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Mostra il contenuto con la massima reputazione di 28/09/2022 in Articolo Commenti

  1. Mi è piaciuto da matti, come del resto, prima di lui, mi è piaciuto un casino il Nikkor Z 800/6.3 Non credevo che il nuovo 400 fosse così "furbo" ed invece accidenti... Oltre ad essere veramente ben fatto, è straordinariamente maneggevole e PICCOLO. Era noto in verità da molti anni che la soluzione 400/4.5 permette configurazioni decisamente compatte, il nonno 400/4.5 Canon FD e lo zio anziano 400/4.5 Minolta AF erano soluzioni veramente interessanti che ebbero il loro successo, tutto di nicchia per carità ma significativo. Va detto però che quegli obiettivi si trascinavano appresso il concetto del "voglio ma non posso", noioso e alla lunga frustrante, che li relegava tra gli attrezzi di passaggio, palestra economica verso altri strumenti più impegnativi o verso la dismissione di una passione troppo impegnativa. Qui invece Mauro mi ha concesso di testare con mano un nuovo concetto che deve far pensare, ponderare in modo nuovo, tante cose. Intanto il Nikkor Z 400/4.5 digerisce con una leggerezza imbarazzante il TC 14Z, il che non è affatto ovvio. Se fate mente locale, con il vecchio Canon FD o il Minolta AF a nessuno veniva in mente di accoppiarli con un TC imbruttendoli di uno stop oltre che devastandone irrimediabilmente le qualità ottiche native. Qui Invece grazie al mirino elettronico lo stop in meno non è pervenuto, e la qualità risultante è impressionante. In pratica un subiolotto da circa 32 cm (con il paraluce) capace di una risolvenza micidiale, che diventa un 560/6.3 dellamadonna, usabilissimo a mano libera grazie ad un autofocus scattante e alla reattività del VR di ultima generazione, leggero e poco invasivo. Per capirci ecco il confrontino con il 200-400/4 VR II Nel mio zaino grosso questo Nikkor Z400/4.5 ci "balla dentro" a differenza del mio caro zoom che fa ballare me. Ok, ok, confronto uno zoom f/4 con un fisso 4.5 non è la stessa cosa, vero, vero. Ma il potere di ingrandimento lo fanno i 400mm e questo è un aspetto fondamentale altrimenti non saremmo qui a parlarne. Ho ripreso alcuni pellicani ricci a distanza siderale e i jpg della Z9 a tutto schermo sono ben più che ottimi. Ha ragione Mauro questa coppia di teleobiettivi apre orizzonti nuovi. Riprese che normalmente pretendono un certo impegno e dedizione, con ottiche come questa diventano una passeggiata. Il che vuol dire potersi concentrare meno sulla logistica e di più sulla fotografia. Mia moglie dice sempre che a me più che fotografare piace spostare del materiale, non è vero ma non posso biasimarla: un paio di treppiedi reti mimetiche il tele lungo e quello corto, il grandangolo e tre macchinette fanno un bel volume e un bel tonnellaggio. Il nuovo paradigma Nikon ci propone una soluzione assolutamente vincente, tutto sta a digerire quei diaframmi non canonici che rimandano a limitazioni ben note, limitazioni che oggi realmente non esistono più. Grazie Mauro!
    4 punti
  2. La luce più amata da Peter Linbergh che chiudeva città e ingaggiava set cinematografici da decine di kilowatt anche in luoghi assolati. Ho avuto il piacere di scattare assieme a Mauro sabato con quel sole che non scalda nessuno e non cuoce i modificatori, il piacere di riscoprire che la luce continua controllata non ti fa sbagliare un fuoco alla macchina e quando è tanta anche se la modella non si muove lentamente, ti consente un tempo rapido sufficiente per sbagliare poco. Sono due mondi paralleli diversi i flash e le luci cinematografiche i li trovo entrambi affascinanti ma certo che vedere cosa stai facendo è molto più immediato e divertente. Ricordo diversi dei miei set che hanno richiesto anche 40' per settare la luce flash, la pazienza delle modelle che se non fossero state amiche mi avrebbero mandato a quel paese prima di trovarlo
    2 punti
  3. 2 punti
  4. dopo questa ulteriore conferma qualificata, non vedo l'ora di riceverlo insieme alla agognata Z9 Complimenti per l'articolo che, a mio modesto parere, è stato scritto con spontaneità e illustrato meravigliosamente
    1 punto
  5. Il mio non ha ancora mai fotografato in “quelle condizioni”… ma lo farà presto. Tra le immagini, tutte decisamente belle, le mie preferite sono le ultime.
    1 punto
  6. Prescindendo dall'abilita' fotografica di Mauro, il suo 24/120 e' stato pesantemente supportato nel secondo batch di foto da una fotoelettrica controarea; il tuo trombone non ha nulla da protestare nel merito
    1 punto
  7. Un articolo scritto e, soprattutto, illustrato col cuore.
    1 punto
  8. Secondo me hanno ancora scorte del sensore della D850 da smaltire. Questo sensore può fare ancora molto per chi si contenta "di uno scatto solo" Ma la verità è che nessuno sa cosa ha intenzione di fare Nikon. Per questo dico che ogni voce che si sente è campata in aria. Concretamente, comunque è tutta questione di sensori e di processori. Una Z6 III con un sensore qualsiasi (da almeno 1/60'' di secondo di tempo di lettura) ma con l'Expeed 7 e l'autofocus stile Z9 già terrebbe bene il mercato. Ricordiamoci sempre che il tallone di Achille della Z6, a parte il processore, è la matrice dell'autofocus molto limitata in termini di punti effettivi di messa a fuoco, non simulati. Per Nikon questo si può migliorare solo con risoluzioni più elevate. Canon ha risolto raddoppiando i pixel e "sprecandone" la metà per il solo autofocus, Sony con un approccio ibrido. Ma senza dimenticare l'effetto moviola a mirino quando si passano i 5 fps.
    1 punto
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