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Enrico Floris

Nikonlander Veterano
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Everything posted by Enrico Floris

  1. Bellissimo scatto e ottima la scelta del B/N che con la Zf in mano è sempre una tentazione ma a mio avvio questo caso ci stava tutto perché rispetto al colore il monocromatico da maggiore peso alla dinamica della ruota e dell'acqua in movimento. Difficile immaginarla a colori, va bene così.
  2. Ciao Bakunin, ben arrivato su Nikonland. Del tuo corredo ne penso molto bene e condivido a pieno l'intenzione che hai di ridurre il parco ottiche a 3-4 obiettivi. Insomma, quelli che usi più spesso. Dal momento che segui la comunità da ben prima che io mi iscrivessi conosci l'ambiente. Un bell'amtiente, ci si sta dentro comodi Mi associo alla proposta di Marco: se pubblichi qualche scatto può farci solo piacere
  3. Vediamo un po': 1) la 15/2 di Peppoelli - Il tempo sussurra ancora sull'incidente di Chernobyl che ha segnato parecchio tutta l'Europa. Difficile da dimenticare. E poi colpisce sempre l'immagine di una scuola abbandonata di fretta ma con ordine. 2) la 16/1 di apsc - Una vera tristezza vedere strumenti che hanno lavorato per tante ore e per tanti anni improvvisamente fermi, immobili da tempo in uno stato di invecchiamento progressivo. 3) la 31 di Gabriele Castelli - Vero che il tiragraffi il tempo lo subisce, ma Enrico il tempo lo sfrutta al meglio: dormendo. E' sorprendente come l'animale più rapido, capace di piegare persino il tempo con la sua velocità di reazione, poi perda così tanto tempo a dormire. Un controsenso.
  4. Più che la creatività prevaleva la necessità di produrre immagini sempre diverse pur con mezzi tecnologici limitati sul piano del peso e delle dimensioni. Pensiamo all'accrocchio sul casco di Steve McQueen, un buon paio di chili di ferraglia assicurati col nastro americano Però dobbiamo anche immaginare il pubblico di allora che guardando quelle immagini vedeva esattamente ciò che vedeva il pilota, un'emoazione pazzesca sulla quale discutere per giorni con i colleghi di lavoro. Agli antipodi rispetto alla noia generata dallì'on board della Ferrari di LeClerc.
  5. #32 Sussurri del tempo. Non avevo niente, ma sabato sera seguendo il gay pride sono passato davanti alle mura del carcere di San Sebastiano, inaugurato nel 1871 e dismesso nel 2013. Penso che il tempo al suo interno abbia sussurrato parecchio, per tantissimi: tempo rimanente, tempo infinito, tempo finito, tempo da dimenticare e dimenticato, tempo per pensare e... niente più tempo, in tempi meno civili. Oggi qualcuno ha voluto ricordare che il tempo era finito anche per quella galera
  6. Bel lavoro Riccardo. Non mi è mai capitato di scattare le mountain bike ma penso sia davvero divertente. Le foto che hai postato sono ottime e poi ho visto che avevi possibilità di variare posizione. Approvo la scelta della misurazione Spot* giacché le ombre nette del bosco creano atmosfera e le luci che filtrano sono perfette. Non che in Matrix non si possa fare compensando in negativo ma il lavoro in post produzione si allungherebbe e anche se non siamo dei professionisti il flusso di lavoro lo preferiamo continuo e rapido.
  7. E sono 3... Ma poteva essere una tripletta, peccato. Un passo gara devastante con tre auto al comando per oltre 20 ore. Tre vere Ferrari e 9 autentici gladiatori.
  8. Senza contare i 3 GP americani per la gioia dei concessionari statunitensi di supercar. Ma seriamente si può continuare così? La F1 sembra sempre più un giocattolo per pochi amici.
  9. Secondo me era più bello allora e anche più interessante. E non si trattava solo di competizione, a prevalere era il fascino del clima pionieristico, la continua sperimentazione nelle prestazioni, la ricerca del limite anche umano sulla traccia lasciata da gente come Nuvolari e Fangio, la continua ricerca dell'affidabilità e l'ossessione per la sicurezza. La continua sfida fra due grandi geni dell'automobilismo sportivo come Enzo Ferrari e Colin Chapman è stato forse il momento più straordinario nella storia di questo sport. E noi eravamo fortunati spettatori.
  10. Per fortuna non sono così compulsivo. Diciamo che su una media di 800 scatti per sessione riesco a far legna mentre li visiono, ma mi rendo conto che su numeri più importanti porterebbe via parecchio tempo.
  11. Da urlo. Non solo per l'idea e la scelta del soggetto. Il lavoro è splendidamente eseguito e vedo la modella particolarmente collaborativa, sempre più fluida e spontanea man mano che si va avanti con lo shooting: negli ultimi quindici scatti è praticamente a ruota libera, al naturale. Spettacolare e bellissima. Un lavoro di grande qualità, ottima la conversione.
