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Mostra il contenuto con la massima reputazione di 10/07/2023 in tutte le aree

  1. Eccolo arrivato: atteso dai tanti possessori di una Nikon Z DX, per ottenere in poco spazio un luminoso 36mm-equivalente, ossia il fisso di eccellenza da poter essere considerato IL TUTTOFARE Eccone l'unboxing buono per fotografare da vicino (arriva a 18cm dal soggetto) anche in bassa luce (apre fino a f/1,7) soggetti ed oggetti, singoli o in gruppo, un 24mm DX è quel genere di obiettivo da tenere montato sempre sulla mirrorless, o comunque da portare sempre con sè in borsa... Pesa solo 131 grammi, 147 col paraluce (incluso nel prezzo di 329 euro) ed è costruito con uno schema che occupa tutti i 4cm della sua profondità (come ci hanno ormai abituati gli schemi ottici Z-mount): di 9 elementi in 8 gruppi Paraluce curiosamente ad ogiva, con il richiamo della filettatura da 46mm sulla faccia anteriore, per potere gestire filtri Vario (ND, pola, etc) senza dover rinunciare alla difesa dai riflessi laterali, specie alle maggiori aperture. qui comparato a due zoom DX. Rispetto il pancake 26/2,8 misura solo 1,6cm di profondità di più, ma è più luminoso di 1 stop ed 1/3 !!! Qui col suo paraluce montato: di forma certamente inedita nella produzione Nikon recente... ...ma a chi ha posseduto ed utilizzato anche le Nikon One, ben ricorderà il paraluce del 10/2,8 Z 24/1,7 @ f/1,7 t/50 ISO560 A chi però non interessi montare filtri davanti al paraluce... sappia che il diametro da 46mm è identico a quello dello zoom 16-50 e quindi anche del suo più...regolare paraluce... Resta da constatare (e lo farò) che copertura dia rispetto a quello originale: e che problemi di riflessi possano invece ingenerere filtri come i polarizzatori o gli ND, avvitati fuori dal paraluce: seguite questo articolo, che aggiornerò con i dati in oggetto. made in China e baionetta posteriore in plastica, come tutti i low cost Z profilo...davvero da pin-up.... diaframma a 7 lamelle (come gli zoom, il pancake ed il 28/2.8: solo il 40/2 ne ha 9...) adatto a tutte e tre le DX per maneggevolezza, dimensioni e peso ne valuteremo le prestazioni ...che fin dalle prime prove, mi sembrano molto interessanti, al netto di una certa caduta di luce ai bordi alla massima apertura (immaginabile) e che a mio giudizio fa parte del progetto, proprio per enfatizzare on camera le superfici omogenee intorno ai soggetti posti al centro del fotogramma vedo anche uno sfuocato graduale ed un'incisività insperata per un wide leggero come un 24DX Insomma...lo terrò a lungo perchè è una bella focale, di quelle che prediligo, ed aggiornerò periodicamente questa discussione. ----------------------------------------------------------------------------- La maggior parte delle foto che ho scattato con lo Z 24/1,7DX sono nel range di diaframmi tra TA ed f/2 come ben si conviene dopo l'acquisto di un fisso luminoso: diversamente userei i più comodi zoom DX 16-50 o 12-28 che però possono aprire al massimo, rispettivamente a f/4,2 ed f/5,3 che sono chiaramente su questo formato e focale valori da tutto nitido... Cominciamo quindi da qui: obiettivo luminoso = scattare a mano libera in condizioni borderline, quando non si abbiano treppiedi a disposizione, oppure non si vogliano proprio utilizzare, per passare inosservati, sfruttando i punti di forza dei sistemi mirrorless: la silenziosità allo scatto e le dimensioni contenute di un ensamble come questo: Z dx e obiettivo minimal... La caratteristica della focale risultante di questo 24mm è proprio quella di poter sfruttare un angolo di campo più largo di quello di un obiettivo standard, buono per tante cose, dal reportage al ritratto ambientato. il tutto in luce disponibile... sfruttando al massimo la pdc ridotta data dalla sua massima apertura, anche per realizzare una