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Silvio Renesto

Nikonlander Veterano
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  1. Vero, ma in macro avrei:. stacking "incorporato" no front-back focus visione real time dell'esposizione. E' difficile fare un bilancio dei i pro e dei contro , uffa!... sgrat sgrat (rumore di chi si gratta la testa).
  2. Complimenti! scatti impeccabili. Il piccolo asilide deve essere stato parecchio difficile.
  3. Mi spiace per la tua disavventura, le zecche sono brutte bestie, un po' le temo anch'io. Avevo un collega all'università di Trieste che si è preso il morbo di Lyme, lavorando sul terreno (Paleontologo come me). Ottime comunque le tue dritte . Le torbiere sono ricchissime, ma ci sono stato raramente, infatti mi manca una libellula tipica di torbiera, ma prima o poi chissà... Sto pensando ad un articolo nel blog del club naturalistico, o sulla frontpage (Mauro lo sopporteresti? ) sul dove/quando ho fatto le foto che metto, interessa?
  4. Vedo delle righe nel cielo, troppa compressione?
  5. Video molto simpatico e modellina molto carina (a me piacciono più latine che nordiche... ma è OT), La Z sembra soddisfare in tutte le condizioni, solo ad un certo punto Lanier afferma che la fotocamera fatica a mettere a fuoco quando si usa il flash (al buio), cosa che riporta nel suo sito: Flash- the camera REALLY struggles when using flash. Why does it struggle? It goes from dark to bright trying to acquire focus making using flash on this system very difficult. E'tipico delle mirrorless? O c'è anche sulle Dsrl? O solo della Z?
  6. Nessun bisogno di stemperare, Valerio è un amico, un po' come adesso ci stanno anche, era l'insieme/massa critica che mi ha atterrito' . Perchè le tue sono la realtà vera ... ahimè.
  7. Sì Ok Sono foto a modo loro molto belle (alcune) e piene di vita (lo so che Valerio è un reporter nato), l'ultima con le coppie di spalle e il bambino col cannocchiale è una vera chicca. Però, questa calata di dura realtà popolar-eto-etnologica non è forse un pochino OT qui?
  8. Se ci vai nel "summertime" di Valerio, è probabile che i gatti se ne stiano ben nascosti. A proposito, Valerio mi chiedo, come mai hai fatto quelle foto? Nel loro brutto, sono belle (significative) per carità, ma... PS La panza con la birra non riesco proprio a sopportarla...
  9. Prendere il treno nel weekend non è che mi renda particolarmente felice, quale pendolare da oltre diciott'anni ho imparato a temere gli imprevedibili imprevisti ferroviari, ma per l'uscita in programma era la soluzione più rapida ed economica e ci è pure andata bene, per una volta. Scusate la digressione. Stavo dicendo? Ah sì, l'uscita fotografica. All'Isola dei Pescatori, ossia Isola Superiore, appena più a Nord dell'Isola Bella, vicino a Stresa, Lago Maggiore. E' l'unica delle tre isole contigue ad essere abitata per tutto l'anno; è larga 100m e lunga 350, proprio un'isoletta dunque, ma la preferisco di gran lunga alla più pomposa Isola Bella. Vista dal battellino che porta all'isola. All'approdo. Le case hanno i balconi lunghi perchè un tempo ci si stendeva il pesce ad essiccare. Date le dimensioni dell'isola il tour panoramico è rapidissimo: Ma dell'isola mi piacciono i vicoli stretti le case e le stradine acciottolate. In febbraio poi, è quasi deserta. Il tempo sembra fermarsi. Se la giornata è bella mette pace al cuore. Ahimè cartelli e teloni rovinano un po' l'atmosfera. Una scala con le resti stese (apposta?) I Gatti dell'Isola. Non avrete pensato che mi sarei fatto e poi vi avrei propinato una gita turistica qualsiasi, vero? Il mio scopo era visitare la piccola popolazione di gatti che lì vive in armonia con quella umana (cinquanta persone residenti stabili ed una decina di gatti "semiliberi"). I gatti sono un po' ovunque, quello in secondo piano arriva sul molo sempre in coincidenza col traghetto, saluta silenziosamente la gente che scende o che sale e poi torna a farsi gli affari suoi fino all'arrivo successivo. Nel complesso, i gatti dell'isola sembrano godere di salute migliore di quelli delle colonie feline. hanno le loro scatole rifugio, ho visto in giro delle ciotole e loro sono più puliti e sani di quelli, ad esempio, del Castello. Merito anche forse della maggiore pulizia del luogo e dell'assenza di piccioni che imbrattano, ma soprattutto infettano, con le loro deiezioni piene di microbi patogeni. Spuntano un po' dappertutto. Questa micia (con Gianni nella foto) era socievolissima ...o voleva qualcosa da mangiare? Come diceva una giallista inglese: "qualsiasi posa assumano, i gatti sono sempre fotogenici". E sembrano sempre sapere cosa hanno in mente. La panchina è per me, tu cercane un'altra. Questa è sbucata da un balconcino e, visto il collarino, non fa parte del popolo libero, dev'essere proprietà di qualcuno (sempre che si possa dire così di un gatto) Mezzogiorno passato, ora della siesta. Un quadretto.. con gatto: Uscita simpatica, mi sa che tornerò a trovare questi amici felini.
