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Mostra il contenuto con la massima reputazione di 20/06/2023 in tutte le aree

  1. aggiungo qualche mio iniziale esperimento di confidenza con questa nuova lente, altre le ho già pubblicate tra quelle del magazine 8 motori (dettagli aerei a pratica di mare)
    4 punti
  2. Eccolo arrivato: atteso dai tanti possessori di una Nikon Z DX, per ottenere in poco spazio un luminoso 36mm-equivalente, ossia il fisso di eccellenza da poter essere considerato IL TUTTOFARE Eccone l'unboxing buono per fotografare da vicino (arriva a 18cm dal soggetto) anche in bassa luce (apre fino a f/1,7) soggetti ed oggetti, singoli o in gruppo, un 24mm DX è quel genere di obiettivo da tenere montato sempre sulla mirrorless, o comunque da portare sempre con sè in borsa... Pesa solo 131 grammi, 147 col paraluce (incluso nel prezzo di 329 euro) ed è costruito con uno schema che occupa tutti i 4cm della sua profondità (come ci hanno ormai abituati gli schemi ottici Z-mount): di 9 elementi in 8 gruppi Paraluce curiosamente ad ogiva, con il richiamo della filettatura da 46mm sulla faccia anteriore, per potere gestire filtri Vario (ND, pola, etc) senza dover rinunciare alla difesa dai riflessi laterali, specie alle maggiori aperture. qui comparato a due zoom DX. Rispetto il pancake 26/2,8 misura solo 1,6cm di profondità di più, ma è più luminoso di 1 stop ed 1/3 !!! Qui col suo paraluce montato: di forma certamente inedita nella produzione Nikon recente... ...ma a chi ha posseduto ed utilizzato anche le Nikon One, ben ricorderà il paraluce del 10/2,8 Z 24/1,7 @ f/1,7 t/50 ISO560 A chi però non interessi montare filtri davanti al paraluce... sappia che il diametro da 46mm è identico a quello dello zoom 16-50 e quindi anche del suo più...regolare paraluce... Resta da constatare (e lo farò) che copertura dia rispetto a quello originale: e che problemi di riflessi possano invece ingenerere filtri come i polarizzatori o gli ND, avvitati fuori dal paraluce: seguite questo articolo, che aggiornerò con i dati in oggetto. made in China e baionetta posteriore in plastica, come tutti i low cost Z profilo...davvero da pin-up.... diaframma a 7 lamelle (come gli zoom, il pancake ed il 28/2.8: solo il 40/2 ne ha 9...) adatto a tutte e tre le DX per maneggevolezza, dimensioni e peso ne valuteremo le prestazioni ...che fin dalle prime prove, mi sembrano molto interessanti, al netto di una certa caduta di luce ai bordi alla massima apertura (immaginabile) e che a mio giudizio fa parte del progetto, proprio per enfatizzare on camera le superfici omogenee intorno ai soggetti posti al centro del fotogramma vedo anche uno sfuocato graduale ed un'incisività insperata per un wide leggero come un 24DX Insomma...lo terrò a lungo perchè è una bella focale, di quelle che prediligo, ed aggiornerò periodicamente questa discussione. ----------------------------------------------------------------------------- La maggior parte delle foto che ho scattato con lo Z 24/1,7DX sono nel range di diaframmi tra TA ed f/2 come ben si conviene dopo l'acquisto di un fisso luminoso: diversamente userei i più comodi zoom DX 16-50 o 12-28 che però possono aprire al massimo, rispettivamente a f/4,2 ed f/5,3 che sono chiaramente su questo formato e focale valori da tutto nitido... Cominciamo quindi da qui: obiettivo luminoso = scattare a mano libera in condizioni borderline, quando non si abbiano treppiedi a disposizione, oppure non si vogliano proprio utilizzare, per passare inosservati, sfruttando i punti di forza dei sistemi mirrorless: la silenziosità allo scatto e le dimensioni contenute di un ensamble come questo: Z dx e obiettivo minimal... La caratteristica della focale risultante di questo 24mm è proprio quella di poter sfruttare un angolo di campo più largo di quello di un obiettivo standard, buono per tante cose, dal reportage al ritratto ambientato. il tutto in luce disponibile... sfruttando al massimo la pdc ridotta data dalla sua massima apertura, anche per realizzare una resa dello sfondo adeguata alle aspettative del caso... ...cosa che in cui riesce anche questo obiettivo, economico, ma nonostante ciò dotato di un diaframma a 7 lamelle, un tempo appannaggio esclusivo di pochi mediotele da ritratto Ombre e Luci sembrano proprio il campo d'elezione di questo piccoletto tuttofare... in ogni condizione si renda necessario fotografarli Oppure, all'opposto... anche in presenza