra arancione). 5) Ci occupiamo ora di altre tre, minime ma fondamentali, regolazioni locali. La prima è dedicata alle rive del lago. Ripristinare cioè la visione dei massi nell'ombra che i miei occhi mi garantivano quella notte. Come? selezione della zona con il pennello.... .... poi luminosità, clarity, structure e lo stesso giochino sui livelli: 6) Ora, sempre con il pennello, salto la screenshoot perché la tecnica è la stessa, ci prediamo cura del Cervino. Solo un pochino, ma è uno dei protagonisti della serata: tiriamolo fuori dall' ombra! In realtà ho aiutato il pennello con il luma range, sfruttando il fatto che la montagna è molto diversa dal cielo che la circonda. Se interessa, parleremo molto ancora delle capacità di selezione locale di Cone: da sole valgono l'acquisto! anche qui ho un po' ecceduto nei valori e riportato il tutto "in controllo" riducendo l'opacità. 7) E per ultima la protagonista: la via lattea! La selezioniamo con la Gradient Mask radiale e aumentiamo un po' contrasto, saturazione e luminosità. 8) Alcune stelle sono veramente al limite per la stampa (255 su ogni canale), cosa che porterebbe a far trasparire il colore della carta: non buono! Ed allora selezione con le maschere di luminosità delle alte luci e piccola riduzione di esposizione e con i livelli. E quindi.... da qui: a qui: Cioé, da qui: a qui: Pochi minuti di lavoro, la stessa foto... migliore! p.s.: questo vale come informazione per tutti quelli che non sono convinti che la Z6 abbia un sensore straordinario o che il 20mm f1.8S sia il miglior 20mm della storia di Nikon! p.s.2: per economia di tempo e per evitare di far addormentare il lettore occasionale non ho proprio scritto tutto... ma risponderò ad ogni domanda! Massimo Vignoli per Nikonland (c) 31/8/2020
    1 punto
  8. L'erba del vicino è sempre la più verde. C'è una stupida commedia degli anni '60 in cui un ricco americano interpretato da Robert Mitchum lusinga e tenta la moglie di un aristocratico inglese interpretato da Cary Grant che per far tirare avanti la famiglia ha trasformato parte della magione storica in museo aperto al pubblico. Non vi dico come va la storia ma vi assicuro che la straordinaria Deborah Kerr resta col marito e l'americano se ne torna nelle colonie con tutti i suoi petro-dollari. Il preambolo per dire che chi scrive è nikonista integrale, una questione di sangue, di scelta, di ... fede e di osservanza. La curiosità per quello che gli altri marchi propongono agli altri fotografi non nikonisti c'è solo per capire che cosa si può fare, con che prestazioni e a che prezzi e quindi pretendere che Nikon faccia la sua parte. Possibilmente meglio. Per cui ... astenersi fanboy di altri riti e osservanze dal rimarcare che questo o quello ce l'hanno solo loro perchè lo sappiamo anche noi. Anche se tutte le cose di cui parleremo in questo articolo, noi non le abbiamo provate, non ci interessa provarle, non le proveremo perchè non sarebbero compatibili con le nostre. Ma, lo ripeto ancora, per pura curiosità e per misurare lo stato dell'arte dell'offerta attuale di MIRRORLESS FULL FRAME aggiornato al mese di settembre 2020. CANON - il risveglio del samurai Dopo un avvio sonnecchioso tanto quanto quello di Nikon, Canon si è improvvisamente risvegliata questa estate con il lancio congiunto delle due mirrorless di taglio professionale EOS R5 ed EOS R6. le due macchine condividono l'impostazione generale ma secondo quanto chiaramente raccomandato da Canon nella sua comunicazione e per mezzo dei suoi ambassador : - la Canon EOS R5 va dichiaratamente ad avvicendare la reflex EOS 5D Mk IV - la Canon EOS R6 va dichiaratamente ad avvicendare la reflex EOS 6D Mk II sono macchine differenti per prezzo e risoluzione con la R6 che ha un approccio più amatoriale della R5 sia per la costruzione che fa più impiego di policarbonato rispetto al frame completo in lega della R5 che soprattutto per la presenza della torretta con il PASM sulla