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  1. L'ora passata
  2. Grazie a tutti. Senz'altro non porterei un obiettivo pesante appeso al corpo macchina. L'ho fatto un paio di volte con il 100-400 di Gianni ma per brevi percorsi e tenendolo sempre con una mano sotto. Ho guardato il Tamron, che dalle recensioni sembra un'ottica valida e il prezzo è molto appetibile... ma pesa quasi come il 180-600, e più del doppio del 28-400. Diciamo che a me non interessa l'ingrandimento delle singole piume, quello lo lascio al mio coinquilino 😉; mi piacerebbe avere un'ottica da portarmi dietro quando andiamo in giro insieme e ci sono bei soggetti abbordabili, anche perché con la Z7 fare acrobazie al volo non è facile. Ovviamente a questo punto probabilmente lo utilizzerei anche in viaggio, anche se il 24-70 è sicuramente più performante e non so se lo lascerei a casa a cuor leggero... Alla fine il discorso è che mi serve (o meglio mi piacerebbe!) un teleobiettivo leggero e compatto di buona qualità e non ne ho trovato nessuno, a parte il 28-400, che spunti tutte le caselle.
  3. Questo lo ritengo valido in ogni caso, a prescindere dall'ogetto della discussione. Personalmente, non attaccherei mai un obbiettivo da 2 Kg (e oltre) alla macchina, usando gli anelli di quest'ultima per reggere il tutto.... Tra l'altro, se non si vogliono spendere soldi per acquistare un piedino diverso ed un aggancio QD, ci sono in giro anelli con filetatura 1/4" che costano pochi spiccioli e nonostante cio' sono ben fatti, a cui si puo' attaccare un moschettone con una cinghia/tracolla, ed avvitarli nel foro da 1/4" presente in tutti i piedini...
  4. Invece, riguardo il peso: non utilizzerei mai il 180-600 sulla Z7, se la decisione si concentrasse su di esso, appeso alla tracolla della macchina. Mi procurerei invece una staffa come quella HaoGe LMR-Z186, di cui abbiamo parlato, per attaccarvi una tracolla a standard QD, ben più tutelante per la baionetta della Z7
  5. D'accordo in tutto e per tutto con Mauro riguardo allo zoomone appena uscito, mi permetto di aggiungere che l' acquisto del 180-600 (o di un 150-600 degli altri) debba essere pianificato scientemente: ossia solo se servano i 600mm ! Se invece con questa domanda lo mettete in lizza con 100-400 e 28-400 può voler dire che stiate valutando questi obiettivi unicamente per i prezzi e secondo me non è questo il giusto approccio.
  6. today
  7. Ciao moglie-di-Gianni Io ho comprato il 28-400/4-8 e ne sono contento. L'ho comprato però per usarlo in azioni sportive in pieno sole, spesso con tempi lenti e dove la qualità dello scatto è influenzata più che altro dall'azione, dall'aria sporca etc.. Non credo si possa considerare un obiettivo adatto a chi è abituato a contare i piumaggi dei pennuti distinguendone la tonalità una ad una. Ha il vantaggio assoluto che con un corpo tipo Z6-Z7 ma anche Z8, non pesa, non impegna, non ingombra, non stanca. Ma è da considerare una seconda scelta. Sensata, visto che in famiglia avete già altro. Ma certo non l'obiettivo. Da il meglio di se tra 200 e 300. Ma è da considerare comunque un f/8 che già in ombra moderata ti porta a 12800 ISO. Una alternativa citata potrebbe essere il Tamron 150-500mm F/5-6.7 Di III VC VXD che è comunque più grande ma di prezzo paragonabile, sebbene con una escursione più sbilanciata sul lungo. Io però non ne so parlare (anzi, quando si parla di Tamron, io taccio). Però, insomma, 100mm e un terzo di stop non è che cambiano la vita. Almeno, per me non sarebbe da considerare tutto sto grande guadagno. Il 28-400 non va considerato come un teleobiettivo ma un obiettivo eclettico da usare a tutte le focali, da valutare proprio perché può andare sotto ai 180 e ai 100 mm. E di parecchio. Morale ? Io l'ho comprato ed ho dato via in cambio il 24-200. E in casa ho anche 100-400, 400/4.5 e 600/6.3, mentre ho venduto subito il 180-600 perché troppo ingombrante e pesante per me che fotografo esclusivamente a mano libera. Ma so che in famiglia siete troppo sofisti e quindi non mi arrischio a consigliarti per non prendermi responsabilità Isabella Nikon Z8 e Nikkor Z 28-400@240mm-f/8, 12800 ISO.