di EV elevati, come normale in questo periodo dell'anno, lo si può utilizzare ancora a TA utilizzando un filtro ND, come questo Vario 2-400 (che riesce cioè ad abbattere fino a 9 stop degli EV presenti) qui avvitato alla filettatura anteriore del paraluce di serie, come proposto dal marketing Nikon, non senza qualche mia perplessità, per i motivi che vedremo più avanti. il risultato è molto incoraggiante ed a patto di controllare anche lo sfondo prima di scattare (e poi lamentarsi dello sfuocato), mi pare che anche l'effetto bokeh promesso dal volantino si possa tradurre in uno sfuocato (termine che in giapponese si traduce appunto in bokeh) presente, ma non appuntito: frutto di quel progetto da sette lamelle, di cui scrivevo prima. colori saturi e tendenza cromatica variabile tra blu e ciano, causata dal filtro ND dal prezzo contenuto senza di esso, le cose vanno molto meglio ed oltre alla naturalezza delle cromie, si recupera a mio avviso buona parte della nitidezza che un filtro rotativo a doppio elemento sottrae CERTAMENTE, qualunque sia il prezzo pagato per il suo acquisto (per buona pace dei fedeli di queste filosofie) Molte di queste foto sono state scattate alla minima distanza di messa a fuoco consentita dall'obiettivo, davvero ridotta, di 18cm dal piano focale. Alcune, le più ravvicinate, rinunziando al filtro ND in favore di una lente addizionale acromatica da 5 diottrie Marumi DHG 200, anch'essa montata a monte del paraluce ogivale HN-42, così atipico, dello Z 24/1,7 DX, che concorre ad una resa quasi macro del sistema, complice la grande apertura, con o senza l'ausilio di un piccolo flash di schiarita (che troviamo incorporato solo sulla Z50) ed è grazie a queste prove di angolazione rispetto soggetto e sorgenti di illuminazione, che si evidenzia il difetto che mi aspettavo dovesse apparire prima o poi: il filtro avvitato davanti al paraluce, a determinati angoli di incidenza rispetto la luce del sole (specie se consistente) non può che generare ghosts e flares dei quali usualmente l'obiettivo è privo... giusto per ricordarci che non si sfugge alle normali leggi della fisica: i filtri (se proprio li si debba utilizzare) devono stare dietro il paraluce, siempre ! Volete vederlo in interni a tutta apertura? La Chiesa della Martorana di Palermo, la conoscete già, ma è un banco di prova sempre valido... con i suoi mosaici a tessere d'oro (aprite le immagini, ovviamente) ma anche in ogni altra manifestazione, in qualsiasi condizione di luce e...anche all'occorrenza diaframmando oltre quel lotto di aperture che avete fin qui visto, questo piccolo obiettivo si candida ad entrare nelle borse della maggior parte degli utenti Z DX, se non addirittura, stabilmente montati sulla fotocamera. ...per quanto, all'imbrunire, quando si sciolgono i freni inibitori delle persone... probabilmente consente direalizzare quegli scatti che uno zoomino poco luminoso non permetterebbe se non con elevato tasso di segnale/rumore... Voglio rimarcare l'attenzione che finalmente Nikon sta concedendo al finora trascurato comparto DX della sua nuova baionetta Z , dal versante ottiche.: di tutte quelle fin qui testate, la Redazione di Nikonland è rimasta sempre sorpresa positivamente per l' approccio del tutto analogo rispetto gli obiettivi FX. Anche questo Nikkor Z DX 24mm f/1,7 non fa eccezione e ci lascia un'impressione del tutto positiva e la certezza di un utilizzo tanto semplice quanto proficuo. Tra i pregi di questo 24mm annovero la estrema silenziosità ed efficienza del suo motore Af stepper e la progressività della nitidezza con la chiusura del diaframma: ma già ad f/4 si arriva ad un livello di omogeneità centro/bordi molto soddisfacente. Del resto un obiettivo luminoso lo si compra per utilizzarlo quasi prevalentemente a TA, come già detto, anche a costo di una certa vignettatura fisiologica, non sempre del tutto annullata direttamente via hw, come ormai ci siamo abituati a vedere su realizzazioni più importanti. Il prezzo di commercializzazione è uno dei più bassi del catalogo Z-mount e questo contribuirà a farne un jolly per ogni corredo. Il resto della mia selezione di immagini, lo trovate sull'apposito album... Max Aquila photo © per Nikonland 2023 Se questo articolo vi è sembrato utile mettete un like. A voi non costa nulla ma per noi fa una grande differenza per capire quali siano gli argomenti che i lettori trovano più interessanti. Non abbiate timore ad aggiungere i vostri commenti
