Vai al contenuto

Classifica

Contenuto Popolare

Mostra il contenuto con la massima reputazione di 14/01/2024 in tutte le aree

  1. Breve preambolo per chi non fosse un impallinato di hifi e musica liquida. Ci sono principalmente due modi di ascoltare la musica liquida, che provenga da una delle diverse piattaforme (tidal, qobuz, apple, amazon, etc) o dal nostro archivio di musica digitale. Il primo è quello di usare uno streamer, ovvero un apparecchio dedicato che si collega tramite internet alle varie piattaforme di musica liquida e tramite un dac interno converte il segnale digitale in un formato analogico che viene poi inviato ad un amplificatore e da qui alle casse. In pratica lo streamer è il corrispettivo "liquido" di quello che una volta era il lettore cd. Il secondo modo è quello di usare un pc come player. La musica in formato digitale esce tramite la porta usb e viene inviata a un convertitore digitale-analogico (DAC) e da qui a un amplificatore. Ogni sistema ha i suoi pro e contro. Li ho usati entrambi, ma alla fine ho preferito servirmi del pc per modularità, versatilità e minore obsolescenza rispetto a uno streamer. Il pc, nel mio caso un portatile, ha però un grosso problema. A meno che non parliamo di computer particolari progettati per la riproduzione audio, solitamente i pc dei comuni mortali usano l'uscita usb per mandare i file musicali all'esterno. L'uscita usb non nasce per la riproduzione audio ed ha due grossi problemi: il primo è che il segnale audio è "sporcato" dal rumore digitale, il secondo è che il segnale è affetto da "jitter": in pratica il metronomo che batte il tempo della musica che stiamo ascoltando non è preciso, a volte accellera, a volte rallenta. Per risolvere il problema, già da anni esistono sul mercato quelle che si chiamano interfacce digitali, ovvero degli apparecchi che prendono il segnale audio dall'uscita USB del computer, lo ripuliscono dal rumore e lo rimettono al tempo corretto, grazie a un clock interno sensibilmente migliore di quelli normalmente usati nei pc, e infine lo inviano al DAC. Dopo aver ignorato le interfacce digitali per anni e sottovalutato i problemi di jitter e rumore digitale, qualche settimana fa ho deciso di provarne una: il Singxer SU-6. Singxer è un'azienda cinese, presente da una decina d'anni sul mercato. L'SU-6 si presenta come una scatoletta poco pretenziosa, larga circa 24cm: Sul retro troviamo l'ingresso USB e le diverse uscite: - due uscite S/PDIF, una con connettore RCA e una BNC - AES/EBU - ottica - i2s tramite RJ45 - i2s tramite HDMI (doppia) - un'uscita per il clock con interfaccia BNC L'SU-6 impiega due oscillatori Crystek CCHD-957 e accetta file PCM fino a 384kHz/32bit e DSD512 (tramite I2S). Sul mercato ci sono apparecchi che arrivano a risoluzioni maggiori, ma a me queste bastano e avanzano. Una particolarità riguarda l'alimentazione: un banale trasformatore esterno carica un supercondensatore, che viene quindi usato per alimentare L'SU-6 e che virtualmente annulla l'impatto dell'alimentatore esterno sulla performance. Non c'è un interruttore, si collega il trasformatore alla presa, il condensatore ci mette circa un minuto per caricarsi abbastanza da far funzionare l'SU-6 e a quel punto si accende la spia sul display frontale. Il sistema è fatto per rimanere sempre acceso. In realtà occorrono 20 minuti perché il condensatore sia completamente carico. Altra particolarità è che sulla parte inferiore dell'apparecchio ci sono degli switch per configurare l'uscita i2s HDMI. Il manuale fornisce i dettagli per configuare i vari switch per alcuni marchi di DAC: E' una soluzione che va bene se non si prevede di passare spesso da un modello di DAC a un altro. L'impiego è banale: si collega l'ingresso usb al pc e una delle uscite al DAC. Fine. Il display frontale non fornisce indicazioni particolari: ci informa se stiamo riproducendo musica e file DSD. Ci vuole qualche giorno di rodaggio perché suoni al meglio. All'ascolto il risultato è semplicemente