  12. Per prima cosa cancellate senza pietà tutti i file superflui soprattutto quando usate la raffica, cancellate tutti quelli sbagliati e quelli che vi fanno troppo schifo per ridurre drasticamente il volume di archiviazione, dopodiché andate di backup, molti backup: io ne ho almeno cinque nel cassetto perché purtroppo ho già pagato pesantemente la mia leggerezza in passato.
  13. Come sostiene Max Aquila oggi il pubblico non è più necessario, sono sufficienti una dashcam in soggettiva sulle auto e poche riprese dall’elicottero per raccattare milioni di contatti su YouTube. E come dargli torto? Il tutto per la gioia degli sponsor e la soddisfazione dei finanziatori (pubblici, va ricordato). Ma il pubblico è molto meglio non averlo tra i piedi, è una seccatura difficile da gestire: molto meglio una folla straripante da mostrare alla partenza e alla premiazione. Ma per noi, che seguiamo questo sport da oltre 40 anni è difficile da accettare, come è difficile da accettare quella diavoleria della power stage, l’ultima prova speciale che dispensa una quantità smodata di punti, talmente tanti che i piloti più forti nelle prime due giornate preferiscono marcarsi stretti transitando in posizioni di partenza molto ravvicinate oltre il decimo posto, risparmiando il mezzo e correndo ben al di sotto delle loro capacità ma pronti a scaternarsi all'ultima speciale. Addio spettacolo quindi. Deprimente. Ma veniamo a un minimo di racconto. Quest’anno non ho potuto seguire adeguatamente il WRC per una serie di problemi personali. L’unica disponibilità è stata la seconda giornata di gara, ieri appunto: una sola speciale, quella di Erula, un rettilineo di un paio di chilometri dentro il parco eolico dell'Enel, con una decina di salti, quindi immagini tutte molto simili anche se da posizioni diverse. La verità? Non mi sono divertito e mi sono affaticato molto penso che con Enzo per il prossimo anno dovremo rivedere la nostra personale organizzazione ma è molto complicato: le mappe sono incomplete, gli accessi non sono segnalati e gli orari volutamente sbagliati, Come dicevo: meglio se il pubblico resta fuori. Poche le immagini sullo standard di Nikonland ma comunque ci ho provato I primi a passare sono gli irlandesi McErlean e Tracy Il greco naturalizzato belga Jourdan Serderidis Katsuta-Jonston Ogier-Landais volano tra le pale Neuville prima dell'incidente che lo ha costretto al ritiro Ancora McEarlean e Tracy in un salto disordinato dopo aver impattato su una roccia Ultimo scatto per la coppia italiana Fontana-Arnaboldi (Aci Como) che vincono meritatamente nella classe WRC3 Per la cronaca ha vinto con grande merito, per la quinta volta in Sardegna, la coppia Ogier-Landais che consolida la posizione in cima alla classifica mondiale E ora una piccola soddisfazione personale. Fra un passaggio e l'altro (e fra una birretta e l'altra) due ragazzi che giocano a morra (gioco vietato in Sardegna) ma scatto veramente ghiotto Copyright Enrico Floris 2025 per Nikonland
  14. Un testo importante Paolo, che racconta al meglio quella che dovrebbe essere in genere la fotografia colta e meditata. Hai giustamente citato alcuni grandi maestri della pittura che se andiamo a ben vedere hanno inventato tecniche pittoriche che talvolta anche noi, nel nostro piccolo, utilizziamo. Tui hai citato l'uso attento e sapiente dell'illuminazione della scuola fiamminga e questo solo per fermarci a luci e ombre. Pensa invece all'allineamento colorimetrico delle tavolozze che creavano, nelle quali ogni singolo colore aveva lo stesso identico peso specifico di tutti gli altri. Sono stati loro a guidarci nell'universo delle teorie del colore. Non parliamo poi dell'uso delle prospettive che faceva Leonardo nei suoi paesaggi. Qualche volta penso che produrre una buona foto, per quanto banale possa apparire il soggetto, richieda una grande attenzione e una degna conoscenza di tutto il sapere che abbiamo ereditato. Forse è per questo che fotografiamo, perché non è facile.
  15. Mi piace l'iidea e mi piace la scelta del 16mm. Il risultato è appagante e secondo me ti sei anche divertito.
  16. Un bel posto e non solo bello: veramente importante per Milano che sicuramente non abbonda di verde e questo _ a prescindere dal grado di inquinamento _ va senz'altro a demerito di chi sino ad oggi l'ha amministrata. E' importante anche documentare questi piccoli paradisi pur se a margine delle nostre città. Le foto sono ottime e l'idea di mostrare tutte le variazioni di colore nelle quattro stagioni è molto buona.