resa dello sfondo adeguata alle aspettative del caso... ...cosa che in cui riesce anche questo obiettivo, economico, ma nonostante ciò dotato di un diaframma a 7 lamelle, un tempo appannaggio esclusivo di pochi mediotele da ritratto Ombre e Luci sembrano proprio il campo d'elezione di questo piccoletto tuttofare... in ogni condizione si renda necessario fotografarli Oppure, all'opposto... anche in presenza di EV elevati, come normale in questo periodo dell'anno, lo si può utilizzare ancora a TA utilizzando un filtro ND, come questo Vario 2-400 (che riesce cioè ad abbattere fino a 9 stop degli EV presenti) qui avvitato alla filettatura anteriore del paraluce di serie, come proposto dal marketing Nikon, non senza qualche mia perplessità, per i motivi che vedremo più avanti. il risultato è molto incoraggiante ed a patto di controllare anche lo sfondo prima di scattare (e poi lamentarsi dello sfuocato), mi pare che anche l'effetto bokeh promesso dal volantino si possa tradurre in uno sfuocato (termine che in giapponese si traduce appunto in bokeh) presente, ma non appuntito: frutto di quel progetto da sette lamelle, di cui scrivevo prima. colori saturi e tendenza cromatica variabile tra blu e ciano, causata dal filtro ND dal prezzo contenuto senza di esso, le cose vanno molto meglio ed oltre alla naturalezza delle cromie, si recupera a mio avviso buona parte della nitidezza che un filtro rotativo a doppio elemento sottrae CERTAMENTE, qualunque sia il prezzo pagato per il suo acquisto (per buona pace dei fedeli di queste filosofie) Molte di queste foto sono state scattate alla minima distanza di messa a fuoco consentita dall'obiettivo, davvero ridotta, di 18cm dal piano focale. Alcune, le più ravvicinate, rinunziando al filtro ND in favore di una lente addizionale acromatica da 5 diottrie Marumi DHG 200, anch'essa montata a monte del paraluce ogivale HN-42, così atipico, dello Z 24/1,7 DX, che concorre ad una resa quasi macro del sistema, complice la grande apertura, con o senza l'ausilio di un piccolo flash di schiarita (che troviamo incorporato solo sulla Z50) ed è grazie a queste prove di angolazione rispetto soggetto e sorgenti di illuminazione, che si evidenzia il difetto che mi aspettavo dovesse apparire prima o poi: il filtro avvitato davanti al paraluce, a determinati angoli di incidenza rispetto la luce del sole (specie se consistente) non può che generare ghosts e flares dei quali usualmente l'obiettivo è privo... giusto per ricordarci che non si sfugge alle normali leggi della fisica: i filtri (se proprio li si debba utilizzare) devono stare dietro il paraluce, siempre ! Volete vederlo in interni a tutta apertura? La Chiesa della Martorana di Palermo, la conoscete già, ma è un banco di prova sempre valido... con i suoi mosaici a tessere d'oro (aprite le immagini, ovviamente) ma anche in ogni altra manifestazione, in qualsiasi condizione di luce e...anche all'occorrenza diaframmando oltre quel lotto di aperture che avete fin qui visto, questo piccolo obiettivo si candida ad entrare nelle borse della maggior parte degli utenti Z DX, se non addirittura, stabilmente montati sulla fotocamera. ...per quanto, all'imbrunire, quando si sciolgono i freni inibitori delle persone... probabilmente consente direalizzare quegli scatti che uno zoomino poco luminoso non permetterebbe se non con elevato tasso di segnale/rumore... Voglio rimarcare l'attenzione che finalmente Nikon sta concedendo al finora trascurato comparto DX della sua nuova baionetta Z , dal versante ottiche.: di tutte quelle fin qui testate, la Redazione di Nikonland è rimasta sempre sorpresa positivamente per l' approccio del tutto analogo rispetto gli obiettivi FX. Anche questo Nikkor Z DX 24mm f/1,7 non fa eccezione e ci lascia un'impressione del tutto positiva e la certezza di un utilizzo tanto semplice quanto