destra (la R5 ne fa a meno) e del taglio di memorie : - EOS R5 : CFexpress di tipo B + SD UHS-II - EOS R6 : doppia SD UHS-II le due sorelle hanno anche sensori differenti, più denso la R5 con 45 megapixel, più leggero quello della R6 con 20 megapixel. Ma entrambe si permettono un autofocus specifico per Canon, di tipo DUAL PIXEL Cmos con 1073 punti sul mirino per una copertura del 90% in orizzontale e del 100% in verticale, 12 scatti in otturatore meccanico e 20 in otturatore elettronico. l'architettura più seria e professionale della R5 nella proposta commerciale le due macchine vengono differenziate anche nell'obiettivo proposto in KIT. Entrambi sono dei 24-105mm, ma serie L, f/4 fisso per la R5, f/4-7.1 per la R6. Entrambe hanno display posteriore mobile " a portafoglio ". La R5 ha un mirino elettronico da 5.76 megadot e frequenza di aggiornamento da 120 Hz. La R6 invece si accontenta di 3.69 megadot e frequenza di reflresh da 60 Hz. La R5 è stata posizionata molto in altro, anche troppo in alto, per quanto riguarda il video. Filmati in formato 8K30p sono possibili oltre ai formati più piccoli. La R6 si limita ad un bel 4K60p che è oramai lo standard richiesto in ambito professionale. La batteria è la stessa, potenziata. Per entrambe è disponibile un battery-grip completo di comandi di scatto verticali, che alloggia due batterie. E' disponibile anche una versione alternativa con trasmettitore wireless integrato. Insomma, una coppia ben assortita che fa di velocità, ergonomia e flessibilità di impiego il suo biglietto da visita. Naturalmente tutto questo ha un prezzo piuttosto pepato. La Canon EOS R5 é proposta da Fotocolombo a 4.709 euro. La Canon EOS R6 é proposta da Fotocolombo a 2.829 euro. Il battery-grip base BG-R10 é proposto da Fotocolombo a 399 euro. La batteria LP-EN6H é proposta da Fotocolombo a 119 euro. Ma restano a listino le due prime mirrorless full-frame Canon, dotate di prestazioni più moderate La Canon EOS R é proposta da Fotocolombo a 1.972 euro. La Canon EOS RP é proposta da Fotocolombo a 1.179 euro. Idealmente le Nikon Z6 e Z5 se la vedono con la EOS R, ma la Nikon Z5 se la dovrà vedere anche con il prezzo molto aggressivo della EOS RP. Per quanto ne posso sapere io che non le ho provate, ritengo che le due Nikon siano superiori alle pari-classe Canon. Mentre in confronto alle nuove R5 ed R6 ... semplicemente non c'è confronto. Le due Canon hanno semplicemente tutto meglio, in tutti i campi e la differenza di prezzo è giustificabile sul piano delle pure prestazioni. La Nikon Z7 poi è proprio improponibile, con il suo autofocus claudicante, in un improbabile confronto con la EOS R5 che invece punta al connubio tra alta risoluzione e velocità. Il riscontro sul campo è semplicemente sensazionale. C'è una lista di attesa con il coltello tra i denti per avere una delle due nuove EOS. Ma tra sconti e promozioni vanno anche le più vecchie R ed RP. Certo anche solo a vedere i filmati del nuovo autofocus disponibile sui nuovi modelli, quelle precedenti sembrano macchine rivolte solo ai fotografi di architettura. Sebbene i miglioramenti via firmware all'approssimativo autofocus delle prime due siano stati ancora più eclatanti di quelli di Nikon. La Canon EOS R ha proposto il tanto deprecato pad al posto del normale joistick. Scelta evidentemente non apprezzata visto che R5 ed R6 sono tornate al joistick. la Canon EOS RP è una fotocamera molto "da battaglia", con soluzioni pensate per consentirle un "primo prezzo". Limitata per prestazioni, la si trova oramai anche ben sotto ai 1000$/1000€. Sul web c'è stata grande sensazione per le tematiche di surriscaldamento della R5 in ripresa video ad alta risoluzione, tanto che molti hanno risolto nell'usarla solo in 2K o nell'abbandonarla. Il problema, secondo me, è stato enfatizzare troppo il lato video di queste che invece sono due fenomenali fotocamere, in grado di riconoscere e seguire l'occhietto di un pavone ripreso con una