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Pedrito

Nikonlander Veterano
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  1. Ci sono stato, ma non ricordo che la' lo chiamavano così... Comunque è un bello scatto, io non ho avuto la fortuna di vederlo.
  2. Interessanti e originali. E forse, dal punto di vista realizzativo, relativamente facili da ottenere in un set che sembra essere sempre quello. Diversamente l'ideazione della "storia" e dei progetti stessi denotano una grande capacità e fantasia, queste sì per nulla scontate!
  3. Ah sì, ecco, in effetti anch'io come moltissimi passando dalla prima alla seconda mi trovo spesso un po' in difficoltà...
  4. Aldilà di qualche corriere mediamente più efficiente (fra questi a me risulta DHL), effettivamente posso confermare che dipende molto dalle zone operative e, soprattutto, dai singoli padroncini a cui sono appaltate le consegne. Nella GDO c'è invece un problema più "serio": per scaricare il corriere deve mettersi in coda dietro a chi lo precede, e spesso le code sono molto lunghe. E poiché l'autoarticolato di turno che gli è davanti e che deve scaricare pancali di merce non può fare altre consegne altrove se trova la fila, il corriere poco professionale che deve consegnare solo qualche pacchetto spesso non aspetta e tenta altre consegne salvo poi riprovare più tardi, oppure - più frequentemente - rimanda al giorno successivo la consegna adducendo le motivazioni più assurde (indirizzo non trovato, merce respinta, ecc.). Evidentemente ciò avviene anche per consegne a privati. Che poi ci siano corrieri più o meno seri di altri ciò risulta anche a me, e per la mia esperienza TNT è fra i secondi.
  5. Quindi la numerazione delle fotocamere serie Z sembra andare verso: Zx per la fascia pro/prosumer Zxx per la fascia dx/consumer Zxxx per la fascia
  6. Vorrei anch'io un 24-105mm f/4, ché il mio (bel) Sigma con FTZ è davvero poco gestibile su Z6. (nel caso chi di dovere ci legga... )
  7. Amo seguire in tv documentari sugli animali, in particolare sui cani, e recentemente ne ho visto uno che parlava appunto di selezione delle razze (canine) per scopi "virtuosi", cioè, ad esempio, per avere cani più forti destinati alla ricerca e al salvataggio di persone disperse in montagna o in occasione di sciagure naturali (terremoti, valanghe, ecc.), o più sensibili e resistenti nel fiutare droghe ed esplosivi in aeroporti e scali marittimi, ecc. Qui si mostrava il lavoro di alcuni decenni di molti selezionatori per ottenere cani da lavoro SANI e con caratteristiche migliori, così da poterli addestrare ed avere la loro collaborazione per anni. Si mostrava inoltre la ricerca per incrociare capi con lo scopo di diminuire od annullare completamente quelle tare insite nel proprio DNA che alcuni soggetti si portavano dietro, con lo scopo appunto di ottenere animali forti e in salute. Non c'è dubbio che in questi casi l'incrocio e selezione di razze ha un fine utile e nobile ed occorre discernerlo dagli altri a cui hai accennato, pur parlando di felini per i quali il tema dell' "animale da lavoro" non si pone. Questo per dire che, per fortuna, non ci sono solo allevatori che perseguono il solo fine economico a scapito della salute degli animali. Vorrei semmai porre l'accento sul fatto che manca in generale una cultura da parte di chi va alla ricerca di queste razze particolari ed è disposto a spendere dei bei soldi per averle, ignorando che oltre ad incentivare questo odioso commercio si porta a casa degli animali destinati a vivere poco o, nel migliore dei casi, a vivere male a causa delle loro malattie.
  8. Il 45mm f/2.8 DG DN per ML già annunciato da Sigma per L e M-mount, piccolo e leggero e - suppongo - di buone prestazioni. Non mi offenderei se Nikon lo facesse f/1.8, e neanche se arrivasse a 50mm contenendo peso e dimensioni.
