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Silvio Renesto

Nikonlander Veterano
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Tutti i contenuti di Silvio Renesto

  1. Il primo è del marzo 2018, e riguarda il firmware precedente a quello di Leo.
  2. Una discussione interessante qui: http://www.planetnikon.com/forums/index.php?showtopic=32181 Un'altra più terroristica qui: https://nikonites.com/d5500/35219-new-firmware-update-do-not-install-if-you-use-sigma-lenses.html In breve sembra che il problema sia esteso a diversi corpi macchina Nikon Fx e interessi diversi obiettivi Sigma, ma, se chi scrive dice il vero, sembrerebbe che interessi obiettivi di più vecchia fabbricazione e sembra che tramite la funzione UPDATE si possa evitare di ricorrere all'assistenza ma, come dice Max sarebbe interessante avere dei riferimenti concreti da chi di noi ha avuto il problema, così possiamo togliere i sembra da qui sopra .
  3. Da una breve ricerca in rete, sembra che il firmware 1.13 dia effettivamente problemi con le ottiche Sigma. Unica soluzione è tornare al firmware precedente, cosa che dovrebbe essere possibile.
  4. Secondo me non c'è contraddizione, siamo d'accordo, anche per me il 300 è meglio per la fotografia ravvicinata, il 200-500 è più versatile per l'avifauna. L'ho anche scritto nelle conclusioni. Solo che non sono stato troppo esplicito, perchè ciascuno si faccia le sue conclusioni e, come hai fatto tu, se vuole le scriva qui nei commenti. Ma sul vecchio sito troverai miei articoli dove scrivo più volte che il 300mm f4 con la messa a fuoco ravvicinata (a partire dal Sigma 300 f4 APO MACRO, al Nikon 300 AFS ed adesso al 300 f4 PF) è il mio preferito per le libellule, gli anfibi e gli altri piccoli soggetti.
  5. Volendo fare fotografia naturalistica e disponendo di un budget contenuto (diciamo meno di 2000 euro), quale scegliere fra il Nikon 300mm f4E PF ED VR ed il 200-500mm F5.6E VR? Mi è capitato recentemente di poter usare lo zoom Nikon 200-500mm f5.6E VR, così l'ho provato nelle situazioni in cui di solito porto il 300mm f4 PF. Ecco le mie impressioni sul confronto (soggettivissime, per carità!). Nota bene: questo articolo non vuole essere una disamina dettagliata dei due obiettivi, su Nikonland ce ne sono già molte e ben fatte, se volete approfondire vi rimando agli articoli relativi: Per il 300mm f4E PF qui e qui Per il 200-500mm f5.6E VR qui e qui Il mio è solo un confronto, nell'ottica di un uso per la fotografia naturalistica, di due soluzioni relativamente poco impegnative economicamente restando in casa Nikon. Ci sono anche soluzioni a budget contenuto di Sigma e Tamron, ma non ne parliamo qui. Lo zoom 200-500mm ed il piccolo 300mm a diffrazione a confronto Praticità d'uso: Il 300mm f4E PF è ...piccolo! Lo si porta ovunque, non pesa, non ingombra, il VR è ottimo e nel novanta per cento delle situazioni si può lasciare a casa il treppiede. L'Af è veloce. Bisogna tenere però presente che 300mm sono il "minimo sindacale", e a volte nemmeno quello, per fotografare gli uccelli con corpi Fx (con corpi Dx va già meglio), almeno al di fuori degli appostamenti predisposti con mangiatoie piazzate molto vicine . Il 200-500mm F5.6E VR è anche lui piccolo (come superzoom), ma è comunque ben più grande rispetto al 300mm a diffrazione. Non è troppo pesante ed ha un ottimo VR, per cui si può usare a mano libera in molte occasioni, per qualcuno però il peso, anche se contenuto rispetto ad altri superzoom potrebbe farsi sentire dopo un po'. In certi casi può essere utile avere con sè un treppiede o un monopiede. L'Af è buono, aggancia e segue bene i soggetti. Ibis (soggetto non troppo veloce) inseguito con il 200-500mm Il 200-500 è (scusate l'ovvietà) uno zoom e, dove non è possibile fare "foot zooming", cioè avvicinarsi od allontanarsi dal soggetto, il vantaggio è notevole. In natura, per varie ragioni, spesso bisogna restare appostati in punti fissi. Da postazione fissa con lo zoom è possibile regolare l'inquadratura. Questo cenerino l'ho ripreso a 390mm per dargli più "aria" Gheppio ripreso con il 300mm: come inquadratura va bene, ma potrei voler ingrandire e l'unica risorsa sarebbe avere un moltiplicatore, meglio se 1.4x, ne ho scritto qui. Questo significa un aggeggio in più da montare o smontare secondo necessità. L' operazione potrebbe far perdere qualche scatto interessante, se succede qualcosa intanto che si sta trafficando con l'attrezzatura. Gheppio, stessa location, a 500mm con il 200-500 ho potuto fare solo tre scatti prima che si involasse: Più raramente, ma può succedere, 300 mm sono troppi, e allora si può fare assai poco (solo cambiare obiettivo se