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  1. per chi fosse interessato, ho aggiornato con la formattazione del numero degli scatti, l'app Exif Reader. QUI
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  2. 7 Z50 e 24 z f1,7 iso 800 f 7.1 1/100 sec Genova 25/01/24
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  3. MonsterAdapter LA-FE2 è una versione evoluta del popolare adattatore elettronico LA-FE1 di MonsterAdapter, che può pilotare i tradizionali obiettivi Nikkor AF (come gli obiettivi D) rilasciati dal 1987 su mirrorless Sony. Gli obiettivi supportati da LA-FE1 vengono completamente mantenuti su LA-FE2, rendendo il numero di obiettivi che LA-FE2 può gestire la messa a fuoco automatica ha superato 200 al momento del rilascio. Nella parte software, le funzioni e i vantaggi di LA-FE1 sono stati effettivamente mantenuti ed ereditati. Allo stesso tempo, LA-FE2 ha incluso sin dal suo lancio l'acclamato algoritmo di messa a fuoco G Driver di MonsterAdapter, che può massimizzare il potenziale degli obiettivi autofocus con attacco F sulle nuove fotocamere con attacco E. Ti consente di sperimentare un effetto di messa a fuoco veloce, fluido e stabile. LA-FE2 ha ridisegnato l'adattatore migliorando l'ergonomia, rendendo i vari interruttori più in linea con le abitudini di utilizzo degli utenti e rendendo il funzionamento più fluido e semplice, al fine di ottenere una migliore esperienza d'uso. In termini di lavorazione, LA-FE2 utilizza materiali più forti e resistenti all'usura, il che non solo è bello, ma può anche prolungare efficacemente la vita del prodotto. Allo stesso tempo, con il lancio di LA-FE2, i prodotti MonsterAdapter inizieranno a utilizzare un nuovo pacchetto. Il nuovo pacchetto è molto più rispettoso dell'ambiente. Dimensioni del prodotto: circa 79 mm x 74 mm x 34,5 mm Peso: circa 155 g Prezzo e disponibilità: il prezzo di LA-FE2 è di 439 USD o equivalente.
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  4. 6 La casa abbandonata D700 - 70-200 f4 21 Gennaio 2024
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  5. simulazione pellicola Ilford FP4 125 ma scatto nato così, guardando questa costruzione dal cancello di casa [consiglio di ingrandire le foto per vederle meglio] Un famoso fotografo, reso celebre dai suoi ritratti esotici, anni fa, a Roma, ad una "personale" consigliò ad un nostro amico di "riconnettersi con le radici della fotografia". L'unica cura per l'ipertecnologia delle fotocamere proposte dal trio NiSoCan. Il modo migliore per farlo ? Acchiapparsi una Fj o una Le. Ed usarle come una volta, con i quadranti, le manopole e le ghiere. Perché una Fj Xo una Le QM anzichè una GFX o una SL ? Perchè solo quelle fotocamere consentono etc. etc. etc. Incidentalmente, potremmo essere maligni ma non lo siamo, quel fotografo che con le sue Nikon ha percorso i sette mari, i deserti e le montagne più impervie, pubblicando reportage con FM2 e ritratti con F5 e D3, oggi in età matura è Le Ambassador. Ma non conta, conta il concetto. Riconnettersi. Le radici della fotografia. La fotografia è nata in bianco e nero quando la pittura era a colori già da millenni per questioni tecnologiche. La fotografia è comunque, sia a colori che in bianco e nero, luce, contrasto, forme, composizione, impatto. Probabilmente questa era la noce del consiglio, la scusa del mezzo, quello più tradizionale e - immagino io - semplice da usare come intermediario. ieri mattina, nebbioso. Nikon Zfc con Nikkor Z 24/1.7 ad f/10. Scatto pensato in bianco e nero esplorando il mondo davanti a me con il mirino della Zfc. Volevo che affiorassero dalla nebbia le sagome degli alberi lontani, con la quinta formata dai pali elettrici. Se immaginiamo bene, è possibile che il senso fosse quello di tornare a riconsiderare gli aiuti della fotocamera - sempre più esasperati e soverchianti le capacità del fotografo - per riprendere il proprio potere fotografico. ieri mattina, nebbioso. Nikon Zfc con Nikkor Z 24/1.7 ad f/10. Scatto pensato in bianco e nero esplorando il mondo davanti a me con il mirino della Zfc. Il sole comincia a farsi spazio Vedere a mirino ciò che si sta "creando", al di là del soggetto, che può essere banale o