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Mostra il contenuto con la massima reputazione di 25/08/2023 in tutte le aree

  1. Tu addirittura ce l'hai attaccata ad uno solo 👍🏻 ..secondo me è un problema che non esiste, ma che ha costretto Nikon ad eccedere in contromisure richiamando tutti.
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  2. Frecciarossa, ovvero... Crocothemis erythraea: la libellula più vicina all'appellativo di Dragonfly che usano gli anglosassoni per definire questi insetti. Una di quelle...che ti volti sempre a guardarla. Si sa, io non sono uno paziente e nemmeno che si compra gli stivaloni imbragati per restare a mollo in una gebbia. Ma se ne vedi svolazzare una dozzina, di tutte le dimensioni attorno alla vegetazione palustre della mia piccola campagna, molli le cesoie e l'uva (le vespe ringraziano) e vai a prendere la minimal: Nikon Z30 con MC50/2,8 e due Godox MF12 sul ring da combattimento, pilotati da un trigger X2T-N Ti avvicini e dosi diaframma (sempre più chiuso) e tempo (compatibile con la luce ambiente) per non perdere nè dettaglio (qualcosa per forza...) nè intellegibilità dello sfondo, che a me piace individuabile e formato (ma non sono dottrina dominante ) Ti avvicini e lei scappa, ma siccome quella foglia di papiro le piace da matti, sai che sta per fare un giretto, guardandoti dall'alto per valutare quanto sia pericoloso, per poi ritornare a posarsi con quasi identica postura ed angolazione, proprio come prima... ma tu nel frattempo hai guadagnato centimetri e...fiducia e la fai rilassare...giusto un pochetto prima di provocarne un altro involo ma nel frattempo ti sei avvicinato ancora, quasi ai limiti della distanza operativa che è vincolata alla maggiore sporgenza di ring e flash rispetto a quella risicata del 50 AF Macro migliore che Nikon abbia fatto negli ultimi trent'anni (ma colpevolmente ignorato dalla maggioranza dei fotonaturalisti, i quali usano il mirroring per i loro acquisti...per restare nella solita zona di comfort) magari potrei abbassare la potenza del Godox di sx, ma non mi interessa quanto la possibilità di abbassare il punto di ripresa, fino a guardare l'Eritrea negli occhi ... e lei alla fine me lo chiede.... ...ma che diamine vuoi da me??? (Se vi interessasse osservarle con dimensioni più grandi che in questo blog, per valutarne il dettaglio, potete trovarle nella seguente gallery) Max Aquila photo © per Nikonland 2023
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  3. Ci è arrivato in visione uno dei primi esemplari di Nikkor Z 70-180/2.8 che abbiamo provato per una quindicina di giorni nelle circostanze più varie. Alcune decine di migliaia di scatti per formarci un'opinione diretta, al di la delle specifiche e dei "si dice" del web. Ma prima vediamolo insieme. la scatola non desta sorprese, è la classica in cartone colorato di nero e dorato. tutti gli esemplari di normale importazione hanno queste etichette sul lato della scatola. In particolare il codice EAN : diffidare di quelli che non le hanno, sono di importazione "alternativa". naturalmente poi ci deve essere il marchio che assicura la garanzia Nital di 4 anni oltre all'adesivo Nital vip. aprendo la scatola sporgono i manualetti multilingue. sotto al primo separatore bianco c'è una scatoletta in cartoncino che contiene il paraluce, confezionato a parte. che funge anche da fermo per l'obiettivo che è posto al di sotto, avvolto in un foglio di schiuma bianca l'obiettivo e il suo paraluce. Qui siamo nella posizione a 70mm. Come sappiamo questo zoom si allunga all'aumentare della focale, come evidenziato in questo montaggio : alla fine è poca cosa ma è bene saperlo. Nell'uso non si nota, non c'è una netta