  8. A scanso di equivoci, sono in vendita singolarmente E in blocco. Non solo in blocco. Grazie
  9. Ciao a tutti, mi presento, sono la moglie di Gianni, felice proprietaria di una Z7, con cui mi trovo benissimo e che uso principalmente nei viaggi abbinata al 24-70 f/4. Ultimamente, in un paio di occasioni Gianni mi ha prestato il suo 100-400 f/4.5-5.6 per fare qualche scatto (a uccelli) soprattutto in situazioni stazionarie tipo capanni nelle Oasi. Però non se ne separa tanto volentieri e, visto che mi sono divertita, con risultati più che accettabili, soprattutto per quanto riguarda i filmati, ho pensato di comprare uno zoom mio. Il 180-600 sarebbe la scelta perfetta, ma a parte il costo è un po' grande e pesante (circa 2kg e 31 cm. di lunghezza), soprattutto contando che quando siamo in giro a piedi io porto la macchina montata su uno di quei supporti della Peak Design che si attaccano agli spallacci dello zaino. Ho già provato il supporto con il 100-400 e secondo me è al limite, non per portata ma per il peso dell'obiettivo sulla baionetta (infatti ci tengo sempre una mano sotto). Il 180-600 sarebbe di un terzo più lungo e ancora più pesante, quindi abbiamo dato un'occhiata al 28-400 che è minuscolo (ma buio) e leggero, circa 15 cm e 700 gr. Le recensioni che ho letto in giro/visto su YouTube sono piuttosto positive e tutti concordano sul fatto che a 400mm si aspettavano di molto peggio. La domanda è: ci sono altre alternative comparabili secondo voi? Tamron o Sigma ad esempio? Il prezzo del 28-400 è competitivo e non mi aspetto di fare scatti al volo o roba in situazioni estreme, e la Z7 regge bene gli ISO alti... Io sarei abbastanza convinta della scelta, Gianni meno, voi che dite? Grazie 😊.
  10. Sei associato FIAF, quindi saprai che un'ampia selezione delle sue foto sono in questi giorni in mostra al CIFA (Centro Italiano della Fotografia d'Autore) di Bibbiena (AR). Io ho visitato la mostra e ti posso assicurare che il viaggio vale il piacere di osservare da vicino queste meravigliose immagini che raccontano tanto dell'Autore e di ciò che esse narrano di un arco temporale piuttosto ampio. Hai tempo fino al 2 giugno prossimo per ... rimetterti in salute e farvi un salto! E complimenti!
  11. Ysaÿe: Sei Sonate per violino solo, Op. 27 - Sergey Khachatryan Guarneri del Gesù 1740 (ex Isaac Stern) Naive 29 marzo 2024, formato 96/24 *** Composte sul finire della carriera di Ysaye e dedicate a sei suoi colleghi violinisti, rappresentano la summa virtuosistica del grande solista. Ma anche una citazione del repertorio dedicato a quello strumento da Bach ai suoi giorni (1924) passando per Paganini. A tratti dissonanti, con arpeggi e trilli demoniaci, cupo e brillante, queste sei sonate sono un banco di prova entusiasmante ma al tempo stesso denso di pericoli per ogni violinista. Prendiamo la seconda sonata che cita Bach inframmezzandolo con variazioni pennellate sul Dies Irae. Tant'è che né l'autore né nessuno dei dedicatari ebbe l'opportunità, l'occasione, la voglia, di registrarle. E fino all'epoca del LP erano rare le registrazione. In epoca digitale c'è invece una certa abbondanza e in questi ultimi mesi ne abbiamo due incisioni, l'estate scorsa Hillary Hahn, e adesso l'armeno Khachatryan. l'amore per il proprio talento è il migliore propellente per raggiungere vette più alte, qui poi c'è uno strumento straordinario Che armato di uno strumento straordinario dal carattere proteiforme, mette carattere in ogni passaggio, dimostrando sin da subito di avere ben di più da dire della sua collega americana (ma, perdonatemi, è gioco facile da questo punto di vista). Ma, tralasciando la mancata competizione, è proprio la spettacolare variazione di timbri, volume, tonalità che rende straordinariamente bello questo disco. Tanto da lasciare distante sin da subito, quello che era il mio precedente riferimento (Alina Ibragimova, Hyperion, 2015 : disco comunque bellissimo). Ibragimova a tratti utilizza tempi anche più veloci ma non sembra perché Khachatryan varia ritmo ad ogni frase. Ne viene fuori qualche cosa che è tutt'altro che un affresco, piuttosto una serie di bassorilievi cesellati finemente, l'unica immagine che mi viene in mente per descrivere una composizione che, fatta salva la distanza temporale in mezzo e la differenza culturale, può guardare le sonate e partite di Bach senza troppa riverenza. Al violinista che arriva in fondo a questi 75 minuti circa di tour the force, certamente Paganini avrebbe assegnato un premio per perfezionarsi ancora ma qui, sembra che siamo arrivati. Nel 2010 Khachatryan ha registrato, sempre per Naive, le sonate e partite di Bach. E qualche cosa si intuiva, almeno sulla capacità emotiva. Ma adesso ... edizione di confronto : Alina Ibragimova, hyperìon 2015
