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Mostra il contenuto con la massima reputazione di 01/04/2021 in tutte le aree

  1. I Lupi sono organizzati secondo una gerarchia ben strutturata, cè il maschio alfa e la sua compagna, poi cè la coppia beta e così via di solito tutti imparentati fra loro. Il capobranco periodicamente chiama e passa in rassegna la "truppa", controllandola, quella che può sembrare una specie di rissa, con animali che si ammucchiano a volte mordendosi (non troppo forte) sul muso, mostrando i denti, altre "slinguandosi" e in realtà è un check che comprende anche l'ispezione della bocca per familiarizzarsi e avere informazioni anche sullo stato di salute di ogni componente del branco. Nikon D7100, 300mm f4 AFS, foto di Matteo Renesto (mio figlio maggiore) pp di Silvio Renesto (io). Bayerische Wald, priiima molto priiima dei lockdown!
    8 punti
  2. Cherry picking (scegliere le ciliegie) è un modo di dire inglese che significa scegliere accuratamente i pezzi migliori, come si cercano le ciliegie senza bachi. In attesa di tornare a fotografare quel che mi interessa, ho pensato di riproporre qualcuna delle foto a cui sono più affezionato, anche se non tutte al top della qualità possibile, accompagnate da un piccolo commento e dove esista il link al mio precedente blog sullo stesso soggetto. LIBELLULE ESCLUSE, gli ho già dedicato il diario e niente ragni così anche gli aracnofobi possono dare un'occhiata. Gufo di palude ambientato, Nikon D800, 330mm f4 AFS + TC 14. Qui il blog: http://www.nikonland.eu/forum/index.php?/gallery/image/5842-gufo-nella-palude/ Le raganelle sono piccole e timide (ho delle foto a formato pieno eh, però.. questa è più interpretata). Nikon D700, 500mm (300mm + tc 17?). Mantide, sempre affascinante. Nikon D700 ed il glorioso micro-nikkor 200mm f4 AfD ED. Un Gruccione non può mancare. Nikon D500, 300mm f4 Pf e Tc 14. Il più rosso Scoiattolo Rosso che abbia mai visto. Una delle mie prime foto a scoiattoli, per quello ci sono particolarmente affezionato. Nikon D300, 80-400mm Af VR (a 180mm, siamo in Engadina). Poiane che litigano. Foto da capanno. Nikon D500, Sigma 100-400 a 135mm. Alba dorata. Nikon D700, 300mm f2.8 Af. Codibugnolo, folletto fantastico. Nikon D300, 300mm f4 AFS + TC17. Airone Bianco Maggiore. Nikon D500, 300mm f4 Pf. Cucù, Gheppio, fotografato dal tavolino del bar, mentre sorseggiavo un calice di Prosecco . Nikon D500, 300mm f4 Pf.
    3 punti
  3. Boh, io ho accumulato decine di migliaia di km di viaggi - molte decine 😉- ma mai ho usato il secondo slot delle macchine per back-up. L’ho scritto e lo ripeto, la preoccupazione va a: - usare dispositivi affidabili, cioè di buona qualità, recenti e collaudate - per un amatore niente più vecchio di 3 max 4 anni ma per chi scatta tanto come un pro niente di più vecchio di 1-2 anni (uno dei parametri sono i cicli di scrittura...). Collaudate perché la casistica più frequente è la “mortalità infantile”, cioè comprarle guaste. - salvare i file da un’altra parte. Già, un viaggio non è un matrimonio: il rischio più grande che correte è il furto della macchina fotografica seguito dalla sua distruzione, che sia questo perché vi cade in acqua o dal burrone o perché la tropicalizzazione ha scelto di abbandonarvi all’ennesimo acquazzone mandando tutto in corto mentre sta scrivendo l’ultima immagine (e quindi probabile ciaone alla scheda). Ma se siete in vacanza..... no stress: i ricordi delle vacanze non stanno da nessuna parte meglio che nella vostra testa, ed è meglio guardarli direttamente che intermediati da un mirino! A che serve il secondo slot? Bella domanda... chiedetelo agli YouTuber.... io li ho usati sempre e solo come overflow, e nella pratica solo quando le schedine erano più piccole di 16gb. Facciamo un sondaggio? Chi usando schedine con le caratteristiche di cui sopra - buona qualità, recenti e collaudate - ha avuto un guasto con una XQD o CFexpress?
