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Max Aquila

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Tutti i contenuti di Max Aquila

  1. e' una caratteristica di tutte le macchine ad otturatore elettronico. La D850, continuate a trascurarlo, ha la prima tendina elettronica. Gia' visto sulla Sony a99II analoga per costruzione dell'otturatore...un po' meno nelle altre caratteristiche, rispetto le peculiarita' della Nikon
  2. Grazie degli apprezzamenti a tutti: non sono facile di gusti nell'ambito del wedding, ma la maestria di Rosita e Michele mi richiama molto fotografi siciliani che nella vita si sono occupati non per forza di matrimoni. Parlandone con Rosita ed accostandola a Giuseppe Leone mi ha confermato le sue ispirazioni, estendendosi ad autori del calibro di Ferdinando Scianna e di Peppuccio Tornatore. E per me, ci puo' stare benissimo ...
  3. Max Aquila

    Nikon Nikkor

    lo vedi, no...? Tutto in pasto alle vespe
  4. a me e' successo con una delle mie tre One V1 (si...ne ho avute tre) e l'ho mandata in assistenza in Germania. Il cotton fioc non bastava...
  5. Max Aquila

    Nikon Nikkor

    Non so che dimensioni sia la stanza di tua figlia...a me non basta una casa
  6. Max Aquila

    Nikon Nikkor

    Non piu'. Per scelta. Dal 2007
  7. Max Aquila

    Nikon Nikkor

    La Nikkorex Auto35 (macchina ad ottica fissa della mia stessa eta', 1964) e' corredatissima: posseggo perfino il converter wide originale per l'obiettivo ed il manuale istruzioni nikon_nikkorex_auto35.pdf
  8. Rosita Lipari è testimonial Nikon per la wedding photography ed e’ stata uno dei beta-tester per la Nikon D850, nonche’ uno dei professionisti Nital nella kermesse di presentazione alla stampa ed al pubblico di questa ultima reflex che ha aiutato a sviluppare. Sono andato a trovarla a Linguaglossa, alle falde dell’Etna, nello studio fotografico Primopiano Photografica, che gestisce insieme al marito Michele Lo Giudice fotografo anche lui, non perche’ donna/fotografa/siciliana scelta da Nikon come wed-testimonial, ma per il fatto di aver scorso nel suo sito il portfolio dei suoi lavori ed esser stato fortemente colpito dall’intenso profumo di umanità che traspare dalle foto, dove spesso è il contesto ad essere protagonista, prima ancora degli sposi, in modo tale da consentir loro, sfogliando l’album, di poter rivivere le stesse emozioni provate in quel momento, tanto quanto ad ogni altro osservatore di quelle foto. Allora voglio conoscerla di persona: mi accoglie insieme a Michele e dopo le presentazioni di circostanza, la prima cosa che tiene a dirmi è che i lavori sono realizzati da entrambi, marito e moglie e gestiti in prima persona fino alla stampa. Portandomi in giro per lo studio è proprio il plotter Epson una delle prime cose che mi fanno vedere e subito dopo, orgogliosamente, le stampe in fine art da loro realizzate. Inoltre, mi dicono, spesso consegnano il lavoro finito proprio sotto forma di stampa per singole foto, opportunamente ed elegantemente inserite su passepartout e contenitore. Una cura elevatissima per la presentazione del proprio lavoro non puo’ che essere indice di grande considerazione per lo stesso e deve passare per la (a volte difficile) accettazione dei committenti, penso tra me: quindi chiedo loro come si comportino nel delicato momento del primo incontro con i clienti per definire le modalità e le particolarità della futura cerimonia. La risposta è netta e chiarissima: Rosita e Michele desiderano interfacciarsi con i loro clienti solo se intuiscono di poter ricreare ogni volta quella situazione di confidenza e reciproca emotività che poi traspare dalle loro foto. Sono e fortemente vogliono esser considerati dei reporter, fotografi che organizzano IL racconto per immagini: per poter riuscire hanno altrettanto bisogno della partecipazione degli sposi, tanto quanto essi hanno necessità della loro attenzione. Il concetto mi viene piu’ volte rimarcato ed infine, sintetizzato in maniera perfetta da Rosita, in questi termini: “la fotografia di matrimonio vive di uno scambio di emozioni, gli sposi ed i loro invitati si offrono al fotografo mettendo a nudo la propria anima, affinche’ il fotografo riesca a manifestarla nelle sue immagini” Ineccepibile. Insieme alle stampe Rosita ha piacere nel mostrami al computer un matrimonio per intero, ed è qui che mi convinco della mia impressione iniziale: non si tratta solamente di colpo d’occhio e capacita’ di fermare attimi speciali, grazie al fatto di scattare insieme ed in luoghi anche ben differenti allo stesso momento, ma la loro capacità comprende anche l’eleganza nell’organizzazione di ogni immagine utile ( e soltanto quelle) alla definizione del racconto che si è dipanato nella loro mente oltre che davanti ai loro occhi, che ha emozionato i fotografi, forse tanto quanto i loro stessi soggetti. Una storia che accompagnerà per sempre la vita delle persone ritratte. Usciamo a prendere un caffè al bar vicino, quasi ogni persona che passa per la via li saluta: segno dell’importanza che un fotografo di cerimonia assume all’interno di una comunità, quanto gli officianti le stesse cerimonie, probabilmente. Rosita mi racconta con grande semplicità come siano loro stessi stupiti per il grande impulso fornito alla loro attività da questa opportunità conferitale da Nikon, per il semplice fatto di esser stata notata (dopo la vittoria in importanti photo contest) da Nikon Singapore che l’ha voluta come testimonial: da quel momento il loro intento va nella direzione esclusiva del wedding e lo confermano i lavori in tal senso loro commissionati in posti diversamente inimmaginabili, come in India e a Singapore stessa. Mi dice: “riceviamo richieste per matrimoni in maniera continua e costante, mi dicono che gli piace il mio stile… ma io non lo so che stile sia il mio, fotografo nel modo in cui intendo e so fotografare e non potrei fare diversamente…” Allora glielo suggerisco io cosa penso piaccia subito delle sue foto: la sensazione offerta da quelle immagini lontane dall’altare, sui parenti e sugli amici, i quali vivono e sentono quel matrimonio, consapevoli del fatto che in quel momento si verifica un passaggio di vita, dopo il quale le cose saranno per sempre differenti; la definizione dell’attimo preciso nel quale questo evento accada, negli occhi degli sposi che si preparano, che si incontrano, che si abbracciano e baciano, manifestando ogni grammo del sentimento che stanno provando, gioia, tristezza, sorriso, lacrime, smarrimento, estasi. La capacita’ di raccontare il tutto con una visione dei fatti filmica: Rosita e Michele riprendono quasi sempre in inquadratura orizzontale ed in luce ambiente e organizzano cosi’ il lavoro di composizione: questo aspetto incide molto sulla capacita’ di ambientazione del soggetto rispetto il contesto circostante, anche se del tutto estraneo alla vicenda, ma da quel momento assolutamente assorbito dal racconto. Gli stessi obiettivi utilizzati, quasi esclusivamente fissi ed extraluminosi, come il 24mm, il 35mm, il 50mm (che Rosita “sente” particolarmente ed usa prevalentemente) e l’85mm tutti f/1,4 consentono proprio questo vantaggio compositivo, unitamente allo zoom 70-200/2,8 che nella loro borsa non deve mancare mai. La sua cifra espressiva? Secondo me la capacita’ di far accettare frequenti fuori fuoco sul primo piano rispetto al soggetto inquadrato, invece che sul secondo piano, come la nostra mente è abituata a considerare con maggiore facilita’ percettiva. Talvolta addirittura gli sposi fuori fuoco ad accentrare attenzione sugli elementi che in quella inquadratura, prepotentemente, richiedono. Ho fatto loro anche una domanda alla Marzullo: “la cosa piu’ facile da fare nel vostro lavoro e quella piu’ difficile” Mi hanno risposto, insieme, “quella più facile è creare il giusto rapporto col cliente…. quella più difficile… far capire la nostra visione” Poi mi hanno detto, sempre all’unisono: “difficile e’ quando mi chiedono di realizzare delle foto in posa: non e’ il nostro modo". Il coraggio delle proprie scelte, concludo io, è la cosa più difficile da mantenere nel lavoro: e Rosita Lipari da Linguaglossa, over the world, mi pare che possa dire di essere soddisfatta di sé. Mi sa che questa storia non si fermerà qui. Max Aquila per Nikonland 2017
  9. Eccola qua Attenti che muzzicano! ...dice il solito grillo parlante
  10. Max Aquila