focale corta, senza sbagliare un colpo anche a 20 scatti al secondo. Canon del resto ha in listino una serie di videocamere ad ottiche intercambiabili di prestazioni elevate che renderebbero queste mirrorless dei semplici ripieghi e la cui proposta sarà ampiamente ristrutturata e resa integrata con il sistema EOS R tra l'autunno e l'inverno (Canon serie C). Se tanto non vi basta, c'è la gamma obiettivi Canon che, partita dopo Nikon, ha ampiamente superato l'offerta di casa nostra ANCHE in termini di ottiche. Sono disponibili : RF 35/1.8 MACRO RF 50/1.2L RF 85/1.2L RF 85/1.2L DS (defocus) RF 85/2 MACRO RF 600/11 RF 800/11 RF 15-35/2.8L RF 24-70/2.8L RF 24-105/4L RF 24-105/4-7.1 RF 24-240/4-6.3 RF 28-70/2L RF 70-200/2.8L RF 100-500/4.5-7.1 RF 1.4x RF 2.x e si vocifera sia in fase di lancio un RF 70-200/4L oltre ad un flash dedicato. Anche Canon, come Nikon, ha negato l'uso dell'attacco RF ai produzioni universali. Prezzi generalmente salati, salvo eccezioni particolari come i due strani supertele f/11 fisso (senza diaframma). Sony - cavalca il momento finchè ce n'è Si tende sempre a confondere Sony/fotocamere con Sony Corporation o Sony Semiconductor. Sony/fotocamere proviene dalla fusione di Sony/fotocamere con Minolta ma ha subito perso praticamente ogni connotato Minolta per ergersi a Playstation delle fotocamere. L'approccio alle fotocamere di Sony è puramente consumer, anche nelle macchine professionali. Non a caso Sony/fotocamere fa parte della sub-holding dedicata all'elettronica di consumo del colosso Sony, insieme ai televisori, ai telefonini, a ciò che resta dell'hifi. Le macchine Sony non incorporano tradizioni fotografiche ma hanno una impostazione informatica, con una programmabilità elevata dei tasti funzione. Anche se esperti di Sony, se vi fate prestare una Sony come la vostra da un altro fotografo, probabilmente sarà impostata in un modo per cui farete fatica a riconoscerla e ad usarla. Fatta questa premessa secondo me doverosa, Sony ha investito miliardi di Yen nel settore, coltivandolo per prima e passando rapidamente dalle NEX in formato APS-C alle prime full-frame mirrorless. La Sony Alpha 7 ha oramai 7 anni ed esiste ancora nelle tre declinazioni iniziali, liscia, gasata (R) e dedicata al video (S). La stranezza è la mancanza di allineamento tra i modelli, almeno attualmente. Abbiamo a listino la A7R IV, la A7 III e la A7S III che però è la più moderna ed evoluta delle tre. A parte, la A9, modello I e modello II, macchina da alte velocità, concepita per trovare sbocco nel mercato professionale dei fotogiornalisti di sport e di cronaca. Benchè siano permamentemente a listino anche tutti i modelli precedenti, l'ultima generazione di macchine di tutti gli ordini, offre un sistema ragguardevole che può anche contare su una offerta di obiettivi che oramai copre quasi tutte le esigenze con solo qualche lacuna nei supertele professionali, almeno rispetto a Canon e a Nikon. Ma con l'aiuto di Sigma, Tamron, Samyang etc., c'è ampia scelta sia di strumenti che di prezzi. la Sony A7 III ha prestazioni equilibrate, soffre rispetto agli altri modelli di un mirino più ordinario e di una costruzione più plasticosa ma nel complesso è una macchina di successo, specie con il suo 24-105 G offerto in kit. La Sony A7R IV viene considerata da molti osservatori la migliore proposta mirrorless full-frame oggi sul mercato (cfr. Dpreview) La Sony A7S III rappresenta lo stato dell'arte in casa Sony, è l'ultima novità e presumibilmente apre la strada per gli aggiornamenti degli altri modelli (display a portafogli, mirino da 9 megadot, video). E' probabilmente la più "rotonda" delle macchine dedicate al video, insieme alla Panasonic S1H e alle varie Blackmagic. Con la A7S III Sony ha anche ammesso che per certe prestazioni le schedine SD non bastano. Ma non si è fatta mancare l'occasione per una scelta alternativa scegliendo anzichè le CFexpress di tipo B come tutti gli altri, le più compatte