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Silvio Renesto

Nikonlander Veterano
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Tutti i contenuti di Silvio Renesto

  1. Grazie anche da me e condivido quanto scrive Mauro, foto di forte impatto il suo bianco e nero è affascinante.
  2. C'è un bel campeggio dalle parti di Gavorrano (GR), con graziosi bungalow in legno, immerso nel bosco. Lì le Ghiandaie, uccelli solitamente poco confidenti, hanno perso molto del naturale timore per l'uomo, per cui con un po' di accortezza mi è stato possibile fotografarle addirittura con il 200 micro! Il posto me lo ha fatto conoscere Tarkus, fotografo naturalista, esperto di libellule e nikonlander di Nikonland 1.0. Tarkus mi/ci manchi!!!
  3. Silvio Renesto

    Malinconia d'autunno

    Dall'album: Tutti i colori dell'autunno

    Nello stile Wabi- Sabi
  4. Un calabrone, non l'ho ancora fotografato come vorrei perchè fatico a bilanciare l'istinto di fuga con il desiderio di riprenderlo da vicino. Il suo pungiglione è un chiodo rovente.
  5. Happygiraffe scrive: Le immagini di Parr hanno il potere di far sorridere, ma anche di infastidire, di far riflettere e di far riflettere su noi stessi e sui nostri comportamenti. E' la prima sensazione che ho provato anch'io, tuttavia c'è un che di geniale nel suo cogliere la "banalità tribale", fotografa ciò che io cerco di sfuggire, ma è utile, diverte, disturba e fa riflettere. Bell'articolo, grazie.
  6. Silvio Renesto