    La vespa e l'uva: altro che volpe !

    Cartubboli, in siciliano calabroni = vespa crabro Ma fate attenzione, non fatelo a casa ! Lo zibibbo le distrae dal fotografo...
  11. Non ho mai trovato una cinghia che sia come vorrei, ossia morbida, ma di larghezza media per il collo (odio le tracolle alla chitarrista) e cinghie alla fotocamera non troppo strette, per cui attorcigliantesi in continua su se stesse. Non ho più speranza. Odio quelle optech in neoprene, che sembrano tagliate da lastre di refrattari, come quelle troppo elastiche, che fanno rimbalzare la reflex alla bidibodibu. Prima dei battery grip e delle ammiraglie mi bastava la tracolla Nikon per binocoli, sottile e costante. Consentiva di avvolgersi intorno al polso, ma adesso improponibile per i pesi in gioco. Il dramma è che mi serve, usando pochissimo studio e treppiedi. Resto a leggere...senza grandi speranze
  12. Metterò il disclaimer che usa per il nudo...
  13. entro domani faccio una galleria di soli calabroni siculi, cosiddetti cartubboli
  14. non avevo visto questa discussione: rispondo secondo coscienza, piu' che altro secondo esperienza. Non riesco pensare a della macro itinerante senza poter disporre di un flash: le condizioni della luce ambiente in questa branca sono talmente variabili che ancor prima della macro, ossia nella fotografia ravvicinata (che pratico maggiormente) dove posizionamento e spazi sono molto piu' agevoli che nella macro spinta, porto con me sempre uno o piu' flash. Da quando uso Godox ho il vantaggio di avere sulla slitta solamente il trigger a fare da Master e poi il flash (o i flash) sempre posizionati verso il soggetto a mano libera, per una maggiore velocita' di ripresa, oppure su di un piccolo stativo da 30-40 cm Le impugnature morbide (prese a pochi euro su amazon) mi aiutano non poco a gestire velocemente l'inclinatione orizzontale e verticale del flash a mano. Sul fondo sono comunque dotate di filettatura per treppiede. Per evitare le barcollanti staffe in bundle con i flash, uso piazzarli su una piu' solida presa multipolare AS-10 (una delle cose buone di un tempo Nikon che fu...) Poi magari niente flash, se la luce naturale sia brillante e scoperta, ma non sempre e' cosi'.
  15. il flash ha trasmesso il giallo arancio della vegetazione intorno, variando il verde della libella...
  16. Max Aquila

    Sigma sdQuattro vs Merrill dp3

    una galleria di immagini a confronto tra i due Foveon
  17. ciaoGianni, scusa il ritardo, non mi ero accorto della tua domanda: una Marumi HMC da 3 diottrie
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