minimalista, regolando la fotocamera e l'obiettivo con le proprie mani, infischiandosene di quello che direbbe l'esposimetro. Guardando la luce e come si formano i contrasti e le luci e le ombre. ieri mattina, nebbioso. Nikon Zfc con Viltrox 13mm f/1.4 ad f/4. Scatto pensato in bianco e nero esplorando il mondo davanti a me con il mirino della Zfc e regolando tempo e diaframma a mano, senza guardare l'esposimetro. Dietro la sagoma dell'albero verde ma reso nero dalla luce del sole incidente in raffronto alla nebbia retrostante Guardare, Pensare, Regolare, Inquadrare. Ecco l'immagine. A casa si tratterà solo di "tirarle" (dal termine francese che comprende l'esposizione della carta che le eventuali sovra e sotto esposizioni o regolazioni di contrasto e tono ... in stampa) per ottenerne vere fotografie. E' un ambiente familiare, dove passeggio ogni giorno, è il circuito dove la gente porta a giocare i cani. Sono campi agricoli, alcuni coltivati altri messi a disposizioni delle greggi in transumanza durante l'inverno. Il sole prende sempre più forza e il contesto cambia. La nebbia si alza e si dissolve. Le sagome, anche con il semplice Nikkor Z 24/1.7 descrivono un orizzonte che sembra lontano ma sono pochi passi. una copertura per il maneggio coperto si offre ad una foto strutturata. Gli elementi sono semplici e per lo più composti da grafismi. La resa complessiva vuole ricordare una pellicola 50 ISO Ilford. giro lo sguardo, l'uomo col cane che mi ha appena superato è più avanti nella stradina che costeggia il maneggio. Il tempo di questo scatto e gli alberi di fianco mi attirano. sono presi a 24 e a 13mm con diaframma f/8 e il classico 1/125'' ad ISO 100. Le stesse impostazioni che usava mio padre con la sua Zeiss Contessa quando io avevo 4 anni. gli stessi alberi, qui inquadrati solo parziali, si spogliano. L'ultimo scatto mi ha ricordato certe foto d'autore dei Joshua Tree più avanti uno specchio di sicurezza stradale mi offre questa forma che trovo irresistibile in questa situazione di luce. di questa casa, solo in apparenza abbandonata mi ha richiamato la muffa sulla parete a nord, più che la sua banalità. Che volevo sembrasse alla fine quasi un HDR. mentre più avanti la copertura sintetica del campo di calcetto riflette il sole pieno e calda in una giornata partita da - 4°C. La parete anteriore sembra l'entrata di un bunker minaccioso. Ma siamo solo a "35mm", nulla di spaventoso. io adoro le panchine e ciò che le ricorda. Posso immaginare di parlare con le persone che ci si sono sedute sopra, senza il disturbo di averlo fatto sul serio. La rete che mi separa nel primo (visibile) e nel secondo (sotto di me) mi lascia osservatore anziché attore della scena. ma una macchina così piccola e un obiettivo così compatto si possono anche avvicinare per attraversare la rete. La scena diventa così più personale e meno voyeuristica. Altri elementi banali, consueti per me, che la luce può descrivere diversamente, come voglio vederli io in questo momento sono rientrato a casa. Il giro è finito, è durato una mezz'ora. Mi sono riconnesso con la fotografia ? Io credo di si, ammesso che me ne fossi mai disconnesso. E quanto ha contato lo strumento che ho utilizzato ? Devo essere franco ? Sul serio ... credo ZERO MENO MENO. Con qualunque fotocamera avrei potuto fare le stesse cose che avevo in mente. qui ho scelto di usare la mia Nikon Zfc "interista" con il Nikkor Z 24/1.7 prestatomi da Max, portandomi dietro anche il Viltrox 13/1.4 per poter avere una visione alternativa ancora meno normale .... del normale. Gli obiettivi Viltrox (come i Voigtlander) hanno l'anello del diaframma attivo, quindi si lavora ancora più "riconnessi con le radici della fotografia". la Nikon Zfc ha ghiere, quadranti, manopole e per me è naturalmente impostata in Manuale. Il suo Bianco e Nero - standard, senza bisogno di fare i creativi - è già di ispirazione. E il suo sensore ha una gamma dinamica che non ha proprio nulla da invidiare ad una Leica o ad una Fujifilm. E' compatta, leggera, prestazionale, soprattutto Nikon. E non ha un obiettivo fisso ma permette di cambiare obiettivo per permetterci di essere ancora più creativi senza contorsioni mentali tipo il