    3 punti
  3. Nulla è per caso in Nikon. Ma vi siete accorti di questa misura così eclatante nella sua stranezza, questi 46mm di diametro di lente frontale, tanto diversi dai soliti 52mm o dai consueti (per altre marche) 39mm, da corredare per la terza volta un obiettivo Z Nikkor ? Per primo lo zoomino di equipaggiamento delle prime Z50 e delle successive Zfc e Z30, il brutto anatroccolo che diventa cigno ogni qual volta venga utilizzato, quel 16-50mm che ci ha portato per primo in Z-mount a un f/6,3 inaudito su un 50mm (nonostante DX). Ne ho parlato bene fin dalla sua presentazione di fine 2019 Per secondo, a metà del 2021, il più piccolo dei due Micro Nikkor, quell' MC50/2,8 tanto brutto nell'aspetto, quanto efficiente nella ripresa dei soggetti a lui più consoni... Ed infine, per terzo, l'ultimo arrivato, il 24/1,7 DX con cui scatto foto solamente da ieri, ma già con grande soddisfazione, avendolo ribattezzato come "il tuttofare" Ma cosa mi porta a svegliare dal ritiro il simbolo del Dottore? il fatto della stranezza che obiettivi pur differenti nelle specifiche e nella copertura di campo, ciononostante accomunati dal diametro atipico di 46mm di lente frontale, debbano necessariamente essere dotati di paraluce di forma e dimensione differente, per esaudire il compito importantissimo deputato a questo accessorio: principalmente evitare riflessioni di luce parassite e trasversali, pochissimo amate dai sensori moderni secondariamente, ma non meno importante, svolgere un ruolo di protezione da ditate, graffi, vento, urti, per la lente frontale degli obiettivi dedicati. Ebbene, questa diversità, nei tre paraluce in oggetto è davvero portata all'eccesso....: I loro nomi seguono comunque una logica comune: HN-40 quello per il DX 16-50mm f/3,5-6,3 HN-41 quello del MC 50mm f/2,8 (incredibilmente piccolo per un macro FX) HN-42 quello del nuovissimo DX 24mm f/1,7 davvero il più strano di tutti per la sua forma ogivale Caratteristica del paraluce di questo 24/1,7 è certamente la replica della filettatura da 46mm anche sulla faccia anteriore, giacchè nelle intenzioni dei progettisti c'è l'idea di consentire in questo modo il montaggio esterno dei filtri a doppia ghiera, come gli ND ed i Pola, che diversamente non potrebbero essere agevolmente gestiti (ma resta la mia perplessità sulla possibilità che il filtro esterno al paraluce porti a desaturare il contrasto dell'immagine a determinati angoli di incidenza rispetto l'illuminazione) Del resto anche il paraluce per il MC 50/2,8 ha la stessa replica esterna della filettatura, ma per la costruzione particolarmente delicata del nocciolo ottico di tale obiettivo, che in posizioni prossime al massimo RR fuoriesce parecchio dal barilotto, io sconsiglierei di appesantire ulteriormente questa struttura. i tappi dei tre obiettivi sono ovviamente identici... Devo confessare di essere particolarmente scettico sulla efficacia di tutti e tre questi paraluce: salvo forse il più semplice e consueto HN-40 del 16-50 che è abbastanza proporzionato alle dimensioni reali dell'ottica e ho sempre utilizzato con profitto. Mentre il paraluce del MC mi sembra del tutto inutile ed impossibilitato a svolgere un ruolo che necessiterebbe una palpebra di gran lunga più profonda, ma che per le anomale forme di questo curioso (quanto efficace) obiettivo non ne consentirono la progettazione: c'è da dire che il Nikkor MC 50/2.8 possiede anche ai margini del barilotto una ancor più atipica seconda ghiera da 62mm (misura questa standard per i Micro Nikkor) alla quale poter collegare l'accessorio duplicatore di originali ES-2, del quale anche abbiamo scritto... E nemmeno a parlare di questo paraluce ogivale per il 24 DX: mi fa un' antipatia viscerale e l'utilizzerò giusto per dovere di cronaca e per rispetto al progetto di filtratura esterna (domani mi arriva il filtro ND da 46mm) ma penso di provare anche soluzioni diverse e più consuete, a partire dal semplice HN-40 dello zoomino 16-50... Effetto Max Aquila photo © per Nikonland 2023 Se questo articolo vi è sembrato utile mettete un like. A voi non costa nulla ma per noi fa una grande differenza per capire quali siano gli argomenti che i lettori trovano più interessanti. Non abbiate timore ad aggiungere i vostri commenti
    3 punti