proficuo. Tra i pregi di questo 24mm annovero la estrema silenziosità ed efficienza del suo motore Af stepper e la progressività della nitidezza con la chiusura del diaframma: ma già ad f/4 si arriva ad un livello di omogeneità centro/bordi molto soddisfacente. Del resto un obiettivo luminoso lo si compra per utilizzarlo quasi prevalentemente a TA, come già detto, anche a costo di una certa vignettatura fisiologica, non sempre del tutto annullata direttamente via hw, come ormai ci siamo abituati a vedere su realizzazioni più importanti. Il prezzo di commercializzazione è uno dei più bassi del catalogo Z-mount e questo contribuirà a farne un jolly per ogni corredo. Il resto della mia selezione di immagini, lo trovate sull'apposito album... Max Aquila photo © per Nikonland 2023 Se questo articolo vi è sembrato utile mettete un like. A voi non costa nulla ma per noi fa una grande differenza per capire quali siano gli argomenti che i lettori trovano più interessanti. Non abbiate timore ad aggiungere i vostri commenti
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  2. Sono poco più di 3 settimane che mi diverto con la Z8 e mi sembra di averla da sempre. Dopo un po' di studio iniziale e una volta settata per quello che voglio fare, il resto è uro divertimento. Devo solo preoccuparmi di inquadrare il soggetto, al resto ci pensa lei con il suo autofocus "telepatico" (come mi diceva oggi Silvio). Il passaggio dalla D810 è stato rapido e felice. Quello che apprezzo di questa fotocamera più di ogni altra cosa è l'autofocus: affidabile e reattivo, sbaglia davvero pochissimo, e con copertura di tutto il fotogramma. A seguire la stabilizzazione che permette di scendere molto con i tempi e per finire il display orientabile, per me una novità. che permette molta versatilità nelle riprese. Questo capolavoro di tecnologia ha tutto quello che da tempo sognavo in una fotocamera. E magicamente mi ha fatto tornare la voglia di fotografare! Qui di seguito qualche foto fatta per le strade di Milano. Tutte con il 24-120 f/4. Milano, CityLife. Milano, CityLife. Milano, Porta Volta. Milano, Passeggiata Boris Pasternak. Milano, Porta Volta. Un gruppo di ragazzi mi ha chiesto di fotografarli e io li ho accontentati! Milano, Via Paolo Sarpi. Milano, Via Paolo Sarpi. Milano, Via Paolo Sarpi. Milano, Via Paolo Sarpi. Milano, Via Paolo Sarpi. Altissime modelle asiatiche. Milano, Via Paolo Sarpi. Milano, Via Paolo Sarpi. Milano, Via Paolo Sarpi. Un bravo musicista di strada. L'accoppiata con la foto precedente dei due ciclisti mi fa venire in mente un verso di una canzone di Paolo Conte:"i sax spingevano a fondo, come ciclisti gregari in fuga" Milano, Via Paolo Sarpi. Un spettacolo di strada. Milano, Via Paolo Sarpi. Milano, Via Paolo Sarpi. Milano, Piazza dei Mercanti di domenica mattina. Milano, Galleria Vittorio Emanuele. Due poliziotti a cavallo (e che cavalli! erano delle bestie bellissime!) posano per un fotografo (immagino per qualche calendario). Di lì a poco uno dei cavalli avrebbe sbavato copiosamente sul fotografo. La Z8 ha messo a fuoco sull'occhio del cavallo. Milano, Via Palazzo Reale. Milano, CityLife. Milano, CityLife. Milano, CityLife. Milano, Galleria Vittorio Emanuele. Milano, Via Santa Radegonda. Milano, Via Santa Radegonda. Milano, Piazza del Duomo. Milano, Piazza del Duomo. Milano, Piazza del Duomo. Milano, Piazza del Duomo. Milano, Piazza del Duomo. Milano, Piazza del Duomo. Milano, Via Torino. Milano, Via Torino. C'è anche qualche foto a colori: Milano, Porta Nuova. Milano, Galleria Vittorio Emanuele. Milano, Galleria Vittorio Emanuele. La variopinta signora che si fa in selfie in bicicletta mi ha fatto molto ridere! Milano, Piazza del Duomo. Milano, Piazza del Duomo. La vie en rose! Spero di non avervi ammorbato con tutte queste foto. Avevo un po' di ritardo da recuperare!