eclatante! In realtà un'interfaccia digitale ha il solo il compito trasferire al DAC il segnale digitale così come dovrebbe essere, vale a dire ripulito dal rumore e dal jitter, e quanto pare il mio DAC è stato felice di cibarsi finalmente di un segnale di qualità! Quello che mi ha sorpreso è la naturalezza del suono e del posizionamento degli strumenti nella scena, nonché la sensazione che diffusori e cuffie scompaiano letteralmente (con buone registrazioni ovviamente). Già con l'uscita coassiale il risultato è notevole, passando all'uscita i2s c'è ancora un po' di miglioramento. Non nascondo di aver avuto qualche problema con l'uscita i2s su hdmi. Saltuariamente riscontravo un'attenuazione e delle distorsioni delle alte frequenze. Il problema sembra essere rientrato pulendo i contatti della presa sul DAC con del DeoxIT. Il costo ad oggi si aggira tra i 600 e i 700€, non pochissimo, ma se penso a quanto è migliorato il suono del mio impianto, il rapporto qualità/prezzo è molto elevato. In conclusione arrivo a dire che non si tratta di una semplice ottimizzazione, ma di un upgrade sostanziale.
    2 punti
  2. Se fosse una via praticabile, le macchine ne sarebbero tutte dotate dall'origine dal produttore stesso (c'è stato un tentativo di Olympus e di Sigma ma non hanno avuto seguito).
    2 punti
  3. Per quanto riguarda le caratteristiche generali del DAS TerraMaster D5-300C, rimandiamo al recente articolo pubblicato qui : TerraMaster D5-300C : DAS a cinque cassetti Non sappiamo se l'argomento DAS (Desktop Attached Storage, cioè uno scatolotto contenente più dischi fissi, collegato esternamente ad un computer desktop in locale, non in rete) fosse già a conoscenza dei lettori di Nikonland. E nemmeno se i suoi sviluppi possano interessare il fotografo medio. Ma contiamo di fare cosa gradita approfondendo una specifica configurazione permessa dalle caratteristiche di questo specifico DAS. Attenzione, non stiamo parlando in termini generici, né vorremmo che la conversazione si spostasse sui NAS. Riteniamo che i NAS - veri e propri computer desktop che vivono di vita propria in un proprio spazio integrato in una rete locale LAN - non siano necessari per l'utente medio. Anzi, nella maggioranza dei casi offrano caratteristiche ridondanti a costi eccessivi per esigenze basiche. In questo caso di studio immaginiamo un fotografo normale, con un archivio fotografico di una certa rilevanza, che scatta parecchio e vede crescere la necessità di spazio dove archiviare le sue foto. Ma vuole anche prestazioni e sicurezza al contempo. Il fotografo ideale è uno che si è dotato di un miniPC che, dall'avvento degli Apple corrispondenti, stanno riscuotendo un certo successo, forti del minimo impatto sulla scrivania. Oppure di un computer portatile. Ma in entrambi i casi di recente generazione e dotati almeno di una porta USB di tipo 3.1 GEN 2 o 3.2 GEN 2. un Intel NUC ha una impronta minima sulla scrivania, quasi non si vede. Ma ha anche un limite, la capienza di spazio di archiviazione è minima, limitata sostanzialmente al disco di accesso che non può offrire lo spazio necessario ad intere annate di fotografia di un fotografo che ... fotografa. Ad un miniPC come questo si deve collegare un sistema di archiviazione. Un DAS può rappresentare la soluzione più semplice ed economica, nel caso in cui non sia necessario avere accessi tra più utenti collegati in rete locale o geografica, la configurazione di un Cloud personale, l'autenticazione di utenti esterni, magari clienti che si collegano da remoto o colleghi in servizio esterno. Insomma, per soluzioni professionali un DAS deve cedere il passo ad un NAS, meglio se molto potente. Ma per un fotografo amatoriale un DAS per circa 200 euro offre tutto il necessario. *** Chiarite le premesse, andiamo al caso di studio che vi illustriamo come ipotesi, senza l'ardire di credere che sia la soluzione per tutti. Ognuno saprà come regolarsi ma magari essendo informato delle potenzialità di questa soluzione. qui abbiamo