    3 punti
  4. Certamente che sono poche. Fino alla fine degli anni 80 gli elementi posteriori, degli schemi retrofocus, si sbozzavano a mano. Poi i corredi medioformato erano dedicati a generi fotografici nei quali un 40mm, paragonabile sul 6x6 al 24mm sul piccolo formato, era già più che sufficiente...
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  5. Peraltro, per mantenere la fama che mi stai attribuendo e per essere quello che ... sfata sempre i miti : un video 2K60p (che non è strettamente necessario perchè 30p basta) della Z6/Z6 II produce un file da 48.000 kilobit/s che corrispondono a BEN 6 megabyte al secondo. Come dire che se qui Windows 10 non imbroglia, in qualsiasi scheda di memoria ci si sta belli comodi. L'8K30p che verrà sarà invece un altro paio di maniche (ma credo che nessuno di noi abbia il televisore o il pc adeguati per sfruttare video del genere !).
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  6. Per me si danno 2 casi: nessun back-up o un back-up che abbia un senso. Nel primo caso, proprio perché il problema vero non sono i guasti, sarebbe meglio non usare schedine enormi. Così una è in macchina e le altre in tasca. Ma è una cosa ormai oggettivamente anacronistica, il taglio "piccolo" oggi per me è 64gb. E se parliamo di vacanza e non di viaggio fotografico se non basta una scheda difficilmente te ne servono più di 2! Sul secondo, che per me è quello da fare in caso di viaggio fotografico, serve un PC. In tutti i miei viaggi fotografici porto il PC, pure se è un viaggio di pochi giorni. E pure quando sono andato in camper. In questo caso servono 2 copie: una sarebbe ideale internamente al PC e l'altra su un SSD esterno. Il perché è molto semplice: sono meccanicamente estremamente più robusti dei dischi e sono piccoli, per cui dal primo scarico di foto l'SSD viaggia in tasca al fotografo. Non nello zaino con l'attrezzatura, non in albergo, non in auto. In tasca. Ah, in entrambi i casi, occorre avere abbastanza schedine per coprire il viaggio. Perché quella è la terza copia. Decisamente parere negativo su tutti gli archibugi basati sullo scarico diretto delle foto su un disco, indipendentemente dalla tecnologia.
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  7. Ma dovessi darvi un consiglio spassionato a voi viaggiatori, altro che backup, vi suggerirei questo :
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  8. E fai bene. Se io facessi viaggi ed avessi la necessità di essere sempre sicuro, la SD secondaria che monterei sarebbe una da 1 TB 633x che non toglierei mai dallo slot interno Ovviamente non mi porrei domande in tema di prestazioni anche perchè durante un viaggio non andrei a fotografare partite di basket.
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  9. A prescindere dallo slot singolo (ma attualmente le macchine che hanno slot singolo SD sono solo certe entry level, tipo la Z50 o la D7500) per avere le prestazioni massime da una macchina che ha come scheda principale XQD/CFexpress, il mio consiglio spassionato è usare sempre e solo la migliore scheda XQD/CFexpress che si può acquistare, senza inserire alcuna SD nello slot secondario. Ma la prestazione massima, onestamente, serve solo a pochissimi fotografi, in realtà. Consiglio personale, naturalmente, poi ognuno segua le ricette del suo video-cuoco preferito.
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  10. Come scheda secondaria ? Boh, si, avendo soldi da sprecare si potrebbe sempre comprare il meglio in assoluto. Ma se uno ha nello slot principale una scheda da 1750 mb/s che differenza potrebbe mai fare avere in quello secondario, una scheda che fa 150 al posto di 100 ? Ma fosse anche 300, vah ... Infine Riccardo, è un fotografo da viaggio, non da raffica.
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  11. scusate, ma non sarebbe apprezzabile la maggiore velocità in scrittura della prima (150mb/s contro 100 e 120)? a meno che non si faccia esclusivamente una fotografia lenta e ragionata. Ma in caso di utilizzo della raffica o di riprese video, la maggiore velocità di scrittura non dovrebbe essere un vantaggio?