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  3. Frescobaldi e il sud : Francesco Corti Arcana, 7 luglio 2023, formato 96/24, via Qobuz e Presto Music *** "Intendami chi può, che m'intend'io" Eccentrico, aristocratico, musicalmente evoluto ben più del suo tempo, Frescobaldi si rese conto di dovere ai suoi interpreti, la cortesia d'urgenza di fornire le chiavi di lettura della sua opera. Ma si rivelò altrettanto enigmatico come pubblicista e insegnante. E l'avvertimento "Intendami chi può" ne è la chiara sintesi. Di crescita tradizionale del settentrione, in quella culla artistica che fu Ferrara prima di essere inglobata nel regno papale, praticamente romano, avendo tenuto l'organo di San Pietro ininterrottamente, si trovò al crocevia delle influenze musicali di tutta la penisola, sublimando la sperimentazione melodica napoletana nell'intreccio contrappuntistico veneziano. E' questa la chiave di lettura, che viene proposta dall'interprete in questo disco - mirabile è poco dire - che compendia la Toccata con la canzone e la danza. Francesco Corti considera indispensabile la contestualizzazione del lavoro di Frescobaldi nella sua epoca, come rielaborazione sistematica delle diverse tradizioni musicali della penisola. Una riflessione che però - lo confessa Corti nel libretto - lo porta a seguire l'incoraggiamento dell'autore stesso di dare una interpretazione fortemente personale a quello che si legge nei pentagrammi. Un partita che cerca, quanto riuscendoci non sappiamo, di risolvere il rebus costituito dalla musica del fervido seicento in una sorta di "gioco" tra compositore e musicista interprete sullo stesso piano. Partendo dalle "raccomandazioni" pubblicate dallo stesso autore alla fine della sua lunga vita e carriera musicale con le pubblicazioni avvenute a Venezia nel 1635, testamento musicale del ferrarese. Messer Girolamo era considerato - in vita - dai suoi contemporanei il più grande musicista italiano ed europeo ma probabilmente ne vedevano solo la superficie. Modestamente, considero Frescobaldi il più grande musicista italiano in assoluto. Nella sua musica leggiamo echi precoci che ritroveremo in Busoni e in Ligeti, musicisti che hanno con il nostro ben più legami che non quello con Mozart o Beethoven. Ma la conferma del suo lavoro di sintesi in questo disco viene dall'inclusione nel programma di composizioni estremamente raffinate di altri autori. Qui ci sono parti come il "Capriccio sopra Re, fa, mi, sol" di Giovanni de Macque che avranno soluzioni inattese solo trecento anni dopo (Busoni). Mentre la "Terza Ricercata" di Rocco Rodio richiama l'omonima Musica di Ligeti. Ma su tutti si pone Frescobaldi, che non cerca affatto di portare ordine in tanta inventiva, lasciando all'interprete scelte assolute, come quella di aggiungere "l'obbligo di cantare la quinta parte senza toccarla" in un suo straordinario Ricercare. E se "non senza fatica si giunge al fine" - sottotitolo della Nona Toccata - c'è ancora spazio per la Passacaglia di Luigi Rossi ("seign. Louigi" nel titolo) mentre il disco si chiude con la miniata e brevissima Prima Gagliarda di Giovanni de Macque, tastierista francese cresciuto alla scuola napoletana. Corti da una prova straordinaria in questo disco, giacché non c'è nulla di inedito ma c'è tutt'altra arte di toccare il cembalo che ancora non avevo ritrovato in altre esplorazioni del periodo. Disco prezioso che però vedo indirizzato solo a chi é capace di intendere ciò che in esso si dice.