sensazione di spostamento del baricentro. l'obiettivo è fabbricato in Cina mentre il paraluce nelle Filippine. Sappiamo che Nikon non ha fabbriche nelle Filippine e ufficialmente ha dismesso anche quelle cinesi dopo la chiusura delle linee di Coolpix e Nikon 1. esteticamente l'obiettivo è del tutto omogeneo con la restante linea Nikkor Z. In particolare facciamo notare l'anello programmabile, con la sua finitura diamantata, la scritta Nikkor argento, le serigrafie in rilievo e il grosso punto bianco in corrispondenza con l'innesto dell'ottica sul corpo fotocamera. ancora più evidenti in questo dettaglio. lo zoom ha una posizione di blocco in corrispondenza dei 70mm che serve a non far allungare inavvertitamente l'obiettivo quando è a riposo. Ovviamente va sbloccato prima per poter cambiare la lunghezza focale. queste riprese non fanno risaltare con immediatezza quanto sia compatto questo obiettivo. Nella realtà è lungo quanto il Nikkor Z 105/2.8 S e giusto un paio di centimetri più lungo del Nikkor Z 24-120/4 S con il quale si accompagna bene in un eventuale kit da vacanza compatto e prestazionale (cui magari associare quando necessario un Nikkor Z 14-30/4 S). Per questo lo abbiamo fotografato vicino al Nikkor Z 70-200/2.8 S VR : a 70mm a 180mm. Sappiamo che il 70-200/2.8 S non modifica la sua lunghezza al variare della focale. Andando alle specifiche effettive, il peso è inferiore agli 800 grammi, il passo filtri è di 67mm, mette a fuoco a 27cm in posizione 70mm e a 85cm in posizione 180mm. Ha un motore elettrico passo-passo, è composto da 19 lenti in 14 gruppi di cui 5 in ED, una in Super ED e tre asferiche. Il diaframma è a 9 lamelle ed è lungo, a riposo, 151mm. il passo filtri da 67mm è coerente con una parte della linea di obiettivi Nikkor Z di secondo equipaggiamento, come ad esempio, il Nikkor Z 28-75/2.8 e il Nikkor Z 17-28/2.8 con cui compone un ottimo trio di ottiche luminose in grado di creare un intero corredo. La lente anteriore è trattata in modo da essere repellente e facilitare la pulizia. é ovviamente dotato di anelli a tenuta di polvere e umidità ed è anche compatibile con i teleconverter Nikon TC 1.4x e TC 2.0x con i quali mantiene il totale automatismo. lo schema ottico, piuttosto sofisticato, che però non integra il classico gruppo di stabilizzazione dei teleobiettivi. In effetti questo obiettivo conta sullo stabilizzatore integrato alla fotocamera per compensare le vibrazioni e i movimenti indotti dal fotografo. MTF sintetico, piuttosto lusinghiero che promette buone prestazioni al centro, specie alla focale più lunga. *** Esaurita la panoramica, due parole su aspetto e consistenza. E' una costruzione leggera ed economica ma non in termini dispregiativi, anzi, prima di sentire quanto sia leggero, ha in verità un aspetto premium, merito della finitura sobria ma ben disegnata dei Nikkor Z. La ghiera dello zoom è consistente e ruota bene soprattutto grazie alla sua corsa molto breve. Anche il block Lock è solido e rassicurante. E' buono anche il paraluce che all'interno ha una finitura zigrinata per assorbire meglio i riflessi. Sappiamo - è inutile girarci intorno - che le origini di questo obiettivo sono Tamron, la prima apparizione di questo 70-180/2.8 é proprio avvenuta con marchio Tamron per Sony alcuni anni orsono. Il suo lancio, considerando il mix di caratteristiche e di prestazioni unite ad un prezzo aggressivo hanno fatto a suo tempo scalpore, tanto da convincere in un certo qual modo Sony a riprogettare (e riprezzare) i suoi due 70-200/2.8 ed f/4 per distanziarlo. L'ingresso nel sistema Nikon è per noi quindi ragione di curiosità, visto che i due ecosistemi non sono simili. Nikon qui ha fatto del suo meglio - diciamo anche che ci è riuscita - per integrare il progetto Tamron nel sistema Z, tanto che risulta indistinguibile esteticamente dagli altri obiettivi. Ma anche funzionalmente dobbiamo sottolineare il "miracolo" di renderlo compatibile con i due teleconverter (il Tamron per Sony non li accetta, per quanto ci consta) ma soprattutto di omologarlo al mondo Z via firmware. A dispetto dell'elemento frontale compatto (solo 67mm di passo filtri) non c'è accenno di vignettatura, nemmeno ai diaframmi più aperti. Non si vede alcuna aberrazione cromatica, almeno ad occhio nudo e se c'è distorsione, sinceramente sarà a livello strumentale. In quanto alle prestazioni generali, l'autofocus non è un fulmine, diciamo che è in linea con quello del Nikkor Z 24-200mm ma è preciso. Però di questo ed altro ancora parlerà in un inciso il nostro tester. complessivamente noi esprimiamo un giudizio positivo con alcuni caveat che confermano, se ce ne fosse stato bisogno, che il Nikkor Z 70-200/2.8 S non deve temere nulla da questo lancio. Si tratta di due obiettivi concepiti per fotografi differenti che appartengono a due categorie di prodotti molto diverse. Qui l'abbiamo voluto riprendere montato sulla Nikon Z9 ma nella realtà si trova più a suo agio sulla Z8 o su una delle altre Z full-frame che sono quelle che possono accoppiare l'obiettivo con il loro stabilizzatore integrato sul sensore. Escluderemmo di usarlo con Z50/Z30/Zfc salvo che con tempi di scatti veramente veloci. L'assenza di aggancio del treppiedi (perfettamente intonato con la filosofia del progetto "compatto e leggero"), non ci pare che vada incontro alla capacità di messa a fuoco molto ravvicinata e al rapporto di ingrandimento favorevole. Salvo, appunto, scattare con tempi di sicurezza molto elevati e/o con l'ausilio di illuminazione sempre adeguata. Ma questo è un campo che abbiamo volutamente evitato di esplorare ritenendo questo obiettivo un oggetto più indicato per la fotografia generale, mai quella specialistica, per la quale, per fortuna, il corredo Nikkor Z, offre opportunità più adeguate. Se questo articolo vi è sembrato utile mettete un like. A voi non costa nulla ma per noi fa una grande differenza per capire quali siano gli argomenti che i lettori trovano più interessanti. Non abbiate timore ad aggiungere i vostri commenti
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  4. Mi sono preso due giorni di fuga a quasi 3000m di altitudine per evitare le temperature africane. Fra le altre cose ho scattato anche le foto per questo blog, che vuole essere un po' una riflessione su un commento di Valerio Brustia sul significato delle immagini e un po' una proposta operativa in linea con il blog di Massimo Vignoli sulla crescita. C'è chi sostiene che se una foto abbisogna di spiegazioni allora non è una foto riuscita, c'è chi al contrario sostiene che senza una contestualizzazione una foto può perdere molto del suo significato. Chi ha ragione? Ma tutti e due! Dipende dalla foto e... da chi guarda la foto. Restringo il discorso alla fotografia naturalistica, in particolare la wildlife photography per brevità e perchè sono un seguace dell'antico detto offeleè fa' el to' mesteè (parla di quello che sai). Ecco qua. Uuh, bel ritratto, ma cos'è? E' un Gracchio alpino. Un piccolo corvide. Ah, ok. E' sufficiente? Anche no. Mi spiego, un appassionato di ornitologia oppure un fotografo naturalista lo saprebbe già, mentre e chi non conosce il Gracchio alpino è al punto di prima, solo ha un nome in più nella testa di cui non sa bene cosa farsene. Certo, Il nome alpino farà pensare che sia un uccello di montagna ma niente più, potrebbe essere rarissimo oppure no, vivere chissà dove o dappertutto... Dobbiamo