  17. Noi ancora siamo messi bene perché tutto (o quasi tutto) ciò che sappiamo o che sappiamo fare lo abbiamo imparato quando gli smartphone non esistevano. Oggi, purtroppo, l'umanità sta disimparando. E la prima cosa che scompare è la memoria: vi ricordate quando rammentavate tutti i numeri telefonici importanti e giravate con il gettone in tasca in caso di necessità? Ecco, io non ricordo più neanche uno di quei numeri di telefono, neanche quello dei miei figli o del mio migliore amico. Solo quello di mia moglie e non so ancora per quanto tempo lo ricorderò visto il rincoglionimento che avanza implacabile. Ma questa è giusto una quisquilia. Pensate ai più giovani che ogni volta abbiano bisogno di un'informazione la cercano rapidamente su Google. Un'informazione usa e getta che dimenticheranno nel giro di mezz'ora. Noi per avere la stessa informazione abbiamo letto un intero libro e non la scordiamo più. Ecco perché lo smartphone è la rovina dell'umanità perché rende inutile la nostra memoria. Ora pensate che fra trent'anni quando la nostra generazione più non sarà (immagino) le stesse persone che ci hanno dato lo smartphone decidano di togliercelo. Bene: 7 miliardi di capre si troveranno all'età della pietra e non potranno nemmeno accedere al loro conto in banca o chiamare la moglie: "Cara, ho bucato, potresti andare tu a prendere i bimbi all'asilo?". Non voglio esserci.
  18. Personalmente ho sempre considerato lo scritto un contributo importante da condividere. Quanto vale per Nikonland? Beh, consideriamo che moltissimi contatti esistono solo per leggerci (e va benissimo è fsiologico) e non si accontentano solo delle recensioni o delle analisi tecniche, vogliono leggere anche delle nostre esperienze sul campo, delle nostre personali valutazioni e delle difficoltà che incontriamo. Questo serve a completare un ventaglio di informazioni che Nikonland è in grado di elargire. E poi presentare almeno un nuovo articolo ogni giorno rende sicuramente più appetibile la navigazione per gli ospiti.
  19. Credo che non abbia mai superato i test al banco. Ma potrei ricordare male.
  20. Naturalmente complimenti a tutti, le immagini sono perfettamente centrate. Vi indico le mie preferite: #10 Gianni54. E' quella che mi ha colpito di più, con questa luce dirompente che pare attraversare la materia generando l'ombra. L'effetto è sorprendente. #14 HappyGiraffe. Ricercata con attenzione e perfettamente eseguita. La definirei ipnotica. #21 Giuseppe Casella. A questo scatto non manca niente: il buio, la luce. Le silhouette nette di persone che si fondono con altre persone in penombra. Bella veramente. Come dicevo, le tre che più di tutte mi hanno colpito. Ma devo anche dire che la qualità di questo contest è stata piuttosto elevata, complimenti a tutti
  21. Penso di essere stato uno degli ultimi al mondo ad affrontare il trapasso da analogico a digitale. Perché semplicemente ero diffidente e pensavo che niente avrebbe potuto sostituire le mie FM2 e FE2. Mi sbagliavo e quando decisi di vederci più chiaro volli spendere pochissimo proprio per diffidenza e acquistai una Panasonic FZ20, una bridge tra le più vendute, solo 5 mpx: rimasi talmente impressionato che il passo successivo in meno di due settimane furono una P5100 e la D80. Fu invece meno traumatico il passaggio da reflex a mirrorless anche se, l'ho scritto più volte, disagevole per via della raffinatezza dei firmware che mi ha costretto a rivedere tutte le regolazioni di base e devo dire che ancora non mi sono abituato del tutto. Ma i tempi cambiano e colpisce sempre vedere scomparire pezzi così importanti.
  22. #19 Ne avevo diverse e la scelta è stata piuttosto difficile, naturalmente scattata con Zf. Magari un po' ermetica ma non guasta
  23. Ho apprezzato molto l'articolo di Paolo e in parte lo ritengo anche condivisibile. Diciamo che il digitale e il balzo tecnologico delle fotocamere ci hanno cambiato decisamente la vita e personalmente non rimpiango neanche un minuto delle giornate trascorse in camera oscura. Piuttosto considero quel periodo un segmento avventuroso e anche piuttosto scomodo della mia vita. Ciononostante credo _ e in questo capisco perfettamente il punto di vista di Paolo _ che l'imperfezione di allora rappresentasse per tutti noi una costante e contemporaneamente uno stimolo. Non tornerei indietro per nessn motivo ma ammiro molto chi sente il bisogno di ripercorrere a ritroso i propri passi: erano sensazioni diverse e il desiderio di provarle ancora è legittimo.
  24. Siamo quasi allineati ma io alzerei l'asticella per tutti coloro che ancora si vogliano misurare con la fotografia: monocrome e ottica fissa da 35mm luminosa.
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