ritaglio, le cornicette, lo zoom digitale. Normalmente si lavora bene anche a 6400 ISO (il 100% delle foto che realizzo a corredo degli articoli per Nikonland è fatto dalla Nikon Zfc Red&Silver con il 16-50 a 3200 ISO quando non ho voglia di usare il treppiedi come invece ho fatto in questo caso). E volendo, si può andare anche oltre e poi intervenire in Lightroom. Così come sempre da Lightroom si può portare la sua risoluzione a 80 megapixel. Come ben sa Max che ha stampato in grande i suoi tulipani scattati con la Zfc Mint&Silver e il Trioplan la primavera scorsa, poi portati a risoluzioni esagerate senza colpo ferire. Insomma, abbiamo strumenti estremamente duttili in casa. Dobbiamo cercarne altrove ? Io credo di no. E poi Nikon ci ha proposto due macchine che si connettono naturalmente alle radici della fotografia. Non bastasse la Zfc c'è la Zf che va 10 volte oltre. Alla Zfc ? No, a qualsiasi Fujifilm e/o Leica. Serve una medioformato da 100 megapixel e 10.000 euro per fare foto "ispirate al fineart" come queste con soggetti banali di tutti i giorni ? Ma va là, va là, va là. Serve una cosa sola. un fotografo ispirato dalla propria esperienza. E una Nikon Camera, come cantava Paul Simon già nel 1973
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  6. 8 Visto che i pennuti vanno forte, ed il freddo che faceva domenica mattina, propongo (e ri-propongo)...
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  7. Nuova intervista Nikon, questa volta ad Akiya Maekawa del Design Center e Mitsutero Hino del dipartimento di pianificazione UX di Nikon, Imaging Business Unit. Portare la "sensazione" della DSLR nell'era delle mirrorless Quando Nikon lanciò le fotocamere Z originali, la Z6 e la Z7, i fotografi Nikon di lunga data trovarono immediatamente familiari le nuove fotocamere mirrorless nonostante i fattori di forma più piccoli. Anche se alcuni pulsanti e controlli sono andati persi durante la transizione, gran parte dell'esperienza complessiva ricordava l'illustre era delle DSLR di Nikon, che di per sé non rappresentava un allontanamento così drammatico dalle sue fotocamere a pellicola in termini di aspetto generale. "Le fotocamere Nikon hanno costruito una solida tradizione attraverso le serie F e D, ma ciò che rimane coerente è l'impegno a perseguire la facilità d'uso come strumento per catturare i momenti desiderati", spiega Maekawa. "Nella progettazione delle fotocamere Nikon, riteniamo importante perseguire un'usabilità che si adatti ai tempi, consentendo alla fotocamera di adattarsi comodamente alle mani di ogni utente e di sentirsi come un'estensione del proprio corpo." “Pur ereditando i principi ergonomici sviluppati nel corso degli anni, è fondamentale incorporare un’usabilità che sia in linea con le esigenze dell’epoca. Con il sistema baionetta Z-Mount, Nikon ha continuato a sostenere questa filosofia di ergonomia, garantendo che la sensazione e il comfort durante il funzionamento e la meticolosa attenzione ai dettagli contribuiscano alla distinta esperienza e familiarità Nikon apprezzata dai clienti", continua Maekawa. Ciò non vuol dire che ogni nuova fotocamera sia progettata tenendo presente lo status quo. Come possono attestare gli utenti Nikon Z, c'è stata una continua evoluzione nel design e nell'ergonomia delle fotocamere Nikon Z. Determinare i cambiamenti giusti al momento giusto "Nel contesto del design delle fotocamere Nikon, è fondamentale identificare quali aspetti dovrebbero essere modificati e quali dovrebbero essere preservati in risposta all'evoluzione dei tempi, soprattutto considerando la nostra lunga tradizione nel design delle fotocamere", afferma Maekawa. “La capacità delle fotocamere Nikon di catturare i momenti desiderati in vari ambienti è resa possibile dall'integrazione di numerose funzionalità. Quando si tratta di incorporare nuovi elementi nel sistema di interfaccia utente consolidato, viene sempre condotta un’attenta valutazione durante tutto il processo di progettazione”. Tra le sfide più significative nella progettazione delle fotocamere mirrorless c’è il perfetto equilibrio tra i controlli hardware e i corpi macchina mirrorless sempre più compatti. Mentre alcune fotocamere, come la Z9 