Ysaÿe: Sei Sonate per violino solo, Op. 27 - Sergey Khachatryan
Ysaÿe: Sei Sonate per violino solo, Op. 27 - Sergey Khachatryan
Guarneri del Gesù 1740 (ex Isaac Stern)
Naive 29 marzo 2024, formato 96/24
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Composte sul finire della carriera di Ysaye e dedicate a sei suoi colleghi violinisti, rappresentano la summa virtuosistica del grande solista.
Ma anche una citazione del repertorio dedicato a quello strumento da Bach ai suoi giorni (1924) passando per Paganini.
A tratti dissonanti, con arpeggi e trilli demoniaci, cupo e brillante, queste sei sonate sono un banco di prova entusiasmante ma al tempo stesso denso di pericoli per ogni violinista.
Prendiamo la seconda sonata che cita Bach inframmezzandolo con variazioni pennellate sul Dies Irae.
Tant'è che né l'autore né nessuno dei dedicatari ebbe l'opportunità, l'occasione, la voglia, di registrarle.
E fino all'epoca del LP erano rare le registrazione.
In epoca digitale c'è invece una certa abbondanza e in questi ultimi mesi ne abbiamo due incisioni, l'estate scorsa Hillary Hahn, e adesso l'armeno Khachatryan.
l'amore per il proprio talento è il migliore propellente per raggiungere vette più alte, qui poi c'è uno strumento straordinario
Che armato di uno strumento straordinario dal carattere proteiforme, mette carattere in ogni passaggio, dimostrando sin da subito di avere ben di più da dire della sua collega americana (ma, perdonatemi, è gioco facile da questo punto di vista).
Ma, tralasciando la mancata competizione, è proprio la spettacolare variazione di timbri, volume, tonalità che rende straordinariamente bello questo disco.
Tanto da lasciare distante sin da subito, quello che era il mio precedente riferimento (Alina Ibragimova, Hyperion, 2015 : disco comunque bellissimo).
Ibragimova a tratti utilizza tempi anche più veloci ma non sembra perché Khachatryan varia ritmo ad ogni frase.
Ne viene fuori qualche cosa che è tutt'altro che un affresco, piuttosto una serie di bassorilievi cesellati finemente, l'unica immagine che mi viene in mente per descrivere una composizione che, fatta salva la distanza temporale in mezzo e la differenza culturale, può guardare le sonate e partite di Bach senza troppa riverenza.
Al violinista che arriva in fondo a questi 75 minuti circa di tour the force, certamente Paganini avrebbe assegnato un premio per perfezionarsi ancora ma qui, sembra che siamo arrivati.
Nel 2010 Khachatryan ha registrato, sempre per Naive, le sonate e partite di Bach. E qualche cosa si intuiva, almeno sulla capacità emotiva.
Ma adesso ...
edizione di confronto :
Alina Ibragimova, hyperìon 2015
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