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  4. Per partecipare anch'io e non essere soltanto un parassita ... tuttavia comodo, da casa, con la Z9 sul trespolo , il 24-120Z ho scattato un po' di immagini ai Fuochi d'Artificio che chiudono i festeggiamenti per San Giovanni ad Oneglia (IM). Purtroppo non sono riuscito a togliere di mezzo il Pino marittimo la cui sagoma scura mi compare inquietante a sinistra e spostare in avanti il terrazzo non è stato possibile..... Ho inserito davanti alla lente un filtro Natural Night NiSi per limitare in ripresa il giallo delle luci artificiali dove dominante. A parte una, dove ho leggermente ridotto la temperatura colore le foto sono JPG direttamente da RAW senza post produzione Come si può vedere, e quella sotto in particolare, le folate di vento hanno dato un tocco "movimentato" all'insieme già mosso. Tre secondi di esposizione per quasi tutti gli scatti
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  5. aggiungo qualche mio iniziale esperimento di confidenza con questa nuova lente, altre le ho già pubblicate tra quelle del magazine 8 motori (dettagli aerei a pratica di mare)
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  6. 03/06/2023 "Calanchi di Aliano" Nikon D850 + 24-70 & 70-200 FL f/2,8
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  8. 16/04/2023 "Corno alle Scale" Appennino Tosco Emiliano Sigma DP1 Quattro
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  9. Due sane premesse. Ho un sacco di treppiedi in casa (e di teste). Mi piacciono. Li uso, voglio averne uno per ogni esigenza. Probabilmente con questo ho finito. Ma mai dire mai ... Morale, di heavy-duty in casa ne ho già due, uno è il mitico tripath Manfrotto 058 in alluminio, con colonna a cremagliera che è sposato indissolubilmente con la testa 400. L'altro è il tripath video Benro A527 che regge la Benro video S8 PRO. Entrambi sono enormi e difficili da portare fuori casa. Di fatto li uso per fare still-life in studio. Cercavo un treppiede più leggero ma non meno robusto e stabile, capace di stare dentro una sacca normale e poter anche andare fuori. Ma che al contempo potesse portare con disinvoltura ogni tipo di testa, anche la 400 in caso il Manfrotto un giorno ... morisse. E buono per tutto. Ho seguito per un paio di anni la salita al cielo dei prezzi dei sistematici Leofoto e non potendo in alcun modo giustificare i costi da gioielliere del centro di Gitzo stavo alzando le mani. Quando mi imbatto in un video su Youtube (non datemi del tonto, sono un grosso consumatore di review video di Youtube ma riconosco a prima vista le bufale da quelle buone) di un treppiedi di un marchio sconosciuto, distribuito praticamente solo da Amazon. Artcise, crasi di Art e Precision. Quel treppiede non veniva usato né per fotografare, né per fare video. No, era dentro un poligono sportivo negli USA e sosteneva un fucile di precisione a ripetizione. E lo sosteneva per raffiche continue. In più il recensore, un tipo alto meno dell'estensione massima del treppiede, ci si sosteneva per le mani a peso morto ... Vado su Amazon.it e lo trovo disponibile nella versione più aggiornata, l'oggetto di questa prova. Il modello, non troppo pubblicizzato, si chiama AS95C, qualunque cosa significhi. Ed è venduto intorno ai 339 euro comprensivo di tutto, anche di una colonna a due stadi da 40mm. Sempre in carbonio. Circa un quinto del Gitzo serie 5 e poco più di un terzo del Leofoto LN-404. Siccome io resisto a tutto, tranne che alle tentazioni ben poste, ecco che lo ordino ed eccolo qui, dopo qualche mese di utilizzo, che ve ne posso parlare, schiettamente. Amazon, come spesso accade, lo consegna direttamente nella sua scatola "a vista" : non si nasconde la provenienza ma, forse per risparmiare sulle scatole, non c'è traccia nemmeno qui del nome del modello. Non importa, è lui. La versione perfezionata dell'Artcise AS90C di cui ho visto i video su Youtube. Dentro allo scatolone c'è la sacca in cordura standard con la scritta blu Artcise che contiene tutto treppiede, ferramenta, la crociera standard e la base di livellamento da 75mm, la rete di carico da appendere alle tre gambe (la batista verde avvolta attorno ad una gamba è colpa mia, non tollero maneggiare il carbonio nudo e mentre le altre due gambe hanno l'impugnatura gommata, la terza, non so perchè, no : quindi l'ho ricoperta). dettaglio della base di livellamento, in plastica (impugnatura) e alluminio (il resto) (chiavi, piedini, viti, etc.) la rete di "carico" I dettagli costruttivi sono di buon livello, non come un Gitzo e forse non come un Leofoto, ma sembrano ben realizzati il fermo dell'articolazione delle gambe la crociera standard in alluminio lavorato CNC con fori di alleggerimento e viti passanti per il blocco delle teste la leva di blocco, sblocco della crociera vista dal fondo, con in primo piano il gancio per l'eventuale contrappeso di supporto viti, perni, fermi, tutto adeguatamente dimensionato l'impugnatura gommata, marchiata, presente su due delle gambe le tre sezioni estensibili con i fermi a rotazione e il piedino gommato standard altre viste artistiche. L'alluminio cromato luccica ! minima estensione sul tavolo la base di livellamento, molto ben costruita, da 75mm, che si leva e si mette in un secondo, senza alcuna difficoltà quando dico che è grosso, non scherzo. Le spalle sono circa 14cm e mezzo, non si scappa. Attorno al treppiede, tre teste a sfera acconce. Questo treppiede, come dicevo in premessa, può portare qualsiasi cosa. Qui ho fatto una carrellata di foto con quello che avevo in giro. La bella Artcise XB54 a sfera da 54mm l'enorme Leofoto HB-70 a sfera da 70mm la testa fluida Sirui VH-10X che io ho dotato di morsetto Arca Swiss da 70mm la straordinaria, enorme, stabilissima testa a controbilanciamento S8 Pro di Benro che io uso in alternativa alla Manfrotto 400 per lo still life per la sua facilità di messa in posizione questa testa è enorme e richiede un treppiede così Qualche foto in esterni per capirci ancora meglio. esteso al massimo volevo farmi un selfie ma si vedeva solo la mia "pelata" visto che io arrivo a stento alla crociera ... quindi accontentatevi del metro Qualche idea delle proporzioni io non ho mani grandi ma insomma, ci si capisce, no ? Con la rete appesa alle gambe si possono caricare pesi oltre, naturalmente, alla possibilità di agganciare al gancio sotto alla crociera, carichi adatti per stabilizzare il treppiedi in condizioni "ventose". Ultimi dettagli a vista Insomma, questo coso è grosso e abbastanza pesante (ma non più del vecchio Manfrotto 055 PRO in alluminio che ancora fa il suo dovere ma non esce più di casa da anni). Robusto e ragionevolmente ben costruito per essere un cinese che costa come un Sirui o un Leofoto di fascia medio-bassa (i prezzi sono aumentati in questi ultimi due anni e l'euro debole non ci aiuta). Stabile come promesso, capace di portare qualsiasi tipo di testa, anche la più pretenziosa. Arriva con una bella base di livellamento, meglio di quelle in dotazione alle teste video. E' pieno di accessori. Ha una bella sacca. Non saprei cosa chiedere di più. E infatti, sono soddisfatto. Solo gli anni potranno dire della sua tenuta. Per ora non azzardo previsioni.
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  10. Questo articolo ha come obiettivo illustrare le potenzialità di questa testa a sfera che ho il piacere di usare da poco più di un anno. L'ho infatti comprata a gennaio del 2017, spinto da diverse recensioni trovate in rete e dal consiglio di un amico a rivedere la mia convinzione sul fatto che il teleobiettivo trova il miglior supporto nelle teste basculanti, o gimbal. Come consuetudine, questa review è basata su un notevole uso sul campo, testimoniato anche da qualche segno qua e là, che non deve andare a detrimento della robustezza costruttiva della UniqBall, che è eccellente. Questo l'oggetto della recensione. Molto ben fatto, robusto e rifinito, e pure bello. Almeno a mio gusto. Prima della UniqBall c'erano sostanzialmente due alternative principali per sostenere i lunghi teleobiettivi. La testa a sfera, possibilmente la più grande possibile. Il più significativo punto di forza è la stabilità, se la sfera è veramente grande e ben costruita, e la capacità di essere efficace anche con tempi lenti. So che questa