orientata ai professionisti, hanno molto spazio con cui lavorare, altre sono significativamente più piccole delle DSLR Nikon del passato. Gli ingegneri di Nikon stanno lavorando all'implementazione di funzionalità touchscreen migliorate per compensare la riduzione dei controlli fisici e sfruttare il modo in cui i clienti moderni si aspettano di interagire con i propri dispositivi. L'azienda ha anche aumentato la personalizzazione dei controlli, cosa che ha avuto un effetto significativo sulla Nikon Z9. Più funzionalità significano ulteriore complessità Un'altra sfida da superare per ingegneri e progettisti UX è che con le fantastiche fotocamere mirrorless e le nuove funzionalità arrivano più opzioni di menu, che possono rapidamente sembrare travolgenti, soprattutto per gli utenti inesperti. “Le fotocamere Nikon sono progettate con coerenza nelle loro operazioni fondamentali. Tuttavia, poiché l'usabilità desiderata può variare a seconda delle capacità e dell'esperienza dell'utente, forniamo un'operabilità adeguata per ciascun modello entry-level e di fascia alta, consentendo ai nuovi utenti di migliorare gradualmente le proprie capacità fotografiche", afferma Maekawa. “Inoltre, attraverso l’utilizzo di controlli hardware e funzionalità come l’i-menu, le nostre fotocamere sono progettate per diventare più facili da usare man mano che gli utenti approfondiscono la comprensione delle tecniche di ripresa di base. Recentemente, abbiamo anche preso in considerazione iniziative per supportare aggiornamenti complessivi a livello di sistema, non solo per le singole fotocamere”. In definitiva, sebbene l’accessibilità sia importante, l’obiettivo finale è sempre la funzionalità. Maekawa aggiunge: "Le fotocamere e gli obiettivi sono strumenti che consentono agli utenti di catturare immagini, quindi è fondamentale che siano facili da usare". “Per quanto riguarda la funzionalità, diamo priorità alle nostre fotocamere e obiettivi alla capacità di catturare immagini in modo efficace sia con le foto che con le riprese video. Per raggiungere questo obiettivo, perseguiamo progetti che consentano agli utenti di acquisire immagini in modo affidabile, principalmente a mano libera, utilizzando anche apparecchiature di stabilizzazione come treppiedi quando necessario. Non aggiungiamo indiscriminatamente pulsanti o luci di posizione alla ricerca della funzionalità; tutto viene considerato attentamente. Il primo passo è considerare le mani di un fotografo Il primo passo nel processo di progettazione della fotocamera è considerare il modo in cui gli utenti la terranno. Da ciò consegue tutto, incluso dove gli utenti posizioneranno la mano sinistra durante lo scatto mentre impugnano la fotocamera con la mano destra e quali operazioni verranno eseguite quando la fotocamera è su un treppiede. "Naturalmente, le dimensioni delle mani variano da individuo a individuo e ci sono vari modi per tenere la fotocamera, nonché per visualizzare l'EVF (con l'occhio destro o sinistro)", afferma Maekawa. “Tenendo conto di questi fattori, miriamo a fornire la migliore soluzione possibile per ciascun modello, in modo che il prodotto possa essere utilizzato da un’ampia gamma di persone”. Nikon ritiene giustamente che esistano troppi controlli e funzionalità, che possono rendere una fotocamera o un obiettivo ingombrante da trasportare e difficile da sostenere durante le riprese a mano libera. Il punto in cui cade questo equilibrio tra funzionalità e usabilità dipende dall'utente target e dal segmento di prodotto. Le preferenze e il comportamento sono cambiati in risposta alla tecnologia della fotocamera Mirrorless Mitsutero Hino di Nikon aggiunge che il comportamento degli utenti cambia man mano che i fotografi passano dalle fotocamere DSLR alle fotocamere mirrorless. Mentre alcuni tiratori Nikon sono entrati al piano terra e altri hanno acquistato una fotocamera Nikon per la prima volta negli ultimi anni, le sue richieste e preferenze generali cambiano man mano che la base di utenti Z cresce. “Evolviamo il sistema operativo per allinearlo al loro utilizzo. Sebbene le fotocamere come la Z9 con molti pulsanti e controlli siano importanti, consideriamo altrettanto importanti anche