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  12. "Questa o quella per me pari sonoA quant'altre d'intorno,D'intorno mi vedo.Del mio core l'impero non cedoMeglio ad una che ad altre beltà." Rigoletto, Il Duca di Mantova, libretto di Francesco Maria Piave
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  13. Il Delkin per leggere le Manfrotto ... se lo lasci attaccato all’usb del pc (Mac) scalda come se fosse un HD... non so gli altri ... e mi hanno sorpreso le dimensioni , sembra quasi un HD .. ( piccolo ) , comunque velocissimo ...
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  14. Bene, eccoci arrivati al primo quesito che il neo acquirente Nikon Z si pone, in relazione all'acquisto dello zoom transtandard, del quale dotare la propria mirrorless Z che il negoziante ci ha appena messo sul bancone del negozio. E ciò grazie all'inaspettata presentazione del 24-70/2,8 inizialmente previsto per essere presentato più avanti nel 2019 e certamente in concorrenza fin da subito con l' f/4 presentato in bundle con Z7 e Z6 nei kit che hanno fin qui alimentato il mercato Nikon Z, fin dalla presentazione dello scorso agosto 2018. Abbiamo parlato a lungo su Nikonland di entrambi gli zoom e scritto anche diversi articoli che potete trovare nella sezione del sito dedicata. Ma grazie alla fruttuosa collaborazione col distributore nazionale Nital, che ci ha consentito di utilizzare il neo presentato Nikon 24-70mm f/2,8S per un periodo sufficiente a formulare delle valutazioni oggettive, mi posso permettere di esternare il mio parere in proposito, avendo utilizzato i due 24-70mm sulla mia Z6 in situazioni differenti allo scopo di evidenziarne pregi ed eventuali difetti. Gli elementi da considerare per confrontare due zoom di questo range di focali, quello nel quale probabilmente scattiamo la parte più rilevante delle nostre immagini usuali, tanto da poterlo considerare uno degli strumenti fondamentali per tutti coloro che non fanno nel loro fotografare una questione specialistica all'nterno di ambiti precisi e delineati, sono al solito alcuni parametri, quali: maneggevolezza e peso nitidezza e contrasto efficienza del motore AF caratteristiche complementari (distorsione, vignettatura, aberrazioni cromatiche) Come tradizionalmente su Nikonland scriviamo, teniamo in nessun conto il rapporto qualità/prezzo in quanto lo riteniamo assolutamente soggettivo, in termini della differente disponibilità economica di ognuno di noi e, sopratutto, in funzione delle diverse (anche opposte tra loro) motivazioni all'acquisto, se distinguessimo utenti fotoamatori da utenti professionisti. La maneggevolezza distingue questi due zoom per ovvii motivi: ingombri e posizionamento delle ghiere sono diversi e soddisfano due esigenze differenti, inconciliabili, quella di scegliere lo strumento di riferimento di un sistema per prestazioni e dotazioni, oppure quella di dotarsi di un obiettivo facile da trasportare e utilizzare senza neppure guardare il barilotto: queste sono le caratteristiche che separano il Nikon 24-70/2,8S dall' f/4. Inappuntabile la cura costruttiva ed i materiali impiegati per entrambi: anche il design, per quanto diverso ha i suoi perchè per ognuno dei due zoom. Prezzo, peso e dimensioni distinguono profondamente questi due zoom, che costano (tenendo conto il valore dell' f/4 all'interno dei kit) uno dal doppio al quadruplo dell'altro, pesano uno mezzo chilo e l'altro 800 grammi, misurano diametri ben differenti e sono equipaggiati in modo ben differente, spartano il meno luminoso, dotato di due ghiere (una programmabile) e del solo selettore AF-MF, addirittura tre ghiere sul più luminoso, oltre a due pulsanti: l'inedito tasto display per leggere sull'apposito display digitale, alternativamente, diaframma, lunghezza focale, distanza di maf e scala di pdc, oltre ad un tasto funzione programmabile da menù fotocamera. Motorizzazione AF silenziosissima in entrambi gli zoom, affidata agli stepper