  4. Come avevo dichiarato in altro topic, il mio praticamente unico desiderio in termini di attrezzatura fotografica per il 2023 era il nuovissimo Nikkor 24 1.7 DX. Quindi, appena reso disponibile sul Nikonstore, l'ho fatto mio per un prezzo contenuto ma che, se è stata mantenuta la linea dei passati Nikkor Z, non mi fa certo dubitare delle prestazioni di questo obiettivo. Assolutamente degno di lodi il servizio Nikonstore, che mi ha recapitato il prodotto a meno di 24 ore dall'ordine. Acquisto effettuato il 15/06 alle 14:42, il 16/06 alle 14:20 lo avevo in mano. Dopo qualche cristone lanciato per aprire l'imballaggio (di lusso, ma un po' difficile da aprire), ecco apparire la scatola vera e propria. Piccola, leggera, quasi un cubetto. Taglio il sigillo di garanzia (attivata automaticamente al momento dell'ordine, gran comodità) e apro il box. All'interno troviamo i manuali in varie lingue, ed obiettivo e paraluce imballati separatamente in comodi sacchettini di pluriball (scusate i colori sparsi). L'obiettivo è compatto, ma meno di quanto mi aspettassi. E' lungo circa il doppio del 16-50, leggero eppure di aria solida. Particolare il paraluce, che è concavo invece che convesso come gli altri. Non so quanto sia diffusa questa soluzione, personalmente è la prima volta che la incontro. Una volta montato si capisce che offre alla lente frontale una protezione senza precedenti. Una volta montato il paraluce sull'obiettivo, il tappo anteriore si monta sopra di esso e non sull'obiettivo stesso come si fa di solito, regalandoci una forma del barilotto... simpatica. E' ora il momento di montarlo sulla Zfc. Nella foto successiva si nota la filettatura per eventuali filtri, e si può apprezzare la protezione contro gli urti accidentali verso la lente anteriore. Aggiungo qualche altra vista. L'insieme fotocamera e obiettivo sta molto bene in mano, i pesi sono distribuiti su un volume di profondità contenuta, quindi il baricentro è spostato verso la mano che regge la fotocamera. Finora l'impressione è estremamente positiva. Per le foto di prova stay tuned, purtroppo la fotocamera è in carica...
    2 punti
  5. Pessima inquadratura. La foto sarebbe da cestinare anche per il punto di ripresa. E poi manca un pezzo del piano di coda del Sabre. Che si può fare ? allarghiamo l'inquadratura Togliamo il nose dell'aereo non inquadrato che disturba e basta. E poi applichiamo il riempimento generativo al resto : magia, ecco una convincente ricostruzione dell'intero piano di coda sinistro del Sabre. La foto resta "non un granché" ma ai fini documentativi almeno è completa.
    2 punti
  6. Buongiorno, come più volte promesso, Viltrox ha finalmente messo in produzione il suo rinomato AF 75mm f/1.2 APS-C anche per attacco Nikon Z. Sarà disponibile a partire da luglio 2023 Per ora in preordine via Pergear al prezzo di € 512 (oltre spedizione e imposte di importazione). immaginiamo che dal mese prossimo sarà disponibile anche presso gli importatori europei e Amazon. Viltrox ha confermato che anche il recente AF 16mm f/1.8 Full-Frame verrà reso disponibile per attacco Nikon Z entro la fine del 2023. Recentemente alcuni autorevoli commentatori hanno affermato che con questi due obiettivi (noi aggiungeremmo anche il bel 13/1.4), Viltrox ha raggiunto la parità tecnologica con i marchi giapponesi (segnatamente Tamron e Sigma). Noi ne conveniamo ma ci permettiamo di far presente ancora una volta che la tecnologia è importante ma non può soddisfare a pieno il cliente senza : una rete di distribuzione capillare e localizzata in tutto il mondo una rete di assistenza affidabile sotto una garanzia localizzata che rassicuri l'acquirente (attualmente questa non esiste e colloquiare con i marchi cinesi è una cosa da Mission Impossible). Sottolineiamo però che Viltrox tra i marchi cinesi è il più all'avanguardia e che, a seguito degli ultimi interventi a livello firmware di Nikon, ha reso con tempestività disponibili nuovi firmware per mantenere compatibilità con obiettivi e adattatori su attacco Z. Cordialmente.
    2 punti
  7. aggiungo le ultime scattate durante il video (inizialmente mi erano sfuggite essendo solo in jpeg e non in raw)
    2 punti
  8. Ma hai ragione, sono andato a memoria sul 16-50 e me lo ricordavo più pancake. Invece sono quasi uguali. Vedi che scherzi fa la memoria? Lascio qui le prime due immagini, entrambe fatte a 1.8 perché non ho ancora la testa per l' 1.7 Crop al 100% Lo sfocato è bello cremoso. Foto presa da circa 20cm. Si vede come dipingo male Enrico che ronfa Il fuoco sarebbe dovuto essere sul muso e invece boh.