  10. Noooooo! E' un disguido, cerco di rimediare al più presto!!
  11. Silvio Renesto

    Libro Nikonlander 2018!

    Tutto è partito da un'idea: creare un BLOG in cui i Nikonlander raccontassero se stessi con le parole e soprattutto con le fotografie. (Cris 7) Abbiamo invitato quelli che ci sembravano più assidui e anche più disposti a scrivere di sè, (ma non era a numero chiuso, chi voleva poteva offrirsi volontario). (Pedrito) L'adesione è stata entusiastica da parte di (quasi) tutti gli invitati , una ventina di Nikonlander hanno partecipato. Grazie agli articoli, ma anche e soprattutto ai commenti, ne è uscita un'immagine fresca e vivace. (Valerio Brustia) Hanno partecipato amici di lunga data e altri arrivati da poco, tutti hanno contribuito al bel risultato. Questo mi ha entusiasmato e così ho proposto di farne un qualcosa che restasse come memoria tangibile, qualcosa da possedere, guardare e far guardare. Cosa meglio di un libro? ed ecco il Libro Nikonlander ha pian piano preso vita. Ora è disponibile! Nel titolo sta scritto Duemiladiciotto, perchè Nikonland è una tribù viva, in continua evoluzione, quindi il libro, come le interviste, fotografa (e che altro poteva fare?) un momento della sua storia, prima Nikonland era diversa e in futuro potrà essere ancora differente, speriamo sempre più vivace. Intanto il libro c'è: una ventina di autori, duecentotrenta pagine di storie e soprattutto di fotografie. dallo sport alla natura al ritratto, di tutto e di più secondo il gusto e le inclinazioni di ciascuno. (Maxbunny) Questo libro vuole essere un ricordo per chi ha partecipato ed un modo di conoscerci di più per chi è arrivato da poco e, scusate il gioco di parole, non è cosa da poco. Il link è questo: qui Buona pre-visione.
  12. OT: Del ponte non so dire, ma del paesaggio sullo sfondo del quadro si dice potrebbe essere l'Adda tra Paderno e Trezzo, dove fa le rapide, e dove Leonardo ha progettato delle chiuse.
  13. Vengo anch'io Scherzi a parte, le mantidi si trovano soprattutto in prati soleggiati/aridi. e più facilmente in tarda estate quando sono più grosse. I cervi volanti ad esempio sul Ticino e i suoi canali laterali si possono trovare dove ci sono grossi salici. Per avere più possibilità di trovare i soggetti bisogna inoltrarsi un po' nell'erba fuori dal sentiero. Provvedendo di tutelarsi con repellenti vari da tutto quello che punge e succhia. Io prima di ogni spedizione mi spruzzavo i vestiti di biokill, per evitare le zecche. Comunque è vero, la biodiversità è diminuita. Negli ultimi tempi facevo più fatica a trovare i soggetti.
  14. Grazie! Massimo, per fotografare le formiche vive e libere a sensibile ingrandimento (diciamo in soggettiva) ci vuole (sst!) il ... Canon 65 MPE . Oppure lavorare di tubi di prolunga o, soluzione sconsigliata, lenti addizionali molto forti. Se invece vuoi fotografare la loro attività, magari in gruppo macro normali e tubi o converter possono bastare. Questa l'ho fatta con il 200 micro nikkor e un tubo, più flash (ed un leggero crop): Per quanto riguarda il formato Dx, hai un ritaglio incorporato quindi un ingrandimento finale superiore, inoltre a parità di copertura del soggetto nell'inquadratura rispetto al formato Fx sei un po' più distante e guadagni di conseguenza anche un po' di profondità di campo, che in macro non basta mai. Ma in pratica con un po' di esercizio anche con il formato Fx, specialmente se puoi fare stacking, ottieni ottimi risultati, con una "plasticità" migliore.