passo-passo: ideali per il video (costanti e silenziosi) eccezionali in fotografia. Due obiettivi della stessa focale, differenziati quindi da una diversa impostazione di utilizzo, da una diversa dotazione comandi (inedita non solo per Nikon), ergo... anche da una diversa resa ottica? Aspettate un attimo, direi... non è ancora finita ! Schemi ottici ben differenti: 17/15 per l' f/2,8 14/11 per il meno luminoso f/4 strutturalmente molto diverso negli elementi e per la loro disposizione in gruppi determinano però una resa ottica mediamente simile sulle distanze medio-lunghe e a diaframma chiuso, come f/11 per entrambe le foto a seguire (metterò sempre per primo lo scatto con l' f/2,8 e poi quello con l' f/4) così come ad f/16 dove si notano le differenze tra i due zoom è naturalmente alle aperture maggiori, sia per le maggiori potenzialità del diaframma in più del più luminoso, sia per i potenziali problemi di vignettatura che a parità di diaframma potrebbero affliggere il meno luminoso f/2,8 TA @ 2,8 f/2,8 @ 4 f/4 TA @ 4 dove ci si dovrebbe aspettare che a TA il meno luminoso dei due zoom possa vignettare più del fratellone allo stesso diaframma di f/4...ma questa affermazione di principio non trova riscontro, a mio vedere, quanto invece il più luminoso deve sopportare alla sua massima apertura, per motivi legati alla maggior dimensione della sua lente anteriore f/4 per entrambi in queste due immagini, dove il meno luminoso, qui sotto è quindi a TA ancora f/11 per entrambi Sappiamo inoltre come gli obiettivi per Nikon Z oggi collaborino con il software di sviluppo per la risoluzione già on camera delle principali istanze legate alle caratteristiche complementari quali appunto vignettatura e distorsione e per tutta la durata del confronto ho avuto la netta sensazione che i dati promananti dal più luminoso dei due zoom vengano come...interpolati meno di quelli del 24-70/4 come a demandare alla successiva determinazione del fotografo, almeno una parte della postproduzione. Se così fosse, il 24-70/2,8S diventerebbe lo zoom prediletto dai fotografi professionisti (cui intrinsecamente è già ovviamente dedicato) lasciando la palma dello zoom più easy al meno luminoso f/4 la cui fascia di prezzo parla in via generale di obiettivo allround per tutti. Aspettando conferme ufficiali a questa mia impressione epidermica, proseguo con le coppie di foto, presentando per ognuno dei nostri due zoom, un ...ritratto prima a TA e poi a quegli f/11 che mi sembrano la soglia immediatamente prima del pericolo di diffrazione, pur potendo chiudere entrambi fino a f/22 f/2,8 f/11 prima il più prezioso e poi lo zoom da kit... f/4 f/11 ed ancora, faticando non poco con...l'eccesso di luce solare e di bianco, ma sempre nella considerazione di nitidezze e contrasti f/2,8 entrambi a tutta apertura f/4 (con le relative prestazioni di nitidezza e stacco dallo sfondo, frutto della diversa apertura iniziale dei due zoom) Insomma, se il valore aggiunto della maggiore apertura a f/2,8 del più importante dei due zoom è chiaramente una prestazione di rilievo a mio avviso è f/4 il diaframma di eccellenza del 24-70/2,8 (in termini dello stacco tra soggetto e sfondo) dove comunque a tutta apertura, il più smart dei due zoom non sfigura per niente Per mettere ancora più in crisi questi due zoom in condizioni di luce così contrastata e diretta, provo anche il controluce diretto per considerare la risposta a f/22 in totale diffrazione, a causa dei raggi solari diretti senza pietà sulle lamelle del diaframma elettronico (9 lamelle il più costoso, 7 l'altro) e qui le differenze emergono, a vantaggio, come ci si aspetta, del più coerente dei due zoom, molto più corretto dal suo trattamento speciale antiriflesso (Arneo), dai nanocristalli del suo coating e per ultimo, anche dallo specifico trattamento al fluoro di alcune delle sue lenti anteriori e posteriori Siamo ai difetti ed alla loro correzione automatica (o meno...) Proprio per quanto lungamente