copiare una voce di Wiki/enci/clopedia sul Gracchio alpino per farci capire? Noo siamo in un sito di fotografia. Proviamo con le fotografie. Come si fa? Contestualizziamo il nostro soggetto con altre fotografie! Eccolo nel suo ambiente: Qui si capisce che tollera i suoi simili. Volatore veloce ed acrobatico Anche in gran numero, specialmente dove abbondano rifiuti ed avanzi di cibo lasciati dagli umani sporcaccioni ambientali: Questo mi è venuto letteralmente fra i piedi per vedere se avevo lasciato avanzi... Perchè ho scritto questo blog insomma? Per invitare a non fermarsi al ritratto standard dal sicuro valore estetico -che per carità ci vuole!- ma se si può, fare anche qualche foto diversa, che sia lo stesso gradevole e permetta a tutti di farsi un'idea di com'è è e come vive un Gracchio alpino (in questo caso particolare, ma vale per qualunque creatura selvatica). La discussione è aperta, se ne avete voglia
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  5. Vorrei condividere alcune foto che ho potuto fare in occasione dell'esibizione delle Frecce Tricolore tenutasi al Poetto di Cagliari il 20 agosto 2023 Tutte le foto con Z6II in otturatore elettronico e Nikkor Z 70-200 f2,8S qui succede un imperfezione che vorrei capire a cosa è dovuta...mentre i 4 aerei sul lato sinistro sono nitidi, quelli sul lato destro non lo sono...tempo 1/1250 sec, f 5,6, Z6II con Z 70-200 2,8S secondo voi è mancanza di profondità di campo o avrei dovuto usare un tempo più rapido? altre foto... fatemi sapere se vi piacciono ma sopratutto, se non vi piacciono, cosa non va bene...ogni critica costruttiva è utile per migliorare...
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  6. Grazie: anche perchè sei stato l'unico ad avere avuto voglia di scrivere qualcosa. Il mio vorrebbe essere uno stimolo a chi si occupa di questo genere di riprese a non fossilizzarsi su modelli preconfezionati, ivi comprese le attrezzature, che vedo spesso identiche da persona a persona (come vedete in questa serie uso un obiettivo macro che sono tra i pochi a possedere, ma che mi consente ugualmente di lavorare e di una fotocamera che sta all' estremo inferiore della catena evolutiva dello Z-mount) La Fotografia con la F maiuscola non si riduce a proporzioni tra soggetto e sfondo o, peggio, nella misurazione di alternanza fra zona di comfort e ...memento audere semper ! La Fotografia è gusto ed immaginazione: gli sfondi si inquadrano come il soggetto e si scelgono anch'essi, proprio come il soggetto: non si può pensare di annullarli sempre con gli escamotage di cui leggo costantemente, perchè poi le foto si assomiglieranno disperatamente, tutte ! La luce, dove manchi, si crea : abbiamo ogni modo per poterlo fare... ma bisogna imparare a farlo e poi continuare a perfezionarsi nel suo dosaggio. Non ho minimamente intento di produrre foto sensazionali: ma almeno vive...si !
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  7. Per me 3 settimane senza inconvenienti. Ah, la foto fra aquila e mani sui fianchi si presta a interpretazioni politiche ovviamente NON volute, io stavo solo guardando il Latemar
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  8. Ora che ho compratola "macchina veloce" non mi capita niente...... Questa è una sequenza di Caccia di un Maschio di Albanella minore, abbastanza lontano quindi foto Ritagliate.... Tutte con Z8+FTz+500mmPF Scattate in FX
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  9. Questa non è una delle prime, questa è la 100.932° foto con la mia Z8, che è il muletto della Z9. Vale lo stesso ? Cristiana, Nikon Z8, Nikkor Z 24-120/4@57mm, f/4, ISO 1250, 1/800''
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