    2 punti
  9. Sono esempi delle potenzialità di uno software, non ci vedo nulla di male a parlarne. Anzi, forse penso sia proprio necessario, perché non bisogna guardare solo il proprio orticello, ma conoscere le cose, per essere informati nel bene e nel male. Ognuno poi gestisce il suo lavoro come preferisce, chi cestina e ci riprova, chi se la tiene e ci riprova lo stesso per farla "bene", chi invece gli va bene così e sarà soddisfatto, chi invece non potrà ripeterla e quindi se la deve far andare bene. Onestamente io penso che per salvare foto di viaggio ad esempio sarebbe una manna. Sarebbero foto ripetibili, certo, ma mentre in certe città probabilmente ci tornerò più volte (Parigi, Londra, ...) in altre molto meno (difficilmente tornerò ad Istanbul o Cape Town, ad esempio). Quindi nel secondo caso per me non sono foto ripetibili, e in questo caso come la vedi usarla? Sul discorso Nikonland come strumento di crescita fotografica, posso essere d'accordo. E nel caso di mostre e concorsi estremamente d'accordo. Sul discorso editoriale sono molto in dubbio, da una parte mi infastidirebbe se il National Geographic usasse metodi così potenti per fare foto che illudono, dall'altra penso addirittura sia da chiudere un quotidiano se lo usasse per falsificare foto per "propaganda editoriale", mentre in molti altri casi non sposterebbe nulla. Nella pubblicità non interesserebbe proprio nulla di nulla.
    1 punto
  10. Infatti. Ma parimenti è anche il primario motivo perché molti preferiscano la versione FTZ II alla precedente. Proprio per l'assenza del famigerato piedino, inutile con tutti gli altri obiettivi (quelli corti e quelli che hanno già un piedino per il treppiedi, magari rimuovibile). C'è anche da puntualizzare che l'FTZ (I e II) è prodotto in fusione di lega leggera (e friabile), appena rinforzata nella parte della piastra di aggancio. Mentre tutti i piedini e le piastre da treppiedi universali, oltre ad essere con attacco Arca Swiss, sono costruiti in alluminio rigido, con nervature di rinforzo e per estrusione a freddo, non fusione. Con tutte le evidenti differenze in tema di resistenza a torsione e sforzo.
    1 punto
  11. Buongiorno, come più volte promesso, Viltrox ha finalmente messo in produzione il suo rinomato AF 75mm f/1.2 APS-C anche per attacco Nikon Z. Sarà disponibile a partire da luglio 2023 Per ora in preordine via Pergear al prezzo di € 512 (oltre spedizione e imposte di importazione). immaginiamo che dal mese prossimo sarà disponibile anche presso gli importatori europei e Amazon. Viltrox ha confermato che anche il recente AF 16mm f/1.8 Full-Frame verrà reso disponibile per attacco Nikon Z entro la fine del 2023. Recentemente alcuni autorevoli commentatori hanno affermato che con questi due obiettivi (noi aggiungeremmo anche il bel 13/1.4), Viltrox ha raggiunto la parità tecnologica con i marchi giapponesi (segnatamente Tamron e Sigma). Noi ne conveniamo ma ci permettiamo di far presente ancora una volta che la tecnologia è importante ma non può soddisfare a pieno il cliente senza : una rete di distribuzione capillare e localizzata in tutto il mondo una rete di assistenza affidabile sotto una garanzia localizzata che rassicuri l'acquirente (attualmente questa non esiste e colloquiare con i marchi cinesi è una cosa da Mission Impossible). Sottolineiamo però che Viltrox tra i marchi cinesi è il più all'avanguardia e che, a seguito degli ultimi interventi a livello firmware di Nikon, ha reso con tempestività disponibili nuovi firmware per mantenere compatibilità con obiettivi e adattatori su attacco Z. Cordialmente.
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  12. Ripeti di nuovo questa boutade... Non sono i fotografi a dover temere queste innovative tecnologie . Solo chi si occupa per lavoro di quello che fai tu per divertimento.