già scritto nelle nostre anteprime sul sistema Z e sugli articoli già pubblicati su fotocamere ed obiettivi per Z, mi soffermerò brevemente a parlare solamente della distorsione, che in questi due zoom appare in entrambi appena percettibile con un leggerissimo e regolare barilotto che si riesce a percepire unicamente alla focale più corta, i 24mm come potete osservare in queste due immagini scattate entrambe da un metro di distanza dal soggetto bello tarare la distanza sul display del 24-70/2.8S ! che si traduce poi in una ineccepibile resa sul soggetto, (astenendosi dal fotografare improbabili muri di mattoni rossi) preferendo a questo scopo utilizzare soggetti usuali dai quali, croppando come nell'immagine qui sotto, si deriva anche la grande risolvenza di questi obiettivi, sui particolari anche i più minuti Tale livello di correttezza (...correzione?) a livello di distorsione, ben si attaglia con la possibilità di utilizzare questi due zoom alle distanze brevi di messa a fuoco loro consentite (la minima per l'f/2,8 sta a 38cm e solamente 30cm per l'f/4 ) nella riproduzione di originali, per esempio, alla quale con le focali intermedie si prestano particolarmente. E se a f/2,8 ci desse fastidio la palese vignettatura, sempre in agguato in situazioni di ripresa similari, basta collocarsi, come da manuale, alle aperture intermedie: qui f/8 e a seguire, f/8 anche sul meno luminoso dei due, ma decisamente orientato ad essere un prezioso strumento in ogni occasione di close-up photography così come lo stiamo utilizzando da mesi con grande profitto e soddisfazione, noi della Redazione di Nikonland ! spesso anche in unione alle nostre lenti addizionali ipercorrette, come i doppini acromatici di Maruti, almeno fino a quando Nikon non ci ridisegnerà le sue analoghe sui diametri filtro che si usano ai nostri giorni, oppure, direttamente, un bell'obiettivo macro per il sistema Z (anche due o tre...) Qui la differenza tra i due zoom si vede propria tutta tutta ed è nettamente a favore del miglior RR del 24-70/4S... e della sua propensione a queste brevissime distanze 70mm f/16 (prima foto sempre il più luminoso dei due zoom) qua sotto invece tre diverse interpretazioni date dal diverso diaframma del 24-70/4 Altra caratteristica in comune ai due zoom, unitamente al sensore della mia Z6, la grande vivacità cromatica, indipendentemente dalla luce disponibile, anche nelle peggiori condizioni di illuminazione... come la oscura navata di una chiesa barocca crop al centro immagine avvicinandosi zoomando, a dispetto dei più lenti tempi di otturazione, salvaguardati solamente dal VR del sensore (ancora nessuna ottica Z stabilizzata sul mercato) 35mm entrambe (t/20) 60mm entrambi qua davvero al buio più totale, a 30mm circa, 6400 ISO... volevate stupirci con effetti speciali ??? Beh, in Nikon ci sono riusciti : al buio, a mano libera, ISO elevatissimi, contrasto luminoso nullo, correzioni automatiche per distorsione, aberrazioni cromatiche, vignettatura e stabilizzazione sensore: si può fare di più ? Forse si, ma direi che se stiamo parlando a 9 mesi dalla presentazione dei primi due pezzi della serie (Z7 e 24-70/4) di cose così... il parto ha avuto successo: aspettiamo che la creatura cresca per poterne parlare ancora più compiutamente. di fatto questo range di focali si presta già nel breve spazio da 24 a 35mm a realizzare inquadrature così diverse su soggetti simili da rendersi insostituibile se di elevata qualità così come avviene con l'ultimo nato della serie per Nikon Z, questo f/2,8 dalle prestazioni ottiche assolutamente ineccepibili .. da un diaframma al suo opposto Allo stesso tempo penso che la resa dei due zoom segue un percorso quasi sovrapponibile fin dalle caratteristiche a TA come già diaframmando di un solo stop, dove entrambi trovano probabilmente il miglior diaframma cui lavorare (rispettivamente f/4 ed f/5,6) Nel frattempo ho materializzato alcune convinzioni rispetto la domanda espressa nel