se ne ha uno più corto). Questo terzetto era troppo vicino per un 300mm (scattata a 135mm su corpo Dx = 200mm su corpo Fx) Qualità di immagine: Il 300mm f4E PF ha uno stop in più di luminosità, ed è veramente nitido. Con la luce giusta è spettacolare. Non che il 200-500 vada male, anzi, fino a 350-400 mm è davvero molto buono ed anche a 500mm è più che dignitoso. Tra i due obiettivi la differenza non è grandissima, ma comunque c'è. Si vede soprattutto in condizioni ideali, quando non si hanno problemi di umidità atmosferica, movimenti di masse d'aria o che, che possono attenuare anche di molto le differenze. Crop 100%, soggetto a distanza ravvicinata con il 300mm PF. Crop 100%, foto scattata con il 200-500mm, soggetto più distante (e luce peggiore). Nitticora ripresa con il 200-500mm Crop 100%, soggetto lontano. Però, se c'è bisogno del converter, anche se il Tc14 EIII è un ottimo converter e la perdita di qualità è davvero minima, le differenze si attenuano. Ibis ripreso con il 300mm + TC14 EIII Airone guardabuoi ripreso con il 200-500mm a 500mm Confronto al 100% Se poi ci si mette di mezzo l'atmosfera, è assai difficile che si vedano differenze sensibili. Crop 100% Lo sfuocato, a parità di diaframmi, non è troppo differente ma a volte il 300mm f4 E PF ha uno sfuocato che definirei un po' nervoso, soprattutto quando sono presenti linee decise, come ad esempio dei rametti intricati, dove può dare dei doppi contorni. Con sfondi più neutri invece non ci sono problemi. Taccola su ramo ripresa con il 300mm: Come si vede nei crop sotto, nitidezza eccellente (es. le penne) ma sfuocato così così: Nella fotografia ravvicinata (close-up photography) il 300mm PF, come il suo predecessore AFS, è uno strumento eccellente sia da solo che con il TC 14 EIII. E' ottimo, ad esempio per le grosse libellule. Il 300mm da solo Il 300mm con il Tc 14EIII Sotto questo aspetto il 200-500mm f5.6 rimane indietro, ma si badi bene, di poco. Onychogomphus ripreso con il 200-500 Le sue capacità nella fotografia ravvicinata, sebbene non siano pari a quelle del 300mm f4E, sono comunque sorprendenti, come ho già scritto estesamente qui. Accoppiamento ripreso con il 200-500mm Insomma, riassumendo, secondo me: Il 300mm è Più luminoso di uno stop, L' Af è veloce, E' un po' più nitido La qualità di immagine è ottima (a parte alcuni sfondi) E' leggerissimo e poco ingombrante, Per la fotografia ravvicinata è eccellente. Può rivelarsi "corto" in alcune situazioni di ripresa E' consigliabile avere un TC14 da accoppiare quando necessario In alcuni, casi lo sfuocato può non soddisfare. Il 200-500 è Molto versatile, Ha una qualità di immagine più che soddisfacente, Nella fotografia ravvicinata se la cava molto bene ( il 300mm f4E PF ha un rapporto di riproduzione massimo più elevato che lo rende più adatto). Leggermente meno nitido in condizioni ideali. E' più ingombrante e pesante. Spero di avere dato una panoramica per quanto possibile onesta dei due obiettivi, sono entrambi ottimi, chiaramente differenti, il mio intento è aiutare a scegliere uno o l'altro sulla base delle caratteristiche che a ciascuno interessano di più. Come d'uso, non ho inserito il prezzo nelle variabili del confronto, ma se interessa, il 200-500 f5.6, costa un po' meno del 300 F4E PF e un bel po' meno della combinazione 300mm più TC 14E. Nota: Le foto delle libellule sono di archivio, e il 200-500 usato per quelle foto è un altro esemplare rispetto a quello usato per le foto agli uccelli, che sono invece nuove.
  6. Roby, c'est la vie. O meglio, è la catena alimentare. Da sempre.
  7. Concordo, eccellenti entrambe, il "dono nuziale" è bellissima, e quella coi papaveri, poetica.
  8. Se il clima non fa troppe bizze e noi umani non facciamo troppi danni ... tra un po' li rivedremo. Questi sono dell'anno scorso.
  9. Serie eccellente, condivido l'amarezza, anche dalle mie parti la "cura" degli ambienti naturali da parte degli enti pubblici è un disastro (colposo), non vado oltre.
  10. ... naturalista fotografo, ossia il mio. Negli ultimi tempi mi ero allontanato un po' dalla fotografia di animali (e si è visto anche dal languire del club), seguendo varie chimere (e la pigrizia), ma... anche se tutto è interessante, solo la natura mi fa sentire "a casa". A breve, spero, inserirò contributi più sostanziosi, anche, ma non solo, per rianimare il club.
  11. Vero ed è anche un bel gattone. Foto scattata al Bayerische Wald.
  12. Grazie del passaggio. Il cranio è di una Lince, fa parte della collezione didattica di Zoologia del mio Dipartimento, me lo hanno prestato per una lezione sui Carnivori, e già che c'ero ci ho giocato un po' prima di riportarlo.