  12. Bene Mauro, confermo che mi interessa, prezzo ok.
  13. Ringrazio tutti e sono contentissimo .... che abbiate colto (e premiato 😎!) lo spirito con cui ho partecipato ... grazie ancora (devo aggiungere però che il volume che stavo leggendo/esaminando vale la pena di essere studiato!! Le immagini sono straordinarie!).
  14. Vendo testa micrometrica Benro gd3wh pari a nuovo. chiedo 130€ escluso spedizione pagamento PayPal, postepay, bonifico, bonifico istantaneo.
  15. Si, certo, tutto quanto previsto nella dotazione standard "da scatola".
  16. Ciao Mauro, sono interessato. Se non erro la fornitura comprende anche il paraluce, confermi? Andrea
  17. ...fino a Yoda era simpatico, si e' un po' perso sui mattoni ( cit.)
  18. Ne accennavamo un paio di anni fa dopo la prova del Prostaff 7s 8x30 che ci sarebbe piaciuto provare quello della nuova linea appena annunciata. è arrivato adesso, praticamente il modello di ingresso, un Prostaff P3 8x30. I binocoli della nuova linea Prostaff hanno caratteristiche simili tra le tre famiglie quello che cambia, essenzialmente, è il trattamento superficiale delle lenti. Il punto debole del Prostaff 8x30 della passata stagione era il campo visivo apparente limitato (115 metri a 1000 di distanza) dovuto ad un angolo di campo ridotto. Nella nuova serie hanno migliorato nettamente questo parametro. Siamo praticamente di fronte ad un grandangolare, il più ampio disponibile con oltre 152 metri ( 8,7°). Ma è migliorato praticamente tutto e un confronto tra i due - il Prostaff 8x30 della precedente generazione lo abbiamo in casa - è evidente. Il tempo di accomodamento degli oculari è più rapido. Resta comunque non immediato, in quanto le dimensioni non aiutano. Ma a differenza dell'altro, il nuovo è più facile da usare se si portano gli occhiali (nel vecchio è preferibile toglierli). E' anche più immediato centrare la distanza tra gli occhi e rapidamente si raggiunge una visione completa. E' un pò più macchinosa la regolazione diottrica. Ma ci si fa la mano. Nonostante il binocolo in prova sia un P3, la visione è più chiara di quella del vecchio 7s. Sia da pochi metri che da decine di metri, leggiamo con chiarezze le scritte. Riusciamo a leggere a tre metri di distanza ciò che è riportato sul lato della scatola di costruzione di un kit modellistico come se l'avessimo davanti (anzi, meglio). Aberrazioni cromatiche presenti ma bisogna cercarle nelle zone di passaggio di luce tra linee rette secche. Distorsione controllata e resa meno evidente dal campo visivo inquadrato più ampio Visione effettivamente (molto) più grandangolare. Essendo un binocolo da osservazione e "scoperta", ci piace il maggior campo inquadrato ad ogni distanza, apprezzabile particolarmente sopra ai 20-30 metri di distanza. La messa a fuoco è precisa e abbastanza rapida. La meccanica della regolazione è fedele. esteticamente, come nelle ultime serie, il binocolo ha perso ogni iscrizione dorata e non c'è nulla che possa riflettere o dare nell'occhio. Un valore quando non si vuole essere scoperti o notati. dettaglio della regolazione dell'oculare destro la rotella di controllo della messa a fuoco le iscrizioni del modello, ricavate per incisione sopra alla copertura compatto, sta in una mano anche con gli oculare estesi dove notiamo un peggioramento è nella finitura esterna, gommosa, come i Monarch che è molto prona a sporcarsi. In queste foto l'abbiamo lasciato volutamente allo stato naturale. I segni bianchi derivano