  15. Oggi ho incontrato e scambiato due parole con un felicissimo neo-proprietario di questo cannone. Aspetto il tuo articolo!
  16. Il termine Wildlife di solito viene usato per indicare la fotografia agli animali "grandi", mammiferi ed uccelli, ma anche quelli piccolini sono wild, a volte very wild! Seriamente, per piccoli rettili, anfibi ed insetti di solito si parla di macrofotografia , quando i rapporti di riproduzione non sono troppo spinti anche di di fotografia ravvicinata o Close up photography. Io sono stato, e un po' lo sono ancora, un grande appassionato di macrofotografia (senza contare che la pratico spessissimo per lavoro). Perchè mi piace la macrofotografia? Ecco i motivi: 1) Curiosità, voglia di conoscere, di cercare specie rare, ma non esotiche, (cerco piccole perle nascoste nel mio paese), comportamenti interessanti, oppure scoprire particolari che non si possono vedere ad occhio nudo; una cosa da naturalisti insomma.. 2) Sottolineare con l'inquadratura, la luce e la composizione, la bellezza e l'eleganza di alcune di queste creature che vengono per lo più ignorate, sfuggite o perseguitate dall'ignoranza comune. 3) Giocare con i dettagli e la composizione. per ottenere foto d'effetto, curiose, simpatiche, oppure drammatiche, ma in qualche modo espressive, che colpiscano chi le vede perchè sono insolite. 4) cogliere azioni e momenti di vita proprio come per gli animali "grandi". Attenzione, questo articolo non ha lo scopo di insegnare la macrofotografia, non è un tutorial in senso tecnico, la mia intenzione è mostrare cosa ci trovo di bello in quel che faccio. Così può darsi che qualcun altro si incuriosisca o resti affascinato da quello che attrae me. Vediamo un po' di esempi e le differenze di metodo a seconda del motivo che mi spinge alla ripresa: 1) Curiosità naturalistica. In questo caso benchè presti la stessa attenzione a inquadratura e composizione che per le foto più "artistiche", qui che mi interessa è la particolarità del soggetto o dell'atteggiamento. Questa è una Cicindela, detta la tigre degli insetti. Da piccolino ero già naturalista (anche più di adesso) Sapevo tutto sugli animali che mi piacevano, dai dinosauri agli insetti ne leggevo ovunque, compresi gli inserti "scientifici" dei giornalini per ragazzi, in questo caso si trattava dell'Intrepido; e tra gli altri sognavo di vedere una Cicindela. Un cacciatore terribile, che correva veloce sulla sabbia in cerca di prede che afferrava con le sue mascelle a roncola. Inconfondibile la striatura sulle elitre. L'ho fotografata con grande gioia la prima volta a pellicola, molti anni fa, ma non molto bene. Poi mai più, finchè dopo decenni, un giorno che giravo per le rive del Ticino in cerca di libellule in un mattino di sole rovente, me le vedo correre qua e là nel loro inconfondibile modo a scatti. Non ero preparato a simile incontro e non avevo il tempo di predisporre nulla, nè di avvicinarmi, perchè avendo il sole alle spalle avrei proiettato la mia ombra su di loro, facendole sparire in un attimo. Non avevo il tempo di avvicinarmi col 200 micro e piazzare il cavalletto rasoterra. Per fortuna avevo al collo la D800 con montato il Sigma 400mm f5.6 ApoMacro, in caso avessi incontrato qualche libellula. Così mi sono messo a scattare a raffica a mano libera con tempi molto rapidi (il sole era fortissimo, quindi non c'erano problemi, ho scattato a 640 ISO ed 1/1600s con F11 per essere sicuro di "prenderla tutta" nell'area a fuoco); confidando sull'angolo dato dalla distanza consentita dal 400mm per migliorare il punto di ripresa. Dato che la Cicindela è piccola, ed anche alla minima distanza con il 400mm Sigma è difficile avere un ingrandimento soddisfacente ho dovuto ritagliare. Grazie però alla abbondanza di pixel della D800 ho potuto in pratica ritagliare fino a raddoppiare il rapporto di riproduzione pur restando un dignitoso file di 9-10 megapixel. Sono soddisfatto di questa foto, perchè ho "immortalato" (non catturato )) un insetto che cercavo da tempo, contestualizzandolo in modo