il nostro secondo Terramaster D5-300C pronto per essere configurato per la workstation numero 2. Vogliamo che qui ci siano tutte le annate - dal 2008 a domenica scorsa - di fotografie a modelle scattate da M&M. Sono circa 20 terabyte di fotografie in vari formati. Letteralmente milioni di scatti. Costati tanta fatica e costi reali dell'ordine di 100 volte l'impegno in hardware volto a salvaguardarne il valore. qui abbiamo 4 dischi fissi Seagate EXOS serie X18, di due serie differenti. Due di questi dischi saranno configuarti in RAID 0, due fungeranno da backup interno. A parte, su un altro apparecchio Terramaster, c'è un ulteriore backup di queste immagini. E poi ce ne sono altre due copie, residenti altrove. Giusto per stare tranquilli. Non sottolineeremo mai abbastanza l'importanza dei backup. Ma siamo sicuri che tutti i nostri lettori abbiano la percezione di quanto siano fondamentali (e l'ultimo backup non può che essere la stampa di tutte le fotografie migliori ...). Il Terramaster D5-300C ha la possibilità di configurare in RAID i primi due dischi della catena interna. come illustrato nell'etichetta laterale. Si può configurare il dispositivo per vedere i dischi singolarmente. Oppure in RAID 0 o in RAID 1. Per farlo non serve alcun software. Solo un paio di mini-attrezzi in dotazione. Un minicacciavite e una mini-chiavetta i due unici strumenti necessari per configurare in RAID il TerraMaster D5-300C Il RAID 0 si sceglie per sommare la capacità di due dischi uguali. In questo modo si ha un volume risultante che è il doppio della capienza del singolo disco. Con una velocità di lettura e scrittura doppia rispetto ad un disco singolo. Perché i dati vengono suddivisi via software al momento della scrittura delle informazioni. Il tutto al rischio che in caso di rottura anche di uno solo dei due dischi, si perdano il contenuto di tutto quanto. Senza possibilità se non remota di recuperarne una parte. E' una soluzione che può essere scelta in casi come questo, dove viene previsto un backup intenzionale periodico. Il RAID 1 si sceglie invece per avere un backup continuo in tempo reale dei dati di un disco su un altro identico. In pratica due dischi offrono uno spazio pari a quello di un disco singolo. Quindi abbiamo un relativo "spreco" di spazio ma con la sicurezza che quanto viene scritto sul disco, sia sempre duplicato in continuo. Le prestazioni del sistema restano pari a quelle del disco singolo. Si tratta di una soluzione che ha senso per archivio di dati sensibili che vengono aggiornati in continuo e di cui si deve avere una copia di sicurezza continua. Una situazione che non ha nulla a che vedere con le esigenze di un fotografo "normale" che fotografa ogni tanto e che solo in quelle occasioni modifica/aggiorna il proprio archivio. Il backup continuo in tempo reale di un archivio che si modifica una volta alla settimana o anche in periodi più rarefatti a cosa potrà servire mai ? E ancora, un backup sensato per un fotografo dovrebbe consentire di recuperare la versione di un file precedente all'ultima lavorazione. Come recuperarla se abbiamo un backup in tempo reale ? montaggio dei dischi nei cassetti. Basta inserire il disco, bloccare le guide in plastica laterali e poi avvitare due viti sul fondello del disco il selettore posteriore per selezionare la modalità di utilizzo dei due primi dischi i cassetti inseriti Impostazione del RAID. A computer e DAS accesi si deve selezionare la modalità prescelta e poi resettare il sistema. a questo punto si deve configurare il volume nel sistema operativo del computer. Nel caso di Windows ci ritroveremo con una situazione del genere : vediamo il Disco 5 che è il RAID 0 appena impostato che ci mostra una partizione Non allocata di 33TB circa. direttamente da Gestione Disco possiamo creare la partizione, formattarla, cambiare la lettera del disco e dare eventualmente un nome. Da questo momento vedremo in linea un volume X: che corrisponde al RAID. A parte vediamo anche gli altri due dischi