di tipo A che produrrà solo lei. Vai a capirli ... La Sony A9 II è l'aggiornamento della prima fotocamera Sony pensata per la velocità. Al momento nessun'altra mirrorless sul mercato presenta le caratteristiche di velocità (20 scatti al secondo) di questa macchina in otturatore silenzioso con una quasi totale assenza di rolling-shutter. L'aggiornamento dalla I alla II ha un pò deluso molti osservatori ma in fondo è una macchina senza troppi fronzoli, pensata per le esigenze di un determinato ristretto numero di fotografi professionisti che necessitano di quel genere di prestazioni. La Sony A9 II é proposta da Fotocolombo a 4.938 euro. La Sony A7S III é proposta da Fotocolombo a 4.200 euro. La Sony A7 III é proposta da Fotocolombo a 1.840 euro. La Sony A7R IV é proposta da Fotocolombo a 3.718 euro. Il battery-grip VG-C4EM é proposto da Fotocolombo a 407 euro. La batteria NP-FZ100 é proposta da Fotocolombo a 80 euro. parrebbe infine in fase di lancio la Sony A5, una mirrorless full-frame "a saponetta", pensata per i vlogger dal prezzo aggressivo (tipo Canon EOS RP <>$1000) attesa per l'autunno. Una cosa stile Sigma fp, in pratica ma con il mirino pop-up. Idealmente le Nikon Z7, Z6 e Z5 se la vedono con la generazione IIeMezzo di Sony per quanto riguarda l'autofocus. Z6 e Z7 sono nate proprio come risposta Nikon a Sony A7 II e Sony A7R II. Panasonic - o si vende o smettiamo A differenza di Olympus che, come abbiamo poi scoperto, aveva altri piani, Panasonic ha capito perfettamente che il formato m4/3 ha raggiunto il culmine dello sviluppo e che per avere prestazioni superiori, o si investono enormi cifre il cui ritorno è aleatorio, oppure si cambia formato. Il tentativo del passaggio al full-frame è nell'osservanza delle regole imposte dall'amministrazione di Panasonic per la quale, tutto ciò che rende meno del 5% del capitale investito per le vendite, si chiude. Pur con un budget che non è certo paragonabile a quello di Canon e Sony, Panasonic ha scelto di lanciarsi nell'avventura, cercando dei compagni di cordata che più eterogenei non ce n'è. Ha scelto l'attacco L di Leica, per non inventare la ruota del carro (ma la collaborazione tra Panasonic e Leica per l'elettronica è ben più che casuale) e ci ha infilato dentro Sigma per le ottiche. Ne sono venute fuori oramai 4 macchine Lumix - S1, S1R, S1H ed S5 che verrà lanciata il 2 settembre - che sembrano praticamente delle reflex. Serie, serioso, molto ben fatte e anche esteticamente rassicuranti. L'opposto - a mio modo di vedere - delle Sony e delle Nikon. le prime due lanciate sul mercato sono del tutto identiche tra loro, come sono identiche tra loro Nikon Z6 e Z7. La S1 condivide con Nikon Z6 e Sony A7 III il sensore da 24 megapixel. La S1R ha un sensore Panasonic da 47.3 megapixel, prodotto presumibilmente da Tower Semiconductor, che viene impiegato anche da Leica Hanno doppia scheda di memoria CFexpress di tipo B e SD, battery grip con comandi verticali e una impostazione da macchina professionale con un bel display superiore. Hanno anche un mirino da 5.76 megadot. purtroppo come tutte le Panasonic hanno autofocus solo a differenza di contrasto, cosa che le rende decisamente meno prestanti, specie in AF-C e nel tracking delle altre macchine dei marchi concorrenti. Ben costruite, non vengono nemmeno regalate. Più di recente è stata proposta la S1H, modello specifico per il video, l'unica mirrorless in 35mm che incorpora una ventolina per il raffreddamento a quanto ne so io. é una macchina da cinema, molto ben considerata come lo sono tutte le Panasonic in questo campo, con una 4K60p irreprensibile, anche in formato ProRes e un 6K interessante, sebbene non sia un vero standard. Come anticipavo, ci sono i teaser per il lancio di una nuova macchina che si chiama S5 e che si piazzerà, credo, come la Nikon Z5 si pone rispetto alle altre Nikon Z della gamma. Gli obiettivi Panasonic per le sue Lumix S sono belli ma molto tradizionali