  9. Non ho capito. E' il nuovo trend di Fiuggi oppure è quello di Nikon?
  10. Grazie Fabrizio. Quindi mi pare di capire che, come hai spiegato in rapporto al World Press Photo, qui le immagini non solo sono ben eseguite ma contengono un contenuto di fondo che le rende per questo interessanti e con un importante valore documentaristico. Peccato che per me sia un po' difficile da raggiungere se non riservandogli almeno tre o quattro giorni tra viaggio andata/ritorno e visita alle molte mostre presenti... Per inciso, confermo anch'io che sia a Cortona che al Fotografia Europea di Reggio Emilia - altro grande festival fotografico italiano - il Circuito OFF è spesso altrettanto interessante come quello "ufficiale", e dove si scoprono lavori davvero originali e di valore.
  11. L'aggiornamento è molto rapido: ho aggiunto nella borsa Nikon Z6 + Nikkor 24-70mm f/4 S. Prevedo qualche uscita lato F per finanziare un paio di lenti S. Nel frattempo, causa guasto da... caduta su marciapiede, come macchina da tasca alla One è subentrata una Olympus EM-10 Mark II + Zuiko 14-42mm f/3.5-5,6 EZ pancake + Zuiko 17mm f/2.8 pancake.
  12. Ho letto solo ora questa discussione, e ho provato anch'io a dare una risposta al tuo quesito senza .... guardare le soluzioni postate più avanti. E ho dato anch'io l'interpretazione suggerita da Fabrizio. Bravo? Forse, ma solo nel valutare quell'immagine. Perché se la foto avessi dovuto scattarla io sicuramente non l'avrei fatta così, oppure avrei fatto la tua stessa scelta senza tuttavia avere la piena consapevolezza di ciò che stavo facendo. Sarei andato, diciamo così, a sensazione, a intuizione, senza però averne coscienza. Ma nel mio modo di fotografare vorrei fare un salto di qualità. Per questo, oltre a dirti bravo, sono molto curioso di leggere il proseguo del tuo articolo, per riuscire/provare a capire anch'io come comunicare in uno scatto un messaggio come hai fatto tu. Sperando di riuscirci prima dei prossimi 20 anni...
  13. Una bella carrellata di immagini ben eseguite che suscita qualche domanda su quanto si osserva: forse una breve didascalia sotto ciascuna foto aiuterebbe, così come le tue personali impressioni e sensazioni risulterebbero altrettanto interessanti. Sembra anche a me un tantino invadente la firma: in altri tuoi scatti la ricordavo più contenuta e discreta.
  14. Interessante manifestazione a cui, in piccolo, in Italia fa da contraltare Cortona On The Move, il festival della fotografia in viaggio come amano chiamarla. Cito questa manifestazione, anch'essa dedicata ai reportage (non necessariamente giornalistici), perché aldilà dei contenuti più o meno importanti e dei messaggi che i lavori degli autori prescelti vogliono lanciare ai visitatori, a mio parere non sempre le immagini sono fotograficamente ben fatte. Intendo dire che, limitatamente a quello che penso debba essere un festival di fotografia, in una manifestazione di respiro internazionale mi aspetto che le foto presentate siano curate nelle inquadrature e nella scelta della luce, nella rappresentazione dei soggetti proposti, spiccatamente caratterizzate dallo stile dell'autore, insomma siano fotograficamente "belle" da vedere. Non discuto i contenuti, di solito molto "forti", spesso crudi così da costringere l'osservatore a riflettere dopo l'impatto iniziale del primo sguardo, contenuti che comunque ci sono sempre e che invitano a pensare. Discuto invece la forma, che in una kermesse di livello internazionale mi aspetto sia di grande livello, se non altro per meglio rappresentare ed esplicitare i messaggi che le immagini vogliono comunicare. Scusa Fabrizio per la divagazione che forse potevo mettere in un apposito thread, ma quanto sopra era per chiederti, quale professionista, come giudichi ciò che sei solito vedere a Perpignan: aldilà dei contenuti, i lavori presentati sono validi anche dal punto di vista della composizione e della cura dell'immagine?