che serviranno per il backup. *** Fatto questo e trasferiti i dati dagli altri archivi, vediamo le prestazioni del sistema. queste sono per prestazioni in lettura e scrittura di un disco Seagate Exos X18 collegato direttamente al bus di sistema dentro al computer (desktop). queste sono le prestazioni dello stesso disco (singolo) nel TerraMaster. qui invece vediamo quanto va più veloce il RAID 0 : queste sono prestazioni paragonabili a quelle di un SSD di tipo SATA e più del doppio del disco singolo messo dentro al DAS ! Naturalmente un disco M.2 interno avrà prestazioni 10 o 20 volte superiori. Ma ancora non esistono dischi M.2 di queste dimensioni ... e se uno ha bisogno di terabyte di spazio di archiviazione, o spende una fortuna moltiplicato 2 in dischi M.2 oppure si ingegna per continuare ad usare dischi meccanici come questi Seagate. *** Andiamo alla parte operativa. L'archivio principale sta sul RAID 0, qui punterà il fotografo per cercare e lavorare le sue foto. Idealmente - se usa Lightroom - avendo il disco interno di sistema come disco di appoggio per le anteprime e la cache di sistema. E, magari, con un altro disco di tipo M.2, collegato via Thunderbolt, come disco per le lavorazioni temporanee da trasferire poi sul RAID del TerraMaster. A parte, si organizzerà un sistema di backup discrezionale, per il tramite di una utility/app tipo FreeFileSync. Creandosi uno script visuale che sincronizzi le cartelle con cui è organizzato l'archivio del RAID sui dischi di backup. Ripartendo così il rischio di rotture su due dischi differenti. l'aspetto di una sessione operativa di backup con FreeFileSync e uno script impostato visualmente che sincronizza "a specchio" un disco su un altro, andando a modificare solo i file che sono cambiati dall'ultima volta Il backup sarà periodico, per esempio una volta a settimana oppure quotidiana, ma solo quando vengono fatte modifiche importanti ma "consolidate". E' inutile fare un backup se non si è modificato nulla. Il ritardo tra l'aggiornamento del backup consentirà eventualmente di recuperare una versione precedente di un file che venga magari per errore modificato in modo distruttivo oppure cancellato. Qui parliamo genericamente di backup ma nella realtà intendiamo operazioni di tipo incrementale o di sincronizzazione dove effettivamente vengono modificati solo i file che sono cambiati dall'ultima operazioni di sincronizzazione. Noi consigliamo di tenere - a parte, proprio fisicamente - un ulteriore backup, rinfrescato con una periodicità ancora più rarefatta. *** Riepilogo abbiamo in mente un fotografo non professionista che non abbia e non necessiti di una soluzione a se stante di rete tramite NAS che fotografi ed abbia un archivio corposo abbastanza da non essere contenuto nel disco di sistema del suo computer o superi le dimensioni di un moderno SSD che voglia contemporaneamente avere prestazioni (RAID 0) e sicurezza (backup) ma con la consapevolezza di fare le cose con i suoi tempi che non voglia spendere capitali esagerati per soluzione complesse e con funzionalità che non gli servono (tipo servizi di rete locale o geografica, server di rete, etc.) con il pieno controllo "visuale" di ogni parametro e la possibilità di modificare quello che vuole con i consueti strumenti a lui familiari del SUO sistema operativo (che sia Windows o Apple non cambia nella sostanza) naturalmente qui, in relazione alla corposità dell'archivio fotografico abbiamo strutturato un sistema con dischi da 18 TB (ma sul mercato arrivano anche quelli da 24TB a breve). Ma per esigenze minori si parte tranquillamente da dischi da 4 TB anche se, visto i costi dei dischi fissi meccanici odierni, meglio abbondare e puntare a dischi almeno da 8 TB l'uno. E' possibilissimo riutilizzare dischi già usati. Ma consigliamo di non pretendere che un disco fisso (sia meccanico che SSD) possa durare in eterno. Se ci fossero cose poco chiare o necessità di approfondimento, crediamo che nei commenti si potrà estendere il discorso.