titolo di questo articolo: la domanda su quale dei due zoom sia da scegliere è falsamente posta... La risposta è chiara: verrà scelto quello dei due più adatto alle esigenze di ripresa personali. Il prezzo non determina solamente la potenzialità d'acquisto, ma sopratutto la soddisfazione di un'esigenza e in questo senso comprerà il 24-70/2,8 S chi : sentirà il bisogno del diaframma di luminosità in più, per esempio tra i 50 ed i 70mm dove ai fini della pdc la differenza tra TA a f/2,8 oppure a f/4 ha il suo perchè (e non è detto che sia in direzione del diaframma più aperto) troverà nel display dell'obiettivo una novità irrinunciabile non solamente per la sua più importante accezione, ossia la scala delle distanze di ripresa (orrendamente assente ormai nella maggior parte degli obiettivi moderni, di ogni livello di prezzo) e quella, ancora più sfiziosa, della pdc (che sarà oggetto del terzo articolo che scriverò su questo obiettivo) consideri un valore aggiunto la presenza del tasto funzione programmabile da menù fotocamera in 21 modi differenti e della terza ghiera sul barilotto che riporta sull'obiettivo, volendo, la ghiera dei diaframmi, regolabile elettronicamente a step di 1/3 o programmabile anch'essa per esempio con la regolazione dell'esposizione desideri un obiettivo meno incline degli altri Z ad aggiustare tutto da solo una volta infornati nel sw di sviluppo, perchè vuole metter mano lui nell'apportare o meno le dovute correzioni scarichi il prezzo per lavoro e quindi trovi in questa motivazione all'acquisto un criterio di vantaggio fiscale maggiore rispetto all'acquisto del meno costoso f/4 Comprerà (se non l'ha già fatto) il 24-70/4 S chi: ha comprato un kit con questo zoom e si è trovato in possesso del miglior zoom transtandard entry level mai venduto in bundle con una fotocamera ha comprato una Nikon Z solo corpo oppure body + FTZ e poi si è posto il problema di scattare foto con tutta la tecnologia Nikon del "mirrorless reinvented" Z a disposizione, concentrata in unico barilotto, senza dover spendere i 2500 euro necessari per acquistare l'altro prodigio chi comprerebbe subito un Nikon Z Macro per scattare con RR da 1:5 fino ad 1:3 , ma Nikon non glielo ha ancora progettato e noi di Nikonland gli consigliamo seriamente di comprare questo zoom, molto più indicato dell'altro in termini di resa alle brevi distanze di ripresa chi desideri uno zoom transtandard da portarsi in giro dappertutto senza problemi di alcun genere: non vistoso, non pesante, non inferiore al più uminoso per la maggior parte dei parametri che ho preso in considerazione chi compra una Nikon Z6 e la consideri per lo strumento che è: una mirrorless che quando la linea Z sarà completa, rappresenterà il middle level, corrispondente per destinazione d'uso in ambito reflex alla vendutissima D750 Ringrazio nuovamente Nital per la gentile disponibilità ad averci affidato in prova il Nikon 24-70/2,8 S oggetto di questo confronto con l'altro mio Z-oom Max Aquila photo (C) per Zetaland 2019
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  15. Signore e signori, eccovi l'obiettivo entry-level del corredo Nikon Z: lo zoom Nikkor 24-70mm f/4 S Venduto in bundle ai corpi Z 7 e 6, nelle intenzioni progettuali degli ingegneri senza specchio di Nikon, costituisce l'all-in-one per ogni fotografo che si accosti alla nuova realtà del Secondo Centenario Nikon. Così tanto facile da fotografare, come gli altri due fissi, bastano tre foto (data l'austera linea)... sbloccato dal blocco (presente fin qui solo su questo zoom) aumenta la sua altezza minima fino alla operatività allungandosi su due sezioni di barilotto nel raggiungere la focale massima. Schema da 14/11 caratterizzato da diversi elementi speciali, ma sopratutto da una estrema vicinanza della lente posteriore al sensore delle nuove Z che presentano, come sappiamo, un tiraggio di soli 16mm. Largamente dotato di O-Ring di tenuta alla polvere ed agli altri agenti atmosferici, questo