le fotocamere più piccole come la Z6 II e la Zf”, afferma Hino. “Tuttavia, il nostro approccio differisce a seconda del modello.” “Ad esempio, lasciatemi spiegare la sequenza di eventi dallo scatto alla riproduzione delle immagini. Nelle fotocamere reflex digitali, dopo aver catturato un'immagine, gli utenti dovevano spostare la mano sinistra dall'obiettivo al retro della fotocamera per controllare l'immagine sul monitor LCD montato posteriormente. Ciò comportava un movimento fisico della mano. Con le fotocamere mirrorless, invece, è ora possibile visualizzare l'immagine riprodotta attraverso un mirino elettronico. Gli utenti possono passare alla schermata di riproduzione tramite la riproduzione automatica dopo lo scatto o premendo un pulsante con la mano destra. Ciò consente loro di confermare l’immagine riprodotta senza la necessità di movimenti significativi della mano o di spostare lo sguardo”, afferma Hino. Questa è una considerazione importante. Il semplice porting, in mancanza di una parola migliore, del sistema operativo da una DSLR Nikon a una fotocamera mirrorless Nikon, sebbene molto più semplice ed economico, non riuscirebbe a tenere adeguatamente conto delle diverse funzionalità offerte dalle fotocamere mirrorless e di come queste funzionalità cambiano il modo in cui un utente interagisce con la fotocamera. D'altra parte, come è già stato accennato, apportare un cambiamento radicale a ogni aspetto dell'esperienza dell'utente allontanerebbe gli attuali tiratori Nikon. I cambiamenti non possono avvenire in un colpo solo ma devono essere attentamente considerati e implementati nel tempo. Sebbene le fotocamere mirrorless siano una rivoluzione per la fotografia, l’esperienza di utilizzare le fotocamere e scattare foto deve essere più un’evoluzione. “Con il passaggio alle fotocamere mirrorless, ci sono stati cambiamenti nelle azioni pre e post-scatto e questi cambiamenti variano da persona a persona. In risposta a ciò, abbiamo evoluto le funzioni della fotocamera per consentire agli appassionati Nikon di personalizzare varie azioni in base alle proprie preferenze", spiega Hino. “Indipendentemente dalle dimensioni della fotocamera o dal numero di pulsanti e controlli, miriamo a fornire la possibilità di adattare la fotocamera al proprio stile di ripresa. Ciò garantisce che gli utenti possano adattare le funzionalità della fotocamera alle proprie preferenze individuali." Il desiderio di una maggiore personalizzazione su tutta la linea Cambiando marcia, la Nikon Zf ha riscosso un grande successo tra i fotografi per le sue prestazioni e lo stile vintage. Quando è stato chiesto se ci sono piani per portare il design esterno di ispirazione retrò della Zf nel sistema di menu della fotocamera, ad esempio con una skin del menu ispirata a FM2 o caratteri/colori retrò, Nikon ha risposto che, sebbene non possa commentare piani specifici per lo sviluppo futuro , il feedback, come tutti i feedback che riceve dai clienti, viene attentamente considerato. Tuttavia, Hino ammette che gli piacerebbe maggiori opzioni di personalizzazione come diversi colori di menu e suoni di scatto personalizzati. “In passato, abbiamo offerto scelte in Picture Control e Creative Picture Control, oltre a suggerire opzioni di regolazione fine. Abbiamo anche consentito la personalizzazione dei pulsanti, aggiunto obiettivi in edizione speciale, introdotto opzioni della fotocamera come Zfc, fornito opzioni di colore per la pelle artificiale Zfc e Zf e consentito la personalizzazione delle impostazioni di visualizzazione live view e del suono dell'otturatore", spiega Hino. “Il nostro obiettivo è creare un'esperienza fotografica che possa essere personalizzata in base alle preferenze individuali, in modo che il tempo trascorso con gli obiettivi Nikkor e le fotocamere Nikon sia emozionante e divertente. Questo è qualcosa che personalmente non vedo l’ora di prendere in considerazione”. I suoni dell'otturatore personalizzabili, i colori dei menu e persino la scelta dei caratteri stilizzati sarebbero un successo per alcuni utenti Nikon. La fotografia è un'attività estremamente personale, quindi anche l'esperienza di utilizzo di una fotocamera dovrebbe essere personale.