    1 punto
  4. Diretto dall'autore. Disco a me particolarmente caro dal giorno in cui usci' nel lontano 1985 e lo comprai in CD. Ora lo ascolto in streaming.
    1 punto
  5. Oggi io ho avuto un po' di nostalgia...., l'altra faccia della medaglia 🏅 Derek e The Dominos in Concert (live) A voi bomer e non vi Dedico : Why Does Love Got To Be So Sad. Buona serata.
    1 punto
  6. Dallamericaruso - Live at Village Gate, New York 23/03/1986 colonna sonora del film del live americano: Lo sto ascoltando da Qobuz in streaming con Mini Mac M2 - SW Audirvana + Gustard U18 + MiniDSP SHD Studio + Gustard A26 + amplificatore integrato Roksan Kandy K2 + diffusori Davis Acoustics Vinci 3D.
    1 punto
  7. Yoav Levanon Stunning, amazing, the 19-year-old Yoav Levanon in a stunning sold-out recital in Paris. Etc. etc. etc. Erato 6 maggio 2022 Warner Classics, 9 febbraio 2024 dei meravigliosi Etudes-tableaux c'è online solo il 6 e già promette benissimo. Del disco Erato sto ascoltando le Variazioni "seriose" di Mendelssohn ed effettivamente ... Merita attenzione
    1 punto
  8. Sì, non ha senso spendere 6-700€ di interfaccia digitale per usarla su un dac da 500€. L’EF400 ha solo l’ingresso usb, perché è pensato per essere collegato direttamente al pc. Non ha senso un’interfaccia digitale in questo caso.
    1 punto
  9. l'apparecchio illustrato ha un senso se il collegamento con il DAC avviene in digitale, quindi via coassiale, AES/EBU oppure I2S. Una (impossibile) doppia conversione USB->USB sarebbe una contraddizione in termini. Il problema alla base è che la connessione USB è fetente per natura (che sia un Mac o un più volgare pc est la même chose). Un'interfaccia digitale come questa o come la mia Gustard U18, serve a neutralizzare il collegamento USB computer -> DAC. In pratica è una specie di condizionatore di segnale (nella realtà fa cose più sofisticate oltre ad eliminare le correnti parassite e i rumori generati all'interno di un computer)
    1 punto
  10. qui qui due considerazioni aggiuntive : la Z6 ha il sensore stabilizzato e le "scansioni" si possono fare in elettronico (zero vibrazioni, esattamente come uno scanner flat bed. Reflex ? ) è l'ultima occasione di fare questo lavoro. Oppure è previsto di rifarlo meglio tra 20-30 anni ? Quindi perché non farlo bene ? Perché lesinare se è un lavoro importante ? Perché farlo se è un lavoro "da poco" ? Il tempo da impiegare, vale meno di 780 euro ? la D80 dovrebbe stare in vetrina, priva di batteria, per ricordo. poi, naturalmente, ognuno scelga di fare per il meglio e sia felice così
    1 punto
  11. No. L' ES-2 è costruito per i due Micro Nikkor 60/2,8 (afd ed afs) e funziona anche col Nikkor Z MC 50/2,8 Ma il presupposto di una duplicazione di originali è ciò che sta dentro la fotocamera... un tempo la pellicola slide duplicating, oggi un sensore adeguato. Ora che sei in pensione il tuo tempo vale oro: non sprecarlo...