    fallen.jpg

    Dall'album: Tutti i colori dell'autunno

    Cominciano a cadere le foglie.
  7. Ho sempre apprezzato il tuo inconfondibile stile Andrea, queste sono tra le tue migliori che ho visto in quanto ad atmosfera che hai reso.
  8. Scorrendo le ultime foto che ho fatto, coon il 100-400 c'è questa che non è granchè, è un po' buffa e un po' triste Ma quel che mi interessa mostrare è questo: Crop 100% senza nessuna pp. Addirittura, pubblicato sul sito appare meno inciso che visto a monitor con Nikon view.
  9. Roby, non esageriamo. Max che la libellula sia un po' arancio di suo non è insolito, ma la tonalità che mi è sembrata strana, può essere dovuto a quel che dici tu.
  10. Ho scoperto Beth Moon per caso, le sue foto mi hanno subito affascinato. Una visione intensa della natura, a volte drammatica, a volte cupa o sognante, mai leziosa o banale. Ne ho scritto già su Nikonland, ma ne scrivo qui in modo un po' più esteso e aggiungendo delle foto. Forse le sue immagini più famose sono i ritratti ad alberi giganteschi o secolari. Un patrimonio di meravigliosa antica bellezza, spesso minacciato, che Beth Moon ci fa conoscere attraverso la sua sensibilità, creando immagini di forte impatto emotivo. Lei stessa nel suo sito http://www.bethmoon....ouchWood00.html scrive: "Molti degli alberi che ho fotografato sono sopravvissuti perchè fuori dal raggio della civiltà...certi esistono solo in angoli remoti del mondo...i criteri che uso per sceglier eun particolare albero sono principalmente tre : l'età, le dimensioni immense o la storia importante... essendo i più grandi e più vecchi monumenti viventi della Terra, credo che questi alberi simbolici abbiano un significato più vasto in un tempo in cui la nostra attenzione è concentrata nel trovare un modo migliore di convivere con l'ambiente". Majesty back. Le grandi querce. Sempre nel suo sito Beth Moon riporta quanto sul suo lavoro scrisse Jane Goodall : "Queste anziane sentinelle delle foreste sono tra i più antichi esseri viventi del pianeta ed è disperatamente importante fare tutto quello che è in nostro potere per farle sopravvivere...voglio che i mie nipoti ... conoscano la meraviglia di questi alberi vivi e non solo tramite fotografia... I ritratti di Beth sicuramente ispireranno molti ... ad aiutare chi lavora per salvare questi magnifici alberi". Ma Beth Moon non si limita agli alberi. Odin's Cove (la Baia di Odino) è un portfolio fortemente gotico/romantico ispirato ai corvi di Odino. Nella mitologia norrena, Huginn e Muninn sono due corvi che volano per il mondo cercando informazioni e portando notizie al loro padrone, il dio nordico Odino. Escono all'alba e ritornano la sera, si posano sulle spalle del dio e gli sussurrano le notizie nelle orecchie. I loro nomi hanno un significato: nella lingua norrena Huginn vuol dire pensiero e Muninn memoria. I Corvi Imperiali sono grandi e stupendi uccelli; nelle immagini di Beth Moon sono al tempo stesso malinconici e potenti, sembrano davvero venire dalle brume di un altro mondo. Beth Moon per la stampa utilizza anche quello che lei, citando John Stevenson, chiama "Nobile processo nell'era digitale": ossia una stampa al platino, che dice di essere nota per la luminosità e ampia scala tonale, in cui l'assenza di uno strato legante (binder layer) permette ai cristalli di platino di venire incorporati nella carta dando una tridimensionalità unica.Oltre non mi addentro... perchè non so di cosa sto parlando se Michele, bontà sua, vorrà spiegarci meglio di cosa si tratta gliene sarò grato. Insomma, non perdetevi il sito di Beth Moon e godetevi le sue immagini. http://www.bethmoon.com DISCLAIMER: Va da sè che tutte le foto di questo reportage sono opera e proprietà esclusiva di Beth Moon, qui riportate solo a scopo di illustrare la sua arte.All the photos here shown are by Beth Moon and she has the exclusive copyright, and are published here only to spread knowledge about her great art.
  11. Grazie per i passaggi, Naskrecki alterna fotografia scientifica in senso stretto a fotografia di alta divulgazione, da National Geographic per intenderci con la quale fa conoscere questo mondo. Anni fa è stato molto impegnato in un progetto di salvaguardia delle foreste della Papua Nuova Guinea e adesso, come si vede dal ritratto (e si può leggere nel suo Blog) sta occupandosi del Tuatara (che tiene in braccio) specie unica sopravvissuta di un gruppo di rettili scomparsi all'epoca dei dinosauri. Ne esistono pochi esemplari in qualche isola intorno alla Nuova Zelanda.
  12. Quella sotto è una femmina di Sympetrum striolatum, quella sopra sembra avere meno striature nere sul torace e lo pterostigma (la macchiolina sulle ali) è più lungo e chiaro al centro; è sempre Sympetrum, ma a mio parere potrebbe essere una specie diversa , si trovano spesso più specie insieme.
  13. Hai percaso ritoccato il bilanciamento del Bianco o la saturazione o i colori? Mi sembrano un po' strani quelli della libellula.