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  8. 4 a titolo di ... sprone per gli altri che ovviamente stanno riflettendo sullo scatto del secolo da proporre per il contest. Annalisa Nikon Z9 e Nikkor Z 50/1.2 S@f/1.2, luce ambiente con schiarita da SmallRig RC 60B al 20% di potenza (12 watt) Torino, 21 gennaio 2024
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  9. Per pronta consultazione, il passo filtri di tutti i Nikkor Z 46 mm 16-50mm f/3.5-6.3 VR DX 24mm f/1.7 DX 50 mm f/2,8 MC 46mm (a inserimento) 400mm f/2.8TC VR S 600mm f/4TC VR S 800mm f/6.3 PF VR S 52 mm 24-50mm f/4-6.3 26 mm f/2,8 28 mm f/2,8 40mm f/2 62 mm 18-140 mm f/3,5-6,3 VR DX 35 mm f/1,8 S 50 mm f/1,8 S 50-250 mm f/4.5-6.3 VR DX 105 mm f/2,8 VR S MC 67 mm 12-28mm f/3.5-5.6 PZ VR DX 17-28mm f/2.8 24-200 mm f/4-6,3 VR 28-75 mm f/2,8 70-180 mm f/2,8 85 mm f/1,8 S 72 mm 24 mm f/1,8 S 24-70mm f/4S 77mm 20 mm f/1,8 S 24-120mm f/4S 70-200 mm f/2,8 VR S 100-400 mm f/4.5-5.6 VR S 82 mm 14-30mm f/4S 24-70 mm f/2,8 S 50mm f/1.2 58 mm f/0,95 NOCT S 85 mm f/1,2 S 135mm f/1.8 Plena 95 mm 180-600 mm f/5.6-6.3 VR 400 mm f/4,5 VR S 600mm f/6.3 PF VR S 112 mm 14-24 mm f/2,8 S
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  10. 3 3.1 3.2 3.3 Salita al Forcellino 21 gennaio '24
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  11. Contest Settimanale I-2024 : 24 gennaio - 31 gennaio 2024 Regolamento sintetico : sono ammesse fino ad un limite di tre fotografie per fotografo scattate con qualsiasi strumento fotografico ESCLUSI I FOTOCELLULARI qualunque iscritto può partecipare sono ammesse solo fotografie scattate durante il periodo antecedente di 7 giorni il contest o durante il periodo del contest vale qualunque genere fotografico, qualunque soggetto, edito o inedito formato jpg, sui 1000-3000 pixel, sRgb il vincitore sarà eletto a votazione a maggioranza nei commenti, a fine contest ci vogliono almeno 10 votanti per classificare il vincitore i partecipanti che non votano, saranno squalificati se ci saranno almeno 10 partecipanti a questo contest, ripeteremo la competizione la settimana successiva e poi via via, fino a che i partecipanti resteranno almeno 10.