  13. Silvio Renesto

    Still life

    Uno studio d'atmosfera.
  14. Milano, Naviglio Martesana a Gorla. Cliccare sopra, che così sono smorte.
  15. Ma su Nikonland, naturalmente! Se non hai una D850/Z 6-7: http://www.nikonland.eu/forum/index.php?/page/indice.html/_/tu/il-focus-stacking-in-macro-r713 Poi ti occorre un programma per unire le foto (ce ne sono tanti, anche Photoshop lo fa, anche se io preferisco Zerene Stacker) . Mauro qui spiega come usare Photoshop http://www.nikonland.eu/forum/index.php?/page/indice.html/_/software-post-produzione-ritocco/focus-stacking-in-photoshop-cs6-un-esempio-su-r307 Se hai una D850 o una Z ti viene risparmiata la slitta e la necessità di muovere macchina ed obiettivo. Come spiega Max. Però ti serve sempre il programma.
  16. In diversi articoli (ad esempio qui) ho scritto di zoom e lenti addizionali. Sono una soluzione pratica e leggera per fare macro di discreta qualità, a patto di usare lenti addizionali acromatiche (quelle a due elementi come le Nikon 5T e 6T e le Marumi DHG) e di non voler esagerare con la potenza (espressa in diottrie), perchè più la lente è potente, minore è la distanza di messa a fuoco, minore la profondità di campo e maggiori le aberrazioni che si introducono. Per me una lente da 3 diottrie è già una potenza notevole, infatti le mie preferite sono quelle da 1,5 diottrie. Ho voluto fare un piccolo test casalingo con il 70-300 P ed una lente acromatica da tre diottrie. La distanza di messa a fuoco massima (con l'obiettivo ad infinito) in mm è pari a 1000 diviso il n. di diottrie per cui una lente da 3 diottrie mette a fuoco al massimo a 33cm indipendentemente dalla focale dell'obiettivo. L'ingrandimento ottenibile (sempre con la messa a fuoco all'infinito) sarà pari al numero di diottrie diviso la lunghezza focale dell'obiettivo in metri. In pratica a 300mm si avrà 3x0,300= 0,9 ossia quasi la grandezza reale (1:1); a 200mm sarà 0,6 poco più di 1:2. Si può guadagnare qualcosa (non molto) focheggiando a distanze più ravvicinate, ma la qualità in genere diminuisce. Negli zoom 70-300 e 100-400 da me provati in precedenza, lo sweet spot per l'uso della lente addizionale è 200mm. Vediamo come va questo 70-300P. Importante: io ho una D500 che ha un sensore Dx (APS-C) quindi le cose "sembrano" più grandi ecco il soggetto; Massimo ingrandimento ottenibile con lo zoom a 300mm (RR 1:4) Come potreste aver già capito dalla formula per il calcolo del rapporto di riproduzione , aggiungere la lente addizionale alla minima focale (70mm) non serve a nulla (3x0,07=0,21 cioè 1:5) A 200mm le cose si fanno invece molto interessanti (ma il sensore Dx "aiuta"): e, ...sorpresa (per me) si perde qualcosina, ma anche a 300mm non c'è male, a differenza degli altri zoom xx-300/400. NOTA: le foto sono tutte ottenute tramite stacking di tre scatti, perchè con 3 diottrie la profondità di campo è davvero poca. Sovrapponendo un numero maggiore di scatti probabilmente si ottengono risultati anche più soddisfacenti, ma per usare il complesso zoom + lente credo serva una slitta micrometrica perchè il range di messa a fuoco con la lente è cortissimo ed è inferiore in questo caso alla profondità del soggetto, quindi non so se lo stacking incorporato nelle fotocamere potrebbe farcela.. naturalmente quanto ho scritto non si applica se usate invece un vero macro che non ha limiti di focheggiatura, o le cose potrebbero andare meglio con una lente meno potente, che permette di focheggiare con un range un po' più ampio. Provate e sappiatemi dire. Prendete queste mie chiacchiere come un aperitivo che vi offro prima di cena
  17. Io stavo cercando tempo fa una 5T ... Introvabile se non a prezzi assurdi.
  18. Giustissimo, anzi di più, colpa mia che non sono ancora entrato nella mentalità "Z"
  19. La D850 con un 105 macro ed un illuminatore anulare a led è quello che ti serve secondo me. Ai tempi della pellicola esisteva una Yashica Dental Eye con un obiettivo 55mm (serie 1) e poi da 100mm (serie 2 e 3) fisso e flash anulare incorporato in un kit unico. Un mio collega la usava per i fossili. Se vuoi approfondire su Researchgate c'è una serie di 10 articoli (un po' datati) sulla digital dental photography scritti da un certo Irfan Ahmad: https://www.researchgate.net/profile/Irfan_Ahmad17/research "Scrolla" in fondo.
  20. Direi proprio di sì! Congratulations!!
  21. Molto delicata! Questa mattina ho fatto anch'io macro... ma pessime , le mie non le vedrete.
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