    1 punto
  12. sembra che ci sia pro e contro per uso dei filtri interni e seconda dell'uso che fa il fotografo per i filtri e se deve proteggere sensore va vada bene e sempre che sia di alta qualità; m a è scomodo smontare e montare per cambiare gli ND di vario tipo a meno che non si trovi in un ambiente troppo polveroso per non sporcare sensore, secondo me è piu pratico a mettere filtri davanti obiettivo e più facile a regolare e/o cambiare la densità dei filtri a seconda di cosa vuole fotografare
    1 punto
  13. infatti... dipende tutto dai non solamente dai quantitativi in gioco, ma sopratutto dalla qualità di conservazione degli originali. Già più di vent'anni fa in alcuni ci mettemmo a fare questo lavoro: perchè di lavoro si tratta... Più facile per le diapositive, ingrato ed ai limiti del parossismo con i negativi colore. Più tranquillo con quelli in bianco e nero a patto che a suo tempo siano stati lavati bene dopo il fissaggio, magari anche con tensioattivo, che a distanza di tempo ha consentito che il film non si sia incurvato eccessivamente. Dipende tutto dall'importanza degli scatti: si comincia con quelli più importanti e dopo un paio d'ore ci si comincia a baloccare con... "guarda quello!"... "Questa non me la ricordavo più..." "cacchio come eravamo giovani..." , "cazzo ma come minchia mettevo a fuoco...?" L'ultima affermazione (sconcia) è la chiave di lettura alla base della scelta se iniziare o meno un impegno di questo genere: il concetto di nitidezza e di corretta messa a fuoco è lo spartiacque più grande tra pellicola e sensore. E' uno dei motivi per cui la maggior parte dei mostri sacri della fotografia a pellicola non si trovino a loro agio con i sensori digitali, tranne poche eccezioni e non solamente per motivi anagrafici. L'altro aspetto che dopo i primi successi provoca molta depressione è il constatare come la grana delle pellicole, anche la più fine e corretta, sia un secondo tabù rispetto alle moderne opportunità: per quanto si filtri e si attenui, non si farà altro che diminuire ulteriormente la già scarsa nitidezza. Quando mi serve, ossia poche volte (mi sono imposto mentalmente di dimenticare i miei primi 25anni da fotografo) prendo il Nikon ES-2 e lo metto davanti al MC50/2,8 montato su sensore da 45mpx e sempre e soltanto con diapositive e negativi in BN. Per il resto ci sono i ricordi: enormemente amplificati dal sentimento. Oggi uno scanner professionale non saprei neppure se esista a prezzi da amatore. I laboratori migliori sono certamente ben attrezzati: bisogna vedere se gli operatori siano in gradi di sfruttare quei potenziali.
    1 punto
  14. Secondo me è il DAS è una soluzione per chi ha tanti dati da memorizzare e ai quali vuole accedere con una discreta velocità, ma non altissima. E soprattutto per chi ha una postazione fissa. Io uso da anni il portatile e non ho un posto fisso in casa in cui usarlo, dal tavolo della cucina, al divano, alla scrivania... Il risultato che per me un DAS è assolutamente inusabile: preferisco dischi USB autoalimentati (e ormai anche SSD con prestazioni molto superiori), ma ovviamente il rovescio della medaglia è che lo spazio è decisamente inferiore a quello permesso da un DAS. Il succo alla fine per me è: se hai tanti dati, ma tanti, allora DAS, altrimenti ti basta un SSD USB da pochi(ssimi) TB ed eventuale backup su