  15. Quando lavoravo nel settore della telefonia ricordo che, a un certo punto, i gestori italiani smisero di partecipare allo SMAU, allora la fiera più importante e di maggiore visibilità, e fu una decisione che fece rumore. Per analogia, ricordo anche che diversi anni fa prestigiose case automobilistiche come ad esempio Lancia smisero di partecipare con team ufficiali al Campionato del mondo Rally. Magari sto semplificando, ma come per i casi citati credo che anche per Nikon & Co. sia valido l'assunto che quando un brand ritiene di non avere più particolari vantaggi dall'investire in simili vetrine - chiamiamole così - preferisce spostare i propri investimenti altrove perché complessivamente più profittevoli, o semplicemente risparmia risorse per dedicarle ad altro.
  16. Sì, Paolo, sei stato chiarissimo, e ho capito che la tua posizione non era una critica come la mia non era una polemica. Aggiungo che, per quanto mi riguarda, in un certo qual modo anche il mio fotografare - come il tuo - è meditato e per nulla bulimico. Perché per me fotografare per strada è scattare solo quando si intuisce una situazione interessante aldilà della prontezza e velocità che occorre per farlo. E' l'attenta osservazione di quanto mi sta intorno, persone, cose, luce, sfondo. E' l'attesa di situazioni potenzialmente utili per ottenere ciò che ho in mente o ciò che penso possa accadere davanti al mio obiettivo. E' anche l'attesa per valutare sul pc gli scatti effettuati una volta tornato a casa, e verificare che siano interessanti e significativi così come mi erano sembrati sul momento, poiché il display della macchina è troppo piccolo per valutarli, ed io sono troppo pigro per portarmi appresso gli occhiali da presbite per guardarli... E' quindi, a mio modo di vedere, una low photography simile a quella di chi scatta con pellicola, con tempi di ripresa e sviluppo relativamente simili. E, infine - ma molto infine - è anche il piacere fisico di tenere in mano ed utilizzare un bello strumento, piacevole al tatto, prestante per l'uso a cui lo dedico e pronto a fare ciò che gli chiedo; che, in senso traslato, è simile al piacere che ottiene chi fotografa con pellicola e maneggia rullini, negativi, pinzette acidi e vasche di sviluppo.
  17. Per me è questo l'unico "ripasso" di cui c'è bisogno... Scherzi a parte, capico Paolo cosa intendi con la preparazione dello scatto, la fatica per crearlo, l'attesa per vederne l'esito finale. Ma come c'è chi preferisce studiare la sua inquadratura, la luce, lo sfondo per un'immagine prossima a ciò che aveva in mente apprestandosi a farlo, c'è anche chi scatta qualche migliaio di foto in una sola sessione fotografica mettendoci la stessa cura e la stessa passione. E per entrambi c'è lo stesso piacere e la stessa intima soddisfazione. Poi ammetto che ci sia anche il piacere nel toccare e maneggiare i materiali che si utilizzano, così come la tua Linhof sicuramente riesce a cogliere dettagli straordinari con la sua pellicola di grande formato, ma personalmente non tornerei alla celluloide stante le infinite possibilità creative che offre oggi il digitale, dalla ripresa allo sviluppo dell'immagine con una altrettanto grande qualità. Probabilmente la pellicola con i suoi tempi complessivi dona a quel tipo di fotografo le stesse emozioni di quello che usa la tecnologia digitale per i suoi lavori, ma non ne farei un tema di materiali utilizzati. Non abbiamo sempre detto che è l'immagine finale ciò che conta, indipendentemente dalla fotocamera, dall'obiettivo e dal sistema sensibile usato? E compatito chi, guardando un tuo lavoro, ti chiede che macchina hai adoperato?
  18. Bella serie, Silvio, e bravo per essere riuscito ad immortalare le auto fotografate senza il disturbo della gente. Segnalo il Maggiolino Herbie targato... Palermo! Max, ne sai qualcosa?
  19. Agghiacciante... Quindi le nostre straordinarie tecnologie "per l'ecologia" sembrano essere ancora ben lontane dall'essere virtuose come si vuol far credere.
  20. Ok, Valerio, cambiare abitudine per ricaricare le batterie: ma come? Dove ricaricare di notte cellulare, batteria fotocamera, smartwatch, ecc.? E a proposito di auto elettriche (vado un po' OT), qualcuno sostiene che le attuali con accumulatori al litio oltre ad essere - come è stato detto - di tecnologia obsoleta, siano più inquinanti delle macchine con motori termici a causa appunto dei componenti delle sue batterie. Davvero?
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