giusto, ossia si percepisce il sole forte e si vede la sabbia su cui si muove di solito. Aromia moschata. Un bellissimo Cerambicide che mi riuscì di fotografare (malissimo) una volta sola con la mia prima reflex a pellicola la Pentax Mx. Come per la Cicindela, dopo anni, un incontro casuale, mentre cercavo.... Cormorani! Anche qui niente obiettivo macro, ma grazie al formato Dx ho ottenuto buoni risultati lo stesso: Nikon D7100, 300 f4 AFS + TC14, 1600 ISO, f11, 1/250s, flash di schiarita, treppiede. Su corteccia di salice,dove di solito si trova. Immagino che qualcuno potrebbe trovare questa fotografia un po' insipida perchè per la Cicindela (e magari per gli altri insetti) prova un interesse per così dire moderato, diciamo così, pari a quello che io provo per il calcio (inteso come sport). Questo insomma è un tipico caso di "ogni scarraffone (termine quanto mai appropriato qui) è bello a mamma sua", ma ad altri dice poco o nulla. Asilidi in accoppiamento. Anche in questo caso la bellezza è nell'occhio di chi guarda (oggi sono in vena di luoghi comuni); gli Asilidi sono anche loro feroci predatori e volatori velocissimi, hanno ciascuno il suo territorio di caccia e sono intolleranti verso i propri simili che sconfinano. Qui mi capitava l'occasione di documentare una situazione tipica. Durante l'accoppiamento la femmina è quasi sempre intenta a nutrirsi (in questo caso una farfallina, la cosina bianca), così da essere indifferente verso il maschio, che ne approfitta per accoppiarsi. E' vivamente consigliato al maschio di finire quel che sta facendo prima che la femmina finisca la "merenda" o le cose potrebbero farsi complicate. In zoologia si insegna che esistono due tipi di animali predatori, i sit and wait (quelli che aspettano nascosti che qualcosa capiti a tiro) e gli active foragers (quelli che pattugliano il territorio in cerca della preda, Come macrofotografo appartengo alla seconda categoria . Le condizioni rispetto alle Cicindela e all'Aromia erano molto diverse. Gli Asilidi erano impegnatissimi e fissi sullo stelo, incuranti di me, così, salvo fare grossolani errori, quali scuotere il cespuglio su cui stavano, avrei avuto il tempo per fare le cose come si deve. Con somma cautela ho posizionato il cavalletto il più vicino possibile. senza far vibrare i rami. Ho posizionato il 200 micro AfD cercando un orientamento tale da non avere rametti o steli in secondo piano che avrebbero creato del disturbo. Il 200 micro mi permette di stare più distante e di sfuocare di più, per cui è il mio obiettivo di elezione per la macro agli insetti. Grazie alla D700 ho potuto scattare a 1600 ISO senza rumore ad f11 ed 1/320s. Flash di schiarita. Ho usato la piastra Arca come slitta di messa a fuoco per far scivolare leggermente avanti il 200 micro senza muovere il cavalletto in modo da ingrandire ancora un po' i soggetti ed ho fatto diversi scatti verificando ogni volta il risultato sul display, quindi modificando l'inclinazione dell'obiettivo fino ad arrivare al perfetto parallelismo tra il sensore ed entrambi i soggetti. Cosa niente affatto facile. 2) La bellezza del soggetto. Qui il soggetto è importante, ma l'aspetto estetico lo è altrettanto, quindi non tanto una foto didattica, quanto una foto bella, elegante (per quel che riesco, ovviamente). Mantide religiosa. Uno degli insetti più eleganti che ci siano e uno di quelli che rimane bello anche ad ingrandimenti piuttosto spinti. Una raffinata signora dell'alta società, ma anche femme fatale! E' elegante intera, ma volevo rendere omaggio alla malia del suo sguardo. Ho scattato diverse foto di fronte e di profilo, di tre quarti, fino ad ottenere un'immagine soddisfacente. Nikon D700, 200mm micro nikkor AfD ED, f18, 1/60s, 800 ISO, luce ambiente, treppiedi. Crocothemys erytraea. Le libellule sono il mio soggetto macro preferito. Qui ho giocato sui colori e sugli sfuocati, ho usato il Nikon 300mm F4 AFS su D7100 a tutta apertura per avere uno sfuocato piacevole. 