    1 punto
  13. Buonasera a tutti. Avevo un 24/70 f 4 preso in kit con la Z 6 II che, sinceramente, credo di non aver mai usato ( ...o forse una volta, giusto per vedere come funzionava...). Incuriosito da questo moscerino ho deciso di fare un cambio: via lo zoom ed in cambio preso il 26 f 2.8 ed il 40 f 2; la focale lunga la copro con il 70/200. Oggi ho fatto i primi scatto con entrambi, giusto per vedere cosa poteva uscire fuori. Sinceramente, considerando che fra tutti e 2 sono 350 grammi da portare in borsa, io sono assai soddisfatto. Tutte con Z 6II in manuale ed Iso auto. Siena : 1/800 - f 4 - Iso 110 Peluche : 1/800 - f 4 - Iso 500 Scultura : 1/800 - f4 - Iso 100 Cleo : 1/640 - f 2.8 - Iso 11.400
    1 punto
  14. Premessa. Nikon con la Z9 ha fatto un enorme salto avanti nelle prestazioni autofocus delle mirrorless. Questo non significa che le precedenti Z avessero un autofocus inefficace, tutt’altro. Anche loro, mi riferisco alla mia esperienza diretta su Z6 e Z6II ma anche ad informazioni ricevute da amici e sul campo per le Z7 e Z7II, hanno un buon funzionamento e di fatto le immagini che ho scelto per illustrare l'articolo sono scattate con tutte loro. Ma se serve il massimo, quello è ad oggi presente solo sulla Z9. Per ottenere quelle prestazioni, però, occorre capire come districarsi nelle varie opzioni. Quella che segue è quindi una guida pratica, basata sulla mia esperienza, attraverso la quale ho selezionato cosa usare nei diversi scenari. Quasi tutto è applicabile, pur con diversi livelli di efficacia ed ergonomia, alle Z “più piccole” ma la macchina presa a riferimento è la Z9. Z6 su 500/5.6PF 1/250 f5.6 ISO 2500 Informazioni di base. Come mette a fuoco una mirrorless? Come detto, questa è una guida pratica. Non cercherò quindi la correttezza formale dei termini usati per illustrare i concetti, ma cercherò di essere il più possibile chiaro e comprensibile. In soldoni, il software riceve dal sensore le informazioni sull’immagine inquadrata e determina dove è il massimo contrasto nell’ambito della modalità AF selezionata, se previsto cerca di riconoscere il soggetto e concentra l'analisi su quello. L'analisi è fatta con algoritmi sofisticati, il vero vantaggio competitivo di ogni produttore. Noi dobbiamo tenere presente che a fianco ad una logica predittiva c'è il rapido movimento avanti ed indietro del piano di fuoco e la ripetuta lettura dei dati dal sensore. Z6II su 500/5.6PF 1/2000 f5.6 ISO 250 (gli spruzzi di neve davanti credo rendano l'idea della velocità con la quale correva giù da li) Questa è la base, l’ABC. Ma ne discendono subito alcune conclusioni: 1) Abbiamo risolto il problema della calibrazione delle lenti e, in parte, del focus shift. 2) Esporre correttamente è determinante (o almeno evitare di lamentarsi se l’AF non trova il contrasto in scene slavate dalla sovra esposizione o illeggibili per la sottoesposizione). 3) La velocità dell’AF dipende direttamente dalla velocità di lettura del sensore, questo è il motivo più rilevante per cui la Z9 è più veloce della Z6II che è più veloce della Z7II che…. Il legame con la velocità del sensore è ancora più forte, allo stato attuale delle tecnologie, della velocità del processore (che come vedremo può essere aiutato). 4) La velocità dell’AF dipende dalla velocità del motore AF della lente, che a sua volta può dipendere da quanto “spinge” la batteria della macchina. Non è un caso se le vecchie lenti AFS sono compatibili ma le nuove, con i motori lineari, vanno meglio. O se il nuovo 400/2.8 usi i nuovi VCM. Quindi non date la colpa all’AF della vostra Z se davanti montate un bradipo. O se volete spingere al massimo un supertele AFS attraverso l’FTZ con una EN-EL15. 5) Poiché fino a f5.6 le ML mettono a fuoco a diaframma chiuso (differenza fondamentale rispetto alle reflex che lo fanno a diaframma aperto), la percezione del migliore piano di fuoco da parte della macchina può richiedere un movimento più ampio, quindi uno zic di tempo in più (o di imprecisione). Ma anche che la macchina faticherà di più di una reflex a mettere a fuoco il soggetto se “stacca poco” dallo sfondo e la lente è poco luminosa (e qui temo che quelli che pensano che con la capacità ISO delle attuali macchine tra un 500/4 ed un 200-600/6.3 la maggiore differenza sia nel peso abbiano una epifania). 