ed anche molto costosi. Ma si aggiungono gli obiettivi L di Sigma, alcuni di derivazione reflex e quindi enormi come ben sappiamo, altri di progettazione per mirrorless, più piccoli e veloci ma anche con qualche piccolo compromesso. Distribuite da Fowa, sorella di Nital, sono solo parzialmente disponibile su Fotocolombo, quindi propongo il prezzo di Newoldcamera : S1 : 1.990 S1H : 3.799 S1R : 3.190 (è in atto uno sconto alla cassa fino a 500 euro) 24-60/3.3-5.6 : 669 24-105/4 : 1.390 50/1.4 : 2.490 70-200/2.8 : 2.790 TC 1.4x : 529 TC 2.0x : 639 Sigma 105/1.4 : 1400 Sigma 14-24/2.8 : 1.490 Sigma 14/1.8 1.650 Sigma 20/1.4 : 890 Sigma 24-70/2.8 : 1.250 Sigma 28/1.4 : 1.290 Sigma 40/1.4 : 1.150 Sigma 85/1.4 : 1.150 Idealmente le Nikon Z7, Z6 e Z5 se la vedono pari pari con Lumix S1R, S1 ed S5 mentre Nikon non ha un modello H le cui funzioni sono integrate nella Z6. Le Z hanno un autofocus più prestazionale di quello della Lumix, le Lumix sono più "rotonde" in tutto il resto, anche nei prezzi. Leica SL2 - la scelta per il leicista non osservante Ho provato la Leica SL primo modello, proposta per il professionista ma che per me di professionale ha proprio zero e non l'ho capita. Mi è stato poi spiegato che nasce con il chiaro intento di rendere facile la vita al leicista che vuole usare ottiche Leica M con il mirino elettronico. E' vero alcune Leica M offrono un mirino opzionale, ma restano delle telemetro. Questa SL, adesso nella versione II, offre tutto quanto la tecnologia Panasonic consente, limiti compresi, in un design molto Bauhaus minimalista (4 pulsanti in croce), senza farsi mancare accessori integrati come il GPS, oppure opzionali come il battery-grip. Il modello unico disponibile oggi da 47.3 megapixel (tali e quali alla Panasonic S1R) costa 6.090 euro. Gli obiettivi originali sono pochi, enormi e costosissimi, in media 5000 euro l'uno con l'eccezione del bellissimo (realmente) 90-280/2.8-4 Vario.Elmarit che ne costa 6.275. Ma può montare tutto via adattatore, tranne i Nikon Z, e quindi anche gli economici Sigma L. Sigma fp - lo famo strano Mentre Yamaki doveva ammettere, costernato che di una nuova serie di Sigma Foveon forse non se ne parlerà per un bel pezzo, proponeva al mercato la più strana delle scatolette di sardine fotografiche mai pensate. che si caratterizza per : corpo integralmente in lega, ben costruito. assenza di mirino assenza di impugnatura, grip, appiglio, una vera saponetta stesso sensore da 24 megapixel della Panasonic S1 elettronica derivata da Panasonic autofocus. Autofocus ? prezzo sui 2000 euro con garanzia MTrading compatibilità totale con ottiche con attacco Leica L le sue prerogative essenziali, a parte dimensioni e peso lillipuziane, sono la versatilità, specie nel video dove l'autofocus - a quanto si dice - piuttosto approssimativo, non serve. Yamaki stesso dice che non è stato un successo. Ma una prova di coraggio delle sue. Idealmente le Nikon Z non ci azzeccano proprio niente nè con Leica SL2 né con la Sigma fp. Se uno sta leggendo questo articolo perchè pensa di comprare una di queste macchine, ha certamente sbagliato sito ! That's all folk. Qualcuno sono sicuro, metterebbe tra queste macchine anche le Fujifilm GFX che sono si, 44x33mm ma in fondo non sono delle vere medio-formato e che per certi versi, sono in competizione con le 35mm. Si potrebbe. Ma rappresentano una offerta che si contrappone nella realtà alle Phase One e alle Hasselblad e sono proposte per categorie di fotografi che resteranno sempre molto limitate. Quindi sinceramente , non mi pare il caso di metterle in questa carrellata. Che spero sarà utile per avere in mente cosa offre la concorrenza. Con la preghiera di non porre troppa enfasi ai deficit del sistema Nikon Z rispetto agli altri (ne parliamo altrove e li conosciamo molto bene) - segnatamente Canon e Sony ma anche per certi versi Panasonic - lascio spazio a chi ne sa più di me per integrazioni, commenti, aggiunte.