soluzione ha tanti estimatori, anche qui su Nikonland ma, per me, ha anche alcuni punti deboli: Il peso: più è grande la sfera e più pesa la testa La difficoltà a conciliare abbastanza frenatura da evitare che l'obiettivo si muova da solo con la necessità di poterlo muovere rapidamente, seguendo l'azione che si sta fotografando - un rapace in volo o la corsa di un cervo, ad esempio Ma il più grande di tutti, e per me è quello realmente ostativo, è l'impossibilità di separare il movimento orizzontale e verticale da quello laterale. Succede cioè che, lasciando la testa abbastanza libera da consentire il panning, l'insieme macchina/obiettivo può cadere di lato. Succede, cioè, questo: La seconda possibilità è la gimbal, che risolve il problema principale delle teste a sfera perché consente il movimento solo sui due assi ed in più è normalmente dotata di accorgimenti per tenere l'ottica in posizione baricentrica, consentendo di manovrarla come fosse priva di peso. E' praticamente lo "standard di fatto" per i fotografi d'azione con i lunghi tele! Ma anche le gimbal, in particolare quelle più stabili, hanno difetti: Il peso: veramente notevole (es. la Wimberley pesa quasi 1.5kg, stessa cosa la Photoseiki) Le dimensioni: sono enormi L'incapacità di funzionare, a meno di usare adattatori decisamente poco pratici, collegando direttamente la macchina fotografica Nel tempo sono riuscito, venendo però a patti con una minore stabilità, a risolvere i primi due (peso ed ingombro) con la Mongoose 3.6. Ma per risolvere il terzo non ho trovato nessun modo se non portare con me anche la testa a sfera, e quindi di nuovo peso ed ingombro notevoli. Ora, è evidente che per chi va a fotografare in un impianto sportivo o in un'oasi naturalistica a pochi passi dall'auto queste considerazioni possono sembrare accademiche. Ma che succede se si fotografa in montagna, portando tutto nello zaino, o dopo un viaggio aereo e si ha necessità di avere un efficace supporto non solo per il tele ma anche per il grandangolo, scattando wildlife a 360°? Qui entra in gioco la UniqBall. E' basata su 2 idee decisamente geniali. La prima è avere inserito due sfere, una dentro l'altra. La maniglia in basso a sinistra è quella che ha il compito di liberare o bloccare la sfera esterna, quella rossa, che si muove su tutti e tre gli assi e quindi funziona come una normale sfera. La piccola bolla serve a verificare il perfetto livellamento, cosa utilissima nel caso in cui il treppiede non sia perfettamente in piano - cosa molto comune se si fotografa wildlife. La seconda sfera, quella interna, si muove solo su due assi consentendo solo il panning e l'inclinazione verticale alto-basso. la manopola rossa consente di regolare la frizione per avere un movimento del tutto libero, più o meno frenato o del tutto bloccato. Qui vedete l'ottica inclinata verso il basso. Quello che la foto chiaramente non è in grado di dimostrare è che la testa non è bloccata, ma solo frenata. E qui la funzionalità di livella della sfera esterna: il treppiede è inclinato ma mettendola in bolla l'insieme interno risulta perfettamente centrato. Ovviamente lo stesso risultato lo possiamo ottenere anche regolando in modo fine le gambe del treppiede, ma chi fa fotografia naturalistica sa quanto tempo si può perdere, e quindi quante foto, se si opera su terreno naturale, muovendosi. Questa funzionalità è incredibilmente comoda, perché muovendolo poi l'ottica orizzontalmente avremo sempre foto con l'orizzonte perfettamente livellato, indipendentemente dal fatto che il treppiede lo sia! Qui un altra immagine, secondo il punto di vista del fotografo, che credo renda ancora più chiaramente il punto. Ma è utile anche facendo fotografia panoramica incollando più scatti (lo so, ci sono altri problemi da risolvere in quel caso.... il punto nodale e quant'altro. Ma quale altra testa panoramica che è anche capace di tenere su un 500/4 conoscete?). La seconda idea geniale è la clamp, che è ovviamente Arca Style, fatta a croce. Perché consente sia di montare ottiche con attacco treppiede, come il 500/4 che avete visto prima.... ... sia direttamente la macchina fotografica, qui