semplicemente dall'averlo maneggiato. la differenza rispetto al modello precedente salta all'occhio subito. E' più grosso, più "importante", più "tozzo", meno elegante. Più rapido ma meno rifinito. E decisamente - nell'aspetto - più "economico". Dove Nikon ostentava i suoi usuali marchi dorati, adesso c'è un anonimato più da professional. La regolazione della correzione diottrica sul vecchio è decisamente agevolata dalla zigrinatura. Nel nuovo invece bisogna affidarsi al tatto. Detto questo, non è l'estetica che conta né l'eleganza ma l'uso. E in questo non ci sono paragoni, questo Prostaff P3 ci sembra a tutti gli effetti, nettamente superiore al precedente, pur di categoria superiore e non esiteremmo a cambiarli. Pensiamo che un 8x30 compatto da mezzo chilo debba essere nel corredo di ogni appassionato. Trova facilmente posto e non impegna, né nella borsa né nel portafogli. la dotazione invero è minimale : la custodia in cordura, una cinghietta (qui non illustrata) e i coprioculari e copriobiettivi "a perdere", da raccordare con la cinghietta. la confezione, tutta nera, è un classico. La garanzia si conferma in 10 anni. prodotto chiaramente in cina. Ma in estrema sintesi e tenendo a mente che si tratta di un oggetto entry-level da meno di 200 euro di listino, ci è piaciuto molto. Raccomandiamo - se possibile - ai portatori di occhiali interessati ad acquistarlo, di provarlo prima se un negozio lo consente. Noi ci siamo trovati bene ma potrebbe creare qualche difficoltà ad alcuni (non tutti gli occhi, gli occhiali, le teste, sono uguali). Ma in termini di prestazioni non crediamo che ci si troverà da ridire. Resta quella strana sensazione di schiacciamento prospettico che porta gli oggetti lontani ad diventare sottili, perdendo di tridimensionalità. Un effetto che tende a falsare la visione. Che però è chiara, nitida, scolpita, come in binocoli di categoria superiore. Ricordando però che non è certo un 8x30, il binocolo da usare in condizioni di scarsa luminosità o per distinguere soggetti piccoli e lontani. Non è un oggetto da sfoggiare, anzi, all'aspetto, si presenta modesto. Ma forse questo porterà a scoraggiare i malintenzionati ... e di questi tempi ciò può essere considerato un plus.
  19. Infatti era quello il senso della mia domanda: con il 24-120 sulla Z5 trovo molto più comodo fissare la cinghia ad uno degli anelli e l'altro alla piastrina sul fondo. Chiedevo solo come regolarmi in presenza della SmallRig
  20. Non venderlo!!!! Anche se hai l’1.2….
  21. a me gli anelli di ferro che sbatacchiano stanno sulle ##### da quando li uso ho sempre fatto passare il cordoncino nell'anello del corpo macchina, poi ci monto tracolla sulla z30 o laccetto da polso sulla Zf se hai un obiettivo grosso e pesante puoi mettere uno dei due anelli agganciato alla basetta di modo che a tracolla, mentre cammini, la macchina resta appesa come se stessi fotografando il pavimento -provato a suo tempo e non è male-
  22. Ho visto la lista dei dischi selezionati dall'editor di Gramophone di questo mese. E vedo che condividiamo alcune delle scelte fatte. Se non ho nulla da dire per il "Geronzio" di Elgar (che non conosco e che continuerò a trascurare), ho trovato questo Mendelssohn, lo Chopin di LIm, il Rachmaninov di Trifonov e Babayan, il Wagner di Lugansky, le sonate di Ysaÿe di Sergey Khachatryan e i "Tesori" del Trio Lirico. Bene.
  23. Miei test su questo obiettivo :
  24. M&M

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