800 ISO, treppiede e luce ambiente. Massima attenzione al fuoco selettivo sugli occhi e le estremità delle ali. Bruco di Macaone, come sopra il concetto ispiratore è più "pittorico" che documentativo. Nikon D700 200mm f4 Micro Nikkor AfD ED, f16, 1/320s, 800 ISO treppiede, luce ambiente. Orthetrum fonscolombii femmina. In questo caso l'estetica e il documento si fondono, è tipico di molte libellule assumere la posizione "dell'obelisco", che le rende davvero stupende. Nikon D7100, Sigma 180mm f2.8 APO MACRO, f8, 1/1000s (c'era vento) , 400 ISO, treppiede, luce naturale 3) Giocare con i dettagli. In questo caso il soggetto in sè è meno importante, che conta è quel che ci tiro fuori, l'interpretazione deve suscitare una reazione in chi osserva, me per primo. Sono girato intorno a questa damigella camminando a quattro zampe, finchè ho notato che entrambi gli occhi si vedevano, anzi spiccavano, anche da dietro il fiore a cui si era aggrappata. Ho inquadrato nel mirino ed ho visto che l'immagine era sia graficamente piacevole che anche spiritosa. Ho aperto al massimo il cavalletto, mi sono sdraiato a terra ed ho scattato con il 200 micro AfD ad 1/10s, f 13, 640 ISO. A volte non serve nemmeno inquadrare un dettaglio. La suggestione grafica è lì. Ortethrum, Nikon D7100, Sigma 180 Macro, f8, 1/1250s, 900 ISO, treppiede, luce naturale. Oppure Un'immagine e il suo doppio, l'importante è cercare i soggetti, essere pazienti e sperimentare. A volte non si trova nulla, altre volte il limite è solo la nostra creatività. Nikon D7100, 300mm f4 AFS, f4, 1/400s, 220 ISO, treppiede, luce naturale. 4) Cogliere i soggetti in azione. Può essere più documentativa: Orthetrum coerulescens con preda. 200 micro Afd ED f14, 1/40s (da' l'idea del vibrare della preda tra le mascelle della libellula, ne ho un altra con la preda "fermata" da tempi rapidi, ma mi piace di meno). Bruco di sinfite che si alimenta. I Sinfiti non sono particolarmente affascinanti nè come bruchi nè come adulti però, in questo caso mi ha attratto il testolino a palla, con l'occhietto a spillo e la posizione del bruco in linea con la foglia che stava rosicchiando. L'ho intitolata "Ho fame". Nikon D700, 200mm f4 Micro nikkor Afd ED, f16, 1/160s 1000 ISO, treppiede, luce naturale. Bruco geometra. In questo caso la combinazione delle due foto dà il risultato. Nikon D700, 200mm f4 Micro nikkor Afd ED f14, 1/60s, 800 ISO, flash di schiarita, treppiedi. Azione e bellezza: le libellule in volo: Aeshna mixta. Nikon D300 (!), Sigma 300mm f4 APO MACRO (!!) f7.1, 1/1250s, ISO 1000. Luce naturale Somatochlora metallica. Nikon D7100, 300mm f4 AFS + TC14, f11, 1/1000s, 1000 ISO. Luce naturale. Aeshna cyanea. Nikon D500, 200mm f8 1/1250s, 1600 ISO, mano libera, (fondo buio perchè il soggetto era in ombra piena). Per queste foto occorre una focale lunga ed aspettare un momento di "surplace" del soggetto. Un appoggio di qualsiasi genere è di (grande) aiuto. Questo articolo è una versione aggiornata e modificata di due diversi articoli apparsi su Nikonland.eu (di cui uno suggeritomi a suo tempo da Max Aquila), che ripropongo in veste nuova per mostrare come la fotografia ravvicinata, benchè diversa per temi e suggestioni dalla "wildlife" classica, abbia lo stesso del fascino e possa dare soddisfazioni.
  17. Sono d'accordo, mi piaceva il muretto, ma il contesto rovina l'immagine.
  18. Muro di una cascina del '700 alla periferia di Milano.
  19. Diciamo consapevolezza che tirare fuori le macchine avrebbe innescato situazioni potenzialmente spiacevoli. Non temevo il furto perchè le fotocamere le avevano viste mentre si arrivava e, mettendole via e spostandoci di poco, non c'è stata interazione; proprio non gli andava che fotografassimo, forse temevano di essere ripresi nelle inquadrature.
  20. Lo conoscevo, ma è sempre bello vedere le le sue foto e leggere di lui. Grazie. Immagini di grande forza evocativa e fascino. L'ambientazione dei soggetti è magistrale. Quelle del leopardo delle nevi fra le rocce mi hanno emozionato anche di più. Un vero maestro.
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