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  9. Eccoli tutti e tre, accanto, paraluci innestati, FTZ collegato, estesi alla rispettiva massima focale, (il 70-200, essendo un IF, resta sempre della stessa diimensione), a sfidarsi sulla Nikon Z6 per decidere alla fine della fiera, chi sia il più adatto a svolgere il suo compito, in attesa che Nikon sforni anche su Z-bay estensioni focali analoghe a quelle dei due F-mount. L'argomento odierno è forse il più frequentemente declinato con obiettivi simili: People, gente in giro, intorno a noi che fotografiamo, conoscenti o meno, ritratti in pose auliche o spontanee, prevalentemente a tutta apertura, per cercare di staccarle il più possibile dall'ambiente circostante. Ed è quello che ho fatto in una mattina, al termine della quale, mille scatti in più sull'otturatore, mi sono ulteriormente chiarito le idee al riguardo, rispetto le precedenti puntate: Cominciamo col Nikon 70-200/4 a 135mm f/4 in una posa che....non può essere più classica dato il soggetto e l'inquadratura, dove il tempo veloce serve a congelare le gocce d'acqua della fontana, che fanno da cortina ed una posa decisamente opposta e casuale, a 175mm in semicontroluce dalla quale ricaviamo un crop che ci dimostra ancora una volta di cosa sia capace questo obiettivo, datato ma non superato, sulla mia Z6 idem a 116mm f/4 ad una certa distanza, questa volta in piena luce diretta, che non preclude il dettaglio estremo sui particolari ancora statue, a 90mm, per valutare a TA l'accostamento di soggetti lontani e la relativa resa nello sfuocato così come con la focale minore e ad apertura, all'opposto, f/11 160mm di focale f/4 e zoomando da 100 a 140mm di focale, sempre f/4 Mi aggancio alle ultime foto, perchè qui si passa al Nikon 70-300/4,5-5,6 in modo da valutare compiutamente le eventuali differenze qui scatto a TA, da 110mm f/4,8 ai 180/5,3 della seconda foto e ancora a 240mm f/5,6 crop della quale a dimostrazione della qualità dell'obiettivo alla stessa focale uno scatto a 1/5000" per ottenere chicchi d'acqua e qualche inquadratura alle statue, per valutare la risposta sullo sfuocato di questo zoom, visibilmente più "nervoso" del precedente ma non per questo meno gradevole o accetabile, in un obiettivo che non nasce specificamente per il ritratto, quanto piuttosto per sport ed azione, ed è probabilmente questo il motivo dello studio meno accentuato sul bokeh. Guardiamo quindi il terzo zoom del lotto, l'unico a baionetta Z, il tuttofare Nikon 24-200/4-6,3 che ha una prima freccia al suo arco: che dire di uno zoom che ci consenta di passare in veloce transizione da un totale a 25mm così, ad un dettaglio come questo, a 100mm... zoomando ancora, fino a questi 185mm? Si, è lui: il più performante degli all-in-one che io abbia mai visto a marchio Nikon, anche in crop... Sarà che alle lunghe focali apre massimo a f/6,3...ma così abbiamo risolto anchje il "problema" dello sfuocato...rispetto ad entrambi gli altri zoom. Incredibile ! 200mm f/6,3 ISO 200 t/2000 arma letale questo zoom nel ritratto ambientato tutte focali inferiori ai 70mm degli altri due zoom in lizza... e si può giocare facilmente coi formati, passando anche dopo, in postproduzione, a quello quadrato, utilissimo negli album... morbido in controluce quanto basta, sovraesponendo Un obiettivo tagliato per questo scopo, PEOPLE... un telezoom....NO CROP !!! non ne ha bisogno, basta zoomare in presa diretta... Riassumendo: il 70-200 si avvantaggia della grande apertura specifica f/4, con la quale poter staccare davvero e bene il soggetto dallo sfondo, con un file di grande qualità... ma arriva solamente fino a 200m nella sua escursione e questo, nello street, può risultare talvolta limitativo, anche All'opposto, il 70-300, più grossolano nello sfuocato e decisamente meno luminoso del primo, specie alla massima focale...ha però al suo arco la freccia dei 300mm... talvolta davvero irrinunziabili in un obiettivo allround... Il 24-200 somma pregi e sottrae i difetti degli altri due obiettivi: consentendo di essere vicini o lontani a piacimento, sempre muniti di una qualità al di sopra di ogni aspettativa, per un obiettivo di compromesso come