disco capiente e lento, a scelta tra un DAS, un NAS o un altro disco USB autoalimentato (disco o SSD che sia). Sul discorso RAID 0 o 1, io non sposo la decisione proposta. Al contrario io sono per la completa ridondanza, perché ti permette di avere sicurezza del dato senza dover fare script o altri accrocchi che per l'utente medio sono solo causa di mal di testa. Proprio perché lo spazio con i dischi fisici è a grandezza insignificante, avere 18TB o 33TB non sposta nulla, si parla di numeri enormi. Per il fotografo normale invece è più utile avere facilità di recupero di quei dati in caso di rottura del disco, con un RAID 0 butti tutto, mentre con il RAID 1 lo attacchi al PC o in uno degli altri slot del DAS e vedi ancora tutti i dati come se nulla fosse successo. Poi è ovvio che ognuno deve farne un ragionamento personale in base alle proprie esigenze: sicuramente un Mauro con quella quantità di foto ha più ragione ad usare un RAID 0 per aumentare lo spazio, ma penso che la maggior parte delle persone stanno almeno ad un ordine di grandezza in meno e forse su un disco da 4TB ci fanno stare tutto l'archivio... Il mio archivio ad esempio è di 2TB e solo negli ultimi due anni ho dovuto aggiungere altri 2TB aggiuntivi, dovuti alla Z9 e al mio essere a rilento nel buttare i file inutili... Ma se mi decidessi di riprendere le pulizie tornerei dentro i 2TB! In tutti i casi, avere una soluzione come questa che ti permette di scegliere con facilità e semplicità è un gran vantaggio, poi ognuno si regola come meglio è comodo!
    1 punto
  15. Elenco ultimi aggiornamenti firmware e software di Nikon : 2024-01-11 Firmware NIKKOR Z DX 18-140mm f/3.5-6.3 VR Versione 1.01 2023 2023-11-29 Firmware COOLPIX P950 Versione 1.4 2023-11-16 Firmware Z f Versione 1.10 2023-11-15 Firmware Z fc Versione 1.50 2023-10-12 N-Log 3D LUT Versione 1.06 2023-10-11 NX Studio Versione 1.5.0 2023-10-04 Firmware Z 9 Versione 4.10 2023-10-03 Wireless Transmitter Utility Versione 1.11.0 2023-10-03 NX Tether Versione 1.0.5 2023-09-27 Firmware Z 5 Versione 1.41 2023-08-23 Firmware Z 8 Versione 1.01 2023-08-08 Firmware D780 Versione 1.10 2023-08-03 NX Studio Versione 1.4.1 2023-07-12 Firmware Z 6II Versione 1.60 2023-07-12 Firmware Z 7II Versione 1.60 2023-07-12 Firmware Z 7 Versione 3.60 2023-07-12 Firmware Z 6 Versione 3.60 2023-06-13 IPTC Preset Manager Versione 1.3.0 2023-06-07 Firmware WR-R11b Versione 1.02 2023-06-07 Firmware WR-R11a Versione 1.02 2023-06-06 Firmware Z 50 Versione 2.50 2023-05-23 Wireless Transmitter Utility Versione 1.10.0 2023-05-23 NX Tether Versione 1.0.4 2023-05-23 NX Studio Versione 1.4.0 2023-05-23 Picture Control Utility 2 Versione 2.4.15 2023-05-23 Camera Control Pro 2 Versione 2.36.0 2023-05-16 N-Log 3D LUT Versione 1.05 2023-05-10 Firmware Z 30 Versione 1.10 2023-03-29 NX Studio Versione 1.3.2 2023-03-29 Nikon Message Center 2 (Mac) Versione 2.5.0 2023-03-29 Firmware NIKKOR Z 800mm f/6.3 VR S Versione 1.11 2023-01-26 Wireless Transmitter Utility (Mac) Versione 1.9.9 2023-01-19 Picture Control Utility 2 Versione 2.4.14 2023-01-19 NX Studio Versione 1.3.1 2023-01-19 Firmware D850 Versione 1.30 2023-01-17 Firmware NIKKOR Z 600mm f/4 TC VR S Versione 1.10 2023-01-17 Firmware NIKKOR Z 400mm f/2.8 TC VR S Versione 1.10 2023-01-17 Firmware NIKKOR Z 400mm f/4.5 VR S Versione 1.10
    1 punto
×
×
  • Crea Nuovo...