la D810 ed il cinquantino. Conservando chiaramente la capacità di movere o la sfera esterna, sui tre assi, o la sola sfera interna sui due. Unica avvertenza è che la manopola rossa deve sempre essere rivolta in avanti. Come detto, questa testa è contemporaneamente molto versata per la fotografia d'azione e molto stabile. Qui un esempio, tempo di scatto 1/25" su 500mm di focale, con la testa non bloccata. Tempo lungo cercato con iso bassi (110) per rendere il mosso della neve sullo sfondo. Qui il ritaglio a pixel reali. Piuttosto che resi necessari da animali decisamente crepuscolari, come questo cervo - 1/30" F4 a 3200ISO, focale 500mm. Con relativo ritaglio, sempre a pixel reali. Intendiamoci, questi tempi sono sempre problematici fotografando animali, banalmente perché oltre al mosso della fotocamera dobbiamo gestire il movimento del soggetto, e non sono impossibili con una robusta testa a sfera o una robusta gimbal. L' innovazione è che la UniqBall riesce a sostituirle entrambe senza avere i loro difetti. Ma la UniqBall non ha difetti? Certo che ne ha: È costosa, vedrete tra poche righe quanto. Usata solo come testa a sfera non è al livello dei migliori nomi del settore, non tanto per stabilità o frizione ma per una certa tendenza a muovere l'inquadratura serrando la leva di bloccaggio. Pochissimo, ma le migliori teste a sfera non lo fanno. Nel sostituire le gimbal, invece, io non ho nessuna controindicazione. Ma per me resta, al momento la migliore soluzione per chi, in viaggio o in una uscita fotografica "polivalente", vuole fotografare sia con il supertele che con il grandangolo senza portare due teste o rassegnarsi alle rogne della testa a sfera con il supertele (lo so, con questa affermazione mi tirerò dietro un bel pò di critiche da chi usa la sfera con una palla grossa come una boccia.... ma provate la UniqBall e poi mi direte!). Situazioni come queste. Hermaness, estremo nord delle isole Shetland. 16-35, paesaggio. 70-200, particolare. 500, azione rapida. Chi non ha mai visto una Sula volare nel vento non ha idea di quanto veloce possa andare.... Oppure un fine settimana in quota, dormendo in rifugio: 16-35 - 5:45, ora blu che precede l'alba. 500, il tempo cambia in fretta... Chiudo con alcune informazioni tecniche: La UBH 45XC pesa 750g, ed è consigliata dal produttore per i supertele (600/4, 800/5.6, 400/2.8, 500/4, 200-400/4, 300/2.8). Esiste un modello più leggero, la UBH 35P, che pesa 2 etti meno e costa 130€ meno, per lenti più leggere. In generale non la consiglio: con questo costo meglio prendere la testa più grossa. Il prezzo è notevole, 529€, sul sito del produttore www.uniqball.eu. Io l'ho comprata da loro con servizio eccellente, non ho idea se si trovi altrove a costi inferiori. La portata dichiarata è 40kg, informazione che lascia il tempo che trova: francamente non capisco perché numeri come questo siano ancora sbandierati dai produttori. Quello che posso dire è che il 500/4 lo regge perfettamente, garantendo sia tempi di scatto decisamente lenti sia una perfetta e modulabile frizione. CONCLUSIONI: PRO Una soluzione polivalente, dal supertele al grandangolo Peso e soprattuto ingombro ridotti rispetto alle altre soluzioni adeguate all'uso con i supertele, che la rendono ottimale in molte situazioni affrontate dal fotografo naturalista. Per chi vola è quasi un must! Molto stabile e robusta ed allo stesso tempo adeguata alla fotografia d'azione Ben costruita e ben pensata CONTRO Costo elevato, da soluzione "premium" - economicamente conveniente solo se confrontata con la coppia gimbal + sfera Il funzionamento "da sfera" con attrezzatura leggera non è precisissimo - chiudendo del tutto il blocco l'inquadratura si sposta leggermente - cosa che con sfere di questa fascia di prezzo non dovrebbe succedere, ma è un problema gestibilissimo con un minimo di pratica In sintesi, la UniqBall è altamente consigliabile a tutti gli appassionati di fotografia naturalistica che possiedono un supertele e sono sensibili a pesi ed ingombri, ancor di più se amano anche fotografare paesaggi. (c) Massimo Vignoli 2018 per Nikonland
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