la categoria in questione propone... Presto detto, quindi, il bilancio di pregi e difetti, con il quale ognuno di questi tre zoom in questo ambito del People si confronta con gli altri: la brillantezza e separazione dei piani prospettici del 70-200/4 ha la meglio sugli altri due, come la maggiore escursione focale del 70-300 ha sopravvento sui 200mm deglòi altri due zoom. La grande elasticità d'utilizzo del 24-200 è assolutamente irraggiungibile alle più corte focali, senza danno per qualità dello sfuocato e per la notevole nitidezza, anche se in assoluto non sovrapponibile a quella dello zoom più luminoso. Per ultimo...i prezzi dal listino Nikonstore.it di che ci ha gentilmente messo a disposizione due dei tre zoom di questo test Nikon Z 24-200 949€ Nikon AF-S 70-200 1585€ Nikon AF-P 70-300 646€ prezzi che non determinano il giudizio di merito, come di solito per Nikonland, per questi tre zoom, lasciando alla soggettiva disponibilità la scelta in questo senso, tra cifre così differenti tra di loro. Il bilancio di questo ultimo capitolo del test è quindi a mio modesto parere... un assoluto ex-aequo, per i motivi e le immagini sopra considerate Nikon AF-S 70-200mm f/4 G ED VR Nikon Z 24-200mm f/4-6,3 VR Nikon AF-P 70-300mm f/4,5-5,6 E VR ED Che alla luce dei precedenti risultati, semplicemente facendo la somma dei valori registrati in questi tre capitoli del test, produce la seguente classifica (assolutamente indipendente dal prezzo dei tre obiettivi) 1 Nikon Z 24-200 f/4-6,3 VR : 10 2 Nikon AF-S 70-200 f/4 G ED VR: 9 2 Nikon AF-P 70-300 f/4,5-5,6E ED VR : 9 Max Aquila photo (C) per Nikonland 2020
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  10. Per la prima volta un fisheye rettilineare (a copertura dell'intero fotogramma) da 11mm in formato FX per bayonetta Nikon Z
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  11. Un pescatore sfortunato (o magari fortunato, perchè qualcosa l'aveva pescata). Ma quando si è convinto che sarebbe stato meglio tornare a casa... ahimè è dovuto tornare indietro perchè aveva dimenticato proprio il secchio del pescato. Tutto sommato le è andata bene, qualcuno se l'è anche portato via (il mare). Pescatore fortunato e fradicio. Nikon D500, 70-300 VR.
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  12. La Gitzo dei tempi d'oro (ho comprato il mio ultimo treppiede Gitzo insieme alla D300) faceva cose che non erano alla portata di nessuno. Volevi quella qualità? dovevi pagare quel prezzo. Oggi ci sono alternative notevoli. UniqBall fa oggetti migliori dei Gitzo, e pure Leofoto. Altri fanno semplicemente oggetti più economic, come Feisol. Ma la verità vera è che un treppiede BUONO ha durata praticamente infinita. Il migliore "investimento" di lunga durata per un fotografo. Anche vero che se 10 anni fa il 95% delle mie foto era fatto da treppiede, oggi il 95% delle mie foto lo faccio a mano libera. Anche per il paesaggio - che una Z a mano libera con il 20mm ad 1/4 di secondo mi fa il 100% di foto perfettamente nitide - e anche con i supertele - virtualmente tutto quello che si muove è ora fotografabile a mano libera, se il fotografo ha la forza per sostenere la sua attrezzatura per il tempo che serve.... ma se è solo un sostegno quello che vuoi, vanno bene tutti! ISO e stabilizzatori hanno fatto una lunghissima strada.
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  13. Breve giro della Calabria interna e della costa ionica.
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  14. La Z50 è la compagna ideale perchè è differente e non è scorbutica come la Z7 pur avendo la stessa risoluzione spaziale. Una seconda Z6 sarebbe più indicata per un fotografo che fa servizi fotografici in situazioni dove deve poter alternare un obiettivo con l'altro senza perdere tempo a montare e smontare (magari con una modella davanti e la luce che cambia). Solo così potrebbe avere foto totalmente coerenti tra loro. Oppure per fare video con una macchina e foto con l'altra, senza variazioni di sorta a qualsiasi sensibilità. Sinceramente per la fotografia street una Z50 basta e avanza (anche senza avere una Z6). Ovviamente per tutto quanto farebbe il paio con la D500.