obiettivo transtandard manifesta a mio avviso anche un disegno molto proporzionato tra le parti anteriore e posteriore dello zoom, così come non eccessivo negli ingombri anche col paraluce a petalo montato, pesa mezzo chilo e misura 8,9cm di lunghezza per 78 di diametro massimo (filtri da 72mm), diaframma a (sole) 7 lamelle e stepper motor AF come nella attuale tecnologia Nikon. Mette a fuoco a soli 30cm dal piano di maf e per la prima volta in casa Nikon ha la ghiera di maf manuale programmabile per poter comandare i diaframmi oppure la compensazione dell'esposizione...! L'esemplare giunto a Nikonland grazie ai buoni uffici del distributore italiano di Nikon, ha un numero di serie davvero basso. Forte di tracciati MTF degni di realizzazione ottiche non certo entry-level, facciamo fatica ad assimilarlo alla lunga serie di zoom 18-xxx o 24-xx che Nikon ci ha imposto nel tempo come obiettivi base, buoni neppure come fermacarte in ragione della costruzione che faceva presumere il galleggiamento qualora lanciati a mare, questo 24-70/4 sembra avere tutte le carte, per robustezza e qualità fotografiche per darci il senso del "mirrorless reinvented" che in questa fase iniziale è il leading concept della casa di Tokyo. non stabilizzato, nasce per dimostrare l'efficienza dello stabilizzatore incorporato al sensore delle Nikon Z. Con la Nikon Z6 con la quale l'ho ricevuto in prova, si trova a meraviglia: è proprio il Suo ! Ho scattato in posti e giorni diversi con questo obiettivo e mi sono trovato a riflettere su quanto sia cambiato l'approccio alla fotografia "punta e scatta" nel corso di questi ultimi due, tre anni. Abbiamo a disposizione una nuova generazione di apparecchi ai quali non manca proprio nulla ed anzi è stato in essi implementata tanta di quella tecnologia che nonostante una pratica quarantennale fotografica mi continua a cogliere impreparato. A cominciare dalla gestione dell'esposizione nella quale ci si affida quasi esclusivamente al combinato disposto di esposimetro a matrice + correttore automatico di contrasto (D-Lightning) sempre più perfezionati ed ora anche EVF affidabilissimi e stabili come non mai. La mia prima foto con il 24-70mm è questa: mattina presto alla Fonte Aretusa di Ortigia (Siracusa) un posto mistico quanto impossibile da fotografare correttamente, a causa dei forti contrasti tra il mare ed il cielo dello sfondo, rispetto alle acque più scure della fonte con papiri e papere. Era come accade spesso un primo scatto di prova, nel modo che utilizzo più spesso andando in giro da turista, ossia con priorità ai diaframmi con ISO minimi, Matrix e la focale più wide disponibile; AF-S e scatto singolo. Grande il mio stupore nel trovarmi già in review (a mirino !!!) un'interpretazione così "aperta" delle ombre sul file, bruciando le altissime luci fino al livello di percettibilità delle alte: indice di una notevole collaborazione tra lente e sensore. (inutile sarebbe avere parte delle altissime e il grigio medio sulle alte in uno scatto in controluce come questo) La seconda impressione, analoga, in un'altro scatto dove ho ritrovato una gestione delle basse luci mediata alla perfezione con le medie, destinando la lettura del file alla ovvia prevalenza della parte sinistra dell'istogramma in maniera tanto drastica quanto utilitaristica in relazione al soggetto inquadrato: il database del Matrix di queste Nikon Z mi pare sia ulteriormente evoluto anche rispetto la migliore produzione reflex attuale ! La stessa impressione di obiettività interpretativa di questo zoom in unione alle macchine dedicate nelle foto in interno, indipendentemente dalla influenza del WB Auto, dall'impostazione su caldo a quella opposta, meno obiettiva ma più idealistica ed anche nell'utilizzo ad alti ISO (qui 12800) l'ensamble col sensore Z6 ed il suo eccellente rapporto S/R migliorando ulteriormente ad ISO alti ma non esagerati (per il 2018) come questa foto a 1600 ISO ed il suo ardito crop dove questo 