  14. Piotr Naskrecki è una figura particolare nel mondo della macrofotografia: scienziato e fotografo allo stesso tempo. Usa la fotocamera per documentare le sue ricerche, ma anche per trasmettere al mondo la bellezza delle piccole creature che ci circondano, troppo spesso sconosciute o trascurate. Ebbi modo di intervistarlo "telematicamente" qualche tempo fa e questo mio contributo è in parte basato sul nostro scambio di email. Naskrecki ha lavorato al Museum of Comparative Zoology (Museo di Zoologia Comparata) all’Università di Harvard, a Cambridge, Massachussets (USA) e all'Università del Connecticut. La sua ricerca è incentrata soprattutto sull’evoluzione degli insetti ma è anche coinvolto in numerosi progetti scientifici e di divulgazione correlati con la conservazione delle foreste pluviali tropicali. Il suo interesse per la macrofotografia è iniziato una ventina d'anni fa quando la moglie gli ha regalato per Natale una Nikon N 6006 (F601). Dall'uso della fotocamera come mezzo per illustrare gli organismi su cui lavorava al fare della fotografia una passione il passo è stato breve. Non è interessato fotografare uccelli o mammiferi, perché trova che il piccolo mondo che ci circonda sia molto più affascinante. Attualmente usa soprattutto fotocamere ed obiettivi Canon. Come fotografo cerca sempre di portare alla luce la bellezza di quei soggetti che sfugge ai nostri occhi per via delle dimensioni del mondo in cui noi siamo abituati a vivere. Rendendo i soggetti più grandi del reale, Naskrecki ci porta alla loro scala, permettendoci di vedere strutture, simmetrie e forme normalmente nascoste. Una splendida Mantide tropicale Nemia, un Neurottero tropicale Typophyllum un ortottero mimetico Nello stesso tempo cerca di ricreare la prospettiva e la tridimensionalità di questo microscopico mondo. Per questo usa spesso i grandangoli (15-35mm) con un tubo di prolunga corto, in modo da focheggiare molto vicino pur mantenendo una prospettiva ampia e notevole profondità di campo in modo da cogliere l’ambiente in cui vive il soggetto. Un ortottero del Mozambico, ambientato. Un altro ortottero tropicale In altri contesti usa obiettivi macro e, per soggetti molto piccoli, come le formiche lavora a rapporti di riproduzione molto elevati sfruttando il Canon MPE 65mm, che arriva a 5:1. Se vuole includere qualcosa di più del solo soggetto centrale, usa grandangoli tradizionali Le sue gallerie sono diverse (ma ugualmente spettacolari), rivelando posture insolite, oppure interazioni fra (minuscoli) organismi, che per venire ripresi, richiedono abilità ed esperienza. Per ottenere questi risulta occorre una grande conoscenza del soggetto. Ogni volta che inizia un nuovo progetto fotografico, comincia documentandosi approfonditamente in quanto una buona preparazione fondamentale se si è interessati al comportamento animale. Si può persino arrivare ad osservare e documentare comportamenti che nessun altro ha mai visto prima. Naskrecki rimane comunque prima uno scienziato e poi un fotografo. Usa la fotografia principalmente per documentare il suo lavoro e come strumento educativo alla comprensione del comportamento animale e alla conservazione della natura. Raganella tropicale, Papua Nuova Guinea Pronto al duello... Granchio del Costarica Ma a parte la documentazione scientifica, quando fotografa, il messaggio principale che Naskrecki cerca di trasmettere con le sue foto è che esiste un mondo bellissimo e complesso costituito da organismi di cui pochissima gente sa qualcosa. Si tratta invece di membri affascinanti, coloratissimi e di fondamentale importanza per la sopravvivenza delle comunità biologiche. Spesso sono minacciati quanto i panda e le tigri, ma ricevono poca attenzione dal pubblico e dai conservazionisti, solo perché in pochi sanno della loro esistenza. Mostrarli da vicino è il primo passo per apprezzarli e proteggerli. Piotr Naskrecki, (dal sito Uconn Today) Non perdetevi il suo interessantissimo sito: http://www.insectphotography.com/ E il suo fantastico Blog: https://thesmallermajority.com/ NOTA: Tutte le foto sono (c) di Piotr Naskrecki, qui mostrate solo allo scopo di illustrare la sua opera ad esclusione del suo ritratto, preso dal sito Uconn Today. DISCLAIMER: All the photos shown here are (c) by Piotr Naskrecki, published here only to illustrate his work, apart for his portrait, taken from the site Uconn Today.
  15. Yess, le zampe rosse sono un carattere distintivo. Con che lente, non oso immaginare Sony alfa più zoom sigma più lente addizionale ?
  16. Mi unisco agli altri nell'apprezzamento di tutta la serie, di mio aggiungo che... la macro del fungo è magica.
  17. E' interessante, mi pare che le ville, il castello la scuola siano rimasti loro, mentre alcuni scorci di città dimostrano che le cose son un po'' cambiate, e non so se è effetto del bianco e nero, ma quasi quasi suscita un pizzico di nostalgia per ciò che c'era prima. Trovo bellissime la vecchia foto del ponte con la betoniera, e quella della corsa ciclistica .
  18. Mi era sfuggito, su questi soggetti in prospettiva lo stacking sembra eccellente. Pensi che anche sui miei soggetti quasi piani la variazione di focale potrebbe essere impercettibile?
  19. Ho usato entrambi gli zoom, ma non contemporaneamente, non con le stesse fotocamere e non ho fatto confronti diretti. Come impressione mi è parso che il soggetto con il sigma sia molto "crisp", forse un pochino più che con il Nikon. Sono comunque due ottimi zoom entrambi, ma pensati in modo diverso. Con nessuno dei due ho fatto foto in cui si possa valutare la definizione agli angoli come edifici o paesaggi, le mie sono prove sul campo, di fotografia naturalistica. Può essere che Mauro possa dirti di più visto, che ha fatto anche dei test tecnici di entrambi gli zoom.
  20. Chiaramente non ha senso paragonarlo ad un 500 f4, ma nella sua classe è il migliore che abbia mai provato, senz'altro come qualità di immagine, soprattutto per la omogeneità di resa a tutte le focali, dove la maggior parte degli altri tele zoom di quella categoria cede alle massime focali. Come stabilizzazione è certamente valido, ma mi sembra che sia il 200-500 Nikon che il mio 300 PF siano un po' più efficaci da questo punto di vista.
  21. Interessante, ogni tanto ho domande, per cui sarebbe il posto giusto dove farle.
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