6) Più è piccola l’area AF selezionata e meno c’è da calcolare, questo in particolare aiuta le sorelline della Z9, quindi l’AF è più reattivo (e la macchina meno propensa ad “andar per funghi”). Z6II 500/5.6PF 1/1000 f5.6 ISO 1600 - (Un sacco di neve in mezzo: Dynamic Area AF Small) Z6II 100-400/4.5-5.6S 1/2000 f8 ISO 320 (sembra quasi fermo, ma vi posso assicurare che viaggiava veloce, sommando al proprio movimento quello del gommone - 1/2000 non è un errore di impostazione) E allora? Come impostiamo la Z9 per avere il massimo? Premesso che, come sapete, io non credo di avere la verità in tasca - e che quindi ci sono di sicuro altri modalità che per altri fotografi producono risultati analoghi o anche migliori - Io faccio così: 1) Sempre AF-C, ovvio… (beh, nella paesaggio o nella macro se ben appoggiato AF-S ) 2) a1 - “Selezione priorità AF-C” - su messa a fuoco + scatto. 3) a3 - “Focus Tracking + Lock-On” - su 2 (uno step più rapida del default). 4) a6 - “Attivazione AF” su ON. I fanatici della messa a fuoco con il pollice riflettano su un fatto: la necessità di focheggiare e ricomporre è passata con le reflex, oggi puoi mettere a fuoco ovunque abbia un senso. 5) a11 - “Visualizzazione a fuoco AF-C” - su ON, per me è determinante vedere quando la macchina ha acquisito il fuoco. 6) a14 - Velocità di selezione punto AF - su High. 7) f2 - controlli personalizzati. Associo al pulsante AF-On una specifica modalità di AF (ovviamente diversa da quella impostata sotto il pulsante di scatto). Le modalità modalità AF che uso di più sono tre: - Dynamic-area AF Small. Funziona così: la macchina mette a fuoco nel quadretto selezionato ed usa gli altri 8 come assistenti per agevolare la conservazione del fuoco sul soggetto in caso di movimento (del soggetto o della macchina!). Questa è la mia “messa a fuoco di fino” ed il modo che uso in macro se non ho appoggi, mentre se li ho preferisco AF-S e Pinpoint. E' la modalità con la quale scatto i miei animalscapes (anche se sto sperimentando l'1x1). Per chi pensa in termini di reflex, questo è sostanzialmente uguale al “dynamic-area 9 points”. L’altro vantaggio è che questa modalità dà poco peso al soggetto più vicino, quindi è preferibile usarla ad esempio mentre nevica forte (momento nel quale la wide-area tende a preferire la neve che cade tra fotografo e soggetto). Z6 su 105/2.8MC 1/50 f3.2 ISO100 (AF-S Pinpoint) Z9 su 105/2.8MC 1/400 f4 ISO90 (AF-C Dynamic-area AF Small). - Wide-area AF Small abbinata al riconoscimento del soggetto. La macchina cerca all’interno del quadrato selezionato e cerca di riconoscere, nell’ordine, corpo, testa ed occhio. Non sempre riesce e mi aspetto costanti miglioramenti nel tempo del software. Nella mia esperienza ci sono due fattori macroscopicamente discriminanti: quanto è grande l’occhio nel fotogramma e quanto contrasta con le zone di testa/muso che sono accanto. Per chi pensa in termini di reflex, questo è la più vicina approssimazione dei gruppi. Non è così preciso nel capire il punto più vicino…. Ma - spesso - riconosce l’occhio, cosa che quanti con i gruppi si sono trovati il fuoco sul naso o sul becco dovrebbero valutare positivamente. Z9 su 500/4E FL 1/2000 f5.6 ISO 500 Z9 su 100-400/4.5-5.6S @400mm 1/2000 f5.6 ISO 250 Z9 su 100-400/4.5-5.6S @400mm 1/2000 f5.6 ISO 220 - Wide-area AF C1 abbinata al riconoscimento del soggetto ed impostata a 1x1. Questa è un pochetto tricky. Ma fa miracoli su animali con l’occhio poco contrastato in quanto la sua piccola dimensione consente di selezionare comunque la messa a fuoco dove è l’occhio anche se questo non è riconosciuto. E conserva la priorità al soggetto più vicino. Z9 su 24-120/4 @115mm 1/400 f4 ISO 64 Integrazione: Wide Area AF 1x1 (aggiornamento FW 3.0) fa miracoli anche nei casi in cui si vuole contare sul riconoscimento del soggetto ma non si è sicuri del fatto che l'automatismo lo riconosca e si fotografa in situazioni intricate. Per me, al momento, è una delle opzioni più interessanti in naturalistica, riuscendo a coniugare una gran capacità di selezione del punto esatto di messa a fuoco per soggetti non riconosciuti con la capacità di riconoscerli. Insomma in passepartout! Da notare che le wide-area trovano e mantengono a fuoco il soggetto - occhio compreso - anche fuori dal proprio perimetro (purché vicino allo stesso). Z9 su 100-400/4.5-5.6S @400mm 1/2000 f5.6 ISO 220 Come vedete, non ho inserito aree grandi. Capisco che chi vuole fotografare uccelli in volo con lo sfondo del cielo azzurro e senza sbattersi a muovere il joystick questa