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  12. Connettersi alla fotografia significa concentrarsi sull’immagine pre visualizzata ed interpretando la realtà, a prescindere dalla tecnologia del sensore utilizzata. La novità però oggi non riguarda più il sensore o il livello di automatismo delle fotocamere. Riguarda piuttosto l’ingerenza di tecnologie aliene alla realtà. Quando avremo l’intelligenza artificiale implementata nelle fotocamere darò ragione a quelli che, guardando una fotografia (immagine), diranno: “bella foto, si vede che hai una buona macchina”.
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  13. Probabilmente si, attenzione però che il Minijack non è quello da 3,5mm ma quello da 2,5mm e non so se si trova in commercio.
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  15. 2 2.1 f 4 1/8 sec Iso 450 2.2 f 4 1/8 sec Iso 320 2.3 f 2.8 1/125 sec Iso 5600 Is Foghidonis Sadali, 20 gennaio 2024 Nikon Z8 con Z 20mm f1,8 S
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  16. 1 Alba nebbiosa Nikon Zfc con Nikkor Z 24/1.7, 19 gennaio 2024
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  17. Avete mai sentito dei pittori discutere accanitamente sulla marca dei colori e dei pennelli? Certamente ognuno ha le sue preferenze con le quali arriva più facilmente all'obiettivo che ha in TESTA. Strumenti, che ci aiutano, riducono gli errori, e ci consentono cose impensabili un tempo. In questo le ML credo siano un punto di svolta, ma per rendere concreto qualcosa di "impensabile" devi appunto...PENSARLO. Questa mattina verso le 9 (-4°), andavo da Crescentino a Vercelli percorrendo una strada in mezzo alle risaie (che un po' già conoscete...), paesaggi simili ai primi che ci hai proposto, ad un certo punto, mentre guido, mi giro e vedo in controluce un tipo cha armeggia vicino ad un fuoco, con molto fumo i campi appena arati e le prime colline del Monferrato sullo sfondo ancora nella nebbia. Ero "disarmato", mi sarei accontentato della qualsiasi ed invece ho tirato dritto... Ma una z30 con qualcosa davanti da portare nella tasca del giaccone? Comunque lo specchio di sicurezza non è affatto banale.
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  18. Complimenti Mauro. Condivido le premesse, lo sviluppo ma sopratutto la conclusione di quanto hai scritto. Per tornare alle "origini" della fotografia non servono macchine vintage, antiche o di marchi più o meno blasonati ma serve un "approccio" ad essa diverso, più riflessivo ma avendo in testa cosa si vuole ottenere. Io, nel mio piccolo, quando posso scatto in manuale e senza consultare l'esposimetro affidandomi a ciò che i miei occhi vedono a mirino. E questo è il più grande vantaggio delle ML. Almeno per me. Le nuove macchine, con processori sempre più potenti e algoritmi sempre più precisi permettono di fotografare "facilmente" cose che qualche generazione fa era appannaggio pochi fotografi. E questo porta a cercare foto wow per "impressionare" perdendo le origini della fotografia. O, forse, sono i tempi che cambiano e noi stiamo diventando vecchi e, quindi, critici verso i cambiamenti... Chissà
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  19. Wenders è nei cinema in questi giorni con il suo Perfect days, che sta riscuotendo molto interesse, proprio per la figura del protagonista, un uomo dalle tante passioni (lettura, musica, fotografia) che svolge un lavoro umile con una metodicità estrema, pari a quella che usa nel tenere in ordine la sua micro casa (dove non ha neppure la doccia ed il water) la sua biblioteca, le sue cassette stereoquattro e le scatole con le sue annate di stampe fotografiche, che seleziona subito, strappando e gettando via quelle che non fanno al caso suo. Fotografa con una compatta Olympus a pellicola, all/in/one, e nulla è più connesso alle radici di quest' uomo, che fa dell' essenziale e del suo modo di sorridere alla vita, il suo universale. Chi lo capisce è chi lo ama: la nipotina, il collega giovane che non impara nulla da lui, la padrona del bar dove ogni giorno si ferma, perfino la sorella con cui non sono frequenta più. Chi ha bisogno di riconnettersi alle radici...non può bastargli solo semplicemente usare una fotocamera fintamente simile a quelle di cinquanta anni fa. Esposimetri, cellule, batterie, ausili di messa a fuoco, monitor, son tutte cose che ci aiutano molto più di allora. Ciò che serve davvero è usare la testa: anche (e soprattutto) con una Z9. Se no, neppure una Leica M4-P servirà...