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  15. Confronto all'americana tra .... il 24-200 in posizione di riposo a 24mm e il 24-200 in posizione 200mm. Attenzione, l'obiettivo non è "retrattile" come il 24-70/4 S, nel senso che a 24mm funziona, non richiede di essere esteso perchè la fotocamera si attivi. mentre qui è di fianco, per l'appunto, al 24-70/4 S su cui guadagna circa due dita di lunghezza nella posizione a 24mm (notate che al minimo il 24-70/4 S non è in posizione di "sparo" ma ritratto. Si deve aprire per poterlo utilizzare e a quel punto si allunga anche alla minima focale, cosa che per il 24-200 invece non succede). Quando è esteso più o meno raddoppia di lunghezza con il paraluce e il tappo il paraluce HB-93 costruito, come il resto, in Tailandia E per finire eccolo montato sulla Z6, in questo caso "zavorrata" dal battery pack. l'ingombro resta accettabile a 24mm, più impegnativo a 200mm, anche perchè i due cilindri interni fuoriescono abbastanza e il sistema diventa fragile all'imboccatura (immaginatelo con il paraluce montato). Che sono ovviamente in plastica, mentre il fusto principale invece è - almeno all'apparenza - in metallo. A supporto della cura di Nikon in questo obiettivo "tutto fare", il pulsante di blocco della focale che evita allungamenti indesiderati. Obiettivo che è del tutto costruito in Thailandia e non in Cina, una volta tanto. Nel complesso, la costruzione non è male. Non è un Nikkor S ma sembra semplicemente il fratello ... più alto del 24-70/4 S. Una estensione di quel concetto *** Nell'uso devo subito annotare una cosa. Già a 50mm il diaframma chiude ad f/5. Mentre oltre i 150mm è già f/6.3. Quindi o andate in giro con il sole bello forte, oppure se dovete fermare un soggetto rapido, dovrete rassegnarvi a salire di sensibilità. pieno sole, 165mm, f/6.3, ISO 280 per avere un tempo di 1/1000'', il minimo per fermare i miei delinquenti mezzo sole e mezza ombra, andiamo a 1000 ISO ma in ombra pur della stessa giornata di sole, la sensibilità è andata a 5600 ISO fortunatamente la nitidezza resta sempre elevata, il contrasto omogeneo e i colori neutri, facilmente dosabili. Archiviamo subito lo sfuocato, credo che uno che cerca il 24-200 non lo farà per avere lo sfuocato del Noct-Nikkor ... ! che comunque è decente se ci sapete fare Lato distorsione, avendo a mente che c'è la correzione automatica non disattivabile nemmeno in NEF, mi pare che le cose siano perfettamente in linea con l'oggetto, anzi. 24mm, appena un'ombra di cuscinetto residuo, tutto sommato ancora migliorabile, considerando che ero tutt'altro che in bolla con la parete e che in situazioni normali la cosa non si nota del tutto (sempre 24mm) E se anche andiamo a cercarci situazioni ... orribili si può intervenire con Photoshop ed avere comunque foto in bolla se vi piace di più il diaframma, pur aprendo a valori relativamente bassi, ha il pregio di chiudere a livelli molto elevati e in questo caso sono andato a cercare il sole che si mostrava tra le nuvole di una giornata un pò moscia, vedendo che l'obiettivo regge benissimo in queste circostanze qui siamo andati da f/4 ad f/32 passando per f/6.3 ed f/20 ( con piena evidenza di tutti gli scarafaggi che ci sono sul sensore della mia Z6 !) per quanto riguarda lo stabilizzatore, funziona perfettamente ed è del tutto trasparente (qui siamo ad 1/10'' ed f/22) Ma il miglior utilizzo di questo obiettivo è quello spensierato, a caccia di soggetti ... qualsiasi, potendo avere a disposizione tutta la gamma focale che si usa di più (con riconoscimento di occhio e volto del soggetto davanti, seguito a raffica senza problemi) *** Concludo così questa anteprima, forse approfondiremo nei prossimi mesi quando sarà disponibile un esemplare di serie. E' un obiettivo piacevole da utilizzare, di gran lunga migliore - anche in termini costruttivi - del Nikon F 28-300mm che si impasta a tutte le focali ed ha colori tendenti al grigio medio ... Ben corretto, non importa se in larga parte via software, è leggero, ancora compatto, come dicevo il fratello lungo del 24-70/4 S che quasi tutti noi abbiamo preso nel kit di una delle nostre Z. Proprio si nota appena che non è un S di fascia media, forse manca un filo di nitidezza rispetto agli eccellenti compari di merenda che Nikon ci ha proposto negli ultimi anni. Resta un oggetto di compromesso, e così deve essere preso, anche nel prezzo, non elevato ma nemmeno di livello popolare. Si usa bene e non impegna, le foto che consente sono belle e in certi casi, uniche, perchè magari quella volta li, proprio un tele impegnativo non l'avremmo portato con noi ... mentre qui basta zoomare e se c'è luce sufficiente si può fare quello che si vuole dall'insieme al particolare La poesia, ricordiamocelo sempre, sta dentro di noi e solo i nostri occhi possono mostrarla. Non scaturisce da sola per l'obiettivo che abbiamo in mano L'anteprima finisce qua anche perchè dovevo rapidamente restituire il sample a Nital Spa, distributore nazionale dei prodotti Nikon che ce l'ha concesso in visione.
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