24-70/4 manifesta le sue ottime qualità cromatiche e di nitidezza pur alla distanza notevole di ripresa dal soggetto Poca cosa la vignettatura di questo zoom alle sue diverse focali a tutta apertura (24 -28 - 50 e 70mm da un metro) molto interessante la pulizia tra 35 e 50mm così come invece, pur variando il diaframma a 24mm, la situazione non cambia poi tanto (ampiamente correggibile in postproduzione) D'altro canto la distorsione mi pare del tutto trascurabile (non oso dire assente) a tutte le focali qui considerate. Una delle caratteristiche di un obiettivo allround come un 24-70 dovrebbe essere la brillantezza in esterni e luce intensa, senza tendenza allo slittamento cromatico, tipica di ensamble obiettivo/sensore di primo equipaggiamento: a me pare abbastanza chiaro come in Zetaland si sia al cospetto di un nuovo concetto di entry level... la definizione a tutti i diaframmi sembra il suo aspetto peculiare f/4 f/8 f/16 crop f/4crop f/16 resa ineccepibile anche nel controluce controllato dove restano la descrizione globale e simultanea del soggetto e del contesto crop solo in occasioni limite si ingenerano disastri di ghost e flares, giusto andandosela a cercare...! crop Basta inquadrare con maggior accortezza per limitare i danni Nelle inquadrature ravvicinate questo zoom è il migliore obiettivo di base che io abbia mai utilizzato, non solamente per la distanza minima di ripresa, ben riducibile anche nell'utilizzo combinato di un'adeguata lente addizionale Marumi DHG Achromat (Nikon...a quando lenti addizionali e obiettivi Macro ???) e con l'utilizzo in luce mista con flash modulabili in piena luce così come in pura e semplice luce neutrale Ebbene si... il 24-70/4 S per Nikon Z è proprio un obiettivo da caccia fotografica vagante, grazie anche alla possibilità di utilizzare il formato inferiore che porta la sua massima focale a diventare un 105mm-eq: pian piano, avvicinandosi... colori e nitidezza nei dettagli, il suo piatto forte espressivo in ogni maniera... da f/16 ad f/4 lato B e crop a 3200 ISO per sfruttare tempi veloci e diaframmi chiusi, con una resa complessiva da toh... di chi era quell'occhio in basso a destra nella foto? Veloce e reattivo in autofocus (lo stepper motor funziona come già sperimentato su altre lenti), preciso e definito, delinea il soggetto come il fotografo (qualsiasi) richiede: anche inquadrando senza rispetto il soggetto a 24mm come anche a 35mm come ogni bravo wide che si rispetti, nelle mani dei fotoamatori girovaghi immancabile la ripresa a 24mm dal basso verso l'alto, grazie alla notevole tenuta alla distorsione anche prospettica. Insomma questo obiettivo Nikkor S è la...Jeep di base per gli utenti Nikon Z... ed unitamente alla roadmap Z per i prossimi due anni, io lo acquisterei immediatamente insieme ad una Z per sfruttare il forte sconto rispetto il suo listino intorno ai mille euro insieme al 14-30/4 di prossima presentazione ed a un fisso luminoso a scelta a seconda delle personali propensioni, a costituire in tre pezzi un CORREDO NATIVO Nikon Z senza dover fare neppure ricorso all'ottimo adattatore FTZ, dimenticando fin da subito l'esperienza reflex. Non ho trovato (e non è comune) nessun difetto da dover sottolineare: in questo momento è a mio avviso il BEST BUY del corredo Z Max Aquila photo (C) per NikonZetaland 2018
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  16. Grazie Adriano, mi è mancata la forza, in questi anni, di continuare ad utilizzare pellicola formato 120: ma se lo avessi fatto sarebbe stato con questi meravigliosi Nikkor medio formato e quella Bronica C che mi è sempre sembrata assomigliare tanto ad una Cadillac Sixty
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  17. Ragazzi, Nikon non ha mai proposto un obiettivo così. In Kit, poi. Per inciso - il vecchio - Nikon 24-120/4 VR, Nital, prezzo ufficiale, è 1.169 euro. E non c'è nemmeno lontano paragone tra i due ...
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