possa essere una carenza. Il motivo è presto detto: io seleziono dove voglio il soggetto nel fotogramma con il joystick e poi focheggio. Una foto perfettamente a fuoco ma composta male ha per me molto poco valore. Ma ho scritto “che uso di più” non esclusivamente. Una volta capiti i razionali della scelta sarà facile usare quando serve la Wide-area AF Large o, meglio, la dimensione/forma del custom C2 che ha il miglior fitting con il soggetto e la situazione che volete fotografare. Quindi sta al fotografo determinare quando sia utile usare aree più grandi. Ma ricordate alcune cose: - usare un’area molto più grande del soggetto quando la macchina non ne riconosce l’occhio è alla base del rischio che la macchina preferisca mettere a fuoco altrove. In particolare se il nostro soggetto è scuro ed a basso contrasto, come tutti gli animali che tendono ad avere un pelo che li mimetizza, peggio ancora se intorno ci sono alti contrasti (es. erba/canne/foglie/pietre illuminata dal sole). - è un modo per diventare matti se nella scena ci sono diversi animali. Cosa piuttosto rara, per quello da li ho iniziato questo paragrafo sulle aree grandi, fotografando uccelli in volo. - la difficoltà nel mettere a fuoco con aree piccole è sostanzialmente... nel fotografo. Già, per aumentare la percentuale di successo occorre imparare a tenere l'area sopra il soggetto. Volutamente, nella mia analisi non ho nemmeno inserito il 3D. Non ne ho grande esperienza, probabilmente lo proverei ad usare se, ad esempio, volessi riprendere l’involo di un airone fermo su un posatoio. Z9 su 500/4E FL 1/2000 f5.6 ISO 500 (non sembra, ma questa è la vera lotta per la sopravvivenza: il gabbiamo è li per predare le uova che le due femmine di Edredone stanno covando) Bonus track. C’è ancora una cosa che non vi ho detto: perché associo ad AF-On una modalità AF diversa da quella del pulsante di scatto? Molti ci saranno già arrivati, la risposta è facile. Perché questo mi consente di ottenere un risultato enormemente utile, che descrivo con un esempio: - Sto fotografando un animale fermo, lo faccio con Dynamic-area AF Small. Cerco di tenere gli ISO bassi, anche impostando tempi mediamente lunghi. O magari un paesaggio, mentre aspetto che succeda qualcosa. - All’improvviso l’azione si scatena, uso il bottone AF-On sotto il quale ho memorizzato Wide-area AF Small…. Oltre a 1/2000, il diaframma più aperto che ha la mia lente, Auto ISO e raffica a 20fps (ovviamente qualsiasi valore è possibile, la scelta dipende dal contesto). In sostanza è come avere 2 impostazioni diverse accessibili semplicemente scegliendo di mettere a fuoco con l’indice o il pollice. Ovviamente potete combinare i due modi secondo la vostra preferenza o caratteristica della sessione di scatto. Gli esempi sono infiniti. La mia scelta è però quella di usare il pollice per l’azione, in particolare quella più inattesa, per cui invariabilmente tempi rapidi, tutta apertura ed auto ISO. Ed impostare di volta in volta, secondo quello che lo shooting richiede, AF e parametri di esposizione sotto il pulsante di scatto. Si può arrivare ad un risultato analogo anche con i bank, li ho usati per un po’. Ma preferisco questo modo perché lo trovo più immediato e semplice da memorizzare. Z9 su 100-400/4.5-5.6S @400mm 1/500 f5.6 ISO 280 Chiudo l'articolo sotto lo sguardo attento e furbetto di questa volpe artica in muta, quindi vi confido che di motivo per usare il doppio AF ne ho un altro. Siamo in una transizione: non ho ancora chiaro quali animali sono riconosciuti e con quale precisione. Quindi sperimento. E siamo alla fine. Spero di non aver deluso chi si aspettava formule magiche, vi ho fornito i principi sui quali imposto le mie scelte, distillati in ore sul campo e leggendo tutto il materiale che ho trovato. Massimo Vignoli per Nikonland (c) 23/10/2022
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  15. Salve Mauro, non sono d’accordo, nel senso che se la foto è così pessima, cestiniamola. Atrimenti che senso ha discutere e cercare di migliorare su tecnica, attrezzature ma soprattutto cultura della fotografia. Io pubblico su Nikonland per evolvermi, e accetto di buon grado le critiche costruttive, i consigli, e approfitto per ringraziare Tanker ma non vedo la necessità di ricorrere a soluzioni extra per salvare una foto come questa, che di certo non ha un contenuto unico o irripetibile
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