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  20. Pro: prestazioni maneggevolezza a mano libera capacità di adattamento: serve sempre ! risolutivo nel reportage sportivo al 99% Contro: prezzo eccessivo calo di prestazioni percepibile se moltiplicato assenza di una custodia in cordura Ho avuto per alcuni mesi in prestito questo zoom e me ne ricordo ancora in maniera cristallina: è talmente eclettico da poter essere utilizzato davvero in ogni occasione, senza dover mai rimpiangere l'assenza di altro che un wide, nelle occasioni in cui quello possa servire. Dal ritratto allo sport, dal people al close-up, liscio, oppure gassato dal TC Z 1,4x (non consiglio il 2.0x) questo zoom si prende letteralmente la scena e mi prendeva letteralmente la mano... A mano libera (mai neppure un momento pensato di utilizzare il monopiede) in quei mesi in cui avevo l'opportunità anche del 400/4,5 me lo ha fatto colpevolmente trascurare. Lo ritengo il compagno ideale per un 800/6,3 o il recentissimo 600/6,3 in alto e per un 28-75/2,8 o qualunque cosa desideriate, in basso. Attenzione: dà dipendenza !
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  21. "Mi ha fatto mettere da parte il 70-200!" Prima l'obiettivo con cui avevo più scatti all'attivo era il 70-200/2.8 nelle sue varie declinazioni. Ma da quando mi è arrivato il 100-400, complice la velocità della Z9, non c'è storia. E' in assoluto l'oggetto con più scatti all'attivo tra i miei tanti (troppi) obiettivi. Ho fatto sequenza di 50 scatti e più perfettamente utilizzabili di auto in evoluzione in pista. Anche cambiando la focale mentre scatto a 30 fps con l'auto che segue tre curve successive in direzioni opposte. Letteralmente centinaia e centinaia e centinaia di migliaia di scatti, nonostante intanto abbia avuto e provato tanti altri obiettivi. E comunque il primo obiettivo che esce con me se c'è da fare sport. Surclassa senza pensieri il precedente 80-400, obiettivo che non ho mai amato e che aveva - secondo me - un rapporto prezzo/prestazioni inaccettabile rispetto a questo. Che sebbene costi di più, ed è una cifra inconfessabile anche alla moglie più benevola, in termini di risultati è tanto ineccepibile da non farcisi pensare troppo. Se vogliamo trovare un difetto, non saprei dove cercarlo. Si, nella fotografia alle mire ottiche non è il più nitido dei teleobiettivi. E con il teleconverter cede abbastanza da non consigliarne troppo l'uso. Ma questo dipende da cosa riprendiamo. Piumati in posa o motociclisti in pista di cross ? Per me, numero #1 dietro alla rete, dietro alle recinzioni, e poi campo libero e poi ancora recinzione : sempre a tiro, sempre sul soggetto, anche se diluvia. Che spettacolo !
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  22. Per chi invece desidera mantenere il collare originale Nikon, con le asole per la tracolla, il risparmio sarà notevole, perché con una sola decina di euro, si procurerà una staffa Arca-Swiss da 10cm e due viti da 1,4" più un adattatore di passo e avrà finito... Il buco posteriore della piastra i-Shoot è uno dei due con filettatura da 1/4" e non può certamente supportare alcunché, se la si voglia usare su testa arca. Le soluzioni da prendere sono due: 1) Collare Nikon se sia preminente un uso a mano libera o su monopiede, con la possibilità di utilizzare per il trasporto le asole per la tracolla... 2) Collare i-Shoot per chi prediliga un attacco a slitta Arca-Swiss per l' utilizzo su treppiede. Spero adesso satisfattivo...
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  23. Ragazzi, chapeaux per la competenza e la completezza nella risposta. Confesso di non essermi mai posto il problema, ma voi lo avete documentatoalla semplice richiesta di un iscritto. @Riccardo55, ma dove la trovi così tanta competenza e passione a portata di tastiera? Su Nikonland, che domanda.
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